Fontana porta a casa un Trofeo Guerciotti tutto nuovo

23.01.2023
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Il calendario italiano di ciclocross aveva abituato i corridori a chiudere quasi i battenti dopo la disputa del campionato italiano. Questa volta le cose sono cambiate e sei giorni dopo la kermesse tricolore si è tornati in scena per una delle classiche storiche del movimento, il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti. Quella che tradizionalmente era la gara di apertura del calendario è diventata una sorta di parata finale della stagione.

La scelta di spostare l’evento lo ha un po’ penalizzato, anche se a conti fatti avere oltre 500 partenti non è cosa da poco. Non si poteva però fare altrimenti e Vito Di Tano, il pluricampione del mondo responsabile tecnico della Selle Italia Guerciotti Elite spiega il perché: «A ottobre non avremmo avuto la possibilità di fare la gara perché a Cremona era in programma nelle date scelte la Sagra del Torrone che è un evento centrale per la città. Il Comune non poteva appoggiarci, non avremmo trovato spazi liberi per la logistica, era realmente impossibile. Abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco, ma alla fine la scelta si è rivelata utile».

Fontana ha dominato, chiudendo con 53″ su Dorigoni e 1’20” su Leone (Foto Rodella)
Fontana ha dominato, chiudendo con 53″ su Dorigoni e 1’20” su Leone (Foto Rodella)

Cremona tricolore

Il perché è presto detto: Cremona sarà sede dei campionati italiani nel 2024, quindi la data del Trofeo Guerciotti sarà pressoché confermata e quella dell’ultimo weekend è diventata una sorta di prova generale: «L’attribuzione del campionato italiano è stato un grosso premio ai nostri sforzi, per il 90 per cento il percorso resterà quello di quest’anno e molti concorrenti ci hanno ringraziato proprio per aver avuto la possibilità di fare un test sul tracciato dei prossimi campionati italiani».

Un percorso duro, selettivo: «Abbiamo cambiato qualcosa rispetto al passato – sottolinea Di Tano – dividendo il passaggio sull’argine in due parti, all’inizio e alla fine. Questo è stato un indubbio aiuto, la precedente soluzione avrebbe reso il percorso impossibile. Così è diventato un tracciato molto selettivo: non è un caso se nessuna gara si è chiusa in volata».

Tracciato selettivo

Dello stesso tenore il parere del vincitore, Filippo Fontana che ha bagnato così nel migliore dei modi la maglia tricolore appena conquistata: «C’era davvero tutto quel che serve per un tracciato spettacolare, veloce ma selettivo. Il ghiaccio della notte lo ha reso anche molto infido, bisognava saper guidare, non bastava fare la selezione sui tratti più duri come altimetria. Un tracciato davvero completo».

Al Guerciotti Fontana ha fatto la differenza già dopo due dei 9 giri in programma confermando di attraversare un grande momento di forma. Come se la maglia tricolore gli avesse dato quel quid in più. «Io non credo – dice Fontana – che sia cambiato molto rispetto a prima di Ostia Antica, diciamo che ho consapevolezza dei miei mezzi e di quel che posso fare, ma si tratta molto di concentrazione. Ci vuole un attimo a perdere tutto quel che si è guadagnato, bisogna sentirsi sempre nel mezzo del guado.

«Mi fa piacere indossare questa maglia e aver vinto con essa, ma penso sempre a quel che devo fare, non quel che si è fatto».

Prima vittoria in maglia tricolore per Fontana. Ora fari sui mondiali e poi via con la mtb
Prima vittoria in maglia tricolore per Fontana. Ora fari sui mondiali e poi via con la mtb

Ora i mondiali…

Ed ora quel che lo aspetta sono i mondiali: «Non nascondo che ci spero tanto, prima ci sarà la prova di Coppa del Mondo in Francia domenica prossima, poi il mio obiettivo sarà essere a Hoogenheide per fare il meglio possibile di fronte a veri mostri della specialità.

«Poi tirerò un attimo il fiato e andrò due settimane al caldo per iniziare la preparazione per la stagione di mtb, iniziando a gareggiare già a inizio marzo».

Più di 500 i partecipanti, distribuiti soprattutto fra le categorie giovanili
Più di 500 i partecipanti, distribuiti soprattutto fra le categorie giovanili

Addio Idroscalo, perché?

Non si può archiviare il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti senza una considerazione a proposito della sede di gara. Questa era la prova storica dell’Idroscalo di Milano, ma da un paio d’anni la sede è stata spostata a Cremona e il cambio è ormai definitivo: «Una scelta dolorosa ma che alla fine ci ha premiato – afferma Di Tano – l’Idroscalo era diventato impossibile, innanzitutto per l’ottenimento dei permessi, poi per i pericoli che la zona porta con sé: non potevi allontanarti dal camper che le bici sparivano… A un certo punto abbiamo dovuto prendere una decisione».

«A Cremona abbiamo trovato non solo grande disponibilità, ma anche una società, l’Uc Cremonese che ci fornisce un gran numero di volontari con i quali la gestione della gara diventa molto più fattibile. Fulvio Peraboli e il suo staff sono una risorsa insostituibile, una vera macchina da guerra. Abbiamo l’intero parco a disposizione, ora abbiamo la consapevolezza di poter allestire un campionato italiano davvero all’altezza».

Pontoni tuona: «A Hoogerheide ne porto solo 14»

16.01.2023
5 min
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Meno di 24 ore fa si sono chiusi i Campionati italiani di ciclocross ed è già tempo di primi bilanci. Il cittì Daniele Pontoni ha le idee più che chiare e a caldissimo, nel retro del podio, ci spiega cosa ha visto, soprattutto pensando agli imminenti mondiali di Hoogerheide, in Olanda, all’inizio del prossimo mese. 

E’ giusto però fare un preambolo molto importante: appena qualche giorno fa Pontoni aveva strigliato l’intero gruppo del cross, sia maschile che femminile. Non aveva digerito le brutte prestazioni in Coppa del mondo a Zonhoven. Sulla brace erano finiti soprattutto gli juniores. Da qui l’idea di portare in Olanda una nazionale all’osso.

Il cittì Daniele Pontoni (classe 1966) qui con l’assessore allo sport, moda e turismo di Roma, Alessandro Onorato
Il cittì Daniele Pontoni (classe 1966) sul podio di Ostia ai tricolori 2023

Nazionale “slim”

«I giornali qualche volta calcano un po’ la mano – dice Pontoni – ma è anche giusto. Così come è giusto dare un segnale da parte mia. I ragazzi e le ragazze di tutte le categorie hanno avuto tante possibilità ed era giusto dare un segnale importante. E dare, come ho sempre detto, il giusto valore che deve avere la maglia azzurra. Pertanto vado avanti su questa strada con il supporto di tutti e seguendo questa linea vi preannuncio che ai mondiali ci saranno sette uomini e sette donne».

Ecco dunque la nazionale “slim”, snella, di cui Pontoni aveva parlato. In nazionale ci va chi è pronto e competitivo. Un po’ come dire basta, o quantomeno frenare quell’approccio soft, di crescita, di esperienza, di prospettiva, del perdonare piccoli errori o mancanze…

Probabilmente ciò che non è piaciuto a Pontoni è stato l’approccio in generale di alcuni atleti. Impegno nell’arco di tutta la corsa, approcci soft, quell’idea (molto italiana non solo nello sport) di stare ancora “nel nido”… fino a programmazioni di preparazioni che non vedevano nella convocazione in azzurro un momento top, ma solo un passaggio…

Tutte le categorie hanno corso al massimo, rispondendo alla strigliata di Pontoni
Tutte le categorie hanno corso al massimo, rispondendo alla strigliata di Pontoni

Nessuna punizione

Quindi bisognava dare una scossa. Da qui il giro di vite, condivisibile, del cittì.

«Non metto in punizione nessuno – spiega con passione Pontoni – semplicemente va in nazionale chi merita davvero e per tutti ci sarà la possibilità d fare bene il prossimo anno. Nessuna preclusione. La nazionale non finisce qui, ma è giusto andare avanti su questa linea».

«Chi si è guadagnato questa convocazione? Chi ha meritato sul campo e non per meriti diversi. Anche per questo io e tutto lo staff siamo fiduciosi di fare un bel mondiale, sia nel team relay che nelle corse individuali».

Ma qual è stato il fattore scatenante per arrivare alla nazionale slim e allo stop delle “convocazioni allargate”? 

«Più che un fattore scatenante, sono state tante piccole gocce a far traboccare il vaso. Forse doveva succedere alla fine dell’anno, ho dato ancora una possibilità a tutti, ma adesso andiamo sul metodo che ritengo corretto in questo momento».

Il tecnico friulano ha parlato in modo chiaro
Il tecnico friulano ha parlato in modo chiaro

Più meritocrazia

«Al prossimo mondiale – va avanti il tecnico friulano – in alcune categorie avremo al massimo tre rappresentanti, in altre due e in altre ancora uno o una sola. Questo vale per il mondiale, ma anche per la Coppa del mondo. D’ora in avanti andiamo a scremare in vista degli appuntamenti importanti. Ho il sostegno federale: è giusto premiare  chi merita di più, perché la vita è meritocrazia. Qualcuno era un po’ troppo tranquillo, un po’ troppo rilassato e forse si sentiva già sicuro di una convocazione certa. Ma così non è mai stato e io non ho mai dato questo segnale.

«Per come interpreto io la nazionale e la maglia azzurra, credo che questa sia la gestione corretta. In azzurro viene chi è pronto. Quando ho allargato la rosa, l’ho fatto per dare più possibilità a tutti, come credo sia giusto. Serve allargare la base di lavoro. Abbiamo testato 40 ragazzi. Abbiamo acquisito un database importante anche con il supporto del gruppo performance della Fci».

Un solo dubbio

Ma poi c’è anche il bicchiere mezzo pieno e ieri i ragazzi e le ragazze hanno dato a Pontoni il segnale che voleva. Tutti e tutte hanno corso con grinta, con il coltello tra i denti. Come se tutto fosse ancora aperto… E forse qualcuno lo ha messo in difficoltà.

«Quello che avevo deciso prima, oggi (ieri, ndr) – chiarisce Pontoni – è stato confermato sul campo. L’unico dubbio riguardava la gara elite maschile, che poi era quella che si sapeva essere la più aperta. Quindi nessuna difficoltà nel fare le scelte e anche gli atleti mi hanno, fra virgolette, agevolato. Ma soprattutto ho visto quell’impegno che mi piace vedere e l’ho visto in tutte le categorie e fino alla fine

«Insomma i ragazzi e le ragazze hanno risposto bene. Per qualcuno sarà troppo tardi ormai, qualcun altro ha dato segnali importanti».

Infine un giudizio sulla gara maschile, quella del cambio generazionale di cui abbiamo parlato ieri con tre millennial nei primi quattro posti, gli stessi che hanno preso in mano la gara.

«In effetti è stato un bel segnale pensando al futuro. E spero lo sia anche per le squadre. Se anche le società vorranno impegnarsi per fare più attività internazionale, sarà l’ideale, perché non possono sempre aspettare la Federazione.

«La Federazione fa il suo percorso, ma ci sono anche i team che devono fare il loro. Io le squadre le ringrazio perché senza di loro non avremmo la base e non avremmo materiale umano». 

Fontana vince il tricolore della nuova generazione

15.01.2023
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Quello che si è da poco concluso è forse il tricolore della nuova generazione. La gara che ha segnato il passaggio di potere ai millennial. Dal vincitore, Filippo Fontana, al secondo Davide Toneatti, a Federico Ceolin che è stato uno dei protagonisti. E anche Jakob Dorigoni (terzo) di anni ne ha 25, non è un matusalemme.

Il sole spunta e al tempo stesso allunga le ombre sulla pineta di Castel Fusano e sul Camping Roma Capitol. Per assurdo è più fresco col sole, che la mattina con le nuvole. Ma nell’aria c’è il calore delle gara più attesa. E anche la più incerta. 

Oracolo Fruet!

Alla fine aveva ragione Martino Fruet. Sia a predire una gara tattica, sia a inserire Filippo Fontana tra i favoriti. Soprattutto in caso di fettucciato stretto. In pratica: “passa l’angelo e dice amen”!

Vanno via in quattro: Fontana, Ceolin, Dorigoni e Toneatti. Menano, tirano, mollano, riaccelerano, ma lentamente rientra Gioele Bertolini, “il vecchio” con i suoi 28 anni. I vincitori degli ultimi quattro titoli, Gioele appunto e Jakob, c’erano. Come Fruet diceva!

Però sono i giovani a dare le menate più feroci. E forse Ceolin spreca troppo. La fila si allunga. Sono tutti con le spalle oltre la ruota anteriore: spingono anche col collo…

La guida ottima di Fontana gli ha permesso di risparmiare energie quando non si sentiva al top nella prima parte di gara
La guida ottima di Fontana gli ha permesso di risparmiare energie quando non si sentiva al top nella prima parte di gara

Fontana di classe 

Filippo Fontana soffre, anche se da fuori non sembra.

«Eppure – racconta il neo campione italiano – è così. Nella parte centrale non stavo affatto bene e non credevo neanche che avrei tenuto le ruote. Poi, non so perché, ad un giro e mezzo dalla fine ho sentito che la gamba è tornata a girare come volevo io. A quel punto ho pensato a come giocarmi le carte.

«Avrei dovuto prendere in testa il tratto tecnico, quello del fettucciato più stretto. Sapevo che se fossi entrato in testa lì poi sarebbe stato difficile passarmi di nuovo. E così ho fatto. Mi sono buttato dentro deciso, ho spinto forte e ho preso un piccolo margine.

«Paura del ponte finale? Più che altro del lungo rettilineo prima. Ma tutto sommato voltandomi ho visto che il distacco era “rassicurante”».

Il trevigiano dei Carabinieri è la gioia fatta persona. Tra mtb (da qui le sue doti di guida) e cross, veniva da quattro secondi posti. Era ora di vestire il tricolore.

«Questo ha tutto un altro sapore. Dedico questa maglia a chi c’è dietro e fa tanto per supportaci. Il mio futuro in questa specialità? Vedremo, ma voglio continuare… In quanto appartenente ad un gruppo sportivo militare, diamo priorità alla mtb che è sport olimpico. Per adesso penso ad onorare al meglio questo maglia».

Toneatti ride

Chi è felice e ha fatto un po’ il Fontana del 2022 è stato Davide Toneatti. Il corridore dell’Astana Qazaqstan Development Team poteva correre con gli U23, ma visti i valori in campo, ha deciso di alzare l’asticella in anticipo. E come Fontana l’anno scorso, quando anche lui appunto era un under 23, ha fatto secondo.

«Sono contento che siamo tutti giovani. Magari questo darà una scossa al movimento – spiega Toneatti dopo l’arrivo – ho deciso di correre con gli elite dopo la gara di Torino. Ho visto che i valori c’erano. Poi però dopo la trasferta in Belgio che non è andata benissimo, un po’ sono tornato ad avere qualche dubbio, ma alla fine ho fatto questa scelta».

«E’ stata una bella gara. Non era facile la differenza su questo percorso e infatti è emersa una gara anche tattica. Non a caso nell’ultimo giro abbiamo fatto un po’ a sportellate!

«Adesso penso ai mondiali, poi vediamo. Io vorrei continuare a fare il cross. Magari anche un po’ meno, ma credo che alla fine serva anche questo. Cosa mi ha dato invece la strada per il cross? Di certo mi ha dato qualcosa nei tratti dove c’è da spingere e rilanciare. Sento proprio che la gamba risponde diversamente. E cosa ho perso? Un po’ la guida… almeno inizialmente».

Scappini 2022

Giovane ma sicuro di sé, vi presentiamo il tricolore Scappini

20.01.2022
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La prima cosa che colpisce, parlando con Samuele Scappini, è la sua estrema sicurezza. Stiamo parlando di uno junior 1° anno, che ha una straordinaria coscienza dei propri mezzi. Chiaramente la sua carriera è agli inizi, ma intanto un buon ingrediente per emergere c’è e lo si è visto a Variano di Basiliano, quando il giovane del Team Fortebraccio ha conquistato la maglia di campione d’Italia contro ogni pronostico.

Il racconto di quel successo la dice lunga su chi abbiamo di fronte: «Quando siamo arrivati sul percorso e l’ho provato, ho detto subito a mio padre che l’obiettivo poteva essere il podio, ma al mattino gli ho detto che avrei vinto io. Me lo sentivo dentro, sapevo anche che cosa fare, attendere i primi giri per controllare gli avversari e poi andare via. Esattamente quello che è successo».

Scappini Variano 2022
A Variano il corridore umbro ha spiazzato tutti, vincendo con 10″ su Elian Paccagnella
Scappini Variano 2022
A Variano il corridore umbro ha spiazzato tutti, vincendo con 10″ su Elian Paccagnella
Cerchiamo di conoscerti un po’ di più, intanto ci sembra di capire che tuo padre ti segue molto.

Sì, ma non è un praticante, va in bici solo per hobby. Mio zio Marco invece ha una grande passione, fa le gran fondo e questo spirito agonistico me lo ha trasmesso. Io ho cominciato da G2 e non ho più smesso, la voglia di emergere ce l’avevo già da allora ed è andata crescendo.

Molti sono rimasti colpiti dal tuo risultato perché vieni dall’Umbria, regione che non emerge spesso a questi livelli.

In Umbria il ciclismo su strada praticamente annulla tutto il resto. Io però sono più portato per il ciclocross proprio perché mi piace particolarmente, anche se gareggio su strada e faccio anche un po’ di Mtb, ma più che altro uscite con gli amici, non a livello agonistico.

Se dovessi scegliere un tuo futuro su strada o nel ciclocross?

Non ho dubbi, quest’ultimo anche se so che il ciclismo vero, quello professionale è principalmente su strada, ma so che sui prati posso far risultato. Questo non significa che la strada non la seguirò, d’altronde due anni fa sono stato quarto ai campionati italiani da allievo 1° anno e so che potrei anche emergere, ma il ciclocross mi piace molto di più e per ora l’attività su strada la vedo soprattutto come preparazione per l’inverno.

Così Scappini sul podio tricolore, davanti a Paccagnella e Prà
Così Scappini sul podio tricolore, davanti a Paccagnella
Nel ciclocross dove ti vedi meglio?

Sui percorsi asciutti e piani, dove serve molto la capacità di guida ma si può spingere. Con il mio fisico (Scappini ha una corporatura alta e possente per la sua età che a molti ricorda il giovane Di Tano, ndr), i percorsi fangosi mi mettono a disagio. D’altronde proprio il fisico mi garantisce una grande esplosività ed è tutto dono di madre natura, non faccio neanche palestra…

E su strada quali sono i percorsi che prediligi?

Diciamo che mi arrangio in tutto, sia nelle gare su percorsi in pianura che quando c’è salita. Spesso però mi piace correre per la squadra, essere utile agli altri, perché nel ciclismo so che poi saranno i compagni ad aiutarti quando servirà.

Scappini strada 2019
La volata per il titolo italiano allievi 2019, con Scappini finito al quarto posto
Scappini strada 2019
La volata per il titolo italiano allievi 2019, con Scappini finito al quarto posto
Saresti disposto per le tue ambizioni a lasciare casa e spostarti, magari anche all’estero?

Se ne vale la pena, se è un investimento per il mio futuro sulle due ruote non avrei dubbi, lo farei anche subito, senza però dimenticare che prima c’è la scuola da finire. Per me il ciclismo è tutto, perché mi ha insegnato che quando sei in gara non c’è nulla di deciso e quel che conta è partire forte per fare risultato e giocartela fino all’ultimo metro.

Quali sogni hai?

Non c’è una gara in particolare. Ricordo che quando guardavo le gare ciclistiche da piccolo sognavo un giorno di esserci anch’io, a lottare per vincere. Guardavo le gare su strada, oggi gareggio nel ciclocross, a ben guardare non c’è tanta differenza, a me andrebbe bene diventare un professionista in almeno una delle discipline. Diciamo che mi tengo aperte entrambe le possibilità…

Hai detto che in Umbria vanno tutti su strada, magari con le tue vittorie diventerai un esempio per allargare la pratica anche al ciclocross…

Non mi dispiace l’idea, ma perché succeda c’è molto da fare, io sono solo agli inizi…

Persico 2022

Fra tricolore e strada, ecco la nuova Persico

19.01.2022
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Il momento di fare le valigie per l’America è vicino, ma d’altro canto a smontare e montare l’interno dei trolley Silvia Persico c’è abituata, il suo inverno è stato ricco di viaggi, di gare e anche di soddisfazioni. Ora c’è una maglia tricolore da mostrare e si è visto già domenica, nella tappa di Coppa del mondo a Flamanville (FRA) come quel simbolo le abbia dato energie in più, facendola arrivare al quinto posto a un minutino dal podio, cogliendo il suo miglior risultato internazionale di sempre. «E avrebbe potuto anche essere migliore – racconta l’azzurra – ma è stata una delle gare più lunghe dell’anno e alla fine non avevo tante energie per sprintare per la quarta piazza».

Molto è cambiato per Silvia e molto è destinato a cambiare. Intanto l’approdo alla Fas Airport Services, condividendo la stagione con Lechner e Arzuffi, ossia il meglio del ciclocross italico racchiuso in un solo team, si è rivelato fondamentale per la sua crescita: «La conquista della maglia tricolore è qualcosa che non mi aspettavo ma testimonia il salto di qualità che ho fatto. Lavorare con gente d’esperienza, condividere le trasferte e gli impegni mi ha fatto crescere, ora affronto le gare con più consapevolezza, mi sento più libera di esprimermi».

Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Solitamente dopo la fine della stagione di ciclocross iniziava una fase più tranquilla per te, ma ora sei particolarmente attesa anche su strada…

A dir la verità anche nelle stagioni scorse non è che mi fermavo, la strada ha sempre fatto parte delle mie annate agonistiche. Diciamo che prima preferivo il ciclocross e nel cuore è ancora un po’ così. Privilegiavo l’inverno, non lo nego. Ora però le aspettative sono altre, sia da parte del team che anche mie, questa ritrovata sicurezza devo trasportarla su strada sapendo che godrò di maggiore libertà.

Hai già un’idea di quel che ti attende?

So che dovrò lavorare tanto, questo è sicuro… Io dico che sarà una buona stagione se avrò fortuna e potrò sfruttare questa nuova consapevolezza unita alla fiducia del team. Sicuramente appena chiusa la stagione del ciclocross tirerò diritto per sfruttare la mia condizione nelle prime prove del calendario, fino alle classiche, poi faremo il punto della situazione.

Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Intanto prima c’è la scadenza mondiale…

A Fayetteville vado per fare bene, centrare una Top 10 che con la concorrenza che c’è sarebbe un risultato molto importante. Considerando sia il momento che sto attraversando, sia le caratteristiche del percorso che abbiamo avuto la possibilità di provare in occasione della Coppa del mondo, credo che potrò fare bene. E’ chiaro che non sarà semplice, anche perché siamo sulla corda da molte settimane, visti tutti gli impegni internazionali, ma di semplice in questo mondo che cosa c’è?

Hai detto che dopo il Mondiale tirerai dritto, non temi di chiedere troppo al tuo fisico?

Chi viene dal ciclocross ha da una parte il vantaggio della condizione acquisita, dall’altro la maggiore fatica rispetto a chi inizia, oltretutto chiaramente dovrò saltare i primissimi impegni. Dopo la chiusura della stagione, farò una settimana di sosta per poi riprendere e andare al ritiro della squadra (la Valcar Travel & Service, ndr) in Spagna dove mi ritroverò con le compagne. Le prime gare saranno a fine febbraio, proprio per riacquisire dimestichezza con il mezzo e sfruttare la condizione.

Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Che tipo di gare preferisci su strada?

Io prediligo i percorsi abbastanza mossi, anche con strappi brevi, di un paio di chilometri, ma dove si fa fatica, perché posso sfruttare la mia esplosività. Un percorso che secondo me fa al caso mio è quello del Giro delle Fiandre, ma in passato non ho mai potuto giocare le mie carte per ragioni di squadra. E’ questo che mi piace di più della nuova situazione, la maggiore libertà per far vedere quel che valgo. Ora ci voglio provare…

Conoscendoti come crossista e stradista, ci sono tecnicamente dei punti in comune?

Difficile a dirsi, sono mezzi diversi con caratteristiche e gare diverse. Mi verrebbe da pensare che il cronoprologo sia qualcosa di abbastanza vicino al concetto di durata del ciclocross. Sicuramente però l’attività invernale dà qualcosa di fondamentale, come ad esempio la capacità di guida che è qualcosa che si migliora sempre, io ad esempio so che devo ancora lavorarci sopra.

Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Ci hai detto delle tue aspirazioni per il Fiandre: quali sono le gare, a parte quella dei muri, che ti piacciono di più?

Potreste pensare a quelle belghe, invece in generale prediligo molto le prove spagnole, come la Vuelta a Burgos, oppure il Giro del Lussemburgo. Sono gare che si attagliano perfettamente alle mie caratteristiche, come un vestito su misura. Poi c’è la Roubaix: volevo tanto farla nel 2021, ma con lo spostamento si è andata a sovrapporre alla stagione di ciclocross: non potete sapere quanto sono curiosa di affrontarla…

Samparisi 2022

Atleta e preparatore: le mille facce di “Nico” Samparisi

17.01.2022
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I suoi capelli dritti spiccavano, nel dopo arrivo dei campionati italiani di Variano di Basiliano. Quel podio per Nicolas Samparisi vale molto, ha il significato di una conferma che il lavoro premia sempre e che i sacrifici costanti valgono qualcosa. Nicolas e Lorenzo Samparisi hanno una storia particolare che si arguisce scorrendo gli ordini di arrivo delle principali gare internazionali: loro li trovi quasi sempre, non solo in Coppa del mondo, spesso partecipano anche alle altre challenge, quelle che sembrano essere territorio quasi esclusivo di belgi e olandesi.

Una scelta del genere non è una mancanza di fiducia nel movimento italiano, ma un investimento ed è lo stesso portacolori della Ktm Alchemist Powered by Brenta Bikes – Selle SMP, 29 anni, quando ormai i fasti di Variano sono già diventati patrimonio della memoria (nella foto di apertura è intirizzito dopo l’arrivo), che tiene a sottolinearlo.

«Le gare italiane – dice – è normale che abbiano un ritmo, una qualità diversa. Per crescere bisogna confrontarsi sempre con il meglio che c’è, anche se questo costa quattrini e soprattutto sconfitte. E’ un sacrificio anche passare tanti giorni lontano da casa, ma è la scommessa che abbiamo fatto anni fa e che non rinneghiamo».

Samparisi Variano 2022
Nicolas Samparisi in gara a Variano, dove ha chiuso 3° a 1’05” dal vincitore Dorigoni
Samparisi Variano 2022
Samparisi in gara a Variano, dove ha chiuso 3° a 1’05” da Dorigoni
Quando avete iniziato questa “politica”?

E’ stato almeno 6 anni fa. Prima abbiamo optato per il calendario svizzero, considerando che il livello qualitativo era abbastanza simile al nostro, poi abbiamo allargato gli orizzonti e puntato al massimo possibile, al livello della Coppa del mondo. Col passare del tempo notavamo che le nostre prestazioni miglioravano progressivamente finivamo sempre più avanti negli ordini d’arrivo.

Quando hai iniziato a fare ciclocross?

Sin da esordiente, prima io e poi Lorenzo. Inizialmente d’inverno facevamo sci di fondo, lo abbiamo abbinato al ciclocross, ma poi la passione per le due ruote ha preso il sopravvento. D’inverno ciclocross e dalla primavera Mtb, ma anche se ci sono punti in comune (il fuori giri che ti dà l’attività invernale è fondamentale sulle ruote grasse) non abbiamo mai visto il ciclocross come propedeutico alla mountain bike. Noi siamo ciclocrossisti a tutto tondo…

Samparisi Svizzera 2021
Samparisi, qui in Svizzera, privilegia le gare internazionali, girando tutta l’Europa (foto Radsport)
Samparisi Svizzera 2021
Samparisi, qui in Svizzera, privilegia le gare internazionali (foto Radsport)
Il vostro girare per l’Europa vi porta ad essere fra i più esperti del panorama italiano, eppure le vostre presenze in nazionale sono abbastanza ridotte…

Non l’abbiamo mai sentita come un’esclusione per partito preso, anche se non posso negare che qualche volta è pesato. Noi siamo andati avanti per la nostra strada senza sentire quel che dicevano gli altri e piano piano i risultati sono arrivati. E con quelli anche la convocazione e la maglia azzurra.

Quali sono i percorsi dove ti trovi più a tuo agio?

Sono un ciclocrossista in evoluzione. Quest’anno ad esempio penso di aver perso qualcosa nei tracciati più semplici e veloci ma di essere migliorato molto su quelli tecnici e più duri. Certamente c’è ancora molto da fare.

Come sono i tuoi rapporti con Pontoni?

Ci sentiamo spesso, è stato un grande campione e ha sempre consigli utili. Anche dopo l’italiano mi ha parlato e indicato su che cosa lavorare per l’anno prossimo. Ho una grande stima del suo pensiero.

Samparisi nazionale 2021
I suoi buoni risultati di quest’anno l’hanno riportato in nazionale in Val di Sole (foto Previsdomini)
Samparisi nazionale 2021
Quest’anno è tornato in nazionale in Val di Sole (foto Previsdomini)
Tu abbini la tua attività agonistica a quella di preparatore: sei tu che curi le tabelle di Francesca Baroni?

Sì, come le mie e quelle di Lorenzo. Questo è stato un anno difficile per lei, a livello psicologico e fisico prima ancora che tecnico. Con lei abbiamo potuto iniziare effettivamente la preparazione solo a fine settembre, dopo l’incidente su strada e i problemi con la società, così è venuta a mancare completamente la fase dei lavori lunghi e della palestra. E’ stato un continuo inseguimento della condizione, con qualche bel picco come i due secondi posti conquistati in Slovacchia, ma anche un rendimento generale non all’altezza del suo valore.

Pensi che le polemiche dei mesi scorsi abbiano lasciato strascichi?

Forse qualcosa, perché in alcune occasioni non l’ho vista motivata al 100 per cento. Ne abbiamo parlato, anche dopo la gara tricolore, sappiamo che cosa fare per il prossimo anno di ciclocross nel quale sono sicuro che vedremo una Baroni ben diversa.

Samparisi Allievi
Nicolas e Lorenzo, uniti già da Allievi, qui primo e secondo al campionato lombardo
Samparisi Allievi
Nicolas e Lorenzo, uniti già da Allievi, qui primo e secondo al campionato lombardo
Sarai tu il preparatore anche per la stagione su strada?

Questo è un argomento che Francesca deve chiarire con il team della strada: lei vorrebbe continuare con me, ma se l’impostazione della squadra è quella di avere un preparatore proprio, allora troveremo una soluzione.

Tu intanto che cosa farai d’ora in poi?

Ancora un paio di gare di ciclocross e poi una breve sosta, una decina di giorni per ricaricare le batterie prima di buttarci a capofitto nella mountain bike, dove il primo obiettivo sarà il campionato italiano marathon di giugno in Liguria. Se dovessi dire un sogno, è quello di vestire la maglia azzurra a europei e mondiali, starà a me dimostrare che non un’utopia.

Il cittì: «Ottimi segnali dagli junior, ma ora serve più strada»

10.01.2022
5 min
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Fuori inizia a scurire e piano piano la carovana del campionato italiano di cross si scioglie. Daniele Pontoni (in apertura con il presidente Fci Dagnoni) fa un po’ il cittì e un po’ gli onori di casa. Il weekend lungo a Variano di Basiliano è andato come meglio non si poteva sperare e la vittoria di Jakob Dorigoni fra gli elite ha chiuso le gare, proiettando chi ci sarà verso i mondiali. La Coppa del mondo in Olanda sarà solo per gli elite e l’Italia non andrà. Si farà invece un passaggio in Francia a Flamanville con gli under 23 e poi si penserà al mondiale.

«Ai mondiali lui lo porto – dice il cittì friulano ammiccando verso Toneatti lì accanto – e porto anche la Persico, questo ve lo dico subito».

I due hanno vinto rispettivamente fra gli under 23 e le donne elite, logico aspettarsi la loro presenza a Fayetteville.

A Variano presenti anche Amadori, cittì degli U23, il team manager Amadio e Mario Scirea. A sinistra, Luigi Bielli
C’erano anche Amadori, cittì U23, il team manager Amadio e Scirea. A sinistra, Bielli

La macchina organizzativa

Il friulano si divide tra i due ruoli, come organizzatore e tecnico della nazionale. E anche se fa di tutto per tenere i due ruoli separati, si capisce che per il DP66 sia sempre lui il riferimento, anche se magari senza un ruolo specifico.

«Per quello che ho sentito, sono stati tutti contenti – dice il cittì azzurro – gli atleti, le squadre. E’ bello, perché ci abbiamo messo tanto impegno, ma c’è stata gente che si è impegnata molto per questo e non sono io. Io posso aver coordinato una parte di questi lavori, ma il presidente della DP66 Bevilacqua, Luisa e il presidente della Varianese hanno fatto una cosa davvero importante. Abbiamo messo d’accordo cinque società. Tanta gente del paese che ha creduto a questo evento».

La forza degli juniores

Un bilancio dell’evento è però possibile anche in chiave tattica. E qui Pontoni traccia quella che potrebbe essere la linea futura per il cross italiano.

«Il Daniele cittì – dice – è molto soddisfatto per la categoria juniores. Vedere tre atleti del primo anno nelle prime tre posizioni e poi con Paletti subito dopo è motivo di grande soddisfazione. Ci sarà qualche junior in più al mondiale rispetto a quello che avevamo pensato a inizio stagione. Sono il nostro punto di forza, perché c’è stata un’inversione di tendenza. Sono stati la categoria con più partenti, mentre prima perdevamo parecchio. Avevamo buoni numeri fra esordienti e allievi e poi calavano».

I “figli” di Zanolini Bike

Due ragazzini hanno vinto con un impeto e una fame fuori dal comune. Samuele Scappini, su Paccagnella e Prà fra gli uomini. Sophie Auer fra le ragazze, con la stessa maglia di Paccagnella: quella del team Zanolini. E qui scatta la sorpresa. Perché al pari di quanto accaduto ieri con Francesco Cingolani, riabbracciare Cristian Zanolini è stato una vera “carrambata”. Lo avevamo conosciuto da dilettante con la maglia Zalf e poi da pro’ alla Carrera e la Jolly. Oggi assieme a suo fratello Gerry manda avanti il negozio di bici a Bolzano e ha creato la squadra juniores di cross, per non far smettere quei 12 allievi di secondo anno in cerca di una maglia.

«Non me lo aspettavo – dice Auer – c’erano tante ragazze forti. E’ stata una gara bella. Corvi e Fontana sono due avversarie che vanno molto forte, dovevo dare tutto, per arrivare da sola. Da domani finalmente per un po’ mi riposerò e fra due settimane inizierò a pensare alla mountain bike».

Partito per vincere

Di Scappini vi avevano già mostrato qualcosa, avendo parlato di lui con Giancarlo Montedori nel pezzo sul Team Fortebraccio di cui il fresco tricolore juniores indossa la maglia.

«Dall’inizio ho visto che lo avevo nelle gambe – dice – e ho aspettato gli ultimi due giri per vedere se riuscivo a staccarli. Il percorso era molto bello per uno con le mie caratteristiche. Ho rimontato posizioni su posizioni e negli ultimi giri ho provato ad andare via. Devo dire grazie ai miei compagni e a Giancarlo Montedori, che è un allenatore eccezionale. Mi ha cresciuto quasi da piccolo. Sono veramente contento. Questa maglia è un sogno, era il mio obiettivo».

Più corse su strada

Si sta ricostruendo la base, ma non si può fare restando nell’ambito ancora limitato del cross: c’è bisogno di collaborazione e di una svolta sul fronte dell’attività estiva. E qui Pontoni rispolvera il tema che nelle scorse settimane avevamo affrontato anche noi.

«Speriamo che questa tendenza – dice – continui anche nelle categorie più alte. E che le squadre, prendendo spunto da quel che succede all’estero, metteranno a disposizione i loro team per i nostri specialisti. Noi intanto dobbiamo attingere ai giovani. Farci supportare dai Comitati regionali e dalle società sportive. E’ un percorso lungo, ma come si è visto, con il lavoro di squadra si può fare tanto. Ne parlavamo stamattina con Amadori e Amadio, il team manager delle nazionali. Dobbiamo far correre i nostri ragazzi di più su strada, devono fare le corse a tappe. Non è una cosa nuova, lo facevamo anche noi quando correvo. Ho avuto un grande maestro come Edi Gregori con cui abbiamo ottenuto grandi risultati. La strada è già tracciata. Bisogna seguirla»

Bertolini Variano 2021

Tricolori di ciclocross, parola a chi ha già vinto…

06.01.2022
5 min
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Questi sono giorni che per alcuni hanno un sapore particolare. Sono gli ultimi giorni nei quali si indossano le maglie tricolori di ciclocross, che domenica verranno rimesse in palio a Variano di Basiliana. Alcuni si rimetteranno in gioco per mantenerla, altri la riporranno nell’armadio come ricordo di un passaggio importante nella propria carriera. E’ un rituale che ripete ogni anno, ma che mantiene sempre il proprio fascino.

In queste giornate di allenamento, di preparazione della trasferta, di studio del nuovo percorso ogni occhiata a quella maglia raccoglie un misto di nostalgia e speranza, anche in chi l’aveva già vestita e sa bene quali emozioni sappia regalare.

Lecce, la grande rivincita di Bertolini

Per Gioele Bertolini, ad esempio, quella conquistata ai tricolori dello scorso anno ebbe un forte senso di riscatto: «Fu una grande rivincita, venivo da un anno disgraziato, con un bruttissimo incidente in Mtb che mi aveva praticamente fatto saltare tutta la stagione offroad e rischiava di compromettere anche quella sui prati».

Che cosa rappresenta indossare quella maglia?

E’ un grandissimo onore prima di tutto e questo senso lo avverto ogni volta che la indosso. Quella del 2021 non è stata la prima, ma ogni volta è come se lo fosse. Poi, quando si gareggia all’estero, è palpabile l’effetto che fa, negli avversari, in chi guarda, ancor più nei nostri connazionali che vivono lì. Gli stessi corridori ti guardano con occhi diversi, magari anche con un po’ d’invidia.

Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Che cosa è cambiato in questi 12 mesi?

Ho avuto più continuità, sicuramente arrivo alla gara di Variano con una condizione ben diversa da quella del 2021. Mi sento molto più pronto, mi spiace solo che le buone sensazioni vissute in corsa non si siano tradotte in risultati a causa di piccoli problemi, un po’ di sfortuna, ma la scelta di aver privilegiato la stagione estera penso che paghi alla lunga.

Conosci il percorso di gara?

Ci ho disputato e vinto il Campionato Triveneto dello scorso anno (nella foto di apertura di Alessandro Billiani), è un tracciato molto tecnico e vario che si adatta bene alle mie caratteristiche. Lo preferisco asciutto, ma anche con la pioggia penso di poter andare bene.

Arzuffi e il rispetto per la maglia

Alice Maria Arzuffi si prepara a una grande battaglia. Si ha un bel dire che le principali protagoniste della gara elite di domenica (lei, la Lechner, la Persico) sono tutte dello stesso team, fuori si è amiche ma in gara si punta tutte allo stesso obiettivo, ancor di più ai tricolori. Anche la ragazza di Seregno aveva già indossato la maglia: «Però mai da Elite, per questo la vittoria dello scorso anno ha un sapore particolare».

Alice è abituata a seguire il calendario estero, anzi forse proprio questo fattore ha dato un sapore in più a quest’annata tutta tricolore: «E’ una grande soddisfazione indossare quel simbolo nelle gare più prestigiose in giro per l’Europa, è qualcosa che si nota sempre e chi ha indosso una maglia di campione nazionale ha quasi una forma di rispetto in più da parte delle altre. Per me ha un valore molto importante».

Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Che cosa ricordi in particolare della gara di 12 mesi fa?

La cosa che più mi è rimasta impressa è la sensazione che provavo sulla mia pelle quando mi sono ritrovata davanti a tutte, da sola. Mi dicevo di rimanere concentrata e non fare errori perché si stava avvicinando qualcosa di veramente bello.

Ti dispiace un po’ doverla mettere da parte?

No, anzi è qualcosa che mi dà maggiore spinta per i tricolori di domenica, perché se ci sono riuscita allora posso ripetermi.

Che cosa sai del tracciato friulano?

Non ci ho mai corso, so che è abbastanza tecnico e duro, ma so anche che sarà fondamentale affrontarlo in prova con il massimo dell’attenzione, fermandosi a ogni difficoltà tecnica, cercando di capire e memorizzare tutte le linee di gara per non farmi trovare impreparata.

Olivo, il grande assente

E’ curioso il fatto che Brian Olivo ai Tricolori di Variano di Basiliana non ci sarà, è l’unico campione nazionale che non difenderà il titolo, per la scelta del team di fargli saltare tutta la stagione sui prati per preparare la strada. Olivo ha cambiato categoria, avrebbe dovuto correre fra gli under 23. Perlomeno ha avuto la possibilità di indossarla, quella maglia, non solo sul podio di Lecce: «Dopo la rassegna tricolore feci in tempo a disputare due gare, almeno ho vissuto quella sensazione così particolare e viva. Sapevo che poi avrei dovuto riporla, per questo mi ha fatto particolarmente piacere».

Riguardandola, che cosa provi?

E’ il simbolo di qualcosa che si è conquistato e che resterà, che nessuno potrà portare via. Quando corri nelle categorie minori c’è lo svantaggio che, se sei al secondo anno, non potrai indossarla nella stagione successiva, avviene fra gli esordienti, allievi e anche da junior. Resta però dentro la sensazione di qualcosa di bello.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo in maglia tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Anche tu hai un ricordo particolare legato a quella giornata di un anno fa?

E’ un misto di sensazioni, mi sono passati per la mente mille pensieri, i sacrifici fatti per conquistarla, la rabbia per i problemi affrontati per arrivarci, tutto ha contribuito a quella vittoria. Devo dire grazie al mio preparatore Alessio Mattiussi e alla mia famiglia perché quello è stato un punto fermo della mia carriera.

Domenica a Variano non ci sarai, ti dispiace non poterti giocare un’altra maglia?

Ho imparato sulla mia pelle che le maglie tricolori hanno un valore enorme in qualsiasi disciplina vengano conquistate, quindi se quest’anno non ho potuto giocare le mie carte nel ciclocross, lo farò sicuramente su strada e su pista, potete star certi che quello è un mio obiettivo, spazio nell’armadio ce n’è…

Variano tricolori 2021

Pontoni, spiegaci il percorso dei Tricolori di cross

03.01.2022
5 min
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Variano di Basiliana è pronta ad accogliere i Campionati Italiani, il prossimo weekend sarà quello centrale per tutta la stagione nazionale sui prati, l’obiettivo di moltissimi atleti. Per l’occasione il piccolo centro friulano si veste a festa, perché la kermesse dei tricolori prenderà il via il 7 gennaio per durare ben tre giorni.

Daniele Pontoni, il nuovo cittì della nazionale italiana, è da quelle parti un autentico mito e non potrebbe essere altrimenti. L’ex iridato ha direttamente contribuito alla creazione del tracciato di gara e lo conosce come le sue tasche, oltretutto sa bene che quel test sarà fondamentale, l’ultimo appello disponibile per rimettere in discussione le candidature per le convocazioni in vista dei mondiali americani.

Pontoni 2021
Il cittì Pontoni ha disegnato il percorso tricolore pensando anche ai prossimi mondiali
Pontoni 2021
Il cittì Pontoni ha disegnato il percorso tricolore pensando anche ai prossimi mondiali

Percorso tecnico ma poco fangoso

Nel disegnare il percorso, Pontoni ha badato sia agli aspetti tecnici che alla varietà: «Nella prima parte è molto filante, i primi 400 metri sono larghi per permettere che ci sia un po’ di selezione al via, 280 sono in asfalto. Sarà sicuramente una lunga volata iniziale. Poi si entra in un campo di soia, che potrebbe essere l’unica parte a risentire minimamente di eventuale pioggia, per il resto il percorso è perfettamente drenante e non dovrebbe causare tanto fango.

«Uscendo dal campo di soia, il tracciato diventa davvero duro, con tanti saliscendi, due rampe che i corridori conoscono bene per le precedenti edizioni delle gare: la prima si affronta a piedi, la seconda farà la differenza perché i più capaci potranno anche completarla in sella. C’è poi una scala con 30 gradini e una parte con altre scale artificiali che costituisce la novità dell’edizione di quest’anno. Finale in contropendenza con discesa e risalita a S».

Percorso tricolori 2021
Un passaggio del percorso tricolore, rimasto quasi identico a quello di gennaio 2021
Percorso tricolori 2021
Un passaggio del percorso tricolore, rimasto quasi identico a quello di gennaio 2021
E’ un percorso pensato anche in funzione dei mondiali?

Diciamo che è un tracciato completo e per certi versi ricorda anche quello di Fayetteville. L’arrivo è stato completamente ridisegnato, posizionandolo direttamente sulla provinciale. Per emergere bisogna essere davvero al massimo della propria forma, è un percorso completo. Volevo che premiasse coloro che davvero hanno le condizioni per far bene anche in campo internazionale, poi naturalmente dovrò prendere in esame non una singola gara, ma tutto il complesso della stagione.

Dicevi che non ci sarà fango…

Le previsioni danno bel tempo, ma chiaramente mancano ancora giorni e non si può avere la certezza. Certamente con la pioggia diventerebbe ancora più tecnico e selettivo, ma senza eccessi com’è capitato di vedere in ambito internazionale.

Bertolini Variano 2021
A gennaio 2021 Variano ha ospitato il campionato triveneto, vinto da Gioele Bertolini (foto Alessandro Billiani)
Bertolini Variano 2021
A gennaio 2021 Variano ha ospitato il campionato triveneto, vinto da Gioele Bertolini (foto Alessandro Billiani)
Quando si arriva ai campionati italiani si fa un punto della situazione. Sei rimasto soddisfatto di questa prima parte all’estero?

Fino alla tappa di Coppa del mondo a Namur sicuramente sì, siamo andati bene e i risultati degli juniores sono lì a dimostrarlo. A Dendermonde era un percorso completamente avverso alle nostre caratteristiche, con un mare di sabbia dove rimanere in sella era un’impresa e infatti soprattutto nella gara junior maschile c’è stata un’ecatombe di cadute. Fra le ragazze la Venturelli senza uno scivolone evitabile sarebbe arrivata anche più avanti, ma quella gara così contraria ci ha detto cose importanti.

Cioè?

I nostri ragazzi al cospetto degli avversari mancano di potenza, non solo nei confronti di belgi e olandesi, ma anche di altri Paesi. E’ un aspetto sul quale dobbiamo lavorare. Comunque da quel che si è visto, nessuno arriva a gennaio in fase calante di forma e questo è un aspetto importante. La cosa che a Dendermonde mi ha fatto arrabbiare è che qualcuno, visto che la gara andava male, ha tirato i remi in barca e ciò non lo accetto – aggiunge Pontoni un po’ risentito – Chi ha sbagliato è stato ripreso e ne terrò conto, perché la maglia della nazionale va onorata al massimo, sempre e comunque, con il massimo impegno.

A Variano si attende un’autentica invasione di ciclocrossisti…

Il numero è un segnale importante, anche se vedere al via 500 e passa corridori non è una sorpresa ormai, il movimento da questo punto di vista è sano e sempre in crescita. Deve passare il messaggio che il ciclocross è una disciplina ideale per i ragazzi, per farli pedalare in sicurezza mantenendo tranquilli i genitori, lontani dai pericoli del pedalare nel traffico. Si gareggia in percorsi chiusi, a Variano addirittura la gara è su un colle che altrimenti si raggiunge solo a piedi…

Variano presentazione 2021
La presentazione della rassegna tricolore di Variano di Basiliana, che scatterà venerdì 7 per concludersi domenica 9
Variano presentazione 2021
La presentazione della rassegna tricolore di Variano di Basiliana, che scatterà venerdì 7 per concludersi domenica 9
Nelle ultime settimane il tema del rapporto conflittuale fra strada e ciclocross è tornato in auge.

Io ho iniziato il mio lavoro da poco, quando già la stagione stava per iniziare. Resto ottimista, i contatti che ho già avuto confermano la mia impressione di una cultura che sta iniziando a cambiare, ma molto va fatto, per trasformare la mentalità imperante soprattutto in certi team. Comunque già dal prossimo anno potremo vedere qualche professionista in più fare ciclocross e questo sarebbe importante come esempio per i più giovani.

Hai già in mente la nazionale per Fayetteville?

Nella sua intelaiatura sì. Non faccio nomi, ma sarà una formazione composta da 10-12 corridori, non di più.

Manca ancora un mese, dopo le ultime uscite hai ancora fiducia in qualche responso positivo?

Più che mai. Dendermonde da questo punto di vista non fa testo, era un percorso lontano anni luce da quello americano. La stagione ha detto che fra gli junior possiamo dire la nostra, fra gli Under 23 anche, le ragazze Elite hanno centrato a ripetizione la Top 10 e anche qualcosa in più. La situazione difficile resta al massimo livello maschile, ma questo lo sapevamo.