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Scott RC Ultimate, leggere con la rigidità “giusta”

27.04.2023
5 min
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Abbiamo provato le nuovissime calzature top di gamma di casa Scott, ovvero le Ultimate RC. Hanno il doppio rotore Boa in Li2 in alluminio, ma la vera particolarità è la tomaia che abbina il tessuto Carbitex con gli inserti in mesh 3D.

La suola è completamente in carbonio HMX, la stessa matrice di fibra composita utilizzata per costruire i telai di alta gamma. E’ fatta bene, curata e gli inserti in gomma aiutano a preservare la scarpa. Prende forma seguenzo l’ultimo filone di Scott, dove c’è anche l’ultima versione della Foil.

La suola è full carbon ed è ben protetta sulla punta e sul tallone
La suola è full carbon ed è ben protetta sulla punta e sul tallone

Comoda e disegnata per l’agonista

E’ una scarpa che è comoda, grazie ad un avampiede largo se pur non troppo abbondante, a prescindere dalla misura e con una tomaia elastica nella sezione frontale. Quest’ultima si adatta alla forma del piede, non spancia verso l’esterno e si adegua al meglio anche nei momenti caldi, quando inevitabilmente il piede aumenta di volume.

La parte mediana e superiore invece, grazie alla membrana Carbitex (usata anche per le scarpe da running e da calcio di altissima caratura) che la avvolge da destra a sinistra e anche al Boa con il cavo che incrocia, è rigida e sostenuta, fascia bene il piede e nel punto dell’arco plantare “tira” parecchio, con un’efficienza di alto livello. Non è un dettaglio a nostro parere, perché sfruttare al meglio il punto dell’arco non è comune neppure alle scarpe di altissima gamma. La linguetta è sottile e ha spessori diversi che permettono di dissipare le compressioni dei rotori e dei relativi cavi, che incrociano per entrambi.

La suola è di quelle rigide, scaricata nella parte centrale e ha un valore di rigidità dichiarato di 10 (come riferimento prendiamo la scala valori Scott). Non ha una curvatura accentuata ed ha uno spessore importante nella zona dell’arco. Ottimo lo spazio per il posizionamento delle tacchette, con le tre asole che hanno un margine di avanzamento/arretramento di quasi 2 centimetri (tantissimo).

Che bella soletta…

Più che una soletta è da considerare un vero e proprio plantare da personalizzare in base alle necessità. Si chiama ErgoLogic, è rinforzata nella sezione posteriore perimetrale, si può modificare nell’arco plantare, grazie agli inserti specifici e anche nel “bottone” metatarsale. E’ una delle pochissime che ha questa combinazione riferita alla customizzazione da fare con le “proprie mani”.

Le nostre considerazioni

La Scott RC Ultimate è una calzatura top di gamma votata al comfort e con una personalizzazione dei volumi interni davvero eccellente, per nulla comune in questa categoria di prodotti. Questo si ottiene grazie ad una soletta con una rigidità superiore alla media nella parte posteriore ed ampiamente customizzabile nell’arco e nel punto metatarsale, ma anche grazie ad una linguetta morbida che permette di chiudere “forte” i due rotori, spalmando bene le pressioni da destra a sinistra e viceversa. Inoltre la stessa chiusura contribuisce a tenere il piede ben dritto e saldo, il che aiuta a sfruttare tutto il piede nella dinamica della pedalata. Internamente la Scott RC Ultimate non ha punti di pressione.

E’ aerata il giusto, principalmente nella sezione frontale e superiore, è più “calda” invece verso il tallone, dove il tessuto controtrama, che aumenta il grip della calza, trattiene un po’ il calore, ma non l’umidità.

Una serie di vantaggi arrivano anche dalla suola, dalla sua rigidità che non è eccessiva e dalla forma, che sostiene bene e non da fastidio nei punti più sensibili, ad esempio all’arco plantare, il tallone e tutta la zona metatarsale.

La membrana Carbitex e la talloniera esterna
La membrana Carbitex e la talloniera esterna

In conclusione

La tomaia arricchita con il tessuto Carbitex è un valore aggiunto non da poco, ma è uno dei tanti tasselli che fanno della Scott RC Ultimate un prodotto super performante, ma tecnicamente sfruttabile da un’ampia schiera di utenti.

Questa scarpa di Scott è l’esempio lampante che una prestazione superiore alla media non si ottiene solo con le estremizzazioni, ma con una serie di fattori e peculiarità ben combinate tra loro. Il nodo da affrontare è quello legato al prezzo di listino, perché i circa 450 euro fanno rientrare questa scarpa in una fascia altissima del mercato, non accessibile a tutti. Ma chi entra in questa categoria di “strumenti votati alla ricerca della massima resa” è anche in grado di affrontare l’argomento spesa.

La nuova scarpa Scott è un concentrato di tecnologia e rispetto alla versione versione è stata completamente cambiata, stravolta e migliorata in ogni sezione.

Scott Sports

Nuovo casco Trek Velocis Mips, sulla testa dei pro’

20.04.2023
6 min
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Il casco Trek lo abbiamo notato in diverse occasioni, a partire dal Tour de France 2022. Un casco marchiato Trek, non Bontrager, un dettaglio che non è un caso, per un prodotto che è cambiato molto e non si tratta solo di un restyling. Ci sono un nuovo design e una nuova costruzione, ma c’è anche il Mips di ultima generazione.

Ventilato e “scaricato” dove serve, con il carbonio che irrobustisce
Ventilato e “scaricato” dove serve, con il carbonio che irrobustisce

Il top di gamma è Trek

Quello che potrebbe sembrare un semplice dettaglio, in realtà cela un importante cambio di strategia del gruppo americano, che nel portfolio, oltre a Trek ha Bontrager. Oltre ai nuovi caschi infatti, c’è anche tutta una nuova categoria di abbigliamento marchiata Trek, il che fa pensare che i prodotti Bontrager rimarranno contestualizzati ai “soli” componenti della bicicletta. Vedremo anche le nuove scarpe Trek? E’ lecito pensarlo.

La parola ai pro’

Prima di procedere con il nostro test, siamo partiti da coloro che questo casco lo stanno utilizzando già da parecchio e se ne servono quotidianamente come di uno strumento di lavoro. Elisa Longo Borghini e Gilulio Ciccone, professionisti della Trek-Segafredo.

«Fin dalla prima volta che ho indossato il Velocis – racconta la piemontese – il casco mi ha colpito positivamente per la leggerezza. Basta prenderlo in mano per rendersene conto. Come donna, poi, ho trovato geniale l’idea di creare uno spazio nella parte posteriore, per far passare i capelli. Tante volte, noi cicliste ci siamo dovute arrangiare con soluzioni fantasiose per la gestione dei capelli raccolti. Anche per questo il Trek Velocis è un passo avanti».

«Per un casco – fa eco Ciccone – credo che il design sia un elemento importante. Perché l’occhio vuole sempre la sua parte. In questo senso, con Velocis, Trek ha centrato in pieno l’obiettivo. Ha realizzato un casco bello dal look aggressivo. A me, piace tantissimo. La sua leggerezza e comfort lo rendono ideale per le salite, dove ogni grammo conta. Insieme alla buona vestibilità, è un fattore che gioca un ruolo determinante. Credo che ad oggi sia una delle migliori opzioni disponibili in questa categoria di prodotti».

L’evoluzione del Velocis

Se messo a confronto con la versione precedente, il nuovo casco è decisamente più aggressivo, moderno e leggero, eppure non perde coerenza estetica rispetto alla gamma Velocis, che in precedenza era marchiata Bontrager. Non è un casco che voglia essere un compromesso, perché mette la sicurezza, un’insieme di soluzioni moderne, la leggerezza e la ventilazione ad un livello superiore rispetto ad altri fattori.

E’ stato mantenuto un disegno arrotondato, nonostante le ampie feritoie, alle quali si aggiungono le due “bocche” frontali. Queste ultime sono particolarmente utili per mantenere ventilata la fronte e tenere asciutta l’imbottitura frontale.

C’è il rotore Boa ed un filler perimetrale sottile e quasi impercettibile. Non è un vantaggio secondario, perché non dà fastidio quando si indossano gli occhiali e contribuisce ad una chiusura precisa, facile da customizzare e particolarmente efficiente.

Il Mips è nella versione Air -stabile, leggero e anche integrato – e “bypassa” la gabbia, senza sacrificare la sicurezza e il potere di dissipare gli effetti negativi di un impatto.

Rispetto al Bontrager Velocis Mips, questo è anche un casco Trek, perché utilizza gli inserti in carbonio OCLV in alcuni punti strategici che proteggono, irrobustiscono e compattano la scocca sottostante.

Compatto e ben sollevato dalle orecchie
Compatto e ben sollevato dalle orecchie

Il nostro test

Leggerezza e ventilazione prima di tutto. Se il primo aspetto è percepibile grazie ad un’insieme di fattori, ad esempio le imbottiture ridotte per numero e risicate nello spessore, ma efficienti e ben posizionate, la ventilazione è costante e lo è anche alle basse andature. Importante e per nulla scontato, un fattore che rende il nuovo Trek Velocis molto sfruttabile, a nostro parere non solo in ambito road. Nel gravel competitivo? Perché no. Il fitting è “tondo”, per un casco che non ha punti di pressione, profondo nel modo corretto e che riduce anche quella sorta di ingombro sopra la fronte che ha caratterizzato la versione anziana. In questo punto il nuovo Velocis è più asciutto e “magro”.

Dietro è facilmente aggiustabile, grazie ad una gabbia che si adatta in altezza, flessibile e con un rotore nel punto dove è posizionato. La regolazione perimetrale è potente, molto potente, ma non comprime mai sulle tempie, anche se è necessario prestare attenzione nel momento della chiusura. Lo stesso rotore è facilmente azionabile anche quando si è in movimento.

In conclusione

Il Trek Velocis Mips è un prodotto di prim’ordine, lo è per la qualità complessiva abbinata ad un prezzo che non è per tutti (299,99 euro di listino). E’ un casco dedicato all’agonista che tiene conto di ogni dettaglio. Al pari di una leggerezza notevole si percepisce sostanza e compattezza, per un casco ben fatto e molto curato nei dettagli. Davvero apprezzabile il Mips Air, che sviluppa la sua azione principalmente grazie alle imbottiture, mai eccessivamente spesse e scaricate nei punti dove è possibile limitare il peso.

Trek Bikes

Fizik Stabilita, il test e la calzatura nel dettaglio

19.03.2023
6 min
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La Fizik Stabilita è una calzatura che non ha pari, una scarpa che è fuori dagli schemi. Non è paragonabile ad altre scarpe da bici che il mercato offre, per design, progetto e tecnica.

Le abbiamo provate. Non ci siamo limitati al test, ma abbiamo chiesto ad Alex Locatelli, Product Manager di Fizik, per sapere dove nasce l’idea di una scarpa al top del catalogo, ma over standard.

La suola della Stabilita che, una volta indossata sembra del tutto normale
La suola della Stabilita che, una volta indossata sembra del tutto normale
Come nasce la Stabilita?

Nasce dai feedback e dalle necessità degli atleti professionisti e dal lavoro che viene svolto con loro in fatto di ricerca e sviluppo. In diversi casi ci è stato chiesto, anche da alcuni biomeccanici delle squadre, di poter sviluppare una calzatura in grado di stabilizzare il piede attraverso l’arco plantare, limitando l’utilizzo di solette custom. I test, le prove e le tante ore di utilizzo hanno mostrato un prodotto capace di contrastare infortuni ed infiammazioni, anche delle articolazioni.

Al di là della colorazione, la Fizik Stabilita è una scarpa elegante
Al di là della colorazione, la Fizik Stabilita è una scarpa elegante
Rispetto ad una prima idea, quante modifiche sono state necessarie prima di arrivare al prodotto così come lo vediamo oggi?

E’ difficile quantificare il numero di realizzazioni che sono state eseguite prima di arrivare alla Stabilita così come è oggi. In termini temporali ci sono voluti quasi due anni. Un progetto di innovazione, come lo è la Stabilita richiede tanta ricerca e un lavoro enorme su tutti i dettagli. Nei vari step l’utilizzo della stampa 3D è stato fondamentale così come le simulazioni del software.

Densità differenziata per l’arco plantare
Densità differenziata per l’arco plantare
Quale è stata la parte più difficile da sviluppare?

Trovare i giusti componenti che potessero lavorare in modo ottimale tra loro. E poi tutto quello che ha riguardato il fine tuning per la zona dell’arco plantare. A questo aggiungo anche tutta la fase di test ed il tempo per leggere e capire in modo corretto i feedback. D’altronde si tratta di una scarpa diversa.

Ci sono dei feedback che ti hanno colpito in modo particolare?

Considerando una categoria, quella degli stradisti che è molto conservatrice e poco incline alle innovazioni, mi ha colpito il fatto che gli atleti che hanno provato la Fizik Stabilita non sono più tornati sulla calzatura standard. I riscontri si sono concentrati sul supporto anche del tendine d’Achille e del ginocchio.

I due Boa sono facilmente azionabili anche durante la pedalata
I due Boa sono facilmente azionabili anche durante la pedalata
A chi si rivolge principalmente questa calzatura?

E’ una scarpa per l’atleta evoluto, non solo per il professionista, o comunque adatta a quei corridori che attraverso il supporto di una calzatura comoda non vogliono disperdere le energie. Ovviamente non è per tutti, non fosse altro per il prezzo, ma dietro il progetto Stabilita c’è tanta tecnologia e ricerca. Aggiungo che questa tipologia di prodotto è adatta anche a quel ciclista che deve contrastare dei problemi alle articolazioni che spesso sfociano in infiammazioni.

Come è fatta

La Stabilita ha una suola full carbon che adotta una laminazione dedicata della fibra composita. Questa soluzione è voluta per assecondare l’evidente punto di scarico nella zona dell’arco plantare, dove la suola non è presente, ma anche un indice di rigidità che raggiunge i 10 punti, ovvero il massimo nel range Fizik. Le asole per il montaggio della tacchetta hanno un’ampio scarrellamento anteriore e posteriore che risulta davvero utile. Inoltre le stesse asole sono leggermente arretrate rispetto agli standard del passato, che vedevano i filetti più avanzati di circa mezzo centimetro. La scarpa non è dritta, ma segue, proprio grazie alla suola, un’arcuatura che tende a rientrare verso l’interno, a partire dalla zona mediana, fino alla punta. Un concetto tecnico e di design che influiscono in modo esponenziale sulla qualità della pedalata.

Nella zona dell’arco plantare il tessuto della tomaia ha un’elasticità e una porosità differenti ed si vede la banda elastica sdoppiata che funge da tirante. Dynamic Arch Support 2.0, questo è il nome e include anche la parte interna della suola che non è omogenea, ma è “frastagliata” e la soletta, che segue lo stesso concetto, grazie ad una densità differenziata del foam integrato nell’arco. Si plasma sulla forma del piede grazie al tirante esterno e limita l’impiego di inserti in questa delicata zona del piede ed eventuali plantari che talvolta risultano scomodi ed eccessivamente caldi. L’obiettivo è quello di creare un’adattabilità massimizzata, limitando l’utilizzo di componenti esterni alla scarpa.

Ci sono i due Boa Li2, quello più alto è collegato alla fascia elastica, quello inferiore funge da guida per un cavo che incrocia ed ha il compito di adeguare la tomaia al piede. Il materiale della Tomaia è molto compatto ed elastico al tempo stesso, offre un sostegno di altissimo livello e presenta una serie infinita di fori. La linguetta è sottilissima, si adegua bene al piede e non accumula calore.

Che comfort

La Fizik Stabilità ha nel comfort uno dei soggetti principali e questa stessa comodità è il risultato di diversi fattori che collimano in modo ottimale tra loro. L’ergonomia, grazie alla forma con la sezione frontale che curva leggermente verso l’interno. Non è un dettaglio secondario, perché permette di posizionare la tacchetta dritta e tenere sempre la scarpa (e di conseguenza il piede) sempre perfettamente in asse sul pedale. Uno shape del genere facilita anche la presa di confidenza per chi è solito pedalare con le punte leggermente all’interno.

C’è ovviamente il sostegno dell’arco plantare e di tutta la parte mediana/interna del piede e le pressioni che si generano sono facilmente personalizzabili, anche quando si pedala. Lo stesso sostegno, la stabilità e anche quella sensazione di “sentire la scarpa”, parte proprio da questa zona che rende la calzatura un tutt’uno con il piede.

Anche nelle fasi di spinta perentorie il piede non cede verso l’arco plantare
Anche nelle fasi di spinta perentorie il piede non cede verso l’arco plantare

In conclusione

La Fizik Stabilita è una scarpa diversa, ma non è dedicata esclusivamente a chi vuole un oggetto “non convenzionale”. Questa calzatura è tecnicamente un gran prodotto che fa collimare alla perfezione i diversi aspetti della performance. I rigida, ma non è estrema, sfruttabile da tutte le categorie di ciclisti. È comoda, ma non è solo una pantofola, ha una tomaia morbida e plasmabile, ma non è lasca. E’ moderna, grazie alle soluzioni che adotta ed è ben curata anche nel più piccolo dei dettagli. Non è a buon mercato, perché 410 euro non sono pochi, ma anche in questo caso è giusto sottolineare che la Stabilita è un equipaggiamento al top del catalogo.

Spiuk Profit, il comfort abbraccia la performance

11.01.2023
3 min
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C’è molto altro oltre l’aerodinamica. Il Profit è l’unione due due macro tecnicità che determinano spesso la qualità di un casco. Comfort e prestazioni. Spiuk con questo modello ha infatti introdotto un nuovo modo di intendere la performance, sviluppandola di pari passo assieme al benessere d’utilizzo. Il risultato è un prodotto sicuro, grazie alla vestibilità Boa, e incredibilmente versatile e intuitivo grazie alla fibbia magnetica Fidlock e i divisori ArrowHead. Il tutto ottimizzato e fatto funzionare al meglio dalla ventilazione interna Airflow 360°. Ciò che rimane da fare è solo macinare chilometri verso nuovi orizzonti. 

Comodo e competitivo

Il Profit è riassumibile in una definizione semplice e chiara. Un casco da ciclismo per la competizione, dal comfort straordinario e ideale per le lunghe distanze. La sua versatilità infatti spazia tra comodità e prestazioni di altissimo livello. L’asso nella manica sta anche nell’adattamento allo stress di ciò che ci circonda. Come possono essere le situazioni di alta temperatura dove il sistema Airflow 360° dà il meglio di sé.

Il disegno della struttura interna del casco è formata da canali che collegano le aperture anteriori e posteriori. Le ampie aperture frontali consentono un grande volume di presa d’aria. Grazie alla continuità dei tunnel interni si ottiene un’efficace circolazione dell’aria. Questa a contatto con la testa si rinfresca in modo permanente, riuscendo così a trasportare il calore in eccesso generato verso le aperture posteriori. Di conseguenza si ottengono eccellenti prestazioni di raffreddamento e aerodinamiche superiori alle strutture interne convenzionali.

Tecnologie futuristiche

A rendere il Profit di Spiuk un casco completo e affidabile sono le scelte mirate per ogni utilizzo ed esigenza. A partire dal Boa Fit System che offre una vestibilità sicura, veloce, personalizzata e duratura, specificamente progettata per le migliori prestazioni. Il sistema brevettato di Boa è composto da tre parti: un quadrante micro-regolabile, un cavo leggero ultra resistente e passacavi a basso attrito, il tutto coperto dalla garanzia Boa.

Un altro aspetto che rende questo modello accattivante è il sistema ArrowHead che permette di regolare perfettamente le cinghie laterali in modo scorrevole e garantisce inoltre un’ottima ergonomia. Un sistema innovativo che influisce sul comfort e sulla sicurezza del ciclista. Infine la chiusura magnetica di sicurezza Fidlock si allaccia automaticamente evitando pizzicature. Si apre anche con una mano in modo molto semplice, e si può fare anche con i guanti. I colori disponibili sono tre: bianco, nero e rosso. Le taglie selezionabili sono due, S-M (51-56) e M-L (56-61). Il prezzo consultabile sul sito è di 159,90 euro. 

Spiuk

Shimano RX801: la scarpa gravel super performante

21.10.2022
3 min
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Una nuova scarpa dedicata al gravel arriva direttamente da Shimano, si tratta della RX801. Un prodotto che unisce la vestibilità raffinata e il comfort ad una struttura leggera per ottenere il massimo delle prestazioni. Queste scarpe derivano direttamente dalla Shimano RX8, un prodotto popolare per gli amanti del gravel.

La tomaia utilizzata è super leggera e traspirante
La tomaia utilizzata è super leggera e traspirante

Nuove ed efficienti

Il modello RX801 di Shimano, tra le sue novità, ha quella di avere una costruzione della tomaia molto più traspirante. Una caratteristica molto utile nel gravel, dove le velocità sono più basse ed è quindi più facile avere un maggiore accumulo di calore all’interno della scarpa. Un’altra caratteristica del gravel è la conduzione della bici nei tratti guidati ed il rilancio dell’andatura. Per facilitare questa fase le RX801 presentano una suola estremamente rigida, efficiente su qualsiasi terreno

La suola delle Shimano RX801 è in carbonio e con la superficie di contatto con i pedali più ampia
La suola delle Shimano RX801 è in carbonio e con la superficie di contatto con i pedali più ampia

Stabilità al primo posto

Le RX801 sono in grado di mantenere la pedalata stabile su qualsiasi tipo di terreno. Una delle novità è una superficie di maggior contatto sul pedale, alla quale si aggiunge lo stabilizzatore nella zona del tallone. Quest’ultimo aumenta la sensazione di controllo, al quale si aggiunge il Surround Wrapping Upper, una costruzione che avvolge il piede per una vestibilità top. 

Il sistema di chiusura è l’affidabile e collaudato BOA Li2 a basso profilo, con impugnatura in gomma. Così da consentire anche le più piccole regolazioni pur rimanendo in sella. Si tratta di un sistema capace di non stringere eccessivamente il piede, lasciandolo libero e comodo per tutto il tragitto.

La chiusura avviene con il BOA Li2 ad un rotore, il rinforzo sulla punta è dato da un velcro che rendere più stabile la calzata
La chiusura avviene con il BOA Li2 ad un rotore, il rinforzo sulla punta è dato da un velcro che rendere più stabile la calzata

Dynalast e taglie

Shimano, inoltre, ha inserito nelle RX801 la sua tecnologia proprietaria Dynalast, assicura che il piede sia ben saldo alla scarpa, mentre la suola in carbonio restituisce pedalate fluide e potenti.

Un’ultima novità nelle scarpe RX801 è l’introduzione delle mezze taglie per rendere il prodotto più fruibile a tutti. Il peso nella taglia 42 è di 268 grammi, il prezzo al pubblico è di 239,99 euro.

Shimano

BOA Fit System: innovazione e ricerca nel fuoristrada

11.10.2022
3 min
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Preciso, avvolgente, sicuro. Così potrebbe definirsi in sintesi il sistema di chiusura con rotore BOA Fit System: il dispositivo rivoluzionario, e ben noto ai praticanti delle due ruote, e largamente impiegato da numerosissimi top brand produttori di calzature e caschi per il ciclismo.

Preciso perché consente una calzata micro-regolabile, con la possibilità, in qualsiasi momento, di stringere oppure allentare a beneficio di una pedalata più dinamica e reattiva in salita, come sul passo o negli sprint. Avvolgente perché il “fit” che BOA è in grado di offrire è sicuro, bloccando il tallone e fornendo stabilità lungo la suola per migliorare forza ed efficienza. Sicuro perché tutti i rotori sono stati progettati e costruiti per garantire sempre la migliore efficienza e le migliori prestazioni anche nelle condizioni meteo più estreme e severe.

Calzata personalizzata

Ma BOA non è solamente sinonimo di applicazione a scarpe alto di gamma e specifiche per un utilizzo su strada, pedalando dunque su una bicicletta da corsa. E un esempio in questo senso è rappresentato dalle nuovissime Tallac (in versione da uomo) e Flume (in versione da donna) proposte dal brand americano Ride Concepts. Sia Tallac che Flume sono dotate del BOA Fit System Li2 con lacci in tessuto resistenti, flessibili e a basso attrito, per una micro regolazione con chiusura e allentamento multidirezionale.

La tomaia in Cordura è traspirante e leggera, ma anche resistente e protettiva, grazie alla costruzione senza cuciture e completamente saldata. La nuova suola adattabile, con un’area di contatto con il pedale dotata di una gomma con grip a clip, trasferisce poi in modo ideale tutta la potenza, mentre una lunga linea di tasselli garantisce una facile integrazione con il pedale.

Questo è il sistema di chiusura Li2 che consente una micro regolazione precisa e funzionale
Questo è il sistema di chiusura Li2 che consente una micro regolazione precisa e funzionale

Il BOA Fit System consente una personalizzazione della calzata con una precisione altrimenti irraggiungibile. Tutte le configurazioni sono in grado di garantire una stabile chiusura per un controllo davvero… su misura!

BOA

DMT SH10, zero compromessi tra comfort e prestazioni

22.07.2022
3 min
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Appena presentate ad Eurobike 2022 e già fanno parlare di sé per stile e performance. Le nuove SH10 di DMT sono il tassello mancante che si rivolge al futuro in campo stradale per la fascia di gamma più appetibile. Questo nuovo prodotto è un agglomerato di prestazioni e innovazioni su più fronti. A partire dalla sua vestibilità che unita al comfort valorizza al meglio la struttura in maglia engineered 3D. Il tessuto ibrido combinato con il sistema a quadrante doppio LPZ BOA Fit System formano un nuovo standard dell’innovazione in campo delle calzature. 

Il Double L6 Dial Z permette al piede di esprimere tutta la forza senza costrizioni
Il Double L6 Dial Z permette al piede di esprimere tutta la forza senza costrizioni

Tecnologia Knit

Migliore vestibilità, maggior comfort ed eccellente traspirabilità. Sono questi i macro vantaggi che la struttura in maglia, fiore all’occhiello di DMT, implementa nelle SH10. L’uso della tecnologia Engineered 3D Knit deriva da anni di sviluppo e miglioramenti. Oggi tutta la gamma ne beneficia e ne apprezza le performance. 

Grazie all’uso dei filati tecnici e specifici, l’adattabilità di questa scarpa è universale. Leggere, meno ingombranti, eccellente vestibilità, maggiore traspirabilità e asciugatura veloce. Sono tra le caratteristiche che affiorano durante l’utilizzo di queste calzature da strada. DMT per la progettazione di queste SH10 non è voluta scendere a compromessi, calzata e supporto lavorano in simbiosi grazie alla costruzione elastica del tessuto. 

Collari e tallone con struttura in microfibra per il massimo sostegno
Collari e tallone con struttura in microfibra per il massimo sostegno

I vantaggi di BOA

La tomaia e la struttura alla base del progetto di queste SH10 erano già una prospettiva vincente e solida. Grazie all’applicazione dei sistemi di chiusura BOA Fit System, versatilità, prestazione, facilità d’uso e affidabilità hanno fatto un balzo ancora più in alto. Il sistema scelto, già in fase di sviluppo, è il Double L6 Dial Z, progettato specificamente per i prodotti con doppio quadrante.

I vantaggi sono molteplici e su differenti assi di prestazioni. Il primo è sicuramente il diametro ridotto, che vanta anche un profilo più basso e meno ingombrante. Il secondo è consequenziale e rimarca il design innovativo proposto da BOA che ne valorizza aerodinamicità e precisione. La chiusura diventa quindi veloce e immediata. Infine c’è l’adattamento zonale grazie alla gestione indipendente della tensione tra la zona superiore e quella inferiore. 

La suola lavora in sinergia con la maglia ibrida e la tecnologia fasciante di Boa
La suola lavora in sinergia con la maglia ibrida e la tecnologia fasciante di Boa

Peso e taglie

Le SH10 sono disponibili in svariate taglie a partire dalla 37 fino alla 48, con mezze taglie da 40,5 a 45,5. Grazie alla vestibilità e all’ampia numerazione trovare il fitting giusto non è cosa difficile. L’ago della bilancia nella numerazione 42 non va oltre i 220g, a conferma di un concetto di scarpa da corsa che non scende a compromessi sotto nessun aspetto. 

DMT

La campagna marketing BOA Fit System emoziona

21.06.2022
3 min
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“Lo sentite…?”. E’ questo lo slogan ad effetto che caratterizza la campagna marketing 2022 di BOA: un vero e proprio inno di energia esplosiva che da qualche settimana sta occupando i canali social ufficiali e non solo del notissimo brand americano.

Il video della stessa campagna, che potete vedere nel seguito in questo approfondimento, fa difatti riferimento al caratteristico e inconfondibile suono del rotore che si connette ai precisi micro-aggiustamenti di “fit” per conferire all’utilizzatore vantaggi in termini di performance, agilità, potenza ed estrema precisione nella calzata. 

Con la Bora-Hansgrohe

BOA, che quest’anno ha conquistato il Giro d’Italia con Jai Hindley, essendo partner e fornitore ufficiale del team WorldTour tedesco Bora Hansgrohe, è una realtà aziendale nata in Colorado, nel bel mezzo delle Montagne Rocciose, appena nel 2001. Con il proprio, rivoluzionario sistema di calzata ad alte prestazioni, BOA ha in questi vent’anni di attività sul mercato letteralmente trasformato il modo in cui prima gli snowboarder, e poi i ciclisti, utilizzano i propri scarponi e le loro calzature.

Il rivoluzionario e brevettato Fit System, vincitore tra l’altro di numerosi premi, è oggi integrato, rappresentando un vero e proprio valore aggiunto, sui prodotti delle migliori marche di calzature da ciclismo in circolazione: con l’obiettivo dichiarato di rendere lo stesso equipaggiamento ancora migliore in termini di performance. Le soluzioni sempre più innovative ideate da BOA sono progettate per permettere agli utenti di godere di una calzata precisa e su misura, senza disperdere inutili sforzi. Che si tratti di praticare snowboard sulle vette del Colorado, oppure di “macinare” chilometri e salite al Tour de France, BOA rappresenta un alleato validissimo per raggiungere prestazioni realmente al top.

La storia di BOA Fit System è iniziata nel lontano 2001
La storia di BOA Fit System è iniziata nel lontano 2001

Tutto inizia nel 2001

Fondata nel 2001 da Gary Hammerslag, snowboarder, surfista, imprenditore… un vero e proprio pioniere visionario, BOA ha intuito nel corso dei primi anni di attività quanto fosse possibile migliorare la calzata e le prestazioni dei sistemi di chiusura degli scarponi da snowboard. Come? Semplicemente applicando degli elementi relativi a quanto lo stesso fondatore aveva sviluppato in campo medico, e poi studiando a fondo come fosse possibile migliorare le prestazioni dei propri scarponi.

Dopo numerosi test, e svariati prototipi, si giunse alla nascita del Fit System, che cominciò a garantire una calzata più veloce, più facile e più precisa. L’energia e la convinzione di Gary attrassero i primi due partner – K2 e Vans – e nel 2001 stesso furono lanciati i primi scarponi da snowboard…

Oggi, i partner di BOA sono oltre 300, ed il Fit System è utilizzato in milioni di scarponi, caschi, scarpe da ciclismo e altro equipaggiamento ad alte prestazioni in tutto il mondo.

BOA

LIV Macha Pro: il nostro test e il parere di Rachele Barbieri

Giada Gambino
04.06.2022
4 min
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Scarpe LIV Macha Pro, ossia disegnate e realizzate per l’utente donna. Noi le abbiamo provate in questa parte di stagione in cui l’estate è esplosa con particolare veemenza, mettendoci a dura prova.

La resa delle Macha Pro in fase di spinta è notevole: sensazione riscontrata immediatamente
La resa delle Macha Pro in fase di spinta è notevole: sensazione riscontrata immediatamente

La prova su strada

Le nuove scarpe LIV Macha Pro sono super leggere, comode e si adattano perfettamente anche ad un piede magro. La chiusura con i Boa permette che la scarpa si stringa e si modelli perfettamente sul piede.

In più dopo parecchi chilometri ci si rende conto che questa scarpe traspirano molto e rendono piacevoli gli allenamenti anche a temperature elevate. E poi, cosa che non guasta affatto, sono belle, femminili e, soprattutto, dal momento che sono interamente bianche, anche molto eleganti.

La suola è in carbonio, le cuciture sono come saldature: la Macha Pro è leggera e filante
La suola è in carbonio, le cuciture sono come saldature: la Macha Pro è leggera e filante

Cuciture invisibili

Entrando nel dettaglio tecnico, la tomaia è realizzata in poliuretano rivestito in rete e microforato al laser. Questo garantisce resistenza a lungo e la massima ventilazione. Le cuciture sono come saldate e questo riduce il peso, aumenta l’elasticità e dà alla scarpa un profilo snello.

Il tallone in TPU stampato ad iniezione garantisce una vestibilità aderente, eliminando lo scivolamento del tallone. Il collo è foderato in microfibra, mentre la soletta TransTexturaPlus ™, traspirante e removibile, consente di sfuggire al calore, mantiene i piedi freschi e offre la possibilità di regolare il supporto dell’arco plantare.

Suola in carbonio e doppio BOA

La suola appartiene invece alla nuova generazione ExoBeam, realizzata con una doppia piastra di carbonio che riduce il peso e aumenta la rigidità e l’efficienza nella fase di spinta. Inoltre riduce lo sforzo sulle articolazioni del ginocchio e della caviglia.

La chiusura a doppio BOA, distribuisce ottimamente la pressione e questo, unitamente al tallone imbottito e all’omogeneità della tomaia permette di bloccare il piede, personalizzando la chiusura senza rinunciare a un sol grammo di comfort. La microregolazione offre infatti una vestibilità e un supporto insuperabili.

Rachele Barbieri utilizza le LIV Macha Pro dall’inverno. Qui al Trofeo Binda
Rachele Barbieri utilizza le LIV Macha Pro dall’inverno. Qui al Trofeo Binda

Il parere di una pro’

Abbiamo chiesto il parere di Rachele Barbieri, atleta azzurra del team Liv Racing Xstra, che sta utilizzando le LIV Macha Pro dal momento in cui sono uscite.

«All’inizio soprattutto sul pavé – ci ha detto – non ero perfettamente a mio agio, poi sono venuti i tecnici LIV per farci le suole su misura e da quel momento sono state perfette. Sono rigide quanto basta, ma il piede sta comodo e abbastanza stretto. Nonostante siano bianche, ho fatto tutto l’inverno con il primo paio e sono ancora abbastanza pulite. Il materiale è molto valido e non si rovina con l’uso intenso. La chiusura con i Boa è molto comoda sia in gara che in allenamento».

Le LIV Macha Pro sono disponibili in due colorazioni: White e Blur. In entrambi i casi, il prezzo alla vendita, come indicato nel sito di Liv, è di 299,99 euro.

LIV CYCLING