La maturità scolastica ce l’avrà la prossima estate, quella agonistica sembra proprio averla trovata quest’anno. Un salto qualitativo, condito da quattro vittorie e una quindicina di piazzamenti, che ha permesso a Mattia Sambinello di essere preso dalla Hagens Berman Axeon-Jayco (in apertura foto Davide Morello).
Guardando lo score ottenuto quest’anno dal diciottenne varesino di Corgeno con la maglia del Canturino, si potrebbe dire che sia un corridore per tutte le stagioni. O quanto meno Sambinello ha dimostrato di saper vincere – ed esprimersi al meglio – da marzo a ottobre con grande costanza. Normale che anche su di lui fossero arrivati gli occhi degli osservatori stranieri. Il suo è l’ennesimo passaggio di un nostro junior in una formazione estera. Un trend che, al netto delle motivazioni, si sta allargando sempre di più ed è spesso sognato dagli stessi ragazzi. Abbiamo quindi voluto seguire Mattia nel suo cammino verso il team continental gestito da Axel Merckx, dove troverà Samuele Privitera.
Com’è andato il tuo 2023 in generale?
E’ stata una stagione molto buona, con tanti piazzamenti di valore, oltre alle quattro vittorie. Onestamente non mi aspettavo di fare così bene. Mi sono sentito più maturo rispetto all’anno prima ed ora lo sono ancora di più per il passaggio alla Hagens.
Cos’è cambiato principalmente dall’anno scorso?
Nel 2022 era normale che mi mettessi al servizio della squadra, che imparassi a conoscere la categoria. Però direi che quest’anno sono entrato più in sintonia col mio diesse Andrea Arnaboldi e col mio preparatore Ruggero Borghi (ex pro’ per dodici anni a cavallo del Duemila, ndr). Fra di noi c’è stata un’evoluzione e tutto è stato più semplice. Riuscivo a mettere in pratica meglio i loro tanti consigli. E poi c’è stato anche l’aspetto fisico. Ad esempio, avevo lavorato bene in inverno in palestra per essere pronto ai nuovi rapporti liberi da spingere. Quest’anno sentivo sempre la catena in tiro e ne ho beneficiato in corsa.
Che tipo di corridore sei?
Devo ancora scoprirmi fino in fondo, però mi definisco un passista veloce. Fisicamente sono 1,80 per 66 chilogrammi e per la verità me la cavo abbastanza bene anche in salita. Su quelle lunghe e regolari, anche se fatte forte, riesco a stare davanti. Soffro ancora invece i cambi di ritmo. Su questo e altro lavorerò per la nuova avventura che mi attende.
Cosa ti aspetti dal prossimo anno?
Sono sulla stessa lunghezza d’onda di Samuele (Privitera, ndr). Anch’io, come vi ha detto lui, mi aspetterò di prendere delle bastonate. Sono preparato a questo. Dovrò abituarmi a tante situazioni difficili in corsa, ma credo che dopo tante “botte”, saprò anche reagire e prendere le giuste contromisure. Anzi, a tal proposito avere in squadra Samuele sarà importante. Ci conosciamo bene da tanto tempo e sono sicuro che ci supporteremo reciprocamente. Lo dicevo con lui che saremo un riferimento l’uno per l’altro.
Il contatto con la Hagens come è avvenuto?
Premetto che quest’anno, se avessi fatto un certo tipo di risultati, ero partito con l’intenzione di andare all’estero, soprattutto per un’esperienza di vita. Il tutto è nato grazie al mio procuratore che a maggio mi fece fare un test incrementale da mostrare a qualche squadra. La Hagens era una di queste e a giugno mi hanno contattato per approfondire il discorso. Devo dire che già a marzo/aprile si erano fatte avanti alcune squadre italiane, però era ancora un po’ presto per intavolare certe trattative.
Con chi ti sei sentito della nuova squadra?
Mi hanno chiamato sia Koos Moerenhout che Axel Merckx (rispettivamente diesse e team manager, ndr) e potete immaginare la mia gioia. L’impressione è stata subito ottima. So che troverò una squadra molto organizzata e con una bella mentalità. Mi sto già allenando con la nuova bici e finora non mi hanno fatto mancare nulla.
C’è qualcosa che ti ha colpito dai colloqui con loro?
Sì, certo, soprattutto la chiacchierata con Axel. Mi ha detto che nel 2024 dovrò mettere la scuola al primo posto (Mattia frequenta l’istituto aeronautico di Gallarate dove studia trasporti e logistica con una buona media voti, ndr). Anzi, se dovessi iniziare ad andare male, non mi farà correre finché non recupererò. Questo è un grande stimolo per me. Penso di avere più stimoli che pressioni. Potrò preparare la maturità con serenità e contestualmente crescere con calma senza l’assillo dei risultati con la squadra.
Mattia Sambinello che obiettivi si è prefissato per la nuova stagione?
Ne ho tanti, tutti legati fra loro. Mi concentrerò sull’essere ciclista a tutti gli effetti e su tanti dettagli pre e post gara. Tutti aspetti che accresceranno la mia esperienza, specie nelle gare al Nord o in quelle a tappe. Mi piacerebbe correre il Giro NextGen, ma dovrò organizzarmi bene con la maturità. Vorrei anche tenere vivo il legame con la nazionale dopo le corse di quest’anno. Ai risultati ci penserò in un secondo momento, non devo avere fretta. Ho firmato un contratto di due anni e so che alla Hagens, se uno è forte, prima o poi riesce a venir fuori.