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Come abituarsi al grande caldo? Ce lo spiega “doc” Pollastri

02.08.2023
4 min
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OPOLE – Quando si va al di sopra dei 30 gradi le cose cambiano di netto per i corridori. E’ quel che abbiamo visto al Tour de France (il caso Pogacar è forse il più emblematico) e in molte gare di questo scorcio di stagione. Abituarsi al caldo pertanto è fondamentale per evitare il temuto calo di prestazioni.

Nell’era del ciclismo che nulla lascia al caso, i corridori curano anche questo aspetto. Il dottor Luca Pollastri, della Jayco-AlUla, ci spiega quali metodi applicano gli atleti della sua squadra per ovviare a questa problematica.

Luca Pollastri, medico della Jayco-AlUla
Luca Pollastri, medico della Jayco-AlUla
Dottor Pollastri, qui in Polonia non fa caldo, però veniamo da corse in cui il solleone si è fatto sentire. Lo abbiamo visto al Tour de France, dove c’è stato soprattutto un elevato tasso di umidità: ebbene come si abituano i corridori al caldo? Si fanno degli allenamenti specifici? 

C’è gente che in passato si è anche allenata in sauna, ma noi non l’abbiamo fatto. Tuttavia abbiamo impostato delle strategie che prevedono una sorta di acclimatazione, o comunque di adeguamento al caldo, utilizzando ad esempio la sauna nell’arco della giornata (ma senza bici, ndr) oppure utilizzando le ore più calde per uscire proprio per simulare le condizioni che si troveranno in gara. Si creano degli adattamenti i cui benefici poi si sentono durante la competizione.

L’abbigliamento gioca un ruolo sempre più importante sia per l’aerodinamica che per la termoregolazione. Ci sono maglie e pantaloncini sempre più sottili e traspiranti. Magari i corridori si allenano con qualcosa di leggermente più pesante per poi indossare appunto quei capi leggeri in corsa?

No, questo devo dire che non ci è capitato. Piuttosto si evita di avere tutte quelle accortezze che si hanno invece in gara. Quei comfort a vantaggio dell’atleta per il caldo appunto.

Quali?

Penso alle “ice socks”, le calze con i cubetti di ghiaccio, che il corridore posiziona normalmente nella regione cervicale dentro la maglia. Oppure all’attenzione che lo staff dedica alla temperatura delle borracce, che sono sempre fresche. Sono portate ad una temperatura tendenzialmente controllata all’interno dei frigo box che abbiamo nelle macchine. Penso alla temperatura sul bus… Tutte cose che non si curano durante gli allenamenti quando i ragazzi non hanno il supporto dello staff. Quindi in allenamento l’acqua sarà un po’ più calda, non avranno il ghiaccio da mettere sulla schiena, non riposano in ambienti ideali… Sono piccole cose che mettono il corpo sotto stress. Stress, che al contrario cerchiamo di evitare o ridurre al minimo durante la competizione.

Tutti i team, qui la Groupama-Fdj, quando fa caldo in corsa distribuiscono le borracce e le calze di ghiaccio
Tutti i team, qui la Groupama-Fdj, quando fa caldo in corsa distribuiscono le borracce e le calze di ghiaccio
Una curiosità dottore, perché quelle calze col ghiaccio si mettono nella zona cervicale? C’è una motivazione specifica?

Perché è una delle zone sicure, non reca danni all’intestino o ad altre parti sensibili. E’ anche una zona che fa percepire un maggior senso di freschezza. E poi la questione è anche molto pratica: questi ragazzi sono in bicicletta, quindi di fatto non abbiamo poi tutti questi punti dove metterle. La zona cervicale pertanto è una posizione comoda dove metterle. Senza contare che, banalmente, il ghiaccio che si scioglie cola verso la parte bassa della schiena e l’area interessata al fresco si allarga e quella gocciolina dà una piccola scossa. Talvolta queste calze vengono posizionate anche anteriormente, sul petto. Ma questo va parecchio a discrezione del corridore.

Quindi ci si abitua al caldo non tanto con allenamenti specifici, quanto togliendo quei rimedi che riducono lo stress.

Esatto.

E invece alla lunga per controbattere il caldo è importante recuperare bene. Vediamo spesso che si immergono nelle nelle vasche di ghiaccio…

Esatto, recuperare bene aiuta in tutto ciò. Per quel che riguarda le vasche di ghiaccio è importante farle nell’immediato post tappa. Basta immergersi per pochi minuti. Si tratta di un’immersione pressoché totale, lasciando fuori ovviamente solo la testa.

L’acqua a che temperatura è?

Le temperature sono basse ma non bassissime. Solitamente siamo un po’ sopra i 10 gradi. Il ghiaccio serve ad abbassare la temperatura dell’acqua che si ha a disposizione.

È molto importante per il recupero dal caldo trovare temperature adeguate al rientro negli hotel. I massaggiatori impostano l’aria condizionata sui 20 gradi
E’ molto importante per il recupero dal caldo trovare temperature adeguate al rientro negli hotel. I massaggiatori impostano l’aria condizionata sui 20 gradi
E quanto ci stanno?

Sui 5′-6′. Quando non si ha la fortuna di avere una vasca di ghiaccio, è ancora più importante che sia ben accogliente il bus.

Ci spieghi meglio…

Al rientro sul bus i corridori devono fare una doccia non particolarmente calda, anzi… Oltre a questo il bus ha una temperatura abbastanza fresca e adottiamo una strategia simile anche negli hotel. Ai ragazzi viene fatta trovare una temperatura definita in modo che l’impatto iniziale sia di un certo tipo, fino a che non vanno a dormire. Per questo gli chiediamo di mantenere l’aria condizionata accesa. Aria che poi devono spegnere nel corso della notte.

Di che temperature parliamo?

Sui 20 gradi, anche se poi dipende un po’ anche dalla temperatura esterna (più è alta e più si alza quella interna, ndr). Quindi direi tra i 20 e i 22 gradi.

Caldo, acqua e carboidrati: un mix complesso

27.06.2023
5 min
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Il sole inizia a ruggire. La parola d’ordine è idratazione. Si beve tanto, ma contestualmente è aumentata la necessità di introdurre liquidi. Ci sono relazioni tra le borracce di sali, di acqua e quelle di maltodestrine? A quanto pare sì e a chiarirci le idee, come spesso accade quando si entra nel territorio dell’alimentazione, è Laura Martinelli, nutrizionista della Jayco-AlUla.

La nutrizionista Laura Martinelli (foto Jayco-ALula)
La nutrizionista Laura Martinelli (foto Jayco-ALula)
Laura, oggi si usano molto i carboidrati liquidi, come si conciliano con l’idratazione ora che fa caldo? La ostacolano? L’agevolano?

C’è da fare una premessa. Più una bevanda contiene carboidrati, più acquista potere energizzante, al tempo stesso però perde in potere idratante. E viceversa. Quindi più una bevanda è concentrata in termini di carboidrati, più mi fornirà energia e meno mi idraterà.

Quindi già abbiamo risposto alla prima domanda: ci sono delle relazioni…

Esatto. Più una bevanda è diluita, diciamo così, quindi con meno carboidrati, e maggiore sarà il suo potere idratante. Come detto mi fornirà meno energia, quindi si tratterà di trovare un certo equilibrio in base alle esigenze del momento. Ora che siamo in estate c’è più necessità di bevande molto idratanti, pertanto si tende a privilegiare quelle meno concentrate.

E come si fa con i carbo?

Essendo più caldo, il corridore beve di più. Anziché bere una borraccia da 80 grammi di carboidrati, nello stesso lasso di tempo ne beve due da 40. Alla fine ingerisce la stessa energia, però con più liquidi e quindi è ben idratato. Poi va detto che oggi c’è talmente tanta varietà di prodotti a disposizione che si può veramente fare un po’ quello che si vuole.

Solitamente quei numeri sulle borracce indicano i grammi di carboidrati presenti. Qui le borracce di Leo Hayter
Solitamente quei numeri sulle borracce indicano i grammi di carboidrati presenti. Qui le borracce di Leo Hayter
Laura, ci rendiamo conto che le variabili possono essere molte, ma si può stimare quanto cala l’apporto di carboidrati nella singola borraccia quando per esempio fa molto caldo? Quando si pedala al di sopra dei 35 gradi?

In realtà i grammi di carboidrati restano gli stessi, sia che faccia caldo, sia che faccia freddo. Per quanto riguarda la singola borraccia si va da un minimo di 20 grammi per borraccia in piena estate, ad un massimo di 80-100 grammi in altri periodi dell’anno. In questo periodo caldo, per mantenere un  buon livello d’idratazione, si usano le borracce con 20 e da 40 grammi di carboidrati.

Il corridore dunque deve bere di più, parecchio di più. Ma ci riesce? Si ricorda di farlo?

Assolutamente sì, si ricorda di bere. Semmai il problema spesso è di natura logistica, perché il percorso non consente numerosi “bottle point” o perché le squadre, specie quelle più piccole, non hanno abbastanza staff. Ai campionati italiani dell’altro giorno per esempio, nonostante il caldo, questo problema non sorgeva in quanto si era in un circuito.

L’acqua resta l’elemento fondamentale per l’idratazione e la refrigerazione del corpo, ma con i prodotti attuali si può ottenere di più
L’acqua resta l’elemento fondamentale per l’idratazione e la refrigerazione del corpo, ma con i prodotti attuali si può ottenere di più
Quindi non bisogna “allenare a bere di più”, non è come d’inverno che ci si deve abituare a ingerire le alte quantità di carboidrati per ora…

Di base il corridore si ricorda di bere. Ma in caso di atleti che non bevono tanto, ci sono degli allenamenti ad hoc per abituarlo a non aspettare la sete.

Quali sono? 

Oltre a fissare dei target di carboidrati in allenamento, si fissano anche dei target di numero di borracce affinché il corridore si sforzi di bere. Deve riuscire a farlo sia per un obiettivo comportamentale (del gesto fisico del prendere la borraccia), sia per lo stomaco, affinché questo si abitui a gestire certi volumi di di acqua. Però devo dire che se fa caldo, generalmente il corridore beve di suo.

Prima hai accennato ad una grande disponibilità di prodotti. Ce ne sono da sciogliere nella borraccia che contengono sia i sali che i carboidrati?

Sì, ci sono dei prodotti che hanno sia i carboidrati che gli elettroliti e sono prodotti già formulati. E questa è una cosa importante perché evita di fare dei mix artigianali poco equilibrati. Quelli confezionati hanno una tolleranza intestinale già testata.

In commercio ci sono già dei prodotti che mescolano nelle giuste dosi, sali minerali e carboidrati
In commercio ci sono già dei prodotti che mescolano nelle giuste dosi, sali minerali e carboidrati
Niente piccolo chimico insomma!

Esatto, altrimenti si rischiano mal di pancia e brontolii fino alla diarrea. Quindi non è qualcosa da improvvisare.

In tutto ciò la cara vecchia Coca Cola ha una sua valenza? Rientra nel computo dell’idratazione e dei carbo?

Direi di no. E’ più un extra. La Coca Cola è ipertonica nel senso che ha una concentrazione molto elevata di carboidrati, ma sulla carta non ha un potere idratante elevatissimo. Ha molto potere energizzante. La Coca Cola serve più per il contenuto di caffeina, semmai.

Hai detto che più contiene carboidrati e meno la bevanda è idratante. Allora perché non mangiare una barretta o del solido?

Paradossalmente l’acqua da sola idrata meno di una soluzione ipotonica. Se io ho dell’acqua con pochi carboidrati, con quei famosi 20 grammi a borraccia per esempio, otterrò una soluzione che è ancora più idratante dell’acqua liscia. Quando uno dice: «E’ caldo, bevo un sacco di acqua liscia», in realtà commette un errore.

Anatomic Warm: la collezione di Spiuk pensata per il caldo

29.03.2023
4 min
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Il bel tempo e il cambio dell’ora ci portano verso la stagione calda, quella che accoglie tanti ciclisti sulle strade. Spiuk guarda avanti e propone la nuova collezione Warm, pensata per la nuova stagione e nata dalla linea Anatomic. Come suggerisce il nome, si tratta della linea più versatile di Spiuk, capace di adattarsi alle esigenze di qualsiasi ciclista. 

Maglia da uomo

Comoda ed estremamente versatile, proprio per questo è uno dei capi di abbigliamento più venduti e di successo di Spiuk. La fantasia è una caratteristica importante di questa maglietta, disponibile in tanti colori e versioni. 

Il tessuto utilizzato per realizzare la maglia Anatomic è il SensoDryFresh: composto in poliestere, materiale utilizzato per produrre abbigliamento sportivo ad alte prestazioni. Grazie all’elevato numero di filamenti il capo rimane leggero e morbido, il tutto è unito ad una struttura del tessuto che trasporta l’umidità verso l’esterno, favorendo l’evacuazione. La maglia Anatomic è dotata di una rete traspirante che rende questa maglia perfetta anche per i periodi più caldi dell’anno.  Il prezzo è di 59,90 euro.

La maglia della collezione Warm è disponibile anche in versione femminile, leggermente aderente e in stile minimalista
La maglia della collezione Warm è disponibile anche in versione femminile, leggermente aderente e in stile minimalista

Maglia da donna

Indumento minimalista, comodo ed anche in questo caso fantasioso. Una maglia che può essere indossata da qualsiasi ciclista, che sia alle prime armi o più evoluta. Dotata di un taglio aderente, disponibile con e senza maniche, anche questa è confezionata con il tessuto SensoDryFresh. Le caratteristiche tecniche, quindi, sono le stesse della versione maschile: grande traspirabilità e comodità.

Il prezzo di vendita è di 59,90 euro per la versione con le maniche e di 54,90 euro per quella senza. Con taglie che vanno dalla XS alla XXL.

I pantaloncini sono cuciti con tessuto ErgodryFres ed hanno delle fasce di sostegno in silicone nascoste
I pantaloncini sono cuciti con tessuto ErgodryFres ed hanno delle fasce di sostegno in silicone nascoste

Pantaloncini donna

Spiuk presenta, nella versione femminile, anche i pantaloncini Anatomic, anche in colorazione bordeaux in modo da poterli abbinare alle maglie. Un capo dotato di grande versatilità e disponibile in diversi modelli per trovare quello più adatto alle proprie caratteristiche. 

Sono disponibili con bretelle laterali oppure con una sola bretella frontale per maggiore praticità o ancora anche senza bretelle, senza che questo influisca sull’affidabilità della performance. Per questo, tutti i pantaloncini Anatomic impiegano il tessuto ErgodryFresh: di composizione bielastica che fornisce la giusta compressione dei muscoli garantendo una migliore pedalata. La finitura interna liscia lo rende anche estremamente confortevole da indossare

Una parte fondamentale dei pantaloncini è il fondello, il marchio spagnolo utilizza per la gamma Anatomic lo Spiuk 300 Line. Una soluzione che garantisce protezione, adattabilità e libertà di movimento. In vendita a partire da 49,90 euro.

Collezione Kids

Non manca all’appello neppure la maglia Kids e questo dà esattamente la misura di come l’industria tessile legata al ciclismo abbia fatto passi da gigante. Quando chiunque di noi ha iniziato a pedalare, diciamo chi oggi sia almeno maggiorenne, non ha mai potuto scegliere capi così tecnici come la maglia Anatomic Kids. Anche per essa vengono usati tessuti leggeri SensodryFresh, ha due tasche posteriori con fascia rifrangente e la cerniera corta con il tiretto iniettato. Prezzo di 44,90 euro.

Spiuk

Prime corse e grande caldo, non si sfugge ai crampi

25.01.2023
4 min
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Crampi e caldo fuori stagione. Vedere Bettiol alle prese con le odiate contratture e sperimentare il caldo argentino dall’altra parte del mondo ha fatto capire a quali violente sollecitazioni siano sottoposti i corridori nelle corse di inizio stagione. Il caldo da questo punto di vista è un pessimo cliente. Ancora Bettiol e Izagirre furono frenati allo stesso modo alle Olimpiadi di Tokyo, uno su strada e l’altro nella crono, dove caldo e umidità non facevano difetto.

Così stamattina, al riparo dal sole nell’autodromo di Villicum da cui è partita la terza tappa della Vuelta a San Juan, abbiamo chiesto a Emilio Magni, medico dell’Astana Qazaqstan Team, di spiegarci il meccanismo dei crampi. E come mai ad alcuni atleti capitino più spesso che ad altri.

Emilio Magni è medico dell’Astana: ha seguito tutta la carriera di Nibali
Emilio Magni è medico dell’Astana: ha seguito tutta la carriera di Nibali
Dottore, ripariamoci dal sole. Esiste una predisposizione al crampo?

Diciamo che i crampi hanno delle cause multifattoriali, ovviamente. E quindi diciamo che parlando in termini un po’ allargati, si può parlare di predisposizione. Nel senso che per un soggetto alcune condizioni possono predisporre all’insorgenza dei crampi.

Il caldo è la condizione scatenante?

Per quanto ci riguarda, in questo momento è la causa più importante: queste temperature molto elevate, che ovviamente comportano una sudorazione abbondante. La sudorazione comporta una perdita di elettroliti, in particolare sodio, potassio e anche calcio, che sono tutti elementi che rientrano a pieno titolo nella contrattilità muscolare. Per cui quando c’è uno squilibrio idroelettrolitico, cioè tra contenuto di acqua e presenza di minerali, il muscolo diventa un organo bersaglio.

Bettiol al Down Under ha mostrato una condizione super, ma i crampi lo hanno colpito la 2ª tappa
Bettiol al Down Under ha mostrato una condizione super, ma i crampi lo hanno colpito la 2ª tappa
Quindi viene da pensare che, al di là dell’acclimatazione a queste temperature, un supporto di integrazione sia fondamentale.

E’ fondamentale mantenersi molto ben idratati prima di partire. Addirittura non è sbagliato se c’è un po’ di eccesso di idratazione. Tanto è vero che si ricorre per esempio anche all’aumento del dosaggio del classico sale da cucina, il cloruro di sodio. Perché il sodio, circondandosi di molecole di acqua, tende a trattenerle. Quindi quello che in molte altre situazioni può essere uno svantaggio, in questi casi si rivela un vantaggio.

L’atleta che, come dicevamo prima, ha questa predisposizione può fare dei test preventivi per capirlo?

Ci sono dei test, degli esami che ti possono mettere parzialmente in guardia, ad esempio sul controllo degli elettroliti. In più si fa il bilancio idrico della giornata. Tanto è vero che, come molti altri colleghi, la mattina faccio il controllo delle urine, sia per quanto riguarda il ph, cioè il lato dell’acidità, sia la densità urinaria o peso specifico, per valutare lo stato di idratazione. E’ una misura indiretta, però è semplice a farsi e ci dà un elemento importante di valutazione.

Ognuno ha il suo piano di idratazione?

Esatto. Come fra le persone… normali, c’è chi già beve due litri di acqua al giorno, chi invece beve mezzo litro. Quello che ne beve 2, in queste situazioni deve andare a 3 oppure 3,5. Quello che ne beve mezzo non si può accontentare di un litro e mezzo. Volendo dare una percentuale, direi che bisogna idratarsi di un 100 per cento in più.

Altre le cause per i crampi di Scaroni sul Grappa alla Adriatica Ionica Race: il bresciano non correva da mesi e ha pagato lo sforzo
Altre le cause per Scaroni sul Grappa alla Adriatica Ionica Race: il bresciano non correva da mesi e ha pagato lo sforzo
Quando arriva il crampo durante la corsa, partita chiusa?

Se compaiono i segni della disidratazione o comunque un po’ più in generale quelli del classico colpo di calore, nel senso della performance è tardi. Però certamente sul piano della salute no, si fa sempre in tempo a rimediare, facendo una diagnosi precoce.

Questo caldo umido aumenta la propensione al crampo?

L’adattamento influisce. Si viene qui da temperature vicine allo zero e ci si proietta in questo mondo, in questo forno… Quindi sì, l’impatto è violento.

Qui in Argentina quali rimedi adottate?

Quelli che abbiamo detto. Quindi un’idratazione importante e un buon apporto di sali, eventualmente mirato al discorso del sodio. Ma ci sono delle criticità.

Durante la prima tappa in fuga, Tarozzi non ha fatto che vuotare borracce
Durante la prima tappa in fuga, Tarozzi non ha fatto che vuotare borracce
Ad esempio?

Uno dei rimedi per star bene idratati è mangiare verdura e frutta. Però la verdura e la frutta sono molto ricche di acqua, quindi una volta che quest’acqua vegetale entra nell’organismo, va a creare uno squilibrio tra apporto idrico e apporto di sodio. Quindi da una parte ti dà un vantaggio perché ti idrata, ma dall’altra riduce relativamente il contenuto di sodio. Ecco perché si tende anche ad aumentare un po’ il quantitativo di sale.

Un altro caso di coperta corta?

Come per tanti altri aspetti, molto corta, ma bisogna tirarla un po’ da tutte le parti

Super sudore? Quel che conta è saper integrare

01.08.2022
4 min
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Non tutto il sudore è uguale e soprattutto non tutti i corridori sudano allo stesso modo. A tal proposito è necessaria un’integrazione diversa, personalizzata. In questi giorni, per esempio, abbiamo rimarcato più volte il tema delle grandi striature bianche sui pantaloncini di Pogacar, ma come si può ovviare a questo problema? A venirci incontro è la nutrizionista della BikeExchange, Laura Martinelli.

Qualche giorno fa il dottor Andrea Giorgi della  Drone Hopper-Androni ci aveva parlato del sudore da un punto di vista “medico”. Oggi lo facciamo dal punto di vista del reintegro. Ma in questa estate torrida in qualche modo l’argomento resta attuale. E magari è utile anche a qualche lettore praticante.

Laura Martinelli con il cuoco della BikeExchange, Eros Stangherlin: una corretta idratazione passa anche per la cucina
Laura Martinelli con il cuoco della BikeExchange, Eros Stangherlin: una corretta idratazione passa anche per la cucina
Dottoressa Martinelli, come ci si comporta dunque di fronte a soggetti che sudano moltissimo e palesemente perdono tanti sali?

E’ un argomento molto complesso. La composizione del sudore è fortemente individuale ed è di matrice genetica. L’importante è mangiare e bere correttamente. Il trucco, sta nel comprendere le caratteristiche della natura del sudore. Se la mia sudorazione è fortemente salina o se lo è poco.

E come si comprende?

Con osservazioni empiriche come potrebbe essere l’eccesso di chiazza bianca su maglia e pantaloncini, come nel caso di Pogacar ed altri corridori, o casi eclatanti che si notano ad occhio nudo, ma ci sono anche dei metodi più scientifici. E uno di questi è quello di applicare dei cerotti speciali (come sosteneva anche il dottor Giorgi, ndr) e con questi rilevare i range di salinità e studiare una strategia d’idratazione ad hoc.

Si parlava del caso Pogacar e delle sua grandi striature sui pantaloncini, sulla necessità di abbassare la temperatura corporea…

Per me l’argomento va preso dal lato opposto. Non bisogna evitare di sudare o di cercare di far sudare meno il soggetto, perché come abbiamo detto è una questione genetica. Piuttosto bisogna prendere coscienza del problema e agire. Agire prima e dopo lo sforzo e ridurre al massimo il rischio di disidratazione.

E come?

Sostanzialmente bevendo di più prima, durante e dopo lo sforzo, ma con specifiche metodologie. Non è così semplice. Ci sono metodiche nutrizionali per perdere meno sali.

Siamo partiti dall’esempio del grande sudore di Pogacar, ma lo sloveno non era il solo, specie con questo caldo estremo
Siamo partiti dall’esempio del grande sudore di Pogacar, ma lo sloveno non era il solo, specie con questo caldo estremo
Però torniamo al discorso di prima: va individuata la causa dell’eccessiva sudorazione e in particolare di quello specifico soggetto. Come nel caso di Pogacar…

Non solo lui, anche nella nostra squadra abbiamo degli atleti che hanno una sudorazione fortemente salina. E per loro abbiamo sviluppato un’integrazione individuale. Abbiamo lavorato con questi soggetti a casa e alle corse. Abbiamo ricostruito l’anamnesi: cosa fanno nel pre allenamento, nell’allenamento e nel post allenamento, quanta pipì fanno, di che colore è la pipì, delle loro sensazioni (crampi, ipersensibilità muscolare), abbiamo annotato le striature di sudore su maglie e pantaloncini… e così abbiamo identificato gli atleti più sensibili.

E a quel punto che cosa avete fatto?

Abbiamo pianificato una strategia di integrazione. Di base utilizzavano prodotti con maggior concentrazione di sodio. Nelle loro borracce la quantità di sali minerali era più alta. Ma anche al cuoco e a loro stessi quando sono a casa sono state date delle indicazioni per l’implemento degli elettroliti. 

E che cosa conviene mangiare in questi casi?

Diciamo cibi più salati: bresaola, più sale nel riso o nell’acqua di cottura della pasta, si cerca di mangiare una banana in più e poi si cambia acqua.

Per chi perde più sali avere borracce con una concentrazione di nutrienti specifica è fondamentale
Per chi perde più sali avere borracce con una concentrazione di nutrienti specifica è fondamentale
Si cambia acqua? Spiegaci meglio…

Sì, per questi soggetti che perdono più sali utilizziamo un’acqua più dura, non oligominerale o di montagna per intenderci. Senza stare a nominare le marche (che si trovano nei comuni supermercati, ndr) ci riferiamo ad acque con elevato residuo fisso. 

Quindi anche se si tratta di genetica, è un problema che si può ovviare…

Io direi che non è un problema, ma è una caratteristica e non bisogna preoccuparsi. Se si vede del bianco sui completi a fine corsa questo conta e non conta: l’importante è che le uscite siano uguali alle entrate. I segni bianchi sulle divise non sono necessariamente sintomo di un’integrazione mal gestita.

I soggetti che sudano di più devono anche bere di più? Per esempio a parità di chilometri consumano più borracce?

Sì, e soprattutto queste sono diverse. E sono diverse perché per assumere quella quantità di elettroliti hanno bisogno di un’acqua più liscia, nel senso più diluita. La regola infatti è che più una bevanda, in questo caso una borraccia, è più concentrata e più è energizzante, ma meno idratante. E viceversa, chiaramente. Quindi è vero che l’atleta che suda di più deve idratarsi, ma al tempo stesso deve anche alimentarsi. Nelle borracce ci sono anche maltodestrine, carboidrati… quindi deve bere di più non tanto per idratarsi, ma per idratarsi e mantenere al tempo stesso la stessa quantità di energia.

Cos’è davvero il sudore? Ne parliamo col dottor Giorgi

25.07.2022
4 min
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L’osservazione di Adriano Malori circa l’accentuata sudorazione di Tadej Pogacar potrebbe avere dei riscontri niente affatto banali anche da un punto di vista medico e prestativo. Abbiamo infatti interpellato il dottore (e preparatore) della Drone Hopper-Androni, Andrea Giorgi, sempre all’avanguardia quando si tratta di questi due fronti.

Si suda quando fa caldo, ma cosa succede a livello fisiologico al corpo umano? Che meccanismi s’innescano? Il discorso è complesso. Proviamo a fare chiarezza e magari a saperne di più sulle super striature che a fine tappa si evidenziavano sui pantaloncini (neri) di Pogacar… e altri.

La tappa non è finita e Pogacar ha “già” delle grosse striature bianche di sudore sulla coscia
La tappa non è finita e Pogacar ha “già” delle grosse striature bianche di sudore sulla coscia
Dottor Giorgi, cosa succede fisiologicamente quando si suda?

Il sudore è un meccanismo di dispersione del calore del corpo umano. Serve a far diminuire la temperatura corporea. Questo principio differisce da soggetto a soggetto e varia in base a fattori interni, appunto relativi al singolo atleta, ed esterni, come temperatura ambientale, umidità, vento…

Come dicevamo, abbiamo notato che alcuni corridori più di altri, tra cui Pogacar, a fine tappa avevano grossi segni di “sudore secco” sul pantaloncino, come mai?

Dalla televisione non è facile stabilire chi suda di più o di meno, ma ci sono dei sistemi che servono a capire il tipo di sudorazione e in particolare quanti elettroliti, i sali minerali, si perdono nel corso di uno sforzo.

Che sistemi sono?

Ci sono dei test, solitamente dei “patch”, degli adesivi particolari da attaccare sulla cute, che sono in grado di captare il sudore e di farlo poi analizzare. Da qui si vede quanto sodio e potassio ci sono nel sudore. Questa analisi aiuta a personalizzare l’integrazione dei sali minerali. Questi test sono diffusi però avvengono di più nel calcio a causa della maggior facilità di gestione del rifornimento idrico e energetico durante la competizione, rispetto ad una gara ciclistica.

Noi abbiamo detto di Pogacar: il suo pantaloncino era nero e i segni erano bianchi, ma Bardet per esempio che aveva pantaloncini neri anche lui, non presentava striature tanto evidenti….

A livello corporeo interno abbiamo degli adattamenti soggettivi, c’è chi è più abituato e tollerante nei confronti del caldo e chi meno. Chi perde più liquidi e sali, e chi meno. Chi è abituato ad allenarsi al caldo è in grado di avere una minor perdita di sodio e quindi di liquidi. Le ghiandole sudoripare tendono a trattenere gli elettroliti e ad espellere un sudore ipotonico. Allenandosi con sedute al caldo si crea un adattamento fisiologico che permette di trattenere più sali e quindi di ridurre la sudorazione. E di conseguenza la probabilità di disidratazione.

Tappa di Foix (forse la più calda del Tour): all’arrivo Bardet non presenta segni visibili di suore sul pantaloncino
Tappa di Foix (forse la più calda del Tour): all’arrivo Bardet non presenta segni visibili di suore sul pantaloncino
E quindi quelle striature di bianco?

Ci dicono che l’atleta non è in grado di trattenere i liquidi e i sali.

Chi suda di più quindi non è detto che per forza perda più sali?

Solitamente chi suda di più perde più liquidi e quindi rischia di perdere più sali. Questo può portare ad una riduzione di volume plasmatico, provocando alterazioni metaboliche come un aumento della frequenza cardiaca. E’ necessaria una corretta idratazione con soluzioni isotoniche o ipotoniche. Se tu ingerisci solo acqua e sudi, e quindi perdi sali, avrai una quantità di sodio nel sangue sempre più diluita, arrivando alla cosiddetta “intossicazione da acqua”. Però su questo discorso delle tempistiche a mio avviso c’è ancora un bel po’ da vedere. Si dice infatti che bisogna bere ogni 15′-20′, insomma a cadenza regolare, ma anche farlo a sensazione non è detto che sia sbagliato.

Quindi i sali sono necessari sempre?

In condizioni di caldo estremo sì. E’ un discorso di termoregolazione. Se il corpo si sente più fresco, detta in parole povere, suda di meno. Consiglio anche di utilizzare bevande isotoniche o ipotoniche con carboidrati complessi per una migliore idratazione.

Vingegaard abbassa la temperatura con l’acqua. Testa, polsi e caviglie sono i punti nevralgici, ma spesso la si getta anche sulle cosce (foto ASO)
Vingegaard abbassa la temperatura con l’acqua. Testa, polsi e caviglie sono i punti nevralgici, ma spesso la si getta anche sulle cosce (foto ASO)
E come si può far sentire più fresco agli atleti?

Con le note strategie: acqua fresca addosso, corretta idratazione con bevande al mentolo, bevande al sapore aspro, bevande con maltodestrine, maglia aperta… ma con la crema altrimenti i raggi del sole fanno peggio e ti ustionano. Poi in questo caso molto dipende dai fattori esterni come l’umidità, per esempio. Se questa è molto alta il corpo fa fatica a disperdere calore. Meglio il caldo secco.

Prima dottor Giorgi, ha parlato di frequenze cardiache che aumentano. Perché?

Ognuno ha un certo volume plasmatico nel corpo, nel sangue: sudando perdi acqua e perdendo acqua riduci il tuo volume plasmatico. Per far circolare quella stessa quantità di sangue nei vasi sanguigni il cuore deve pompare di più.

E questo chiaramente apporta una fatica ulteriore…

Certo. Ci sono dei nuovi studi che dimostrano come allenarsi al caldo, oltre che abituare il corpo a disperdere meno sali, porti ad uno stimolo eritropoietico.

Alla ricerca del freddo. Ghiaccio ovunque per i corridori

24.07.2022
5 min
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Caldo estremo e corridori sempre più alla ricerca del freddo. Del ghiaccio in particolare. Okay, fa caldo e si va a cercare acqua fresca e ghiaccio, appunto, per rinfrescarsi un po’. Sembra una cosa banale e magari lo è anche, ma cosa succede al nostro organismo? Perché il ghiaccio addosso?

Ne parliamo con Nino Daniele, medico della Trek–Segafredo. Da anni nel settore, Daniele ha esperienza anche in questo campo e ci illustra le pratiche più usate dai pro’ che hanno a che fare con il ghiaccio.

Gaetano “Nino” Daniele è il medico della Trek-Segafredo. Eccolo con Lopez al Giro 2022 (foto Instagram)
Gaetano “Nino” Daniele è il medico della Trek-Segafredo. Eccolo con Lopez al Giro 2022 (foto Instagram)
Dottor Daniele, fa caldo e si mette il ghiaccio, ma cosa succede al corpo umano?

Il ghiaccio serve ad abbassare la temperatura del corpo. Questa si alza con l’esercizio fisico e con le alte temperature, come quelle che stiamo vivendo. La temperatura eccessiva del corpo umano crea delle microlesioni a livello muscolare e per questo si usa il ghiaccio.

Obiettivo quindi abbassare la temperatura…

E’ scientificamente dimostrato che la crioterapia riduce questa risposta infiammatoria del muscolo, riduce anche il dolore e il muscolo stesso è più rilassato. E tutto ciò accelera il recupero. Ci sono studi che evidenziano come si “ricarichino” i mitocondri, che sono un po’ la “centralina del muscolo” nell’erogare l’energia. Ma qui entriamo nel delicato settore della biochimica della contrazione muscolare.

Quando si ricorre al ghiaccio?

Noi vi ricorriamo quando la temperatura supera i 25°C-27°C. Per esempio già al Giro, dove ha fatto molto caldo, ma non così tanto, siamo ricorsi 4-5 volte alle “ice bath”, le vasche di ghiaccio.

Thomas, dopo la tappa un po’ di defaticamento e vasca pronta: obiettivo recupero (foto Twitter)
Thomas, dopo la tappa un po’ di defaticamento e vasca pronta: obiettivo recupero (foto Twitter)
Anche al Tour abbiamo visto che la Quick Step-Alpha Vinyl per esempio aveva un mezzo apposito…

Sì, possono esserci dei mezzi appositi, questo dipende anche dai budget o se si hanno degli sponsor, ma di base basta una piscina gonfiabile con acqua fredda e ghiaccio. Moltissimi team le usano. Noi al Giro per esempio avevamo un normale furgone da ghiaccio per trasporto alimentare con queste “piscinette” all’interno. Se ben ricordo siamo partiti con 400 chili di ghiaccio e altri 300 ne abbiamo ripresi a Pescara. Non ho i dati, ma sono quasi certo che al Tour ne abbiano usati molti di più. Vanno considerati anche i chili che consumano i massaggiatori, per le borracce, i pacchetti che si mettono dietro al collo…

Ci parli di queste vasche…

Ci si sta solo con le gambe per 10 o al massimo 15 minuti. La temperatura poi non è così bassa come si può pensare, è intorno a 16°C. E poi spesso si fa in più di una persona e diventa anche un momento di svago. Sarebbe bene farle il prima possibile dopo lo sforzo, ma tante volte con il trasferimento non si può e allora magari si usano delle apposite calze con del ghiaccio intorno. Sono fatte di un materiale particolare, tipo silicone.

Ecco, hai parlato dei pacchetti dietro al collo. Si usano molto prima del via, ma anche in corsa e non solo per il recupero. E anche i gilet appositi con gli spazi per il ghiaccio…

E’ il pre-cooling e rientra sempre nello stesso discorso del recupero e dell’abbassamento della temperatura, chiaramente. Una volta questa pratica si usava prettamente per le cronometro durante il riscaldamento, adesso viste le alte temperature che ci sono, si usano anche prima delle tappe in linea.

Che poi sembra un controsenso, ci si scalda sui rulli, ma si cerca il freddo…

Ragazzi, con la febbre si sta male. E l’aumento della temperatura come detto non fa bene. Sui rulli si scaldano i muscoli, ma al tempo stesso con i gilet e i ventilatori si cerca di tenere bassa la temperatura corporea. Si cerca uno stato di benessere generale.

La pratica delle vasche di ghiaccio è valida anche in atletica, ecco Farah (campione di mezzofondo)
La pratica delle vasche di ghiaccio è valida anche in atletica, ecco Farah (campione di mezzofondo)
Si quanto si abbassa la temperatura con il ghiaccio dietro al collo e i gilet specifici?

Difficile da valutare, ma credo due, forse tre gradi. Più che altro i corridori lo gradiscono e hanno una sensazione di benessere, come accennavo, di fresco. Lo vediamo anche con l’acqua. Oggi i corridori se la schizzano dappertutto molto più che in passato. 

Ci sono dei corridori che gradiscono particolarmente queste vasche di ghiaccio?

Diciamo che i corridori del Nord Europa sono molto più propensi di quelli mediterranei.

E quelle “bare di freddo”? Quelle con temperature anche di -110°, -130°?

Sono molto costose e meno pratiche da usare. In più nel ciclismo non si usano anche perché serve soprattutto per le gambe e non per tutto il corpo. E comunque anche il metodo più artigianale delle vasche di ghiaccio non è meno efficiente.

Correre a 40 gradi? Si fa, ma con il caldo non si scherza

23.06.2022
6 min
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C’è Caronte e sulla Puglia domenica si attendono temperature prossime ai 43 gradi. L’ideale per correre il campionato italiano, no? Allo stesso modo in cui sembrò di essere in una fornace lo scorso anno a Imola, con l’aggiunta di un’umidità pazzesca. Poi sarà tempo per il Tour. Magari nei primi giorni danesi l’aria sarà più fresca, ma scendendo verso la Francia, il rischio di caldo torrido tornerà più che mai attuale. Come si fa a salvarsi? Come fanno i corridori?

Nei giorni scorsi abbiamo sentito Evenepoel ammettere di aver sbagliato la scelta del casco e nel non aver voluto il sacchetto col ghiaccio. Ma se volessimo entrare più a fondo nelle strategie dei team, cosa si fa per mantenere l’efficienza atletica e non rischiare la salute?

L’arrivo di Caronte potrebbe portare la Puglia (campionato italiano dei pro’) a sfiorare i 43 gradi (foto il meteo.it)
L’arrivo di Caronte potrebbe portare la Puglia (campionato italiano dei pro’) a sfiorare i 43 gradi (foto il meteo.it)

Lavoro di squadra

Ne abbiamo parlato con Laura Martinelli, nutrizionista del Team Bike Exchange-Jayco, con le valigie quasi pronte per il viaggio francese.

«Condizioni così estreme – spiega – richiedono un approccio multidisciplinare. Se le temperature sono appena più alte, basta qualche accorgimento. Ma quando si parla di casi estremi, serve gioco di squadra fra tutte le componenti team. Se parliamo della gara di un giorno, puoi chiudere un occhio sul recupero, perché sai che l’atleta avrà le 48 ore successive per rimettersi a posto. Se invece ragioniamo di una corsa a tappe, allora il discorso è più complesso».

L’abitudine di bere tanto va coltivata anche durante l’inverno, affinché l’aumento di quantità estivo non risulti eccessivo
L’abitudine di bere tanto va coltivata anche durante l’inverno, affinché l’aumento di quantità estivo non risulti eccessivo
Cosa si fa?

Ci si siede a tavolino e si definisce un protocollo. Con gli atleti che seguo, questo prevede l’adozione di precise metodiche da due settimane prima. Il fisioterapista e il massaggiatore mettono in atto terapie drenanti, il preparatore interviene su vari fattori, tra cui anche il riscaldamento pre-gara. In ogni caso non sono cose che si improvvisano.

In che senso?

Le buone abitudini si prendono d’inverno. L’atleta deve essere abituato a bere tanto, anche quando è freddo. In modo che quando sarà davvero caldo, si tratterà di bere di più, rispetto a un intake già alto. Devono imparare a pesarsi prima e dopo l’allenamento e la gara, anche se questo è più difficile, per avere l’indicazione dei liquidi da reintrodurre entro sera e per capire se hanno bevuto abbastanza. E poi si deve curare la preparazione dei pasti.

La bresaola è tra i cibi più utilizzati in questa fase della stagione per reintegrare il sodio
La bresaola è tra i cibi più utilizzati in questa fase della stagione per reintegrare il sodio
Quando è caldo, è bene stare più leggeri a tavola?

L’assunzione calorica non si mette in discussione, ma si deve puntare all’integrazione degli elettroliti, soprattutto del sodio, poi magnesio e potassio. I cuochi sanno che in questa fase la dieta deve essere più salata per reintegrare il sodio. Per cui si va su alimenti come bresaola e formaggi. E si interviene anche sulla scelta dell’acqua, puntando su marche in cui gli elettroliti siano altamente disponibili.

Si usano acque diverse?

Compriamo alcune qualità di acqua spagnola o francese e la teniamo sul camion aspettando questi eventi straordinari.

Le acque minerali non sono tutte uguali. E quelle troppo lisce possono danneggiare l’atleta
Le acque minerali non sono tutte uguali. E quelle troppo lisce possono danneggiare l’atleta
Ci sono cibi da evitare quando è tanto caldo?

Più che altro si ragiona sulle preparazioni. Meglio evitare temperature troppo elevate, per tenere bassa la temperatura corporea. Non dico che si debbano mangiare piatti freddi, ma non ha senso proporre qualcosa di troppo caldo. Se d’inverno diamo il thè caldo, d’estate si punta sul fresco. Prima di una crono, che richiede uno sforzo breve e intenso, è buona norma ricorrere a una bevanda fresca. Non ghiacciata, ovviamente.

Si può scongiurare il rischio di disidratazione?

E’ un fenomeno inevitabile, a patto che non si salga oltre il 2 per cento del peso corporeo, quando la prestazione inizia a essere inficiata. Mantenere lo stesso peso è impossibile, anche se il tasso di sudorazione è soggettivo. Anche quella è una stima che viene fatta nei mesi precedenti e permette di evidenziare le diverse esigenze dei corridori.

Si suda in modo diverso?

La sudorazione deriva da una commistione di fattori. La composizione del sudore ha una forte componente genetica, poi ci sono i fattori ambientali, le abitudini e il grado di allenamento. Quando si fanno i test, non ci sono le stesse condizioni climatiche, ma si può capire tanto. Per questo chi è in altura fa spesso la sauna, per consentire un miglior adattamento quando scende.

La tappa di Novazzano al Giro di Svizzera ha visto picchi di caldo notevoli. Lui è Marco Haller
La tappa di Novazzano al Giro di Svizzera ha visto picchi di caldo notevoli. Lui è Marco Haller
La disidratazione eccessiva è pericolosa?

Non si deve cadere nell’iponatremia, quando i livelli di sodio nel sangue sono troppo bassi. Succede quando si beve troppa acqua liscia, che non ha un elevato potere idratante. Se bevo troppa acqua povera di elettroliti, rischio di diluire troppo il sudore disperdendo il sodio. L’iponatremia è potenzialmente mortale, ma per fortuna con le formulazioni moderne degli integratori, si riesce a starne alla larga. Anche il gusto deve essere appagante, per togliere il senso della sete. Ci sono gel al mentolo ad esempio che servono proprio per questo.

Ci sono cibi da evitare quando si corre a temperature molto alte?

Va valutata bene la supplementazione. La caffeina, ad esempio, che ha effetto vasocostrittore. Banalmente si può dire che generi crampi, ma gli effetti indesiderati con il caldo possono essere anche altri. Lo stesso caffè, anche se il tema è controverso, va modulato in rapporto alla diuresi. Vanno evitati i supplementi che, al contrario, portano vasodilatazione, soprattutto in chi avesse la pressione bassa. Parlo di shot alla barbabietola e vari nitrati, per il rischio che la pressione scenda troppo. E per quel che si diceva prima, va evitata l’acqua troppo leggera.

La strategia dei rifornimenti va pianificata e strutturata già durante l’inverno perché dia buoni frutti
La strategia dei rifornimenti va pianificata e strutturata già durante l’inverno perché dia buoni frutti
Il corridore riesce a capire che si sta disidratando?

Non è facile, non ci sono strumenti. Il colore e la quantità delle urine, quando si fermano per fare pipì, è una spia importante. Se sono poche e scure, deve suonare l’allarme. Poi si perde coerenza tra la frequenza cardiaca e la potenza nelle varie zone di sforzo. I battiti salgono perché il cuore per compensare spinge di più.

Sappiamo della crisi di fame, cosa sappiamo della crisi di sete?

Che se arriva, puoi al massimo tamponarla, ma non si corregge mai del tutto. La disidratazione seria richiede una terapia medica. In corsa cerchi di arginarla, quando poi arrivi in hotel, la palla passa al medico. Per questo sin dall’inizio ho parlato di lavoro di equipe.

Dainese, anche la sauna finlandese per abituarsi al caldo

06.08.2021
4 min
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Ma come fa un pro’ a prepararsi d’estate con il caldo e il solleone che martellano sulla testa e sulla schiena? Spesso abbiamo parlato di alimentazione, ma poi il tutto come si traduce in soldoni? Un esempio può essere l’esperienza di Alberto Dainese, giovane della Dsm che di certo questa estate non ha “pedalicchiato”… visto che sta preparando la Vuelta.

In questi giorni Alberto è impegnato nella Vuelta a Burgos. Ha anche sfiorato la vittoria nella seconda frazione. La gamba è buona. Frutto di allenamenti specifici fatti anche proprio in ottica caldo.

Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm
Una sauna finlandese come quelle utilizzate dalla Dsm
Alberto, come la mettiamo con il caldo?

Diciamo che mi piace. O almeno meglio il caldo che il freddo.

Stai preparando la Vuelta, quindi hai dovuto spingere…

Ho fatto dei lavori proprio pensando alla Vuelta cercando il caldo. Sono stato per quattro settimane a Livigno e lì al massimo fa 20°. Poi con il team siamo stati in Austria e anche lì era abbastanza fresco e così per abituarmi al caldo sono tornato a casa, a Padova, per allenarmi con ben altre temperature. Non solo, ma per abituarmi sono uscito nelle ore più calde. Lo scorso 30 luglio mi sono allenato con 39°.

Caspita…

In Austria con il team, al termine delle uscite sempre per abituarci a queste temperature, a fine allenamento facevamo delle sedute in sauna finlandese. Siamo arrivati a fare anche 3 volte 10′. Di buono c’era che era rilassante! Ci hanno detto che a Burgos ci saremmo dovuto aspettare 40° in realtà non è stato proprio così.

Le maglia moderne estive sono molto sottili: traspirano bene sì, ma lasciano passare molto i raggi solari
Le maglia moderne estive sono molto sottili: traspirano bene sì, ma lasciano passare molto i raggi solari
Ma di solito esci sempre nelle ore centrali?

No, io generalmente mi alzo molto presto. Quindi se non avessi avuto questi impegni ci sta che sarei uscito anche alle 7 del mattino.

Riguardo all’alimentazione cambi qualcosa?

Non molto. Io prendo il porridge e poi del pane con un uovo strapazzato o sodo. Evito la caffeina che con le temperature elevate mi dà un senso di calore. Inoltre, non so se sia dimostrato scientificamente, ma a me il caffè fa venire i crampi. Semmai cerco di bere un po’ di più prima di uscire. In squadra abbiamo un protocollo.

Un protocollo? Spiegaci meglio…

Sì, quando ci sono più di 25°-27° dobbiamo prendere dei sali in più. Quando andiamo in ammiraglia per esempio c’è sempre una borraccia con dei sali.

E questo vale anche per l’allenamento?

Di solito esco con due borracce: una di malto e una di acqua. Le borracce di malto contengono 30 grammi di carboidrati e integrano un po’. In questo modo mangio un po’ meno cibo solido, meno barrette per intenderci… il che è meglio con il caldo. Poi i sali o te li porti dietro e li metti nella borraccia quando ti fermi alle fontane o altrimenti vai di acqua e basta.

Mentre con l’alimentazione varia qualcosa?

Ho la fortuna che mi piace molto la frutta acquosa tipo melone e anguria. Cerco di bere un po’ di più nell’arco della giornata e non rinuncio ad un buon gelatino, magari a merenda.

Usi anche delle creme protettive?

Sempre. Io ho una carnagione chiara e la protezione 50+ è immancabile. Anche perché le nuove maglie estive sono talmente sottili che quando sono “stese” passa tutto. E si rischia di avere anche quella “fantastica” abbronzatura con il segno delle bretelle, della fascia del cardio…

E sulla bici fai degli interventi?

Abbiamo due oli: uno invernale che serve più per lo sporco e uno per l’estate che è meno “denso”. E poi gonfio un po’ di più le gomme. D’inverno le lascio un po’ più basse se magari ci sono delle zone di umido o del bagnato.