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Northwave Extreme Pro 3: la spinta è massima

15.04.2023
5 min
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Extreme Pro 3 è il modello top di gamma che Northwave ha lanciato la scorsa estate e che adesso abbiamo avuto il piacere di testare di persona. E lo abbiamo provato grazie all’incontro con alcune aziende organizzato da Bike Connection Agency nei suggestivi e tecnici percorsi toscani.

Northwave sta ampliando sempre più la sua gamma di scarpe adeguandosi alla specializzazione che richiedono i vari settori, basti pensare al gravel che fino a pochi anni fa non c’era. Ma passi da gigante si riscontrano anche sul fronte dell’abbigliamento tecnico.

Zero compromessi

Ma torniamo alla scarpa Extreme Pro 3, quella di Filippo Ganna, di Damiano Caruso e altri campioni per intenderci. Il fatto stesso che l’abbia scelta una “centrale di watt” come Pippo è garanzia che il collaudo tecnico è stato superato!

Si potrebbe dire che la Extreme Pro 3 sia un’evoluzione del precedente modello, e forse in parte lo è anche, ma in realtà alla base c’è un progetto del tutto nuovo in cui ogni aspetto è, e deve essere, portato al massimo: peso, rigidità, comfort, areazione…

Fasciatura totale

Partiamo dalla tomaia. Il core è la tecnologia ARS (Anatomic Reticular Support), una sorta di scheletro che fascia completamente il piede e distribuisce le pressioni di contatto in modo omogeneo. Si tratta di particolari “filamenti” che appunto, essendo su tutta la tomaia, riescono a plasmare bene la scarpa sul piede a tutto vantaggio del comfort e di riflesso della prestazione.

Il miglioramento della fasciatura e del “serraggio” del piede è completato da un’altra grande novità: l’inserimento del secondo rotore. Si tratta del nuovo sistema di chiusura X-Dial SLW3. In Northwave l’hanno definita chiusura bi-zona. I dure rotori infatti consentono la regolazione micrometrica (molto importante) della forza di chiusura, in questo modo si può stringere la scarpa in modo differenziato tra parte avanzata e collo del piede. 

Suola in carbonio UD. La scritta Stiffness Index 15 indica l’indice di rigidità e in casa Northwave questo è quello più alto (foto Mirror Media)
Suola in carbonio UD. La scritta Stiffness Index 15 indica l’indice di rigidità e in casa Northwave questo è quello più alto (foto Mirror Media)

Zero dispersione 

Quando poi si passa alla prestazione, la prima cosa che chiedono i pro’ è che la scarpa sia rigida. Nell’era dei marginal gain, ogni singolo watt diventa prezioso, pertanto l’obiettivo è: zero dispersione di forza. O comunque ridurre al minimo questo spreco. E per farlo, Northwave si è affidata alla suola ergonomica Powershape 15.

Questa nuova suola è il frutto di un accurato lavoro di sviluppo. Rendere una scarpa, e ancora di più una suola, rigida non è poi così complicato, poi però questa deve essere anche funzionale e comoda. Ed è lì che sta il difficile e serve un grande studio.

Pertanto si nota che all’esterno della scarpa questa suola è abbastanza piatta, mentre al suo interno l’arco plantare è più pronunciato e tende “a salire” verso la tomaia. Ma la calzata, e noi l’abbiamo provata, è comoda. Non si deve pensare di avere un impedimento all’interno, anzi…

La soluzione raggiunta dà una grande stabilità al piede, specialmente quando ci si alza sui pedali. Questa almeno è stata la nostra sensazione.

Sempre in tema di suola, la Powershape 15 è compatibile anche con i pedali Speedplay/ Wahoo, dettaglio non da poco, visto che anche il miglior team al mondo del momento, la Jumbo-Visma, li adotta.

Provate per diversi giorni (e su più bici). Le Extreme Pro’ pesano 315 grammi nella taglia 42
Provate per diversi giorni (e su più bici). Le Extreme Pro’ pesano 315 grammi nella taglia 42

Piede al fresco

Un grande passo in avanti rispetto ai precedenti modelli, la Extreme Pro 3 lo ha fatto in termini di areazione e temperatura interna del piede. Questo era l’aspetto forse meno performante, ma grazie principalmente alla nuova suola e alla tomaia si è fatto un considerevole passo avanti.

La scarpa è davvero comoda. Una delle sensazioni più forti che abbiamo avuto è che il piede è ben “aperto” e disteso sulla suola e questo oltre a consentire un’ottima spinta – una spinta piatta e diretta sul pedale – favorisce la circolazione, aspetto affatto secondario, sia per il comfort che per la prestazione favorendo il ritorno del sangue verso l’alto. Il piede resta fasciato, ma mai costretto: questo è il concetto.

Inoltre un piede con il sangue che circola bene è anche più resistente al freddo d’inverno e reagisce meglio al caldo d’estate.

Northwave

Bike Connection Agency, a tu per tu con la bicicletta

15.05.2022
3 min
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L'intervista a Simon Cittati e Giulio Neri che ci spiegano cosa sia Bike Connection. Un format prima di tutto, un evento dedicato agli operatori del settore della bicicletta e non è aperto al pubblico. Potremmo categorizzarla anche al pari di una tavola rotonda, dove le aziende incontrano i giornalisti e i tecnici del settore. Non è una fiera e non è una mostra.

In questo periodo primaverile le nostre pubblicazioni, quelle dedicate alle news e alle anteprime del settore, hanno richiamato il format BCA, acronimo di Bike Connection Agency. Di cosa si tratta? A chi si rivolge? Quali sono gli obiettivi di questa organizzazione? Vediamo insieme i punti chiave.

Lavoro, convivialità e socialità (RupertFowler BCA)
Lavoro, convivialità e socialità (RupertFowler BCA)

Bike Connection, lente sulla biciclette

Come anticipato, BCA è un format prima di tutto, un evento dedicato agli operatori del settore della bicicletta e non è aperto al pubblico. Potremmo categorizzarla anche al pari di una tavola rotonda, dove le aziende incontrano i giornalisti e i tecnici del settore. Non è una fiera e non è una mostra. Per i media è una grande opportunità, dove si può approfondire a stretto contatto con i rappresentanti delle aziende coinvolte. Per i marchi è una ghiotta occasione d’incontro con i giornalisti selezionati del mondo ciclo, dove tutto è ben organizzato, programmato e dedicato. I vantaggi sono numerosi per ambo le parti, di sicuro viene minimizzato il rischio di confusione e distorsione delle informazioni.

La zona dei test è una sorta di parco chiuso (RupertFowler BCA)
La zona dei test è una sorta di parco chiuso (RupertFowler BCA)

Presentazione e test event

Le edizioni Bike Connection hanno vari soggetti: mtb, road e gravel, normalmente le ultime due viaggiano parallele. Le giornate sono ricche e composte da slot di incontri, alternati da momenti test, dove i prodotti e le biciclette vengono provati sul campo. Di solito e a prescindere dal contesto ambientale, i tracciati sono diversi e con vari gradi di difficoltà, ma comunque tecnici quanto basta per provare “bene”, mettere e mettersi alla frusta.

I tracciati di prova non sono mai banali (MirrorMedia BCA)
I tracciati di prova non sono mai banali (MirrorMedia BCA)

In conclusione

Bike Connection (BCA) è un approccio moderno e un modo attuale di interpretare l’informazione, la tecnica e l’universo della bicicletta. L’organizzazione è italiana, un vanto che ci porta al centro della categoria, che oggi non è solo uno sport, ma un vero e proprio motore per il business.

Inoltre c’è anche un fattore di convivialità da non sottovalutare, che prende forma grazie agli incontri con i giornalisti provenienti da altre nazioni (talvolta anche al di fuori del continente). Banale? No, per nulla, perché in un mondo sempre più globalizzato, un territorio nazionale è troppo piccolo per tutti e avere cognizione di quello che succede all’estero è fondamentale per le parti in gioco.

BCA