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BMC Speedmachine, la rivoluzione della velocità

07.09.2023
5 min
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Per muoversi alla velocità della Formula 1 è necessario un approccio all’innovazione senza compromessi. BMC ha realizzato la bicicletta più veloce che abbia mai testato, in ogni condizione possibile. Ecco la nuova Speedmachine che eredita quanto di buono fatto dalla Timemachine e attua una vera propria rivoluzione della velocità. Per la sua realizzazione sono state unite l’innovazione, le intuizioni degli atleti e la collaborazione con Red Bull Advanced Technologies, per riscrivere gli standard di stabilità e aerodinamica.

Con Red Bull

Una collaborazione all’insegna della velocità e della performance portata all’ultimo stadio. Il team Red Bull Advanced Technologies e gli ingegneri dell’Impec Lab di BMC hanno dato alla luce la Speedmachine riscrivendo gli standard per questa tipologia di bici. Red Bull ha messo a disposizione la sua capacità in ambito di Ricerca e Sviluppo, con strumenti come le simulazioni di massa, analisi di fluidodinamica computazionale e i test nella galleria del vento.

La Speedmachine doveva essere aerodinamica, leggera e mantenere la leggendaria rigidità per cui era nota la Timemachine. Più facile a dirsi che a farsi, ma gli esperti dell’ingegneria dell’Impec Lab e il team Red Bull hanno dimostrato di avere ben più di qualche asso nella manica nel loro camice da laboratorio.

Dalle corse

L’innovazione e il feedback degli atleti sono al centro del lavoro di BMC: per assecondarne le richieste è stata realizzata una vera e propria rivoluzione. La Speedmachine è stata sviluppata in stretta collaborazione con i triatleti professionisti e con i corridori del WorldTour, che hanno richiesto sicurezza e affidabilità. I corridori vogliono sapere che, quando si stanno giocando il tutto per tutto, possono contare su una bicicletta che li assecondi al 100 per cento e anche oltre.

La Speedmachine è una bicicletta che si può guidare in posizione aerodinamica con lo stesso livello di sicurezza della bicicletta da strada. Indipendentemente dalle condizioni e dal percorso.

«La differenza più evidente – ha detto Max Neumann, del BMC Pro Triathlon Team – rispetto alla Timemachine è la stabilità della Speedmachine in velocità, in salita e nei venti laterali.

Mentre Ben O’Connor dell’AG2R Citroën ha commentato: «La nuova Speedmachine è veramente impressionante: per me rappresenta una svolta. I principali aspetti positivi sono la manovrabilità e la stabilità».

Elogio all’aerodinamica 

Quando si progetta una bicicletta ottimizzata per l’efficienza aerodinamica, il controllo del flusso d’aria è fondamentale. Per questo, la forma di ogni tubo e la posizione più ampia della forcella contribuiscono a ridurre la resistenza aerodinamica in tutti gli angoli di imbardata. Dagli spoiler rivoluzionari della forcella SharkFin, ispirati alla Formula 1, alle forme all’avanguardia delle tubazioni che neutralizzano l’aria intorno al telaio. La filosofia aerodinamica su cui si basa la Speedmachine descrive una perfetta armonia tra velocità e stabilità.

Grazie a una nuova e rivoluzionaria geometria dello sterzo, la BMC Speedmachine offre una sicurezza e un’affidabilità mai viste prima nella sua categoria. Ottimizzando la distribuzione del peso durante gli allunghi, è possibile mantenere la posizione aerodinamica più a lungo e andare più veloci grazie anche al mezzo chilo risparmiato rispetto alla versione precedente. 

Disponibile in tre versioni con differenti allestimenti, la prima è la Speedmachine 01 TWO Red da 10.999 euro. Segue la Speedmachine 01 LTD Black a 16.999 euro. Infine, limitata a soli 50 esemplari, la Speedmachine 00 a 23.000 euro. Per quest’ultima ogni proprietario riceverà un esclusivo dispositivo BMC Aero Motion, una valigia da viaggio premium e un accesso esclusivo al BMC Platinum Owners Circle. Acquistabile anche il kit telaio completo a 6.999 euro. 

BMC

BMC corre verso il futuro: altri sei anni con il Team Tudor

25.08.2023
3 min
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Il bike brand svizzero BMC ha recentemente ufficializzato una importante estensione di contratto di sponsorizzazione, e congiuntamente di fornitura prodotto – un’accordo della durata di ben sei anni (!) – con la formazione elvetica Tudor Pro Cycling. Il Team Tudor ha fatto il proprio ingresso nel mondo del ciclismo professionistico quest’anno, perseguendo una visione ed un obiettivo molto chiaro, ovvero quello di sviluppare la squadra di ciclismo svizzera di maggior successo di sempre. Non a caso, una delle caratteristiche principali della Tudor Pro Cycling è proprio quella di impegnarsi nel creare un ambiente ideale per la crescita dei ciclisti e soprattutto dei giovani talenti. 

Dal canto suo, BMC da sempre lavora in maniera estremamente scrupolosa per progettare e realizzare esclusivamente biciclette di altissima qualità per supportare al meglio i propri atleti ed i propri clienti in tutto il mondo. La missione di BMC è quella di progettare e produrre le biciclette più veloci al mondo, in tutte le discipline: e il BMC Racing Program è uno “strumento” fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo. Lavorando a stretto contatto con gli atleti, i manager e i tecnici delle squadre, BMC è perfettamente in grado di sviluppare le proprie innovazioni tecniche per il futuro: non a caso il Team Tudor per la prossima stagione 2024 correrà su una nuova piattaforma di biciclette sviluppata in stretta collaborazione proprio con la Tudor Pro Cycling. 

BMC e Tudor Pro Cycling hanno siglato un accordo che porterà avanti la collaborazione per altri 6 anni
BMC e Tudor Pro Cycling hanno siglato un accordo che porterà avanti la collaborazione per altri 6 anni

L’eccellenza elvetica

«Siamo estremamente entusiasti – ha dichiarato David Zurcher, il CEO del Gruppo BMC – di continuare questo nostro bellissimo viaggio con Tudor Pro Cycling, sentendoci al tempo stesso fiduciosi per i risultati che potremo raggiungere insieme nei prossimi sei anni di assidua collaborazione. La squadra sta crescendo molto, e per quanto riguarda l’organico 2024 abbiamo già annunciato l’ingresso di corridori importanti e di grande esperienza. E poi, con l’avvento delle nostre nuove biciclette, saremo pronti a spingere e a pedalare oltre i confini del possibile».

Questo il motto sul telaio delle bici BMC “Nata per osare”
Questo il motto sul telaio delle bici BMC “Nata per osare”

«La stagione agonistica che stiamo vivendo – ha ribattuto Fabian Cancellara, che del Team Tudor è il proprietario – ha rappresentato un grande passo avanti per la nostra squadra, e i ragazzi hanno dato il meglio di se stessi su tutti i fronti. Il nostro rapporto con BMC è stato, e continuerà ad esserlo ancora per sei anni, una componente chiave della nostra crescita e del nostro sviluppo futuro. La vicinanza geografica delle due sedi, ad esempio, significa moltissimo: testimonia difatti che il rapporto di lavoro tra le nostre due realtà va ben oltre a quello tradizionale che intercorre tra uno sponsor e la squadra stessa. Lavoriamo in strettissima sinergia e sviluppiamo le nostre competenze insieme, ogni giorno. In Tudor Pro Cycling cerchiamo l’eccellenza: in ogni singolo aspetto. E BMC rappresenta per noi un partner ideale per poter mantenere queste aspettative».

BMC

Bike-room, compri le bici dei pro’ e puoi dare indietro la tua

08.07.2023
7 min
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Bici che vengono, bici che vanno. Lentamente il modo di comprare e vendere del mondo auto si estende al quello della bicicletta e ha trovato un… concessionario d’eccezione in Bike-room. Una piattaforma di riferimento a livello mondiale, che ha messo a sistema il mercato dell’usato di altissima gamma. In ballo ci sono anche le bici nuove, grazie alla possibilità di Bid (esclusiva Mondo), cioè piazzando un’offerta su biciclette nuove di decine di marchi.

«Ma le bici nuove le hanno anche i negozi – spiega Matteo Maruzzi, fondatore e CEO di Bike-room – il motivo per cui siamo riconosciuti è l’usato certificato e ricondizionato. Quindi biciclette di media/alta gamma che di listino costano ad esempio 14.000 euro che da noi puoi comprare a 6.000 euro. Le vendiamo in tutto il mondo, questo mese abbiamo spedito in 45 Paesi. Le squadre sono contente di collaborare con noi, perché ritiriamo l’intero stock e questo a livello finanziario è un bel servizio che gli facciamo. E poi c’è un tema proprio di posizionamento e marketing, perché le bici vengono ricondizionate e messe sul mercato con la veste migliore».

Ecco i fondatori di Bike-room: Denis Moretti, Simone Matrone, Matteo Maruzzi, Piergiuseppe Isonni
Ecco i fondatori di Bike-room: Denis Moretti, Simone Matrone, Matteo Maruzzi, Piergiuseppe Isonni

Le bici dei pro’

Al centro ci sono le biciclette dei professionisti, che vengono ritirate grazie alla collaborazione molto stretta avviata a ogni inizio di stagione. Si tratta delle seconde, terze e a volte delle quarte bici. Con un po’ di fortuna sono davvero nuove, al massimo hanno fatto chilometri sul tetto dell’ammiraglia. Tuttavia, per avere la certezza che sia tutto a posto, le biciclette vengono passate al setaccio e ricondizionate, con tanto di certificazione. La spedizione infine passa soltanto per corrieri ultra sicuri, ricorrendo a imballaggi a prova di trasporto: cartone a quattro strati, come ad esempio fa Canyon col nuovo.

Ma la vera novità rispetto a quanto avveniva è la possibilità di avere il ritiro dell’usato. Compro la bici top di gamma dei team professionistici e do indietro la vecchia bici: questa la vera svolta avviata il 6 luglio. Andiamo a vedere come.

Il volantino

Nel catalogo settimanale di Bike-room sono arrivate da poco le Cannondale del Team EF Education-EasyPost (stagione 2021) e quelle della EF Education-Tibco-SVB (stagione 2022): entrambi team WorldTour, per le stagioni 2021 e 2022.

Per capirci, le bici di Bettiol, Langeveld e Powless nelle taglie dalla 44 alla 58. Oppure quelle di Letizia Borghesi e le sue compagne nelle taglie dalla 44 alla 56.

Fra le chicche in arrivo – segnate pure la data di giovedì 13 luglio – ci sono le 30 BMC del 2022 della Ag2R-Citroen, le bici di Greg Van Avermaet e Andrea Vendrame, come pure di Cosnefroy e dei fratelli Paret-Peintre. Trenta biciclette dalla 51 alla 58.

L’usato: due step

Ritirare l’usato: come si fa? Ci hanno ragionato a lungo e poi hanno messo mano alla piattaforma. Nessun problema, verrebbe da dire, dato che in Bike-room lavorano 15 persone, 7 delle quali sono gli sviluppatori che hanno creato questo vero e proprio marketplace.

«Prima di tutto – prosegue Maruzzi – devi essere molto efficiente a smaltire l’usato, per cui ci siamo imposti che le bici che ritiriamo debbano uscire entro un mese. La vera scommessa è stata questa e siamo riusciti a farlo aprendo dei canali. Poi c’è ovviamente un tema finanziario, perché la permuta è un mancato incasso, quindi se vuoi trattare ad esempio 200 bici al mese, devi avere le spalle larghe. Per farlo ci siamo strutturati con i fondi di investimento che abbiamo alle spalle. Cioè Azimut, Cassa depositi e prestiti e Digital Magics, società quotate in borsa che hanno il portafoglio per finanziarci. Raggiunta l’efficienza e la capacità finanziaria, abbiamo deciso di uscire allo scoperto. E dal 6 luglio abbiamo messo online la possibilità di dare indietro l’usato».

Solo alta qualità

A qualcuno si è illuminato lo sguardo per la possibilità di dare indietro il ferrovecchio su cui da anni si deposita la polvere in cantina? Non si può fare, su questo Bike-room sceglie la via della chiarezza.

«Nel momento in cui avviamo il percorso di permuta online – spiega Maruzzi – dichiariamo anche quello che non accettiamo. Quindi restano fuori le biciclette troppo vecchie: che mercato può avere una bici del 2008? Non accettiamo biciclette con determinati danni. E poi vogliamo essere chiari sul fatto che se permuti una Pinarello F 12, la valutiamo in maniera diversa rispetto a un brand sconosciuto. Magari sono regole che il cliente può immaginare, ma che teniamo comunque a precisare.

«Detto questo, all’inizio avremo le maglie molto larghe. Prendiamo ad esempio una Pinarello F8 del 2016, che magari nei negozi non prendono più. Per noi è uno dei prodotti con la più alta velocità di rotazione, perciò potremmo ritirarla, perché sappiamo che hanno mercato in Inghilterra oppure in Asia. Si stanno aprendo piazze inaspettate. La Malesia, per esempio. Oppure l’Ungheria. Dinamiche che vediamo prima, facendo marketing in tutto il mondo. Ci sarà mercato in Africa fra due anni, grazie ai mondiali del 2025? Stiamo cercando di capire: da questo punto di vista, siamo quasi un osservatorio».

A sovrintendere il ricondizionamento, pensa Flaviano Frugeri, meccanico azzurro ed ex produttore delle sue bici
A sovrintendere il ricondizionamento, pensa Frugeri, meccanico azzurro ed ex produttore delle sue bici

C’è un mondo che si apre, proprio come nell’auto, in cui si cercano quelle a Chilometri Zero, se non addirittura l’usato che rientra dopo i noleggi a lungo termine. Usato sì, ma sicuro e certificato. E se guardiamo il listino di certi marchi, bisogna ammettere che ci sono auto che costano anche meno di certe bici. E’ un nuovo modo di starci dentro ed è a suo modo geniale. Ce ne accorgiamo alle corse, quando incontriamo i ragazzi di Bike-room: prima li accoglievano con diffidenza, adesso sono anche loro di casa.

Bike-room.com

Al Delfinato una nuova BMC per Van Avermaet

06.06.2023
3 min
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Potrebbe essere una BMC Timemachine di nuova generazione? Potrebbe, ma la realtà dei fatti è che dalla casa svizzera le bocche rimangono cucite e poco o nulla trapela per quello che concerne la descrizione approfondita della nuova bicicletta.

Al Giro del Delfinato viene utilizzata da Van Avermaet, coinvolto da BMC in più di un’occasione per la ricerca e lo sviluppo, ma anche da Ben O’Connor: tutti del Team AG2R-Citroen (siamo certi che il “prototipo” sia stato fornito anche al Tudor Pro Cycling Team e non ci meraviglierebbe di vederla con richiami Red Bull). Cerchiamo di approfondire l’argomento con il materiale in nostro possesso.

Anche O’Connor la sta provando al Delfinato. In Svizzera la useerà Cosnefroy (foto AG2R-Citroen Getty YPmedias)
Anche O’Connor la sta provando al Delfinato. In Svizzera la useerà Cosnefroy (foto AG2R-Citroen Getty YPmedias)

Create Speed, il claim aerodinamico

Create Speed è da sempre il claim che contraddistingue la ricerca legata al segmento di bici aerodinamiche. La bici tutta nera, rispetto alle altre Teammachine SLR01 azzurro/arancioni, non può passare inosservata, come lo è stato con la Masterpiece di Paret Peintre al Giro.

Partendo dall’avantreno si nota la forcella con gli steli dritti e con una vistosa apertura per il passaggio della ruota/gomma. E’ importante la squadratura della testa della forcella. La tubazione dello sterzo è parecchio svasata nella sezione centrale con un abbondante fazzoletto che unisce l’orizzontale e l’obliquo. Quest’ultimo è voluminoso, ma non eccessivo come vuole la tradizione di BMC votata all’equilibrio delle forme. L’orizzontale invece sfina in maniera vistosa man mano che si sposta verso il piantone.

Il piantone è dritto e sfinato nel punto di passaggio della ruota. Una delle particolarità è l’inserzione degli obliqui con una sorta di blocco massiccio e abbondante nelle forme. Il carro posteriore è diviso in due, tra gli stays obliqui più sottili e quelli inferiori voluminosi. C’è un rinforzo appena sopra il perno passante, c’è un volume ampio nel punto in cui i due foderi bassi si uniscono alla scatola centrale.

Il nuovo Campagnolo Wireless

I due corridori citati in precedenza, sicuramente tra i più rappresentativi del Team AG2R-Citroen, stanno usando anche la nuova trasmissione Campagnolo Super Record Wireless e le ultime ruote (sempre Campagnolo) Hyperon Ultra.

Resta ora la curiosità di vedere chi altri la userà al Giro di Svizzera, quando scenderanno in strada i ragazzi della Tudor Pro Cycling Team, team sponsorizzato da BMC. E c’è anche la curiosità di vederla equipaggiata con ruote dal profilo superiore, che potrebbero darle un impatto estetico molto più aggressivo. E se non è ancora dato di conoscerne le caratteristiche specifiche, dalle voci raccolte in gruppo emerge che i corridori che la stanno usando siano molto soddisfatti.

BMC per Suplest, due scarpe sinonimo di prestazioni e design

21.04.2023
4 min
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BMC e Suplest hanno collaborato per creare una serie limitata di scarpe da ciclismo strada e gravel, unendo le rispettive competenze in materia di design e prestazioni. Le Road Pro Edge+ 2.0 e le Gravel Performance Edge+ 2.0 presentano rispettivamente il design iconico di BMC, basato sulle piattaforme Teammachine SLR e URS, con materiali di alta qualità e caratteristiche avanzate. La serie sarà in edizione limitata e disponibile per l’acquisto direttamente sul sito.

Una collaborazione svizzera

Questa collaborazione ha unito due aziende svizzere di riferimento nei rispettivi settori. Suplest è stata fondata dagli appassionati ciclisti Robert Gehrig e Daniel Balmer, con l’obiettivo di creare una connessione perfetta tra calzature, ciclista e la sua bicicletta attraverso un comfort eccezionale e una qualità superiore. Lavorando insieme, i due partner hanno selezionato con cura i migliori materiali per garantire che le scarpe strada e gravel in edizione limitata superino le aspettative.

«Siamo entusiasti – ha dichiarato David Zurcher, Amministratore Delegato del Gruppo BMC – di collaborare con Suplest per questa serie limitata. Condividiamo la passione per il design di alta qualità e le prestazioni di alto livello. Questo prodotto unico è perfetto per i ciclisti che vogliono portare la loro attività a un livello superiore con il design iconico di Bmc».

Road Pro Edge+ 2.0

Le scarpe Road Pro Edge+ 2.0 BMC Edition sono colorate dell’iconico rosso che da anni è parte integrante del patrimonio agonistico di BMC. Infatti, si abbinano perfettamente agli elementi ricorrenti della gamma Teammachine SLR. Le calzature sono caratterizzate da una sottile tomaia in microfibra e da una stabile rete 3D nell’avampiede, che assicurano il massimo comfort durante ogni uscita. 

Il BOA Fit System Li2 consente un fissaggio preciso del piede, e una fasciatura costante in ogni situazione.  La protezione in carbonio integrata nella linguetta distribuisce uniformemente la pressione sul piede. La soletta Solestare e la rigida suola in carbonio ERGO 360° lavorano insieme per trasferire efficacemente la potenza al pedale, offrendo un’azione fluida e potente che eleva l’attività su strada a un livello superiore di performance. 

Disponibile in dodici misure da 39 a 47, saranno prodotte in quantità limitata. Il peso in taglia 42 è di 272g. Acquistabili direttamente sul sito al costo di 439 euro.

Gravel Performance Edge+ 2.0

Scarpe da ciclismo ad alte prestazioni ispirate alle caratteristiche dell’attività sugli sterrati. Le Gravel Performance Edge+ 2.0 BMC Edition godono di un design grezzo che prende spunto dalle rocce, dalla sabbia e dal fango e si abbina alla gamma gravel URS. Queste calzature sono state progettate specificamente per i ciclisti off-road, offrendo una calzata ideale e una connessione diretta con i pedali. 

La suola in gomma SUPtraction offre un grip prestazionale, garantendo stabilità e controllo su qualsiasi terreno. La suola in carbonio composito assicura un’accelerazione efficace, mentre la soletta Solestar con supporto dell’arco plantare e l’inserto metatarsale migliora la trasmissione della potenza e l’efficienza.

Disponibile in dodici misure da 39 a 47, saranno prodotte in quantità limitata. Il peso in taglia 42 è di 364g. Acquistabili direttamente sul sito ad un prezzo di 309 euro.

BMC

La BMC Teammachine del Tudor Pro Cycling Team

28.03.2023
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E’ la classica BMC Teammachine SLR-01, una bicicletta molto ambita in ambito professionistico (e non solo). In occasione della partenza della Milano Sanremo 2023, abbiamo fotografato quella di Rick Pluimers, ex Jumbo-Visma e ora nel team di Fabian Cancellara.

Nella taglia 54 e con l’allestimento standard è una bicicletta che fa registrare un valore alla bilancia che va poco oltre i 7,1 chilogrammi, pedali compresi e che adotta una componentistica convenzionale. Vediamola nel dettaglio.

Rick Pluimers, ex Jumbo-Visma, ora al Tudor Pro Cycling Team
Rick Pluimers, ex Jumbo-Visma, ora al Tudor Pro Cycling Team

Una collaborazione svizzera

Se quello con il Team Ag2r-Citroen è un rapporto che dura già da qualche stagione e comunque si tratta di una vetrina WorldTour, quello con il Tudor Pro Cycling Team ha preso forma concreta a partire da quest’anno. La vittoria alla Milano-Torino con De Kleijn è stata una bella ciliegina sulla torta, forse inaspettata, ma comunque cercata.

Le realtà è che la collaborazione tra il team di Cancellara e BMC ha tutta l’aria di essere molto più che una semplice sponsorizzazione tecnica e non ci sorprenderebbe il fatto di vedere, in un futuro neppure troppo lontano, un Team Tudor ai vertici del ciclismo mondiale con BMC al suo fianco, in un ruolo che non sia quello del solo fornitore di biciclette.

Il modello utilizzato dai corridori è il Teammachine SLR-01, mentre il vincitore della Milano-Torino è il solo ad utilizzare la aero Timemachine. Per tutti i corridori il pacchetto include anche il manubrio integrato full carbon BMC, che grazie al suo design, più stretto sopra e con un flare che apre la curvatura, permette di coprire diverse esigenze e richieste degli atleti.

Ruote DT Swiss e non è poco

A completare il pacchetto rosso crociato ci sono le DT Swiss, ruote che vengono costruite a Biel, operosa cittadina svizzera che è poco distante da Grenchen, dove ha sede BMC.

«In occasione della Sanremo qualche corridore, come ad esempio Pluimers, ha scelto di montare le ARC da 62 millimetri – ci ha spiegato Reigo Rosenberg, meccanico della squadra – anche se alla maggior parte dei corridori di norma montiamo le tuttofare ARC 50. A prescindere dalla tipologia di altezza del cerchio, noi utilizziamo solo la configurazione tubeless con le larghezze differenziate, 25 anteriore e 28 posteriore, anche grazie alle indicazioni fornite da DT Swiss. Le pressioni degli pneumatici variano in base alle preferenze dei corridori e al loro peso, comunque in un range compreso tra 5 e 5,5 bar».

Gli pneumatici sono gli Schwalbe Pro One e quelli con la banda blu sono un versione dotata di una nuova mescola, più scorrevole, come abbiamo documentato nella giornata di sabato che ha preceduto La Classicissima. Le ruote sono il modello ARC1100 con mozzi Dicut della serie 180.

La trasmissione è Sram

«La nostra configurazione base prevede la doppia corona anteriore 54-41 e i pignoni posteriori 10/33 oppure 10-30, sia Red che Force – ha proseguito Rosenberg – che permette di coprire diverse esigenze. Qualche atleta più votato alla salita utilizza l’anteriore 52-39».

Selle Italia e pedali Wahoo

Buona parte dei corridori utilizzano la Flite Boost, che nella versione SuperFlow con canale di scarico, chi nella versione senza foro. Qualcuno usa la SLR, sempre in versione corta (Boost). Ci sono i pedali Wahoo, senza power meter che invece è il Quarq integrato nella pedivella.

BMC 2023: WorldTour con AG2R-Citroen e poi c’è Tudor

13.02.2023
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BMC è presente nel ciclismo professionistico di primissima fascia con la francese AG2R-Citroen. La sensazione che si percepisce dall’esterno è che il naturale prosieguo nel circus dei pro’ sarà con la Tudor Pro Cycling di Fabian Cancellara. BMC è legata anche in modo personale al campione svizzero.

Abbiamo chiesto a Stefano Cattai, uomo di collegamento tra l’azienda rosso-crociata ed i professionisti, di raccontarci le biciclette in dotazione ai team.

La Teammachine SLR01 della Tudor Pro Cycling (foto Tudor Pro Cycling)
La Teammachine SLR01 della Tudor Pro Cycling (foto Tudor Pro Cycling)
Quali versioni vengono fornite ai team dei pro’?

Ci sono i progetti consolidati di BMC, ovvero la Teammachine SLR01, Timemachine road per i corridori che vogliono una bici con una forte connotazione aero e la versione da crono.

Due team con una matrice UCI molto diversa, cosa cambia?

I materiali sono gli stessi. In termini di fornitura complessiva possono cambiare i numeri e generalmente quelli di un team WorldTour sono maggiori e molto impegnativi.

I portaborraccia sono integrati nelle tubazioni. Qui si nota anche la centralina Campagnolo per l’EPS (foto Pauline Ballet)
I portaborracccia sono integrati nelle tubazioni. Qui si nota anche la centralina Campagnolo per l’EPS (foto Pauline Ballet)
Rimaniamo in ambito WorldTour. BMC quante bici fornisce ad ogni corridore?

Di base sono da considerare 4 bici da strada per ogni corridore, una per allenarsi e tre per le gare. Poi ci sono tre bici da crono. In questi numeri non sono comprese le variabili del caso, ovvero richieste specifiche di alcuni corridori e prodotti destinati allo sviluppo, fattori che fanno aumentare il numeri di biciclette destinate alla squadra.

Le biciclette dei pro’ sono le stesse che sono a disposizione dei normali utenti?

Sì ed è da sempre la politica di BMC. La volontà di fornire ai pro’ le stesse biciclette presenti nel listino tradizionale fu messa in opera ben prima che l’UCI imponesse ai marchi l’obbligo di avere le medesime biciclette disponibili normalmente per il mercato.

Trasmissione Campagnolo SuperRecord EPS e power meter P2Max, versione NGeco (foto Pauline Ballet)
Trasmissione Campagnolo SuperRecord EPS e power meter P2Max, versione NGeco (foto Pauline Ballet)
Tornando invece alla fornitura per i team, BMC fornisce esclusivamente i frame-kit, oppure interviene anche sulla componentistica?

BMC interviene in modo diretto con la fornitura della bicicletta completa. E’ una politica che mira ad avere anche delle biciclette che possiamo categorizzare come team replica e che BMC può inserire nel normale catalogo. E poi la stessa azienda ha un contatto sempre diretto con i diversi player/fornitori.

Sulle bici 2023 c’è qualche novità, rispetto alle versioni 2022?

Agli atleti AG2R-Citroen è stata fornita la bicicletta con l’ultima versione del manubrio integrato in carbonio, quello presente anche sulla versione top di gamma della Kaius, la bici gravel racing. Anche gli atleti della Tudor Cycling lo stanno provando e lo avranno tutti a stretto giro. Abbiamo preferito completare la dotazione del team WorldTour, come è facile immaginare la vetrina è diversa.

Con una taglia di questo manubrio riuscite a coprire tutte le richieste?

Sì esatto, siamo riusciti a fare collimare un prodotto molto efficiente in fatto di comfort, aerodinamica e leggerezza, capace di rispondere anche alle richieste attuali. E’ stretto sopra, ergonomico e con una svasatura verso il basso. La soluzione inoltre, permette ai corridori di raggiungere facilmente proprio la parte bassa della piega, con vantaggi notevoli per la posizione bassa. Si interviene esclusivamente sulla lunghezza dell’attacco.

La nuova BMC Roadmachine AMP 01 X utilizza TQ

17.11.2022
5 min
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AMP è l’acronimo di “amplifyed” identifica la famiglia e-bike di BMC. La Nuova Roadmachine AMP 01 X non è una rivisitazione del modello lanciato alla fine di giugno. Questa versione X ha l’obiettivo di completare l’offerta in questo segmento di prodotti, grazie alla sua versatilità.

Il design e l’impatto estetico sono quelli della famiglia Roadmachine, una piattaforma votata all’endurance. Qui però c’è l’unità elettrica TQ, che in questa configurazione è la più leggera della categoria: 3900 grammi, 360Wh e tanta integrazione, con la possibilità di incrementare l’autonomia grazie ad un power range extender da 160Wh. Vediamola nel dettaglio.

Prima di tutto una bici comoda e versatile (foto BMC)
Prima di tutto una bici comoda e versatile (foto BMC)

Geometria è endurance

Lo sviluppo geometrico della Roadmachine adotta un concetto votato a massimizzare il comfort e le performances nel lungo periodo. Il medesimo concept è ripreso anche sulla nuova AMP 01 X.

La geometria endurance di BMC ha la peculiarità di utilizzare uno stack aumentato (ad esempio nella taglia 54 è di 57 centimetri), un reach ridotto (38,3 centimetri) e un trail della forcella di 6,3 centimetri (piuttosto avanzato e aperto in avanti). L’insieme di questi fattori permette di avere un mezzo stabile in ogni situazione (anche nell’off-road), che non obbliga a sacrifici una volta in sella. La stessa geometria porta ad utilizzare una posizione eretta (di più, rispetto ad un segmento race), limitando gli schiacciamenti vero il basso sull’anteriore.

Il carro posteriore è corto, grazie ai foderi da 42 centimetri di lunghezza, valore comune a tutte le misure. Per massimizzare la sfruttabilità di un carro così compatto, cosa non comune in questa categoria di biciclette, il piantone è stato sagomato, proprio per agevolare il passaggio della ruota.

AMP 01 X, come è fatta

Si tratta di una e-bike road con kit telaio completamente full carbon Premium, ovvero il top di gamma della produzione in serie di BMC. Per kit telaio si intende telaio, forcella e seat-post con un off-set di 15 millimetri. Quest’ultimo adotta il design D-Shape con profilo posteriore tronco. Il reggisella integra una luce posteriore che è collegata direttamente alla batteria principale.

L’unità elettrica di supporto è firmata da TQ con la versione HPR50. E’ leggera e potente, silenziosa, integrata (la batteria è nascosta nella tubazione obliqua) e l’ingombro della pedivella è minimo, grazie ad un fattore Q 158 millimetri. Un’altra particolarità è relativa al feeling naturale di altissimo livello: a tratti sembra di pedalare su una bicicletta tradizionale. Questa unità TQ si configura con la nuova normativa statunitense, che permette alle e-bike di classe 3 di raggiungere i 45 chilometri orari. C’è un display da 2” posizionato in cima al profilato orizzontale.

Spazio per gomme e parafanghi

La BMC Roadmachine AMP 01 X ha in dotazione gli pneumatici da 35 millimetri di larghezza, ma le gomme da 38 ci stanno senza alcun problema. Inoltre è possibile montare i parafanghi e non è un semplice dettaglio, perchè rendono questa bicicletta ancor più versatile e sfruttabile anche nei piccoli spostamenti quotidiani.

Il passaggio della gomma e l’asola per il montaggio del parafango (foto BMC)
Il passaggio della gomma e l’asola per il montaggio del parafango (foto BMC)

La sospensione nello stem

La AMP 01 X porta in dote il primo attacco manubrio con la sospensione integrata sviluppato da BMC, ovvero l’ICS MTT stem (MTT, acronimo di Micro Travel Technology). Il suo design si integra perfettamente con il design della bicicletta ed è sviluppato base dell’esistente ICS (i cavi e le guaine scorrono all’interno dell’attacco manubrio, ma in caso di manutenzione non è necessario smontare tutto il comparto, facilitando la manutenzione). La fase ammortizzante è garantita da un sistema di elastomeri con una durezza differente.

Gli allestimenti

Gli allestimenti sono due: One e Two, entrambi con la monocorona anteriore da 44 denti montata su pedivelle Rotor Vegast in alluminio.

La versione One ha la trasmissione Sram Force AXS con il bilanciere ed i pignoni posteriore XPLR (10/44). Le ruote sono le CRD-400 SL con cerchio full carbon, gommate Pirelli Cinturato Gravel H da 35 millimetri. Le combinazioni cromatiche disponibili sono due, per un prezzo di listino di 8.499 euro. Il valore alla bilancia dichiarato è di 12,9 chilogrammi.

La BMC Roadmachine AMP 01 X Two si differenzia per via della trasmissione Sram Rival AXS, ma anche in questo caso è stata adottata la soluzione XPLR. Ci sono le ruote con cerchio in alluminio. Il prezzo di listino è di 7.499 euro, per un peso dichiarato di 13,3 chilogrammi.

Una particolarità, legata al progetto X e non solo alle versioni descritte. La BMC Roadmachine AMP 01 X è compatibile (e utilizza) i dischi da 180 millimetri di diametro, soluzione voluta per offrire una versatilità d’impiego maggiorata e una piena sfruttabilità del mezzo anche in ambito offroad.

BMC

BMC Kaius, gravel race nell’anima

28.10.2022
6 min
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Abbiamo provato la BMC Kaius per un lungo periodo, testando differenti setting e portando questa bici all’interno di diversi contesti ambientali e gare.

La Kaius si conferma un proiettile ovunque. E’ una bicicletta tanto tirata, a tratti estrema, quanto agile, leggera e fluida nella guida, che esprime una stabilità inaspettata anche sui tratti particolarmente smossi e rocciosi.

La Prevot al riscaldamento pre-mondiale
La Prevot al riscaldamento pre-mondiale

La versione One 01

E’ la top che propone il catalogo. Per intenderci è la bicicletta che veste il primo iride gravel della storia, grazie a Pauline Ferrand Prevot. La pluricampionessa francese non è stata l’unica ad utilizzare la nuova Kaius al mondiale gravel: anche Van Avaermat si è presentato al via con questa bicicletta.

Dal punto di vista dell’utilizzo, la BMC Kaius nasce in modo specifico per le competizioni gravel. A tratti sembra una bicicletta road race, di quelle super performanti e con le gomme un po’ più grandi. Talvolta una bicicletta gravel che esprime delle performances elevate è accostabile ad una road endurance, in questo caso lo step è addirittura superiore.

Velocità, reattività e agilità

La Velocità non è espressa e contestualizzata “solo” nello spingere forte sui pedali ed andare veloce. Nella Kaius emerge da subito, fin dalle prime pedalate, quando la bicicletta sembra scappare via da sotto la sella. E’ piuttosto rigida, ma non è estrema e non “picchia” eccessivamente nella zona del sopra-sella. Non è una spacca polsi. E’ semplicemente facile da lanciare, anche quando la velocità è bassa, oppure è necessario cambiare ritmo in modo repentino. Merito di un pacchetto ben congeniato e di una geometria azzeccata al 1000%.

L’avantreno è un ottimo supporto alle azioni in fuori-sella e quando si sposta il corpo in avanti. Lo sterzo ha un angolo aperto al pari di una mtb marathon e offre stabilità, così come il rake avanzato della forcella che completa il concetto appena espresso. Nell’insieme diventano un riferimento anche alle alte velocità in discesa e quando è necessario portare la bicicletta alla corda nei cambi di direzione. Il tutto si riflette anche su una agilità degna di nota che coinvolge anche il retrotreno.

La BMC Kaius è reattiva, reattività ampiamente sfruttabile anche restando seduti in sella. Non è solo per via di un allestimento super performante, di un valore alla bilancia ridotto (abbiamo rilevato un peso ben al di sotto degli 8 chilogrammi) e di un prodotto che non lascia nulla al caso anche in fatto di design funzionale alla performance.

La Kaius ha tanta trazione e copia il terreno. Certo, è fondamentale agire in modo corretto sui tubeless, ma il vantaggio di una bicicletta race oriented che mantiene la traiettoria e al tempo stesso permette qualche correzione senza scomporsi è un fattore da considerare tra i primi posti della scala valori.

Una gran bici anche in discesa e stabile alle alte velocità (foto Jérémie Reuiller- BMC)
Una gran bici anche in discesa e stabile alle alte velocità (foto Jérémie Reuiller- BMC)

Quel manubrio tanto stretto

Al primo impatto mette quasi paura, un po’ di timore, soprattutto se facciamo degli accostamenti con la categoria off-road mtb. Eppure prendere confidenza con questo cockpit full carbon è semplice (per chi è abituato all’agonismo), molto più di quanto ci si aspetta. Sopra, dove ci sono i manettini del cambio è largo 38, a metà della piega 40 centimetri e termina a 42. E’ un manubrio da gara.

Sopra obbliga a chiudere le spalle e invita a rannicchiarsi guadagnando velocità. Se si è ben impostati sulla bici non è sacrificante e la cassa toracica non si comprime, ma è necessario avere uno svettamento sella/manubrio adeguato, in modo da lasciare aperto il muscolo del diaframma. Ci siamo trovati particolarmente a nostro agio e abbiamo sfruttato una posizione che ci ha aiutato a scaricare in modo ottimale il peso su glutei e sulle gambe.

Il flare della piega è di 12°, senza angoli vivi. Significa che le mani scivolano verso il basso con facilità e in modo rapido, anche in discesa sullo sterrato. Significa che le braccia cambiano posizione senza sovraccaricare i polsi. L’apertura del manubrio è buona e le mani non si accartocciano al suo interno, come capita con alcuni manubrio gravel che costringono a portare le mani troppo distanti dalle leve. Ne guadagnano sicurezza, prontezza e comfort e facilità di cambio delle posizioni.

L’abbiamo anche portata in gara
L’abbiamo anche portata in gara

Bikepacking, no grazie

Lo avevamo scritto già in occasione del suo lancio ufficiale e le tante ore di test lo confermano. La BMC Kaius, a prescindere dall’allestimento non è una bici da viaggio, non è una bicicletta adatta al bikepacking. Questo non significa che è scomoda, ma il suo DNA race lo si vede, lo si percepisce e lei lo mette in mostra senza se e senza ma.

E poi non ci sono neppure le asole per il montaggio delle borse, solo le due viti sull’orizzontale per il piccolo bag, soluzione mutuata dalla URS.

La Kaius della Prevot al Mondiale Gravel in Veneto
La Kaius della Prevot al Mondiale Gravel in Veneto

Tre gomme diverse

L’abbiamo provata con le 36, con le 40 e anche con le 45. Più che la sezione degli pneumatici è da considerare la qualità della gomma stessa e di come esprime la sua elasticità, fattore non secondario in ambito off-road. Pneumatici con una carcassa troppo dura e gonfiati in modo eccessivo limitano la sfruttabilità della bici, della sua trazione e della stabilità anteriore. Le 45 non tutte ci stanno (dietro), in particolare quelle che hanno ramponi laterali abbondanti.

L’ottima trazione/stabilità che esprime la bicicletta permette di sfruttare molto bene anche gli pneumatici “semi-tassellati” che si trovano in commercio.

Facile adottare una posizione al pari di una bici stradale di alto livello (foto Jérémie Reuiller- BMC)
Facile adottare una posizione al pari di una bici stradale di alto livello (foto Jérémie Reuiller- BMC)

In conclusione

Che piaccia oppure no, la BMC Kaius è una bici da gara e non lo nasconde. Mantiene fede ad un design e ad un impatto estetico che è parte integrante dell’azienda svizzera e BMC è da categorizzare come race brand. La Kaius non ha fronzoli, non ha mezze misure e concettualmente non è paragonabile alla URS. Anzi, a nostro parere la BMC in questione è più vicina ad una bici da strada.

Ci piace la soluzione, non presente sulla URS, di poter montare la doppia corona anteriore (il deragliatore si può alloggiare nella sua sede), a nostro parere un vantaggio e un dettaglio che può fornire tanti vantaggi nei termini di sfruttabilità per un delta di pubblico molto ampio. Anche per chi vuole usare questa bicicletta con le gomme un po’ più strette sull’asfalto.

Il prezzo è di quelli molto importanti, non accessibile a tutti, ma è pur vero che l’allestimento del test non richiede aggiunte e/o modifiche, se non un power meter. Focalizzandoci sulla spesa e sul rapporto qualità/prezzo/performamances è davvero interessante la versione BMC Kaius 01 Two, quella con lo Sram Force eTap 12v.