Search

Wollongong ci siamo, domani si comincia. Al via con le crono

17.09.2022
5 min
Salva

Domani si comincia. Le squadre si stanno radunando a Wollongong e nella mattinata di domenica sarà la volta delle cronometro. Prima le donne, poi gli uomini. Si parte subito col botto, riservando alle categorie giovanili i giorni successivi.

E’ tutto un po’ confuso, forse anche per colpa della differenza di orario e dalla difficoltà iniziale nell’ambientarsi al nuovo mondo, dove è già inverno (anche se dall’Italia arriva notizia dell’annullamento del Memorial Pantani per l’ondata di maltempo che ha colpito la Romagna).

Budget a confronto

Alcune federazioni, come l’Irlanda o la Nuova Zelanda, hanno rinunciato a inviare la loro selezione per motivi economici, perché il prezzo del biglietto era troppo alto, mentre altre come il Canada, hanno chiesto ai corridori di pagarsi il viaggio. E se da un lato tutto questo potrebbe fornire la misura della fragilità del sistema, si può notare che la parte ricca del ciclismo – il WorldTour o comunque una sua parte – ha rifiutato di mandare i propri atleti ai mondiali perché impegnati nella caccia ai punti del ranking UCI. Compresa la Movistar, che ha privato Valverde dell’onore di chiudere la carriera con un campionato del mondo.

Bennati ha raggiunto stasera l’Australia: atterraggio a Sydney e poi di corsa a Wollongong
Bennati ha raggiunto stasera l’Australia: atterraggio a Sydney e poi di corsa a Wollongong

La perplessità è diffusa. L’UCI propugna la mondializzazione dello sport, per portare il gruppo laddove migliaia di persone avranno il privilegio e la possibilità di applaudire beniamini che altrimenti vedrebbero soltanto in televisione. Peccato che per lo stesso motivo nel 2016 andammo tutti a Doha, in un deserto torrido e inospitale, in cui neppure i cammelli si degnarono di salutare il passaggio del gruppo. Sarà proprio l’interesse dei tifosi a muovere le scelte della federazione internazionale?

Pericolo gazze

La natura australiana in proporzione si sta mostrando molto più calorosa rispetto a quella del deserto. E se in Italia è rimbalzata l’eco dell’aggressione subita da Evenepoel da parte di un uccello inferocito, il tema quaggiù è di attualità più stretta. Si parla del pericolo gazze, uccelli neri e bianchi che a queste latitudini sono assai popolari, che a settembre covano le loro uova e le difendono da qualsiasi cosa si muova nei dintorni del nido.

«Le gazze possono essere piuttosto territoriali – ha dichiarato Paul Partland dell’Illawarra Animal Hospital sulla stampa locale – e molte attività si svolgeranno nelle loro zone. Gli uccelli in picchiata tendono a prendere di mira le persone che sono sole e anche quelle che si muovono in modi molto veloci».

Così a Wollongong i cartelli avvisano passanti e ciclisti del rischio di uccelli in picchiata
Così a Wollongong i cartelli avvisano passanti e ciclisti del rischio di uccelli in picchiata

Ecco così che il racconto di Evenepoel assume un altro significato, unito a tutti gli altri avvistamenti segnalati da altri atleti. 

«Un uccello abbastanza grande – ha raccontato Remco – si è avvicinato molto e ha continuato a seguirmi. E’ stato terrificante. Ma questa è l’Australia, a quanto pare. Spero che sia l’unica volta che succede, perché ho avuto paura».

La conferma che non si sia trattato di un caso isolato è arrivata da Stefan Kung, secondo cui un compagno svizzero fosse già stato attaccato in precedenza da una gazza. L’Australia, annotano i giornali di qui, ha un sito web per la segnalazione di attacchi di gazze, con 1.492 episodi quest’anno e fra questi 192 feriti, spesso lievi.

Ganna concentrato

Ma adesso è tempo di parlare di corridori e corse. Ganna ha sulle spalle il peso del pronostico, un fattore che non gli è mai pesato. Pippo (in apertura con Sheffield sul percorso) si è preparato con Sobrero in altura a Macugnaga, ma ha curato altri aspetti della preparazione, visto che la crono di domani potrebbe essere meno filante e più esposta al rischio di rilanci.

Vittoria Guazzini è la nostra punta di diamante per la crono donne: è anche U23
Vittoria Guazzini è la nostra punta di diamante per la crono donne: è anche U23

Nella conferenza stampa su zoom della vigilia, il piemontese ha scacciato i fantasmi della tensione, dicendo di volersi concentrare unicamente su se stesso: la gara è un fatto di tempo. Se fai il più basso hai vinto. Pensare ai rivali non serve.

Di sicuro un risultato positivo sarebbe il miglior viatico verso il record dell’Ora finalmente annunciato, in cui il campione del mondo di crono e inseguimento si troverà a dover battere la distanza di un ingegnere apparentemente venuto dal nulla. Sfidarlo con la leggerezza di un mondiale vinto sarebbe senza dubbio meno pesante. La posta in palio non è affatto banale.

Evenepoel d’attacco

D’altro canto il suo sfidante principale Evenepoel non sfugge alle proprie possibilità. E dopo aver spiegato che non fosse il caso di tornare in Belgio dopo la Vuelta, vista la… minaccia di festeggiamenti, racconta di aver scoperto il percorso anche il giorno prima rispetto alle prove ufficiali che si sono svolte proprio oggi.

Evenepoel oggi per la seconda volta sul percorso, dopo il primo… asssaggio di ieri
Evenepoel oggi per la seconda volta sul percorso, dopo il primo… asssaggio di ieri

«Lo avevo già esplorato di nascosto – ha raccontato – in ogni caso è più difficile dell’anno scorso a Bruges. Il dislivello di quasi 400 metri si fa principalmente nei primi 8-10 chilometri di gara. La salita puoi confrontarla con mezzo Berendries (noto muro del Fiandre, ndr). E’ abbastanza difficile e posso contare sul mio peso. Ci saranno anche molte curve, quindi è un percorso piuttosto tecnico. Solo negli ultimi 6 chilometri lungo la costa potrò usare di nuovo la mia aerodinamica».

Van der Poel fa poker, Van Aert incassa

31.01.2021
4 min
Salva

La faccia con la quale Wout Van Aert tagliava il traguardo di Ostenda diceva tutto. Perdere il mondiale in casa, in maniera così netta, va al di là del singolo risultato: significa sancire senza ulteriori dubbi la superiorità del rivale Mathieu Van der Poel. L’olandese si riprende quella maglia iridata messa da parte alla partenza della gara: il padrone del mondo non cambia, anche se all’inizio le cose non si erano messe bene.

Sui giornali belgi, l’attesa dello scontro era spasmodica. Titolo: “Chi ti renderebbe felice?”
Attesa su giornali belgi: “Chi ti renderebbe felice?”

Ferita al mento

Molti diranno che la sconfitta di Van Aert è figlia della foratura all’anteriore alla fine del secondo giro, ma non è così. Nella prima tornata Van der Poel ci aveva messo del suo per “agevolare” il rivale, con una brutta caduta alla fine della tornata, impuntandosi su un solco in curva. Un brutto scivolone, costatogli anche un’ammaccatura al mento, ma Van Aert era già andato via sulla sabbia, colpa di un’errata scelta delle coperture da parte della nazionale olandese, tanto che appena passato il traguardo, con 15” di distacco, Van Der Poel andava subito a cambiare bici.

Van Aert parte subito fortissimo, sapeva di non poter concedere vantaggi
Van Aert parte subito fortissimo, sapeva di non poter concedere vantaggi

La rimonta

Lì partiva la rimonta, che si concretizzava prima del traguardo anche grazie all’infortunio tecnico del belga. Sarebbe andata allo stesso modo senza? Molto probabilmente sì. Van der Poel stava volando, tanto è vero che il parziale nel secondo giro è stato il migliore dell’intera gara.

Nel primo tratto sul bagnasciuga, i due sono ancora attaccati
Nel primo tratto sul bagnasciuga, i due sono ancora attaccati


«Il percorso è andato cambiando ed è diventato un po’ più veloce nella parte della spiaggia e questo mi ha favorito – ha spiegato l’olandese, al quarto titolo professionistico – le gambe andavano sempre meglio e ho ritrovato fiducia. Certamente la foratura di Wout è stata per me un colpo di fortuna, ma anche quando era lontano non pensavo che fosse finita, tutt’altro».

La caduta costringe Van der Poel a inseguire, ne porta i segni sul mento
La caduta costringe Van der Poel a inseguire

Van Aert down

Van Aert non l’ha presa molto bene: «La foratura ha richiesto troppa fatica prima e il dopo cambio bici – ha detto – ma non ha inciso così tanto. Sono un po’ deluso da me stesso, non ho reagito come dovevo e potevo, mi sono lasciato andare soprattutto nel morale, ho perso molto prima di tagliare il traguardo».

L’amarezza di Van Aert, deluso dalla sua reazione
L’amarezza di Van Aert, deluso dalla sua reazione

Riecco Aerts

La corsa, dopo un quarto del suo sviluppo, era praticamente chiusa. Van der Poel andava sempre più guadagnando, perché sulla sabbia non aveva più freni e anzi le sue doti di equilibrio gli consentivano di pedalare anche per più metri rispetto al rivale.
La vera battaglia si sviluppava dietro e sembrava appannaggio del britannico Pidcock, come spesso successo in stagione davanti alla nuvola belga. Ma stavolta Toon Aerts, nel momento principale dell’anno, si ricordava del suo blasone e, anche complice un intoppo occorso al suddito di Sua Maestà, andava a sorpassarlo nel 7° giro, guadagnando una manciata di secondi che difendeva con i denti fino al traguardo.

Sul podio, Van der Poel fra due belgi: Van Aert e Aerts
Sul podio, Van der Poel fra due belgi: Van Aert e Aerts

Azzurri doppiati

Gli azzurri? La pattuglia tricolore è stata protagonista di una gara anonima, colpa anche dell’intoppo subìto all’inizio (la stessa salita dove nella gara femminile U23 le francesi avevano bloccato la Baroni, facendole perdere secondi preziosissimi) senza che poi abbiano trovato lo spunto per recuperare, tanto da finire doppiati, esattamente come domenica scorsa a Overijse. Il migliore è stato Bertolini, 23° davanti a Dorigoni. Ci si poteva attendere onestamente di più, mentre una discreta figura ha fatto il vecchio ex iridato Stybar, 18° a 5’42” dopo aver ripreso la bici da ciclocross abbandonata da anni…