Velo lancia il team relay, e sugli U23 ha qualcosa da dire

24.09.2024
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ZURIGO (Svizzera) – I campionati del mondo per le prove contro il tempo termineranno ufficialmente domani con il mixed team relay. Una prova difficile, resa ancor più tosta dal percorso e dal livello molto alto dei contendenti all’oro. Dopo il successo dell’europeo gli azzurri si approcciano ad un’altra sfida nei panni della favorita. Dell’ossatura che ha dominato in Belgio rimangono i soli Affini e Cattaneo, gli altri quattro interpreti cambieranno. Nel trio maschile ai due alfieri d’oro si aggiunge Filippo Ganna. Per le tre ragazze, invece, il terzetto si compone dell’esperta Longo Borghini, affiancata da Soraya Paladin e Gaia Realini

«La gara – attacca subito a parlare il cittì Marco Velo – è parecchio dura. Direi un po’ insolita per una cronometro, soprattutto a squadre. Somiglia più a una cronoscalata, credo che in tre il percorso sia abbastanza proibitivo. Non tanto per la salita, che comunque va a snaturare quello che è il gesto di una cronometro, ma per le tante discese e i diversi tratti pericolosi. Le squadre incontreranno parecchie strade strette, quindi non si riuscirà a lanciare bene il terzetto. Detto questo siamo qua per lottare e provare a far bene, non lo nego, ho tre corridori uomini e tre atlete donne che sono di altissimo livello».

Un percorso del genere ha creato qualche difficoltà in più nel comporre le due squadre?

Non è un percorso ideale a Ganna o Affini, però sono fiducioso della loro condizione che è super (in apertura insieme a Marco Velo, foto Federciclismo / Maurizio Borserini). Mi piacerebbe rimarcare anche la voglia di due ragazzi come loro di mettersi a disposizione e nel prendere parte a questa gara. Quando ho iniziato a pensare ai vari nomi da includere nella lista dei papabili non ho ricevuto riscontri positivi dagli altri atleti. Soprattutto quando non ero sicuro della presenza di Pippo (Ganna, ndr) e della condizione di Edoardo (Affini, ndr). Ma nel team relay conta tanto lo spirito di squadra, i tre ragazzi sono dei fratelli mancati, sarà questo il nostro plus. 

Al loro si aggiunge Cattaneo.

Su di lui c’è poco da dire. Insieme a tutti gli altri è un super atleta che è in grado di fare molto bene domani. In salita alla Vuelta, quando si metteva a tirare, rimanevano agganciati in pochi alle sue ruote. Questo è un buon segno, significa che sta andando forte. 

Il team femminile ha delle caratteristiche atletiche praticamente perfette per questa prova.

Credo che le ragazze siano fortissime su questo tipo di percorso, La scelta di portare Realini è sicuramente dipesa dal tipo di percorso. Mi è piaciuta tanto la sua reazione alla chiamata, era molto felice e motivata nel mettersi alla prova. Longo Borghini e Paladin saranno due ottime pedine per un team relay impegnativo ma sul quale sono fiducioso. 

Facciamo un salto a ieri, concentrandoci sulla cronometro under 23, come giudichi i risultati? 

La scelta è ricaduta su Bryan Olivo e Andrea Raccagni Noviero. Penso che il primo non abbia fatto una super prova, si aspettava qualcosa in più, però usciva da un periodo lungo di stop. Mentre Raccagni Noviero è andato forte, considerando il percorso non adatto alle sue caratteristiche. Sono contento perché ha fatto una buona prova, fino all’ultimo intermedio era a 30 secondi da Romeo.

Noi avevamo in casa il campione iridato under 23, Milesi. Come mai non ha difeso il titolo?

E’ stato preso in considerazione, chiaramente, ma mi ha detto che non voleva partecipare al mondiale perché non ha usato la bici da crono ultimamente e non se la sentiva.

Sia Olivo che Raccagni Noviero hanno disputato poche cronometro durante la stagione, per motivi diversi. 

Sugli under 23 c’è un po’ di difficoltà nel mettere insieme tante prove contro il tempo. In Italia se ne corrono poche, ce n’è stata una, seppur breve, al Giro Next Gen. Da questo punto di vista dobbiamo imparare da Paesi stranieri nei quali, sia tra gli juniores che tra gli under 23, in qualsiasi tipo di corsa a tappe c’è comunque inserita una cronometro. Perché, alla fine, se si vuole crescere a livello di risultati serve curare questa disciplina, altrimenti non porti a casa nulla. 

Raccagni Noviero corre in un devo team, lì cambia qualcosa?

La fortuna è che le squadre development dei professionisti hanno una mentalità diversa, quindi forniscono a questi ragazzi le bici da crono. In questo modo le usano per allenarsi almeno un paio di volte durante la settimana. Guidare una bici da cronometro non è la stessa cosa di guidare quella da strada, serve allenare il gesto.

Olivo si sblocca alla San Geo e Boscolo se lo coccola

24.02.2024
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SAN FELICE DEL BENACO – Per capire quanto Bryan Olivo avesse bisogno di questa vittoria vi basta guardare l’immagine di apertura (immagine photors.it). Stampatevi quell’esultanza in testa e leggete le parole del corridore del CTF cercando di cogliere le sue emozioni. 

La volata ristretta mancava al repertorio di Olivo, che tra i suoi numerosi pregi aggiunge ora anche lo sprint, nel quale anticipa Donati e Bortoluzzi. Dopo la linea del traguardo fatica anche a frenare tanto è il freddo accumulato in queste 4 ore di gara. Sui monti intorno al lago di Garda la neve fa da cornice ad un primavera ancora lontana. Anzi, a complicare l’ultima ora di corsa si alternano pioggia e grandine, per la felicità di corridore e pubblico. 

Cattiveria

Olivo vince di cattiveria, per la gioia e il freddo finisce la sua corsa più di 200 metri dopo il traguardo. Quando lo raggiungiamo sta spiegando ai suoi compagni come ha fatto a vincere e non smette di sorridere. Siamo sicuri che la felicità sia alle stelle, ma anche il freddo non lo aiuta a cambiare espressione e mentre ride batte i denti. 

«Ho vinto di cattiveria – ci dice al parcheggio delle ammiraglie – anche perché il successo mi mancava da quando ero allievo secondo anno. I due anni da junior e le ultime due stagioni da under 23 sono state complicate. Come ho già detto voglio che il 2024 sia il mio anno e ho trovato il modo giusto di cominciare la stagione. E’ stato il miglior primo passo che potessi fare e ora devo continuare così.

«Mi ero staccato sullo strappo finale – continua a raccontare Olivo con gli occhi scavati dalla fatica – non ne avevo più, ma sono rientrato. Nell’ultimo giro avevano attaccato in tre ma non sono andati via, probabilmente anche loro erano al limite. Una volta capito che saremmo arrivati in volata mi sono posizionato per farla nel migliore dei modi. E’ andata bene, anche se non sono un velocista (dice ridendo, ndr). Mi sono trovato in un gruppetto dove tutte le gambe erano stanche, comprese le mie e sono riuscito a farmi valere». 

Gara al rallentatore

La centesima edizione della Coppa San Geo è stata caratterizzata, nelle sue prime tre ore, dalla fuga solitaria di Albert Walker della Rime Drali. Quasi tutta la gara fuori, con tanto coraggio e voglia di mettersi in mostra. Ma, quando un corridore solo rimane allo scoperto per così tanto vuol dire che dietro il gruppo ha deciso di lasciar fare.

«E’ stata una gara strana – conferma Olivo – con una fuga di quattro, diventata poi di un solo corridore, gli abbiamo lasciato tanto vantaggio, quasi sette minuti. Le prime tre ore siamo andati davvero piano, poi il gruppo ha accelerato sulla salita delle Zette, quella più lunga. Ci siamo spezzati e si è formato il drappello dei 10 che è arrivato praticamente fino alla fine. La pioggia e il freddo hanno inciso su un percorso molto tecnico. Noi del CTF avremmo dovuto controllare bene la corsa e aspettare evoluzioni. Io avevo il compito di buttarmi nelle fughe, ho trovato quella giusta ed è andata nel migliore dei modi».

Boscolo sorride

Il più felice di tutti, però, sembra Renzo Boscolo, che si coccola Olivo e il suo talento, sul quale ha investito e creduto. Non ha mai perso la fiducia verso questo ragazzo e oggi i suoi sforzi sono stati ampiamente ripagati. 

«E’ tornato il Bryan che ci aspettavamo – dice sotto al podio – non ha gestito bene il finale, ma ha vinto comunque, quindi stava davvero bene. Per Olivo il 2023 è stato un anno davvero difficile, ha saltato gli ultimi quattro mesi a causa di un problema fisico. Questa stagione può essere la sua, quella giusta. Il nostro progetto su di lui matura e può giungere al termine, regalandoci tante soddisfazioni. Non dimentichiamo che Bryan è un profilo interessante, oltre per strada e cronometro, anche per la pista. E’ un ragazzo che potrebbe interessare anche Villa. Ha il futuro davanti, vedremo di dargli le giuste opportunità e sono sicuro saprà coglierle.

«Poi va detto che Olivo è un ragazzo d’oro – conclude – si dà sempre da fare per la squadra, questo quando sali al piano superiore lo notano. Il suo anno parte oggi e deve continuare in questo modo. Ha vinto la prima, in maniera combattiva, è un bene per lui ma il percorso non è finito».

Olivo davanti a un bivio: nel 2024 si gioca parecchio

14.02.2024
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Le parole di Bryan Olivo tradiscono tutta la sua determinazione: questo è un anno importante, forse decisivo nella carriera del friulano (nella foto di apertura Lucia & Stefano Photo) Una carriera quasi turbinosa, iniziata come grande prospetto nel ciclocross, poi approdata alla strada, ma con occhi privilegiati sulla pista dove ha collezionato trofei e nella cronometro dov’è campione italiano in carica under 23. Ora però Olivo vuole di più soprattutto nelle corse in linea.

Le prospettive per la nuova stagione acquisiscono nuovi colori partendo dall’anno appena trascorso. Anno che, seppur fortunato per la conquista della maglia tricolore, non è ricordato da Olivo con così grande rimpianto.

«Anzi – dice – per me non è stato un anno propriamente positivo. Troppi problemi fisici. Prima quelli intestinali con il dimagrimento di 3 chili in primavera, poi quelli alla gamba sinistra ai mondiali, infine l’infiammazione al miocardio che mi ha pregiudicato il finale di stagione, anche se per fortuna non sono comparse aritmie. Una stagione troppo turbolenta, ma io non ho perso il mio ottimismo e riparto anzi con ancora più carica».

Olivo, nato il 4 gennaio 2003, con la nuova divisa del Cycling Team Friuli
Olivo, nato il 4 gennaio 2003, con la nuova divisa del Cycling Team Friuli
Hai cambiato qualcosa proprio in considerazione di questi problemi fisici?

No, anche perché alla resa dei conti erano tutti disgiunti l’uno dall’altro. Cose che possono capitare, solo che a me sono capitate in rapida sequenza. La preparazione comunque non ne ha risentito e questo è importante.

Nel tuo calendario hai invece intenzione di rivedere qualcosa?

Rispetto allo scorso anno farò meno pista, questo è sicuro. Non l’abbandonerò, anche perché sono sempre convinto che sia utilissima per migliorare alcuni aspetti della strada, ma mi concentrerò maggiormente su quest’ultima. Oltretutto il calendario abbina alcuni appuntamenti importanti su pista a gare su strada che quest’anno non posso perdere.

Il friulano quest’anno punta fortemente alle gare in linea, per arrivare al professionismo
Il friulano quest’anno punta fortemente alle gare in linea, per arrivare al professionismo
Si nota una concentrazione particolare sulla strada, come mai?

Questo è un anno fondamentale. Una sorta di giro di boa. Devo ottenere più risultati possibili, anche in virtù di quanto accaduto nel 2023. Mi gioco tutto, perché voglio che a fine stagione ci sia ad aspettarmi un contratto da professionista. Il fatto di far parte del devo team di una squadra prestigiosa come la Bahrain Victorious è sì un vantaggio, ma nessuno regala niente nel ciclismo di oggi. Il contratto bisogna guadagnarselo e solo i risultati sono il valore utile per ottenerlo.

Il fatto di essere comunque in una squadra satellite ti mette più tranquillo per la ricerca del contratto?

Di tranquillo in questo ambiente non c’è nulla… Certo è importante, ma il mondo va veloce e convincere i dirigenti a darmi una chance non è semplice. Io posso fare una sola cosa, cercare di ottenere il meglio.

A Glasgow problemi alla gamba sinistra hanno pregiudicato la sua prestazione nella crono
A Glasgow problemi alla gamba sinistra hanno pregiudicato la sua prestazione nella crono
Quando comincia la tua stagione e che cosa prevede nella prima parte?

Inizierò con la San Geo, poi andrò avanti fino al 21 aprile con la Gand-Wevelgem U23, a quel punto tireremo una linea e si vedrà come andare avanti. In questa prima parte di stagione ci saranno anche occasioni per corse a tappe, che sono una palestra importantissima, guardata sempre con grande attenzione non solo dal punto di vista dell’ordine d’arrivo, ma anche come prestazione complessiva.

Nell’ottica di cui parlavi, quella di un contratto da professionista, quanto sarebbero importanti occasioni di confronto proprio con i pro’?

Moltissimo, spero di averne e spero anche di raccogliere risultati in quelle occasioni. Rispetto alle gare di categoria, si vede che si viaggia a un ritmo diverso. Ma soprattutto sono gare che danno più visibilità. Per me sarebbero molto importanti.

Lo scorso anno Olivo ha conquistato il titolo tricolore a cronometro, che vuole riconfermare
Lo scorso anno Olivo ha conquistato il titolo tricolore a cronometro, che vuole riconfermare
A parte quello di fine stagione, sapendo che poi i contatti iniziano prima, hai un obiettivo in particolare per questo 2024?

Vorrei avere una costanza di rendimento per tutto l’anno, proprio pensando a quel che è successo nella passata stagione. Poi vorrei confermare il titolo tricolore a cronometro. Io sono convinto che tutto il resto verrà di conseguenza, intanto mi concentro su questo.

Olivo, il formicolio l’ha fermato a Glasgow. Rivincita all’europeo?

24.08.2023
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«Non sentivo più la gamba, non riuscivo nemmeno a capire se fosse distesa o meno». Bryan Olivo ai mondiali scozzesi ha dovuto desistere dalla sua lotta contro il tempo. Il campione italiano U23 della cronometro è tornato dalla spedizione iridata con un 45° posto e un problema da risolvere. Un formicolio invadente e debilitante che dopo 10 chilometri di prova lo ha estromesso da ogni sogno di gloria.

Bryan è di Fiume Veneto un paese in provincia di Pordenone. Quando lo chiamiamo, è tornato da un allenamento concluso nel caldo torrido che soffoca l’Italia da nord a sud. Il suo tono è però disteso perché, seppure ci sia un’incognita da risolvere, è conscio del fatto che farsi prendere dal panico e dalla delusione non servirebbe a nulla. Il centro CTF Lab della sua squadra è già all’opera per risolverlo e sullo sfondo prende forma l’obiettivo europeo di fine settembre

Olivo ha conquistato l’italiano davanti a Nicolas Milesi e Dario Igor Belletta
Olivo ha conquistato l’italiano davanti a Nicolas Milesi e Dario Igor Belletta
Partiamo da dove ci siamo lasciati. Ormai sono due mesi che hai il body tricolore nell’armadio, cosa si prova?

E’ stata una grandissima soddisfazione perché ci lavoravo da tantissimo, da un anno. Ho raggiunto un obiettivo che per me era molto importante. Dopo alcuni alti a bassi che continuano tutt’ora, però è stata una nota positiva in questa stagione.

Come la valuti la tua stagione fino a qui?

Non un granché. Ho fatto bene all’inizio stagione fino ad aprile, poi ho avuto un problema intestinale che mi ha fatto perdere 3 chili. Poi ho recuperato, ho fatto bene la corsa della Pace e con la nazionale. Non corro su strada dal campionato italiano quindi dal 24 giugno. Questo perché c’erano gli appuntamenti della pista U23 e la crono del mondiale da preparare. Sabato e domenica ripartirò con le corse.

Olivo è al secondo anno nel Cycling Team Friuli
Olivo è al secondo anno nel Cycling Team Friuli
L’avvicinamento al mondiale com’è andato?

Non è stato dei migliori perché quando sono rientrato dagli europei di pista ho avuto un problema al polpaccio. Questo non mi ha fatto allenare nel migliore dei modi per una settimana e mezza.

La tua condizione com’era?

C’è da dire di sicuro che non ero ai livelli di Lorenzo Milesi che ha vinto, ma quello si sapeva. Però ecco a una top ten ci sarei andato vicino, sarebbe stata un’ottima soddisfazione per me essendo anche la prima volta ad un mondiale. Non sarebbe stata solo esperienza, ma anche un bel risultato.

Che effetto ti ha fatto vedere Milesi sul gradino più alto?

Lui corre con i professionisti, quindi ha tutto un altro ritmo. Sapevo che sarebbe andato più forte di me. Però sono rimasto molto contento per la sua vittoria. Lorenzo mi sta simpatico è un bravo ragazzo e alla fine abbiamo condiviso tanti giorni in camera assieme. Quindi posso essere solo che felice per lui. 

Olivo ha posto l’obiettivo sugli europei olandesi di settembre
Olivo ha posto l’obiettivo sugli europei olandesi di settembre
Cosa è successo durante la prova mondiale?

Molto semplicemente, dopo credo 10/12 chilometri non mi ricordo precisamente, mi ha iniziato a formicolare tutta tutta la gamba sinistra fino al piede. A un certo punto non avevo più sensibilità e quando mi alzavo in piedi proprio non sentivo più la coordinazione della gamba, non riuscivo a capire se stavo dando forza o no. A un certo punto si vede anche dai filmati TV che provavo a distendere la gamba per fargli riprendere il sangue però in quel momento, quando l’ho distesa non riuscivo neanche a capire se l’avessi distesa o no. E’ stata proprio una brutta sensazione. 

Ti era mai capitato?

Forse agli europei in pista, ma 4 chilometri, non ci avevo fatto caso più di tanto e ho detto “boh sarà una cosa così”. Però mi è ritornato anche stavolta ai mondiali e quindi in questi giorni sarò dai miei preparatori al CTF Lab, dove facciamo posizionamento per vedere se magari con un fondello differente cambia qualcosa rispetto a quello che utilizzo ora. 

La prima ipotesi è quindi quella di un posizionamento errato?

Pensiamo che sia un problema legato allo schiacciamento eccessivo della zona del soprasella. Questo ha implicato un minor passaggio del sangue e di conseguenza il formicolio. Questo sarà il primo tentativo poi vedremo se intervenire sulla sella, l’importante è non stravolgere tutto insieme.

Olivo su strada non ha mai lamentato problemi legati alla posizione
Olivo su strada non ha mai lamentato problemi legati alla posizione
Su strada hai mai lamentato un problema simile?

No perché sulla bici da strada ho una posizione meno estrema. Essendo il bacino meno ruotato è difficile arrivare a un interruzione del flusso del sangue se non si hanno particolari problemi. 

Cosa ti porti a casa da questo mondiale?

La prendo come esperienza. Bisogna solo andare avanti e risolvere questo problema che fortunatamente non si presenta sulla bici da strada. 

Un’occasione di rivincita nel finale di stagione ci sarebbe…Il campionato europeo di Drenthe in Olanda è un tuo obiettivo?

Rimane un obiettivo arrivare competitivo, spero di essere convocato agli europei soprattutto per la crono. E poi vediamo di far bene anche il fine stagione su strada, per arrivare eventualmente ad una convocazione anche su strada. Non nego che voglio prendermi una rivincita dal mondiale. 

Olivo, la testa dura e il tricolore crono U23

23.06.2023
4 min
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SARCHE – Prima di incontrare Bryan Olivo, giusto ieri dopo la sua vittoria nella cronometro tricolore degli U23, è capitato di stringere la mano a Roberto Bressan. Il team manager del Cycling Team Friuli se ne andava in giro con un sorriso grande così, dato che su Olivo si è già speso più di una volta in prima persona. I tecnici del suo team stanno lavorando da due anni per trasformarlo da crossista promettente in pistard e stradista da leccarsi i baffi. Questa crono, vinta con 1’12” sul secondo e 1’16” sul terzo è stata la conferma che la direzione è giusta.

Olivo e la sua Merida hanno percorso i 25,7 chilometri in 32’20”, a 43,630 di media
Olivo e la sua Merida hanno percorso i 25,7 chilometri in 32’20”, a 43,630 di media

Per il team e la famiglia

Olivo se ne stava rintanato nel box riservato ai primi della classifica, senza la più classica “hot seat”, ma con una serie di divanetti e panche all’ombra, che sotto quel sole così cattivo era un’oasi felice.

«Mi aspettavo di andare bene – diceva – ma non di dare così tanto distacco al secondo. Sui rulli durante il riscaldamento ho visto dei numeri che mi hanno stupito. Sapevo di andar forte, perché questo italiano lo preparo dall’anno scorso. Arrivai terzo e mi dissi che sarei tornato per vincere. Ce l’ho messa tutta e non nego che da lunedì ero molto agitato: non perché sentissi la pressione della gara, ma per tutta la fiducia che mi arrivava dalla squadra, per come mi hanno preparato. Non volevo deludere loro, me stesso e neppure i miei genitori che mi stanno sempre accanto».

Secondo al traguardo, Nicolas Milesi ha colto così il miglior piazzamento del 2023 (foto Tornanti_cc)
Secondo al traguardo, Nicolas Milesi ha colto così il miglior piazzamento del 2023 (foto Tornanti_cc)

Lavori in corso

Il passaggio su strada non è stato privo di punzecchiature. La fuga di un altro fra i migliori talenti dal ciclocross non l’avevamo vista di buon occhio, al punto che mosso da un impeto polemico, la scorsa estate Bressan disse che l’inverno successivo avrebbe rimandato Olivo nel cross. Questo non è successo (non avevamo dubbi), in compenso è proseguita la crescita omogenea di Bryan su quasi tutti i terreni.

«Vincere il campionato italiano – proseguiva Olivo – mi dà emozioni indescrivibili. La stagione era partita bene, poi è diventata un po’ opaca. Ho avuto un problema intestinale, che mi ha fatto perdere 3 chili in tutto il mese di maggio. A giugno non andavo avanti, invece alla fine mi sono ripreso e meglio di così non poteva andare. Detto questo, non so ancora dire che tipo di corridore potrei essere. Credo che adesso si possa dire che vado forte a crono. In pianura vado bene, in salita mi difendo. Si potrebbe dire che sono un “all rounder”, ma non mi definisco così, vediamo col tempo. C’è ancora tanta strada da fare».

Dopo l’arrivo, Belletta era stremato per il caldo: il suo ritardo finale è stato di 1’16”: non male per essere al primo anno (foto Tornanti_cc)
Dopo l’arrivo, Belletta era stremato per il caldo: il suo ritardo finale è stato di 1’16”: non male per essere al primo anno (foto Tornanti_cc)

Non mollare mai

E così adesso, sentendolo parlare, ti chiedi se sulle sue tracce ci sia già qualche squadra di quelle che va a pesca di talenti giovanissimi. Va detto che il Cycling Team Friuli, in quanto vivaio della Bahrain Victorious, è un ottimo posto in cui continuare a fare le proprie esperienze, ma come ragionerebbe un ragazzo di vent’anni davanti all’eventuale offerta di un team WorldTour?

«Non so cosa farò il prossimo anno – ha detto subito – dipende se mi sentirò pronto per passare oppure no, sennò aspetterò ancora un anno. Ho ancora tanti obiettivi quest’anno. Sabato c’è il campionato italiano su strada, dove credo che correrò per i miei compagni. Loro hanno fatto il Giro d’Italia e di sicuro su strada saranno leggermente più pronti di me. Però se ci sarà l’occasione, proverò a fare il mio. E poi vorrei anche fare bene al mondiale.

«Sono tutti obiettivi che vengono gradualmente e grazie alla forza mentale. La differenza in questa crono l’ho fatta perché non ho mollato di un millimetro, anche se le gambe mi dicevano di calare. Io non l’ho fatto e questa è una cosa che non mi succede spesso. Una cosa che da oggi in avanti dovrà sempre esserci. Per me questo significa crescere».

Olivo e il CTF: cinque giorni all’università del ciclismo

25.03.2023
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I ragazzi del CTF ce lo avevano anticipato alla partenza della Coppa San Geo, era stato Andreaus a darci la notizia che a marzo sarebbero andati a correre in Belgio. Renzo Boscolo, qualche settimana dopo, ci aveva confermato la trasferta al Nord. Uno dei corridori che è stato nelle Fiandre nei giorni scorsi è Bryan Olivo, al secondo anno con la formazione friulana. 

I ragazzi del CTF venerdì 17 marzo hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
I ragazzi del CTF hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
Quanto siete stati in Belgio?

Cinque giorni, siamo partiti martedì per tornare sabato, il giorno dopo la Youngster Coast Challenge. Ieri abbiamo preso un altro volo per il Belgio e domani correremo la gara più importante: la Gent-Wevelgem under 23. 

Dove avete alloggiato?

Siamo stati nella casetta che usa la Bahrain Victorious come appoggio quando corre la campagna del Nord. 

Come si è divisa la vostra settimana?

Martedì, il giorno in cui siamo arrivati in Belgio, abbiamo fatto una prima uscita, con un bell’allenamento sui muri del Fiandre: siamo stati sull’Oude Kwaremont e sul Paterberg.

Che cosa hai provato a pedalare su quelle pietre?

Una grandissima emozione, solcare le stesse pietre dove i più grandi si sfidano durante il Giro delle Fiandre è incredibile. Sono estremamente duri! Dalla televisione non sembra, ma una volta che ci sei sopra la fatica si sente. 

Abbiamo visto che siete andati anche al velodromo di Roubaix.

Non ci siamo negati una pedalata nel velodromo più famoso del mondo, anche se devo ammettere che i muri delle Fiandre mi hanno colpito di più. Non saprei bene per quale motivo, però a parità di silenzio sui muri si respira proprio l’aria del Nord

I giorni successivi?

Mercoledì abbiamo fatto un sopralluogo degli ultimi 80 chilometri della Gent che correremo domani. Sarà una corsa dura, ci saranno da affrontare quattro o cinque muri in soli 30 chilometri. 

Essersi allenati su quelle strade è stato utile?

Direi di sì. Dalla televisione i muri non sembrano duri, poi una volta che ci pedali sopra diventa tutto più complicato. Personalmente ho utilizzato un rapporto più duro rispetto al solito. In più bisogna stare attenti e compatti sulla bici, le pietre ti fanno scomporre in sella, ma se ti alzi in piedi la ruota dietro slitta e non vai avanti. Allo stesso modo, però, non devi irrigidirti, altrimenti senti tutti i sobbalzi e soffri il doppio.

Da questo punto di vista aver disputato la Youngster Coast Challenge è stato un bell’allenamento? 

Si è trattata di una bella preparazione, dalla quale abbiamo imparato tanto. Ne parlavo con i miei compagni i giorni dopo, il risultato non è stato soddisfacente, ma siamo motivati nel tornare e fare bene, questo già dalla Gent-Wevelgem.

Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Che corsa è stata? 

Tosta, perché anche se era presente un solo muro, il Kemmelberg, non ci si poteva rilassare. Era un susseguirsi di strade strette, curve, ventagli, insomma una prova continua. La grande differenza con l’Italia è che da noi ogni tanto in corsa puoi rilassarti, lì mai. Se lo fai finisci in coda al gruppo, e nel momento in cui succede è un attimo che perdi la corsa. Le squadre straniere, come Uno-X e Lotto Dstiny, erano sempre le prime a “giocare” con il vento aprendo il gruppo. 

Intanto avete preso le misure.

Ci siamo ambientati, anche se la gara in sé non è andata esattamente nel migliore dei modi. Abbiamo corso sempre nelle prime posizioni, per tutto il giorno, ma nel finale ci siamo persi e la volata non è andata bene (il migliore del CTF è stato Buratti: 21°, ndr). Le corse in Belgio sono così, puoi lavorare tanto per poi non raccogliere nulla

Olivo: «Bene crescere, ma il futuro va preso al volo»

10.11.2022
6 min
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Bryan Olivo ha appena ripreso ad allenarsi. Fino a due anni fa, questo per lui era il momento più divertente della stagione. Il cross era casa sua, la maglia DP66 e la bici Giant. Nel 2021 ha conquistato la maglia tricolore juniores a Lecce battendo Masciarelli. Poi, passato su strada, ha preso la bici da cross e l’ha messa in garage. Il 2022 è stato la prima stagione da stradista a tempo pieno con il CT Friuli.

Olivo ha partecipato al Tour of Szeklerland e al Giro di Slovacchia, mentre si è ritirato dopo la seconda tappa del Giro del Friuli. I risultati migliori sono venuti nelle crono. Terzo ai tricolori, secondo a Ponsacco. Con la nazionale ha corso gli europei crono, strada e pista (in apertura la crono di Anadia, foto UEC). Bryan compirà vent’anni a gennaio.

Tricolore di cross juniores, Olivo ha mollato il fuoristrada lo scorso inverno (foto Alessio Pederiva)
Tricolore di cross juniores, Olivo ha mollato il fuoristrada lo scorso inverno (foto Alessio Pederiva)
Finite le vacanze?

Ho appena ripreso a fare qualcosa. Sono stato fermo dal 12 ottobre fino ad ora, ci voleva. La stagione sinceramente non l’ho neanche sentita più di tanto, nel senso che ho iniziato ad andare forte alla fine, quindi non mi è pesata particolarmente. Ogni tanto però un po’ di riposo ci vuole lo stesso e adesso sono carico per ricominciare.

Che cosa ti pare dunque del mondo della strada?

Mi piace. Se si vuole emergere e passare professionisti, bisogna andare forte su strada e io mi sono trovato bene. In Slovacchia ho corso tra i professionisti, mi piace il loro modo di correre. Fra gli under 23, soprattutto in Italia, si parte ad attaccare dall’inizio alla fine. Non c’è una tattica di corsa ragionata. Invece ho notato che all’estero le corse sono più pensate e io mi trovo meglio. C’è anche molto più lavoro di squadra e alla fine sembra un po’ di fare le grandi corse, per come le vedi in tivù.

Hai mantenuto la pista, giusto?

Ho fatto l’europeo under 23 ad Anadia, in Portogallo, nell’inseguimento individuale (nella gara in cui Manlio Moro ha conquistato il bronzo, Bryan è stato 10°, ndr). La pista dovrei tenerla, a meno di cose eclatanti. L’idea mia e penso anche dei miei preparatori e dei direttori sportivi è di rincominciare dalla base di fine anno in cui sono andato forte, poi migliorare. Durante la stagione ci saranno vari obiettivi di cui parleremo. Però, l’idea per il 2023 è di andar forte e iniziare a vincere.

Ancora al Tour of Szeklerland, in fuga nei boschi della Romania (foto Instagram)
Ancora al Tour of Szeklerland, in fuga nei boschi della Romania (foto Instagram)
I risultati migliori sono venuti nelle crono.

Vedendo da quest’anno, le cronometro sono veramente il mio punto forte. E’ una cosa su cui si può lavorare bene e magari togliersi anche qualche bella soddisfazione. Ho visto che contro il tempo posso dare il mio vero potenziale al 100 per cento. Ovviamente bisognerà vincere anche le gare su strada, però il mio punto forte adesso sono le cronometro. E’ qualcosa che sento mio. Quando salgo su quella bici mi sento un’altra persona e quindi mi piace veramente tanto.

Hai parlato di strada, vedendoti e ricordando le tue doti nel cross, un occhio alle strade del Nord si potrebbe dare, no?

Direi di sì. Alla fine ho visto che in salita dopo i 3 chilometri inizio a fare fatica, mentre sugli strappi e sui percorsi mossi posso farmi vedere. Le classiche del Nord potrebbero andar bene, però è tutto da sperimentare. L’anno scorso non ho potuto confrontarmi con quei percorsi, però l’idea è quella di puntare sulle classiche e sui percorsi vallonati.

Veniamo alla nota dolente: Trentin dice che rinunciare presto al cross per intestardirsi sulla strada è un errore.

La mia idea è che se vuoi passare professionista e nel cross non sei un fenomeno assoluto, è meglio che ti concentri sulla strada al 100 per cento, così magari hai una possibilità. Fare tutte e due le cose, magari non fatte bene, secondo me compromette la possibilità di andare avanti. Io almeno la penso così.

Al Tour of Szeklerland, riunione con i ds Boscolo e Baronti (foto CT Friuli)
Al Tour of Szeklerland, riunione con i ds Boscolo e Baronti (foto CT Friuli)
Quando sei arrivato a questa consapevolezza?

Ho sempre detto di essere amante del ciclocross e che non lo avrei mai lasciato. Però, nel momento in cui vai a ragionare bene su quali possono essere i pro e i contro, soprattutto nel cross fatto in Italia… In Belgio e Olanda, sono due cose diverse. Ugualmente, dove sono i corridori belgi e olandesi che fanno cross e vanno forte su strada? A parte quei due o tre fenomeni, intendo. Io parlo di livello under 23 e juniores. Se si guardano i risultati, non trovi nessuno che va forte su strada e fa cross.

In teoria, si fa multidisciplina non per vincere da junior o U23, ma per avere una formazione più completa da pro’.

Diciamo però che adesso il ciclismo sta portando in una direzione in cui se non vai forte subito, non passerai mai più. Vediamo sempre più juniores che passano direttamente professionisti e under 23 che fanno sempre più fatica. Probabilmente è il movimento che ti porta ad andar forte da junior.

Secondo te, Buratti che non passa è un’occasione mancata o un anno in più gli farà bene? 

Non lo so, è una domanda cui non vorrei rispondere.

Al Giro del Friuli doveva lavorare per Buratti, ma il 2° giorno si è fermato per problemi fisici (foto Instagram)
Al Giro del Friuli doveva lavorare per Buratti, ma il 2° giorno si è fermato per problemi fisici (foto Instagram)
Seguendo il tuo ragionamento, sembra quasi che ci sia un solo treno…

Se hai il contratto in mano, un anno in più non fa niente, però se non hai il contratto in mano, ovviamente non passare è un’occasione sprecata. Dipende da che punto di vista lo vedi. Se gli fai fare il quarto anno e non hai il contratto, magari non hai motivazioni. Se invece ce l’hai già, un anno in più non cambia niente, perché sai che alla fine passerai.

Se adesso venisse qualcuno e ti offrisse di passare subito, dopo che hai detto di dover ancora crescere, cosa faresti?

Non posso mica non accettare, no? Sarebbe un’occasione. E’ come dire che il treno passa una volta e poi magari non passa più. Sono d’accordo che sia necessario crescere, però fai che durante quest’anno per crescere ti succede qualcosa, anche solo per pura sfortuna? Dopo come fai?

Allo stesso modo, metti che vai di là, non sei pronto e smetti di correre?

Certo, sono punti di vista alla fine. Però è giusto che un corridore deve crescere prima di passare, questo voglio dirlo.

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì è stato il suo primo mentore nel cross e ha sperato di poterlo rivedere nella specialità (foto Billiani)
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì è stato il suo mentore nel cross (foto Billiani)
Come riprende la preparazione adesso?

Con un po’ di palestra, soprattutto quella. Un paio di ore in bici 2-3 volte alla settimana e poi si aumenterà sempre di più. Per due settimane ancora da soli, poi ci troveremo quasi ogni sabato e domenica insieme in casetta. Qua la mattina e la sera fa freddo, ma durante il giorno si sta ancora bene. E’ perfetto per andare in bici all’orda di pranzo. Che di questi tempi non guasta. 

Bryan Olivo, dategli una bici e sarà felice

05.07.2022
4 min
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Il Cycling Team Friuli lo abbiamo imparato a conoscere bene, la realtà friulana guidata da Renzo Boscolo si sta mettendo sempre più in luce. La realtà del CTF è giovane ed ambiziosa. Tra i tanti ragazzi che ci sono nel team uno si è messo in buona luce nell’ultimo periodo: si tratta di Bryan Olivo (in apertura, immagine Lucia e Stefano photo). Classe 2003, al primo anno nella categoria under 23, si è portato a casa il podio al campionato nazionale a cronometro. Vero che i partecipanti alla corsa erano solamente 14, ma in un ciclismo giovanile che perde costantemente di sostanza, è giusto premiare chi onora l’impegno.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020

Adattamento non facile

Il passaggio dagli juniores all’under 23 non è mai scontato e banale. Adattarsi ad altri ritmi e ad avversari più grandi non è facile e Bryan ce lo racconta.

«Non è stata una prima parte di stagione semplice – ci dice il frizzante Bryan – un infortunio al ginocchio mi ha tenuto fermo per un mese proprio a ridosso dell’inizio della stagione. A causa di questo stop ho perso tutta la condizione ed il lavoro effettuato in preparazione. Il terzo posto nel campionato a cronometro ha un po’ rimesso a posto le cose, ora cercherò di fare meglio e vedremo dove riuscirò ad arrivare». 

L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)
L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)

Bici che passione

«Arrivo dall’Uc Pordenone – racconta Olivo – la squadra di casa mia (che all’inizio del 2022 ha chiuso i battenti, ndr). Con loro sono stato davvero molto bene e ho potuto fare tutte le esperienze che desideravo. Non sono uno che ama stare fermo, mi piace fare fatica. Grazie a mio fratello ho imparato ad amare ed apprezzare la bici in tutte le sue discipline. Ho corso sempre su strada ma ho fatto anche pista, cronometro e cross. Tutte queste attività mi hanno permesso di crescere e di imparare qualcosa».

Tutta questa voglia di fare e le numerose esperienze fatte nei vari campi del pedale hanno portato l’attenzione di Boscolo, e dell’intero Cycling Team Friuli, sul giovane Bryan.

«Cross l’ho praticato da esordiente primo anno fino agli juniores, sempre primo anno. L’anno scorso, invece, mentre ero ancora in forza al Pordenone, ho ottenuto la medaglia d’argento al mondiale di categoria, nella disciplina dell’inseguimento a squadre. Pratico anche quello individuale, ma è un pochino più complicato».

Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)
Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)

Tante discipline

Trovare un ragazzo così innamorato della bici in tutte le sue sfumature è difficile. A volte a tutta questa passione bisogna porre un freno, anche solo momentaneo, per permettere al ragazzo di crescere e maturare. 

«Con il cross mi sono fermato lo scorso anno e anche per quello in corso, vedremo se nel futuro riuscirò a rispolverarlo. E’ una disciplina che mi piace e che mi ha insegnato tanto sulla tecnica di base, sulla guida del mezzo, ecc. La cronometro e la pista, viste anche le discipline che pratico sul parquet, si assomigliano abbastanza e quindi è più semplice conciliarle. Anche se quest’anno non sono ancora andato a girare al velodromo, soprattutto a causa del problema al ginocchio che vi raccontavo prima».

Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria
Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria

Un team giovane

Il CTF è un team che punta molto sui ragazzi giovani, abbiamo avuto modo di parlarne anche con i loro direttori sportivi. In un ciclismo che viaggia sempre più veloce e dove i ragazzi entrano nel mondo dei professionisti sempre più presto è importante trovare subito il modo di lavorare corretto, senza perdere tempo.

«Siamo cinque ragazzi al primo anno da under 23 – ci dice sempre Olivo – con i direttori sportivi e tra di noi ci troviamo bene. Non è scontato trovarsi bene con i compagni e lo staff ma posso dirmi felice. Anche con i ragazzi più grandi il rapporto è ottimo, ci consigliano e ci stanno molto vicini. I prossimi anni, per la mia crescita saranno importanti, la squadra fa tante gare all’estero e so che arriverà anche il mio momento e mi farò trovare pronto. Mettersi alla prova al di fuori della propria “comfort zone” è importante per essere stimolati nella crescita e nell’apprendimento».

Coach Mattiussi su Olivo: il motore e il perché della rinuncia al cx

18.01.2022
5 min
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Bryan Olivo resta l’argomento del momento a quanto pare. Il talento friulano è stato più volte chiamato in causa, soprattutto per il fatto che quest’anno non ha corso nel cross dove sembrava essere un predestinato dopo la conquista del tricolore juniores della passata stagione. Bryan è passato al CTF e tra i suoi preparatori c’è anche Alessio Mattiussi (i due sono insieme nella foto di apertura).

Alessio segue Bryan già da un po’, in quanto lo stesso team di Roberto Bressan aveva posto l’attenzione sul ragazzo, lui pertanto potrà darci delle indicazioni concrete da un punto di vista tecnico. Che motore ha? È tagliato per la strada? Oppure può fare molto bene anche su pista e nel cross?

Si dice che sia fortissimo per la strada, forte per la pista e per assurdo meno portato per il ciclocross. Proprio da questi “dubbi” partiamo con Mattiussi.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo, classe 2003, nei campionati europei juniores 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo, classe 2003, nei campionati europei juniores 2020
Alessio, abbiamo visto Olivo impegnato in questi anni su più fronti. Qual è secondo te quello dove potrà fare meglio?

Bryan per tanti anni ha corso nel cross e nella strada, dall’anno scorso ha provato anche la pista. La sua vecchia squadra, l’UC Pordenone, giustamente gli ha fatto provare più discipline e forse lui è uno degli atleti più multidisciplinari che abbiamo. Su strada si è mostrato molto generoso, ha corso spesso all’attacco. Ma io sono convinto che con le sue qualità di endurance tra i dilettanti possa fare ancora meglio, perché negli juniores le gare sono più brevi, il modo di correre è più “intermittente”. Anche se quell’argento ai mondiali su pista conta abbastanza.

Come mai non è stato fatto gareggiare nel cross?

Non volevamo appesantirlo troppo. Ricordiamoci che lui adesso è un primo anno. I ragazzi hanno anche la scuola e mettere troppa carne al fuoco può essere controproducente. Noi vogliamo dargli tempo. Non è detto poi che il prossimo anno qualche gara di cross non possa farla, chiaramente programmandola a dovere.

Che caratteristiche ha il motore di Olivo?

È un corridore molto endurance, ripeto, ma analizzando i suoi dati nell’inseguimento, quindi in quei 4′ circa, si è visto che può andare molto forte anche sotto questo punto di vista, anche pensando alla sparata. Di sicuro non è un ragazzo superveloce e neanche uno scalatore. Però in salita si difende bene. Io lo definirei un passista-scalatore.

Quanto è alto e quanto pesa?

È alto 1,80 metri per 66,5 chili.

Bryan Olivo impegnato in pista con ancora la maglia dell’UC Pordenone (foto Instagram – AT Photographyy)
Bryan Olivo impegnato in pista con ancora la maglia dell’UC Pordenone (foto Instagram – AT Photographyy)
In pratica l’identikit perfetto che cerca Pontoni!

In effetti fisicamente è cresciuto molto quest’anno. Negli ultimi tre anni ha avuto un grande sviluppo, ma sono certo che trarrà grandi benefici da questo inverno. Non ha fatto il cross, è vero, ma ha lavorato molto sulla base aerobica e anche in palestra.

Prima, Alessio, hai parlato di endurance, ma come fai a capire che sono queste le sue qualità migliori?

Come preparatore il potenziometro è la nostra fonte di dati principale. Dati che assumiamo in modo costante, anche in gara, cosa che fino a qualche anno fa non era possibile. E altri strumenti ci consentono di incamerarne altri, penso per esempio alla pressione o alle pulsazioni prese al mattino. Più dati abbiamo e meglio è per il futuro. Oggi moltissimi juniores utilizzano il potenziometro, a volte anche troppo, però questo permette di verificare la crescita dell’atleta e i suoi miglioramenti. Come lo vediamo: analizzando la sua curva di potenza. Da questa emergono pregi e difetti.

E come si comporta in questo caso la curva di Olivo?

Capiamo che sia portato per l’endurance perché dopo un certo periodo di sforzo la sua curva non va mai in picchiata. Se a questo aggiungiamo che sui 10 secondi non ha valori altissimi, possiamo dedurre che sia più portato per gli sforzi prolungati.

Quindi ha ragione Bressan: in teoria nel cross non servono queste attitudini di endurance, o quantomeno non sono quelle che ti fanno emergere a livelli mondiali… Ma torniamo a noi, Alessio: tu che Olivo lo conosci già da un po’ cosa gli piace di più?

Devo dire che la prestazione in pista lo ha colpito parecchio. Bryan è cresciuto nel cross e di certo questo gli è rimasto nel cuore, però si è fidato del nostro giudizio e non ha avuto ripensamenti. Con il campionato italiano a Variano in casa, magari un pensiero ce lo ha fatto, ma è anche consapevole che adesso sta entrando nel mondo vero del ciclismo. Noi del Team Friuli, come sapete, facciamo spesso delle competizioni all’estero ed è quello il mondo che dovrà affrontare.

Lo scorso anno il corridore di Fiume Veneto ha vinto il tricolore juniores nel cross (foto Roberto Ferrante)
Lo scorso anno il corridore di Fiume Veneto ha vinto il tricolore juniores nel cross (foto Roberto Ferrante)
Che Olivo vedremo in questo 2022?

Adesso Bryan è in Spagna con il team, l’idea è quella di partire bene, di farsi vedere subito. Come ho già detto, non dobbiamo dimenticare che si tratta di un ragazzo di primo anno, che deve ancora completare la sua crescita e che ha anche la scuola, cosa che per noi è importante. Lo vedremo all’attacco. E dopo la scuola lo vedremo ancora di più. Al CTF abbiamo l’idea di fargli fare qualche corsa a tappe… una volta finita la scuola.

Bryan è cresciuto, questo vi ha fatto rivedere anche la sua posizione in bici? E lo avete ottimizzato per la strada in qualche modo?

Sì, da quando lo abbiamo preso sotto la nostra ala, in parallelo alla preparazione, c’è stata la sua messa in bici. Certamente qualche accortezza nel passaggio dal cross alla strada c’è stata, penso alla posizione un po’ più aerodinamica. Però il lavoro con lui è stato costante: tre volte l’anno lo vedevamo e tre volte l’anno adeguavamo le misure alla sua crescita.

Olivo forte su strada e su pista: vedi delle analogie con Jonathan Milan?

Jonathan è Jonathan! Lui è diventato campione olimpico ed è ancora giovanissimo. Va detto che anche Jonathan è emerso alla fine del primo anno da dilettante ed è esploso durante il secondo. Da juniores ha vinto “poco”…  e chi lo sa!