L’intervista a Rebellin ha colto nel segno: per la storia in sé e per le sue (appena accennate) abitudini alimentari. Anche Gianluca Brambilla, con cui avevamo parlato poco dopo, in riferimento al veronese aveva raccontato un allenamento fatto insieme nel 2019 e le singolari barrette fatte in casa che Davide aveva con sé.
«Saranno 4-5 anni che mi sono spostato verso i vegetali – aveva detto Rebellin – a casa ho eliminato la carne, ogni tanto mangio le uova o il pesce. Sento di recuperare meglio. Alle corse è differente, perché non sempre si trovano in giro ceci e altri vegetali proteici, né posso portarmi una valigia troppo grande piena di cibo. Però credo si possa fare attività ad alto livello anche così e credo che questa sarà una tendenza. La carne ha le sue proprietà, ma anche tante tossine».
A questo punto è scattata la curiosità e con essa la seconda chiamata, per capire quando ci sia stata l’inversione di abitudini e perché. E Davide con la consueta cortesia è stato al gioco, aprendoci un mondo di abitudini che certamente porteranno altri approfondimenti.
Quando hai cominciato a eliminare la carne e perché?
Saranno 5 anni, ma è stato un passaggio graduale. E’ nato per una questione etica, trasmessa da mia moglie Fanfan. Anche lei la mangiava normalmente, ma avendo grande passione per gli animali, lentamente ha cominciato a farne a meno. E devo dire che stiamo bene.
Tutta la carne senza distinzione?
La prima che abbiamo eliminato è stata quella rossa, continuando a mangiare pollo, pesce e uova, ma scegliendo prodotti di cui conoscevamo l’origine. Poi gradualmente abbiamo cominciato a togliere anche il resto, tanto che ormai mangiamo raramente qualche uovo, ma solo quelli che produce un nostro vicino. Alle corse ovviamente è diverso, non potrei andare avanti solo con il riso in bianco, per cui porto una valigia di prodotti con me. E quando finiscono, cerco di arrangiarmi.
Andiamo con ordine, allora. Con cosa fai colazione?
Normalmente mi sveglio alle 6,30-7 e faccio 20’-30’ di esercizi a corpo libero, per addominali, dorsali e più in genere di core stability. Lo faccio ogni giorno da un paio d’anni: un programma completo, quasi un mezzo allenamento a digiuno. Prima però bevo una bella tazzona d’acqua in cui disciolgo un preparato a base di corallo della Coral Club (un’azienda russa che ha punti vendita anche da noi) che si chiama Coral Mine. E’ ricavato da un corallo originario di Okinawa. Ne preparo bottiglie grandi e al risveglio ne bevo mezzo litro.
La colazione vera e propria?
Mi piace mangiare salato. Quindi di solito un piatto di riso integrale o riso amaranto, oppure miglio o quinoa, che si iniziano a vedere anche nella dieta dei corridori alle corse. Una volta mangiavo tanti cereali e latte di riso, ma c’erano troppi zuccheri. Il riso lo condisco con olio di cocco altrimenti, se voglio che sia un po’ dolce, ci metto uvetta oppure noci.
Perché olio di cocco?
Non fatemi entrare troppo nel tecnico, ma diciamo che ha varie proprietà, tra cui quella di tanti acidi saturi che hanno un lento rilascio di energia, che vanno benissimo per supportare lo sforzo fisico. A tavola bevo ancora del thè verde. Bevo tanto. Diciamo che tra il risveglio e la colazione, mando giù almeno un litro di liquidi. Quando preparo il riso, non scolo l’acqua: ne metto poca, ma mando giù anche quella. Nella prima ora di bici, mi fermo anche tre volte per andare in bagno. Ma bere è importante.
Brambilla ci ha detto di averti visto portare delle barrette fatte in casa.
Le prepara mia moglie, vero. Le Rebelbomb, le chiamiamo così. Le fa con farina di canapa o grano saraceno, senza glutine. Le porto sempre con me. Nel mio sito per un po’ avevamo pensato anche di vendere le ricette. Inizialmente ha funzionato, ma non avevamo tempo di stargli dietro e ora sono ancora lì.
E quando non hai le barrette di tua moglie?
Ne porto di simili, prodotte da On Energy. Sono biologiche e senza glutine. Se non ne ho, in corsa mangio anche datteri o frutti secchi, facili da confezionare e portare in tasca e rilasciano energia immediata. Non sono una grande spesa e non sovraccaricano il fegato. Diciamo che se vado via per una corsa a tappe, le barrette di mia moglie coprono i primi due giorni, poi passo alle altre.
Torniamo a quando sei a casa: se stai fuori, come dicevi, anche sei ore per volta, sicuramente salterai il pranzo…
Esatto, ma non faccio sempre quelle distanze. Se infatti faccio 2-3 ore, porto sempre qualcosa da sgranocchiare per non arrivare a casa troppo affamato. Quando rientro, di solito faccio uno spuntino, con frutta. Banane, avocado o una barretta di mia moglie. Bevo ancora acqua con il corallo, magari in una tisana. Diciamo che di solito rientro fra le 15 e le 16. Se torno più tardi, anziché mangiare, bevo e basta. Mia moglie fa parecchi brodi vegetali, magari bevo un po’ di quelli.
E come fai ad arrivare a cena senza… mangiare anche i mobili?
Ceniamo presto, fra le 17,30 e le 18. Sono gli orari in cui si assimila meglio, come i nostri nonni che tornavano dai campi. C’è anche il tempo per digerire prima di andare a letto, anche se poi fino a colazione ci sono parecchie ore. Così se mi viene fame, magari prima di andare a dormire faccio un spuntino con una patata o una mela o prodotti freschi del periodo.
La cena in cosa consiste?
E’ un pasto pabbondante. Inizio con un piatto di verdure crude, insalata, cavolo cappuccio o carote condite con olio di oliva. Poi un piattone di riso o quinoa, amaranto o miglio, di solito non lo stesso che ho mangiato per colazione. Poi legumi molto proteici come lenticchie, fagioli o ceci. Stranamente, a tavola non mettiamo nemmeno i bicchieri. Beviamo prima, per arrivare a tavola ben idratati. A volte quando abbiamo ospiti, c’è da ridere perché non mettiamo i bicchieri neanche per loro… E alle 21 si va a letto. Bevo prima una tisana o ancora brodo vegetale caldo, soprattutto d’inverno.
A cosa porta tutto ciò?
Al fatto che recupero meglio, nell’immediato e il giorno dopo, sono meno intossicato. L’organismo non deve smaltire le tossine della carne, che lo affaticano. Di fatto assumo le proteine attraverso i vegetali, ma la mia dieta è molto ricca di carboidrati, che secondo me devono essere la base per fare sport.
Non hai parlato di pasta.
A volte consumo pasta di riso oppure di ceci, che produce Pedon di Vicenza, specializzata in tutto ciò che è leguminoso. Fanno preparati veloci, molto utili e anche gustosi. Quando al mattino mangio pasta, ne preparo di solito 250 grammi. La mia regola di sempre è non arrivare mai a casa affamato. Meglio fare dei piccoli spuntini durante il giorno.
E in corsa, dopo l’arrivo, cosa mangi?
E’ importante farlo subito, adeguandosi agli orari. Per cui appena arrivo mi cambio e ho con me uno shake con banane, fiocchi di avena senza glutine, fiochi di grano saraceno, che contengono proteine vegetali. Obiettivo arrivare a cena senza troppo fame. E bevo anche 1,5 litri d’acqua.
Le Rebelbomb con mandorle e datteri Ecco la Rebelbomb solare Le Rebelbomb con quinoa, nocciola e cacao La Rebelbomb Orange Power
Borracce in corsa?
Due. Una di acqua con corallo e l’atra con integratore salino senza glutine.
Senza glutine per intolleranza?
Di cui mi accorsi nel 1997, nell’anno alla Francaise des Jeux. E’ passato un secolo, ma avevo fatto un brutto Tour a causa di una manipolazione fatta male che mi aveva scombinato tutto. Per farmi rimettere a posto andai dal dottor Poser, che mi aveva presentato Flavio Vanzella. Lui nella prima seduta mi sistemò le vertebre, tanto che il weekend dopo vinsi San Sebastian e quello successivo Zurigo. Poi mi propose di depurare il mio organismo e senza analisi, che magari ai tempi nemmeno erano così rapide o efficaci, mi tolse glutine e formaggi. Iniziai a sentirmi bene e a sgonfiarmi. Il lavoro dell’intestino era alleggerito, respiravo meglio, ho anche perso peso che non guasta. Cominciai a portarmi da casa la pasta senza glutine e la davo ai cuochi degli hotel. All’inizio mi guardavano come un matto, poi anche Bartoli chiese di averne per sé, ma ne avevo a malapena per me. Non si trovava. Alternavo pasta senza glutine e riso in bianco, ora quello integrale, che ha rilascio più lento.
Un regime abbastanza particolare.
Che però funziona. Morirei per mangiarmi più spesso una pizza, ma so che mi fa star male, per il glutine e il formaggio. Anche se a volte si fa uno strappo, perché è giusto togliersi qualche sfizio. Dovete vedere quando vado a casa dei miei. Per loro senza bistecca, non si sta bene. Eppure credo che lentamente ci si sposterà in questa direzione. Anche per gli sportivi.