Cetilar Nutrition®: continuità e performance grazie ai carboidrati

26.06.2024
5 min
Salva

I carboidrati sono la benzina “buona” che serve al nostro motore per muoversi, performare ed avere energie sempre disponibili. Gli integratori di carboidrati Cetilar® Nutrition sono disponibili in diverse forme: prodotti che nascono per essere tecnici e di qualità eccellente, disponibili e facili da usare per diverse tipologie di utenza.

Abbiamo provato ad usare e abbinare due integratori di categorie differenti. Race Carb, ovvero i carboidrati in polvere da sciogliere nella borraccia e le due barrette Energy Race e Race Bar.

Il tris Cetilar® Nutrition protagonista della nostra prova
Il tris Cetilar® Nutrition protagonista della nostra prova

Carboidrati in polvere e nelle barrette

Certamente Race Carb è l’integratore più tecnico dei tre utilizzati. Ha un contenuto altissimo di carboidrati in una singola busta (circa 80 grammi, tantissimo). E’ un sostegno vero e proprio all’attività motoria e allo sforzo, in grado sostenere durante il training specifico, la competizione, un valido aiuto anche nell’immediato pre-gara. Sciolto in 650 millilitri di acqua da origine ad una bevanda isotonica con un rapporto di 1:0,8 tra maltodestrine e fruttosio. Ogni dose di 80 grammi fornisce 310 kcal e sostiene per 1314 kjoule.

Race Bar e Energy Bar sono due barrette (integratori solidi) energetiche prima di tutto, ma diverse tra loro. La prima fornisce energie grazie al bilanciamento tra carboidrati a rilascio differenziato con un’aggiunta di (pochi) grassi, particolarmente indicata nei momenti di gara. Race Bar invece è un integratore 40/30/30, significa che contiene anche proteine, aggiunte a carboidrati e grassi. E’ una sorta di barretta “all-round”, indicata prima e dopo lo sforzo, utile durante l’attività quando le intensità si mantengono su livelli medio/bassi. Una barretta perfetta da consumare quando si fa un allenamento alla “distanza”.

Race Carb in busta ad elevato contenuto di carboidrati
Race Carb in busta ad elevato contenuto di carboidrati

L’integratore liquido perfetto

Quasi 80 grammi di carboidrati in una sola busta. Per chi è abituato ed ha allenato la propria digestione ad introdurre una quantità del genere (o superiore) nell’organismo, Race Carb è l’integratore ideale di carboidrati. Fornisce tanta energia, sostiene il lavoro ed i kilojoule del training e non è per nulla invadente ed eccessivo in fatto di gusto. Non stimola la salivazione (aspetto non banale legato anche ad un richiamo di liquidi che potrebbe essere controproducente). Inoltre non va in contrasto con l’eventuale aggiunta di gel e/o di un integratore solido, come ad esempio le barrette. Al tempo stesso è un integratore di carboidrati dalla elevata tecnicità e proprio questo aspetto obbliga a fare attenzione a chi approccia questa categoria di integratori. Un integratore del genere va provato e correttamente interpretato, per essere usato sfruttandone le potenzialità nel modo corretto.

E’ in grado di supportare 1.314 kilojoule di training, un riferimento che deve essere adeguato ai propri valori della performance. Questo stesso numero rende molto bene l’idea del supporto che offre una singola busta (e di conseguenza una borraccia con Race Carb). Tradotto: è possibile fare un’ora di allenamento intenso e di interval training, senza consumare (o quasi altri integratori). Con due borracce non abbiamo difficoltà ad affrontare 120 minuti di training in Z2 con punte di lavoro in Z3, per poi iniziare ad integrare in modo più consistente, mettendo altri mattoncini alla nostra condizione atletica. Oppure, è possibile iniziare a bere Race Carb prima dello sforzo intenso. Mantiene costante la nostra energia facilitando l’assimilazione. E’ un mix di carboidrati particolarmente utile anche verso la fine della gara.

Energy Race Bar

Più che una barretta, il gusto e la consistenza sono piacevoli, è al pari di una merendina (di quelle buone e di qualità). Energy Race è buona, gratificante, soddisfa il palato ed inviata a bere (fattore non secondario quando si consuma un cibo solido durante lo sforzo). E’ una sorta di “mattoncino” compresso di riso soffiato, facile da rompere e da sciogliere in bocca, anche senza masticare. Questo aspetto non è banale, perché la barretta si scioglie in bocca.

In 50 grammi di prodotto troviamo 40 grammi di carboidrati, un solo grammo di proteine e 3 grammi di grassi. Potremmo categorizzare Energy Race come la barretta simbolo dei momenti pre-gara (per chi ama mangiare solido nei 20/40 minuti pre-gara/allenamento). Oppure la barretta da consumare nelle prime due ore di attività, lasciando le restanti due ad una integrazione liquida (e una intensità aumentata). Durante la nostra prova abbiamo cercato anche una sorta di estremizzazione (affrontando dei blocchi consecutivi di intensità elevata) abbinando la barretta a Race Carb in borraccia. Il risultato (soggettivo) è stato eccellente, con una disponibilità di energia costante, assimilazione perfetta e zero fastidi per i tanti carboidrati introdotti. 40 grammi di carboidrati in una barretta sono una quantità tollerabile da qualsiasi tipologia di utenza.

Race Bar gusto cocco

Race Bar è una barretta che ci è piaciuto definire “maledettamente buona”. A prescindere dal momento della giornata, se prima, durante o dopo la bici, ma anche lontano dall’allenamento, Race Bar va sempre bene. Per noi è diventato una sorta di spuntino spezza-fame da abbinare al caffé. Consumata durante il training è un buon punto di riferimento.

Una barretta da 60 grammi contiene 19 di proteine e 24 di carboidrati. Non è uno di quegli integratori da consumare quando si entra in zona aerobica ed anaerobica. Non è una di quelle barrette da consumare quando si fanno le ripetute in Z4 e Z5 (e oltre). Se portata nelle tasche è da mangiare quando si fanno gli allenamenti lunghi, le intensità rimangono basse e lo stimolo della fame non è condizionato dallo sforzo estremo. Rispetto ad Energy Bar, la barretta Race ha bisogno di essere masticata e lo stimolo alla salivazione è decisamente inferiore. Quando si mangia una barretta di questa categoria è importantissimo bere, limitando l’assunzione di carboidrati veri e propri. La combinazione potrebbe allungare il processo digestivo e l’assimilazione ottimale. Energy Bar e Race Bar sono due barrette gustose e piacevoli sempre, adatte a diverse tipologie di utenza, dall’agonista fino all’appassionato che interpreta la bici in modo più semplice.

Cetilar® Nutrition

Le novità di Cetilar Nutrition per un’integrazione ottimale

11.05.2024
4 min
Salva

Cetilar Nutrition propone sei novità legate al mondo dell’integrazione sportiva nel ciclismo. Sei prodotti pensati per ogni fase della corsa o dell’allenamento, realizzati anche grazie al supporto e al lavoro fatto con i ragazzi della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè. Carboidrati, barrette, integratori per corsa e recupero, tutte le novità di Cetilar vogliono aiutarvi a massimizzare la prestazione in bici. 

Cetilar Nutrition supporta i corridori della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè al Giro
Cetilar Nutrition supporta i corridori della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè al Giro

Carboidrati in polvere

Fare il pieno di energia prima e durante l’allenamento è importante per portare a termine il lavoro senza esaurire il fisico. Nella gamma di Cetilar entra quindi Race Carb, un concentrato di carboidrati in polvere da sciogliere nella borraccia, ideale per una sessione di allenamento di massimo 90 minuti. Oppure è ideale da assumere durante uscite più impegnative per avere un boost di energia. Il suo rapporto perfettamente bilanciato tra maltodestrine e fruttosio (1:0,8) permette un assorbimento ottimale dei carboidrati. Per un perfetto consuma il consiglio è di sciogliere il contenuto della bustina in 650 millimetri di acqua e ogni 20 minuti. 

Barrette

Race Bar Coconut è una barretta proteica perfetta da consumare mentre si pedala o in una pausa rilassante. La formulazione bilanciata (40-30-30) fornisce tutti i nutrienti fondamentali per le tue sfide sportive. I valori energetici di una barretta, dal peso di 60 grammi, sono così suddivisi: 24 grammi di carboidrati, 19 grammi di proteine e 7,8 grammi di grassi. L’alto contenuto di proteine sostiene la crescita e il mantenimento della massa muscolare. 

La Energy Race Bar è studiata per fornire un apporto ottimale di carboidrati: 40 grammi, abbassando il contenuto di grassi, 3 grammi per barretta. E’ un prodotto che fornisce tre tipologie di carboidrati: maltodestrine a rapido effetto, fruttosio e amidi a rilascio rallentato. Il sostentamento energetico è così sempre costante e aiuta l’organismo a sostenere le prestazioni sportive anche per lunghi periodi e senza mai raggiungere il picco glicemico. 

Integratori

Allenarsi ad alta intensità richiede un costante apporto proteico per sostenere la crescita e il mantenimento della massa muscolare. Dual Protein è il sostegno di cui si necessita per raggiungere la quota proteica necessaria. Questo prodotto contiene due fonti di proteine del siero del latte: isolate e idrolizzate. Grazie alla sua alta digeribilità può essere usato in qualsiasi momento della giornata, senza causare fenomeni di pesantezza tipici dei prodotti a base di proteine.

Il fisico ha bisogno di sostegno per mantenere alto il livello della prestazione, ma è necessario fornire anche il giusto supporto alle ossa. Master Race è un integratori pensato per chi pratica attività sportiva di endurance dove sono previste sollecitazioni articolari importanti. E’ utile peri prevenire e migliorare la salute di articolazioni e ossa. Si tratta di un integratore in stick liquido da bere con 3 funzioni specifiche: benessere delle articolazioni, condroprotezione e antiossidante. 

E’ importante anche reintrodurre le riserve di ferro, che durante le attività di endurance tendono ad abbassarsi. Ogni compressa di Iron Race contiene 30 milligrammi di ferro Sucrosomiale, la cui formulazione permette di migliorare l’assorbimento e la tollerabilità di questo minerale.

Cetilar Nutrition

Attacco a 600 watt e tanti saluti. Van der Poel e la sua Roubaix

12.04.2024
7 min
Salva

Un po’ quello che ha raccontato Filippo Lorenzon di ritorno da Roubaix e prima ancora dal Fiandre. Un po’ quello che hanno detto gli altri corridori. Aggiungi la resa di un indomabile come Mads Pedersen e poi le parole sbalorditive di Pasqualon sulla differenza palpabile fra il campione del mondo e i corridori normali. Metti tutto insieme e poi fatti la domanda: quanto è forte questo Van der Poel? 

Abbiamo deciso di aggiungere una voce al coro: quella di un preparatore, con cui lo scambio di messaggi in merito alla vittoria nella Parigi-Roubaix non lasciava spazio a dubbi: «La perfezione! Ieri gli guardavo le mani su quel pavè. Sembrano delle “pinze”, non molla mail la presa. Poteva partire a -80 e non cambiava niente».

Le mani stringono il manubrio e appena un dito sui freni: sembra pedali su asfalto
Le mani stringono il manubrio e appena un dito sui freni: sembra pedali su asfalto

Lui è Pino Toni, toscano, allenatore di lungo corso. Uno che lo sponsor Alpecin l’ha visto andar via in cerca di nuovi lidi alla fine del 2017 quando lavorava alla Katusha. Era lampante che il marchio tedesco cercasse qualcuno più qualificato di Zakarin e Kristoff, anche se quando nel 2020 nacque la Alpecin-Fenix (poi Alpecin-Deceuninck) con i fratelli Van der Poel, Merlier, Modolo e Sbaragli, pochi avrebbero immaginato il resto della storia.

Cosa vogliamo dire di questo Van der Poel?

Che è bello da morire in bicicletta. Poi con quella maglia lì, tutto bianco…

Guardando le foto, colpisce per la sua fisicità.

Questo va nella direzione del momento: sono molto più atleti di una volta. Il modello di ciclista è completamente cambiato. E’ importante avere generalmente un VO2 Max altissimo, però l’attenzione si è indirizzata verso le massime potenze sostenibili, quindi ai volumi lattacidi prodotti. Con la nuova alimentazione io mi posso caricare di muscoli e farli lavorare anche se apparentemente non servono per la pedalata. I corridori di prima avevano il tronco definito e ridotto al minimo. Ora questo problema viene meno, perché puoi ingerire 120 grammi di carburanti ogni ora, mentre prima eri legato ai gel e alle barrette. Atleti come Van der Poel, Van Aert, ma anche lo stesso Pogacar, hanno una struttura fisica più importante. Pogacar che vince il Tour non è finito come il Nibali del 2014.

Era magrissimo…

Una volta diventavano brutti. Un preparatore diceva ai suoi corridori che erano pronti ad andare forte perché erano diventati brutti. Diventavano scheletrici per fare la differenza, perché alla fine consumavano meno degli altri e in finale ne avevano di più. Ora questo problema non c’è, ora apri il gas dall’inizio alla fine e poi arrivi in fondo, anche con motori che consumano molto.

Quello che colpisce di Van der Poel è il senso di potenza della parte superiore del corpo
Quello che colpisce di Van der Poel è il senso di potenza della parte superiore del corpo
Non servono più i diesel potenti?

Proprio lì volevo arrivare. Una volta vincevi col diesel, col tuo Volvo 740. Il serbatoio era per tutti di 50 litri e chiaramente quelli col Porsche a un certo punto finivano alla benzina. Ora partono forte e vanno sempre più forte per tutta la corsa. Succede ormai per la totalità dei corridori, mentre sopra la media ce ne sono pochi con delle potenzialità completamente diverse che fanno la differenza anche come tattica di corsa. Non li freghi, perché possono andare forte dall’inizio alla fine.

Come dire che la volta che Van der Poel ha vinto a Casteldifardo alla Tirreno, arrivando completamente svuotato, gli ha insegnato a collegare i puntini nel modo giusto e adesso non lo fermi più?

Esatto, non lo fermi più. Ha aggiustato veramente tutti i tiri. Ha capito che se sbaglia qualcosa, rischia di non arrivare. Le più grandi scoperte del ciclismo degli ultimi vent’anni sono il misuratore di potenza, i test di valutazione per vedere quanto consumi e la possibilità di integrare fino a 120 grammi l’ora. Basta: finito! Queste sono le più grandi scoperte del ciclismo. In più, a suo favore, aggiungete che sa guidare la bici in modo pazzesco…

Un altro tassello per il mosaico perfetto?

Oh, Dio bono: viene dalla mountain bike e dal ciclocross! Questo significa anche ottimizzare l’utilizzo delle energie, perché uno che sta così bene in bicicletta, che non sbaglia una traiettoria, non ha stress neppure se il percorso è insidioso. Ha il colpo d’occhio di quando scendi a 40-50 all’ora fra le radici e in un attimo devi scegliere la linea. Come il primo Sagan: ve lo ricordate Peter che montava sulle biciclette degli altri?

Ormai una borraccia contiene fino a 90 grammi di carboidrati: l’importante è avere il serbatoio pieno
Ormai una borraccia contiene fino a 90 grammi di carboidrati: l’importante è avere il serbatoio pieno
Quindi non è solo avere grande motore, ma averlo inserito nel giusto contesto?

Un grande motore che deve funzionare per 4 ore e mezzo, perché ora vanno a tutta per quel tempo lì. Per questo ho detto che poteva partire a 80 chilometri dall’arrivo e non cambiava niente. Uno così non finisce la benzina. Sa che da solo a 400 watt consuma 110-120 grammi di carboidrati e riesce a buttarli dentro. Secondo me ha anche più watt medi, perché quando è partito ha sicuramente dato di più e magari avrà pure intaccato la riserva. Ma uno che è alto 1,85 e pesa 75 chilli avrà addosso 500-600 grammi di glicogeno. Quindi prima di avere il senso della crisi può intaccare la riserva fino alla metà.

Stiamo parlando del moto perpetuo oppure esiste una fine?

Ha di certo la soglia sopra i 450 watt. E quando parte può fare 5 minuti a 600 watt. I suoi 5 minuti fanno impressione, la sua capacità di spinta ti mette in difficoltà. Però bisogna pensare che se vai a soglia, consumi 250 grammi di glicogeno ogni ora, quindi sai che in tutta la corsa ci puoi andare per un’ora, non di più.

Insomma, se è solo e lo lasci andare del suo passo, non lo vedi più…

Esatto, quando è da solo e gli altri non si avvicinano, come si dice da noi in Toscana: è cotto il riso! Nel senso che sai già come va a finire, perché questo si mette al suo regime e sa che arriva in fondo anche se ha da fare 60 chilometri. Purtroppo in certi casi, speriamo che nessuno si arrabbi, diventa anche un pochino noioso. E’ come Verstappen che è davanti nel Gran Premio di Formula Uno e si gestisce e non deve fare nemmeno una curva rischiando di mettersi di traverso. E con Van der Poel è uguale. Fa il suo scatto, poi gestisce il vantaggio. Basta: finito!

Nella fase di attacco, la potenza scaricata sui pedali secondo Toni potrebbe essere arrivata a 600 watt
Nella fase di attacco, la potenza scaricata sui pedali secondo Toni potrebbe essere arrivata a 600 watt
Secondo te in questo quadro perché il ciclocross gli è così prezioso?

Gli è servito tantissimo per abituarsi a lavorare e a sfruttare l’acido lattico come energia, quello che ora viene chiamato il volume lattacido massimo. Queste grandi esplosioni di lavoro massimale le ha allenate nel ciclocross e nella mountain bike ed è difficile farlo diversamente. Come glielo dici a uno di fare un’ora fuori soglia? Devi trovare anche le motivazioni.

A inizio anno ha dichiarato che d’ora in avanti potrebbe non fare più inverni con tanto ciclocross.

Ma ormai quel background a livello fisiologico se l’è creato. Ora basta che lo alleni con le menate che fa e poi chiaramente il suo allenatore saprà come farglielo mantenere. Ormai quasi tutti i corridori fanno 45 minuti-un’ora a blocco, magari anche quando sono in altura. Oppure spezzano l’allenamento e fanno quello corto a tutto gas, perché questo è quello che ti richiede adesso il modello gara.

Dici che ha dovuto allenarsi per mangiare 120 grammi di carboidrati per ora?

La tecnologia è altissima. Ci sono delle borracce in cui puoi addirittura mischiare la parte dei sali con la parte dell’energia. Non cambia l’osmosi, quindi non ti dà noia all’intestino. Parliamo di borracce da 90 grammi l’ora: ne prendi una, aggiungi un gel e sei a posto. Chiaramente lo devi provare e soprattutto lo devi provare quando cambiano le temperature, perché devi fare attenzione. Se sei disidratato, infatti, e butti dentro tutti quei carboidrati, puoi avere problemi. Ma ci sono 4-5 aziende che anche con due gel riescono a buttare dentro da 80-90 grammi, però devi stare bene. 

In curva sul pavé con traiettorie perfette, il busto ruotato verso l’interno e la spalla verso il basso: atteggiamento da biker
In curva sul pavé con traiettorie perfette, il busto ruotato verso l’interno e la spalla verso il basso: atteggiamento da biker
Si è detto che nel finale del Fiandre potrebbe aver utilizzato dei chetoni.

Nelle corse a tappe, li utilizzano in tanti. I chetoni ti servono soprattutto nei momenti un po’ morti, quando durante una tappa di transizione allenti un pochino e stai nel gruppo. Quando vai ad andature sub massimali e non sei a tutta, può convenirti ridurre tutta quella quantità di carboidrati. Semmai torni a prenderli soltanto nel finale e allora magari cerchi qualcosa di pronto subito, ad esempio prodotti che contengono beta-alanina oppure caffeina. Il chetone ti aiuta se non vai sempre fortissimo, ma se vai a tutta non ha senso. Magari vanno bene per il recupero o quando sei sotto il medio, ma durante la corsa ti serve a poco.

Infine c’è l’aspetto mentale…

Sicuramente ha delle motivazioni molto forti e sa crearsele. Penso al ricordo di suo nonno e anche al fatto che su quello che fa lui ci campano 70 persone. E questo secondo me qualche stimolo glielo dà. Insomma, se ha attorno altra gente come lui, magari gli tocca far fatica. Ma quando è da solo, tanto vale mettersi comodi e prepararsi a battergli le mani.

La borraccia per le uscite invernali? Deve contenere energia

15.11.2023
5 min
Salva

La borraccia è diventata un contenitore di carburante ed è fondamentale anche per gli allenamenti invernali. Se è cambiato il modo di interpretare il ciclismo, di pari passo è cambiata (e sta cambiando) anche la maniera in cui ci si alimenta e si integra.

Abbiamo posto alcuni quesiti alla dottoressa Annalisa Faé, nutrizionista e consulente tecnico per alcune aziende leader nella categoria dell’integrazione sportiva.

Annalisa Faé al fianco di Ivan Basso, allo stand Dinamo dell’ultimo Italian Bike Festival
Annalisa Faé con Tiziana Ardo e Luca Spada nello stand Dinamo all’ultimo Italian Bike Festival
Nell’epoca moderna di cosa hanno bisogno i professionisti e gli atleti agonisti in genere?

Energia, c’è una richiesta di energia e deve essere sempre disponibile. Non deve far sorgere problemi allo stomaco e alla digestione. Gli atleti vogliono essere “carichi” e leggeri. Stiamo studiando miscele di carboidrati dedicate per i pro’, in modo da farli arrivare ad assunzioni di grandi quantitativi di carboidrati, fino a 120/150 grammi ogni ora. Una quantità enorme che un amatore non può reggere, o meglio, che è molto complicato allenare.

Perché non può reggere?

Perché bisogna stare ad un regime alimentare strettamente controllato, altrimenti… I professionisti sono monitorati e seguiti in tutti i pasti, dalla colazione fino alla cena, con tutti gli spuntini pre e post allenamento. L’obiettivo principale è quello di non compromettere la performance con i cali di energia. Tutto è calcolato. Inoltre l’atleta non deve prendere peso, perché viene considerato anche il rapporto watt/kg. Sono tutti tasselli di un grande puzzle, che va dal pesare costantemente quello che si mangia, fino ad arrivare ai truck-cucina che i team hanno a disposizione.

La pasta al pesto incontra il gusto di molti (foto Giallo Zafferano)
La pasta al pesto incontra il gusto di molti (foto Giallo Zafferano)
Il cibo è “solo” carburante da mettere nel serbatoio, oppure anche il palato ha la sua parte?

Ormai le squadre investono moltissimo nella ricerca dell’alimentazione per gli atleti. La stessa alimentazione è il risultato di diversi fattori, tra questi c’è anche il gusto. Il ciclismo di oggi è uno sport globale, dove ci sono provenienze diverse ed abitudini altrettanto differenti, fattori importanti che meritano rispetto. Il cibo fa parte dell’allenamento ma a tavola c’è anche bisogno del gusto, altrimenti il rischio di disturbi dell’alimentazione è dietro l’angolo.

Rispetto al passato che cosa è cambiato per le aziende che fanno ricerca, producono e forniscono integratori?

Le aziende si stanno muovendo verso un approccio sempre più scientifico e in questo percorso dobbiamo includere anche la sostenibilità della ricerca. Vero è che rispetto al passato c’è un numero maggiore di studi e strumenti per monitorare l’atleta. E’ sufficiente pensare ai dispositivi per misurare la glicemia, la composizione del sudore e le capacità digestive. I test genetici per capire la capacità del corpo di metabolizzare alcune sostanze come ad esempio la caffeina e molto altro.

Laboratori Dinamo, all’avanguardia nella ricerca dell’integrazione naturale
Laboratori Dinamo, all’avanguardia nella ricerca dell’integrazione naturale
Sono acquisizioni recenti?

Sono tutti strumenti che fino a pochi anni fa erano poco accessibili o non esistevano. Diverse aziende puntano sulla naturalità dei prodotti. Si cerca la performance e la qualità togliendo ai loro prodotti/integratori gli eccipienti e i coloranti. Anche questa è una bella sfida, soprattutto per quanto concerne il corretto equilibrio tra l’essere naturale e l’efficacia.

I fattori principali che hanno contribuito al cambiamento?

La ricerca in ambito sportivo è il primo tassello che porta e porterà ad un’evoluzione del settore alimentare, che include anche l’integrazione. Grazie alle discipline professionistiche si effettuano, facendo un confronto con il passato, più test ed esiste un numero elevato di strumenti per monitorare l’atleta in tutte le fasi dello sforzo. E’ una sorta di cascata che dalle attività sportive professionistiche e talvolta estreme, va verso il quotidiano.

Il professionismo è un banco di prova per soluzioni e prodotti che poi troviamo sul mercato
Il professionismo è un banco di prova per soluzioni e prodotti che poi troviamo sul mercato
Torniamo al periodo invernale e a come influisce una corretta integrazione. Cosa si mette nella borraccia?

Più la temperatura esterna scende, più il nostro corpo consuma energia. Prima di performare, il nostro organismo attiva tutti quei meccanismi che servono per mantenere la corretta temperatura per il funzionamento degli organi. Questa situazione si traduce in un aumento del consumo energetico e un apparato digerente poco irrorato quindi più difficoltà nell’alimentazione e nell’assorbimento. Dobbiamo fornire all’organismo un apporto di calorie costante come in qualsiasi altro allenamento di altre stagioni.

Anche quando le intensità si abbassano?

La frase “metto solo acqua in borraccia, tanto l’uscita è di fondo lento” è un grande errore. Il corpo brucia zuccheri anche alle basse intensità. E poi, perdere massa in inverno, per uno stradista, può essere un errore. Si rischia di avere un picco di forma subito ad inizio stagione e consumarsi ancor prima di cominciare.

Nuove soluzioni di carboidrati, nelle borracce sono i protagonisti (foto Dankingphoto Lidl-Trek)
Nuove soluzioni di carboidrati, nelle borracce sono i protagonisti (foto Dankingphoto Lidl-Trek)
Integrazione liquida errata. Quali sono i sintomi e causa cali prestazionali?

Il sintomo principale è sicuramente il calo di performance. Se non assumo liquidi a sufficienza, rischio alterazioni della termoregolazione e anche svenimenti. Si può incappare anche in un eccesso di liquidi, tramite le borracce ed i gel e si rischia di stare male, anche in questi casi la resa atletica subisce un calo drastico. Se sbaglio la composizione di quello che metto in borraccia, posso creare delle miscele che richiamano acqua all’intestino e la diretta conseguenza sono i crampi.

Perché?

Il liquido che gira nel motore è sempre quello, se lo richiamo da una parte non va dall’altra. Per i professionisti la composizione della miscela da borraccia è diventata essenziale nell’integrazione in gara. Grazie ad una borraccia l’atleta assume anche 80/90 grammi di carboidrati, l’equivalente di 3 gel o 3 barrette.

Il modo di correre è cambiato e così anche l’alimentazione e l’integrazione
Il modo di correre è cambiato e così anche l’alimentazione e l’integrazione
Una soluzione del genere aiuta anche ad “alleggerire” le fasi di digestione e assimilazione?

Le miscele da mettere nella borraccia, anche nel corso della stagione invernale, aiutano parecchio nel conteggio dei carboidrati/ora. Contribuiscono a ridurre la problematica del discomfort intestinale, perché l’assunzione è diluita nel tempo. I professionisti “caricano” la borraccia, per poi rifinire l’integrazione con tortine di riso, barrette e gel. E’ la via più digeribile e comoda per avere energia sempre disponibile.

Due cross in 24 ore, parola d’ordine: carboidrati

14.11.2023
5 min
Salva

NIEL (Belgio) – Come su strada, anche nel ciclocross la parola d’ordine è carboidrati. E lo è stata in particolare nella due giorni belga tra Superprestige e Coppa del Mondo, Niel e Dendermonde. Una due-giorni che, oltre a regalarci un vero show, ci ha dato un interessante spunto su come gli atleti hanno gestito questo doppio impegno anche da un punto di vista alimentare.

In quelle 36 ore, visto che partiamo dalla cena del giorno prima e arriviamo al termine della seconda gara, possiamo dire che ci sono state alcune similitudini con la crono. Similitudini sia per la tipologia dello sforzo, sia per alcuni piccoli aspetti dell’alimentazione.

Il cross: un’ora di sforzi massimali in cui si bruciano quasi solamente zuccheri. I carboidrati sono pertanto fondamentali (foto Matthias Thijsen)
Il cross: un’ora di sforzi massimali in cui si bruciano quasi solo zuccheri. I carboidrati sono fondamentali (foto Matthias Thijsen)

Recupero e ricarico

Eli Iserbyt, re di Niel, ci ha svelato il suo programma. Un programma che punta molto su due aspetti: semplicità e carboidrati. 

L’obiettivo da perseguire con i carboidrati è doppio: vengono infatti usati sia per il recupero delle scorte glicemiche post gara, che per il ricarico pre-gara. Oggi è nota questa doppia valenza dei carboidrati, tante volte ne abbiamo parlato anche per la strada. E la regola non sfugge al cross… anzi.

«L’alimentazione in una specialità come il ciclocross – spiega il corridore della Pauwels Sauzen-Bingoal  – è molto delicata. Si tratta di una corsa di un’ora e dunque è importante presentarsi con le scorte piene, anche per quanto riguardo i liquidi, tanto più che poi in corsa non si può bere. E mi riferisco sia all’acqua che ai sali minerali».

Iserbyt preferisce la pasta, ma nei camper questi contenitori di riso erano tra i più gettonati
Iserbyt preferisce la pasta, ma nei camper questi contenitori di riso erano tra i più gettonati

Niente carne

Iserbyt ci spiega che la pasta o anche il riso non mancano mai nei suoi pasti principali che precedono la corsa. Mentre ciò che evita è la carne, specie quella rossa (come nelle crono), perché appesantisce la digestione, mentre il corpo (l’intestino) in quei momenti deve essere leggero. Non deve rubare sangue al ripristino muscolare. Ricordiamo che siamo tra due corse.

«In generale direi che seguo un’alimentazione molto semplice. Mangio di tutto, anche del salmone alla sera ma, come detto, evito la carne. Sto attento alle quantità: poco, ma di tutto».

«La sera prima della corsa (sia il sabato che la domenica in questo caso, ndr) – spiega Iserbyt – mangio un bel piatto di pasta. La mattina dopo a colazione prendo del pane bianco, marmellata, caffè… un pasto semplice. Tre ore prima della corsa mangio ancora un piatto di pasta. E due ore prima bevo una borraccia di Isotonic (malto e sali), noi utilizziamo Etixx. In generale dopo la gara mi concentro sul recupero. Prendo uno shake di carbo e proteine».

Integratori pre-post gara

Da quel momento, le due ore prima del via appunto, gli atleti – e lo abbiamo visto noi stessi – vanno un po’ a sensazione. In ogni caso si smette l’alimentazione solida e si passa a quella liquida, con tanti piccoli sorsi di acqua e malto, man mano che ci si avvicina allo start.

Anche Francesca Baroni, per esempio, si muove sulla stessa linea d’onda di Iserbyt. A Niel subito dopo la gara, ci ha detto: «Vado a prendere la borraccia del recupero, tanto per intenderci. Al termine del defaticamento prendo delle proteine, giusto per arrivare alla cena. E lì mangerò un semplice piatto di pasta e un petto di pollo».

Anche lei prima del via non manca di mandare giù una borraccia di sali e malto. La differenza, ma questa è una particolarità che abbiamo notato in Francesca, è che la toscana in gara ingerisce anche un gel. Lo abbiamo visto in entrambi i giorni. Era legato col nastro isolante sul tubo orizzontale della sua bici.

Iserbyt continua il recupero tra le due gare con bagno gelato fino alla vita per le sue gambe (foto da web)
Iserbyt continua il recupero tra le due gare con bagno gelato fino alla vita per le sue gambe (foto da web)

Iserbyt nel ghiaccio

Un’altra cosa che abbiamo chiesto ad Iserbyt è se faccia dei massaggi tra le due gare, ma evidentemente questi non vanno troppo d’accordo col ciclocross. Non è come su strada che, per quanto si parta forte, si ha più tempo per “distendersi”… Il massaggio inevitabilmente un po’ addormenta il muscolo. Qui serve la massima potenza e subito.

«Nessun massaggio – riprende Iserbyt – piuttosto faccio uno di quei bagni in acqua gelata. La temperatura è a 5 gradi. Immergo solo le gambe per 20′. Questo aiuta moltissimo i muscoli, che sono caldi e devono recuperare da uno sforzo molto intenso in vista del successivo, poche ore dopo. La speranza è che la gamba sia come quella del giorno prima!».

E questo si sposa col fatto che anche con lo stretching gli atleti non esagerano in queste 36 ore. Non è eseguito in modo troppo invasivo. Si tratta di esercizi molto leggeri, fatti più per agevolare la circolazione (e pertanto l’irrorazione periferica) che la distensione diretta delle fibre muscolari.

Cos’è l’allenamento nutrizionale. Risponde Enervit

16.05.2023
6 min
Salva

Mai come in questi ultime stagioni, l’alimentazione, l’integrazione e la nutrizione in genere (non solo per chi pratica sport) stanno cambiando e “l’allenamento nutrizionale” entra nel gergo comune.

Approfondiamo l’argomento con Elena Casiraghi, esperta in nutrizione sportiva dell’Equipe Enervit e autrice del suo blog SportEat. Con lei entriamo nello specifico dei carboidrati e del loro utilizzo, prendendo come riferimenti la nuova linea Enervit C2:1PRO e una delle granfondo di riferimento, la Nove Colli di Cesenatico.

Elena Casiraghi (foto Valentina Celeste)
Elena Casiraghi (foto Valentina Celeste)

Enervit C2:1 Pro e la Nove Colli

«Gli integratori Enervit C2:1PRO – spiega Casiraghi – rappresentano l’ultima frontiera della ricerca legata al sostegno energetico dell’atleta. Si tratta della prima linea completa di prodotti con formulazione unica a base di glucosio e fruttosio in rapporto 2:1, in grado di fornire numerosi vantaggi. Ovvero, massimo assorbimento di carboidrati per ora, fino a 90g/h, massima tollerabilità e digeribilità, praticità e varietà di formati per ogni esigenza, dolcezza contenuta. Sono prodotti ad altissima densità energetica, con formati innovativi, formulazioni brevettate e certificate Doping Free (Cologne List).

«Qui si spiega anche il nome di un pool di prodotti richiesti, sviluppati e testati con gli atleti professionisti – continua Elena Casiraghi – risultato della collaborazione con UAE Team Emirates, Trek-Segafredo ed FCI. Sono facili da usare e da modulare anche grazie ai loro formati che forniscono blocchi di carboidrati da 30 grammi».

I nuovi integratori Enervit C2:1PRO
I nuovi integratori Enervit C2:1PRO

La Nove Colli è una delle gran fondo amatoriali più partecipate e alcune sezioni del suo percorso, oltre ad essere una palestra di allenamento per diversi pro’, sono stati affrontati in varie occasioni dal Giro d’Italia. A prescindere dalla lunghezza del percorso, il tracciato della manifestazione romagnola è tecnicamente complicato da gestire ed il lungo, che passa i 200 chilometri, mette alla prova chiunque. Una strategia d’integrazione corretta e il giusto allenamento nutrizionale alle spalle possono fare la differenza, prima, durante, ma anche nell’ottica di un recupero ottimale.

Una corretta strategia d’integrazione può fare la differenza?

Parlare di strategia d’integrazione è corretto, ma lo è ancora di più trattare l’argomento dell’allenamento nutrizionale. Ogni sportivo, di qualsiasi livello dovrebbe mettere sullo stesso piano l’allenamento fisico al pari di quello dove il soggetto è l’alimentazione e l’integrazione. L’uscita in bici serve anche per allenare il nostro corpo ad alimentarsi, ad integrare e stimolare i trasportatori intestinali a lavorare durante lo sforzo.

IsoCarb solubile, uno dei suoi vantaggi è la modulabilità (foto Enervit)
IsoCarb solubile, uno dei suoi vantaggi è la modulabilità (foto Enervit)
Quindi l’allenamento ci serve anche per conoscere le individualità?

Sì, è così. Esistono delle linee guida scientifiche che sono utili a sviluppare/costruire un piano di integrazione personalizzato e a costituire la base di un corretto allenamento nutrizionale. Sappiamo che se ci alleniamo entro le due ore sono sufficienti 30 grammi di carboidrati ogni 60 minuti. Se invece passiamo la soglia delle due ore dobbiamo entrare nell’ottica di assumere più energia in corso di esercizio perché questo ci permette di preservare il più possibile le riserve dell’organismo.

Esiste un’indicazione di partenza?

L’indicazione per una durata uguale o maggiore è quella di assumere 60 grammi di carboidrati per ogni ora, a partire sin dalla prima ora. Gli atleti amatori esperti e i professionisti arrivano ad ingerire ed assimilare anche oltre i 90 grammi di carboidrati ogni 60 minuti, quando lo sforzo dura oltre le due ore. Ci si arriva per gradi. Ed è per questo che l’allenamento nutrizionale conta.

Il gel resta uno dei prodotti base dell’integrazione più moderna (foto Enervit)
Il gel resta uno dei prodotti base dell’integrazione più moderna (foto Enervit)
Un amatore riesce ad assimilare grandi quantità di carboidrati?

Ci sono diverse categorie di amatori. Se andiamo verso quelli evoluti, che si allenano molto, con livelli d’intensità elevati, in modo specifico e costante, per loro è fondamentale pensare ad una strategia d’integrazione con almeno 60 grammi di carboidrati ogni ora. E’ una quantità ben tollerata dal nostro organismo, che ci garantisce un’assimilazione lineare.

Se invece si vuole fare di più?

Se vogliamo andare oltre allora è indispensabile scegliere una miscela di carboidrati ben precisa: una non vale l’altra. Quelle 2:1 infatti permettono di massimizzare l’apporto di energia, ridurre il rischio di problemi addominali e hanno una più bassa dolcezza.

Dimensioni contenute e ottimo apporto di energia
Dimensioni contenute e ottimo apporto di energia
Cosa significa?

Prendiamo ad esempio la linea Enervit C2:1PRO. E’ una formula ottimale e brevettata, ottenuta grazie al glucosio, in forma di maltodestrine e fruttosio con il rapporto 2:1. Questo permette di sfruttare due trasportatori di zuccheri a livello intestinale anziché uno solo. Il fruttosio, infatti, possiede un trasportatore tutto suo. Abbinarlo in queste concentrazioni a uno zucchero come il glucosio permette di avere fino al 50% di energia in più nella stessa unità di tempo. Non solo…

Cosa?

Il rilascio di energia sarà immediato, ma al tempo stesso graduale nei minuti che seguono l’ingestione. In pratica: più energia e più a lungo, abbassando il rischio di stress intestinale.

La nuova linea C2:1 Pro non “interferisce” con gli altri prodotti
La nuova linea C2:1 Pro non “interferisce” con gli altri prodotti
Possiamo considerare questa categoria di prodotti Enervit adatta a tutti?

Certo! Gli integratori Enervit C2:1PRO sono adatti ai professionisti, a chi vuole migliorare e ha già una buona cognizione del training, ma anche al neofita che inizia. Sono modulabili e si combinano anche con le altre linee di integratori. Al tempo stesso hanno un’elevata densità energetica in poco spazio, pensando ad esempio che la formula solubile permette di inserire 90 grammi di carboidrati in una sola borraccia, con una dolcezza contenuta. I prodotti della linea Enervit C2:1PRO necessitano di periodi di adattamento, come d’altra parte tutti gli integratori di carboidrati per sportivi.

Uno sguardo alla Nove Colli. Ci puoi dare alcune dritte per gestire al meglio l’evento che vivremo sulla bici?

Partendo dal presupposto che la preparazione per una Nove Colli inizia molto tempo prima, sarebbe buona cosa aumentare l’apporto di carboidrati ai pasti a partire dal giovedì, mantenendo il piatto proteico ai pasti e diminuendo le verdure, se non addirittura eliminarle il giorno prima della gara. E’ fondamentale non ingolfare il nostro motore, mangiando troppo ed esagerando con quantitativi eccessivi di pasta e riso ai quali non siamo abituati.

Partenza Nove Colli 2018
Uno scorcio della partenza oceanica della Nove Colli
Partenza Nove Colli 2018
Uno scorcio della partenza oceanica della Nove Colli
A colazione e nelle prime fasi immediatamente successive allo start?

Anche per quanto concerne la colazione è importante non ingolfare lo stomaco e l’intero processo digestivo. Consideriamo che la prima colazione viene fatta molto presto, ad un orario poco consono alle abitudini di molti. La levataccia avviene dopo 5 ore e mezza o 6 ore dopo che siamo andati a letto, quindi il glicogeno epatico è stato lievemente intaccato. Non serve abbuffarsi! La colazione ci serve per carburare, per iniziare la giornata.

Quindi cosa conviene assumere?

Enervit Carbo Flow può essere un’ottima soluzione poiché in poco volume offre un’elevata disponibilità di energia e per di più di quella a lento rilascio. Risulta più importante alimentarsi ed integrare durante la pedalata ed iniziare sin dalla prima ora per preservare il glicogeno muscolare ed epatico. Può essere utile una gelatina Pre Sport 45-30 minuti prima della partenza, ma non bisogna improvvisare. In tutto questo gioca un ruolo primario l’idratazione ed è importante arrivare idratati in griglia.

Il recupero è fondamentale ed inizia dalla gara stessa (foto Fizza-Team UAE Emirates)
Il recupero è fondamentale ed inizia dalla gara stessa (foto Fizza-Team UAE Emirates)
E invece per il recupero?

In realtà la fase di recupero inizia quando siamo ancora in gara. Il giusto e costante apporto di carboidrati riduce la fase di ricostruzione e la rende qualitativamente migliore. E poi, dopo aver assunto una miscela per il recupero quanto prima come Enervit R2, è del tutto piacevole godersi gli alimenti che il territorio offre, senza eccedere. Dopo tutto, lo sport è anche piacere!

Dal Romandia a Pescara, la settimana di Zana

06.05.2023
4 min
Salva

Come ci si alimenta tra Romandia e Giro d’Italia? A guidarci in questo “viaggio” è Filippo Zana (in apertura foto Pizzorni, ndr) che ci parla della sua esperienza. Il corridore della Jayco-AlUla da quest’anno lavora con Laura Martinelli, nutrizionista che spesso chiamiamo in causa.

Il campione italiano si appresta dunque ad affrontare il Giro. La settimana che precede una grande corsa a tappe è sempre particolare, dal punto di vista sia della preparazione che dell’alimentazione. C’è chi è ancora un po’ indietro col peso, chi non è la top con la forma. Ma di base quel che è fatto è fatto e quindi non si possono improvvisare né diete, né chissà quali allenamenti.

Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Filippo, raccontaci come è andata e come sta andando questa settimana dal punto di vista alimentare. Cosa hai mangiato subito dopo il Romandia?

Domenica sera sono tornato a casa, tra l’altro all’una di notte perché dopo la tappa sono rientrato da Ginevra al Veneto in macchina. Quindi ho mangiato sul bus la pasta che aveva preparato la squadra, poi strada facendo mi sono fermato a prendere un panino. Non il massimo, ma era chiaramente una necessità.

Dal lunedì come hai iniziato a regolarti?

Ho cercato di tenermi basso con le calorie e con i carboidrati soprattutto. Quindi ho dovuto mangiare poco.

Problemi di peso?

No, no… perché facendo poco bisognava mangiare poco. Ho cercato di aumentare un po’ le proteine e di affiancarci delle verdure. Però i carboidrati non li ho tolti del tutto perché bisognava anche recuperare tra una corsa a tappe ed l’altra. E non è facile, perché dopo una gara si ha sempre fame, ma bisogna mantenere il buon peso raggiunto.

Quindi rispetto alla tua colazione standard, per dire, cosa è cambiato?

A colazione direi non molto, semmai a pranzo. Come ho detto ho ridotto i carboidrati. Quindi ho tolto un po’ di pasta ed eliminato il pane.

Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Pasta in bianco o condita?

Con pomodoro semplice.

E in bici cosa hai fatto?

Lunedì ho fatto un’ora e mezza, super tranquilla. Martedì invece riposo totale. E per questo ho cercato di mangiare ancora un po’ meno. Mercoledì ho fatto due ore e mezza e poi sono partito per il Giro. A pranzo ho mangiato del salmone e delle gallette e anche in serata mi sono concesso un secondo.

E a quel punto dal giovedì ti sei affidato alle cure del team, sia per gli allenamenti che per il il cibo…

Esatto. E abbiamo ripreso a mangiare anche dei carboidrati. In pratica, fino al mercoledì c’è stato uno scarico di carboidrati, mentre da giovedì si è invertita la rotta. Anche perché giovedì abbiamo fatto tre ore abbondanti con dei piccoli lavori sui 5′ più intensi. Giusto per risvegliare l’organismo dopo tre giorni tranquilli.

Come è stato  questo aumento di carboidrati?

E’ un po’ particolare in questo caso perché il ritorno in corsa è una crono e alla fine si tratta di uno sforzo sì intenso, ma anche breve. Non è che si spreca chissà quanto. E anche le prime tappe non sono difficili e non essendoci un consumo esagerato non si esagera poi tanto con i carboidrati.

Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Facciamo allora un esempio concreto. Se di solito mangi 120 grammi di pasta, in questi casi quanta ne mangi?

Di solito per il peso quando siamo in squadra ci basiamo sulla pasta già cotta, perché quando ci arriva sul buffet chiaramente la troviamo così. Quindi prendo circa 300 grammi… e spero che non sia condita così significa che è di più!

Quanto varia questo apporto di carboidrati, tra la fase di scarico e quella di carico e ancora nei giorni in cui si inizia a correre?

Nella fase di scarico l’apporto dei carbo si riduce di un terzo (cosa che ribadisce anche la nutrizionista Martinelli, ndr). Durante le tappe molto dipende dalla lunghezza e dalla durezza della tappa. Perché anche se è corta ma ci sono 4.500 metri di dislivello è chiaro che il dispendio energetico varia. Per questo è difficile stabilire una quantità precisa. Bisogna mangiare per recuperare bene. L’obiettivo è avere le energie per il giorno successivo.

A livello di integratori invece, questa settimana come è stata gestita?

Classici aminoacidi e proteine e anche vitamina C e multivitaminici che vanno sempre bene.

Se quindi dovessi dire una cosa differente di questa particolare settimana pre-Giro d’Italia, che cosa diresti?

Che ho mangiato poco! E’ stata duretta, ma ho visto che in generale questi sacrifici fatti ne sono valsi la pena. L’ho visto anche in altura. Ho ottenuto dei miglioramenti. Quindi sono contento e lo faccio volentieri.

Volchem, un tris di integratori 100% made in Italy

03.05.2023
4 min
Salva

Volchem è un’azienda italiana che produce in Italia. La sede di produzione è in provincia di Padova. Questo non è un semplice valore aggiunto, ma un tassello importantissimo che permette di controllare il prodotto in tutta la sua filiera.

La categorie degli integratori Volchem sono diverse e formano un pool di supplementi che strizzano l’occhio a chi fa sport quotidianamente, rivolgendosi anche ai ciclisti. Entriamo nel dettaglio di alcuni integratori particolarmente sfruttabili da chi va in bicicletta.

Un tris perfetto per le medie distanze che abbina il solido ai carboidrati liquidi
Un tris perfetto per le medie distanze che abbina il solido ai carboidrati liquidi

Promeal Energy Fruit

E’ una barretta energetica composta dal 70% di frutta, è senza glutine ed è adatta a chi segue un regime alimentare vegetariano e vegano. Contiene ben 13 vitamine e tutte quelle del gruppo B, in modo da favorire l’efficienza del metabolismo energetico. E’ facilmente digeribile, grazie anche ad un valore di proteine non eccessivo. Le proteine sono solo quelle contenute naturalmente negli ingredienti, non ci sono zuccheri aggiunti, lattosio e grassi idrogenati. Ogni barretta ha un peso di 38 grammi ed è disponibile in tre gusti differenti, fruit, nuts e muesli. L’apporto calorico varia in base alla composizione. La fruit è la più “leggera”, con 180 chilo-calorie ogni due barrette, mentre la muesli ne fornisce circa 300 (ogni due barrette). La più sostenuta in fatto di calorie e’ la Energy Fruit al gusto nuts con 380 chilo-calorie ogni due barrette.

Promeal di Volchem è una barretta di altissima qualità che si adatta a molte discipline, richieste energetiche e accontenta un vasto pubblico di utilizzatori. L’elevato contenuto di vitamine aiuta a combattere lo stress ossidativo e a sfruttare meglio l’energia. La consistenza delle barrette Promeal è ottima, giustamente morbida e con pezzi di frutta non eccessivamente grandi, limitando così la masticazione e facendo in modo che ogni ingrediente si ammorbidisca in tempi brevi grazie alla saliva.

Energen

Si tratta degli integratori energetici in gel, particolarmente cari ai ciclisti e a chi pratica sport con delle forti componenti aerobiche e anaerobiche (il ciclismo fa parte di entrambe le categorie). Volchem Energen è disponibile nei formati da 30, 40 (entrambi nella confezione morbida monouso) e 125 millilitri. Quest’ultima versione ha il flacone rigido con tappo a valvola richiudibile.

Energen 30 è un concentrato di carboidrati provenienti da maltodestrine e destrosio, con un’elevata percentuale complessi provenienti dai polimeri di glucosio. Questa soluzione agevola un assorbimento rapido. La presenza di sodio, in una quantità specifica, agevola l’assorbimento ottimale degli zuccheri. Inoltre, il giusto quantitativo di aminoacidi ramificati e carnitina contribuisce all’efficienza del metabolismo energetico sotto sforzo. Energen contiene caffeina ed è senza glutine. Ha un apporto calorico dichiarato di 88 chilo-calorie, con 22 grammi di carboidrati.

Energen 40 e 125 sono maltodestrine liquide, ottenute dal mais, senza caffeina e senza glutine. La sua formula è differente da quella dell’Energen 30 ed è adatto anche nelle fasi di recupero post attività. Una delle sue particolarità è la doppia disponibilità della confezione, con l’involucro morbido (versione 40), oppure rigido con il tappo a valvola (versione 125). Ogni 100 grammi di prodotto sono fornite 155 chilocalorie con 38 grammi di carboidrati. Ma un grande vantaggio arriva da una bassissima osmolarità, che corrisponde ad una elevata idratazione. Un fattore che contrasta l’insorgenza della fatica, dei crampi e favorisce un apporto di energia costante.

Maltovis è un composto molto fine e particolarmente facile da sciogliere
Maltovis è un composto molto fine e particolarmente facile da sciogliere

Volchem Maltovis

Come Energen, anche Maltovis rientra nella categoria degli energetici-carboidrati. E’ una polvere solubile purissima ottenuta dal mais e di fatto è una miscela di polimeri di glucosio. Tra le caratteristiche principali c’è l’elevata digeribilità ed il sapore neutro. Non avendo gusti e aromi, la polvere di Maltovis può anche essere mescolata ad altre bevande. Fornisce 400 chilo-calorie ogni 100 grammi, ha un elevato indice glicemico, ma al contrario dello zucchero semplice ha un picco di glicemia contenuto. E’ un integratore di energia molto adatto anche nelle fasi di recupero.

L’elevata digeribilità di un prodotto come Maltovis porta dei vantaggi non solo nell’attività fisica, ma anche in quella mentale, inevitabilmente legata allo sforzo. Il gusto neutro non influenza la salivazione e neppure alcuni aspetti soggettivi legati alla valutazione del gusto.

Volchem

Germani e l’educazione alimentare che ti cambia il motore

22.02.2023
7 min
Salva

Dopo il debutto al Tour Down Under in Australia e due corse in Spagna nel weekend 11-12 febbraio, Lorenzo Germani è tornato a casa a Roccasecca, mettendo in fila una serie di allenamenti con la maiuscola. Incuriositi dal lavoro e dal debutto, lo abbiamo raggiunto, scoprendo che le ultime settimane hanno portato dei notevoli cambiamenti nel metodo di lavoro. Soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione. Niente di nuovo probabilmente per gli atleti più maturi, ma il primo passo per il ventenne della Groupama-FDJ verso il livello superiore.

«Il debutto nel WorldTour – dice – è stato duro. Le prime tre tappe sono andate bene. Nelle ultime due però… Niente, finito, morto. Nell’ultima in realtà mi ero ripreso un po’, solo che a 20 chilometri all’arrivo Molard, che era il nostro uomo di classifica e che puntava a entrare nei 10, ha forato. Gli ho chiesto alla radio se volesse la ruota o la bici e lui ha detto la bici. Così mi sono fermato e gliel’ho data, poi ho continuato tranquillo. E’ andata così, però diciamo che il mio gesto è stato apprezzato.

Nell’ultima tappa del Tour Down Under, Germani ha ceduto la bici a Rudy Molard, che faceva classifica
Nell’ultima tappa del Tour Down Under, Germani ha ceduto la bici a Molard, che faceva classifica
Qual è stata la difficoltà principale?

Il ritmo, ma soprattutto i cambi repentini. Dal mortorio ad avere la sella in punta ai 60 all’ora, neanche te ne accorgevi. In un momento passi dal ridere e scherzare a sputare l’anima. E poi anche il nervosismo, la maggior parte delle volte per niente.

Un altro stile di corsa, insomma…

Prima tappa, prima corsa da professionista. Partiamo e penso che qualcuno proverà ad andare in fuga, invece niente. Allora il direttore sportivo alla radio si mette a scherzare: «Benvenuti nel World Tour…». E allora rispondo io e chiedo: «Ma quando finisce il trasferimento?». E giù tutti a ridere, poi però il trasferimento è finito e non rideva più nessuno…

Recuperato subito tutto?

Mica tanto. Sono arrivato in Australia che stavo bene. Siamo andati due settimane prima e abbiamo fatto 25 ore di lavoro tosto per settimana. Quando sono tornato a casa avevo una sensazione strana. A livello di jet lag e cose legate non ho avuto nessun problema. Però in bici non mi sentivo per niente bene, in più mi vedevo gonfio e ho preso peso. Finché una settimana dopo il rientro, ho avuto un virus intestinale. Quindi praticamente ho passato una settimana a non fare niente per via del recupero post Australia e un’altra a non fare niente perché stavo male. Nei giorni successivi mi allenavo però non andavo avanti e questa cosa l’ho pagata in Spagna nelle corse di due settimane fa: Murcia e Almeria.

E adesso?

Insieme all’allenatore ci siamo messi a studiare. A me piace analizzare e capire. E visto che ci sentiamo quasi ogni giorno, abbiamo fatto il punto della situazione. Abbiamo visto che in 8 giorni di allenamento, ne ho fatti 3 di vero lavoro. E a questi livelli, se sei anche al 75-80 per cento prendi delle belle sventagliate…

Adesso va meglio?

Mi sono allenato e sinceramente mi sento bene. Ho approfittato dell’ultima settimana per rimettermi a posto. Sono tornato lunedì e abbiamo pianificato di fare martedì tranquillo, poi mercoledì e giovedì un po’ di più, venerdì recupero e poi una bella tripletta sabato, domenica e lunedì. Inoltre in questa settimana di carico, anche con il nutrizionista abbiamo impostato bene il piano alimentare. Alla fine sono riusciti ad inculcarmi il fatto di mangiare e bere bene in bicicletta. In effetti mi sono sentito per tutto il tempo con la gamba piena.

Vedendo la tua attività sui social, hai fatto anche parecchia salita…

Sì, stavo bene e ho fatto un sacco di dislivello. Solo questa settimana ho fatto 20 ore e 9.000 metri di dislivello, con un giorno di riposo. Ieri ho fatto 4 ore scarse con 1.800 metri di dislivello e ho preso i KOM sulle tre salite principali della zona.

In questa settimana, per Germani finora 20 ore di allenamento e 9.000 metri di dislivello (foto Instagram)
In questa settimana, per Germani finora 20 ore di allenamento e 9.000 metri di dislivello (foto Instagram)
Rientri nel weekend a L’Ardeche, ma quando è previsto che tu vada forte davvero?

Tra circa un mese, diciamo da fine marzo a fine aprile. Avrò il Catalunya, le tre classiche francesi a Besancon, poi il Romandia. In quel periodo dovrò essere davvero in condizione. Avrò due settimane e mezzo per prepararmi. Per metà faremo un blocco di lavoro, per metà assimilazione.

Che cosa intendevi dicendo che ti hanno convinto a mangiare bene in bicicletta?

Quando ero a casa, partivo con una borraccia d’acqua e mangiavo una barretta. Poi magari mi fermavo per un caffè e semmai un cornetto. Adesso invece mi hanno fatto entrare in testa che se alla macchina metti la benzina dopo che l’hai finita, devi portarcela a piedi in una tanichetta. Se invece la metti mentre ancora vai, ti risparmi di camminare fino al distributore.

Quindi adesso come mangi?

Dipende dal tipo di lavoro. Per questa settimana il nutrizionista mi ha fatto proprio il piano perfetto. L’allenatore gli ha dato gli allenamenti di tutti i giorni e lui ha elaborato il piano alimentare. Sono nello stesso ufficio in sede a Besancon, hanno le scrivanie attaccate. Lavorano sempre in sintonia.

La sosta al bar ci può anche stare, conferma Germani, ma solo se inserita in una pianificazione attenta (foto Instagram)
La sosta al bar ci può anche stare, ma solo se inserita in una pianificazione attenta (foto Instagram)
Che cosa è cambiato?

Soprattutto il conto dei carboidrati per ogni ora. Oggi che dovevo fare 3 ore e mezza di endurance, avevo 75 grammi di carboidrati per ora, fra borracce e barrette. Un altro giorno avevo 4 ore, ancora di endurance, e abbiamo fatto 60 grammi. Quando si è trattato di fare 4 ore con lavori intensi, siamo saliti a 120 grammi per ora, come in corsa, ma solo nell’ora in cui raggiungevo le intensità più alte. Nelle ore restanti, sono ritornato a 60 grammi l’ora, perché ne avevo meno bisogno. Devo dire che c’è stato un cambio netto. Anche ieri ho dovuto fare dei lavori di soglia e praticamente con il piano che mi aveva fatto, erano previsti 80 grammi l’ora. E ho notato che dal primo al terzo dei lavori ho avuto sempre le stesse sensazioni. Come in gara, perché in gara ho sempre mangiato come diceva lui. Bisogna allenarsi anche a mangiare.

In che modo?

Mi dice Lucas Papillon, il nutrizionista, che se l’intestino non lo abitui già in allenamento, in gara puoi mangiare pure 200 grammi di carboidrati l’ora, ma non li assimili perché l’intestino non è capace. In gara c’è lui che ti fa trovare le borracce e le barrette pronte. A casa te le devi preparare da solo e quindi se uno non ci sta con la testa al 100 per cento, si perde qualche pezzo. Io con questo piano così preciso, mi sono trovato davvero bene. Perché mangiando così in bici, anche fuori dalla bici non c’è bisogno di tanto. Insomma, al rientro a casa non avevo neanche troppa fame. Perché non arrivi in debito, la glicemia è sempre costante e alla fine mi sono anche asciugato.

I 120 grammi l’ora di carboidrati li raggiungi con le barrette o anche le borracce?

Quasi solo con le borracce. Ieri ne avevo due da un litro ciascuna. Avevo da fare quattro ore con il lavoro specifico nella prima. Perciò per la prima ora ho usato la prima borraccia con 120 grammi di carboidrati. Nella seconda borraccia c’era quel che serviva per finire il lavoro.

Allenarsi vicino casa, scrive su Instagram, non ha paragoni. Germani è del 2002, vive a Roccasecca (Frosinone)
Allenarsi vicino casa, scrive su Instagram, non ha paragoni. Germani è del 2002, vive a Roccasecca (Frosinone)
E per i cibi solidi?

Ha fatto il piano anche con quelli e sta tutto nel timing in cui prenderli. Nel momento in cui devi fare un certo lavoro, sai di dover prendere il gel tot minuti prima. La barretta invece tot minuti dopo. Fatto questo, non serve altro. Anzi, una volta che hai questa disciplina, puoi anche fare la sosta al bar. Tanto che nella tabella di ieri c’era scritto che dopo le prime tre ore potevo fermarmi in una boulangerie.

Tutti i corridori della squadra vengono seguiti in questo modo?

Lo fanno con tutti. Magari una settimana glielo chiede un corridore. La settimana dopo arriva un altro. Una settimana lavorano con la glicemia di uno, la settimana dopo con la glicemia di un altro. Sono quelle cose che ti fanno fare il salto di qualità. Insomma, penso che ho appena fatto tre giorni di carico e non me li sento per niente.