Sassari consacra Blanka Vas, 51 chili di puro talento

08.07.2023
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SASSARi – «L’anno scorso non era stato possibile, ma questa volta voglio proprio farmi qualche giorno al mare qui in Sardegna». Farà piacere un bel mazzo di rose, come direbbe Paolo Conte, ma un tuffo in Sardegna fa gola di più anche a Blanka Vas, che ha già pensato come premiarsi per la bella vittoria in volata nell’ottava tappa del Giro Donne.

La tappa di Sassari va a Blanka Vas, che non fa rimpiangere il ritiro di Wiebes. In apertura i complimenti delle compagne
La tappa di Sassari va a Blanka Vas, che non fa rimpiangere il ritiro di Wiebes. In apertura i complimenti delle compagne

Dal cross alla strada

Qualche grado di pendenza sul rettilineo d’arrivo di via Duca degli Abruzzi, a Sassari, non basta a spiegare come abbia fatto questa ragazza di 51 chili e 21 anni a domare le velociste del gruppo, ma tant’è. Se ne faranno una ragione Chloe Dygert e Liane Lippert, ma anche la nostra Silvia Persico e anche Marianne Vos, giunta decima per un problema nei metri finali, perdendo una chance per bissare la vittoria sarda di Olbia 2022. Anche perché non è la prima volta che questa precoce ungherese dimostra di avere doti notevoli.

Specialista del ciclocross, collezionista di titoli nazionali, amante del cibo italiano, aveva già vinto la tappa inaugurale del Giro di Svizzera. In tre settimane ha infilato quattro vittorie, condividendo con Elisa Longo Borghini un successo in questo Giro Donne e la doppietta nel campionato nazionale (strada cronometro). In pratica, è la seconda maglia verde, bianco, rosso che vince una tappa in questa edizione, dopo la sfortunata piemontese a Borgo Val di Taro.

Tre giorni da turista

«Per me è incredibile aver vinto oggi», ammette Vas mentre cerca di ripararsi dal sole sardo che lo scirocco ha reso micidiale. «Ho pensato soltanto al miglior posizionamento e a stare calma. Sapevo che dovevo uscire il più tardi possibile perché era uno sprint in salita e mi sarei bruciata. Dovevo attendere il momento giusto».

Per lei la Sardegna è già un dolce ricordo ed è per quello che vuole trattenersi: «Resterò tre giorni, dato che l’anno scorso non avevo avuto tempo per visitare l’Isola e lo farò quest’anno. Credo che sia una vacanza meritata e ho davvero bisogno di un po’ di riposo dopo una corsa a tappe così dura».

Pizza, tiramisù e gelato

Non smette di sorridere Blanka Vas, che supera la voce dello speaker per chiarire cosa le piace dell’Italia: «Mi piace il cibo italiano – ammette, snocciolando un menù che è poco da ciclista professionista – pizza, tiramisù e gelato italiano».

Quando si tratta di scegliere i punti di riferimento nel ciclismo, invece, punta forte sui Paesi Bassi: «Mathieu van der Poel, Anna Van der Breggen e Marianne Vos. Correre con lei, sì, sembra un po’ strano, ma è bello stare accanto a lei sulla linea di partenza. Ricordo che nelle prime corse era una sensazione speciale».

Così come quelle vissute a Sassari, che magari potrebbero tornare. C’è un’altra occasione a Olbia: «Ci proverò – promette Blanka Vas – se passerò indenne le montagne».

Sfortuna Bastianelli

La Sassari-Olbia sarà la tappa nella quale completare un capolavoro per Annemiek Van Vleuten (che ha nuovamente fatto infuriare gli organizzatori, dribblando l’intervista-flash per la televisione, per infilarsi subito nelle stanze dell’antidoping), ma anche l’ultima occasione per tante.

L’ultimissima per Marta Bastianelli, che a Olbia appenderà la bici al chiodo e avrebbe voluto provarci già oggi, ma si è dovuta arrendere alla sfortuna, apparsa sotto le spoglie più comuni, quelle della foratura.

«Ero in ottima posizione e stavo bene – racconta – volevo puntare a un buon risultato o aiutare Silvia (Persico, ndr) nel finale. Ho cambiato bici, sono rientrata ai meno 4, ma ho forato anche la bici di scorta e a quel punto non potevo più inventarmi nulla».

Difficoltà supplementari in una giornata di caldo micidiale. Lo scirocco, però, ha dato una mano al gruppo (oltre 40 di media). Per andare da Sassari a Olbia, scavalcando Tempio, se non cambia se lo troveranno in faccia. Questo Giro Donne sarà da conquistare sino all’ultimo metro.

Il fango di Overijse lancia Iserbyt verso gli europei

01.11.2021
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Un po’ come l’anno scorso e in attesa di sapere se proseguirà per lui allo stesso modo, Eli Iserbyt ha vinto la prova di Coppa del mondo di cross a Overijse, raggiungendo quota tre su cinque sfide disputate.

In uno scenario piuttosto simile a quello della Parigi-Roubaix che quattro settimane fa aveva infangato da testa a piedi i guerrieri del Nord, il circo del cross si è inchinato al folletto belga di 24 anni, lanciato nuovamente verso i campionati europei. L’anno scorso andò proprio così, poi arrivarono i tre guastafeste di Van der Poel, Van Aert e Pidcock e la sua stagione cambiò. Quest’anno, dopo la stagione massacrante vissuta su strada, i tre si riaffacceranno allo stesso modo?

Giornata di fango vero, che ha fatto la selezione giro dopo giro
Giornata di fango vero, che ha fatto la selezione giro dopo giro

Un giorno perfetto

Iserbyt probabilmente ci avrà anche pensato, ma riemergendo dal fango che ha incatramato ruote e parole, dopo il traguardo è riuscito a spiccicarne alcune molto chiare.

«E’ stata una giornata perfetta, ha detto Iserbyt – sapevo che come leader della classifica non potevo che cercare il ritmo più regolare e gli altri non se la sono sentita di seguirmi fino al traguardo. Questo dovevo fare e questo ho fatto.. Sono molto felice di aver vinto e di aver aumentato il mio vantaggio».

Terzo al traguardo Toon Aerts, maglia Baloise, a 26″
Terzo al traguardo Toon Aerts, maglia Baloise, a 26″

Strategia giusta

Overijse è un tempio del cross belga, definito non a caso “Madre di tutti i cross”. I tifosi la aspettano ogni anno con qualunque condizione di tempo, ma era al debutto in Coppa del mondo.

La pioggia caduta tra la gara femminile e quella degli uomini ha reso il terreno una poltiglia ancor peggiore. Se le donne sono riuscite ad arrivare in fondo su un terreno ancora praticabile, per gli uomini la situazione si è fatta subito pesante. Anche se, proprio prendendo spunto dalle donne, non si è verificato il massiccio cambio di bici al primo box di assistenza che nella gara precedente aveva tagliato fuori dai giochi parecchie atlete molto attese.

Giornata di pioggia e fango, ma con pubblico sul percorso
Giornata di pioggia e fango, ma con pubblico sul percorso

Le scarpe rotte

Alla fine del secondo giro, la gara ha avuto il primo scossone, con Hermans, Iserbyt e Vanthourenhout in testa, mentre Toon Aerts e Van Kessel inseguivano dietro.

Hermans ha mandato giù la prima dose di sfortuna al terzo giro, cadendo, restando fuori dal gruppo di testa e dovendo infine cambiare le scarpe. Un’altra serie di scivolate nel fango gli ha fatto perdere il filo, relegandolo al quinto posto.

Messo in mezzo

Aerts, vincitore la scorsa settimana a Zonhoven, è rimasto con Iserbyt e Vanthourenhout fino al quarto giro ed è rimasto impassibile anche quando su di loro è rientrato Laurens Sweeck, anche lui della Pauwels Sauzen-Bingoal (la stessa squadra di Lorenzo Masciarelli).

Il corridore della Baloise Trek Lions ha però attaccato all’inizio del penultimo giro in cui Sweeck ha ceduto, ma non è riuscito a staccare gli altri. Finché nel tratto tecnico fra gli alberi, Iserbyt ha rotto gli indugi, mentre Vanthourenhout si è messo tra lui e Aerts, facendo il buco e bloccando il connazionale belga visibilmente sofferente.

«Devi essere felice quando sei sul podio – ha commentato Aerts alla fine – è qualcosa che ho imparato dal passato. Un terzo posto non è mai così male, ma quando attacchi al penultimo giro, allora sei meno contento. Dovremo analizzare questa gara e vedere».

Per Iserbyt leader di Coppa, un successo importante in vista degli europei di Col du Vam – Drenthe
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Tenaglia Pauwels

Iserbyt è rimasto all’attacco fino al traguardo, il compagno Vanthourenhout lo ha raggiunto sul podio al secondo posto per 9 secondi, mentre Aerts ha dovuto accontentarsi del terzo a 26 secondi.

«Io ed Eli (Iserbyt, ndr) siamo una buona coppia in gara – ha commentato Vanthourenhout, ora secondo nella generale – è stata una buona gara, una buona tattica e un buon risultato per la squadra. Per me va bene, avrei potuto anche ottenere di più, sono contento del secondo posto e della mia classifica».

Lucinda Brand, iridata in carica, attesissima, ma tradita dal cambio bici in partenza
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Donne, caos al via

Blanka Vas (SD Worx) è stata protagonista di un fenomenale debutto, con la gara delle donne che si è giocata molto alla partenza per ragioni tecniche

Visto il mix di terreni – strada, pietre, sabbia e fango – quasi tutte le ragazze al via sono diventate matte per decidere quali pneumatici utilizzare e a quale pressione. I box sono stati molto affollati per tutta la gara, ma la svolta si è avuta dopo la primissima salita sulle pietre di Loensdelleweg. Blanka Vas, Denise Betsema e Puck Pieterse sono state tra le poche che non hanno optato per il cambio bici così anticipato, mentre altre fra cui la campionessa del mondo Lucinda Brand hanno ceduto alla tentazione e sono rimaste intrappolate nel caos.

Attacco di Vas

Betsema ha conquistato di un piccolo margine per un giro, ma neppure la leader di Coppa è stata immune dalle scivolate con cui tutti hanno dovuto fare i conti. Perciò dopo tre dei cinque giri previsti, Vas e Pieterse (leader della Coppa U23) avevano raggiunto e superato una Betsema ormai spenta, sembrando entrambe a loro agio sul percorso tecnico e infido.

Mentre Pieterse sembrava ormai al limite, l’attacco della giovane ungherese è scattato nella discesa attraverso il prato. Vas ha fatto l’ultimo giro da sola, aumentando il vantaggio nei tratti pedalabili per gestirsi meglio nelle sezioni tecniche.

«Non mi aspettavo di vincere – ha detto – mi sentivo bene e ho solo cercato di stare davanti. Le mie gambe sono state molto buone sin dal primo giro. Sono così felice per la mia prima vittoria in Coppa, significa davvero molto».

Pieterse ha mantenuto il secondo posto, mentre terza è arrivata Lucinda Brand che ha raggiunto Betsema alla fine dell’ultimo giro dopo aver inseguito tutta la gara. Riprendendosi il comando della classifica generale di Coppa del mondo. E riflettendo probabilmente su quell’incauto cambio di bici…

La Coppa del mondo tornerà il 14 novembre a Tabor, nel prossimo weekend in Olanda, a Col du Vam (Drethe) si assegneranno le maglie dei campionati europei.