Un palcoscenico di prestigio per le gravel Liotto

09.07.2022
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Per Liotto, storico marchio vicentino specializzato nella realizzazione di bici di alta qualità, il 2022 è davvero un anno importante. Coincide infatti con i 100 anni dalla sua fondazione avvenuta nel lontano 1922 per iniziativa di Luigi Liotto. Oggi l’azienda è guidata da Pierangelo, Luigina e Doretta Liotto che hanno saputo fare tesoro della lunga esperienza accumulata in un secolo di vita dall’azienda di famiglia e proiettarla verso nuovi traguardi al passo con i tempi. 

Questa è la Liotto Gravel Cross Carbon che ha fatto il suo debutto alla Nova Eroica
Questa è la Liotto Gravel Cross Carbon che ha fatto il suo debutto alla Nova Eroica

Arriva il gravel

Ecco quindi arrivare una linea di modelli gravel la cui presentazione ufficiale è avvenuta in occasione dell’ultima edizione di Nova Eroica a Buonconvento, evento che ha visto quest’anno ai nastri di partenza ben 1.500 ciclisti desiderosi di cimentarsi sulle strade bianche del senese.

Come ogni evento che si rispetti, anche a Buonconvento era prevista un’area expo. Per Liotto è stata l’occasione per presentare in anteprima le novità gravel ed in particolare il modello “Gravel Cross Carbon”, dotato di forcella ammortizzata. 

Allo stand era esposta anche la “Gino ’60, una bicicletta in acciaio che per Pierangelo e le sorelle Luigina e Doretta ha un valore davvero speciale. E’ stata infatti realizzata in ricordo del loro padre Gino, grande uomo dotato di un formidabile spirito imprenditoriale. Si tratta di un modello che racchiude il meglio della capacità di Liotto nel realizzare veri gioielli artigianali.

Allo stand era presente anche il modello Gino ’60, dedicata a Gino Liotto dai figli Pierangelo, Luigina e Doretta 
Allo stand era presente anche il modello Gino ’60, dedicata a Gino Liotto dai figli Pierangelo, Luigina e Doretta 

Il contatto con il cliente

La scelta di essere presenti ad un evento come Nova Eroica non è affatto casuale. L’evento di Buonconvento ha infatti rappresentato per Liotto un ‘occasione di contatto diretto con il cliente finale, curioso di conoscere le ultime novità dell’azienda vicentina direttamente da chi la guida da anni con passione. E’ lo stesso Pierangelo Liotto a raccontarlo.

«E’ essenziale, per chi costruisce biciclette – ha detto – partecipare in prima persona alle gare e agli eventi cicloturistici per incontrare gli amatori, ascoltare le loro esigenze, scambiare opinioni e raccogliere tutte le informazioni, per poi trasferirle nella progettazione di una nuova bici. Noi ci alleniamo sui Colli Berici e pedaliamo alle gran fondo – ha aggiunto – così focalizziamo perfettamente le necessità degli utenti, anche in termini di rapporti da consigliare, tecniche o strategie da adottare sotto sforzo, posture e problematiche cui si può andare incontro se non si usa la bici giusta per le proprie peculiarità».

Pierangelo Liotto ed Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo, prima della partenza delle Nova Eroica
Pierangelo Liotto ed Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo, prima della partenza delle Nova Eroica

Il legame con ACSI

Uno dei primi a poter pedalare sulla nuova “Gravel Cross Carbon” è stato Emiliano Borgna, vicepresidente ACSI, da sempre legato alla famiglia Liotto. Ecco il suo primo commento al termine della Nova Eroica.

«E’ stato bello pedalare a Buonconvento per Nova Eroica – ha detto – manifestazione dall’alto profilo organizzativo, in un contesto paesaggistico di una bellezza e di una tipicità difficili da descrivere. Ho avuto il privilegio di poterlo fare, pedalando con un mezzo meccanico fornitomi per l’occasione da Liotto con cui ACSI collabora da diversi anni. Il modello era la Gravel Cross Carbon.

«Ha destato molta attenzione perché la gravel era fornita di una forcella ammortizzata. Ringrazio i fratelli Liotto – ha concluso – per l’opportunità che mi è stata data. E’ bello pedalare su biciclette non commerciali. Un modo per distinguersi ulteriormente in mezzo al gruppo. Perché la bicicletta prima di tutto deve essere adatta alle proprie caratteristiche ed esigenze. Ma deve anche saper appagare i sensi di chi ha la fortuna di poterla utilizzare».

Il prossimo appuntamento per ammirare dal vivo le novità gravel firmate Liotto è fissato per settembre in occasione di Italian Bike Festival. Qui sarà possibile vedere in anteprima la “Limited Edition”, un nuovo modello corsa realizzato per festeggiare i 100 anni dalla nascita del marchio.

Liotto

Un’insolita domenica fra i piccoli guerrieri di Nova Eroica Family

06.07.2022
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Allegra si presenta col papà Giuseppe al gazebo delle iscrizioni: «Ma se mi perdo?», chiede. «Tesoro non puoi perderti – le risponde la ragazza dello staff – siete in tanti, tutti dietro la macchina. E se proprio ti perdi chiama forte: Papààà». Allegra ha quasi dieci anni ed è una dei piccoli partecipanti alla Nova Eroica Family, la ciclopedalata per famiglie, su strade chiuse al traffico, che segue di un giorno l’evento principale di Buonconvento (Siena).

Allegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppo
Allegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppo

«L’anno scorso ho fatto la Nova Eroica – dice il papà – quest’anno mi sono infortunato ad una gamba a febbraio e allora abbiamo deciso di fare la Family di 28 chilometri».

Cosa ti piace di più dell’andare in bici, Allegra?

Ci pensa un po’ e poi risponde: «Fare fatica!».

Nonno Giancarlo

Anche Giancarlo Brocci ha come tutti il dorsale col proprio nome scritto in corsivo scolastico, un tocco di colore che denota la cura dei particolari degli organizzatori. E anche lui è ai nastri di partenza.

«Mi hanno dato del vecchio? Ho una nipote di 10 anni ed una di 5 qui in prima fila – dice – quindi la nozione di vecchio mi spetta di diritto».

Giancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischia
Giancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischia

Lo sguardo privilegiato

Juan José è con la mamma, il papà, la sorellina e la nonna, in pieno stile Eroica Family insomma. Sebastian, dalla Polonia, al sabato ha fatto la 130 chilometri.

«Ad un certo punto -dice – il ciclocomputer mi segnava 43 gradi, oggi la prendo come relax».

Infatti è con la compagna che trasporta il figlio sul seggiolino posteriore: per lui è ancora presto anche per questa mini-avventura, ma non così presto per iniziare a vedere il mondo da un punto privilegiato che non sia l’abitacolo di un’auto.

Dopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recupero
Dopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recupero

Piccoli eroici crescono

Qualche casco storto di troppo, qualche occhiale lento, ma la curiosità nei loro occhi piccoli è grande. La tensione in griglia, poi, è come quella di una vera gara, anche se la prima pedalata viene data solo dopo quella del genitore che li accompagna.

Leonardo, cosa ti aspetti dalla giornata di oggi? «Un po’ di fatica», risponde. Beh, per fortuna c’è anche il ristoro, presso la Fattoria La Piana, ad un tiro di schioppo da Buonconvento, proprio sullo sterrato della Via Francigena.

Il seme della passione

E’ qui, all’ombra di due grossi pini, che attendiamo i piccoli che un giorno, se la passione delle due ruote avrà fatto breccia nel loro cuore, forse parteciperanno ai percorsi che 24 ore prima hanno fatto sudare le mamme e i papà, e magari tanti altri in giro per il mondo.

Eccoli che arrivano alla spicciolata dalla lunga strada bianca, rossi in volto anche per via del caldo.

Prisca ieri ha fatto la 60 chilometri e oggi accompagna Mia, la figlia di una sua amica. Stanno addentando un panino sedute a gambe incrociate sopra una balla di fieno.

Mia, cosa ti è piaciuto di più oggi?

Tutto!

Prisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amica
Prisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amica

Cioccolata no limits

Arriva Juan José, tra i più piccoli, a… tirare il gruppetto. Poi lo ritroviamo con un sacchetto in mano: «Mi sono rubato dei taralli», non sapendo che erano lì a loro disposizione.

Il clima di festa contagia anche i genitori. Andare in bici, si sa, già di suo allevia le tensioni quotidiane, ma qui vediamo proprio dei volti contenti, alcuni orgogliosi, vuoi per le piccole imprese, vuoi per ritagliarsi una giornata con tutta la famiglia su due ruote. E per chi è proprio digiuno di bici c’è sempre la e-bike.

«Bambini, una grande notizia – urla un papà – non c’è limite alla quantità di pane e Nutella che potete mangiare!». 

E infatti il vassoio di crema di nocciola spalmata sulle fette è quello più gettonato.

Formula da ripetere

Scambiamo due chiacchiere anche con l’organizzatore Franco Rossi, ciuffo biondo sotto il cappellino da ciclista firmato Vittoria (a testimonianza del legame tra Eroica e il marchio lombardo), pantaloni bianchi e una scarpa nera ed una amaranto in onore dei colori eroici della sua maglia.

«Abbiamo avuto oltre 200 partecipanti tra bambini ed accompagnatori – dice – e abbiamo scommesso su questa formula di fare la Nova Eroica al sabato e l’evento di contorno per famiglie la domenica, perché volevamo generare un festival che desse seguito alla manifestazione principale. Sicuramente la riproporremo perché la riteniamo valida per condividere la passione della bici con tutta la famiglia».

Che riscontri hai ricevuto? «La cosa che più mi ha colpito stamattina è sentire tanti genitori che mi dicevano che ieri i ragazzi seguivano l’evento con attenzione sapendo che oggi sarebbero stati loro i protagonisti».

Per Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeterà
Per Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeterà

Il gusto della fatica

Ritorniamo a Buonconvento all’arrivo di questa Eroica “a pane e cioccolato”. Per tutti c’è una medaglia ed una piccola targa da mettere in cameretta e da fare vedere agli amici. Mark viene da Varese ed ha convinto sua moglie Paola ad inforcare la bici apposta per la Nova Eroica Family («E’ solo da marzo che pedalo», si schermisce lei) e per scortare loro figlio Jona che taglia il traguardo a braccia alzate. E’ tutto un sorriso. «Ho faticato un po’ sulla salita», dice. E papà Mark è felice: «Ha avuto un momento di difficoltà, ma ha tenuto duro. Come un vero eroico».

Nova Eroica con Vittoria: forature, guasti, miracoli e risate

01.07.2022
6 min
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La Nova Eroica è la versione della famosa cicloturistica d’epoca senese aperta alle moderne bici gravel e noi l’abbiamo seguita da un punto di vista particolare, ovvero dall’interno dell’ammiraglia Vittoria. Ma non chiamatelo solo “cambio ruote”.

«In realtà è molto di più – dice infatti Daniele Callegarin, che cura lo sviluppo degli eventi del brand e avevamo conosciuto per il suo viaggio in Ucraina – dato che forniamo assistenza a 360 gradi, anche intervenendo sulla componentistica della bici e non solo: stamattina ho dato via parecchie barrette energetiche».

Vittoria è a Buonconvento perché dallo scorso anno è partner degli eventi Eroica e Nova Eroica in tutto il mondo, fornendo supporto a tutti i partecipanti e al contempo investendo su questi eventi. Non ultimo con la realizzazione di un tubolare celebrativo in onore della prova sulle strade bianche.

1.500 alla partenza

Siamo già in macchina poco dopo la linea di partenza per questa edizione 2022 che prende il via da Buonconvento e alle nostre spalle ci sono 1.500 iscritti pronti a divertirsi sugli sterrati delle crete senesi, scegliendo tra tre vari percorsi di 130, 90 e 60 chilometri.

In primissima fila ci sono gli ex professionisti Nicolas Roche, Giovanni Visconti e Mattia Viel ed è proprio quest’ultimo a richiedere la nostra assistenza pochissimi chilometri dopo il via, a causa di una foratura. In macchina con noi c’è anche il meccanico Edoardo Fedre, che gravita nel team della nazionale italiana fornendo assistenza alla squadra juniores di Salvoldi e che scatta per il primo di tanti interventi.

«Ecco i nostri angeli custodi», dice qualcuno nel plotoncino che evidentemente ha già beneficiato in passato dell’assistenza di Vittoria, mentre Mattia riparte.

Con i pro’ è più facile

Scivolati in coda al gruppo, recuperiamo i ciclisti sugli sterrati verso Asciano: Gonzalo viene dal Cile ed ha rotto la catena e, essendo sprovvisto di falsa maglia, Edoardo ha dovuto accorciarla.

«Paradossalmente – dice dopo essere risalito in ammiraglia – con i professionisti è più facile, poiché i gruppi sono quelli principali di Shimano, Campagnolo e Sram e poi ogni squadra ha i suoi meccanici. In un evento come la Nova Eroica, invece, hai molte più variabili, enfatizzate soprattutto dalle varie tipologie di bici e dalla dimensione delle gomme, per cui devi essere in grado di intervenire in ogni situazione. Per questo è fondamentale fare subito un’analisi del problema che si ha davanti per risolverlo.

Assistere chi ha bucato è l’intervento più ricorrente
Assistere chi ha bucato è l’intervento più ricorrente

«Cerchiamo di avere tutti gli standard possibili – aggiunge Daniele mentre è alla guida – e ad esempio usiamo il sistema Switch per il cambio della cassetta della ruota posteriore, cosicché in un attimo riusciamo a montare sulla stessa ruota pacchi pignoni da 11 o 12 velocità».

Il tubeless è un problema?

In realtà no, perché se si hanno avuto accortezza iniziale nel montaggio, quando si fora e si vuole passare alla camera d’aria, è un ritorno alle origini, con un procedimento collaudato. Al massimo ti sporchi un po’ le mani. Diverso è il caso se il tubeless è molto vecchio…

Veri angeli custodi

Fa abbastanza caldo e lo scenario impareggiabile delle colline toscane bilancia la sofferenza di chi pedala. Prima del duro tratto di Monte Sante Marie, Claudio Graziano di Reggio Emilia ha rovinato la pedivella e l’unico modo per andare avanti è cambiare bici. Edoardo tira giù dall’ammiraglia l’unica a disposizione, regola l’altezza della sella a 79 cm e l’avventura può proseguire.

«Mi avete salvato la vita», dice Graziano. Esagerando, certo, ma il rapporto che si crea tra gli assistiti e Vittoria è questo qui, con un bel ritorno di immagine per l’azienda.

Discorso pressioni: qual è quella giusta?

Bassa (risponde secco Daniele, ndr), nel senso che la pressione oggettivamente ideale non esiste, dato che dipende da vari fattori (peso, cerchi, bici, sezione pneumatici, tubeless o camera d’aria…) ma in genere si ha timore di scendere con le pressioni, quando in realtà una pressione più bassa consente di “copiare” le asperità e stressare meno il battistrada in caso di buche e contraccolpi.

Anche Giancarlo Brocci, l’ideatore di questo “mondo eroico”, è vittima di una foratura nei pressi del bivio per Pociano.

Cristina da Milano

Poi, in cima ad un severo strappo sterrato, arriva Cristina di Milano, quasi senza fiato, preceduta da suo marito: «E’ dura, mi fa paura lo sterrato in discesa perché non sono abituata e sento che mi va via la bici in frenata. Non riesco a cambiare rapporti: le ho provate tutte, cambiavo in continuazione…».

Interviene Edoardo: «Hai il perno posteriore svitato, per questo la ruota non cambia più».

Una serrata ad entrambi i perni passanti e anche per lei la Nova Eroica tra cipressi e strade bianche può continuare

Dalla pista da ballo al gravel, la nuova vita di Nicolas Roche

28.06.2022
6 min
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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nicolas Roche subito dopo la Nova Eroica, la “gravelfondo” organizzata a Buonconvento (Siena) dove l’ex pro’ irlandese (ha chiuso la carriera lo scorso anno dopo 17 stagioni) si è divertito non poco tra la polvere degli sterrati toscani.

Tempo di mandare giù una fetta di cocomero dopo l’arrivo e ci sediamo per chiedergli com’è andata.

«Proprio bella! Ho fatto tre-quattro Strade Bianche in carriera – risponde – ma devo dire che farle con le gravel che ora vanno di moda è una nuova sfida. E poi i quattro tratti cronometrati si fanno a tutta come se fossero quattro crono. Molto intensi».

Pensi che il gravel sia una moda?

In realtà no. E’ un nuovo piacere che sta aprendo nuove porte. Non c’è bisogno della tecnica della mtb e secondo me siamo solo all’inizio del mondo gravel.

Da quest’anno sei un ex professionista. Ti manca lo stare in gruppo o era arrivato il momento di dire basta?

Era arrivato il momento di dire basta, non rimpiango la mia decisione, ma se sei uno competitivo questa caratteristica ti rimane nell’anima. Ad esempio quest’inverno ho partecipato alla versione irlandese di Ballando con le Stelle e allenandomi sei-sette ore al giorno.

Da dove è saltata fuori questa opportunità di Dancing with the Stars?

Me lo hanno proposto loro lo scorso ottobre. Ho chiesto: Quando è? A gennaio. Gennaio? Non c’è nulla in gennaio, andiamo! Non sapevo a cosa andavo incontro. Senza saper ballare. Ma avevo bisogno di una sfida fuori dal ciclismo che rappresentasse uno stacco col passato, con l’abitudine di andare ogni giorno in bici, fare la dieta…

Ballando con le Stelle assieme a Karen Byrne è stata una scuola di disciplina e duro lavoro (foto Instagram)
Ballando con le Stelle assieme a Karen Byrne è stata una scuola di disciplina e duro lavoro (foto Instagram)
In qualche filmato si vede che avevi una coach tosta…

Sì, Karen è molto dura e spesso volevamo dare cazzotti al muro tutti e due o urlare dalla finestra. Si arrabbiava con me perché io alle sei di mattina cercavo di ritagliarmi un’ora di rulli, ma lei mi diceva che quest’esperienza era unica e che la bici avrei potuto riprenderla a marzo. Più di una volta mi ha mandato nella stanza accanto per cinque minuti a… farmi due passi. Però ho capito che aveva ragione e per un mese e mezzo non mi sono allenato con la bici. Un’ora al giorno non aveva senso e non volevo avere rimpianti di non allenarmi al top per il ballo.

Da quest’anno sei anche ct della nazionale irlandese. Come la vivi?

E’ una missione finalizzata ad europeo e mondiale. A differenza di quello che succede qui in Italia, noi non corriamo da altre parti.

L’anno scorso ha smesso anche Daniel Martin. Su quali corridori puntate?

Vediamo come va Sam (Bennet, ndr). Nel 2021 ha avuto un anno catastrofico e ora va al Tour sperando di ritrovare la gamba di due anni fa. Poi abbiamo Eddie Dunbar che ha vinto alla Coppi e Bartali e sta crescendo e Ben Healy della EF che è giovane e secondo me ha del talento.

Durante il Giro d’Italia, Nicolas Roche ha raccontato la corsa rosa in Giro Reflections con Bianchi
Nicolas Roche ha raccontato il Giro d’Italia in Giro Reflections con Bianchi
Poi c’è stata la mini serie “Giro Reflections” girata da Bianchi Media House durante l’ultimo Giro d’Italia. Quattro puntate tra Ungheria, Sicilia, Napoli e, infine, le Alpi fino a Verona. Tra gulasch ungherese, arancine siciliane e pizza napoletana cosa ti è piaciuto di più?

Direi la pizza napoletana, ma sul Mortirolo è successo un fatto imcredibile. Abbiamo fatto la scalata in notturna (a parte il fatto che negli ultimi tre chilometri mi si è scaricata la luce e ho dovuto seguire a vista la luce del cameramen che mi precedeva in auto) ed abbiamo finito alle 22,30. Tutti i posti chiusi per mangiare. Alla fine ci siamo salvati chiamando un rifugio due chilometri dopo il valico e la signora ci ha preparato i pizzoccheri alle undici di sera.

E sull’Etna hai pedalato con l’e-bike. Che impressioni hai avuto?

Bellissimo, era la prima volta che la provavo ed ho capito perché sta avendo questo boom. La verità è che puoi scegliere il tuo grado di sofferenza.

Suo padre Stephen Roche vinse Giro, Tour e mondiale nello stesso 1987. Qui sono insieme nel 2020
Suo padre Stephen Roche vinse Giro, Tour e mondiale nello stesso 1987. Qui sono insieme nel 2020
Infine, a Verona hai preso in mano il trofeo del Giro indicando, tra i nomi dei vincitori incisi, quello di tuo papà nel 1987.

Sì, quel trofeo (la sua voce scende di un tono, più rispettosa, ndr) è a casa dei miei nonni in Irlanda ed ha un significato molto profondo per me, da quasi 35 anni. Non esistono nello sport tanti trofei così simbolici come quello. E’ come la Coppa del mondo di calcio. Nemmeno il trofeo del Tour è cosi iconico.

A proposito di Tour, fra pochi giorni si parte. Pogacar è davvero imbattibile?

Fisicamente è molto forte. Ma come si dice in gruppo, il Tour è il Tour, nel senso che è una corsa talmente intensa che ogni curva può rappresentare un pericolo o una sorpresa. Quindi non basta essere il più forte. E poi ci sono gli avversari, primo fra tutti metto Roglic che ha fatto vedere di avere forse la squadra migliore e di essere nella condizione di giocarsela.

Per concludere, progetti futuri?

Ho un’idea un po’ folle che mi gira in testa da un paio di settimane: l’anno prossimo potrei allenarmi un po’ di più e fare sei-sette gare della Coppa del mondo di gravel. Un po’ perché mi sono innamorato di questa disciplina, un po’ perché sono “addicted”, dipendente, dal viaggiare.

E un po’ perché, aggiungiamo noi, l’agonismo non sparisce dall’oggi al domani.

Tricolore gravel ACSI a Buonconvento, per atleti e per famiglie

16.06.2022
5 min
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Era già successo l’anno scorso tra la Val d’Arbia e la Val d’Orcia, fra le colline e le strade bianche di Buonconvento. Il primo campionato italiano gravel di ACSI era andato così bene, che più d’uno ha iniziato a chiedere una seconda edizione che facesse da rivincita e così sarà. Il 25 giugno si replica, per un evento che sarà agonistico limitatamente ai tratti cronometrati e avrà poi tutti i tratti dell’evento Eroico.

Evento per famiglie

Quel che infatti rende interessante tutto il pacchetto, inserito anche nel Nalini Road Series, è il taglio turistico dell’evento. Con il ritiro dei pacchi gara che si aprirà il giovedì, la gara il sabato e la conclusione per famiglie di domenica, si capisce che il viaggio non si esaurirà nei 130 chilometri della sfida sul percorso lungo “Terra di Siena”.

«Nova Eroica – racconta Emiliano Borgna, presidente di ACSI ciclismo – fu la prima a cogliere la portata del gravel. Avremo una manifestazione che permette ai partecipanti di vivere con bici moderne il fascino delle strade bianche e di godere in maniera nuova delle bellezze di un territorio che sembra fatto apposta per essere scoperto pedalando con questa modalità».

Presidente, torniamo sul concetto di campionato nazionale…

Nasce proprio dalla spinta del movimento e dalle aziende che stanno andando tutte in questa direzione. Negli altri eventi in giro, non ci sono grossi numeri. Questo invece è stato il precursore del mondo gravel e quindi mi sembrava giusto concedere l’assegnazione. A Buonconvento avremo una platea e numeri interessanti. L’anno scorso furono circa 1.200, altrove se va bene ne metti insieme qualche centinaio.

Si può dire che il gravel si stia facendo strada?

Decisamente ed è un mondo completamente diverso da quello delle gran fondo a cui siamo abituati. Quindi niente stress per andare in griglia. Gente che la sera prima resta a mangiare e bere alla festa del paese. C’è un bello spirito aggregativo e di divertimento. Poi per carità c’è anche quel pizzico di agonismo, dato dai tratti cronometrati, ma diciamo che sono poche le persone che vanno proprio per quello. Il resto va per godersi il territorio.

Uno spirito più vicino alla mountain bike che alla strada, insomma?

Poi vedremo se rimarrà un segmento autonomo, se si posizionerà con un target proprio. Il bello è che si parte, ci sono tanti ristori, quindi la gente si può aspettare e ricompattarsi. Soprattutto quelli cui del tempo non importa nulla. Trovano il loro passo e vanno sino al traguardo. Io ci sono già stato l’anno scorso e il fatto che sia una manifestazione eroica è già sinonimo di qualità organizzativa. Anche questo fa veramente piacere, unito al villaggio all’americana con molti stand, la zona expo e poi il fatto che la domenica venga dedicata ai bambini e le famiglie. Diversa dal solito della gran fondo.

Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Si corre il sabato, mentre la domenica ci sarà spazio per bambini e famiglie (foto Nova Eroica)
Il 18 settembre ci sarà il campionato italiano gravel della FCI.

E’ tutta un’altra cosa. Il loro è stato normato dall’UCI e quindi è una manifestazione agonistica. Qua invece diciamo che all’agonismo si pensa meno. E’ più che altro una promozione del territorio e lo stare insieme. E tutto sommato va bene così, sono due eventi diversi e penso che facciano felici un po’ tutti.