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Olivo e il CTF: cinque giorni all’università del ciclismo

25.03.2023
4 min
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I ragazzi del CTF ce lo avevano anticipato alla partenza della Coppa San Geo, era stato Andreaus a darci la notizia che a marzo sarebbero andati a correre in Belgio. Renzo Boscolo, qualche settimana dopo, ci aveva confermato la trasferta al Nord. Uno dei corridori che è stato nelle Fiandre nei giorni scorsi è Bryan Olivo, al secondo anno con la formazione friulana. 

I ragazzi del CTF venerdì 17 marzo hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
I ragazzi del CTF hanno corso la Youngster Coast Challenge, questo il passaggio sul Kemmelberg (foto helene_cyclingpix)
Quanto siete stati in Belgio?

Cinque giorni, siamo partiti martedì per tornare sabato, il giorno dopo la Youngster Coast Challenge. Ieri abbiamo preso un altro volo per il Belgio e domani correremo la gara più importante: la Gent-Wevelgem under 23. 

Dove avete alloggiato?

Siamo stati nella casetta che usa la Bahrain Victorious come appoggio quando corre la campagna del Nord. 

Come si è divisa la vostra settimana?

Martedì, il giorno in cui siamo arrivati in Belgio, abbiamo fatto una prima uscita, con un bell’allenamento sui muri del Fiandre: siamo stati sull’Oude Kwaremont e sul Paterberg.

Che cosa hai provato a pedalare su quelle pietre?

Una grandissima emozione, solcare le stesse pietre dove i più grandi si sfidano durante il Giro delle Fiandre è incredibile. Sono estremamente duri! Dalla televisione non sembra, ma una volta che ci sei sopra la fatica si sente. 

Abbiamo visto che siete andati anche al velodromo di Roubaix.

Non ci siamo negati una pedalata nel velodromo più famoso del mondo, anche se devo ammettere che i muri delle Fiandre mi hanno colpito di più. Non saprei bene per quale motivo, però a parità di silenzio sui muri si respira proprio l’aria del Nord

I giorni successivi?

Mercoledì abbiamo fatto un sopralluogo degli ultimi 80 chilometri della Gent che correremo domani. Sarà una corsa dura, ci saranno da affrontare quattro o cinque muri in soli 30 chilometri. 

Essersi allenati su quelle strade è stato utile?

Direi di sì. Dalla televisione i muri non sembrano duri, poi una volta che ci pedali sopra diventa tutto più complicato. Personalmente ho utilizzato un rapporto più duro rispetto al solito. In più bisogna stare attenti e compatti sulla bici, le pietre ti fanno scomporre in sella, ma se ti alzi in piedi la ruota dietro slitta e non vai avanti. Allo stesso modo, però, non devi irrigidirti, altrimenti senti tutti i sobbalzi e soffri il doppio.

Da questo punto di vista aver disputato la Youngster Coast Challenge è stato un bell’allenamento? 

Si è trattata di una bella preparazione, dalla quale abbiamo imparato tanto. Ne parlavo con i miei compagni i giorni dopo, il risultato non è stato soddisfacente, ma siamo motivati nel tornare e fare bene, questo già dalla Gent-Wevelgem.

Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Giovedì un rapido giro anche nel Velodromo di Roubaix
Che corsa è stata? 

Tosta, perché anche se era presente un solo muro, il Kemmelberg, non ci si poteva rilassare. Era un susseguirsi di strade strette, curve, ventagli, insomma una prova continua. La grande differenza con l’Italia è che da noi ogni tanto in corsa puoi rilassarti, lì mai. Se lo fai finisci in coda al gruppo, e nel momento in cui succede è un attimo che perdi la corsa. Le squadre straniere, come Uno-X e Lotto Dstiny, erano sempre le prime a “giocare” con il vento aprendo il gruppo. 

Intanto avete preso le misure.

Ci siamo ambientati, anche se la gara in sé non è andata esattamente nel migliore dei modi. Abbiamo corso sempre nelle prime posizioni, per tutto il giorno, ma nel finale ci siamo persi e la volata non è andata bene (il migliore del CTF è stato Buratti: 21°, ndr). Le corse in Belgio sono così, puoi lavorare tanto per poi non raccogliere nulla

Olivo: «Bene crescere, ma il futuro va preso al volo»

10.11.2022
6 min
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Bryan Olivo ha appena ripreso ad allenarsi. Fino a due anni fa, questo per lui era il momento più divertente della stagione. Il cross era casa sua, la maglia DP66 e la bici Giant. Nel 2021 ha conquistato la maglia tricolore juniores a Lecce battendo Masciarelli. Poi, passato su strada, ha preso la bici da cross e l’ha messa in garage. Il 2022 è stato la prima stagione da stradista a tempo pieno con il CT Friuli.

Olivo ha partecipato al Tour of Szeklerland e al Giro di Slovacchia, mentre si è ritirato dopo la seconda tappa del Giro del Friuli. I risultati migliori sono venuti nelle crono. Terzo ai tricolori, secondo a Ponsacco. Con la nazionale ha corso gli europei crono, strada e pista (in apertura la crono di Anadia, foto UEC). Bryan compirà vent’anni a gennaio.

Tricolore di cross juniores, Olivo ha mollato il fuoristrada lo scorso inverno (foto Alessio Pederiva)
Tricolore di cross juniores, Olivo ha mollato il fuoristrada lo scorso inverno (foto Alessio Pederiva)
Finite le vacanze?

Ho appena ripreso a fare qualcosa. Sono stato fermo dal 12 ottobre fino ad ora, ci voleva. La stagione sinceramente non l’ho neanche sentita più di tanto, nel senso che ho iniziato ad andare forte alla fine, quindi non mi è pesata particolarmente. Ogni tanto però un po’ di riposo ci vuole lo stesso e adesso sono carico per ricominciare.

Che cosa ti pare dunque del mondo della strada?

Mi piace. Se si vuole emergere e passare professionisti, bisogna andare forte su strada e io mi sono trovato bene. In Slovacchia ho corso tra i professionisti, mi piace il loro modo di correre. Fra gli under 23, soprattutto in Italia, si parte ad attaccare dall’inizio alla fine. Non c’è una tattica di corsa ragionata. Invece ho notato che all’estero le corse sono più pensate e io mi trovo meglio. C’è anche molto più lavoro di squadra e alla fine sembra un po’ di fare le grandi corse, per come le vedi in tivù.

Hai mantenuto la pista, giusto?

Ho fatto l’europeo under 23 ad Anadia, in Portogallo, nell’inseguimento individuale (nella gara in cui Manlio Moro ha conquistato il bronzo, Bryan è stato 10°, ndr). La pista dovrei tenerla, a meno di cose eclatanti. L’idea mia e penso anche dei miei preparatori e dei direttori sportivi è di rincominciare dalla base di fine anno in cui sono andato forte, poi migliorare. Durante la stagione ci saranno vari obiettivi di cui parleremo. Però, l’idea per il 2023 è di andar forte e iniziare a vincere.

Ancora al Tour of Szeklerland, in fuga nei boschi della Romania (foto Instagram)
Ancora al Tour of Szeklerland, in fuga nei boschi della Romania (foto Instagram)
I risultati migliori sono venuti nelle crono.

Vedendo da quest’anno, le cronometro sono veramente il mio punto forte. E’ una cosa su cui si può lavorare bene e magari togliersi anche qualche bella soddisfazione. Ho visto che contro il tempo posso dare il mio vero potenziale al 100 per cento. Ovviamente bisognerà vincere anche le gare su strada, però il mio punto forte adesso sono le cronometro. E’ qualcosa che sento mio. Quando salgo su quella bici mi sento un’altra persona e quindi mi piace veramente tanto.

Hai parlato di strada, vedendoti e ricordando le tue doti nel cross, un occhio alle strade del Nord si potrebbe dare, no?

Direi di sì. Alla fine ho visto che in salita dopo i 3 chilometri inizio a fare fatica, mentre sugli strappi e sui percorsi mossi posso farmi vedere. Le classiche del Nord potrebbero andar bene, però è tutto da sperimentare. L’anno scorso non ho potuto confrontarmi con quei percorsi, però l’idea è quella di puntare sulle classiche e sui percorsi vallonati.

Veniamo alla nota dolente: Trentin dice che rinunciare presto al cross per intestardirsi sulla strada è un errore.

La mia idea è che se vuoi passare professionista e nel cross non sei un fenomeno assoluto, è meglio che ti concentri sulla strada al 100 per cento, così magari hai una possibilità. Fare tutte e due le cose, magari non fatte bene, secondo me compromette la possibilità di andare avanti. Io almeno la penso così.

Al Tour of Szeklerland, riunione con i ds Boscolo e Baronti (foto CT Friuli)
Al Tour of Szeklerland, riunione con i ds Boscolo e Baronti (foto CT Friuli)
Quando sei arrivato a questa consapevolezza?

Ho sempre detto di essere amante del ciclocross e che non lo avrei mai lasciato. Però, nel momento in cui vai a ragionare bene su quali possono essere i pro e i contro, soprattutto nel cross fatto in Italia… In Belgio e Olanda, sono due cose diverse. Ugualmente, dove sono i corridori belgi e olandesi che fanno cross e vanno forte su strada? A parte quei due o tre fenomeni, intendo. Io parlo di livello under 23 e juniores. Se si guardano i risultati, non trovi nessuno che va forte su strada e fa cross.

In teoria, si fa multidisciplina non per vincere da junior o U23, ma per avere una formazione più completa da pro’.

Diciamo però che adesso il ciclismo sta portando in una direzione in cui se non vai forte subito, non passerai mai più. Vediamo sempre più juniores che passano direttamente professionisti e under 23 che fanno sempre più fatica. Probabilmente è il movimento che ti porta ad andar forte da junior.

Secondo te, Buratti che non passa è un’occasione mancata o un anno in più gli farà bene? 

Non lo so, è una domanda cui non vorrei rispondere.

Al Giro del Friuli doveva lavorare per Buratti, ma il 2° giorno si è fermato per problemi fisici (foto Instagram)
Al Giro del Friuli doveva lavorare per Buratti, ma il 2° giorno si è fermato per problemi fisici (foto Instagram)
Seguendo il tuo ragionamento, sembra quasi che ci sia un solo treno…

Se hai il contratto in mano, un anno in più non fa niente, però se non hai il contratto in mano, ovviamente non passare è un’occasione sprecata. Dipende da che punto di vista lo vedi. Se gli fai fare il quarto anno e non hai il contratto, magari non hai motivazioni. Se invece ce l’hai già, un anno in più non cambia niente, perché sai che alla fine passerai.

Se adesso venisse qualcuno e ti offrisse di passare subito, dopo che hai detto di dover ancora crescere, cosa faresti?

Non posso mica non accettare, no? Sarebbe un’occasione. E’ come dire che il treno passa una volta e poi magari non passa più. Sono d’accordo che sia necessario crescere, però fai che durante quest’anno per crescere ti succede qualcosa, anche solo per pura sfortuna? Dopo come fai?

Allo stesso modo, metti che vai di là, non sei pronto e smetti di correre?

Certo, sono punti di vista alla fine. Però è giusto che un corridore deve crescere prima di passare, questo voglio dirlo.

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì è stato il suo primo mentore nel cross e ha sperato di poterlo rivedere nella specialità (foto Billiani)
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì è stato il suo mentore nel cross (foto Billiani)
Come riprende la preparazione adesso?

Con un po’ di palestra, soprattutto quella. Un paio di ore in bici 2-3 volte alla settimana e poi si aumenterà sempre di più. Per due settimane ancora da soli, poi ci troveremo quasi ogni sabato e domenica insieme in casetta. Qua la mattina e la sera fa freddo, ma durante il giorno si sta ancora bene. E’ perfetto per andare in bici all’orda di pranzo. Che di questi tempi non guasta. 

Bryan Olivo, dategli una bici e sarà felice

05.07.2022
4 min
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Il Cycling Team Friuli lo abbiamo imparato a conoscere bene, la realtà friulana guidata da Renzo Boscolo si sta mettendo sempre più in luce. La realtà del CTF è giovane ed ambiziosa. Tra i tanti ragazzi che ci sono nel team uno si è messo in buona luce nell’ultimo periodo: si tratta di Bryan Olivo (in apertura, immagine Lucia e Stefano photo). Classe 2003, al primo anno nella categoria under 23, si è portato a casa il podio al campionato nazionale a cronometro. Vero che i partecipanti alla corsa erano solamente 14, ma in un ciclismo giovanile che perde costantemente di sostanza, è giusto premiare chi onora l’impegno.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo ha corso nel ciclocross fino agli juniores, qui ai campionati europei di categoria del 2020

Adattamento non facile

Il passaggio dagli juniores all’under 23 non è mai scontato e banale. Adattarsi ad altri ritmi e ad avversari più grandi non è facile e Bryan ce lo racconta.

«Non è stata una prima parte di stagione semplice – ci dice il frizzante Bryan – un infortunio al ginocchio mi ha tenuto fermo per un mese proprio a ridosso dell’inizio della stagione. A causa di questo stop ho perso tutta la condizione ed il lavoro effettuato in preparazione. Il terzo posto nel campionato a cronometro ha un po’ rimesso a posto le cose, ora cercherò di fare meglio e vedremo dove riuscirò ad arrivare». 

L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)
L’attitudine per la crono sempre coltivata. Qui nel 2020 (foto Scanferla)

Bici che passione

«Arrivo dall’Uc Pordenone – racconta Olivo – la squadra di casa mia (che all’inizio del 2022 ha chiuso i battenti, ndr). Con loro sono stato davvero molto bene e ho potuto fare tutte le esperienze che desideravo. Non sono uno che ama stare fermo, mi piace fare fatica. Grazie a mio fratello ho imparato ad amare ed apprezzare la bici in tutte le sue discipline. Ho corso sempre su strada ma ho fatto anche pista, cronometro e cross. Tutte queste attività mi hanno permesso di crescere e di imparare qualcosa».

Tutta questa voglia di fare e le numerose esperienze fatte nei vari campi del pedale hanno portato l’attenzione di Boscolo, e dell’intero Cycling Team Friuli, sul giovane Bryan.

«Cross l’ho praticato da esordiente primo anno fino agli juniores, sempre primo anno. L’anno scorso, invece, mentre ero ancora in forza al Pordenone, ho ottenuto la medaglia d’argento al mondiale di categoria, nella disciplina dell’inseguimento a squadre. Pratico anche quello individuale, ma è un pochino più complicato».

Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)
Tra le altre attività di Bryan c’è la pista, dove nel 2021 ha conquistato l’argento ai mondiali juniores nell’inseguimento a squadre (foto Jan Brychta)

Tante discipline

Trovare un ragazzo così innamorato della bici in tutte le sue sfumature è difficile. A volte a tutta questa passione bisogna porre un freno, anche solo momentaneo, per permettere al ragazzo di crescere e maturare. 

«Con il cross mi sono fermato lo scorso anno e anche per quello in corso, vedremo se nel futuro riuscirò a rispolverarlo. E’ una disciplina che mi piace e che mi ha insegnato tanto sulla tecnica di base, sulla guida del mezzo, ecc. La cronometro e la pista, viste anche le discipline che pratico sul parquet, si assomigliano abbastanza e quindi è più semplice conciliarle. Anche se quest’anno non sono ancora andato a girare al velodromo, soprattutto a causa del problema al ginocchio che vi raccontavo prima».

Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria
Il CTF è una squadra giovane, ben 5 dei suoi atleti under 23 sono al primo anno nella categoria

Un team giovane

Il CTF è un team che punta molto sui ragazzi giovani, abbiamo avuto modo di parlarne anche con i loro direttori sportivi. In un ciclismo che viaggia sempre più veloce e dove i ragazzi entrano nel mondo dei professionisti sempre più presto è importante trovare subito il modo di lavorare corretto, senza perdere tempo.

«Siamo cinque ragazzi al primo anno da under 23 – ci dice sempre Olivo – con i direttori sportivi e tra di noi ci troviamo bene. Non è scontato trovarsi bene con i compagni e lo staff ma posso dirmi felice. Anche con i ragazzi più grandi il rapporto è ottimo, ci consigliano e ci stanno molto vicini. I prossimi anni, per la mia crescita saranno importanti, la squadra fa tante gare all’estero e so che arriverà anche il mio momento e mi farò trovare pronto. Mettersi alla prova al di fuori della propria “comfort zone” è importante per essere stimolati nella crescita e nell’apprendimento».

Coach Mattiussi su Olivo: il motore e il perché della rinuncia al cx

18.01.2022
5 min
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Bryan Olivo resta l’argomento del momento a quanto pare. Il talento friulano è stato più volte chiamato in causa, soprattutto per il fatto che quest’anno non ha corso nel cross dove sembrava essere un predestinato dopo la conquista del tricolore juniores della passata stagione. Bryan è passato al CTF e tra i suoi preparatori c’è anche Alessio Mattiussi (i due sono insieme nella foto di apertura).

Alessio segue Bryan già da un po’, in quanto lo stesso team di Roberto Bressan aveva posto l’attenzione sul ragazzo, lui pertanto potrà darci delle indicazioni concrete da un punto di vista tecnico. Che motore ha? È tagliato per la strada? Oppure può fare molto bene anche su pista e nel cross?

Si dice che sia fortissimo per la strada, forte per la pista e per assurdo meno portato per il ciclocross. Proprio da questi “dubbi” partiamo con Mattiussi.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo, classe 2003, nei campionati europei juniores 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
Bryan Olivo, classe 2003, nei campionati europei juniores 2020
Alessio, abbiamo visto Olivo impegnato in questi anni su più fronti. Qual è secondo te quello dove potrà fare meglio?

Bryan per tanti anni ha corso nel cross e nella strada, dall’anno scorso ha provato anche la pista. La sua vecchia squadra, l’UC Pordenone, giustamente gli ha fatto provare più discipline e forse lui è uno degli atleti più multidisciplinari che abbiamo. Su strada si è mostrato molto generoso, ha corso spesso all’attacco. Ma io sono convinto che con le sue qualità di endurance tra i dilettanti possa fare ancora meglio, perché negli juniores le gare sono più brevi, il modo di correre è più “intermittente”. Anche se quell’argento ai mondiali su pista conta abbastanza.

Come mai non è stato fatto gareggiare nel cross?

Non volevamo appesantirlo troppo. Ricordiamoci che lui adesso è un primo anno. I ragazzi hanno anche la scuola e mettere troppa carne al fuoco può essere controproducente. Noi vogliamo dargli tempo. Non è detto poi che il prossimo anno qualche gara di cross non possa farla, chiaramente programmandola a dovere.

Che caratteristiche ha il motore di Olivo?

È un corridore molto endurance, ripeto, ma analizzando i suoi dati nell’inseguimento, quindi in quei 4′ circa, si è visto che può andare molto forte anche sotto questo punto di vista, anche pensando alla sparata. Di sicuro non è un ragazzo superveloce e neanche uno scalatore. Però in salita si difende bene. Io lo definirei un passista-scalatore.

Quanto è alto e quanto pesa?

È alto 1,80 metri per 66,5 chili.

Bryan Olivo impegnato in pista con ancora la maglia dell’UC Pordenone (foto Instagram – AT Photographyy)
Bryan Olivo impegnato in pista con ancora la maglia dell’UC Pordenone (foto Instagram – AT Photographyy)
In pratica l’identikit perfetto che cerca Pontoni!

In effetti fisicamente è cresciuto molto quest’anno. Negli ultimi tre anni ha avuto un grande sviluppo, ma sono certo che trarrà grandi benefici da questo inverno. Non ha fatto il cross, è vero, ma ha lavorato molto sulla base aerobica e anche in palestra.

Prima, Alessio, hai parlato di endurance, ma come fai a capire che sono queste le sue qualità migliori?

Come preparatore il potenziometro è la nostra fonte di dati principale. Dati che assumiamo in modo costante, anche in gara, cosa che fino a qualche anno fa non era possibile. E altri strumenti ci consentono di incamerarne altri, penso per esempio alla pressione o alle pulsazioni prese al mattino. Più dati abbiamo e meglio è per il futuro. Oggi moltissimi juniores utilizzano il potenziometro, a volte anche troppo, però questo permette di verificare la crescita dell’atleta e i suoi miglioramenti. Come lo vediamo: analizzando la sua curva di potenza. Da questa emergono pregi e difetti.

E come si comporta in questo caso la curva di Olivo?

Capiamo che sia portato per l’endurance perché dopo un certo periodo di sforzo la sua curva non va mai in picchiata. Se a questo aggiungiamo che sui 10 secondi non ha valori altissimi, possiamo dedurre che sia più portato per gli sforzi prolungati.

Quindi ha ragione Bressan: in teoria nel cross non servono queste attitudini di endurance, o quantomeno non sono quelle che ti fanno emergere a livelli mondiali… Ma torniamo a noi, Alessio: tu che Olivo lo conosci già da un po’ cosa gli piace di più?

Devo dire che la prestazione in pista lo ha colpito parecchio. Bryan è cresciuto nel cross e di certo questo gli è rimasto nel cuore, però si è fidato del nostro giudizio e non ha avuto ripensamenti. Con il campionato italiano a Variano in casa, magari un pensiero ce lo ha fatto, ma è anche consapevole che adesso sta entrando nel mondo vero del ciclismo. Noi del Team Friuli, come sapete, facciamo spesso delle competizioni all’estero ed è quello il mondo che dovrà affrontare.

Lo scorso anno il corridore di Fiume Veneto ha vinto il tricolore juniores nel cross (foto Roberto Ferrante)
Lo scorso anno il corridore di Fiume Veneto ha vinto il tricolore juniores nel cross (foto Roberto Ferrante)
Che Olivo vedremo in questo 2022?

Adesso Bryan è in Spagna con il team, l’idea è quella di partire bene, di farsi vedere subito. Come ho già detto, non dobbiamo dimenticare che si tratta di un ragazzo di primo anno, che deve ancora completare la sua crescita e che ha anche la scuola, cosa che per noi è importante. Lo vedremo all’attacco. E dopo la scuola lo vedremo ancora di più. Al CTF abbiamo l’idea di fargli fare qualche corsa a tappe… una volta finita la scuola.

Bryan è cresciuto, questo vi ha fatto rivedere anche la sua posizione in bici? E lo avete ottimizzato per la strada in qualche modo?

Sì, da quando lo abbiamo preso sotto la nostra ala, in parallelo alla preparazione, c’è stata la sua messa in bici. Certamente qualche accortezza nel passaggio dal cross alla strada c’è stata, penso alla posizione un po’ più aerodinamica. Però il lavoro con lui è stato costante: tre volte l’anno lo vedevamo e tre volte l’anno adeguavamo le misure alla sua crescita.

Olivo forte su strada e su pista: vedi delle analogie con Jonathan Milan?

Jonathan è Jonathan! Lui è diventato campione olimpico ed è ancora giovanissimo. Va detto che anche Jonathan è emerso alla fine del primo anno da dilettante ed è esploso durante il secondo. Da juniores ha vinto “poco”…  e chi lo sa!

Bertolini Variano 2021

Tricolori di ciclocross, parola a chi ha già vinto…

06.01.2022
5 min
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Questi sono giorni che per alcuni hanno un sapore particolare. Sono gli ultimi giorni nei quali si indossano le maglie tricolori di ciclocross, che domenica verranno rimesse in palio a Variano di Basiliana. Alcuni si rimetteranno in gioco per mantenerla, altri la riporranno nell’armadio come ricordo di un passaggio importante nella propria carriera. E’ un rituale che ripete ogni anno, ma che mantiene sempre il proprio fascino.

In queste giornate di allenamento, di preparazione della trasferta, di studio del nuovo percorso ogni occhiata a quella maglia raccoglie un misto di nostalgia e speranza, anche in chi l’aveva già vestita e sa bene quali emozioni sappia regalare.

Lecce, la grande rivincita di Bertolini

Per Gioele Bertolini, ad esempio, quella conquistata ai tricolori dello scorso anno ebbe un forte senso di riscatto: «Fu una grande rivincita, venivo da un anno disgraziato, con un bruttissimo incidente in Mtb che mi aveva praticamente fatto saltare tutta la stagione offroad e rischiava di compromettere anche quella sui prati».

Che cosa rappresenta indossare quella maglia?

E’ un grandissimo onore prima di tutto e questo senso lo avverto ogni volta che la indosso. Quella del 2021 non è stata la prima, ma ogni volta è come se lo fosse. Poi, quando si gareggia all’estero, è palpabile l’effetto che fa, negli avversari, in chi guarda, ancor più nei nostri connazionali che vivono lì. Gli stessi corridori ti guardano con occhi diversi, magari anche con un po’ d’invidia.

Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Che cosa è cambiato in questi 12 mesi?

Ho avuto più continuità, sicuramente arrivo alla gara di Variano con una condizione ben diversa da quella del 2021. Mi sento molto più pronto, mi spiace solo che le buone sensazioni vissute in corsa non si siano tradotte in risultati a causa di piccoli problemi, un po’ di sfortuna, ma la scelta di aver privilegiato la stagione estera penso che paghi alla lunga.

Conosci il percorso di gara?

Ci ho disputato e vinto il Campionato Triveneto dello scorso anno (nella foto di apertura di Alessandro Billiani), è un tracciato molto tecnico e vario che si adatta bene alle mie caratteristiche. Lo preferisco asciutto, ma anche con la pioggia penso di poter andare bene.

Arzuffi e il rispetto per la maglia

Alice Maria Arzuffi si prepara a una grande battaglia. Si ha un bel dire che le principali protagoniste della gara elite di domenica (lei, la Lechner, la Persico) sono tutte dello stesso team, fuori si è amiche ma in gara si punta tutte allo stesso obiettivo, ancor di più ai tricolori. Anche la ragazza di Seregno aveva già indossato la maglia: «Però mai da Elite, per questo la vittoria dello scorso anno ha un sapore particolare».

Alice è abituata a seguire il calendario estero, anzi forse proprio questo fattore ha dato un sapore in più a quest’annata tutta tricolore: «E’ una grande soddisfazione indossare quel simbolo nelle gare più prestigiose in giro per l’Europa, è qualcosa che si nota sempre e chi ha indosso una maglia di campione nazionale ha quasi una forma di rispetto in più da parte delle altre. Per me ha un valore molto importante».

Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Che cosa ricordi in particolare della gara di 12 mesi fa?

La cosa che più mi è rimasta impressa è la sensazione che provavo sulla mia pelle quando mi sono ritrovata davanti a tutte, da sola. Mi dicevo di rimanere concentrata e non fare errori perché si stava avvicinando qualcosa di veramente bello.

Ti dispiace un po’ doverla mettere da parte?

No, anzi è qualcosa che mi dà maggiore spinta per i tricolori di domenica, perché se ci sono riuscita allora posso ripetermi.

Che cosa sai del tracciato friulano?

Non ci ho mai corso, so che è abbastanza tecnico e duro, ma so anche che sarà fondamentale affrontarlo in prova con il massimo dell’attenzione, fermandosi a ogni difficoltà tecnica, cercando di capire e memorizzare tutte le linee di gara per non farmi trovare impreparata.

Olivo, il grande assente

E’ curioso il fatto che Brian Olivo ai Tricolori di Variano di Basiliana non ci sarà, è l’unico campione nazionale che non difenderà il titolo, per la scelta del team di fargli saltare tutta la stagione sui prati per preparare la strada. Olivo ha cambiato categoria, avrebbe dovuto correre fra gli under 23. Perlomeno ha avuto la possibilità di indossarla, quella maglia, non solo sul podio di Lecce: «Dopo la rassegna tricolore feci in tempo a disputare due gare, almeno ho vissuto quella sensazione così particolare e viva. Sapevo che poi avrei dovuto riporla, per questo mi ha fatto particolarmente piacere».

Riguardandola, che cosa provi?

E’ il simbolo di qualcosa che si è conquistato e che resterà, che nessuno potrà portare via. Quando corri nelle categorie minori c’è lo svantaggio che, se sei al secondo anno, non potrai indossarla nella stagione successiva, avviene fra gli esordienti, allievi e anche da junior. Resta però dentro la sensazione di qualcosa di bello.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo in maglia tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Anche tu hai un ricordo particolare legato a quella giornata di un anno fa?

E’ un misto di sensazioni, mi sono passati per la mente mille pensieri, i sacrifici fatti per conquistarla, la rabbia per i problemi affrontati per arrivarci, tutto ha contribuito a quella vittoria. Devo dire grazie al mio preparatore Alessio Mattiussi e alla mia famiglia perché quello è stato un punto fermo della mia carriera.

Domenica a Variano non ci sarai, ti dispiace non poterti giocare un’altra maglia?

Ho imparato sulla mia pelle che le maglie tricolori hanno un valore enorme in qualsiasi disciplina vengano conquistate, quindi se quest’anno non ho potuto giocare le mie carte nel ciclocross, lo farò sicuramente su strada e su pista, potete star certi che quello è un mio obiettivo, spazio nell’armadio ce n’è…

Lenny Martinez, il ciclocross e la sua idea sul 52×14

24.12.2021
4 min
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Parlando di Francia e juniores, siamo andati a curiosare a casa di Lenny Martinez, uno dei francesi giovani più promettenti, conosciuto al Giro della Lunigiana e in procinto di entrare nella Conti Fdj Groupama, la continental del team WorldTour di Marc Madiot, in cui corre anche Lorenzo Germani. A ben vedere nel gruppo francese, l’italiano va parecchio di moda. Così oltre a Guarnieri che ne costituisce un caposaldo fra i pro’, nel team femminile a Marta Cavalli si è aggiunta Vittoria Guazzini.

Eravamo curiosi di avere l’opinione di Lenny sulla decisione francese di abolire la limitazione dei rapporti fra gli juniores e sul suo inverno, dato che il figlio di MiniMig è un affezionato del ciclocross. Da noi s’è preso Bryan Olivo e col pretesto del primo anno su strada lo si è tolto dai campi, cosa sta facendo il francese?

«Due giorni fa – risponde sorridendo e confermando le differenze – ho corso nel cross, come tutti i weekend da novembre. Con la Groupama Fdj Conti con cui correrò nel 2022 partecipiamo anche alle Coppe di Francia e al Campionato di Francia, per prepararci alla stagione su strada».

Il Lunigiana gli ha dato grande popolarità anche nel suo Paese
Il Lunigiana gli ha dato grande popolarità anche nel suo Paese
Cosa pensi del tuo 2021?

Sono molto felice e soddisfatto.

La vittoria del Giro della Lunigiana è stata ben accolta in Francia?

Sì, mi hanno chiesto in tanti. Inoltre ha nell’albo d’oro dei grandi corridori come Remco o Pogacar oltre a Piccolo, atleti che seguivo da giovane.

Per quanto tempo hai riposato?

Mi sono preso cinque settimane senza andare in bicicletta, perché a fine stagione ho avuto una tendinite che ho dovuto far passare.

E allora quando hai ripreso ad allenarti?

Il 25 ottobre, ma piano piano.

Subito in bici o anche altro?

Quest’inverno ho fatto un po’ di corsa, ciclocross, mountain bike e strada. Poche novità, insomma, con la palestra due volte a settimana.

Continui ad allenarti da solo?

Sì, sto pensando di fare un ritiro individuale nel sud della Francia a metà gennaio dopo il campionato francese di ciclocross. Poi uno stage con la squadra a febbraio, a Calpe.

Cinque settimane sono un bello stacco, quando è arrivata la voglia di ripartire?

Subito, se devo dire la verità  (ride, ndr). Dopo una settimana volevo già riprendere la bici, anche per fare 20 minuti. Le cinque settimane sono state lunghissime…

Campionati europei Trento di 2021, Romain Gregoire e Lenny Martinez hanno monopolizzato la corsa
Europei di Trento 2021, Gregoire e Martinez hanno monopolizzato la corsa
Hai subito seguito tabelle oppure all’inizio hai improvvisato?

Ricevo il programma di allenamento ogni settimana, poi lo adatto anche a seconda del meteo, delle gare di ciclocross e ogni variabile. Siamo in contatto con la squadra più volte a settimana grazie alla nostra piattaforma, per dare i feedback dalle sessioni e quel che serve.

I carichi di lavoro sono aumentati, visto il cambio di categoria?

Per il momento no, mi hanno detto che non aumenterà ancora molto e che non cambieremo molte cose, tranne forse qualche allenamento più lungo durante i ritiri. A dire il vero… io sono quello che fa un po’ più di allenamento di quanto richiesto (ride, ndr).

Quindi ti alleni sulle stesse distanze dello scorso inverno?

Penso che farò allenamenti più lunghi quando usciremo con i professionisti, ma semmai da febbraio. In allenamento ad esempio, per il momento non supero le 3 ore. Il cambiamento di categoria per ora non mi rende nervoso. Sono piuttosto tranquillo, siamo ben controllati. Sto progredendo poco a poco in allenamento, pedalo tranquillo. Vedremo bene l’anno prossimo, sono qui per scoprire un nuovo mondo.

Cosa pensi della limitazione dei rapporti per gli juniores e del fatto che in Francia è stata abolita?

Per me il 52×14 è un po’ rischioso in discesa. Costringe a un maggior nervosismo e a scomporsi per seguire i pedali, cose che diventano pericolose ad alta velocità. Basta guardare il ciclocross e la mountain bike. Come si usa il cambio nel fango e su quei dossi così ripidi. Per me dobbiamo solo imparare a gestire il deragliatore per avere il giusto ritmo nella gara. Si può imparare.

Lenny è… sbarcato in Italia vincendo il Lunigiana e poi con il 3° posto agli europei di Trento
Lenny è… sbarcato in Italia vincendo il Lunigiana e poi con il 3° posto agli europei di Trento
Avete già fatto un primo incontro con la nuova squadra?

Ci siamo visti a Besançon per i primi colloqui. E’ stato bello. E presto ci ritroveremo in allenamento per la seconda volta e pedaleremo insieme.

Hai già un calendario definito per il 2022?

Per il momento no. So solo che essenzialmente farò gare da scalatori, come il Giro di Val d’Aosta, il Giro d’Italia U23, la Ronde de l’Isard. Per il resto del tempo, potrei essere in allenamento o facendo altre corse. Staremo a vedere, qualcosa potrà ancora cambiare durante la stagione.

E’ vero che punti sulla strada per sfuggire al confronto con tuo padre?

Mi piace la strada, ma anche il ciclocross perché è breve e intenso. Tra noi c’è confronto, che ci spinge in alto, perché siamo spesso insieme in gara.

EDITORIALE / Trentin, Olivo, il ciclocross e le solite rapine

13.12.2021
4 min
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Trentin ci sapeva fare. Glielo leggevi anche nello sguardo. Era un misto di tecnica e cattiveria. Poi, come accadeva in quel tempo e ancora adesso se il corridore non si mostra abbastanza convinto, la strada se lo portò via. Malacarne la stessa storia e, guarda caso, fu ugualmente la Quick Step a distoglierlo dai campi del ciclocross, come già successo con Stybar che, se non altro, a differenza dei due azzurri, aveva vinto cinque mondiali e magari ci stava che volesse provarsi a fondo anche su strada.

Davide Malacarne è stato iridato di cross juniores e ha poi continuato a praticarlo con la Zalf
Davide Malacarne è stato iridato di cross juniores e ha poi continuato a praticarlo con la Zalf

Il caso Bryan Olivo

Come quando si va al Tour contro Pogacar, sarebbe ingiusto pretendere dai nostri azzurri che a Vermiglio e in genere nelle competizioni internazionali possano competere contro Van Aert, Van der Poel, Pidcock, Iserbyt e quelli che con il cross si guadagnano lautamente il pane.

Tuttavia resta il fatto che da noi e in altre parti d’Europa la strada continui a mangiarsi talenti con una voracità spesso fine a se stessa.

Negli ultimi due anni, senza andare troppo lontano, abbiamo visto sparire uno junior come De Pretto, molto atteso, e quest’anno Bryan Olivo, campione italiano juniores nel 2021. Le motivazioni che lo riguardano le abbiamo raccontate con dovizia di particolari senza che siano risultate troppo convincenti. Al primo anno da under 23, dicono, è necessario che si concentri sulla strada e semmai sulla pista. Ma proprio perché al primo anno da under 23 le attese dovrebbero essere calmierate (il Cycling Team Friuli dovrebbe essere maestra nel gestirle) che male gli avrebbe fatto correre la stagione invernale, entrando in gara su strada in un secondo momento? Oppure, anche non volendolo ammettere, siamo già lì a cercare il giovane fenomeno, pensando che dedicare due mesi al cross ci priverà di un potenziale Evenepoel tricolore, senza che ad ora ce ne siano state le avvisaglie?

Lorenzo Masciarelli, Bryan Olivo, Lecce 2021
Lorenzo Masciarelli e Bryan Olivo ai tricolori di Lecce 2021: il primo è ancora nel cross, il secondo (che li vinse) non più
Lorenzo Masciarelli, Bryan Olivo, Lecce 2021
Lorenzo Masciarelli e Bryan Olivo, poi vittorioso ai tricolori di Lecce 2021

Cross e Olimpiadi

E’ difficile capire se il ciclocross diventerà mai una disciplina olimpica (invernale). Van Aert ha ragione: la base dei Paesi in cui si corre è ancora troppo stretta e c’è da lavorare affinché si allarghi. In Italia gli anni scorsi hanno visto il moltiplicarsi delle… vocazioni, ma si tratta di ragazzi molto giovani che hanno bisogno di crescere. Allo stesso modo in cui si convogliano le migliori energie sulla pista, sarebbe perciò intelligente da parte della Federazione sostenere il settore e impedire che gli elementi di maggior qualità spariscano in nome di concetti superati.

Le parole di Van Aert a Vermiglio su ciclocross e Giochi sono state chiarissime
Le parole di Van Aert a Vermiglio su ciclocross e Giochi sono state chiarissime

La scelta di Lorenzo

Masciarelli sta in Belgio, anche lui al primo anno da under 23, con una stagione di anticipo rispetto a Olivo. E lassù, dove sono nati Van Aert e Iserbyt, Van der Poel e Vanthourenhout, gli hanno fatto il discorso opposto e un contratto di due anni.

«Prima ci prendiamo un paio di stagioni – gli ha detto il grande capo Mario De Clercq – per vedere se nel cross potrai arrivare al livello dei migliori. E se così non fosse, potrai cambiare a cuor leggero, sapendo di averci provato».

Nel frattempo però, Lorenzo correrà anche su strada con la continental della Pauwels. Allo stesso modo in cui Olivo, assecondando il suo estro, potrebbe capire il suo livello nel cross, facendo durante l’estate l’attività su strada che lo farà maturare e crescere. Perché in certi casi il volere del ragazzo viene calpestato?

Matteo Trentin, San Fior 2016
Matteo Trentin, qui a San Fior 2016, sparì dal ciclocross per il quale avrebbe avuto abilità e motore
Matteo Trentin, qui a San Fior 2016, sparì dal ciclocross per il quale avrebbe avuto abilità e motore

Gap di potenza

Perché una cosa si nota guardando gli azzurrini che ogni domenica vanno a scontrarsi contro i mostri: gli mancano i cavalli, quelli che vengono quando durante l’estate metti nelle gambe un paio di corse a tappe. Hanno pure le abilità tecniche, ma non riescono a trovare qualcuno che creda in loro in quanto ciclocrossisti e li faccia correre d’estate. Senza i tanto vituperati watt che derivano dall’attività e dalla necessaria maturazione fisica, non si va avanti. Portate Dorigoni (foto di apertura) al Giro d’Italia e al Val d’Aosta e poi ne riparliamo.

Piuttosto, come accade per Olivo, li mandano su pista. E se quest’ultima ha trovato il suo binario, con l’evidente lacuna del settore velocità, il cross merita di avere una chance. Sarebbe bello che se non ci penserà la Federazione (che tuttavia sostiene la Arvedi perché faccia correre i pistard), siano i tecnici dei club ad aprire gli occhi. Siamo tutti lì a cercare i nuovi Pogacar ed Evenepoel, ci farebbe proprio schifo trovare i nuovi Van Aert e Van der Poel?

Olivo esordienti

Per Olivo niente ciclocross. Almeno per ora…

08.12.2021
4 min
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E’ un anno importante per Bryan Olivo, un anno di grandi transizioni. Dal punto di vista delle discussioni, il suo 2022 è iniziato ancora prima, perché non vederlo in gara nel cross, dove pure è campione italiano junior in carica, ha fatto un certo effetto. Al CTF garantiscono che è stata una scelta presa consapevolmente per risparmiarlo un po’ considerando il salto di categoria, lo stesso cittì Daniele Pontoni ha detto di aver parlato con il ragazzo e di confidare di riaverlo a disposizione nell’inverno successivo, ma che cosa dice il diretto interessato?

Si capisce subito, parlandoci, che non è stata una decisione facile né presa a cuor leggero perché il ciclocross fa parte integrante della passione di un ciclista come Bryan, vero prodotto del ciclismo moderno, esempio di multidisciplinarietà. Ma anche lui è convinto che sia stata una decisione necessaria: «Renzo Boscolo mi conosce bene, considerando che mi segue da 6 anni. Ne abbiamo parlato, mi ha fatto capire che il passaggio di categoria è un momento delicato e devo prepararmi al meglio per la stagione su strada. Non è stato facile rinunciare, ma si doveva fare».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì conta di riaverlo a disposizione per parte della prossima stagione
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì conta di riaverlo a disposizione per parte della prossima stagione
Con Pontoni come siete rimasti?

Daniele mi ha visto crescere, ha capito le mie esigenze ma sa quanto amo il ciclocross. Ne riparleremo il prossimo anno.

Lui pensa di poterti avere a disposizione almeno per una parte della stagione, quella più importante…

Si potrebbe ricalcare un po’ la gestione dei 3 grandi: Van Der Poel, Van Aert e Pidcock iniziano a gareggiare a dicembre e tirano avanti fino ai mondiali per avere poi il tempo di preparare come si deve le classiche. Io potrei fare qualcosa di simile in proporzione agli impegni della mia categoria. Il passaggio fra gli Under è molto importante, devo farmi trovare pronto fin da subito, il primo anno è quello fondamentale per mettersi in mostra.

Olivo 2016
Olivo tricolore ciclocross esordienti 1° anno nel 2017. Ha vinto anche fra i 2° anno e da junior
Olivo 2016
Olivo tricolore ciclocross esordienti 1° anno nel 2017. Ha vinto anche fra i 2° anno e da junior
Non rischi di soffrire troppo il peso del passaggio? Ormai nel ciclismo attuale una categoria come gli Under 23, che pure si sviluppa nell’arco di tre anni, sembra esaurire le chance di un ragazzo già alla prima stagione…

Non sento tanto la pressione, perché sono in un ambiente che ritengo una famiglia. Cerco di non pensarci, sennò si rischia di sbagliare per troppa fretta. Serve grande lucidità mentale, il feeling con chi gestisce il team è un grande aiuto per concentrarmi sui miei obiettivi.

Di te si è parlato molto a proposito di ciclocross e pista ma poco come stradista: dove pensi di poter emergere?

Sinceramente ancora non lo so, anche per questo abbiamo pensato di mettere momentaneamente da parte il ciclocross. Devo capire che corridore sono e dove posso arrivare: in salita mi difendo, nelle volate vado bene, a cronometro ho ottenuto buoni riscontri, ma tutto ciò dove può portarmi? Per questo la prima stagione sarà importante.

Olivo 2018
Su strada Olivo ha ancora poca esperienza, anche se è stato tricolore esordienti 1° anno nel 2016 (foto di apertura)
Olivo 2018
Su strada Olivo ha ancora poca esperienza, anche se è stato tricolore esordienti 1° anno nel 2016 (foto di apertura)
Hai affrontato gare a tappe? Quelle sono un bel test per conoscersi…

Nel 2021 avevo preso il via al Giro del Friuli, ma sono caduto alla terza tappa e mi sono dovuto ritirare, quindi non ho riscontri. La gara dove sono andato meglio è stata quella di Pieve di Soligo, c’erano grandi nomi anche dall’estero (vinse il francese Gregoire sul belga Uijtdebroeks, ndr) finendo 11°, era una gara davvero dura, una delle più difficili del calendario juniores.

Ciclocross messo da parte. E la pista?

Abbiamo pensato di continuare perché si svolge d’estate e è più facilmente abbinabile alla strada. La squadra è d’accordo, anche perché ne posso scaturire benefici per la mia crescita in entrambe le discipline. Vedremo di organizzare la stagione contemplando i principali eventi al velodromo, per guadagnarmi una maglia per le gare titolate di categoria.

Olivo 2021 pista
Olivo e compagni sul podio mondiale 2021, argento a Il Cairo nell’inseguimento a squadre (oro ai tedeschi)
Olivo 2021 pista
Olivo e compagni sul podio mondiale 2021, argento a Il Cairo nell’inseguimento a squadre (oro ai tedeschi)
Come riesci ad abbinare tanta attività ciclistica con la scuola?

D’inverno non è semplice, riesco a fare lavori di un paio d’ore prima che venga la sera e poi c’è lo studio che impegna tempo, quando arrivano la primavera e l’estate è più facile, si riesce a far tutto. Io poi mi ritengo fortunato perché posso fare ciò che amo e questo vale bene qualche sacrificio…

Guardi in Tv le gare di ciclocross?

Finora no, anche perché senza i tre non mi diverto molto, lo spettacolo lo fanno loro e poi, lo ammetto, a guardare mi viene una nostalgia…

Ciclocross neve

Pontoni promette: «A Vermiglio ci sarà davvero da divertirsi…»

06.12.2021
4 min
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L’attesa cresce. Domenica a Vermiglio la tappa italiana di Coppa del mondo di ciclocross sarà una prima assoluta per il circuito, perché si correrà sulla neve e questo condizionerà molto la gara. Le incognite, come ha sottolineato Martino Fruet che è testimonial dell’evento, sono tecnicamente molte, ma che il manto sarà completamente bianco è pressoché certo: «Dovrebbe fare un caldo da 60 gradi per sciogliere tutta la neve» commenta sorridendo Daniele Pontoni, il cittì azzurro che ha approfittato del fine settimana privo di tappe di Coppa (quella di Anversa è stata annullata per le disposizioni Covid) per un ritiro con i giovani azzurri e futuri tali.

Pontoni, che si attende molto dalla tappa nostrana, parlando della sfida sulla neve è abbastanza sicuro che non ci saranno poi grandi scossoni dal punto di vista tecnico: «Influirà molto come verrà trattato il terreno, ma da quel che si sa sarà come una pista di sci di fondo, perfettamente battuta e allora sarà come correre su una superficie liscia. E’ chiaro che poi influirà anche il clima, se parte di quel manto si scioglierà e si formerà fango, che influirà sulle bici e sulle capacità di guida dei corridori».

Vos Louisville 2013
Il ciclocross sulla neve è abbastanza raro, ma nel 2013 a Louisville la Vos vinse il titolo mondiale sul manto bianco
Vos Louisville 2013
Il ciclocross sulla neve è abbastanza raro, ma nel 2013 a Louisville la Vos vinse il titolo mondiale sul manto bianco
La scelta delle gomme sarà più importante che in altre occasioni?

Non credo. Un terreno ben battuto potrebbe portare anche a disputare tutta la gara con la stessa bici, altrimenti bisognerà essere accorti nella scelta del momento del cambio, abbiamo visto nelle precedenti tappe come il pit stop possa influire notevolmente sull’evoluzione della gara. E’ chiaro che su un percorso come quello che i corridori si troveranno ad affrontare a Vermiglio emergeranno quelli più predisposti a quel tipo di terreno, a guidare in condizioni estreme.

Noi italiani come ci troviamo, storicamente parlando, su tracciati simili?

Non ci siamo abituati, questo è certo… Poche volte capitano gare sulla neve, al massimo un paio all’anno e spesso si tratta di qualche spruzzata che rende il percorso acquitrinoso e fangoso, né più né meno di quelli che si trovano normalmente. A Vermiglio invece sarà una tavola bianca e su quei percorsi i corridori del Nord Europa sono sicuramente più avvezzi, ma in questo caso dobbiamo andare oltre.

Van Aert Boom 2021
Al rientro, Van Aert ha stracciato gli avversari: a Boom ha vinto con 1’40” su Aerts
Van Aert Boom 2021
Al rientro, Van Aert ha stracciato gli avversari: a Boom ha vinto con 1’40” su Aerts
In che senso?

Innanzitutto considerando che sarà un’occasione di esperienza irripetibile. Gareggiare su qualcosa di inedito dà sensazioni speciali ed è motivo di grande interesse anche per chi vive di questa disciplina. Sarà un grande spettacolo, anche per chi come me ne ha viste tante e non nascondo che questa domenica l’attendo con curiosità, anche con un filo di speranza nel cuore che possa rappresentare un passo in avanti verso l’ingresso di questa disciplina nelle Olimpiadi Invernali.

Van Aert ha detto di attendere Vermiglio con un po’ di timore, ma intanto sabato al suo esordio nel Superprestige a Boom ha rifilato distacchi abissali a tutti, pur partendo dalla terza fila…

L’ho detto più volte, i “tre tenori” sono più avanti degli altri non di una, ma di almeno tre spanne… Possono anche partire dall’ultima fila, ci metteranno di più a risalire, ma saranno sempre loro a giocarsi la vittoria, sono troppo superiori agli altri. So che Pidcock ha uno stato di forma attualmente inferiore, ha bisogno di altre 2-3 settimane per raggiungere il top, Van Der Poel lo vedremo quando rientrerà, Van Aert intanto è già a un livello altissimo.

Olivo tricolore 2021
Bryan Olivo all’arrivo dei Campionati Italiani 2021: il ciclocross diventa parte del passato, almeno per ora
Olivo tricolore 2021
Bryan Olivo all’arrivo dei Campionati Italiani 2021: il ciclocross diventa parte del passato, almeno per ora
In Italia intanto ha fatto notizia la decisione di Bryan Olivo di concentrarsi su strada e pista, lasciando il ciclocross: temi di averlo perso? 

No, con Bryan e la sua famiglia c’è un’amicizia che va oltre il ciclocross. Con lui ho parlato a lungo, so che quest’anno si concentrerà sulle altre due discipline, ma sono speranzoso che nel prossimo inverno tornerà a fare ciclocross, magari non tutta la stagione, ma almeno nella parte importante, quella delle gare titolate conto di averlo a disposizione.

Non temi che quello di Brian sia il segnale che poi le cose in realtà non cambino e che la strada fagociti sempre i migliori elementi del ciclocross?

Io sono ottimista, ma certamente bisogna considerare che in questo mondo gravitano tante entità: società, procuratori, preparatori, ognuno con le proprie idee e le proprie convinzioni. Serve un compromesso fra le parti, per il bene di tutti, innanzitutto dei ragazzi.