Un mese al Tour de Pologne, con le transenne come va?

18.07.2021
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Un mese al Tour de Pologne, corso per la prima volta nel 1928. La partenza sarà data il 9 agosto da Lubin, conclusione il 15 a Cracovia. L’ufficio comunicazione sta facendo un gran lavoro. Gli aggiornamenti arrivano in continuazione, sulla corsa e sugli eventi collaterali. L’ultimo in ordine di tempo è una gara per amatori che si svolgerà il 10 agosto ad Arlamow. Ma il Tour de Pologne è anche la corsa in cui nel 2020 si registrò la brutta caduta di Jakobsen, per la scorrettezza di Groenewegen, l’arrivo troppo veloce di Katowice e transenne non all’altezza. Per questo e per fare il punto della situazione ci siamo rivolti ad Agata Lang, colonna portante del Lang Team e membro della Commissione strade della Uec.

La vittoria finale al Tour de Pologne dello scorso anno è andata a Remco Evenepoel
La vittoria finale al Tour de Pologne dello scorso anno è andata a Remco Evenepoel

Situazione normale

Agata ha un tono di voce che mette di buon umore e il solito ottimo italiano, mentre racconta che in Polonia è caldissimo e nel pomeriggio piove sempre, per fortuna alla larga dalle inondazioni che stanno colpendo Germania e Belgio.

«Rispetto allo scorso anno è diverso – dice – eravamo la prima gara a tappe nella prima estate Covid, poi ci sarebbe stato il Tour. Bisognava capire come fare, adesso invece è tutto chiaro. La situazione in Polonia è abbastanza tranquilla, per il momento sembra una vita normale. All’aperto non mettiamo le mascherine, molte persone sono state già vaccinate e tutti i servizi sono in funzione».

Ci saranno limitazioni di pubblico?

La corsa avrà i suoi tifosi. Sulle strade, mantenendo le distanze, potranno stare tranquillamente. Da parte nostra cercheremo di salvaguardare le bolle delle squadre alla partenza e all’arrivo. Non sarà come eravamo abituati a vedere, ma ad esempio al Tour è pieno di gente. Il pubblico fa parte del ciclismo e la corsa senza tifosi è triste. Devo essere sincera, è un’altra atmosfera. Però l’importante è lavorare e andare avanti. Dare ai corridori l’opportunità di correre.

Lo scorso anno a Cracovia, vittoria di Ballerini su Ackermann e Dainese
Lo scorso anno a Cracovia, vittoria di Ballerini su Ackermann e Dainese
L’anno scorso siete stati eletti evento sportivo dell’anno…

Il Tour de Pologne è una corsa storica, ha 90 anni, per cui è importante per il nostro pubblico e per la gente. E soprattutto passiamo dai piccoli villaggi, organizziamo eventi per i ragazzi, per i bambini e per gli amatori. In pratica coinvolge tutti. 

L’anno scorso c’è stata anche la caduta di Jakobsen, ma bisogna ammettere che avete avuto una bella reazione. 

Ci siamo rivolti a Boplan e sono molto contenta della collaborazione che siamo riusciti a creare, perché comunque ora abbiamo delle transenne innovative.

Le abbiamo presentate ad aprile su bici.PRO, altra cosa rispetto alle vecchie barriere…

Le nostre erano da regolamento, ciò non toglie che essendoci nuove tecnologie ci teniamo ad innovare per implementare la sicurezza. Sono contenta che ci sia questa nuova opportunità. Li ho contattati appena le ho viste, quando sono apparse nelle gare in Belgio. A parte tutte le schede tecniche che ho letto, è arrivato anche il feedback positivo dei corridori. Sono barriere innovative che piacciono. E poi abbiamo preso anche i totem, perché sia al Giro d’Italia sia in Ungheria abbiamo visto che il lavoro dei segnalatori è rischioso. Almeno così anche lo staff lavorerà in sicurezza.

La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)
La drammatica caduta che stava per costare la vita a Jakobsen (che vola oltre la transenna)
Boplan si accontenta davvero di entrare in sponsorizzazione, oppure avete dovuto pagare?

Questo fa parte del contratto, per cui non so se sono informazioni che posso divulgare. Comunque abbiamo una partnership. Anche loro sono molto contenti di collaborare con noi e speriamo entrambi di continuare negli anni futuri, anche se logisticamente è molto complicato.

Come mai?

Bisogna capire che una transenna pesa 40 chili, per cui per portarle dal Belgio servono sei camion e poi tutti i giorni bisognerà installarle nei vari arrivi. E’ diverso rispetto a usarle nella gara di un giorno.

Il montaggio è a carico vostro?

Tocca a noi. Per il trasporto abbiamo l’aiuto di Drutex, che è nostro partner. Magari li conoscete, perché erano sponsor nel calcio. Producono porte e finestre, però hanno un sacco di mezzi, con cui ci aiutavano già prima. Adesso hanno fatto lo sforzo in più di andare in Belgio a recuperare i materiali di Boplan. Ci tengo a precisare che li abbiamo già usati nella gara under 23, per cui prima siamo andati a ritirarli, poi li abbiamo riportati indietro. Adesso torneremo in Belgio e faremo la stessa cosa, però ne vale davvero la pena.

Com’è invece la situazione del ciclismo polacco? 

Viviamo ancora dell’ondata di Kwiatkowski e Majka, però speriamo che emergano nuovi talenti. Per esempio Kamil Malecki, un bravo ragazzo. Purtroppo ho avuto un incidente in allenamento e sta ancora recuperando. Può fare grandi cose, l’abbiamo visto anche l’anno scorso al Tour de Pologne. Ci auguriamo che i giovani seguano le orme di Kwiatkowski e che portino grandi successi come ha fatto lui.

In che modo fate promozione della corsa? 

Ne facciamo tanta. Abbiamo media nazionali e regionali. Abbiamo ripreso con gli spot al cinema. Eravamo in dubbio perché i cinema non si capiva se li avrebbero riaperti, in realtà funziona molto bene. Poi abbiamo tutta la cartellonistica nelle città. E a parte quello, la cosa più importante è che abbiamo la televisione che ci trasmette l’intera tappa, per cui sono ore di diretta televisiva. E poi tutti i web e tutti i nostri media partner. Insomma, se vieni in Polonia in quei giorni (sorride, ndr), ti accorgi che si sta svolgendo il Tour de Pologne…

Tour Pologne, Agata e Czeslaw Lang, padre e figlia, riferimenti del Lang Team
Tour Pologne, Agata e Czeslaw Lang, padre e figlia, riferimenti del Lang Team
Quindi non resta che ripartire?

Sono stati due anni difficili per noi, ma siamo pronti per affrontare questa stagione. Siamo intervenuti sulla giornata di Katowice, che non sarà una tappa in linea, ma una cronometro. Abbiamo cercato di cambiare rispetto agli anni passati, le prime due tappe ad esempio saranno completamente nuove. Per cui dai, ci siamo. Sistemiamo le ultime cose, com’è normale che sia a un mese dalla corsa, e poi davvero non resta che ripartire…

VIDEO / Dombrowski, il ritiro e l’amore per l’Italia

18.05.2021
2 min
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Il giorno dopo il ritiro dal Giro d'Italia per la caduta di Cattolica, Joe Dombrowski, il vincitore della tappa di Sestola, fa un passaggio nella sede di Nimbl nelle Marche. L'americano risponde alle domande di bici.PRO mentre viene presa la forma del suo piede per realizzare degli scarpini su misura. Lo rivedremo in corsa al Delfinato.

Come Mohoric in Abruzzo, ma una settimana prima, Joe Dombrowski si è ritrovato sull’asfalto a 4 chilometri dall’arrivo di Cattolica. Mentre in testa al gruppo si volava verso la prima vittoria di Caleb Ewan, alcuni leader si erano lasciati sfilare, attendendo con ansia la neutralizzazione dei tre chilometri, dato che gli ultimi 25 erano stati un continuo schivare ostacoli. Purtroppo per Dombrowski e per Landa (che l’americano ha trascinato nella stessa caduta), l’ultimo spartitraffico e il motociclista che lo segnalava sono stati fatali. Non si capisce se perché distratto o se perché il corridore davanti si è spostato di colpo, il vincitore della tappa di Sestola ha travolto il malcapitato segnalatore e ha finito col travolgere anche Landa.

«Sono ripartito – dice – ma d’accordo con i medici, abbiamo stabilito di interrompere il mio Giro d’Italia. Per fortuna ho vinto e me ne sono andato con un buon sapore in bocca. Nel ciclismo è come nella vita: serve anche avere fortuna».

Il giorno dopo la caduta di Cattolica, Dombrowski in visita alla sede di Nimbl
Il giorno dopo la caduta di Cattolica, Dombrowski in visita alla sede di Nimbl

Ai piedi di Dombrowski

Il mattino successivo al ritiro, Dombrowski ha accettato l’invito di Francesco Sergio, Sport Marketing di Nimbl, e ha viaggiato con lui fino alla sede marchigiana dell’azienda calzaturiera. Scopo della visita, realizzare il calco con cui realizzare i suoi scarpini su misura.

«Offriamo un prodotto che è stato realizzato con passione – ci aveva già spiegato Sergio – impegno e dedizione. Ecco perché i corridori si dimostrano entusiasti. Se c’è la necessità di fare uno scarpino su misura fissiamo un appuntamento. Ci incontriamo di solito in laboratorio oppure alle corse. Prendiamo le misure necessarie per la realizzazione. E’ un metodo di lavoro che trasmette fiducia».

Verso il Delfinato

Dopo la visita nelle Marche, Dombrowski è stato raggiunto dalla moglie che lo ha riaccompagnato a casa. L’americano del Team Uae Emirates riprenderà presto la preparazione in vista del Delfinato. Dovendo fare il Giro, il suo nome non era fra quelli previsti per il Tour, ma chissà che il contrattempo e la sua ottima condizione non spingano la squadra a rimescolare le carte.

Risponde Boplan, ecco come sono nate le super barriere

29.04.2021
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Le avevamo viste alla Scheldeprijs e ve le avevamo raccontate con un articolo e un video: mai più cadute come quelle di Fabio Jakobsen al Tour de Pologne. Ma dato che di queste transenne si è parlato, qualcuno ha ripreso il tema e altri come l’Accpi hanno raccontato di altri progetti tesi a superare le barriere metalliche, ci è venuta la curiosità di chiedere a Boplan come e perché abbiano avuto l’idea di investire nel ciclismo. E quello che ci hanno raccontato, soprattutto sul fronte commerciale, è stato molto interessante.

Il nostro interlocutore è Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager della sede Boplan di Morseele, paese vicino Courtrai nel cuore delle classiche delle Fiandre.

Il totem “introduce” le transenne, che possono anche essere unite a quelle in metallo
Il totem “introduce” le transenne, che possono anche essere unite a quelle in metallo
Ci piacerebbe sapere come mai vi sia venuto in mente di studiare dei dispositivi di sicurezza per il ciclismo.

Boplan è dal 1999 un’azienda di riferimento quando si tratta di soluzioni per la sicurezza industriale. In questi oltre 20 anni abbiamo acquisito una competenza unica in questo settore. Ci sono tre cause per le quali abbiamo deciso di mettere la nostra competenza al servizio del mondo del ciclismo e dello sport, semplicemente perché pensiamo di poter fare la differenza.

Quali sono?

La prima causa è la passione per il ciclismo del nostro Amministratore Delegato Xavier Ramon e di molti dei nostri dipendenti. Poi c’è il fatto che il Belgio è uno dei principali Paesi con un enorme interesse pubblico per la bicicletta. Infine purtroppo si verificano ancora incidenti terribili nel ciclismo, che possono essere evitati utilizzando i prodotti e la tecnologia giusti. 

Vi siete mossi su richiesta di qualche organizzatore amico?

Abbiamo sviluppato e introdotto il nostro primo prodotto, il Boplan Race Bumper, nel 2019. Il suo lancio è stato fatto in collaborazione con gli organizzatori della E3 BinckBank Classic (ora E3 SaxoBank Classic, ndr) che sono stati i primi ad applicarlo nella loro gara. Ma l’iniziativa è stata nostra.

In che modo avete determinato l’altezza e l’inclinazione delle transenne?

In realtà si tratta di una caratteristica di sicurezza. Ci siamo assicurati che la barriera fosse più alta del punto di articolazione di una persona adulta, del suo bacino. Così le persone non sarebbero state in grado di chinarsi sulle transenne e raggiungere l’area in cui passano i corridori. La pendenza di 70° è identica alle barriere metalliche inclinate attualmente in uso nelle zone di arrivo. Quindi se necessario i due tipi di barriera possono essere collegati. L’inclinazione, in combinazione con l’altezza di 140 cm, fa sì che il pubblico non sia in grado di entrare in contatto con i corridori.

Transenne Boplan 2021
Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager nella sede Boplan di Morseele
Bram Robichez, Marketing ed E-commerce manager nella sede Boplan
In che modo avete scelto il materiale?

Abbiamo attinto agli oltre 20 anni di esperienza nelle soluzioni con l’impiego di polimeri. I nostri prodotti per la sicurezza industriale possono sopportare impatti enormi da parte di carrelli elevatori che pesano diverse tonnellate. Abbiamo sviluppato un’intera gamma di soluzioni di protezione dalle collisioni, ciascuna con le sue proprietà specifiche e i suoi valori di resistenza agli urti. Da questa competenza ed esperienza abbiamo sviluppato una versione speciale del polimero specifica per la protezione durante le gare ciclistiche e gli eventi sportivi.

Avete fatto dei crash test?

Tutti i nostri prodotti per la sicurezza industriale sono ampiamente testati. Abbiamo utilizzato i risultati di questi test per lo sviluppo delle nostre soluzioni di sicurezza per le gare ciclistiche. Abbiamo anche utilizzato simulazioni di crash e altri test sono programmati nel prossimo futuro. Le barriere sono destinate ad assorbire l’energia dall’impatto. Ovviamente parliamo di impatto di biciclette e non di automobili.

Che tipo di servizio offrite agli organizzatori che decidono di scegliere le vostre transenne?

Al momento offriamo soltanto i nostri prodotti, in una formula di collaborazione che secondo noi è vincente. Ciò significa che gli organizzatori della gara possono disporre dei nostri prodotti gratuitamente, in cambio di visibilità mediatica e di marketing a nostro favore. Un po’ come se fossimo uno degli sponsor principali della gara. Usiamo la manifestazione come piattaforma per creare consapevolezza del marchio e visibilità sui media per Boplan, offrendo in cambio più sicurezza.

Il solo dubbio, avendole viste, è che il binario in cui scorrono i pannelli pubblicitari possa essere tagliente.

No, le guide sono in gomma flessibile e non sono per niente taglienti.

Quanto costano le vostre transenne?

Ebbene, sono costose da produrre e abbiamo investito parecchi euro nel loro sviluppo. Ma come detto, non le vendiamo come tali, quindi purtroppo non posso darvi un prezzo.

Vuole dire che qualunque organizzatore ve le chieda potrà averle in uso gratuito?

Finora è stato così, ma ora stiamo lavorando sulla migliore strategia per richieste di questo tipo. Le gestiremo singolarmente, caso per caso.

Dopo tanta visibilità, avete ricevuto richieste da parte di altri organizzatori?

Sì, abbiamo ricevuto moltissime richieste. Da Giappone, Canada, Australia, Stati Uniti, Italia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Francia. Abbiamo anche contatti con quasi tutti gli organizzatori di gare in Belgio, dalla piccola gara locale, a classiche di fama internazionale come il Giro delle Fiandre, Gent-Wevelgem, E3 e simili.

Chi vi ha contattato dall’Italia?

Ci sono state molte richieste di informazioni, ma dato che non ci sono stati accordi ufficiali, preferiremmo mantenere questa informazione confidenziale. Ma per ora non ci sono grandi nomi, come ad esempio il Giro.

Sicurezza: in Belgio le transenne le fanno così

16.04.2021
4 min
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Le abbiamo scoperte nei giorni del Fiandre. Le nuove transenne adottate per le classiche di primavera nelle Fiandre sono una svolta notevole sul fronte della sicurezza. La risposta migliore, fino ad ora, perché non si ripetano incidenti drammatici come quello di Jakobsen del 2020. Basta barriere di metallo, si sono adottate quelle realizzate da Boplan con un polimero ad alto assorbimento. Sono alte 1,40 e hanno inclinazione di 70 gradi, per impedire al pubblico di sporgersi, garantendo la sicurezza di tutti.

La storia si è ripetuta, fortunatamente senza troppi danni, sul traguardo della 4ª tappa del Presidential Tour of Turkey. Mentre davanti a tutti Cavendish sprintava per la terza vittoria in tre giorni, alle sue spalle una bici ha impattato con le transenne, le ha fatte volare e il gruppo si è fermato in un grande mucchio. Si pensava (e si sperava) che l’incidente dello scorso anno a Jakobsen avesse aperto gli occhi, ma così non è stato. Per fortuna però qualcuno si è mosso e dal Belgio arriva per tutti un interessante spunto, di quelli che cogli soltanto andando alle corse.

Nella 4ª tappa del Turchia, a Kemer, maxi caduta alle spalle di Cavendish
Nella 4ª tappa del Turchia, a Kemer, maxi caduta alle spalle di Cavendish

Modello Fiandre

Ci hanno pensato gli organizzatori di Flanders Classics, proprietari di quasi tutte le corse di primavera in Belgio. A febbraio, per Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne, si era ancora con le vecchie transenne di metallo. Invece a partire dal Gp E3-Saxo Bank e poi nelle corse a seguire, le barriere nelle zone di arrivo hanno cambiato faccia e colore.

Abbiamo avuto tempo di farne la conoscenza all’arrivo di Scheldeprijs e abbiamo avuto anche il tempo di fermarci per osservarle, fare foto e anche video. Le nuove barriere sono state progettate appositamente per gli arrivi delle corse di ciclismo e sono realizzate in materiale plastico. Sono alte 1,40 e l’inclinazione di 70 gradi impedisce ai tifosi di sporgersi verso la strada e ai corridori di volare dall’altra parte.

Alto assorbimento

Il materiale impiegato è un polimero ad alto assorbimento, che si deforma in caso di impatto, senza trasformarsi in un trampolino o una catapulta. Viste dal punto di vista dei corridori, quindi dalla strada, le transenne mostrano una faccia liscia e omogenea, impossibile da penetrare per ruote e manubri. Gli elementi che le compongono si legano fra loro con un sistema maschio-femmina e riempiendole d’acqua si dà alla barriera la consistenza giusta.

Gli striscioni pubblicitari di cui sono rivestiti gli arrivi si infilano in un doppio binario – superiore e inferiore – conferendo alla… parete l’omogeneità giusta. Forse, ma siamo nel campo delle intuizioni personali, si potrebbe lavorare ancora sul raccordo dei pannelli sul lato corto. In ogni caso, il distacco del cartello in caso di caduta non comporta l’apertura delle barriere. Se il corridore si appoggia contro la transenna, non corre il rischio che la ruota o il manubrio si fermi bruscamente, sbalzandolo via.

I totem di Boplan riparano i corridori da sporgenze e altri ostacoli sulla strada
I totem di Boplan riparano i corridori da sporgenze e altri ostacoli sulla strada

Made in Boplan

Le produce Boplan, un’azienda belga che ha filiali anche in Gran Bretagna negli Usa e nel resto d’Europa. Oltre alle transenne, per quanto riguarda il ciclismo, produce anche totem da collocare a bordo strada o agli incroci per salvaguardare i corridori in gara da spartitraffico e ostacoli sulla strada. Per il resto delle sue attività, Boplan produce protezioni per magazzini, per spazi di lavoro e persino elementi per guardrail: tutto ciò che potrebbe andare incontro a urti e può trarre vantaggio dall’impatto con un materiale assorbente ed elastico.

Con questo tipo di transenne, probabilmente Jakobsen non avrebbe rischiato di morire. E anche se tutto è perfettibile e soluzioni diverse possono essere certamente trovate, è interessante rendersi conto di come l’urgenza del problema venga recepita diversamente nei vari Paesi. Nel Belgio che ha nel ciclismo lo sport nazionale, non hanno voluto correre altri rischi.