E’ un’immensa festa SD Worx quella che colora la serata di Pau, nell’ombra francese dei Pirenei. Ci sono la tappa di Marlene Reusser, la maglia verde di Lotte Kopecky e la gialla di Demi Vollering, entrambe sul podio finale del Tour Femmes. Là sopra, con il terzo posto preso dalla sorridente Kasha Niewiadoma, per la prima volta da tre anni a questa parte, non sale Annemiek Van Vleuten. Il passaggio di consegne c’è stato ieri sul Tourmalet, ma da qui a dare per finita l’olandese campionessa del mondo il passo è forse un po’ affrettato. Una giornata storta ci può stare, ma ancora di più è palese la differenza fra chi ha corso e vinto il Giro e chi invece ha preparato il Tour.
«Ovviamente ho lavorato sodo – racconta Vollering sul filo dell’incredulità – ma non è solo duro lavoro, è anche crederci. Sono tante cose, tutte insieme. Hai un sogno per cui lavori sodo, ma devi anche mantenerti calmo e trovare un buon equilibrio nella tua vita per realizzarlo».
Un Tour imperiale per la SD Worx, con Kopecky, Vollering, Reusser, Cecchini, Bredewold e MajerusUn Tour imperiale per la SD Worx, con Kopecky, Vollering, Reusser, Cecchini, Bredewold e Majerus
L’ultima crono
Difficilmente una crono alla fine del Tour, anche se si tratta di un Tour di sole nove tappe, riscrive il verdetto del giorno prima sulla montagna. E se è stata sorprendente la prova di Lotte Kopecky sul Tourmalet, non ha di certo stupito la sua grande crono, che le ha permesso di salire sul secondo gradino del podio. Allo stesso modo in cui era scritto che una bella prova l’avrebbe fatta Niewiadoma.
«Niente male per una velocista – sorride la campionessa belga della crono – quasi non so cosa mi stia succedendo. Sono arrivata al Tour in buona forma, ma non avrei mai pensato al podio. Mi sono sorpresa soprattutto ieri, ma questa settimana in genere è stata più di quanto avessi mai immaginato. E’ stato pazzesco fare tutto il Tour in maglia gialla e vincerlo poi con Demi. Non so in realtà se sia stata la migliore crono della mia carriera. Avevo fatto un’ottima strategia con il mio allenatore e sono stata in grado di esprimere tutta la forza che mi era rimasta. Non me l’aspettavo dopo ieri. E’ stato emozionante, ma ha funzionato. Incredibile».
Marlene Reusser, campionessa europea della crono, ha vinto l’ultima tappa del Tour de France FemmesLotte Kopecky è campioessa belga a crono e la prova di oggi le vale il secondo posto del TourMarlene Reusser, campionessa europea della crono, ha vinto l’ultima tappa del Tour de France FemmesLotte Kopecky è campioessa belga a crono e la prova di oggi le vale il secondo posto del Tour
Amarezza Van Vleuten
I conti non tornano per Annemiek Van Vleuten. Il suo livello stellare del Giro d’Italia Donne sembra essere sparito, contro quello altrettanto stellare della SD Worx, contro la loro programmazione e contro la somma delle fatiche che dal Giro d’Italia l’hanno condotta alla sfida francese.
«Non so cosa sia andato storto negli ultimi due giorni – ha detto all’olandese NOS – ma di certo non sono l’Annemiek che posso essere. Questo è ovviamente molto duro nel mio ultimo Tour de France. Ieri sul Tourmalet mi sono sentita male, non come mi sento normalmente. Oggi ho dato il massimo per mantenere il podio, ma ho subito capito che sarebbe stato difficile. Mi dispiace molto essere giù dal podio, soprattutto perché il team ha lavorato per me tutta la settimana. Fortunatamente, ho vinto il Tour l’anno scorso. Questa corsa occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore».
Demi Vollering vince il Tour de France a 26 anni. Nella crono è seconda per 10″Dopo il calo sul Tourmalet, Van Vleuten ha pagato pegno anche nella crono: esito prevedibileDemi Vollering vince il Tour de France a 26 anni. Nella crono è seconda per 10″Dopo il calo sul Tourmalet, Van Vleuten ha pagato pegno anche nella crono: esito prevedibile
Cambio della guardia
L’ennesimo abbraccio con Demi Vollering questa volta sembra diverso. Difficile dire se ogni volta ci sia per Kopecky una punta di rammarico, ma in questo caso, nonostante tutto il Tour al comando, anche la belga sapeva che non avrebbe potuto scavalcare il Tourmalet da prima della classifica. Quello doveva essere terreno per Demi Vollering e nessuno, del resto poteva prevedere che Van Vleuten non avrebbe avuto la forza per scalzare Kopecky dalla maglia gialla.
«Avevo fissato in anticipo – spiega Vollering – una serie di obiettivi per questo Tour de France. Uno era chiaramente il Tourmalet, ma volevo anche fare una bella prova contro il tempo con uno sguardo al futuro. Voglio andare al mondiale crono con un buon feeling e questa giornata è stata molto importante. Mi sono sentita bene tutto l’anno e molto stabile insieme ad Anna Van der Breggen che fa i miei programmi di allenamento. Penso di dover ancora realizzare che ho appena vinto il Tour de France, mi servirà qualche giorno in più con la famiglia per capire tutto. Oppure forse capirò qualcosa stasera quando festeggerò con la squadra. In ogni caso, non vedo l’ora che questo caos finisca e io possa riprendere fiato».
Quando Simone Masciarelli risponde al telefono si trova ancora in strada verso Pescara, la connessione va e viene così decide di chiamarci dal numero italiano. La notizia di suo figlio Lorenzo che approda alla Colpack è un terremoto che scuote ancora il mondo del ciclocross. Figuriamoci mamma Michela e papà Simone, che ormai a Oudenaarde si erano stabiliti per seguire loro figlio in Belgio e non avevano intenzione di tornare indietro.
«Il viaggio procede bene», racconta dal camper Simone. «E’ lunghetto – ribadisce con una risata – siamo partiti lunedì mattina da Oudenaarde. Abbiamo fatto tappa a Bergamo da Bevilacqua. Mia moglie ed io siamo tornati perché daremo supporto a Lorenzo al campionato italiano, poi torneremo in Belgio».
L’abruzzese ha fatto il suo esordio alla Colpack a Petange, finendo 5° (foto Facebook)L’abruzzese ha fatto il suo esordio alla Colpack a Petange, finendo 5° (foto Facebook)
Un rapido cambiamento
La carriera di Lorenzo, e conseguentemente la vita della sua famiglia, è cambiata spesso negli ultimi anni. Prima il trasferimento in Belgio alla Bingoal Pauwels per seguire il ciclocross ed ora il ritorno in Italia con la Colpack Ballan.
«In famiglia eravamo tranquilli – risponde Simone Masciarelli – Lorenzo aveva un contratto fino al 2025. Questa scelta è stata un po’ un fulmine a ciel sereno, direi quasi per tutti. La Colpack ha contattato Lorenzo in Val di Sole dopo aver visto i suoi dati e test. Si chiedevano cosa facesse un ragazzo come lui in Belgio. Appena la proposta è arrivata, ne abbiamo parlato con Mario De Clercq, all’inizio il suo è stato un “no” secco. Nei giorni successivi abbiamo approfondito il discorso e Mario ha guardato bene che tipo di squadra fosse la Colpack e si è convinto».
Per Lorenzo la figura di Mario De Clercq è stata quella di un “padre ciclistico”Per Lorenzo la figura di Mario De Clercq è stata quella di un “padre ciclistico”
“Papà” Mario
Fa strano sentire un padre usare questo termine riferito ad un’altra persona parlando del proprio figlio. Ma la sincerità e la spontaneità di Simone fanno capire come nella squadra belga si sia davvero creata un’altra famiglia.
«Il no iniziale di Mario è arrivato perché lui in Lorenzo ha sempre creduto molto – riprende il padre Simone – non prendi un ragazzo a 15 anni se non ci credi davvero. Mario lo ha amato fin da subito e non uso questo verbo a caso. Quando abbiamo comunicato la notizia di voler seguire la Colpack qualche lacrimuccia sulla guancia di ognuno di noi è caduta. Lorenzo ed io siamo arrivati qui quattro anni fa un po’ alla cieca ma credendo in questa nuova avventura. Pian piano noi, con tutta la famiglia, ci siamo costruiti una nuova vita qui ad Oudenaarde.
«Mario De Clercq, una volta visto il progetto Colpack, non ha più avuto nulla da ridire. Le corse su strada in Belgio non erano molto nelle corde di Lorenzo e venire a fare attività in Italia gli farà bene. Il cross non lo abbandona, Mario gli ha lasciato tutto il materiale per concludere la stagione e gli ha già detto che il prossimo inverno lo aspetta su per allenarsi insieme».
Lorenzo al campionato italiano su strada under 23 della scorsa stagione a CarnagoLorenzo al campionato italiano su strada under 23 della scorsa stagione a Carnago
Il futuro in breve
La notizia del passaggio in Colpack ha aperto nuovi scenari per il giovane Lorenzo che punterà tanto sulla strada.
«Per capire come evolverà la stagione di cross bisogna aspettare – dice papà Simone – l’infortunio patito prima di Namur si sta rivelando più tosto del previsto. Dopo i campionati italiani capiremo che fare, forse finirà qui la stagione. Pontoni gliela farebbe fare tutta, ma è anche vero che a fine febbraio la Colpack andrà in ritiro a Calpe. Lorenzo non inizierà a correre subito ma dovrà comunque allenarsi, un periodo di riposo dovrà pur farlo. Siamo tutti curiosi di questa nuova avventura. Le qualità ci sono, a chi dice che ha perso tempo rispondo che Mario e la Pauwels lo hanno fatto crescere con metodo ed i margini ci sono tutti. Lorenzo è un 2003, ha ancora tre stagioni da under 23 su strada e due nel ciclocross».
Per Lorenzo Masciarelli la Colpack rappresenta l’occasione di mettersi alla prova in gare più adatte a lui su stradaPer Masciarelli la Colpack rappresenta l’occasione di mettersi alla prova in gare più adatte a lui su strada
La vita cambia, di nuovo
Quattro anni fa, per la famiglia Masciarelli la novità si chiamava Belgio ed aveva il duro suono del fiammingo. Ora si ritorna in Italia, non tutti subito però, quello che si è costruito ad Oudenaarde non può essere abbandonato.
«Dovremo di nuovo affittare casa a Pescara – dice ridendo Simone – ma per il momento io e mia moglie non torneremo in Italia. In Belgio abbiamo un lavoro ed una casa e non possiamo lasciare tutto da un momento all’altro. Aspetteremo ancora qualche mese, il tempo per la nostra affittuaria di Oudenaarde di trovare dei nuovi inquilini. Il lavoro in Italia sarà più “semplice”, tornerò nell’azienda di famiglia, che in realtà non ho mai abbandonato. Però in Belgio, sia io che Michela lavoriamo e non possiamo andare via senza preavviso. Michela è in un ristorante ed io in un’azienda che produce etichette alimentari. Da ora in avanti Lorenzo rimarrà a Bergamo con la Colpack, mentre noi tutti torneremo a Pescara. Stefano, il fratello piccolo, quando lo ha saputo era felicissimo. Ha chiamato subito il nonno per avvisarlo che sarebbe tornato.
«Per Stefano e Lorenzo quest’avventura è stata bella, ma complicata. Lorenzo con la Bingoal ha trovato una famiglia vera e propria. Tutti gli hanno voluto bene e la notizia della partenza ha commosso gran parte dello staff e dei compagni. Stefano, il piccolino, soffriva un po’ di più perché in Belgio è tutto diverso, lingua compresa, e fare amicizia non è semplice. A scuola entrambi studiavano l’inglese e l’olandese, ma poi una volta usciti si parla il fiammingo. Io e mia moglie, invece, avevamo creato una bellissima rete di rapporti con tante persone, praticamente tutti ex ciclisti o tecnici».
Nel ciclocross i rapporti sono stretti e viscerali, qui Masciarelli con il meccanico Mario TummeleerNel ciclocross i rapporti sono stretti e viscerali, qui Masciarelli con il meccanico Mario Tummeleer
Il cross è una famiglia
Non è facile racchiudere quattro anni di vita in poche parole e quando la lingua si scioglie fermarla è difficile. Interromperla sarebbe anche un peccato, perché ci si perderebbe degli aneddoti davvero unici.
«Siamo arrivati qui quattro anni fa e tutto ci sembrava nuovo – spiega Simone come solo un padre può fare – Lorenzo aveva quindici anni. Ora andiamo via che è un ragazzo nuovo e maturo. Io ho imparato tanto, sia da padre sia da uomo. Non vivo più con troppa apprensione le gare di Lorenzo. ll mondo del ciclocross vive di passione, anche qui dove è più di una religione. Andare alle corse vuol dire conoscere le famiglie dei corridori. Michela ed io eravamo lo staff di nostro figlio, lei si metteva all’inizio ed alla fine del percorso, mentre io ed un meccanico restavamo nella zona dei box. Di volta in volta abbiamo conosciuto tutti, perfino i genitori di Iserbyt».
Lorenzo e Stefano hanno legato molto con i figli di Van Petegem, loro coetaneiUna cena a casa di Mario De Clercq, con suo figlio Angelo, Tim Merlier e Cameron VanderbroukeQui in un’uscita serale con Iserbyt, Mattan, Vanthourenhout, Timo Laureys Lorenzo e Stefano hanno legato molto con i figli di Van Petegem, loro coetaneiUna cena a casa di Mario De Clercq, con suo figlio Angelo e Tim MerlierQui in un’uscita serale con Iserbyt, Mattan, Vanthourenhout, Timo Laureys
I nuovi vicini di casa
La prima casa che la famiglia Masciarelli ha avuto era di proprietà di Mario De Clerq e si trova in centro alla piazza di Oudenaarde, a due passi dal Museo delle Fiandre. In breve tempo l’abitazione è cambiata ed i vicini di casa sono diventati tutti da scoprire. Anzi secondo noi li conoscete…
«Tornare a casa fa strano anche a noi adulti – conclude Simone Masciarelli – ci eravamo creati la nostra cerchia di amici. Mario De Clercq ci ha aperto le porte di Oudenaarde ed abbiamo trovato un mondo già conosciuto nei suoi personaggi, ma molto ospitale. Michela si è inserita grazie all’amicizia fatta con la moglie di De Clerq e con Cameron Vandenbroucke (figlia di Frank, ndr). I ragazzi, Lorenzo e Stefano hanno legato molto con i figli di Van Petegem che sono loro coetanei. Abbiamo conosciuto anche Tim Merlier, Mattan, Museeuw e tantissime volte ci siamo trovati a cena con loro parlando di ciclismo. Con alcuni di loro sono già d’accordo che verranno a trovarci quest’estate a Pescara e noi torneremo ogni tanto a salutarli ad Oudenaarde».
Lorenzo Masciarelli è in procinto di lasciare il ciclocross per passare alla strada. Il giovane abruzzese, è un classe 2003, vestirà i colori della Colpack-Ballan.Speranze e attenzioni su di lui non mancano. Con suo zio Francesco Masciarelli, che è anche il suo preparatore, cerchiamo di capire come si potrà trovare su strada Lorenzo.
Francesco con suo nipote Lorenzo, figlio di Simone, pronto a passare alla Colpack-BallanFrancesco con suo nipote Lorenzo, figlio di Simone, pronto a passare alla Colpack-Ballan
Dna da stradista
«Diciamo – spiega Francesco – che Lorenzo è stato sempre uno stradista e così è nato ciclisticamente. Il cross è arrivato perché volevamo diversificare da ragazzo, poi però è diventato un amore.
«Qualche tempo fa c’è stata l’opportunità di andare a fare il cross in Belgio e anche di fare qualche gara su strada alla Bingoal tramite Mario De Clercq. Però ha effettivamente corso poco proprio su strada e da secondo anno tra gli under 23 era importante che facesse una stagione intera e con costanza su strada».
Una stagione intera, costanza… Francesco Masciarelli parla indirettamente di volumi e di costanza di allenamenti e gare, perché alla fine i crossisti veri corrono e si allenano per sei, forse sette mesi l’anno. «E questo gli aveva di fatto precluso le stagioni su strada».
Lorenzo è un vero appassionato di cross, ma ormai era giunto ad un bivioLorenzo è un vero appassionato di cross, ma ormai era giunto ad un bivio
Uomo di fondo
Francesco ha detto che suo nipote ha un “motore da stradista”. Cosa voleva dire?
«In generale – va avanti l’abruzzese – credo che Lorenzo abbia delle buone qualità. Le aveva sin da giovane, mostrando un bel motore negli allenamenti su strada. Adesso dovrebbe mostrarle anche su strada e in corsa, ma il fatto è che i tempi ormai sono un po’ accelerati per lui.
«Ha buone doti di fondo. Dopo 3 o 4 ore riesce ad esprimersi come nella prima, cosa non comune per molti crossisti. Insomma esce bene alla distanza… almeno in allenamento, perché poi la gara è un’altra cosa. Senza contare che lui ovviamente non ha grandi esperienze tattiche, si ritroverà a lottare col gruppo…».
Lorenzo Masciarelli impegnato lo scorso anno al Giro del Friuli con la nazionaleLorenzo Masciarelli impegnato lo scorso anno al Giro del Friuli con la nazionale
Prendere il ritmo
E qui si apre il capitolo delle difficoltà per Lorenzo. Stare in gruppo, sapersi muovere nel vento, entrare nei giochi di squadra, spingere forte dopo tante ore…
«Questi – va avanti Francesco – di certo sono punti che non lo agevolano, ma io credo che le difficoltà maggiori per Lorenzo saranno quelle di amministrarsi nell’arco della stagione. Lui viene da periodizzazioni particolari, in cui corre molto. Spesso si ritroverà in periodi in cui non avrà gare. Allenamenti, gare, stacco… dovrà prenderci le misure e mentalizzarsi.
«Anche per questo mi aspetto che nei primi due o tre mesi vivrà un periodo di adattamento, magari sarà competitivo dall’estate. Di fatto andrà a fare un altro sport. Oggi si allena per 10-12 ore a settimana, passerà alle 20, anche 30 ore settimanali».
Francesco ancora non conosce il calendario del nipote. Lo seguirà da vicino, ma la palla passa a Fusi e ai tecnici della Colpack.
«Andrà in ritiro quando ci sarà da correre e poi si allenerà a casa. Intanto però vuole finire la stagione del cross. E’ ancora concentrato su di questa, almeno fino all’italiano, poi spetterà alla Colpack-Ballan e al cittì Pontoni che lo vorrebbe in nazionale, decidere cosa fare. Una cosa è certa: la Colpack era un’occasione che non si poteva perdere, specie alla sua età».
Un contatto che può cambiare la vita. Un anno fa di questi tempi Attilio Viviani era alla ricerca di un nuovo approdo, tra mille dubbi e speranze. La sua caccia fu lunga e per lungo tempo vana, finché quasi improvvisamente trovò casa alla Bingoal Pauwels, a marzo, entrando nel circuito a cose fatte e quindi iniziando a inseguire. Quell’avventura è stata breve ma intensa, ora ne inizia un’altra, si spera ben più strutturata, al Team Corratec.
C’è un dato che ha fortemente incoraggiato Attilio nel prendere questa nuova strada: il fatto che si siano mossi verso di lui sin dalla costituzione del nuovo team in veste professional.
«Cercavano un velocista giovane sul quale fare affidamento e hanno pensato a me – racconta – questo mi dà molta fiducia perché significa che dietro il mio ingaggio c’è un progetto e ciò mi motiva fortemente».
Attilio con suo fratello Elia, decisivo per trovargli l’approdo alla BingoalAttilio con suo fratello Elia, decisivo per trovargli l’approdo alla Bingoal
Come ti sei lasciato con la Bingoal?
Nel complesso bene, anche considerando che non ho potuto fare una stagione piena. Sono arrivato tardi in una squadra che già aveva altri velocisti, trovare spazio non è stato facile. Mi sono però trovato bene e poi il calendario che facevano era tutto al Nord, dove mi piace gareggiare e so di poter emergere. Mi avevano anche proposto di restare, ma intanto era arrivata la proposta della Corratec e mi sono sentito più portato a correre per loro.
Quindi approdi nel team italiano con prospettive diverse…
Alla Bingoal in molte volate che mi sembravano adatte a me sono stato un po’ messo da parte. Qui ho più libertà. Se mi sentirò forte al punto giusto, la squadra lavorerà per me, altrimenti sarò io il primo a mettermi a disposizione degli altri. Diciamo che non mi sento di essere la punta principale della squadra nei percorsi a me più adatti, è un ruolo che voglio guadagnarmi sul campo.
Per Viviani l’inizio alla Cofidis non è stato facile, finché non ha imparato il francesePer Viviani l’inizio alla Cofidis non è stato facile, finché non ha imparato il francese
A 26 anni questa per te è una prima assoluta: dal 2020, quando sei entrato ufficialmente nel mondo dei pro’, non eri mai stato in una squadra italiana.
Le cose cambiano un po’, questo è sicuro, anche se parlare di Nazioni nel ciclismo odierno è un po’ pleonastico. Ricordo che quando approdai alla Cofidis il francese inizialmente era un problema. Io parlo bene inglese, ma il francese dovetti impararlo e tanti pezzi di conversazioni, anche di informazioni via radio saltavano, ma sempre meno col passare del tempo. Quando entrai da stagista nel 2019 mi accorsi che le riunioni e tutte le comunicazioni erano in francese, poi entrarono altri stranieri e le riunioni cominciarono ad essere anche in inglese. E’ chiaro che essere in un team italiano rende il tutto molto più veloce, ma ho imparato sulla mia pelle che se vuoi fare questo mestiere non puoi prescindere dalle lingue.
Vero, ma è anche vero che i team hanno sempre un occhio di riguardo per i corridori del proprio Paese, per questo si dice che non avere un team WT italiano sia una delle cause della nostra crisi…
Io sono convinto che nel ciclismo moderno bisogna guardare sempre meno a questo aspetto e sentirsi un cittadino del mondo. Il discorso sull’apprendimento delle lingue è importante soprattutto per i giovani che vanno all’estero come ho fatto io. E’ importante mettersi al passo prima possibile. Faccio un esempio: i messaggi alla radio sono fondamentali da capire, se ti dicono che c’è uno spartitraffico a destra o sinistra devi capire e metterti dalla parte giusta per non perdere posizioni. E poi conta anche per il futuro: io ora parlo 3 lingue oltre l’italiano, serve in ottica professionale futura.
L’ultimo podio, nella tappa 4 del Giro di Grecia, secondo dietro Nyborg Broge (DEN)L’ultimo podio, nella tappa 4 del Giro di Grecia, secondo dietro Nyborg Broge (DEN)
Che cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Non mi piace parlare di obiettivi specifici, diciamo che mi aspetto soprattutto di vivere in un ambiente sicuro, dove poter pensare con calma a fare il meglio possibile. Il team è professional ma ha davvero tutto per crescere e questo mi ha convinto nella scelta. Se non hai tutto al 100 per cento perdi solo tempo.
Sai che nel team entra anche la Luperini come diesse. Ti fa qualche effetto avere una donna alla guida?
No, non cambia nulla. Non la conosco ancora personalmente, ma so che sa il fatto suo, ha gareggiato per tanti anni e quindi ne sa più che abbastanza di ciclismo e di tattiche. Sa come farsi rispettare, avremo modo di conoscerci e di entrare in sintonia.
Nuova Corratec con tante ambizioni. Viviani sarà il velocista di puntaNuova Corratec con tante ambizioni. Viviani sarà il velocista di punta
Conosci qualcuno dei tuoi compagni di squadra?
Con molti di loro ci siamo ritrovati qua e là, quando alla lunga fai questo mestiere alla fine ci si conosce tutti in maniera superficiale, ma presto ci sarà il primo ritiro e avremo modo di conoscerci più a fondo. Non vedo l’ora, anche per affrontare un dicembre al caldo. Devo dire grazie a Parsani, Frassi e gli altri per questa opportunità: non me la farò sfuggire…
Saranno ancora Repente, per la prossima stagione 2023, le selle a disposizione del team Bingoal Pauwels Sauces WB. La riuscita partnership tra la professional belga e l’azienda veneta prosegue dunque nel segno della reciproca soddisfazione, al termine di una stagione che ha visto i corridori in maglia giallo fluo schierati al via di numerose classiche quali il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix, la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi, la Gand-Wevelgem oltre a molte altre semi-classiche di Belgio, Olanda e Francia.
E anche per la prossima stagione Repente metterà a disposizione dei corridori della Bingoal Pauwels Sauces WB i modelli top di gamma della collezione: Prime 3.0, Spyd 3.0 e Artax, nelle due versioni da 132 e 142 millimetri di larghezza, oltre alle ultraleggere Quasar CR 2.0 e Magnet, quest’ultima per le gare a cronometro. Senza dimenticare che Repente ricoprirà il ruolo di fornitore ufficiale anche per la formazione degli under 23 collegata al team principale.
Le selle Repente sono state portate sulle strade di classiche e semiclassiche dai corridori della Bingoal PauwelsLe selle Repente sono state portate sulle strade di classiche e semiclassiche dai corridori della Bingoal Pauwels
Un test severo per i materiali
«Siamo molto contenti di proseguire la collaborazione con Repente – ha dichiarato Christophe Brandt, il general manager del team vallone – un’azienda che come noi ha voglia di crescere e a cui siamo grati per la fiducia dimostrata sin dall’inizio nei confronti del nostro progetto. Il materiale che Repente ci mette a disposizione è ottimo e questa qualità l’abbiamo potuta verificare direttamente su strada nel corso di questa stagione, avendo affrontato un programma di gare estremamente variegato. Nel 2023, grazie a Repente e agli altri nostri sponsor tecnici, vogliamo dotare i nostri corridori di materiali della migliore qualità possibile».
L’accordo tra repente e la Bingoal Pauwels è esteso anche per la stagione 2023L’accordo tra repente e la Bingoal Pauwels è esteso anche per la stagione 2023
«La Bingoal Pauwel Sauces WB – ha ribattuto Massimo Farronato, che di Repente è il fondatore ed il CEO – è un team giovane e intraprendente. Un po’ come la nostra azienda… Questa importante partnership ci consentirà ancora una volta di essere presenti con i nostri prodotti a molte corse leggendarie. Eventi che rappresentano un’eccezionale vetrina e un test molto severo per i materiali che impieghiamo. Abbiamo sempre investito molto nella qualità delle materie prime e dei processi produttivi, e la soddisfazione che la Bingoal ha espresso nei nostri confronti, sfociata poi nella proposta di rinnovo, è per noi una gratificazione davvero importante».
Vicende come quella della Gazprom possono segnare periodi bui e compromettere carriere. Matteo Malucelli non si è dato per vinto e in una stagione rattoppata dalla maglia azzurra prima e dalla China Glory poi, ha saputo anche alzare le braccia al cielo. Dopodiché si è rimboccato le maniche ha trovato una sistemazione per il 2023. E così è arrivata la firma per la formazione belga Bingoal Pauwels Sauces WB.
Ora il ventinovenne forlivese per il futuro sembra essersi levato quel macigno che lo ha logorato mentalmente per tutta la stagione. Il Nord lo aspetta e con lui la volontà di vivere un ciclismo seguito e in uno dei suoi habitat naturali.
Malucelli quest’anno ha corso gran parte delle corse con la maglia azzurraMalucelli quest’anno ha corso gran parte delle corse con la maglia azzurra
Come stai, Malu?
Bene finalmente mi godo un po’ di riposo. Anche se ne ho fatto fin troppo quest’anno (ride, ndr). Mi sono fermato il 9 di ottobre ericomincerò i primi di novembre ad allenarmi, farò tre settimane proprio di divano.
E’ arrivata la firma per il 2023…
Sì, finalmente! Mi sono tolto un bel pensiero, perché quest’anno è stata veramente dura.
Sei stato accostato a tante formazioni. Come mai hai scelto la Bingoal?
Fra le possibilità che si erano venute a creare, era la squadra che secondo me poteva offrirmi un insieme di possibilità in vista delle gare e della loro provenienza essendo belgi. Mi può dare delle garanzie anche a livello di calendario e sicuramente questa cosa qui mi ha spinto verso di loro. Essendo una squadra belga e non essendo mai riuscito a correre al Nord, mi sono convinto facilmente. Anche perché purtroppo o per fortuna il ciclismo è là in Belgio.
Giro di Sicilia 2022, la prima tappa a Bagheria la vince proprio Matteo MalucelliGiro di Sicilia 2022, la prima tappa a Bagheria la vince proprio Matteo Malucelli
Correrai spesso al Nord…
Ho visto che fanno un buon calendario di corse a tappe. E poi fanno le gare di un giorno al Nord e corrono anche abbastanza in Francia. Si sviluppa quindi soprattutto fra Francia, Belgio e Olanda. Sicuramente sarà un bel mix.
Credi possano essere corse adatte a te?
Diciamo che sicuramente faranno molte gare adatte alle mie caratteristiche. In questo ciclismo si ha la tendenza a fare delle corse sempre più dure, più estreme. Mentre per le mie caratteristiche non dico solo pianura, ma gare più facili altimetricamente sono a me più congeniali.
Hai già qualche obiettivo tra le corse di inizio stagione?
Il calendario che farò ancora non lo so. In questo momento qua, dopo la firma, mi sto concentrando solo a ricaricare le pile senza fare tanti progetti. Andrò a metà novembre a fare tutte le visite mediche, anche se non credo che si parlerà di calendario. Poia dicembre credo che si comincerà a parlare del 2023.
A livello psicologico, il 2022 è stato un anno molto provante (foto Instagram)A livello psicologico, il 2022 è stato un anno molto provante (foto Instagram)
Parliamo della stagione appena conclusa. Com’è andata dal punto di vista sportivo?
Da come era partita, sembrava poter essere la mia miglior stagione e forse lo è stata. Nonostante sia stata così falsata dagli avvenimenti della Gazprom. Chiaramente nei primi due mesi eravamo partiti bene e ci aspettavamo tutti una grande stagione. Avevamo lavorato bene e i primi risultati li stavamo raccogliendo. Purtroppo è andata come è andata e da aprile in poi dopo il Giro Sicilia è sempre stata un inseguimento della condizione.
Un’ottima partenza poi è andato tutto in salita…
Purtroppo per quanto uno si possa allenare bene, se non si corre il ritmo gara si perde. Quando sono rientrato dalla Sicilia, ho corso l’Adriatica Ionica Race quando metà gruppo usciva dal Giro d’Italia. Mi sono rifermato, sono rientrato ad agosto quando metà gruppo aveva corso il Tour. Si capisce che dietro a tutta la volontà, gli altri hanno un vantaggio di 40/50 corse nella gambe e questo fa la differenza. Nonostante tutto, sono arrivati alcuni risultati che mi hanno dato morale per proseguire e ripartire con la consapevolezza che la mentalità fosse quella giusta. E’ chiaro che se tu sei a casa e gli altri corrono, diventa complicato.
Al Tour of Antalya, Malucelli ha conquistato la prima vittoria 2022 per la GazpromAl Tour of Antalya, Malucelli ha conquistato la prima vittoria 2022 per la Gazprom
Come hai trovato la motivazione durante l’anno?
Fino al campionato Italiano non è stato facile, ma grazie alla Federazione e a Bennati siamo riusciti a trovare continuità. Anche se si correva ogni 30 giorni, c’erano gli obiettivi. Una volta passato il campionato italiano, c’è stato un mese dove siamo rimasti ognuno per la propria strada. E quindi non sapevamo più veramente che cosa ci sarebbe successo. Diciamo che il mese di luglio è stato quello più duro. Poi quando ho ripreso a correre con degli obiettivi, è stato più facile per la testa. Nonostante sia la stagione in cui ho corso di meno, è quella in cui sono arrivato più stanco a livello mentale. E’ stata veramente una dura prova (sospira, ndr)
Continuerai ad allenarti nella tua Romagna o hai pensato al trasferimento?
Dallo scorso anno sono residente a San Marino. La squadra farà due ritiri, uno a dicembre e uno a gennaio di circa 15/20 giorni. Quei mesi saranno impegnati al caldo. Dopodiché cominceranno le corse. Immagino che ci saranno dei periodi nel quale dovrò stare in Belgio, perché ci saranno corse di un giorno concentrate. Diciamo che non è nemmeno venuta fuori l’ipotesi di un trasferimento.
Al centro, Marco Tizza sarà l’unico compagno italiano di Malucelli alla Bingoal. Quest’anno c’era anche Attilio VivianiMarco Tizza sarà l’unico compagno italiano di Malucelli alla Bingoal. Quest’anno c’era anche Attilio Viviani
Ad aspettarti nella formazione belga c’è Marco Tizza, lo conosci?
Sì, con lui ho corso nel 2015 al Team Idea. Siamo in buoni rapporti, ci conosciamo.
Vi siete già sentiti?
Avevo parlato con lui della squadra già quest’estate, ma più per curiosità personale conoscendolo. Gli ho chiesto come si trovasse e me ne aveva parlato molto bene. Quando le trattative si sono fatte più serie, gli ho chiesto quale fossero la sua impressione e il suo vissuto e mi ha sempre detto che sono una bella squadra in cui si sta bene. Il fatto che ci sia un altro italiano è molto importante. Ho corso in Caja Rural senza italiani solo con spagnoli e devo dire che è più complicato.
Ti sei già fatto un’idea su che compagni avrai, se troverai un treno organizzato o sarai tu a doverti muovere autonomamente negli sprint?
A dire la verità, non lo so. Non abbiamo ancora parlato di questo. Essendo una squadra belga, posso immaginare che sanno fare queste cose meglio di noi. Più che organizzare io, saranno loro a organizzare me. Mi affiderò. Hanno sempre lavorato bene e sono sicuro che continueranno a farlo.
Lo dice un vecchio adagio. Non tutto il male viene per nuocere. Quando chiudi il 2021 senza squadra per l’anno successivo e nella nuova stagione sono già passati tre mesi senza che nessuno ti abbia cercato, non è facile sperare in qualcosa di positivo. Invece no, il lieto fine puoi trovarlo all’ultima curva prima del traguardo. Attilio Viviani lo sa bene, lui che proprio ieri ha firmato il contratto con la Bingoal Pauwels Sauces WB sino a fine 2022.
Che qualcosa si stesse muovendo per il veronese – classe ’96, reduce dagli ultimi due anni in Cofidis – lo avevamo intuito quando, contattandolo nelle settimane scorse, ci aveva risposto che non poteva dire nulla. Ordine del suo manager Giovanni Lombardi che nel frattempo stava concludendo la trattativa.
Al rientro dal suo primo allenamento con la divisa della nuova formazione – che è in corsa alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali in questi giorni – abbiamo voluto sentire subito l’umore di Attilio Viviani, apparso davvero felice.
Attilio Viviani mostra felice la sua nuova maglia. Nel team professional belga troverà l’altro italiano Marco Tizza Attilio Viviani mostra felice la sua nuova maglia. Nel team professional belga troverà l’altro italiano Marco Tizza
Attilio come si è evoluta questa situazione?
E’ nato tutto un po’ per caso con un primo contatto qualche tempo fa ma senza alcun esito. Tutti pensavano che avrei trovato subito posto in quanto fratello di Elia invece non è stato così. Il mio procuratore Lombardi è amico di Christophe Brandt, il general manager della Bingoal, perché si conoscono bene dai tempi in cui erano pro’ e avversari negli anni 2000. Giovanni mi ha proposto a loro e loro hanno iniziato a pensarci su seriamente fino ad arrivare a questi ultimi giorni.
Come hai vissuto questa trattativa?
Mi è pesata poco perché hanno pensato a tutto Giovanni ed Elia. Il primo chiaramente ha curato la parte contrattuale in ogni dettaglio mentre mio fratello ha fatto… il fratello maggiore tenendomi su di morale e motivandomi in ogni momento. Non sono mancati i momenti difficili. Se magari Giovanni riceveva la notizia di un possibile intoppo, Elia aveva il compito di indorarmi la pillola e farmi capire la situazione, guardando il bicchiere mezzo pieno. E’ come se mi avesse fatto da mental coach. In pratica io ho solo pensato ad allenarmi. E non posso che ringraziare davvero di cuore entrambi.
Appunto, con gli allenamenti come hai fatto?
Ho sempre seguito dei programmi di lavoro col mio preparatore, pur sapendo che il tempo delle gare non sarebbe stato vicino. Lo stesso Elia mi diceva di allenarmi bene ma di vivere alla giornata. Ho anche simulato una settimana tipo con tanti chilometri tutti i giorni, come se fossi ad un piccolo giro a tappe. Poi facevo qualche giorno di recupero pieno. Diciamo che l’obiettivo di chilometri e ore totali mensili di allenamenti l’ho sempre realizzato. Comunque a gennaio avevo capito che non si sarebbe risolta in poco tempo questa situazione.
Dopo aver corso insieme alla Cofidis, Elia ha sostenuto Attilio durante le trattative Dopo aver corso insieme alla Cofidis, Elia ha sostenuto Attilio durante le trattative
Dal punto di vista psicologico hai mai temuto che non si concretizzasse l’ingaggio?
Qualche volta sì. Anzi, ho passato più di una notte insonne, tant’è che il giorno dopo uscivo in bici senza seguire la mia tabella di allenamento. Pensavo a tante cose. Se avrei trovato squadra o meno. Se, una volta trovata, quando avrei trovato il ritmo giusto. Insomma pensieri normali quando vivi circostanze del genere.
Hai trovato alcune di queste risposte? O meglio, quando potresti esordire?
Ad una primissima bozza di calendario avrei dovuto debuttare al Tour de Normandie, che si sta disputando in questi giorni, ma per alcuni aspetti burocratici non avevo ancora l’ok dell’UCI. Molto più facile che possa esordire alla Volta Limburg Classic il 2 aprile o direttamente al Circuite Cycliste Sarthe (dal 5 all’8 aprile, ndr). Sono stato inserito anche nella lista del Giro di Turchia (dal 10 al 17 aprile, ndr), vedremo meglio nei prossimi giorni.
E quando potresti entrare in forma?
Non lo so onestamente. I test che ho fatto dicono che sto bene e sinceramente non me lo aspettavo proprio. La mia paura più grande sarà la mancanza di ritmo e vedere come sarò dopo 4 ore di gara. Sì, ho fatto allenamenti anche da 6 ore ma lo sapete anche voi che in gara è tutta un’altra cosa. In ogni caso la squadra mi ha detto subito che mi aspetterà e per me è un buon aspetto.
Attilio Viviani nel biennio 2020-21 ha corso per la Cofidis,con cui è passato pro’ Attilio Viviani nel biennio 2020-21 ha corso per la Cofidis,con cui è passato pro’
Ti sei dato qualche obiettivo?
Ho voglia di correre e di riscatto. Quando inizierò a stare bene in gara cercherò di stare e arrivare davanti. Mi manca il risultato ma farò di tutto per ritrovarlo, soprattutto seguendo un calendario adatto a me. Gli ultimi anni al servizio della squadra e di mio fratello mi sono serviti. Ho capito che facevano parte del mio processo di crescita psico-fisica da corridore. Credo di aver fatto un salto di qualità e ora ho molta più consapevolezza dei miei mezzi.
Che cosa ti ha detto Elia quando ha saputo del tuo contratto con la Bingoal?
Era più contento di me (ride, ndr). Lui era convinto che tutto sarebbe andato per il meglio molto più di quanto non lo fossi io. Lui ha un carattere buono in generale ma con me è stato davvero il fratello maggiore che tutti vorrebbero. Le sue parole mi hanno sempre fatto tanto effetto. Adesso sono pronto per correre.
Repente, brand tutto italiano produttore di selle, ha attivato un rapporto di partnership e di sponsorizzazione con il team belga Bingoal Pauwels Sauces WB . La squadra, che quest’anno ha in organico ben venti corridori, oltre ad un team Continental che comprende sedici giovani e promettenti atleti (fra loro l’azzurro Lorenzo Masciarelli), ha debuttato ufficialmente domenica scorsa nella classica apertura francese: il Gp La Marseillaise.
E’ fresco di stretta di mano l’accordo fra Selle Repente e la Bingoal-Pauwels SauceE’ fresco di stretta di mano l’accordo fra Selle Repente e la Bingoal-Pauwels Sauce
Classiche nel mirino
Per gli amanti delle statistiche, vale la pena ricordare che questa squadra, molto conosciuta sulle strade del ciclismo mondiale, e con una particolare “attitudine” per le difficili corse in programma in Belgio e in Olanda, nel corso della stagione 2021 è riuscita a cogliere complessivamente cinque vittorie, otto secondi posti e per ben quattordici volte è salita sul terzo gradino del podio. Sessantasei sono stati invece i piazzamenti nei primi cinque, 143 nei primi 10…
I corridori della squadra belga potranno contare su tutte le selle della gamma Repente I corridori della squadra belga potranno contare su tutte le selle della gamma Repente
Su bici De Rosa
E sulle biciclette De Rosa in dotazione alla squadra, Repente ha definito il montaggio del proprio top di gamma, ovvero le selle Quasar CR, Quasar, Prime, Spyd, Artax e Latus. Tutti modelli caratterizzati da un mix molto ben riuscito di materiali selezionati, lavorazioni accurate e pesi estremamente contenuti. Le biciclette da cronometro prevedono invece il montaggio delle selle Magnet, “full carbon” e di conseguenza ultraleggere. Da evidenziare, inoltre, che lo stesso team ha in dotazione anche i nastri manubrio “extragrip” sempre provvisti da Repente.
Polonia, Italia e Portogallo…
Complessivamente, per la stagione 2022, Repente è partner di ben cinque squadre Continental. Fra queste il team polacco HRE Mazowsze Serce Polski capace di occupare il primo posto nella classifica mondiale di categoria. Pensate, nel corso del biennio 2020-2021 è riuscito ad imporsi per ben 27 volte. In più un loro atleta – Alan Banaszek – si è laureato campione europeo nell’omnium! In organico questo team prevedere 19 giovani corridori, senz’ombra di dubbio il meglio in termini di talenti espressi dal ciclismo polacco.
La sella Repente Quasar è una delle più apprezzate tra i corridori La sella Repente Quasar è una delle più apprezzate tra i corridori
Con Beltrami TSA
Per quanto invece riguarda il nostro Paese, prosegue spedita la collaborazione di Repente con il team Beltrami Tsa-Tre Colli, mentre in Portogallo è al debutto la partnership con il Team Efapel.
«Quest’anno a livello internazionale saremo sponsor di oltre 15 team (ha dichiarato Massimo Farronato, il CEO di Repente). Per un impegno importante, in forte crescita, che mira a consolidare il nostro brand in diverse aree del mercato mondiale in cui siamo già presenti commercialmente. Collaborare con i professionisti ci fa immagazzinare esperienza, e soprattutto ci induce a perfezionare i nostri prodotti a totale beneficio dei nostri clienti».
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