CASTELRAIMONDO – Quanto tifo ieri abbiamo visto lungo il tracciato per Giulio Pellizzari. Ma è così, quando c’è di mezzo l’enfant du pays… E’ il bello del ciclismo e del Giro d’Italia. Tanto calore anche per l’altro marchigiano in gruppo, Gianmarco Garofoli, ma lui è di Ancona e quanto calore ci fosse anche per lui già lo avevamo visto questo inverno, mentre queste maceratesi erano proprio le strade di Giulio.
La sua Camerino distava appena nove chilometri dall’arrivo. E’ qui che si allena ed è qui che ha iniziato a inseguire il sogno di diventare corridore. E oggi eccolo (di nuovo) al Giro d’Italia al fianco di un capitano importante, forse il più importante di tutta la corsa rosa.
Non chiamatelo fans club
Ma di questo tifo vi vogliamo raccontare tramite Sandro Santacchi, il coordinatore del “non fans club” di Giulio.
«Non vuole che si chiami fans club – spiega Santacchi – perché Giulio è particolarmente attento a quello che sono i fatti e non le parole. Mi spiego meglio: lui considera il fan club come un modo di porsi al mondo con troppa apparenza. Un po’ come se non se lo fosse ancora meritato… diciamo così.
Magari tanti suoi colleghi lo vorrebbero, ma lui non lo gradisce in modo ufficiale. Però noi gli andiamo dietro lo stesso, almeno dove è possibile!».
Messa così sembra che Pellizzari possa essere distante da loro, invece… fermi tutti, non è affatto così. Anzi.
«Oggi (ieri, ndr) quando è passato su Sassotetto ci ha guardato e ci ha fatto un sorriso grosso così. Ha visto questo gonfiabile di sei metri! Era contento… E noi con lui».
Sandro Santacchi è alla guida di un gruppo di amici, sostanzialmente come ce ne sono tanti nei paesi d’Italia. E guida questo gruppo sotto le insegne della sua società ciclistica la Frecce Azzurre di Camerino.
Griglia e ciclismo
Ieri su Sassotetto erano in tanti. Gli amici del paese, uniti dalla passione per la bici e l’amore per Pellizzari che hanno visto crescere. Il gonfiabile sì, gli striscioni anche… ma pure carne alla brace e vino.
«Siamo tornati giù da poco. Ci siamo divertiti. Perché siamo tutti innamorati di lui? Perché è una gran bella persona, in tutte le sue sfaccettature… E’ sempre sorridente, è sempre disponibile con tutti e allo stesso tempo è concentratissimo sui suoi obiettivi. E’ un professionista esemplare. Non lascia niente al caso. Ma quando poi monta in bici ha una cattiveria… E’ bestiale».
«Io, e non solo io, mi sono avvicinato a lui, prima di tutto perché c’è un bel rapporto con la sua speciale famiglia. Perché se Giulio è così è perché ha la fortuna di avere una famiglia stupenda. Abbiamo iniziato a seguirlo dalle sue gare juniores, noi tutti siamo appassionati di ciclismo. Era un piacere vedere pedalare questo ragazzino e si intravedeva subito che la stoffa c’era. E da lì, man mano, è nato tutto».
Tifo competente
Prima, quando vi abbiamo detto che Santacchi è uomo di ciclismo, intendevamo nel vero senso della parola. Ha anche un certo occhio tecnico.
«Le doti di Giulio in bici le stiamo vedendo – racconta Santacchi – e ancora non abbiamo visto tutto, perché Giulio è in crescita. Ha già fatto un bello step dall’anno scorso. In tal senso mi ha molto colpito la cronometro che ha fatto a Tirana. Fino all’anno scorso non aveva mai preparato bene questa disciplina e quest’anno, stando in una squadra dove si cura di più, è andato subito bene».
La cosa bella è anche il rispetto verso l’atleta: non c’è invadenza. Il tifo vero è “senza nulla a pretendere”. Non pensiamo solo al “non fans club” di Pellizzari, ma in generale alle tantissime persone che lungo la strada scrivono un foglio, uno striscione o fanno scritte sull’asfalto. Il tifoso applaude quando passa il gruppo, applaude più forte quando passa il suo beniamino. In questo caso il ragazzo in corsa, dell’enfant du pays, diventa l’orgoglio di una terra.
«Se l’avevamo sentito prima della tappa di ieri? Vi dico questa – conclude Santacchi – ci siamo ripromessi che con l’inizio del Giro, Giulio avrebbe “staccato” il telefono. Era arrivato al punto che ogni sera aveva 400 messaggi e lui è tipo da rispondere a tutti! Quindi ha preferito fare così per non intaccare la sua concentrazione. Però sapeva che lo aspettavamo. Erano giorni che ci lavoravamo per farlo contento… e perché piaceva anche a noi. Anche perché non so quante altre volte potrà capitare che il Giro passerà dalle nostre parti con Pellizzari è protagonista. Bisognerà attendere altre congiunzioni astrali! Intanto ci siamo goduti questa».