L’impegno dell’Albania nel ciclismo non si è esaurito con le tre tappe del Giro d’Italia. Subito dopo la conclusione della corsa rosa, infatti, si è disputato il giro locale e tra le squadre protagoniste ce n’era anche una italiana, la Bike Academy Costruzioni Marchini. Un riferimento in Toscana, ma per il quale una trasferta all’estero non è propriamente cosa di tutti i giorni.
Nicola Parenti, 29 anni, non solo ciclista ma anche preparatore della squadraNicola Parenti, 29 anni, non solo ciclista ma anche preparatore della squadra
Un’avventura partita nel 2022
A far parte della squadra c’era anche Nicola Parenti, che oltre a essere uno dei corridori (capace anche di chiudere 6° nella prima tappa) è anche preparatore atletico e coordinatore per il team di Lucca: «Il nostro sodalizio è relativamente recente, è nato tre anni fa come appendice del negozio omonimo di Marco Isola con sede a Guamo. A Lucca è da molti anni un’istituzione che da sempre ha vissuto sulla sua pelle il ciclismo locale, collaborando con team giovanili e amatoriali. Nel 2022 però si è deciso di aprire una propria squadra dedita soprattutto all’offroad, che in questo breve lasso di tempo ha conquistato 7 titoli regionali».
L’impegno del team inizialmente non prevedeva molto la strada, privilegiando il ciclocross d’inverno e il gravel nelle altre stagioni: «Abbiamo anche preso parte a ben tre edizioni del mondiale di specialità, come anche di quello E-bike, ma poi lo scorso anno si è posta la possibilità di gareggiare anche su strada. Abbiamo posto le basi del team irrobustendo innanzitutto la parte economica con l’aiuto di sponsor quali l’impresa edile Marchini Costruzioni, lo Scatolificio Nardini, Ambianti Arredamento, Tecnocostruzioni, Toscofibre e Gelateria Taba, poi pensando alla parte tecnica».
Il team toscano è partito nel 2022 dall’offroad, quest’anno ha però allargato le proprie prospettiveIl team toscano è partito nel 2022 dall’offroad, quest’anno ha però allargato le proprie prospettive
Far crescere i ragazzi tra strada e gravel
La squadra toscana è composta da 10 elementi, tutti italiani tranne il ventiduenne ucraino Dmytro Rudyi: «Io e Simone Massoni siamo gli unici Elite, poi abbiamo tutti Under 23. Il direttore sportivo è Fausto Dainelli, a lungo con quest’incarico all’U.C.Pistoiese. Abbiamo iniziato la nostra stagione con la Firenze-Empoli e siamo andati avanti, quella in Albania è stata la nostra prima trasferta estera ma ne faremo un’altra in Belgio. La nostra idea è proporre un’attività composita, nella quale la strada ha un valore di per sé ma è anche propedeutica per le altre discipline, in questo modo permettiamo ai ragazzi di fare le esperienze più diverse».
L’idea di base del team lucchese è proprio quella di essere una palestra per i giovani del territorio e farsi le ossa, anche attraverso competizioni all’estero che, come anche la gara albanese ha dimostrato, hanno non solo una qualità, ma anche una gestione tattica diversa: «La nostra filosofia – riprende Parenti – è dare un tetto ai ragazzi per crescere, dando la possibilità a ognuno di trovare la sua collocazione nel mondo del ciclismo. Chi ha i mezzi per emergere deve anche avere una vetrina per mettersi in evidenza. Ma ha bisogno di farlo conoscendo quel che è il ciclismo al di fuori dei nostri confini.
Filippo Cecchi, per lui due Top 10 al Giro di Albania, finendo 13° in classifica finaleFilippo Cecchi, per lui due Top 10 al Giro di Albania, finendo 13° in classifica finale
Un’alternativa all’abbandono
«Fare gare a tappe in Italia, per un team come il nostro, è quasi impossibile, ma è anche un’esigenza imprescindibile per crescere. Il nostro impegno su strada nasce però anche dalla volontà di fornire un’alternativa: noi vediamo che tanti, o trovano una strada verso il professionismo o smettono. Noi però possiamo dare nuove possibilità, fare della strada un veicolo per continuare con l’agonismo contemplando anche altre scelte, come il gravel. Così magari quella chance che non era emersa prima torna a galla…».
Se chiediamo chi sono gli elementi più in vista del team, Parenti mette in evidenza innanzitutto un ragazzo di 19 anni, Leonardo Sica, che è finito nono nella prima tappa proprio dietro di lui: «E’ un primo anno, naturalmente va ancora a scuola e in questi pochissimi mesi di attività ha mostrato un grande adattamento, ha ottime prospettive. Inoltre c’è Federico Nesi che dopo alcune esperienze negative sta ritrovando entusiasmo e si sta adattando velocemente alla strada venendo dal mondo della mountain bike. Ecco, Federico è la perfetta esemplificazione di quel concetto di multidisciplina che è alla base della nsotra attività. Non saremo mai stradisti tout court…».
Il gruppo in Albania, riconoscibili Parenti (numero 61), Cecchi (62), Sica (63) e Nesi (65, foto organizzatori)Il gruppo in Albania, riconoscibili Parenti (numero 61), Cecchi (62), Sica (63) e Nesi (65, foto organizzatori)
Un programma a lunga scadenza
Infatti nei programmi del team gli impegni nelle altre discipline hanno la preponderanza: «Abbiamo già partecipato a due prove internazionali gravel e ne faremo un altro paio, inoltre contiamo di prendere parte ai campionati italiani E-bike e alla World Cup per le bici a pedalata assistita. Noi ci siamo dati un programma biennale lo scorso anno proponendoci di prendere parte alle gare internazionali, ma contiamo di andare avanti perché nel ciclismo di oggi non ottieni nulla se non programmi a lunga scadenza. Questi sono solo i nostri primi passi…».
BOVISIO MASCIAGO – Nel corso degli ultimi dodici mesi abbiamo avuto modo di seguire attraverso i nostri articoli la crescita della Bicycle & Business Academy, il centro di formazione voluto dalla commerciale lombarda RMS, dedicato a quanti operano nel mondo della cosiddetta Cycling Industry. Quello che solo poco più di un anno fa era un progetto ambizioso ora è qualcosa di concreto, come testimonia la nuova “casa” di Bovisio Masciago in provincia di Monza e Brianza, che da alcuni mesi accoglie con i propri corsi i meccanici che desiderano aggiornarsi. Qui abbiamo avuto modo di incontrare Stefano Aresi, responsabile dell’Academy, incuriositi da un nuovo progetto formativo pronto a partire ad inizio maggio.
Entriamo subito nel merito. Di che tipo di progetto formativo stiamo parlando?
La nostra “mission” è da sempre quella di innalzare la competenza di quanti già lavorano nel mondo del ciclismo. Con il nostro nuovo progetto vogliamo andare oltre, offrendo un percorso formativo a quanti desiderano entrare in questo mondo, pur non avendone ancora le competenze. Vogliamo formare nuovi meccanici professionisti rispondendo così ad una richiesta arrivata dai tanti negozianti con i quali quotidianamente collaboriamo.
Principalmente a quei ragazzi che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro, il cui nominativo ci è stato segnalato da un negoziante che ha necessità di inserire nella propria officina un meccanico da formare. Il corso è aperto anche a chi è disoccupato oppure a chi, pur essendo attualmente occupato, desidera cambiare lavoro. Per i giovani e per i disoccupati il corso è gratuito in quanto è finanziato dalla Regione Lombardia. Questo primo corso sarà infatti limitato esclusivamente ai residenti in Lombardia. Presto estenderemo questa opportunità ad altre Regioni. Sarà invece a pagamento per quanti hanno un’occupazione.
Come è strutturato il corso?
Il percorso formativo prevede complessivamente 100 ore di corso distribuite in 8 settimane. Ciascuna settimana prevede due lezioni, una al lunedì e una al mercoledì. Alla fine le lezioni saranno 16. Si parte il prossimo 6 maggio per terminare il 26 giugno con la prova finale che darà diritto ad un attestato. E’ prevista una parte in aula e una qui da noi in sede che potremmo definire “pratica”. La parte in aula avverrà a Milano, presso la sede di Galdus, una delle migliori scuole professionali della Lombardia. Galdus si occuperà anche di tutti quegli aspetti che potremmo definire burocratici per permettere la partecipazione al nostro corso ma anche l’auspicabile ingresso nel mondo del lavoro, una volta conseguito l’attestato. Grazie alla presenza di Galdus è stato possibile ottenere il finanziamento della Regione Lombardia che garantisce che il corso sia gratuito per studenti e disoccupati.
Ci può fornire qualche dettaglio in più sul corso?
Certamente. Il corso è stato suddiviso in sei moduli. I primi due moduli, dopo una parte dedicata alla “storia” della bicicletta, saranno dedicati alla city bike. L’obiettivo è quello far conoscere ai corsisti quello che sarà il mezzo sul quale in futuro saranno chiamati a lavorare. Il terzo e il quarto modulo saranno invece dedicati all’alto di gamma. Parleremo di componentistica, di montaggio e smontaggio bici e naturalmente di manutenzione. Gli ultimi due moduli saranno infine dedicati al mondo e-bike. Parleremo di manutenzione ordinaria, straordinaria e diagnostica. Come detto tutti i moduli prevedono una parte in aula e una parte qui da noi in laboratorio. Il corso si chiuderà il 26 giugno con l’esame finale che consisterà nel montaggio e smontaggio di una bicicletta.
I corsi proposti serviranno per formare nuovi meccanici professionistiI corsi proposti serviranno per formare nuovi meccanici professionisti
Ogni corso prevede la presenza di docenti qualificati. Chi sono i docenti dei vostri corsi?
Mi fa piacere citarli. Si tratta di Nicola Viganò, di Alessandro Galimberti e di Alessandro Villa. Nicola Viganò è titolare del negozio Cicli Brianza e curerà i due moduli relativi alle city bike. Alessandro Galimberti, meccanico presso il negozio Joule Lab, sarà il docente dei due moduli relativi alle biciclette alto di gamma. Alessandro Villa, tecnico Myland, un marchio proprietario di RMS, curerà la parte relativa al mondo e-bike.
Non abbiamo ancora parlato di numeri. A quante persone è aperto il corso?
Abbiamo stabilito un numero massimo di 12 partecipanti. Vogliamo garantire a ognuno il massimo dell’attenzione. Chi uscirà dal nostro corso sarà un meccanico professionista, pronto per entrare nel mondo del lavoro. Anche per questo, abbiamo previsto un colloquio preliminare con ciascun aspirante corsista. Vogliamo essere certi che, visti i posti limitati, partecipino al nostro corso solo persone motivate.
Appuntamento a questo punto al prossimo 6 maggio con l’inizio del corso. Visti i numeri limitati i responsabili della Bicycle & Business Academy invitano chiunque fosse interessato a formalizzare il prima possibile la propria candidatura inviando una mail al seguente indirizzo: info@bbacademy.it
Angelo Furlan lo conosciamo tutti per le video lezioni, le preparazioni, la biomeccanica, le acrobazie e il suo darsi da fare a 360 gradi per il mondo del ciclismo. Quel che passa più inosservato è ciò che il vicentino, 13 stagioni da professionista sulle spalle, fa con i bambini e per i bambini, in un disegno complessivo che parla di pedagogia, educazione civica e tutela dell’ambiente. Nel momento in cui appare piuttosto complicato convincere i genitori a mettere i figli sulla bici, farsi raccontare la sua ricetta potrebbe essere di ispirazione anche per altri.
«Diciamo che sono quello che accende le scintille – sorride con il solito spirito da velocista – e poi mi defilo a fin di bene. Non voglio essere onnipresente o tuttologo, per cui faccio una sorta di centro di reclutamento e poi passo la palla alle società. Li prendo. Gli faccio vedere quanto è bella la bici. E poi so che qualcuno va a fare mountain bike, qualcuno bici da strada, qualcuno hip hop, altri si divertono a costruirsi i salti in giardino. So dove vanno, mentre io faccio un passo indietro».
La sua Bike Academy propone corsi settimanali estivi, raccontati come momenti di svago e non certo di scuola. Qualcosa che va oltre il centro estivo, ma porta i ragazzi a immergersi nella natura, a sperimentare la tecnica di base sulla bici, lavorare sull’equilibrio e sulla socializzazione. Il tutto con lo strumento del gioco, l’unico capace di catturare l’attenzione dei bambini.
Non solo bambini: qui Furlan lavora con Busatto prima del Tour de l’Avenir (foto Angelo Furlan 360)Non solo bambini: qui Furlan lavora con Busatto prima del Tour de l’Avenir (foto Angelo Furlan 360)
Come ti è venuta l’idea?
Mi è venuta a fine carriera, quest’anno festeggio il decimo anno. E’ stata una cosa fisiologica, figlia della mia esperienza. Ho iniziato a correre su strada a 16 anni venendo dalla BMX. Sono sempre stato un ciclista e ho dovuto scegliere la strada, senza mai essermi deciso del tutto, perché mi piacevano tutte le discipline. Così ho pensato che la cosa migliore perché tanto girare avesse un senso, era raccogliere tutte le cose positive che ho vissuto e metterle a disposizione di chi è pronto a partire per lo stesso viaggio.
I bambini?
Proprio loro, unendo al ciclismo la dimensione del gioco. Facciamo anche esercizi di ritmizzazione, insegniamo a cadere, vogliamo fare qualcosa di nuovo e accattivante. Mi sono immaginato l’Angelo bambino e quanto si sarebbe divertito facendo tutte le cose belle che si possono fare con la bici. Così è nata l’idea della Bike Academy, che è un propulsore buono di scintille.
In che modo la pubblicizzate?
Con il passaparola, lasciamo che siano gli altri a trovarci. Chi si trova bene ne parla bene. Solitamente parte un genitore che vuole dare un’esperienza di qualità, poi il bambino si appassiona. Nei corsi che faccio in Federazione, sono 10 anni che dico che questa è l’età più importante in cui essere formati e in cui servono istruttori formati. Vengono dal lunedì al venerdì e ci sono quelle che, in maniera molto triste, vengono chiamate progressioni didattiche, ma quello sono. La prima lezione, ad esempio, serve per imparare a cadere. Poi è tutto un evolversi di esperienze coordinative nascoste sotto il gioco.
Il primo passo è imparare a cadere, poi si può alzare il livello (foto Angelo Furlan 360)La Bike Academy è anche tecnica di guida: qui si supera un ostacolo in Mtb (foto Angelo Furlan 360)Saper leggere una mappa è utile per orientarsi, ma serve la bussola (foto Angelo Furlan 360)Il primo passo è imparare a cadere, poi si può alzare il livello (foto Angelo Furlan 360)La Bike Academy è anche tecnica di guida: qui si supera un ostacolo in Mtb (foto Angelo Furlan 360)Saper leggere una mappa è utile per orientarsi, ma serve la bussola (foto Angelo Furlan 360)
Che poi è il vostro slogan…
Esatto: otto ore di ricreazione al giorno. In realtà però fanno scuola di vita, scuola di bici, scuola di coordinazione, vivendo le esperienze che la nostra generazione aveva la fortuna di fare semplicemente giocando all’aria aperta. Proponiamo un insieme di attività che li fanno crescere a livello motorio, ma anche a livello esperienziale. Andiamo nel bosco, gli facciamo vedere il territorio in cui vivono e glielo facciamo conoscere e amare. Gli esercizi hanno tre gradi di difficoltà. Si chiamano Yellow, Green e Gold che vanno in base alle abilità dei ragazzi. Non devono essere campioni, anzi meglio se è la prima volta che si approcciano al mondo della bici.
L’agonismo resta fuori?
Non abbiamo la presunzione di formare atleti, anzi cerco di fermare sul nascere atteggiamenti troppo pressanti dei genitori, che potrebbero far passare ai bambini la voglia di andare in bicicletta. Il lunedì non parlano, non riescono a comunicare. Quando arrivano al venerdì, sono un fiume in piena dal punto di vista delle emozioni, ma anche della comunicazione tra loro, perché li stimoliamo veramente. Fanno almeno tre tipi di bicicletta, ma ogni anno cambiano i moduli. Un anno ci potrebbe essere l’arrampicata, l’anno dopo anche il golf. Cerco di spaziare su più campi motòri possibili, con un senso. C’è sotto una struttura ben definita.
Vista la diversità di livello, è possibile che un bambino faccia più di una settimana?
Non lo consiglio. Mio figlio, che ha 7 anni, sta facendo il corso di BMX, che è spalmato su tre mesi. Bene, quello che lui fa in tre mesi, alla Bike Academy lo farebbe in un giorno. Il nostro corso è spalmato su 8 ore al giorno, due settimane sarebbero un impegno troppo gravoso. La Bike Academy non è un centro estivo. E’ un concentrato di esperienze sensazionali: se fai anche la seconda settimana, cosa mai potrebbe stupirti andando a fare ciclismo in una società giovanile?
Ci sono le Mtb, le Bmx e anche la bici da strada: il sorriso è sempre lo stesso (foto Angelo Furlan 360)Nel bosco in notturna: la settimana si vive nel segno dell’avventura e dello stare insieme (foto Angelo Furlan 360)Ci sono le Mtb, le Bmx e anche la bici da strada: il sorriso è sempre lo stesso (foto Angelo Furlan 360)Nel bosco in notturna: la settimana si vive nel segno dell’avventura e dello stare insieme (foto Angelo Furlan 360)
Deve essere una settimana indimenticabile da cui spiccare il volo?
Esattamente. Proponiamo esperienze talmente alte, che non ha senso abbassare il livello per durare più giorni. L’anno scorso mi sono buttato dentro un laghetto con la bici, è una sorta di Wonderland, ma in realtà alle spalle di ogni attività ci sono dei docenti formati, anche ridono e scherzano. E’ una settimana molto compressa, ma anche molto ampia dal punto di vista delle emozioni.
E’ fuori luogo immaginare una formula da spalmare su un periodo più lungo?
Andremmo a fare concorrenza alle associazioni sportive, che noi invece vogliamo aiutare facendogli arrivare nuovi bambini. E soprattutto, il sottoscritto non avrebbe tempo di seguirla. Una delle cose cui tengo, almeno finché il fisico mi sosterrà, è che nella Bike Academy di Angelo Furlan deve esserci Angelo Furlan. Non deve portare solo il nome, solo così puoi trasmettere la tua esperienza, chiaramente con un pool di 20 collaboratori. Il rapporto massimo è di un istruttore per 8 bambini, non di più. C’è una sorta di numero chiuso, anche perché l’organizzazione è impegnativa.
Anche logisticamente?
E’ quasi come organizzare un piccolo Tour de France, perché anche noi siamo itineranti. Abbiamo furgoni e rimorchi, ci spostiamo anche in natura e nel giro di un quarto d’ora tiriamo su il Villaggio Bike Academy. Montiamo e smontiamo, per cui sarebbe abbastanza impegnativo da fare per tutto l’anno.
La felicità nel correre verso la propria bici nel tracciato di Bmx (foto Angelo Furlan 360)Educazione alimentare: lo spuntino con una carota e ognuno pulisce la sua (foto Angelo Furlan 360)La felicità nel correre verso la propria bici nel tracciato di Bmx (foto Angelo Furlan 360)Educazione alimentare: lo spuntino con una carota e ognuno pulisce la sua (foto Angelo Furlan 360)
Credi sia un format esportabile nelle scuole?
Nelle scuole mediamente vado spesso e ne faccio una decina ogni anno. Non si tratta di fare pubblicità alla Bike Academy, ma parlo per far capire ai ragazzini quanto sia bello andare in bicicletta. Cerco anche di stimolare gli insegnanti perché portino i ragazzi a fare ciclismo, ma in dieci anni che facciamo queste cose, grossi cambiamenti non li ho visti.
Hai parlato di istruttori formati, cosa intendevi?
Per lavorare con i bambini serve un pool di professionisti. Bisogna far passare il messaggio che chi allena i giovanissimi deve conoscere almeno i rudimenti della psicopedagogia. Deve sapere come lavorare sulla coordinazione oculo manuale, ovviamente non spiegandola ai bambini in termini scientifici, però magari facendoli giocare lanciandogli una pallina. Il tecnico che lavora con i bambini deve essere anche un educatore e un animatore. Altrimenti, se non sei interessante, dopo tre secondi ti scaricano. E forse per questo pochi vogliono o sanno farlo.
Quanto costa fare la Bike Academy?
Anche noi abbiamo bisogno degli sponsor. Ci sono tante belle persone qui in giro, imprenditori che ci sostengono. Amici che vedono il progetto, mettono il nome della loro azienda, ma di base vogliono aiutarci. Solo con le iscrizioni, non potrei fare questa qualità e non potrei pagare gli istruttori. La Bike Academy costa molto di più di un centro estivo, anche se molto meno rispetto al modello americano. Il prezzo è intorno ai 350 euro a settimana, che è molto più dei 30 euro del centro estivo comunale. Quando però vengono, si rendono conto della differenza. Noi gli diamo le biciclette, i completini e i caschi. Alla fine fanno una festa con le premiazioni. E’ dura anche per lo staff lavorare con i ritmi serrati, ma se vuoi lasciare qualcosa di buono, bisogna lavorare con questa qualità.
A ruota del maestro nel percorso della pista. Si provano tutte le bici (foto Angelo Furlan 360)A ruota del maestro nel percorso della pista. Si provano tutte le bici (foto Angelo Furlan 360)
Sai se qualcuno dei bambini che sono passati da te in questi 10 anni ha continuato nel ciclismo?
Sì, ce ne sono. Fra i primi che hanno iniziato, che avevano 5-6 anni nel 2013, c’è qualcuno è esordiente o anche allievo. Ci sono stati ragazzi venuti da me a fare il bike fitting, che erano partecipato alla Bike Academy. Un grande buco è che a molti di loro piacerebbe fare mountain bike, ma la categoria allievi della mountain bike è inesistente, proprio non ci sono società.
Quali sono le soddisfazioni?
Quando i genitori mi mandano le foto dei figli che si sono fatti la pista di mountain bike in giardino. Oppure quando li portiamo per cinque ore nel bosco, magari a 500 metri dalla strada, ma per loro siamo in un posto sperduto. Quando vengono fuori delle dinamiche di gruppo incredibili. Si dice che il ciclismo sia uno sport individuale, invece loro si aiutano. Non c’è discriminazione, né dal punto di vista sociale né delle abilità. Alcuni bambini che sono dei Brumotti, altri magari hanno appena iniziato e li vedi che si aiutano tra loro in maniera del tutto fisiologica, senza che noi gli diciamo qualcosa. Per cui anche il sentire un po’ di fatica, senza bruciarli ovviamente perché non saremmo coerenti con quello che diciamo, fa venire fuori la parte più bella di loro.
Quando poi fai il passo indietro e li affidi alle società sportive, fai una sorta di passaggio di consegne?
Certo, di fatto i “miei” bambini non li abbandono mai.
Da un post su Facebook di Angelo Furlan, un viaggio nella testa del velocista. L'adrenalina. Gli occhi dietro. Gli avversari. La bestia che rimane dentro
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