Ciclomercato, il walzer delle firme. Chi va, chi resta, chi saluta

04.08.2022
6 min
Salva

Forse mai come quest’anno il ciclomercato è così avanti. Appena pochi giorni fa, con l’arrivo del primo agosto, che ha riaperto i transfer e gli spazi per gli stagisti, sono emerse news anche abbastanza importanti. News in continua evoluzione: diverse di ora in ora.

Come sempre c’è chi cerca di rinforzarsi (i team) e chi è a caccia di un contratto migliore (i corridori). La questione dei punti e delle retrocessioni da WorldTour a professional poi ha portato uno scossone ulteriore al ciclomercato. Si va alla ricerca degli atleti vincenti, velocisti in particolare, e dei giovani.

Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde completeranno la carriera fine stagione
Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde completeranno la carriera fine stagione

Addii importanti

Ma prima di parlare dei trasferimenti, questa volta è bene partire da chi lascia. A liberare dei posti infatti sono dei corridori importanti, dei veri campioni che hanno anche ingaggi importanti e questo dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, lasciare un po’ di manovra in più ai team stessi.

Smettono Nibali, Valverde e Dumoulin, senza dimenticare Philippe Gilbert e Richie Porte. Gli stessi spazi che nel corso della stagione, ma ovviamente con differente impatto, avevano già lasciato Visconti, Zakarin, Trainini. Ma non solo solo loro. La lista dei “fine carriera” supera le venti unità. 

Tuttavia, per ora almeno, proprio le squadre di Nibali e Valverde, cioè Astana Qazqstan e Movistar, non si sono mosse molto.

Dopo la vittoria del Valle d’Aosta 2021 e il 2° posto di quest’anno, Thompson passerà nella prima squadra con molti suoi compagni
Dopo la vittoria del Valle d’Aosta 2021 e il secondo posto di quest’anno, Thompson passerà nel team WorldTour

Rivoluzione francese

Appurati i passaggi di Zana alla BikeExchange-Jayco e di Conci alla professional della Alpecin-Deceuninck, sono interessanti gli arrivi nel WorldTour di Leo Hayter e Lennert Van Eetvelt. Il re del Giro U23 passa dalla Hagens Berman Axeon alla Ineos-Grenadiers. Mentre per il vice del Giro U23, Lennert Van Eetvelt, di fatto si tratta di un salto di categoria: dalla continental della Lotto-Soudal alla prima squadra.

Una vera rivoluzione francese riguarda la Groupama-FDJ: ben otto atleti della continental passano nella WorldTour. Loro l’hanno chiamata la “nouvelle vague”. Gli otto sono: Romain Gregoire, Lenny Martinez, Reuben Thompson, Enzo Paleni, Laurence Pithie, Sam Watson, Paul Penthoet e il nostro Lorenzo Germani. E questo è davvero un evento storico per quel che riguarda i settori giovanili del ciclismo (e del ciclomercato).

Marc Madiot, il team manager, aveva detto di voler rinnovare parecchio, di dare più spazio alla sua “cantera”e con 11 corridori in scadenza lo poteva fare… e lo ha fatto! A proposito: uno di questi atleti in scadenza è Attila Valter, vicinissimo alla Jumbo-Visma che vuole un uomo per la salita… casomai ne avesse pochi!

Stessa sorte di Germani e compagni per un altro italiano, Marco Frigo. Il veneto passa dalla continental alla WT della Israel-Premier Tech. Ma si sapeva da un po’.

Bardet (al centro) resterà al Team Dsm, il quale si sta muovendo non poco. Fatta un’offerta importante a Kung che ha rifiutato
Bardet (al centro) resterà al Team Dsm, la cui offerta è stata invece rifiutata da Kung

Ganna 2027

Ma forse la lista più lunga è quella dei rinnovi. E contrariamente a quel che ci si poteva attendere non appaiono solo nomi di corridori giovani. 

Per esempio hanno prolungato il loro contratto, tra gli altri, Thomas De Gent, Michael Matthews, Ion Izaguirre, Bauke Mollema, Romain Bardet, Jasper Stuyven e Simon Yates.

Ma lo hanno fatto anche Mads Pedersen, Lennard Kamna, David Gaudu, Tiesj Benoot e Biniam Girmay. Tra i rinnovi ce ne sono due che colpiscono: il prolungamento di Thomas Pidcock e di Filippo Ganna. Se per tutti gli altri si tratta di arrivare al massimo fino al 2025, i due campioni olimpici hanno prolungato con la Ineos-Grenadiers fino al 2027.

De Lie: la sua giovane età e il fatto di essere un velocista tengono a galla la Lotto-Soudal
De Lie: la sua giovane età e il fatto di essere un velocista tengono a galla la Lotto-Soudal

Allarme “arancione”

Da qui si passa ai senza contratto per la prossima stagione. Ad oggi 4 agosto: sono senza squadra a fine anno corridori di spessore come i nostri Pozzovivo, Guarnieri, De Marchi, Pasqualon, Brambilla, Cataldo. Il tempo per risolvere la questione c’è, ma neanche si può stare super rilassati.

E a proposito di Guarnieri, “Jacopone” dovrebbe dormire sonni tranquilli. Se infatti non dovesse rinnovare con la rivoluzionata Groupama-FDJ, c’è pronta la Lotto-Soudal per fare da apripista a Ewan e De Lie (entrambi con il contratto fino al 2024). In virtù dell’anno “jolly” anche in caso di retrocessione a professional, la Lotto, che rischia tantissimo, gioverebbe della wild card che ora spetta alla Alpecin-Deceuninck per intenderci. E questo non è secondario per continuare ad investire e reperire sponsor (tanto più che Soudal passa con Quick Step).

Pozzovivo invece dovrebbe restare alla corte di Piva. Il diesse ci disse che erano soddisfattissimi del lucano. 

Con Jakobsen e l’arrivo ormai certo di Merlier, Cavendish rischia di essere il terzo velocista della Quick Step
Con Jakobsen e l’arrivo ormai certo di Merlier, Cavendish rischia di essere il terzo velocista della Quick Step

Chi firma e chi… forse

Lasciano il WorldTour Clement Champoussin (dall’Ag2R-Citroen all’Arkea Samsic) e Alexander Kristoff (dalla Intermarché Wanty Gobert alla Uno-X) in quello che è un trionfo dello spirito norvegese. Un bel passaggio per chi come il vincitore della Sanremo 2014 è nella seconda parte della carriera. 

Acque un po’ più mosse per gli altri. Ci sta che possano aggiungersi alla lista di coloro che finiscono alle professional.

Tra i senza contratto a fine anni ci sono anche stranieri di calibro. Il nome più caldo è quello di Carapaz. Ma solo su carta, perché è “certo” che sarà nelle fila della EF Education EasyPost, tanto più che che la squadra americana ha ufficializzato Cepeda, suo amico e compagno di allenamenti, e Andrey Amador altro fedelissimo di Richard. Si attende la comunicazione.

Ma il campione olimpico (nella foto di apertura) è in ottima compagnia. Nella stessa situazione ci sono Cavendish e Froome? Di certo loro dovranno prendere una decisione. Entrambi gli inglesi hanno detto di non voler smettere (Froome ha ancora un anno di contratto), ma hanno 37 anni. Cav ha un’offerta importante dalla B&B Hotels che sarà supportata da un grande secondo sponsor: Carrefour. Lui però non sembra propenso a lasciare il WT.

Mentre Froome vorrebbe almeno provare ad iniziare il 2023, valutare come sta visto che è in ripresa, e quindi decidere se continuare o meno. Il tutto sempre con la Israel-Premier Tech.

Pogacar e Quintana in una foto scattata al Tour 2021. Un’inconsapevole anticipazione della collaborazione futura?
Pogacar e Quintana in una foto scattata al Tour 2021. Un’inconsapevole anticipazione della collaborazione futura?

UAE che movimenti

Infine uno sguardo più attento alla UAE Emirates. Sfruttando la scadenza di alcuni corridori, si vira nettamente sui grandi Giri e sul rafforzamento del team, tanto più dopo l’ultimo Tour.

Majka dovrebbe restare in UAE Emirates, semmai per lui si tratta su un ritocco al rialzo del contratto. Ma occhio a Quintana. Solo l’altro ieri, dopo aver parlato ad una radio del Sud della Francia, sembrava stesse per rinnovare con l’Arkea-Samsic, ma proprio la UAE pare abbia puntato gli occhi su Nairo.

Per quanto riguarda le classiche e le ruote veloci, per un Rui Costa che passa dalla UAE alla Intermarché Wanty Gobert, c’è un Tim Wellens che arriva (non ufficiale ancora). Mentre Gaviria potrebbe raggiungere l’amico Sagan alla Total Energies e il velocista non sarebbe rimpiazzato.

Formolo, Trentin, Ulissi, tutti e tre in scadenza, sono dati verso il rinnovo.

Vuelta, nel riposo parla Gasparotto

02.11.2020
5 min
Salva

Giorno di riposo alla Vuelta. I corridori che domani non sono chiamati a fare la prestazione nella cronometro individuale hanno dormito un po’ di più. Per gli altri invece è stato un giorno molto importante, magari non duro, ma nel quale è servita comunque una certa concentrazione. La crono di 33,5 chilometri che infatti li aspetta deciderà probabilmente la Vuelta.

Tra coloro che se la sono potuta prendere più comoda oggi c’è stato Enrico Gasparotto. Uno dei pochi “italiani” impegnati in Spagna. Le virgolette servono perché il friulano da quest’anno batte bandiera svizzera. 

Gambe stanche 

«Oggi piove – racconta Gasparotto – ed è il giorno di riposo ideale. Ho fatto giusto un po’ di rulli. Il muro finale di domani (1,8 chilometri con punte al 29 per cento, ndr) non l’ho ancora visto. Mi stavo informando proprio poco fa. Credo che i rapporti che utilizzeremo saranno gli stessi dell’altro giorno sull’Angliru. Immagino anche che qualcuno potrà cambiare la bici alla base della salita. Di sicuro non io!».

Il friulano in testa nella fuga verso l’Angliru
Il friulano in testa nella fuga verso l’Angliru

Gaspa è un po’ stanco. La sua condizione fisica non è al top e la situazione contrattuale di certo non lo aiuta. Lui però sta affrontando questo momento con maturità e consapevolezza.

«La mia Vuelta? C’è poco da dire, sono arrivato qui che ero già abbastanza stanco e provato da una stagione lunga, passata ad inseguire la condizione. Una situazione così genera stress. Di solito hai altri riferimenti. Un po’ come diceva Nibali.

«Senza contare che qua in Spagna ogni giorno sembra di correre una classica. Nessuno ha la certezza di arrivare a Madrid e così tutti ci danno sotto. E’ vero che la bolla funziona benissimo, che non abbiamo contatti con l’esterno, che non c’è gente sulle salite, però le notizie sul covid le leggiamo e queste generano una corsa molto attiva. 

Qua in Spagna ogni giorno sembra di correre una classica

Enrico Gasparotto

«A “peggiorare” questa situazione c’è la Movistar. Quest’anno non hanno raccolto quanto fanno di solito. Sono motivati, ma non sono in testa ed ecco che animano sempre la corsa da molto lontano. Hanno otto corridori che stanno molto bene. L’altro giorno Soler ha attaccato a 50 chilometri dal traguardo. Valverde lo ha fatto ai 70 nella tappa nei Paesi Baschi. Quando si muovono certi calibri poi dietro inseguono. Bello? Sì, per voi dalla tv ma se sei al gancio come me non tanto! Ieri ero nella fuga, mi hanno ripreso e sono arrivato 8′ dentro il tempo massimo. Sono stato il gambero di giornata: almeno un riconoscimento l’ho preso!».

Gasparotto e il 2021

In effetti la Vuelta è davvero scoppiettante. Oltre alla Movistar e al covid ci sono percorsi mai banali. E la stanchezza in gruppo, che c’è anche se non sembra, crea dei bei distacchi per chi non è davanti.

«C’è da dire anche che siamo al 2 di novembre e siamo ancora qua a correre – continua il vincitore di due Amstel – Arrivati ad un certo punto sono le motivazioni a fare la differenza, quelle che spesso ti fanno andare oltre i limiti. Non sono mai stato così magro a novembre! Credo che il prossimo anno ci sarà una stagione molto europea. E’ saltato il Down Under e credo che anche in Argentina non si correrà. Suppongo non ci saranno ritiri a dicembre e magari partiremo un po’ più tardi».

La Movistar è per “Gaspa” la squadra più forte e pericolosa
La Movistar è per “Gaspa” la squadra più forte e pericolosa

A fine stagione la NTT dovrebbe chiudere i battenti. Il management sta cercando sponsor per salvare il gruppo ma con i tempi che corrono non è facile.

«Trovare un main sponsor è complicato, ma è vero che ci sono anche aziende che con il covid hanno aumentato i loro fatturati. Io ho qualche contatto ma è in stato embrionale. Da un lato penso che questa potrebbe essere la mia ultima gara, e mi dispiace. Dall’altro spero di fare ancora almeno un anno e chiudere con delle buone performance. Fosse stata una stagione normale a settembre magari ci sarei anche stato a chiudere. C’erano i mondiali in Svizzera e avrei potuto fare i Giochi Olimpici. Partecipare a queste corse è ancora il mio sogno».

Carapaz vs Roglic

Con Gasparotto in veste di informatore dal gruppo parliamo anche della sfida Roglic-Carapaz che infiamma la Vuelta. Chi la spunterà? Enrico sembra non avere dubbi.

«La sfida credo sia tra loro due. Domani Roglic potrebbe dare un bel colpo a Carapaz e se pensiamo che da qui alla fine c’è un solo tappone di montagna (sabato, ndr) Primoz potrebbe farcela. Però attenzione, perché nel mezzo ci sono diverse tappe perfette per le imboscate. Ci sono percorsi adatti a creare situazioni pericolose e con una Movistar così motivata e in palla qualcosa mi aspetto. La Ineos ha già perso due uomini e Sosa non sta bene. Carapaz perciò non può contare su una squadra in grado di controllare o aiutarlo. La Jumbo invece mi sembra stia bene. Carthy e Martin? Meglio Carthy perché la EF la vedo solida, mentre Martin è abbastanza isolato». 

Roglic contro Carapaz: chi vincerà la Vuelta 2020?
Roglic contro Carapaz: chi vincerà la Vuelta 2020?

Se pensiamo alle imboscate visto come Carapaz e la Movistar si sono lasciati, fossimo nell’ecuadoriano non dormiremmo sonni tranquilli. Ci sta che quel volpone di Unzue, manager della Movistar, abbia ancora il dente avvelenato. D’altra parte chissà se quella tappa così insidiosa nell’ultimo sabato di gara può riaprire il cassetto dei fantasmi a Roglic. In fin dei conti lo sloveno ha perso il Tour proprio all’ultimo atto pericoloso. Tuttavia Gasparotto dice di no.

«In gruppo parlo spesso con Primoz, abbiamo amici in comune. Quello del Tour è un capitolo chiuso. Lui è un ragazzo molto tranquillo, sereno, modesto… e lo vedo anche rilassato. Carapaz invece mi sembra un po’ più teso, anche se con lui non ho mai parlato».

Tim Wellens, Sabinanigo, Vuelta 2020

Wellens che colpo, Roglic che testa

24.10.2020
2 min
Salva

La quinta tappa della Vuelta ha riservato ancora una volta una corsa scoppiettante. E ancora una volta gli uomini di classifica sono stati protagonisti. Tim Wellens per il traguardo di giornata, Primoz Roglic per la generale.

Si andava da Huesca a Sabinanigo: 184 chilometri nel Nord della penisola iberica, proprio a ridosso dei Pirenei. Nel finale tre salite hanno movimentato la tappa.

E bravo Wellens

A 70 dall’arrivo va via la fuga buona. Dentro c’è un volpone come Tim Wellens della Lotto che non si lascia sfuggire l’occasione, tanto più con due “giovani” come Guillame Martin (il “filosofo del gruppo) e Thymen Arensman. E dire che prima della fuga buona ci aveva provato anche il nostro Mattia Cattaneo, che però essendo in classifica non ha avuto spazio.

In vista dell’ultimo chilometro finale, con pendenze superiori al 10 per cento, il gruppo dei migliori aumenta, aumenta e di nuovo è battaglia. E guarda caso Roglic mette tutti in fila.

Primoz Roglic, Sabinanigo, Vuelta 2020
Primoz Roglic, sorridente verso Sabinanigo
Primoz Roglic, Sabinanigo, Vuelta 2020
Primoz Roglic, sorridente verso Sabinanigo

Costanza di rendimento

Quello che spicca è la continuità di rendimento di Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo Visma è ancora al top. Il Tour, il mondiale, le classiche: per ora non sembra cedere di un millimetro.

Probabilmente perché sta correndo con una certa freschezza mentale, visto che non era in programma. La partecipazione alla corsa spagnola l’ha chiesta lui stessa. Dopo la Liegi, Roglic ha deciso di buttarsi nella mischia. Una decina di giorni di riposo a casa, a Monaco, con la famiglia gli sono bastati per riprendersi.

Era il campione uscente e non voleva mancare. Tuttavia è consapevole dei suoi limiti. Sa che probabilmente non terrà questa gamba fino alla fine. E non a caso il suo obiettivo era quello di vincere la prima tappa. Obiettivo centrato.

Forza mentale

La vera perla Roglic l’ha compiuta partecipando al mondiale. Nella condizione mentale con cui usciva dal Tour non era facile. Una sconfitta come quella subita da Pogacar non si digerisce in poco tempo. Se avesse mollato (e ci stava) avrebbe chiuso la stagione. Invece ha tenuto duro. Il suo mondiale gli è piaciuto. Ad Imola ha ripreso vigore per la Liegi a tal punto di decidere di saltare la Freccia e puntare tutto sulla Doyenne. Altro obiettivo raggiunto e la fiducia che torna a crescere.

Oggi sul duro strappo finale le ha suonate a tutti. Anche a Daniel Martin che ieri invece aveva “osato” arrivargli davanti. Il più temibile sembra essere Richard Carapaz. L’ecuadoriano della Ineos-Grenadiers, oggi dietro di 2”, ha preparato in modo specifico la Vuelta e tra tutti sembra quello più corazzato. Ma per adesso l’ex saltatore con gli sci è sempre più in roja.