Una sorta di trasferimento tecnico non da poco, perché tutto cambia. Escono di scena le ruote Corima e sono arrivate le Campagnolo con la predisposizione tubeless, con diverse opzioni e profili dei cerchi. Via i tubolari Michelin ed entrano i tubeless Vittoria. Sulle bici Look della Cofidis c’è un bel po’ di Italia.
Ancora una volta andiamo alla ricerca di quei dettagli tecnici (ancora da scoprire per quello che concerne i feedback degli atleti) nuovi di questo inizio stagione. Abbiamo chiesto alcuni feedback a Martina Alzini che corre nel team francese dal 2023.
Coinvolti nel progetto
Alzini abita a meno di un’ora dalla sede di Vittoria ed il quartier generale di Campagnolo a Vicenza non è poi così lontano. La intercettiamo al termine di una intensa giornata nel Velodromo di Motichiari.
«Quando è stato ufficializzato l’accordo tra Vittoria, Campagnolo ed il team – dice, molto motivata – siamo stati invitati a Brembate, una visita in azienda certo, ma anche una giornata informativa dove gli staff tecnici ci hanno mostrato una serie di analisi, dati, numeri e risultati. E’ stato motivante. In primis lo ritengo un passaggio fondamentale della mia attività, secondo perché è davvero interessante fare parte di un processo di crescita ed evoluzione. Ho percepito un coinvolgimento particolare che arriva con una sorta di conferma da Cedric (Vasseur, manager del Team Cofidis, ndr) il quale vede questo accordo, non solo come una partnership, ma un pacchetto votato ad offrire una nuova immagine, sempre più competitiva, performante e ricercata».
Hai avuto modo di mettere alla frusta i nuovi componenti?
Solo in parte, perché da una parte ci sono le tante ore di attività in allenamento e le ore di bici fatte durante i ritiri. Dall’altra, a mio parere, il giudizio principale ed una sorta di confronto con il passato arriva nel momento in cui ci sono più giorni di gare a disposizione. Sono le competizioni che danno il vero polso della situazione. Ad oggi ho fatto solo una corsa.
Ti sarai fatta un’idea
Spunti interessanti sulla scorrevolezza, soprattutto nei lunghi tratti pedalati, in discesa e dove c’è da fare velocità. Diciamo che soprattutto le ruote confermano la loro nomea.
Scorrevoli?
Scorrevolissime. Per me è una prima volta sulle ruote Campagnolo, su strada non le avevo mai usate, mentre su pista sì. Posso dire che in tutto questo comparto, ruote e gomme, i tecnici del team hanno anche ascoltato i corridori che l’anno passato avevano chiesto maggiori performance. E’ arrivato un binomio tutto nuovo e credo che sia proprio la combinazione a fare la differenza.
Hai usato profili diversi?
Abbiamo fatto qualche prova, anche con i ragazzi, ma di solito io tendo ad usare profili da 60 o simili. Coquard ad esempio non si è fatto mancare le 80 e ha vinto in Australia.
Capitolo tubeless, ti sei già fatta un’idea precisa?
Su strada per me è una cosa tutta nuova, ma porto con me una specie di feeling che mutuo dalla pista, una sorta di affinità. Nei mesi che hanno preceduto le Olimpiadi abbiamo sempre utilizzato i tubeless e dal punto di vista di tecnico lo ritengo un vantaggio non da poco, considerando che c’è molta differenza tra i tubolari usati fino all’anno passato ed i tubeless che abbiamo in dotazione oggi.
Solo feeling oppure c’è dell’altro?
Oltre alle ruote Corima con predisposizione al tubolare, abbiamo quasi sempre utilizzato tubolari da 25, relativamente piccoli, soprattutto se contestualizzati nelle gare del Nord con fondi impegnativi. Poche volte i 28, quindi a monte c’è anche un fattore tecnico non secondario. I tubeless che abbiamo sono da 28 in avanti.
La prima cosa che hai percepito usando i tubeless su strada?
Ribadisco che a mio parere è il binomio ruote/gomme a fare una grande differenza, ma di getto direi la grande tenuta in curva, al pari di una sensazione di sicurezza e di avere sempre un po’ di margine.
Il comfort?
Più che il comfort inteso come comodità mi spingo a dire una maggiore confidenza e perché no, quel comfort piacevole che non guasta dopo tante ore di bici.