EDITORIALE / Tre giorni a Italian Bike Festival, tra festa e spunti

16.09.2024
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MISANO ADRIATICO – E’ stato un weekend di lavoro intenso ed eccitante, reso ancora più frenetico dalla pioggia che ha dimezzato le attività del venerdì, costringendo tutti a comprimere le proprie attività nel tempo rimasto. La settima edizione di Italian Bike Festival, la terza nell’area dell’autodromo dedicato a Marco Simoncelli, ha battuto ancora una volta i suoi record. E se è vero che in apparenza l’affluenza di ieri è parsa leggermente inferiore rispetto a quella del sabato, resta il fatto che gli stand delle aziende sono stati presi d’assalto da un fiume di appassionati. I numeri diffusi dall’organizzazione parlano di 57.000 visitatori, il 7,5% in più rispetto allo scorso anno

Il nostro team alla fine di IBF. Da sinistra: Alberto, Emiliano, Luciano, Teresina, Federica, Filippo, Enzo e Stefano
Il nostro team alla fine di IBF. Da sinistra: Alberto, Emiliano, Luciano, Teresina, Federica, Filippo, Enzo e Stefano

Dai social al nostro salotto

Ci siamo accorti del fermento attraverso gli occhi dei social, che ci hanno invitato e spinto a realizzare un’attività più intensa del solito, per raccontare il tanto che avveniva intorno. Esibizioni. Incontri. Esperienze. Scoperte tecniche. E’ stata una fiera viva, non una semplice esposizione. Una… creatura gigantesca capace di accogliere la curiosità degli appassionati che sin dalle prime ore del mattino si ritrovavano assiepati fuori dai cancelli.

Ci siamo presentati a Misano con lo splendido pullman nero dai divanetti bianchi che sulla fiancata ha visto aggiungersi al logo di bici.PRO anche quello di bici.STYLE. Uno stand bellissimo e originale, costruito in collaborazione con Tresca Trasformer, con Marina Romoli Onlus e con il Caffè Gabelò. Una piccola oasi, in cui sedersi per scambiare opinioni, rivedere amici e campioni e alzare i calici a fine giornata. E proprio con gli occhi degli agonisti e al contempo quelli degli appassionati di uno stile di vita silenzioso e salutare, i nostri giornalisti hanno macinato chilometri e parole per raccogliere il bello di IBF 2024.

Un mercato eterogeneo

«L’Italian Bike Festival – ragiona Alberto Fossati – si conferma un’esposizione di riferimento non solo della bicicletta, ma anche del turismo. E’ un aspetto che riscontro ormai da tre anni. Prima era un evento molto più rivolto al mezzo meccanico e a tutto quello che vi ruota intorno. Ora c’è di più e non mi riferisco solo al cicloturismo, ma anche a quanto i comprensori delle varie regioni e dei vari territori investono proprio verso la bicicletta riconoscendola come un veicolo di promozione. Questo sicuramente è un primo discorso. A IBF si riconosce anche l’interpretazione europea dello sport outdoor per eccellenza.

«Per molte aziende infatti il ciclismo è un banco di prova importantissimo, perché ha tanti utenti di fasce diverse. A partire dall’agonista fino a chi è semplicemente appassionato e pedalicchia per diletto. Si nota una grande crescita di tutto quello che è legato alle cargo bike e le e-bike. Se queste hanno delle radici ormai profonde, le cargo bike invece stanno per arrivare in diverse formulazioni, che permettono diverse scelte e di riflesso diversi utilizzi.

«Quello che invece, a mio parere, forse manca all’Italian Bike Festival è un pizzico di internazionalità che forse meriterebbe, per allargare ulteriormente il parco dei visitatori. Credo che gli investimenti futuri che l’organizzazione dovrebbe prevedere, a mio parere ovviamente, dovrebbero vertere soprattutto sul dare internazionalità all’evento».

Di gravel e pubblico

«Avendo smesso ormai definitivamente di fare gare – spiega Filippo Lorenzon – la mia mente si è aperta e ha recepito tante differenze. Per me prima la bici era quella da strada per correre o la bici da mountain bike da cross country. Invece ho visto tante altre cose, su tutte la grande varietà di gravel e la voglia di provare qualcosa di diverso. Ad esempio, dopo tanti anni, una bici in acciaio con geometrie diverse e con disegni diversi.

«Mi è piaciuta la gente, tanta, che ho visto nei due giorni. Tante donne e tanti bambini e, soprattutto il sabato, un pubblico non solo tecnico. C’erano anche tanti curiosi, però forse dipende anche dal fatto che fossimo in Romagna, dove c’è grande movimento. Una cosa che mi è dispiaciuta? Non aver fatto i test in pista, che sono uno degli aspetti più interessanti di Italian Bike Festival».

All’Italian Bike Festival con papà: scene come questa erano molto frequenti: sempre più la bici è un affare di famiglia
All’Italian Bike Festival con papà: scene come questa erano molto frequenti: sempre più la bici è un affare di famiglia

La bici tutti i giorni

«Mi è piaciuto il clima di collaborazione – racconta Stefano Masi – che si respirava tra i vari stand. I sorrisi, lo scambio di opinioni, l’intrattenimento. Tutto quello che c’è stato è stato fatto sempre col sorriso, sia con gli utenti, ma anche tra gli stessi addetti ai lavori. Mi ha impressionato in positivo la presenza di tantissime declinazioni della bici, dalla strada al gravel, tantissimo fuoristrada, ma anche molte bici urban, elettriche e cargo.

«Questa diversità mi fa capire e anche sperare che ci sia atto una rivoluzione nel senso di usare sempre più la bici per ogni momento della giornata. Il popolo di Misano mi ha dato proprio l’impressione di voler far diventare la bici il centro dei suoi spostamenti e della sua mobilità».

La bici gialla e la maglia di Pogacar, che proprio ieri ha vinto a Montreal
La bici gialla e la maglia di Pogacar, che proprio ieri ha vinto a Montreal

I bastoni fra le ruote

Italian Bike Festival da una parte è il bello della bicicletta, coniugata e declinata in ogni splendore possibile. Dall’altra però è dover fare i conti con un momento di mercato che nell’estate, al netto di poche eccezioni, ha conosciuto un rallentamento. Tanti vorrebbero spingere sulla bici come mezzo di locomozione ecologico e silenzioso e si ri trovano invece davanti la proposta del Governo di cancellare anche le corsie ciclabili delimitate da una semplice riga di vernice.

La bicicletta, soprattutto quella a pedalata assistita, ha tutti i requisiti di legge per poter essere… affrontata con gli stessi parametri di un’auto o una moto. Può essere finanziata e anche noleggiata a lungo termine, con la possibilità di scaricare le spese del noleggio. Eppure gli incentivi statali continuano a concentrarsi sulle auto e le politiche del traffico tendono a privilegiare le quattro ruote, che uccidono le città e non risparmiano i ciclisti.

In casa Abus usano una moletta per tagliare un lucchetto, che però non cede. E quando cede, non si apre…
In casa Abus usano una moletta per tagliare un lucchetto, che però non cede. E quando cede, non si apre…

Vietato tradire IBF

Servirebbe un cambio di civiltà, che negli stand di Italian Bike Festival è già scattato da un tempo, mentre giusto ieri al Salone dell’Auto di Torino, un pilota ha perso il controllo della sua auto da rally ed è finito tra la folla, provocando 12 feriti. Se non vi è chiara la differenza, forse non siamo abbastanza bravi nello spiegarla, oppure abbiamo di fronte persone che non vogliono ascoltare.

Un’ultima annotazione sulla formula di IBF. La pioggia ha rischiato di renderlo meno felice, ma mai e poi mai scambieremmo la festa di Misano con l’ipotesi che la stessa venga trasferita nei padiglioni coperti e ovattati di una fiera al coperto.

Italian Bike Festival è uno spettacolo di strada, perché il ciclismo è uno sport di strada. Portarlo via dal suo habitat significa perderlo. Lo sanno bene Francesco Ferrario e tutto il suo team: speriamo che resistano alla tentazione di mettere un tetto fra noi e lo splendido cielo del ciclismo.

“Ciak si Giro”: il “daily podcast” di Scott Italia e bici.PRO

05.05.2023
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Arriva il Giro d’Italia e la filiale italiana di Scott, seguendo scrupolosamente il “filo” della propria esperienza nel campo dei media, introduce e lancia uno speciale podcast quotidiano 100% dedicato alla corsa rosa. E per farlo in maniera ottimale, ha chiesto a noi di bici.PRO l’attivazione di una specifica collaborazione editoriale finalizzata a questo singolo progetto.

«Lo abbiamo chiamato “Ciak si Giro” – dice Nicola Gavardi, pr & Communication Manager Scott Italia – e il risultato è un nuovo podcast quotidiano che abbiamo voluto realizzare in collaborazione con gli inviati di bici.PRO in occasione del prossimo Giro d’Italia. In arrivo, a beneficio di tutti gli appassionati e per le tre prossime settimane di gara, da sabato 6 a domenica 28 maggio, una selezione di news, di curiosità, di cronaca dalla corsa e di focus tecnici direttamente dal cuore della carovana rosa».

Marco Aurelio Fontana, ambassador Scott, in sala registrazione
Marco Aurelio Fontana, ambassador Scott, in sala registrazione
Nicola, come nasce l’idea di seguire il Giro con un podcast quotidiano come questo?

La nostra azienda crede moltissimo nei nuovi media e nella comunicazione condivisa attraverso i social network. Pensate, i primi podcast e il canale di Scott Italia lo abbiamo attivato ben tre anni fa… nel 2020, appena usciti dall’emergenza pandemica più feroce. Nel frattempo abbiamo prodotto contenuti audio su nostri singoli prodotti legati al bike, ma anche al mondo neve e al running. Siamo un’azienda che produce, distribuisce e vende articoli sportivi, ma non vi nascondo che ci stiamo muovendo moltissimo nel creare e produrre contenuti quasi fossimo una vera e propria media company…

Il Giro d’Italia: un evento importante per voi, con il team DSM in corsa…

Maggio è sinonimo di Giro. E noi non potevamo non celebrarlo alla grande, con una serie continua e costante di contenuti di qualità. Affidarci alla voce sul campo degli inviati di bici.PRO è stata una scelta facile e al tempo stesso entusiasmante. E poi quest’anno una delle tappe più belle si correrà lungo le nostre strade, quelle bergamasche… Non vediamo l’ora di seguirla e di tifare per tutto il gruppo dei corridori, non soltanto per i nostri beniamini del team DSM.

Come e dove sarà possibile seguire il podcast “Ciak si Giro”?

Semplice. Sarà presente su tutte le principali piattaforme dedicate: da Spotify a Google Podcasts, passando per Apple Podcasts. Il massimo per poter offrire agli appassionati di ciclismo la fruizione più ampia. Non vediamo l’ora di immergerci nel clima magico e coinvolgente del Giro. E questo progetto editoriale ci stimola moltissimo. In fondo, il Giro d’Italia è anche la storia del nostro Paese, e contribuire a raccontare giorno-dopo-giorno l’evento sportivo ci farà vivere la corsa come se davvero ne facessimo parte.

Nicola Gavardi (pr e Communication Manager Scott Italia)
Nicola Gavardi (pr e Communication Manager Scott Italia)
Tornando al team DSM… si parte dall’Abruzzo con quali velleità?

Ho letto il roster della squadra. Si andrà sicuramente all’attacco, giorno per giorno, puntando appunto ai traguardi di giornata. Per quanto riguarda gli uomini veloci, sarebbe bellissimo se Alberto Dainese replicasse il successo dello scorso anno colto sul traguardo di Reggio Emilia. Noi siamo… di parte, e dunque facciamo il tifo per lui!

“Ciak si Giro” è un podcast di Scott Sports Italia realizzato in collaborazione con bici.PRO. La cura editoriale è di Nicola Gavardi, Enzo Vicennati, Filippo Lorenzon e Alberto Fossati. La producer e il sound design sono di Alessandra Belotti.

Scott Italia

EDITORIALE / Il ciclismo torni luogo del rispetto

17.10.2022
5 min
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Due anni sono lunghi 6.365 articoli. Oggi bici.PRO spegne la seconda candelina e lo fa alla fine di una stagione di ciclismo impreziosita dai ragazzi della pista e le loro medaglie. Il team azzurro capitanato da Marco Villa, che ha raccolto attorno a sé una serie di ottime professionalità, ha cambiato decisamente passo, al punto che il tecnico azzurro ha storto leggermente il naso per il secondo posto del quartetto, che in 14 mesi ha portato a casa l’oro olimpico, un oro e un argento mondiale. Siamo tornati a casa da Parigi con 4 ori e 3 argenti.

L’insoddisfazione dei numeri uno è parte della loro forza, la benzina che li spinge ad andare avanti. Ma proprio mentre abbiamo ammirato l’insaziabilità dei nostri campioni, abbiamo nuovamente toccato con mano la deriva di certi tifosi, pronti a osannare e poco dopo a massacrare sui social i campioni che li hanno probabilmente delusi. La stessa esperienza che, con l’aggiunta delle connotazioni razziste e uscendo dall’ambito del ciclismo, ha vissuto Paola Egonu: divinità del volley femminile finché ci ha trascinato alla vittoria, bersaglio di osservazioni becere quando l’altra sera non c’è riuscita.

Villa ha saputo raccogliere attorno a sé un grande pool di tecnici che hanno rilanciato con lui il ciclismo su pista
Villa ha saputo raccogliere attorno a sé un grande pool di tecnici che hanno rilanciato con lui il ciclismo su pista

Ganna su e giù

I social hanno aperto il recinto e la mandria s’è messa a correre. Si può fingere di non aver letto, si può anche non leggere. Il guaio è che c’è sempre qualcuno che riferisce e lo fa spesso senza leggere, limitandosi al titolo social dell’articolo. In questo modo il commento del fanatico di turno, che a sua volta non ha letto nulla ma ha una gran voglia di affermare il suo ego, assume la stessa valenza dell’articolo ragionato e il sistema va in tilt.

Subito dopo il record dell’Ora, Ganna si è puntato le dita al petto e nelle dichiarazioni a caldo e poi sui social ha parlato chiaramente del gusto di tappare la bocca a chi lo aveva dato per finito e voleva che chiudesse anzitempo la stagione.

Il record chiaramente lo ha riportato ai vertici della popolarità, l’argento nel quartetto invece ha rimescolato le carte. Qualcuno lo ha dato nuovamente per finito. Sono state criticate le scelte tecniche. E si è buttato nel mezzo il fatto, assolutamente fuori luogo, che durante la stagione non abbia vinto delle classiche. Badate bene: critiche distruttive dopo il secondo posto nel campionato del mondo. Se l’argento viene vissuto come un fallimento, forse c’è qualcosa che non va alla base.

L’atleta che si mette in gioco, pur forte fisicamente, vive fragili equilibri che richiedono grande rispetto
L’atleta che si mette in gioco, pur forte fisicamente, vive fragili equilibri che richiedono grande rispetto

La dignità degli sconfitti

Giorni fa, Andrea Agnelli si è scusato per la sconfitta della Juventus a Tel Aviv. Forse sfugge che la sconfitta fa parte del gioco e serve uno che perde affinché l’altro possa vincere. E’ di solito una ruota che gira, ma siccome si valutano gli atleti sulla base dei loro stipendi, se guadagni tanto, non ti è concesso di essere umano e perdere. Pertanto, allo stesso modo in cui schiere di esperti ci spiegano ogni giorno che i disordini nelle curve degli stadi derivano anche da difficoltà sociali che trovano a questo modo la valvola di sfogo, allora forse c’è da pensare che i social siano le curve del ciclismo.

Perciò, ottenuto il record dei record a Grenchen, Ganna è tornato sul patibolo per l’argento del quartetto e appena il giorno dopo è ridiventato gigante con l’inseguimento individuale e il relativo record del mondo.

Il mondiale delle azzurre nel quartetto è il chiaro segno che il processo va avanti
Il mondiale delle azzurre nel quartetto è il chiaro segno che il processo va avanti

Il pubblico del ciclismo

Il pubblico del ciclismo è un’altra cosa. Ci sono stati tifosi che hanno voluto più bene a Gianni Bugno per le sue sconfitte che per le sue vittorie. C’è gente che ancora oggi porta sulle salite striscioni inneggianti a Pantani. Non si era mai vista una tale mole di odio, che probabilmente deriva dall’approccio che altri media hanno col ciclismo.

Se scrivi i tuoi articoli con lo stesso passo dello scandalismo miope del calcio, se distorci le dichiarazioni degli atleti e le pieghi alla tua voglia di fare baccano, ci sta che il pubblico ti segua su quel terreno che parla alla pancia e non al cuore o al cervello. I clic contano, però mai quanto la possibilità di guardare negli occhi la gente il giorno dopo.

Il pubblico del ciclismo rispetta gli atleti, quello delle tastiere spesso sulle strade non ci va nemmeno
Il pubblico del ciclismo rispetta gli atleti, quello delle tastiere spesso sulle strade non ci va nemmeno

La nostra storia

Ebbene, 6.365 articoli dopo, noi di bici.PRO rivendichiamo con orgoglio la consapevolezza di non averlo mai fatto. Siamo partiti per parlare di ciclismo e approfondirlo per quello che eravamo, siamo e saremo capaci di fare. Un piccolo nucleo di gente che ci ha creduto, come pochi e sognatori erano i ragazzi attorno a Villa e Viviani all’inizio della loro avventura in pista. Siamo cresciuti. Sono arrivate forze nuove e ottime competenze. E per tutti la regola è quella del rispetto. Noi siamo dalla parte dei corridori. Però li invitiamo a leggere. Meglio discutere per un’idea, che per qualcosa riferito da altri con troppa fretta. Solo così le vere differenze verranno a galla. E tanti auguri a noi.

bici.PRO e Dopogara: una collaborazione… naturale

07.12.2021
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Si chiude la stagione 2021 e la collaborazione tra la nostra testata e Dopogara è sempre più forte. Con il comune denominatore di fornire al pubblico – ai lettori, per quanto ci riguarda – il massimo della qualità. Nata da un’idea di Daniele Zanatta, Dopogara rappresenta oggi un vero e proprio punto di riferimento nel settore dell’abbigliamento da riposo. Produce capi personalizzati per società sportive, organizzatori di manifestazioni ed eventi ciclistici. I punti di forza? Enorme qualità dei materiali con i quali sono realizzati i capi, produzione 100 per cento italiana ed una personalizzazione originale, ma sempre elegante…

Il nostro Alberto Dolfin con i ragazzi che hanno conquistato l’oro nell’inseguimento a squadre
Il nostro Alberto Dolfin con i ragazzi del quartetto olimpico

Parla Daniele Zanatta

«In tutti questi anni di intensa attività nel mondo del ciclismo, sia amatoriale che professionistico, con il nostro lavoro abbiamo sempre voluto sostenere l’attività del movimento italiano. Reputando questa attenzione utile a far conoscere sempre più il nostro marchio. La nostra conoscenza approfondita dei materiali utilizzati per creare le diverse collezioni ha determinato col passare del tempo la grande considerazione che Dopogara ha successivamente ottenuto nel mondo delle due ruote. La cura del design, unitamente allo studio di modelli specifici e alla produzione 100% Made in Italy, garantiscono un comfort ed uno stile inconfondibile».

Anche le ragazze del Team 1971 vestono Dopogara
Anche le ragazze del Team 1971 vestono Dopogara

Qualità tutta italiana

Tra le tante collaborazioni in atto, vale la pena ricordare che Dopogara ha fornito quest’anno l’abbigliamento per il tempo libero (felpa e polo) a tutto lo staff del UAE Tour. La gara internazionale WorldTour ben organizzata da Rcs Sport ed andata in scena negli Emirati Arabi a fine febbraio (vittoria di Tadej Pogacar). Inoltre, lo stesso brand veneto ha realizzato e prodotto una felpa personalizzata appositamente (foto di apertura) per il Fan Club di Filippo “Top” Ganna.

Grazie al “know-how” sul prodotto acquisito negli anni, soprattutto sui materiali impiegati per la realizzazione, Zanatta tramite Dopogara ha ideato diverse collezioni di successo. La cura del design, unito allo studio di modelli specifici per garantire un comfort ottimale appena terminate le competizioni (tra queste felpe, pantaloni, giacche SoftShell, polo, t-shirt, gilet e altri accessori), sono un “must” irrinunciabile per moltissimi corridori. Come lo è anche per lo staff di giornalisti di bici.PRO, che con grande soddisfazione ha – meglio, abbiamo… – indossato sui campi di gara italiani, europei e nel mondo: contando grandi Giri, Classiche e Olimpiadi di Tokyo!

Dopogara

Gruppo ,Cesenatico, Porto Canale, Giro d'Italia 2020

EDITORIALE / Buon compleanno, bici.PRO

18.10.2021
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Questa è la storia di un viaggio iniziato un anno fa. Il Giro d’Italia 2020 entrava nel vivo. Filippo Ganna aveva appena vinto la crono di Valdobbiadene, Almeida era ancora in rosa e l’indomani Tao Geoghegan Hart avrebbe posto a Piancavallo la prima pietra per la vittoria. Nell’hotel La Rosina di Marostica con un clic e un brindisi allo scoccare della mezzanotte, con questa stessa foto di apertura che ritrae il gruppo in partenza da Cesenatico, venne alla luce bici.PRO

Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020, Valdobbiadene
bici.PRO è andato online nella notte della crono di Valdobbiadene del Giro d’Italia 2020
Filippo Ganna, Giro d'Italia 2020, Valdobbiadene
bici.PRO è andato online nella notte della crono di Valdobbiadene del Giro 2020

La nostra casa

E’ passato un anno. Siamo nati durante il Covid, quando il mondo era chiuso e le prime riaperture stavano appena riportando il ciclismo sulle strade. Folle intraprendere una nuova iniziativa in quei giorni o la mossa migliore? Forse all’inizio avremmo impiegato qualche minuto per rispondere, oggi indichiamo senza dubbio la seconda opzione: è stata la mossa migliore. Si poteva scegliere di rannicchiarsi nell’attesa, invece siamo andati in fuga. Come tutte le aziende del settore che durante la chiusura hanno investito e acquistato e ora sono in vantaggio su chi si è lasciato intimidire.

Vout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Julian Alaphilippe, caduta moto, Giro delle Fiandre 2020
Questa caduta di Alaphilippe ha deciso il Fiandre 2020? C’era da parlarne, non ci sono episodi che non meritino approfondimenti
Vout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Julian Alaphilippe, caduta moto, Giro delle Fiandre 2020
Questa caduta di Alaphilippe ha deciso il Fiandre 2020? C’era da parlarne, non ci sono episodi che non meritino approfondimenti

Chilometro 162, la società editrice alle spalle del magazine nacque il 6 agosto 2020, fra la Strade Bianche e la Sanremo. Giorni di grande fervore. Per le corse da un lato e per l’amico Francesco Pelosi dall’altro, che con la sua Suntimes disegnava la struttura della nuova… casa seguendo le indicazioni ricevute.

Volevamo un magazine di fruibilità immediata. Elegante. Che permettesse di pubblicare foto grandi anche su dispositivi mobile. Che ci permettesse l’approfondimento del mensile per più volte al giorno. E ci consentisse di giocare anche in modo interattivo con le piattaforme social più diffuse. Caratteri. Grafica. Tipografia. Plugin. Template. Seo. Lo sguardo severo e insieme bonario di Lucia. La disponibilità di Emilio. In breve il mondo intorno a noi cambiò e ci imbarcammo nella più bella avventura professionale dopo anni di anni sempre uguali.

Con Alberto Dolfin da Tokyo abbiamo raccontato il fantastico oro degli azzurri del quartetto
Con Alberto Dolfin da Tokyo abbiamo raccontato il fantastico oro degli azzurri del quartetto

Il nostro stile

Una volta disegnata la struttura, la palla è passata alla redazione. Nessuna porta chiusa. Il ciclismo è un mondo vastissimo. Dalle parole di qualsiasi corridore nascono spunti per approfondimenti su temi tecnici, di alimentazione, salute, allenamento. Ogni attore sulla scena è portatore di storie e idee, ogni atleta è un gigante.

Volevamo passare dalla dimensione dei soliti nomi alla pluralità del gruppo, sfuggendo alla logica dei comunicati copiati e incollati, rifiutando la copertura frenetica di ogni notizia che altri fanno meglio di noi.

Non siamo nati per distruggere altri siti o per sotterrarli, come invece qualcuno si vanta di aver fatto. La terra è sotto piedi ben saldi che anche oggi, come ogni giorno da un anno a questa parte, sono già in cammino dalle prime luci dell’alba.

La Roubaix di Colbrelli, dopo l’europeo e l’italiano… Spunti a non finire in un anno di strepitoso ciclismo italiano
La Roubaix di Colbrelli, dopo l’europeo e l’italiano… Spunti a non finire in un anno di strepitoso ciclismo italiano

La nostra squadra

La squadra si è andata formando e ancora cambierà forma. Al fianco dei tre fondatori – Emiliano Neri, Luciano Crestani ed Enzo Vicennati – lavorano ogni giorno con passione Filippo Lorenzon dal suo borgo in Sabina. Gabriele Gentili e Giada Gambino dalla Sicilia. Umberto Toscanelli dalla Val d’Aosta. Simone Carpanini dall’Emilia e Gabriele Bonetti e Dalia Muccioli dalla Romagna. Stefano Masi dalla Lombardia e Alberto Dolfin dal Piemonte. Matteo Capobianchi da Roma e Carlo Alberto Melis dalla Sardegna.

La prima intervista con Elisa Balsamo proprio sul nascere di bici.PRO e poi fino a Leuven. Vittoria doppia…
La prima intervista con Elisa Balsamo proprio sul nascere di bici.PRO e poi fino a Leuven. Vittoria doppia…

Da pochissimo si sta sperimentando con noi anche Rossella Ratto, atleta azzurra laureata in Scienza dell’Alimentazione, che al momento di appendere la bici al chiodo, disse proprio al nostro Carpanini di volersi provare come giornalista. Era il 16 settembre, dieci giorni dopo abbiamo pubblicato il suo primo articolo, il terzo è andato online giusto ieri. Probabilmente questa scheggia di vita vissuta è l’esempio di come la voglia di fare, la capacità di farlo e di imparare siano la chiave d’accesso a un mestiere bellissimo ma per niente facile.

Con noi sin dal primo giorno, Roberto e Luca Bettini e tutti i fotografi della loro bettiniphoto.net, da Ilario Biondi a Dario Belingheri e Tommaso Pelagalli, ci hanno permesso di avere una copertura straordinaria dalle strade di tutto il mondo.

Qualcuno si è fermato lungo il cammino, davanti a difficoltà nel sostenere una vita ad alta velocità e i ritmi, la preparazione e le esigenze di un lavoro che non fa sconti. A loro va comunque il nostro abbraccio e la gratitudine per aver camminato al nostro fianco.

E a Leuven con la vittoria di Ganna nella crono si è come chiuso un cerchio: con lui abbiamo iniziato, da lui si riparte alla grande
E a Leuven con la vittoria di Ganna nella crono si è come chiuso un cerchio

Il vostro mondo

Punto Pro (.PRO) più che il nome di un dominio è uno stile di vita e un modo di lavorare che domani si estenderà anche agli altri ambiti che affronteremo. Storie. Tecnica. Approfondimenti. Corse. Viaggi. Incontri. Tutto ciò che è agonismo abita in queste pagine, qualsiasi sia la specialità, qualsiasi l’ispirazione.

Vi abbiamo raccontato i grandi nomi e anche i più piccoli. Abbiamo aperto le porte del ciclismo femminile, della pista e del cross senza la pretesa di essere i primi o i migliori. Altri c’erano prima di noi, altri verranno dopo.

Abbiamo però il nostro stile e il nostro rigore che rivendichiamo con orgoglio. Tutto questo ci ha portato a pubblicare finora 3.151 articoli. Ogni giorno a partire dalle 8,30, poi ogni due ore. E nel mezzo quel curiosare imperterrito fra le novità del mercato, componendo e scomponendo vetrine mai uguali a se stesse.

Pogacar Merckx 2021
Il ciclismo è il posto più bello in cui essere giornalisti, con incontri indimenticabili fra leggende. Qui Merckx e Pogacar
Pogacar Merckx 2021
Il ciclismo è il posto più bello in cui essere giornalisti, con incontri indimenticabili fra leggende. Qui Merckx e Pogacar

E’ il nostro mondo ed è anche il vostro. Nello spegnere la prima candelina ci stringiamo forte alla comunità che si è formata e si sta consolidando con numeri sempre crescenti. E con una stretta di mano alle aziende che prima per la fiducia e l’amicizia e ora per quegli stessi numeri hanno scelto di camminare con noi sulle infinite e bellissime strade del grande ciclismo.

Buon compleanno a bici.PRO. E buona settimana a tutti voi.

EDITORIALE / Quattro giorni all’Apertura: bici.PRO vola a Tokyo

19.07.2021
3 min
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Il 23 luglio alle 13 ora italiana, Elia Viviani sfilerà con la bandiera tricolore nella Cerimonia di Apertura delle Olimpiadi di Tokyo. Doveva già essere accaduto tutto, ma il Covid ha riscritto la storia e i Giochi ci sono finiti in mezzo.

Un segno di ripresa

Quando decidemmo di lanciare bici.PRO, meno di un anno fa, nessuno sapeva che cosa sarebbe successo alle nostre vite e tantomeno al ciclismo. Le corse erano sulla porta di una timida ripresa, le cancellazioni sovrastavano le conferme, le aziende tenevano chiusi cancelli e programmi. Le Olimpiadi erano un pensiero lontano. Poi il motore ha ripreso a girare. Sia pure in modo controverso è tornata la libertà. Gli europei di calcio hanno reso più dolce l’inizio dell’estate, ma adesso si va in Giappone per fare sul serio.

Il Tour, terzo evento sportivo per importanza dopo Olimpiadi e mondiali di calcio, si è consegnato nuovamente a Pogacar. Da oggi e per le prossime tre settimane, tutti i riflettori saranno puntati sul palcoscenico più importante, quello che dà un senso allo sport e consegna i campioni all’eternità. Nel salutare gli azzurri in partenza per Tokyo abbiamo voluto vedere il segno della ripresa, minacciata da varianti e comportamenti illogici dei nostri politici, ma pur sempre una ripresa.

Il Tour è il terzo evento sportivo al mondo ed è stato l’ideale apertura verso le Olimpiadi: il primo
Il Tour è il terzo evento sportivo al mondo ed è stato l’ideale apertura verso le Olimpiadi: il primo

Il nostro stile

Per noi di bici.PRO ogni giorno e ogni corsa sono stati un banco di prova. Racconto. Approfondimento. Temi. Storie. Analisi. Incontri. Tecnica. Ricerca del giusto equilibrio. Rapporto coi lettori. Non c’è un particolare che abbiamo lasciato cadere o almeno lavoriamo ogni giorno affinché questa sia la traccia che ci guida.

«Mi piace il vostro magazine – ha detto qualche giorno fa Fabio Aru – perché approfondisce tanto e lo fa in modo sereno, senza malizia e cattiveria».

Senza quello spettegolare, aggiungiamo, che a volte popola i media. Con questa convinzione, anche per bici.PRO si apre il grande viaggio verso Tokyo.

Sarà Alberto Dolfin il nostro inviato a Tokyo. Prima di partire, ultimo test sulla Fauniera. La gamba è buona…
Sarà Alberto Dolfin il nostro inviato a Tokyo. Prima di partire, ultimo test sulla Fauniera. La gamba è buona…

bici.PRO in Giappone

Il nostro uomo in Giappone sarà Alberto Dolfin, che avete imparato a conoscere nei mesi scorsi. La sua valigia è pronta, domani salirà sull’aereo e volerà verso Tokyo. Ci invierà i suoi reportage, i suoi video, faremo collegamenti… Faremo il nostro meglio perché anche voi abbiate la sensazione di essere là, raccontandovi il dietro le quinte e tutto quello che per forza non si potrà vedere nelle dirette che nei prossimi giorni riempiranno la nostra quotidianità.

Il confronto con l’evento sportivo più grande del mondo, che facendo sponda al nostro inviato seguiremo anche da qui con gli approfondimenti che certamente coglieremo, ci farà fare uno step e sarà un’altra apertura verso la maturità e la completezza. E nel frattempo, nella nostra cucina ribollono idee che ci porteranno anche altrove. Altre valigie sono pronte, altri temi sul tappeto. Per ora buon viaggio ad Alberto Dolfin e buona settimana a tutti. La grande estate del ciclismo sta entrando nel vivo. Godiamoci tutti insieme i Giochi Olimpici di Tokyo.

Buon Natale a tutti i lettori di bici.PRO

25.12.2020
2 min
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Un vero team lavora compatto per lo stesso obiettivo. Squadra. Passione. Competenza. Dinamismo. Precisione. Performance. Non sono parole scelte a caso, ma sono la bussola di una grande squadra. Nel progettare questo magazine dedicato al ciclismo, abbiamo attinto alle nostre professionalità migliori. Individuato l'obiettivo. Studiato il modo per raggiungerlo. E poi ci siamo messi a lavorare. Questo video è il nostro modo di raccontarvelo...

E’ arrivato Natale, è il momento di fermarsi. E quando si mette piede a terra, di solito ci si volta per guardare indietro. Alle nostre spalle c’è una strada ancora breve, eppure molto intensa.

bici.PRO è nato in un giorno di metà ottobre, ma covava come brace sotto la cenere. Lo abbiamo pensato. Lo abbiamo disegnato. Poi abbiamo cominciato a riempirlo. Ci sono stati giorni in cui giravamo come eliche, facendo interviste che nessuno avrebbe visto se non dopo la messa online. Solo per rendere accogliente la nuova casa e non farla trovare spoglia quando avessimo aperto la porta. Sembrano passati cent’anni, ma eravamo appena a settembre.

Il Giro d’Italia ci ha accolto e ci ha dato lo slancio. E da quel 17 ottobre 2020, nell’anno dannato del Covid, noi abbiamo spiccato il volo. Non siamo qui a promettere record mirabolanti, ma semplicemente a mettere sotto il vostro albero di Natale le migliori intenzioni per l’anno che viene e la promessa che continueremo a lavorare, raccontare e approfondire con la stessa passione che un giorno, ciascuno nei suoi anni, abbiamo sentito per la bicicletta e i suoi eroi.

bici.PRO è una casa piena di stanze, una creatura viva: diversa da tutto quello che c’è adesso sul web. Abbiamo iniziato con un slogan, sussurrato fra noi quasi per pudore: dare ogni giorno la qualità e l’approfondimento del mensile. Si può fare. Il ciclismo è una miniera di spunti e ancora adesso, mentre dalla cucina arriva il tintinnare dei piatti e dei bicchieri, essere qui a scrivere questo editoriale è il segno della gioia di aver trovato la strada giusta.

Perciò, amici, buon Natale a tutti. Che ci porti oltre la frenesia dei regali e faccia scoprire dentro ciascuno di noi il bambino che è nato questa notte per salvare l’umanità. Troverete sotto l’albero tre belle storie con cui accompagnare il fuoco del camino. E da domani, saremo ancora qui a parlarvi del nostro ciclismo. Buon Natale da bici.PRO!

Gruppo ,Cesenatico, Porto Canale, Giro d'Italia 2020

bici.PRO, quando nasce un giornale

16.10.2020
2 min
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Fu ascoltando Marco Pantani, che capii di poter andare avanti. Mettere su carta le sue idee, romanzarne le imprese, rendermi conto di suscitare le emozioni dei lettori semplicemente dando forma alle mie. Il ciclismo divenne la bandiera di un modo di vivere, essere e pensare. Un mondo meraviglioso in cui le storie di grandi uomini convivevano con le fatiche dei loro gregari. In cui l’approfondimento tattico passava per la conoscenza della tecnica. In cui la strada era la metafora più convincente della vita. In cui essere in sintonia con il personale e gli sponsor era il modo migliore per essere accettati dai corridori. Era un circolo magico che ben si prestava al racconto e allo studio.

La storia ha cambiato le carte in tavola. Prima gli anni bui del ciclismo. Poi l’informazione sempre più sbrigativa. L’idea che basti mitragliare il pubblico per essere convincenti. E il ciclismo ha cambiato pelle. Nomi. Notizie. Numeri. Scandali. Per rifarsi un’immagine diversa, i corridori sono diventati i migliori addetti stampa di se stessi. I social hanno privato i giornali dell’anteprima e del backstage. L’informazione si è frammentata in un’isteria variopinta. E la gente a casa forse ha smesso di sognare.

Ha senso andare avanti così?

Noi che da oggi indossiamo la maglia di bici.PRO ci siamo detti di no. Ciascuno di noi ha perciò preso il suo zaino, ci ha messo dentro le esperienze più belle e ha scelto di lasciare la casa senz’altro da pretendere che scrivere, raccontare, condividere.

Un giornale non nasce mai per caso, devi avere qualcosa da dire. E’ spesso il frutto di un cammino, di incontri ed esperienze. Così è nato bici.PRO, attorno a un nucleo di professionisti che si sono guardati negli occhi e hanno deciso di affrontare la nuova sfida mettendo in campo le loro armi migliori.

Che cosa manca al racconto del ciclismo oggi in Italia?

E’ stata la domanda che ci siamo fatti e che abbiamo girato ai corridori del gruppo. Il quadro che ne abbiamo tratto è diventato la rotta del nostro cammino.

Le loro parole compongono un lungo elenco al quale cercheremo di fornire le nostre risposte. Per farlo ci siamo tenuti lontano dalla narrazione frenetica. Al contrario, faremo del nostro meglio per non farci travolgere dall’ansia di arrivare, prendendoci un respiro per dare della stessa notizia una lettura più organica.

Non basta. Abbiamo puntato forte sulle immagini scegliendo gli scatti di BettiniPhoto. Abbiamo scelto un partner tecnologico e grafico di primissimo piano come SunTimes. Così quando inizierete a navigare fra le pagine di bici.PRO (soprattutto in versione desktop) avrete la sensazione di essere anche voi all’interno della storia.

bici.PRO è un web magazine progettato prima di tutto in versione mobile, per venire incontro alle esigenze di chi legge prevalentemente nello smartphone. Non abbiamo la pretesa di essere infallibili, perciò vi chiediamo sin da adesso di esprimere la vostra opinione e fornire i vostri suggerimenti.

Fu ascoltando Marco Pantani, che capii di poter andare avanti. E proprio Marco una volta, richiesto del perché continuasse a correre così all’antica, guardò il suo interlocutore e rispose: «Non corro all’antica, sono semplicemente troppo moderno!».

bici.PRO vuole essere portatore di questa modernità. Riallacciare i fili spezzati è il modo migliore per proiettare il racconto del ciclismo verso un domani che sappia di grandi sfide tecnologiche e letterarie. Il resto sarà tutto da scoprire e da costruire, con lo sguardo puntato decisamente verso il futuro e le radici ben salde nella storia del nostro sport.