Spesso il premio per una bella stagione agonistica arriva proprio alla fine. Il 2022 di Gaia Segato è stato molto ricco, prestigioso, tanto che la junior veneta è ormai agli occhi di tutti considerata l’autentica terza forza del ciclismo azzurro di categoria, dietro le due primattrici Ciabocco e Venturelli. Se ne sono accorti soprattutto i responsabili della Top Girls Fassa Bortolo, che non hanno tardato a metterla sotto contratto e farne un perno dell’opera di rifondazione della loro squadra.
A dir la verità, il contatto con la Segato era iniziato molto prima e tutte le prestazioni succedutesi nell’anno non hanno fatto altro che confermare che la scelta operata era stata quella giusta: «Ne avevamo già parlato a inizio anno – racconta Gaia – poi ci siamo tenuti costantemente in contatto. Nel frattempo mi sono arrivate molte proposte, ma io avevo dato la mia parola a Rigato e mi sembrava onesto onorarla fino in fondo, anche perché le prospettive che mi aveva illustrato mi avevano convinto».


Che voto ti daresti in base alla tua stagione?
E’ stata nel complesso molto positiva. L’accesso alla nazionale è stato non solo la ciliegina sulla torta, ma la dimostrazione che ho lavorato bene. Certo, è mancata la vittoria, ma mi darei un bel 9.
Essere nella stessa categoria con Ciabocco e Venturelli, trovartele sempre davanti è stato un ostacolo, ha avuto un peso negativo?
Sono delle grandi avversarie, questo è sicuro, ma non si può mai dire «se non ci fossero state loro, allora…». Ogni gara fa storia a sé in base a chi partecipa. Io penso di aver imparato qualcosa da ogni gara, anche da quelle dove Eleonora e Federica mi hanno preceduto. C’è sempre da migliorare.


Proprio il fatto di non avere mai vinto ha messo però in evidenza le tue capacità nel metterti a disposizione delle compagne e in nazionale questo tuo peso, questa tua duttilità sono emerse chiaramente…
Diciamo che per certi versi è il mio lavoro, io mi metto a disposizione delle altre per portare a casa il miglior risultato possibile. Sia agli europei che ai mondiali ad esempio sapevo che non erano arrivi per me e quindi dovevo essere io a poter favorire chi aveva più possibilità.
Cambio di squadra e nuova categoria: che cosa ti aspetti dal 2023?
In verità non molto. Quest’anno ho gli esami di maturità e fino a giugno prenderanno certamente il sopravvento sulla mia attività sportiva. Alla Top Girls lo sanno e appoggiano in pieno questa scelta, anzi mi hanno incoraggiato. Non mi pongo particolari obiettivi, diciamo che ogni gara sarà utile per capire, voglio crescere pian piano e abituarmi alla nuova categoria.


Conosci già alcune compagne di squadra?
Abbiamo già fatto un primo incontro, tra l’altro ho ritrovato la Bortoli con cui avevo corso insieme a Breganze due anni fa. Con le altre intanto ci siamo conosciute, io dico che è un bel gruppo con il quale si potrà fare molto insieme.
Tu sei esponente di un movimento, quello veneto, che sta producendo molti talenti, come, te a parte, la De Vallier. A che cosa si deve questo momento felice?
Da noi c’è sempre stata molta attività. Ricordo che nelle mie prime gare da bambina dicevano che il mio anno, il 2004, era stato prodigo di cicliste, eravamo sempre tante a gareggiare. Ho ricordi molto belli, ci divertivamo tanto e questo è successo anche andando avanti. Credo che la cosa si ripeterà anche con chi è nata dopo di me.


Adesso approdi alla categoria superiore: c’è qualche atleta alla quale ti ispiri?
Innanzitutto la Longo Borghini, sono cresciuta ammirando le sue imprese ed ora che potrò correre nelle sue stesse gare sarà qualcosa di unico. Una ciclista alla quale mi sento però vicina è Marta Cavalli, forse perché ci unisce la passione per la salita.