A Bormio il cielo è grigio. Del Toro è arrivato da svariati minuti, consolidando con la vittoria la maglia rosa che ieri a San Valentino di Brentonico è parsa traballare: nessuno può ancora immaginare ciò che accadrà sul Colle delle Finestre. Il Giro d’Italia si è lasciato alle spalle il Tonale e il Mortirolo, poi la salita delle Motte ha dato il colpo di grazia ai corridori più stanchi e fra questi c’è Davide Formolo. Il veronese ha lavorato per Einer Rubio, ottavo al traguardo a 16 secondi da Del Toro, poi si è staccato e ha raggiunto il traguardo, posto giusto all’imbocco della strada dello Stelvio. E nel momento in cui dovrebbe solo raggiungere il pullman per lasciare la bici e togliersi finalmente gli scarpini, dal pubblico salta fuori un signore anziano con i baffi che urla forte il suo nome.
Il sindaco dello Stelvio
Davide si volta. Lo riconosce e si commuove. «Sindaco – dice a voce alta – come stai, sindaco?». L’altro lo abbraccia, si aggrappa a lui così forte che ti verrebbe voglia di dividerli, pensando alla fatica del corridore. Però si vede che l’abbraccio è ricambiato. Se ne stanno lì per un minuto che sembra eterno. Uno che lo chiama Davide e l’altro che lo chiama Sindaco. La gente intorno osserva e fa foto. Silvano Ploner di RAI SPORT gira un video. Pensiamo al sindaco del suo paese in Valpolicella, ma che senso avrebbe? Finché l’anziano signore si stacca e Formolo mette lì parole che aiutano a capire, ma fino a un certo punto: «Lui è Giorgio – dice – è il sindaco dello Stelvio».
«Ho conosciuto Davide – racconta poco dopo Giorgio, che di cognome fa Cresseri e quassù è una celebrità silenziosa – quando era un ragazzino che veniva allo Stelvio in bicicletta e dopo siamo sempre rimasti in contatto. Tranne quando ha cambiato squadra ed è diventato un personaggio. Lo aspettavo da anni, perché ormai è difficile che venga ancora su dalle nostre parti. Adesso si allenano in altri posti, ma io gli ho sempre detto che se vuole vincere le gare, devi allenarsi sullo Stelvio, non nel deserto. Lo Stelvio è la strada che io faccio tutti i giorni, per me è la vita. Ho 78 anni, d’inverno ho il mio lavoro è qui a Bormio, d’estate vado su tutti i giorni».
Sono passate tre settimane, ma la curiosità c’è ancora e sarebbe un peccato non rispettarla. Così siamo tornati da Formolo, chiedendogli lumi. Cresseri, schivo come si addice alla gente di montagna, ha preferito non dire altro.
Davide, chi è il sindaco dello Stelvio?
Già da dilettante, quando correvo con Tortoli, prima del Valle d’Aosta o delle gare importanti andavo sullo Stelvio. Da solo o con qualche compagno di squadra che era stanco e doveva recuperare. Bene o male ci andavo tutti gli anni e ho continuato anche nei primi da professionista. Giorgio l’ho conosciuto perché lassù ha uno di quei negozi lungo la strada. In più è lui che gestisce la chiesetta, perché ha le chiavi e suona la campana. Penso che sia la persona più storica dello Stelvio.
E come l’hai conosciuto?
Alla fine, quando sei su ad allenarti, nel tempo libero ci sono quei negozietti e capita di andarli a vedere. La cima dello Stelvio è come un paesino, perciò bene o male dopo un po’ conosci tutti. La prima volta che l’ho incontrato ero nel mio hotel, che sta proprio sulla strada e ha un bellissimo bar, con delle torte molto buone. Perciò tutta la gente dello Stelvio lo ha scelto come punto di ritrovo per prendersi il caffè la mattina e salutarsi la sera prima di andar via. E mi ricordo che un giorno mi hanno presentato questo signore come il sindaco. E io ho pensato: lo Stelvio può avere un sindaco? Però ero ancora giovane e ci sono cascato. Poi ho scoperto che lo chiamano il sindaco perché è quello che da anni tira avanti la baracca.
Sapevi che sarebbe venuto all’arrivo di Bormio?
Non me l’aspettavo. Da quando sono arrivati i figli, andiamo a Livigno e non più sullo Stelvio, perché il paese è più comodo. E poi comunque era da un po’ che non andavo più in Valtellina, perché dal 2022 non ho più fatto il Tour. L’anno scorso poi con la squadra siamo andati ad Andorra. Con lui però ogni tanto ci siamo sentiti, perché è rimasta un’amicizia. Lo Stelvio per i ciclisti è un vero monumento naturale e lui è appassionatissimo di ciclismo.
Ci eri parso emozionato prima di Brentonico ricordando tuo nonno, eri emozionato incontrando il sindaco: che rapporto c’è fra te e le persone anziane?
Penso che le loro esperienze possano insegnarti veramente tante cose. Mi piace imparare dalle persone grandi, mi piace starle ad ascoltare.
Il sindaco vive in cima oppure sale e scende ogni giorno?
Lui vive a Bormio, la maggior parte di quelli che lavorano su, la sera chiudono e vanno via, a parte gli stagionali, che dormono negli hotel. Tutti a Bormio, tranne Richard, quello che fa i panini, che vive appena sopra Prato allo Stelvio. E così mi ha visto crescere. Io sono una persona molto affettuosa, mi lego alle persone con cui vale la pena. E lui è una persona vera. Ci siamo confidati, con lui sono riuscito a parlare. Quando sei in quei ritiri in altura, ti passano tante cose per la mente perché hai molto tempo per pensare e lui ha una certa età e tanta esperienza. Mi piaceva anche condividere certi miei timori che magari mi venivano durante la giornata.
Qual è stato un consiglio importante che può averti dato il sindaco?
Lui è un uomo di montagna, ha la scorza da montanaro e più che un consiglio, mi ha colpito per il suo stile di vita. Alla sua età è ancora lì, che sale e scende tutti i giorni, che tira avanti, che suona la campana quando apre il passo. Potrebbe benissimo stare a casa a guardare i nipoti che lavorano, invece è in prima in prima linea sul campo, in cima a quel passo in cui ci sono pochi hotel e pochi negozi.
Un mondo a parte…
Si conoscono tutti. Sono sempre gli stessi, che sin da giovani si sono appassionati a una vita fatta di semplicità, perché per fare una vita così devi tornare veramente indietro alle cose semplici. Al giorno d’oggi viviamo in un mondo in cui la gente inizia a sclerare se non ha il supermercato a 500 metri da casa. Ci si abitua alle comodità e poi il supermercato lo vuoi a 300 metri. Mentre lassù la vita è scandita dall’apertura della strada e dall’aprire ogni giorno la bottega e vendere gadget ai turisti. Perché hanno capito l’importanza di apprezzare i sacrifici che la vita ti fa affrontare.