Vivere a Boyacà è sinonimo di montagne, altura, aria densa, campagna, vegetazione, agricoltura e, se ti piace, ciclismo epico. Non c’è boyacense al mondo che non abbia utilizzato una bicicletta nella sua vita quotidiana. La campagna si incontra con le città. La vita rurale si mescola alla modernità. Il verde delle valli salta fuori ancora tra i palazzi e le montagne conservano ancora il profumo dei grandi campioni che hanno osato per secoli sfidare l’aspra geografia scavata a più di 2.000 metri sul livello del mare.
Non solo scalatori
Il ciclismo colombiano porta l’impronta inconfondibile di Boyacà, un dipartimento prolifico e talentuoso che ormai non produce solo grandi scalatori, ma ha anche iniziato a sperimentare e scoprire altre specialità non proprio legate alla leggenda degli “escarabajos” e alle loro molteplici storie di conquista delle grandi salite. I fratelli Julián e Sebastián Molano hanno imposto la cultura dello sprint e ora Abner Santiago Umba, il giovane che si è distinto tra i professionisti della Vuelta al Táchira, traccerà il percorso di un ciclismo a 360 gradi.
Arriva Umba
Umba ha il fisico di uno scalatore, ma è veloce come un velocista ed esplosivo come il migliore dei “clasicomani”. A 18 anni ha le qualità di un ciclista moderno adatto a tutti i tipi di scenari. Lo ha mostrato in Venezuela, ma il suo percorso non può essere limitato solo alla gara che ora lo ha messo sulla bocca di tutti. Le sue esibizioni sono state varie e di qualità già nelle categorie giovanili.
Subito vincente
Nel 2018 ha vinto il titolo nazionale junior Interclubes, battendo i velocisti su un circuito completamente pianeggiante disegnato a Palmira, nel dipartimento del Valle. Poi ha brillato alla Vuelta del Futuro, vincendo sul muro di Ansermanuevo. E l’anno successivo, alla Vuelta del Porvenir, è arrivato quarto assoluto, vincendo un’impegnativa tappa di media montagna a Monterrey e il circuito finale a Yopal, propiziando la fuga e vincendo la tappa con una punta di velocità insuperabile per i compagni d’avventura. Vittorie di ogni genere. Varietà e qualità al servizio del vivaio di Arcabuco Ingeniería de Vías.
Anche veloce
«Insieme a mio fratello, abbiamo iniziato come scalatori, il che è normale a Boyacà, ma nelle gare ci siamo resi conto che avevamo la struttura per vincere anche allo sprint e abbiamo iniziato a lavorare di più su quell’aspetto», dice Santiago, ricordando i tempi della maturazione con Juan Alejandro, due anni più grande e specialista negli arrivi di gruppo. Velocista puro e di grande esplosività, che ora fa parte della squadra U23 Talentos Colombia.
Calcio e bici
«Abbiamo avuto un’infanzia molto incentrata sullo sport grazie al pieno sostegno dei nostri genitori. Abbiamo iniziato alla scuola calcio della città, abbinandola al ciclismo perché nostro padre era stato un ciclista e voleva che anche noi lo fossimo. Quando abbiamo iniziato ad andare alle gare e a vedere i primi risultati, abbiamo deciso di dedicarci completamente al ciclismo», ricorda il giovane che ha sempre avuto l’incoraggiamento di suo padre Libardo, un ciclista di vecchia scuola che, dopo aver terminato la sua carriera, si è dedicato completamente alla guida del camion per sostenere la famiglia che ha creato con sua moglie Susana López. Ora entrambi si godono il premio per lo sforzo con due figli esemplari e talentuosi, che diversificano la cultura ciclistica di Boyacà e dei suoi dintorni.
Gracias a Nairo
Santiago è cresciuto nel centro di Arcabuco, a 11 chilometri da La Cumbre, una delle salite più rappresentative di Boyacà e che nei primi anni è stata la culla di Nairo Quintana, l’idolo che è appena diventato il suo passaporto per il ciclismo d’élite.
«Mi ha aiutato con il suo procuratore Giuseppe Acquadro. Mi ha detto di non preoccuparmi per la squadra, di stare calmo. Grazie a lui siamo arrivati all’Androni Giocattoli-Sidermec», ringrazia Santiago, con un diploma all’Istituto Educativo Alejandro de Humboldt, dove Nairo iniziò a scrivere il suo romanzo in bicicletta, tra dure giornate avanti e indietro da casa per rispettare i propri impegni accademici.
Il futuro
Nel 2013, quando Nairo fece il salto di qualità nell’elite del ciclismo come secondo classificato al Tour de France, Santiago era un ragazzo di 11 anni che calciava la palla e non aveva ancora un orizzonte definito nel ciclismo. Sette anni dopo, è emerso come una delle promesse più importanti nel ciclismo colombiano, con talenti diversi dal solito per un corridore nato a Boyacà. E’ il corridore che applica alla lettera la versatilità su ogni terreno.