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Zéfal Z-Adventure Fork Pack, spazio universale sulle forcelle

18.01.2023
3 min
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Una soluzione universale che asseconda il desiderio di chi vuole più spazio per mettersi in strada e macinare chilometri. E’ la Z-Adventure Fork Pack di Zéfal, una borsa progettata per ogni tipo di forcella, senza il bisogno di predisposizioni filettate. Uno spazio in più posizionato in un punto che non infastidisce in alcun modo il ciclista, se non con un’adattamento dello stile di guida dovuto al peso sull’anteriore. Una sacca impermeabile pratica e voluminosa con i suoi 6 litri, facile da montare e smontare. 

Vantaggi misurabili

Il kit è composto da una borsa impermeabile, un supporto tecnico in poliammide e tre perni di fissaggio universali. La Z-Adventure Fork Pack è stata sviluppata per avere una compatibilità universale, dalle bici da corsa, a gravel e Mtb. Infatti i perni in polipropilene oltre ad essere resistenti sono estremamente versatili con sezioni e forme differenti. E’ infatti compatibile con telai aero e forcelle ammortizzate. 

Per utilizzare questo tipo di borsa non si dovrà nemmeno cambiare lo stile di guida o prendere precauzioni in più. Per Zèfal la sicurezza in sella è un valore aggiunto imprescindibile. Le cinghie infatti mantengono lo zaino perfettamente dritto lungo la forcella in maniera salda e affidabile. Un altro valore aggiunto è la cura dei dettagli come per gli inserti riflettenti. Questi ne migliorano la visibilità e permettono alle macchine di vedere la bici più facilmente.

Nata per viaggiare

Progettata specificamente per le forcelle che non dispongono di alloggiamenti filettati, la borsa è tenuta in posizione da tre cinghie a strappo, assicurando che anche l’attrezzatura più pesante possa essere trasportata in sicurezza su terreni accidentati. Montato in modo bilanciato sulla bici, questo dispositivo è più leggero e meno ingombrante di un portapacchi tradizionale ed è ideale per lunghi viaggi touring o avventure in bikepacking.

Il materiale utilizzato per il supporto in polipropilene rinforzato con fibre, mentre la sacca è in poliestere 420D TPU. Le dimensioni sono 150 mm x 365 mm. Il carico massimo è di 2,5 kg mentre la chiusura è pratica e veloce con roll top e clip. Il prezzo consultabile sul sito è di 64,95 euro.

Zéfal

Zéfal Aero F8 e F12: spazio in più e aerodinamica

26.11.2022
3 min
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Allestire la bici con le borse spesso vuol dire stravolgere la sua essenza. Zéfal ha pensato a come evitare tutto questo e ha disegnato le borse Aero F8 e F12, ideali per aumentare considerevolmente lo spazio di stoccaggio sulla bici senza però rinunciare all’aerodinamica. Ovviamente impermeabili, queste borse si installano su aerobar in modo da proiettarsi in avanti assieme alle appendici. Disponibili in due misure da 8 e da 12 litri

Ampio stoccaggio

La grande capacità di questa borsa permette di trasportare oggetti ingombranti, come l’attrezzatura da bivacco o l’abbigliamento di ricambio senza impedimenti. E’ facile da installare e rimuovere grazie alle cinghie autobloccanti. Leggera e robusta, è disponibile in due versioni 8 o 12 litri. Questo per essere scelta in base alle proprie essenze di viaggio, che siano rivolte a lunghi chilometraggi o randonnée.

Si candida ad essere l’alleata di prima scelta durante eventi di ciclismo ultra o per il bikepacking, qualunque siano le condizioni meteorologiche. Zéfal con questa borsa ha voluto fornire al ciclista tutto ciò di cui avesse bisogno, rimanendo in una zona di performance chiara e definita dall’aerodinamica. A valorizzarne ulteriormente la versatilità e la sicurezza, sono presenti strisce riflettenti per una migliore visibilità notturna. 

Dettagli tecnici

I dettagli di questa borsa sono ciò che la rendono unica tra le concorrenti del mercato. A partire dall’accesso rapido alla parte anteriore oppure per la chiusura roll top, affidabile in ogni situazione. Questa borsa Aero è ideale per chi cerca un prodotto di qualità coadiuvato dal materiale antistrappo adatto ad ogni percorso. Si parla infatti di Poliestere a 420 denari TPU. 

Le dimensioni per il modello F8 sono di Ø 165 x 410 mm.  Il peso è di 217 grammi con un carico massimo di 3,5 kg. Il prezzo consultabile sul sito è di 54,95 euro. Il modello F12 invece ha una dimensione di Ø 200 x 410 mm con un peso complessivo di 260 grammi. Il prezzo consultabile sul sito è di 59,95 euro. 

Zéfal

Dopo l’Albania, passaggio in Grecia: l’epilogo del viaggio

19.10.2022
5 min
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Nel nostro viaggio tra Albania e Grecia ci eravamo lasciati appena al di qua del confine ellenico. Siamo nell’Epiro e percorriamo la terza tappa in direzione di Ioannina. A Sagiada salutiamo lo Jonio e iniziamo a puntare verso le montagne. Prima affrontiamo alcuni chilometri sterrati in una vallata secondaria, dalla rigogliosa vegetazione mediterranea, ma purtroppo constatiamo che le strade bianche non sono battute come dalle nostre parti, anzi somigliano più a mulattiere su cui i sobbalzi sono accentuati dalle nostre borse.

Arrivo sulla costa greca con il suo panorama omerico
Arrivo sulla costa greca con il suo panorama omerico

Il viaggio prosegue

Dopo un’oretta troviamo lungo la strada un primo avamposto di civiltà greca: un bar in cui degli anziani si riparano all’ombra di un pergolato. Zeus sceglie di fare la sua prima apparizione nelle sembianze di un gatto che ci avvicina mentre mangiamo un panino. Meglio non scherzare con gli dei per cui un boccone glielo concediamo più che volentieri.

Inizia una salita di 6 chilometri al 7 per cento, che si fa sofferta per il caldo, ed in cima al valico passiamo tra due mucche messe lì apposta per darci un po’ di conforto. La discesa è molto aperta e panoramica e ci rendiamo conto di essere lontano dalle rotte turistiche, nella Grecia vera e aspra, fatta di sole e montagne arcigne che ti circondano. Ritroviamo presenze umane nel piccolo villaggio di Keramitsa, dove un bambino di non più di dieci anni è l’unico della famiglia che sa esprimersi in inglese e ci indica una fontanella che sarebbe stata fuori dalla nostra vista.

Direzione Ioannina

Arrivati a fondovalle ci prepariamo per la seconda ascesa prima di Ioannina. Sappiamo che dobbiamo correre perché il meteo promette pioggia, ma il caldo ci fa tirare i freni per rinfrescarci con un gelato lungo la strada. Ai tavolini del bar riecco… Zeus, stavolta con le sembianze di un anziano signore che porta sottobraccio una cesta di fichi. Saputo che siamo italiani e mosso a compassione, ci dà alcuni dei suoi frutti zuccherini, davvero provvidenziali perché la salita è lunga 10 chilometri e, anche se la pendenza si mantiene intorno al 5 per cento, la strada larghissima presenta lunghi rettilinei che ci abbattono il morale. Arrivati in cima con le ultime forze, facciamo appena in tempo a metterci la mantellina per entrare nella pioggia che ci accompagna fino a Ioannina.

A cena, Dimitri, il cameriere che ci serve feta e tzatziki, ha la passione per la bici e culla il sogno di venire a pedalare sulle nostre Dolomiti, lavoro permettendo. «Domani arrivate a Metsovo? Beh, non è proprio come le Alpi ma ci somiglia». Ci saluta a fine pasto.

Salite da sudare

Il giorno dopo infatti si sale ancora, di nuovo con una doppia salita. La prima inizia subito dopo Ioannina, dominando il vasto lago su cui sorge la città. Ci supera un cicloamatore locale, Steve, che arrampica come un camoscio tanto è leggero rispetto a noi. Ci stacca, torna indietro, ci incita e riparte, così due-tre volte per tutta l’ascesa. Anche lui, in cima, ci porta ad una fontanella nascosta da una chiesa ortodossa e ci mette in guardia sulla salita successiva: «Dieci chilometri prima di Metsovo ci sono tre cani liberi che attaccano. Pedalate uniti!».

E così facciamo. Arrivati al punto “x” i cani ci individuano già svariate centinaia di metri prima, sulla costa della montagna. Noi ci mettiamo in parata ad occupare la carreggiata e quando il capobranco sbuca dal guardrail per inseguirci, l’unica cosa che perdiamo è una bella di dose di adrenalina…

Ospitalità greca

Metsovo ricorda effettivamente il paesaggio alpino. Si trova a 1.000 metri di quota, tra i monti della catena del Pindo, ricca di verdi abeti e faggi, ed è una località turistica con case in legno e tetti di piastrelle.

Il piccolo appartamento ce lo consegna un giovane ragazzo del posto, ma pochi minuti dopo qualcuno bussa alla porta. Apriamo e un signore ci offre un piatto con una fetta di cocomero, albicocche e pesche. Non parla inglese ma basta un sorriso per intenderci.
A cena, poi, mettiamo in imbarazzo la cameriera ordinando così tante portate che non c’è più spazio sul tavolo ma, contro le sue previsioni, non lasciamo nulla.

Un tramonto greco ai piedi della montagna
Un tramonto greco ai piedi della montagna

Fine dell’avventura

L’ultima tappa va da Metsovo a Kalambaka, fine del nostro tour. I primi 10 chilometri sono su di una salita dagli scenari che ricordano molto i nostri Appennini, quindi entriamo in Tessaglia con una discesa senza anima viva e ancora dolce falsopiano a scendere fino ad ammirare le falesie di arenaria, un tempo sommerse dalle acque, su cui ora i monasteri ortodossi delle Meteore. L’etimologia del nome significa letteralmente “in mezzo all’aria” e ci sembra proprio un bel modo per concludere la nostra avventura in bici. 

Albania e Grecia: un viaggio tra amici in bici

17.10.2022
5 min
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Le decisioni importanti si prendono davanti ad un bicchiere di vino. E così una cena sul terrazzo a casa di Davide, in una tiepida serata ascolana di primavera, ha sancito la partenza e l’arrivo della consueta ciclovacanza estiva: atterraggio a Tirana e ritorno da Atene, dunque Albania e Grecia. 

Due paesi che nessuno di noi tre (il terzo della banda è Stefano) aveva mai visitato. Ma in mezzo c’è stato da tracciare il percorso vero e proprio, possibilmente con dei tratti sterrati capaci di esaltare le nostre gravel.

Un viaggio tra amici con le bici caricate di borse e viveri
Un viaggio tra amici con le bici caricate di borse e viveri

Una Capitale nuova

Abbiamo quindi deciso di visitare la Capitale albanese e poi di spostarci l’indomani a Valona in pullman, vero inizio del nostro tour in sella. La nostra meta ufficiale è stata fissata alle Meteore, le singolari conformazioni montuose elleniche che sorgono nei pressi di Kalambaka, nella Tessaglia, in cima alle quali culminano tipici monasteri ortodossi.

A Tirana si respira aria di cambiamento, con grattacieli in costruzione in contrasto con i quartieri più arretrati della città. Il pullman per Valona in realtà non c’è, al terminal bus ci sono dei van con su scritte le destinazioni delle varie città. Non c’è una biglietteria e non c’è neanche il biglietto, si paga cash all’autista una volta arrivati a destinazione…
A Valona risistemiamo le bici e siamo pronti per dare i primi colpi di pedale dopo aver mangiato dei souvlaki per pochi lek, la valuta locale.

Nonostante il tempo

Questa prima tappa prevede di seguire la costa fino a Himare ma, nonostante ciò, c’è il Llogara Pass da affrontare, un valico a 1.000 metri a picco sul mare dovuto alla particolare orografia della costa. La strada fa parte del tratto Eurovelo 8 che collega Cadice (in Spagna) con Atene.

Valona è conosciuta per il suo bel mare ed in effetti la parte della città che sorge lungo la spiaggia ha un altro volto, più accattivante rispetto a quello interno, riecheggiando i contrasti che abbiamo riscontrato a Tirana. Usciti dalla città l’asfalto segue i saliscendi della costa e quando si lascia il mare la strada comincia a salire verso i 10 chilometri del Llogara. La vegetazione cambia già dai primi tornanti, ma purtroppo anche il meteo, tanto che nel giro di pochi minuti ci ritroviamo sotto un forte temporale.

Dobbiamo ripararci sotto un porticato di una casa in costruzione e, saggiamente, decidiamo di abortire la prima tappa tornando indietro di un paio di chilometri in discesa e prendendo una vallata laterale che porta all’abitato di Dukat, dove qualche capra gira liberamente incurante della pioggia. Il nostro primo assalto al Llogara è fallito e ci riproveremo l’indomani. Nel frattempo ci consoliamo con una cena a base di…capretto bollito.

Di nuovo in marcia

Il mattino seguente la sveglia suona alle sei. Ci siamo messi in testa di recuperare sulla tabella di marcia, per cui oltre alla salita del Llogara in partenza, in totale sono previsti 115 chilometri e 2.300 metri di dislivello per arrivare a Ksamil: una dura prova per noi che, sebbene viaggiamo in assetto da bikepacking, siamo lontani dall’essere leggeri.
La vista dalla cima del passo è unica. Il mare si trova sotto di noi, sotto il cielo grigio del mattino e lo ammiriamo dalla terrazza panoramica in cui stiamo facendo colazione con un’omelette…

«Credo sia una delle più belle discese che abbia mai fatto», ci urla Davide affiancandoci all’uscita di un tornante vista mare. In effetti la discesa è veloce, con ampie curve e lo sguardo che si perde nell’orizzonte del Mar Jonio.

Panorami e sapori della costa

Arrivati a Himare facciamo il pieno di pesche e banane e la strada continua lungo la costa senza un metro di pianura. Troviamo per strada anche un altro bikepacker, Alex, partito dalla sua Salisburgo tre settimane prima. Lui però ha gomme da strada, per cui lo dobbiamo salutare quando prendiamo una deviazione sterrata sulla destra.

La nostra scelta di andare a pescare una mulattiera fuori dal tratto di Eurovelo 8 ci regala gioie e  dispiaceri: panorami a picco sul mare e tratti a spinta, quiete lontano dal traffico e risalite sugli scalini di un paesino con le case in pietra.
A Saranda il più è fatto e gli ultimi chilometri verso Ksamil, altra località turistica della costa albanese, ce li mangiamo. La piccola impresa è compiuta e una cena in piazza a base di cozze e gamberi è più che meritata.

Confine tra Albania e Grecia per continuare il viaggio
Confine tra Albania e Grecia per continuare il viaggio

Direzione Grecia

La terza tappa è la più lunga in programma, oltre 120 chilometri per entrare in Grecia e raggiungere la città di Ioannina. Purtroppo dobbiamo modulare il viaggio con un occhio alle previsioni meteo e siamo costretti di nuovo a pedalare a tamburo battente fin dai primissimi chilometri, per cui non possiamo visitare il sito Unesco di Butrinto. 

Tuttavia manteniamo gli sterrati previsti, stavolta scorrevoli e pianeggianti e, schivato in velocità un cane sbucato da un campo di pannocchie e ansioso di fare colazione coi nostri polpacci, prendiamo un sentiero dimenticato anche dai pastori del luogo, ma ottimo per permetterci di passare “clandestinamente” il confine greco-albanese senza troppo dislivello.

E ora… sotto con la Grecia!  

e-Arcadex: la gravel elettrica di Bianchi presentata all’IBF

09.09.2022
4 min
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L’Italian Bike Festival, partito oggi nel caldo sole del Misano World Circuit, è un incontro continuo di persone e di colori. Prodotti nuovi e particolari, bici delle varie forme e dimensioni che si incontrano sull’asfalto del circuito dedicato a Marco Simoncelli. Nel girare tra i vari stand incontriamo Leonardo Zeduri, marketing and communication specialist di Bianchi. Leonardo ci presenta la nuova e-gravel di casa Bianchi: la e-Arcadex, presentata giovedì 8 settembre, ed in questi giorni di fiera visibile in anteprima mondiale.

Una nuova frontiera

«E’ il nuovo riferimento dell’azienda per il settore e-gravel – ci racconta nel suo stand Leonardo – ed è un progetto che nasce direttamente dal modello muscolare Arcadex. Si tratta di una bici pensata per chi ha piacere di andare in bicicletta e di starci molte ore. Ha una geometria molto confortevole e ti permette di avere una buona performance per un buona durata di tempo, tanto sull’asfalto quando sul fuori strada. Una delle novità principali, è che noi di Bianchi abbiamo disegnato un passaggio ruota molto più largo rispetto al modello muscolare. Sulla e-Arcadex possono essere montati copertoni fino a 45 millimetri di larghezza. Una scelta votata anche al mondo del bikepacking e del cicloturismo». 

Dettagli tecnici

«Il motore è il Bosch Performance Line CX: 250 watt di motore ed una batteria da 500 watt all’ora, con autonomia stimata di 115 chilometri e capacità di ricaricarsi completamente in sole 4 ore. E’ possibile montare tutti i gruppi gravel possibili: da Campagnolo a Sram e Shimano».

«Un altro dettaglio importante sulla e-gravel – riprende – è che è stato montato per la prima volta un reggisella telescopico, con una sospensione integrata di 40 millimetri di assorbimento agli urti. In più il reggisella ha un’escursione di altri 80 millimetri. Si attiva con un pulsante che si trova nel lato sinistro del manubrio.

Due versioni e tre colori

I colori utilizzati per la nuova e-Arcadex sono tre: forest, glacial e desert, per richiamare ancora di più il contatto del gravel con la natura circostante. La seconda versione presente, oltre a quella gravel è la versione Tourer, altra novità proposta da Bianchi.

«Una bici dotata di una serie di luci all’anteriore ed una di posizione al posteriore, sono stati montati dei parafanghi perché come dice il nome è una bici pensata per la vita di tutti i giorni. Ha una capacità di carico di 15 chili, quindi molto utile in città e anche nei brevi spostamenti. La massima misura di copertoni utilizzabile è da 40 millimetri, proprio per la presenza dei parafanghi».

Bianchi

Cannondale Topstone, c’è anche la versione in alluminio

16.06.2022
3 min
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Prende forma dalla piattaforma Topstone già esistente e sfrutta le conoscenze di Cannondale nell’applicazione dell’alluminio in ambito ciclistico. Arriva la Cannondale Topstone con telaio in lega, una bicicletta gravel che punta a soddisfare gli amanti del viaggio, ma anche chi usa la bicicletta per gli spostamenti quotidiani in città e nell’hinterland. Vediamo i dettagli principali.

La versione LTD
La versione LTD

Topstone, capostipite tra le gravel

Il progetto Topstone nasce con l’obiettivo preciso di essere una bicicletta gravel, prima di tutto il resto e nel senso puro del termine. La bicicletta diventa uno strumento e una compagna per il viaggio, l’esplorazione anche attraverso le strade sterrate e meno frequentate, ma senza dimenticare l’asfalto, capace di soddisfare quel senso di libertà che solo la bicicletta sa dare.

La Topstone è anche una bicicletta votata all’endurance. Il bikepacking è parte integrante di questo viaggio e della Cannondale Topstone; lo spazio per montare borse e supporti è davvero tanto. Non è una bici sviluppata per le competizioni: per le gare gravel c’è la SuperSix Evo SE.

Come è fatta

Ha un telaio in alluminio leggero e di matrice SmartForm C2. La forcella è full carbon, foderi e stelo sono completamente in fibra composita. A prescindere dalla taglia e dall’allestimento, la Cannondale Topstone adotta le geometria OutFront, soluzione che permette di avere una bicicletta comoda, stabile ed efficiente sullo sterrato. Ne è un esempio proprio la forcella, con un rake di 55 millimetri: tradotto, ha una notevole apertura verso l’avantreno.

La zona del piantone e del reggisella è compatibile con i dropper-post con diametro da 27,2 millimetri. E poi c’è la parte dedicata alla connessione e alla tecnologia. E’ previsto il sensore alla ruota, configurabile con l’app di Cannondale ed è compatibile con il paccheeto SmartSense. Quest’ultimo è stato presentato in occasione del lancio della nuova Synapse.

La Topstone in alluminio ha lo spazio per supportare pneumatici fino a 45 millimetri di sezione (diventano 40 se vengono utilizzati i parafanghi). Proprio dalla Synapse riprende anche la soluzione tecnica che prevede le calotte esterne del movimento centrale BSA, che offrono una maggiore facilità di manutenzione.

Taglie, allestimenti e prezzi

Le misure disponibili sono cinque: XS, SM e MD, L e XL. Cinque sono anche le versioni: LTD (2849 euro), Topstone 1 (2449 euro) e 2 (2199), oltre agli allestimenti 3 (1749 euro) e 4 (1499). Tutte le biciclette prevedono il montaggio di base con le ruote 700×37.

Cannondale

Trek Checkpoint SL6, perfetta compagna di viaggio

04.05.2022
6 min
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Il test dell'ultima versione della gravel di casa Trek, la Checkpoint nell'allestimento SL6 eTap

Rispetto al passato la piattaforma Checkpoint viene completamente rivista e ridefinita. C’è il carbonio OCLV500 per le versioni SL e c’è l’IsoSpeed che separa i foderi obliqui del carro posteriore, dal tubo obliquo e dal piantone. Ma ci sono una nuova geometria che viene definita “progressiva” e uno shape dei profilati che avvicina questo progetto alle nuove Trek da strada. Proprio il design delle tubazioni diventa un vero e proprio “family feeling design” dell’azienda a stelle e strisce. Abbiamo provato l’allestimento SL6 eTap.

Una bici tuttofare e anche divertente da usare sullo sterrato (foto Sara Carena)
Una bici tuttofare e anche divertente da usare sullo sterrato (foto Sara Carena)

L’aerodinamica sposa la funzionalità

La zona dello sterzo e la tubazione obliqua in particolare sono mutuati (o accostabili) dalla Emonda. Lo sterzo è sagomato e puntuto, ha quella protuberanza caratteristiche di Trek e la sezione superiore adotta quella caratteristica svasatura con l’inserto specifico.

L’obliquo è abbondante e voluminoso, ma qui c’è anche il vano portaoggetti (e non è una cosa da dimenticare) e proprio come per le stradali, sembra dare ulteriore sostegno all’intera bicicletta.

Non ci possiamo scordare della scatola del movimento centrale, che è larga 86,5 millimetri ed è uguale a quella delle biciclette da strada. Sono ormai lontani i tempi quando le Trek avevano il bottom bracket da 92. Questa bici è funzionale in ogni sua parte, ricca di dettagli e ognuno di questi collima alla perfezione con gli altri e con il concept del mezzo.

Come è fatta e come è allestita

Il telaio è la forcella sono in carbonio monoscocca OCLV500 con IsoSpeed. Entrambi presentano tantissimi punti di ancoraggio per parafanghi e borse da viaggio, che fanno di questa bici una viaggiatrice, ma capace di sorprendere nei percorsi tecnici.

Ha la trasmissione Sram Rival 1×12 e il comparto manubrio in alluminio Bontrager. Il reggisella ha lo stelo in carbonio, con un diametro da 27,2. Si può montare un reggisella telescopico? Si, è possibile, ma non è possibile montare una forcella ammortizzata. In alluminio sono anche le ruote, sempre Bontrager. Il modello è Paradigm Comp con canale interno da 25 millimetri e gommate con i tubeless Bontrager GR1 da 40. Inoltre, la Checkpoint permette il passaggio di pneumatici fino a 45 di sezione ed è possibile montare le ruote da 650b con gomme fino a 2,1”.

Le nostre considerazioni

La Trek Checkpoint è appagante nel design che risulta moderno, ma non eccessivamente ingombrante. Nonostante integri delle soluzioni non comuni, ad esempio l’IsoSpeed e alcune tubazioni che si spingono verso la ricerca aerodinamica, la bicicletta ha sempre quel tocco “classico” che non stufa, anche grazie ad impatto estetico quasi tradizionale.

Con i tubeless gonfiati correttamente non ha paura di fare qualche drop (foto Sara Carena)
Con i tubeless gonfiati correttamente non ha paura di fare qualche drop (foto Sara Carena)

Una geometria vantaggiosa

Come per la Emonda, anche in questo caso uno dei valori aggiunti del progetto è la geometria, che ovviamente è da contestualizzare nella categoria gravel. Il corpo del pedalatore è sempre ben centrato sul piantone, a tutto vantaggio del comfort, della stabilità e anche a favore di una distribuzione ottimale dei pesi.

L’orizzontale è lungo e aiuta a sfruttare una pipa corta; la stabilità nei tratti tecnici e l’agilità ne guadagnano. Inoltre non si è mai sbilanciati sull’avantreno e il muscolo del diaframma non si schiaccia. La respirazione e il comfort per la schiena ringraziano.

In conclusione

Una bicicletta facile, la Trek Checkpoint SL6 è questo prima di tutto. Va bene per chi vuole smanettare e aprire il gas, magari lontano dalle gare su strada. Nonostante la sua natura “morbida”, non c’è mai quel distacco eccessivo con il mondo road e le sue doti di trazione e stabilità sono ampiamente sfruttabili anche dagli amanti della mtb. E poi è veloce. E’ una bici che può essere caricata come un mulo, adatta al bikpacking, al viaggio e a quell’experience della quale tanto si parla.

Trek

La Grizl AL di Canyon è pronta a mordere il terreno

28.10.2021
3 min
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Canyon completa il lavoro sulla gamma Grizl lanciando la nuova Grizl AL che si affianca alla “sorella” Grail Al, una bici dedicata al gravel ma con un occhio alla prestazione. Il focus del progetto che ha lanciato la nuova Grizl AL è il bikepacking, ovvero il viaggio off-road dedicato all’avventura. L’universo gravel è in continua espansione, anche molti atleti professionisti ormai amano guidare queste nuove bici.

“AL” sta per alluminio, l’elemento preferito per fabbricare bici con un telaio più solido ma allo stesso tempo elastico e capace di attutire i colpi del terreno. Il telaio della Grizl AL è “all season” e vi accompagnerà nelle vostre avventure durante tutti i mesi dell’anno.

Canyon Grizl nella classica versione verde e in una più femminile di colore lilla
Canyon Grizl nella classica versione verde e in una più femminile di colore lilla

Più spazio vuol dire più avventura

Per facilitare la guida della bici quando il carico da trasportare si fa pesante Canyon ha deciso di montare pneumatici da 50 millimetri. Una sezione maggiorata del battistrada significa maggior superficie di contatto con il terreno. Lo pneumatico è un tubeless, ormai un obbligo su bici che affrontano terreni sconnessi, questo significa una minor pressione all’interno e di conseguenza meno possibilità di foratura.

La Grizl AL è stata studiata per affrontare i viaggi ancor più impegnativi dal punto di vista logistico. Infatti, la possibilità di montare facilmente il portapacchi posteriore aiuta nell’essere più comodi e funzionali negli spostamenti. Nello scegliere l’equipaggiamento per i vostri viaggi la nuova nata di casa Canyon vi viene incontro con diverse disposizioni: per trasportare più borracce, ulteriori borse e i parafanghi.

Canyon Grizl nella versione Suspension con la forcella RcokShox Rudy con escursione fino a 30 millimetri
Canyon Grizl nella versione Suspension con la forcella RcokShox Rudy con escursione fino a 30 millimetri

Forcella extra

Per coloro che amano addentrarsi anche nei terreni più complicati Canyon mette a disposizione due forcelle tra cui scegliere. Forcella classica in carbonio con la possibilità dei support extra sopra elencati oppure il controllo ed il supporto della RockShox Rudy Gravel.

Le taglie disponibili per la nuova Grizl AL sono praticamente infinite, infatti, oltre alle solite già presenti sul mercato, Canyon ha aggiunto un’altra taglia: la 3XS. E’ disponibile in due versioni: la Grizl 6 e la Grizl 7. La prima è equipaggiata con cambio Shimano GRX 400 e ruote DT Swiss Gravel LN, al prezzo di 1499€. La versione Grizl 7 oltre a queste caratteristiche ha la possibilità di montare la forcella RockShox Rudy Gravel con 30 millimetri di escursione. Il gruppo è duplice: Shimano GRX 600 o 810, il prezzo è di 1999€.

Canyon

Cinelli Zydeco

Cinelli Zydeco, la gravel per antonomasia

22.11.2020
2 min
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Il gravel in casa Cinelli ha origini lontane, infatti già nel 1989 il Passatore veniva definito come “Re della Strada, Re della foresta”, un mezzo nato per esplorare l’outdoor e andare oltre i confini dell’asfalto. Oggi Zydeco da il nome a un’intera gamma gravel con Zydeco, Zydeco Lala e King Zydeco. Per il 2021 Zydeco fa un passo avanti seguendo le ultime tendenze gravel e bikepacking.

Si inizia con l’introduzione del freno a disco idraulico e il gruppo Shimano GRX 2×10 specifico per il mondo gravel. Tra le caratteristiche di questo gruppo c’è il sistema dumper di stabilizzazione della catena Shadow RD+ e un’ergonomia dei comandi pensata per il gravel con la curva delle leve accentuata e un grip innovativo della presa.

Il telaio della Zydeco è realizzato in alluminio a triplo spessore Columbus Zonal con un interasse che è stato pensato per evitare il rischio di overlapping anche con i parafanghi montati. La Zydeco permette di montare pneumatici fino a 40 millimetri, anche se viene fornita con i WTB Riddler da 37 millimetri. Sul tubo orizzontale sono presenti due occhielli fast fuel eyelet che permettono di montare le borse senza usare lo strap in velcro. A completare il look c’è anche la sella San Marco Era con grafica custom Zydeco.

Ben visibili i due occhielli fast fuel eyelet
Ben visibili i due occhielli fast fuel eyelet per agganciare le borse senza usare il velcro

Nuova anche la forcella monoscocca Columbus Futura Gravel con sterzo conico 1-⅛” e 1-¼” che offre stabilità di guida. Il passaggio dei cavi freno è interno e la presenza degli occhielli permettono di montare dei parafanghi leggeri con coperture fino a 35 millimetri per un uso che può essere anche urbano.

Per finire segnaliamo il peso totale che è di 10,3 chilogrammi e la nuova colorazione 2021 Chasing After Rainbows.

Prezzo di euro 1.890,00

cinelli.it