Ruote Bora Ultra WTO Disc Brake, due ali sotto la bici

15.10.2021
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Velocità, prontezza di risposta, comfort: nelle Campagnolo Bora Ultra WTO Disk Brake ogni sensazione è esaltata al massimo. La casa veneta ha migliorato ancora di più la sua storica ruota aero. E lo ha fatto intervenendo sui particolari, come l’attacco delle niplles e la larghezza del cerchio.

Per la prima volta le abbiamo viste in gara alla Milano-Sanremo. Erano sulla bici di alcuni corridori della UAE. Ma altri pro’ le stavano utilizzando sin dai ritiri invernali, come Matteo Trentin che a quanto pare è uno dei corridori più sensibili. Proprio a lui è stato affidato uno dei primissimi set.

Canale largo

Ma veniamo alle ruote. Queste sono disponibili in tre misure: 33, 45 e 60 millimetri. La sigla WTO è l’acronimo di Wind Tunnel Optimized, vale a dire che sono state studiate partendo dalla galleria del vento, ma ottimizzate per la realtà dove l’impatto con l’aria non è mai perfettamente frontale e stabile. Si tratta di un cerchio in carbonio ad alto modulo unidirezionale. Il canale interno è da 19 millimetri (abbastanza largo) e questo agevola l’utilizzo delle coperture odierne che sono più larghe. Si può montare fino ad un 28 millimetri.

Ma una vera chicca è lo stampo “preforato” per il passaggio dei raggi e l’alloggio delle niplles. Questa soluzione conferisce al cerchio una elevatissima compattezza. In poche parole non è indebolito da un foro fatto in un secondo momento. Si ha la sensazione che la ruota sia un “blocco unico” in tutti i suoi componenti.

 

Mozzi e raggi

Per quanto riguarda il mozzo, questo è il classico e collaudato Cult di Campagnolo: quindi cuscinetti USB ceramici ad alta resistenza all’usura e alla temperatura. Il cuscinetto raggiungendo temperature meno elevate si dilata meno e non fa troppo attrito. La sua struttura è in alluminio, con la la forma a clessidra che, in galleria del vento, si è visto ridurre le turbolenze. Mozzo che, chiaramente, è compatibile con il perno passante, ormai “imposto” dal freno a disco.

E poi ci sono i raggi. Questi sono 24 sia all’anteriore che al posteriore, entrambi con la raggiatura G3, ma la loro disposizione è differente. Davanti sono radiali, dietro due raggi sono incrociati e uno è radiale per ciascun “distretto”. Inoltre, all’anteriore i raggi a sinistra sono il doppio di quelli a destra. E questo garantisce una frenata bilanciata e sicura in ogni condizione.

Ma la vera perla, come accennavamo, è l’innesto delle niplles nel cerchio. Questo avviene tramite la tecnologia Aero Mo-Mag. Il raggio s’innesta nel cerchio con un rinforzo e ne consegue che la ruota è molto pulita, aerodinamica e anche molto rigida.

Accelerazione istantanea

Noi abbiamo provato la versione da 45 millimetri, la più versatile e quella più richiesta dai corridori, visto che la 33 millimetri si usa ormai solo per tappe con salite estremamente dure. E visto che il suo peso è di 1.520 grammi (660 grammi l’anteriore; 765 grammi il posteriore) è piuttosto contenuto se si pensa che si parla di tubeless e freno a disco.

La prima cosa che ci ha colpito è la loro capacità di accelerare: sia quando si parte, che nei rilanci. Non è tanto la famosa reattività ad averci colpito quanto la facilità che si ha di fare velocità. Si ha una sensazione di leggerezza nell’aumentare il ritmo. Tuttavia, quando si è poi lanciati queste Bora non perdono impulso. Se si molla un po’ continuano a scorrere bene. Il prezzo indicato da Campagnolo parte da 2.292 euro la coppia.

Ma per apprezzare a fondo una ruota, contano anche le coperture. Noi avevamo dei tubeless Vittoria Corsa Graphene 2.0 da 25 millimetri. Gonfiati anche abbastanza bene (circa 7,5 bar) considerato il nostro peso (appena sopra ai 60 chili) e la tenuta è sempre stata ottimale. Idem il comfort. Ma in tal senso contano anche il perno passante… e la bici.

Testate su una Basso

Abbiamo testato le Campagnolo Bora WTO Disc Brake su una Basso Diamante Sv, una vera fuoriserie del made in Italy. SV è l’ormai nota sigla del marchio veneto e sta per Super Veloce, ma anche super versatile. Linee pulite, ma al tempo stesso un telaio molto robusto con sezioni relativamente “triangolari” che la rendono molto rigida.

Anche qui l’aerodinamica regna sovrana, sia per il disegno dei tubi stessi che per l’assenza totale di cavi esterni. Inoltre la piccola “carenatura” che sporge dietro al piantone e da cui partono i pendenti del carro, aiuta a scaricare l’aria. 

Curatissimo l’avantreno: la forcella ha un rake molto raccolto e anche questo contribuisce a rendere la Diamante un fulmine. Si potrebbe pensare però ad una difficoltà in discesa, invece il pacchetto ruote, bici e gomme è pressoché perfetto. Noi siamo sgusciati via bene sia nelle curve veloci che in quelle più strette.

Montaggio top level: gruppo Campagnolo Super Record Eps, sella Selle Italia Flite, manubrio, attacco e reggisella made in Basso. Prezzo della Diamante SV così allestita è di 12.388 euro.