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BH GravelX, l’elasticità funzionale quando si apre il gas

26.09.2023
6 min
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Il test della BH GravelX, una bici comoda e race al tempo stesso, dove si vede la mano progettuale che arriva dalla mtb, ma il design della categoria road non passa inosservato. La GravelX colpisce per trazione e stabilità. E' lecito aspettarsi una bicicletta morbida, la BH GravelX lo è fino ad un certo punto, perché una volta messa su strada e all'interno di un sentiero, compare un mezzo decisamente reattivo e molto sostenuto nella zona dell'avantreno. Peso di poco inferiore ai 9,2 chilogrammi (senza pedali), prezzo di listino di 4.399,90 euro.

Non ci sono sospensioni e ammortizzatori. BH GravelX, la bici che l’azienda basca ha progettato per competere nel gravel, per essere confortevole quando è necessario e che mostra un grip eccellente, una capacità di copiare il terreno accostabile a molte mtb full.

Il grip, soprattutto quello del retrotreno e la GravelX ne ha parecchio. Un aspetto tecnico talvolta dimenticato, che influisce in modo esponenziale sulla stabilità, sulla qualità della guida e anche sul risparmio di energie, fondamentali nel medio e lungo periodo. Abbiamo provato la versione 4.0.

SRS, uno dei cardini del progetto GravelX
SRS, uno dei cardini del progetto GravelX

Fra strada e mtb

E’ senza dubbio una delle bici gravel più interessanti del panorama. Ha un impatto estetico moderno, ma non eccessivo. Adotta delle soluzioni progettuali che fanno collimare la capacità di lavorazione del carbonio, ad aspetti funzionali alla performance. Non ci sono complicazioni eccessive, anche in fatto di estatica la bici è “piena e pulita” al tempo stesso, ma senza snaturare il DNA BH della nuova generazione di bici.

Davanti c’è la forcella tutta in carbonio sviluppata in ambito road, tanto apprezzata per leggerezza, stabilità e rigidità laterale, ma anche per quel design originale che non guasta. Dietro e al centro che c’è sopratutto il sistema SRS (non regolabile), che si integra alla perfezione eliminando l’uso di molle ed idraulica. E’ di fatto un perno che unisce i due obliqui al piantone, capace di generare un movimento al pari di un dissipatore. E poi quel fattore che non si vede, ovvero il layup del carbonio di derivazione off-road, un dettaglio tutt’altro che secondario.

La bicicletta in test

Una taglia MD, che significa anche un tubo dello sterzo da 140 millimetri, un angolo anteriore di 71° e quello del piantone da 73°. Non è da dimenticare un carro lungo poco meno di 430 millimetri (con le due aperture dei foderi che non sono posizionate a caso). Traducendo: il piantone non è troppo in piedi e questo permette di tenere il peso del corpo verso il retro, con dei vantaggi su trazione, grip e stabilità, ma ha un valore che permette di uscire di sella facilmente. Lo sterzo è aperto in avanti, con un valore ben proporzionato alla taglia, senza mai dare la sensazione di avere il busto completamente caricato sull’anteriore. La schiena ed il collo ringraziano, così come la possibilità di correggere le traiettorie anche all’ultimo istante.

C’è una trasmissione Shimano GRX Di2 a 11 rapporti (11-42), con la monocorona anteriore (40 denti). La guarnitura è però FSA in alluminio. Le ruote sono Vision ed in alluminio, della serie Team TC30, sono gommate Hutchinson Touareg da 40. La sella è Prologo. Il kit manubrio prevede piega e stem in alluminio BH, separati tra loro, mentre il reggisella è in carbonio (sempre BH e uguale a quello della Ultralight) e con una forma specifica per il progetto BH GravelX. Il valore alla bilancia rilevato è di poco inferiore ai 9,2 chilogrammi (senza pedali), mentre il prezzo di listino è di 4.399,90 euro.

Una geometria funzionale al gravel, ma anche corsaiola
Una geometria funzionale al gravel, ma anche corsaiola

Come va

E’ lecito aspettarsi una bicicletta morbida, la BH GravelX lo è fino ad un certo punto, perché una volta messa su strada e all’interno di un sentiero, compare un mezzo decisamente reattivo e molto sostenuto nella zona dell’avantreno. Dietro smorza e copia, non si siede e non flette. Quando si è su strada e ci si alza in piedi sui pedali, la zona SRS è impercettibile, il comfort arriva da tutto il comparto posteriore. Quando si passa in modalità off-road la zona bassa del triangolo dietro si attiva come una sorta di schermo. Non affonda e non blocca completamente le vibrazioni, ma segue la conformazione del terreno e sembra adeguarsi allo stile di pedalata. Gli obliqui non sono violenti nella fase di rientro verso il piantone. Il lavoro che eseguono si sente, è utile ed è pure facile da capire in tempi brevi.

Davanti è tanto precisa e non trasmette una rigidità fastidiosa quando si affronta lo sconnesso, ovviamente rimanendo nell’ambito gravel (anche tecnico), perché sconfinare nella mtb si può fare, ma con i limiti (normali) di un mezzo con vocazione gravel-race. Il vantaggio vero e proprio arriva da un buon sostegno della forcella, che collima in modo ottimale con un telaio che smorza bene le vibrazioni ed è sempre attaccato al terreno. Anche la geometria gioca un ruolo fondamentale. L’orizzontale è allungato, si sfrutta al meglio uno stem corto (a vantaggio anche di sterzate agili e rapide) e non si ha mai la sensazione di essere incassati con le spalle ed il busto.

In conclusione

La BH GravelX è una bici “molto” gravel. Volendo, con un allestimento adeguato può sconfinare in un ambito endurance/bikepacking, ma a nostro parere vale la pena sfruttare le sue potenzialità in un contesto più tecnico, dove è divertente mettersi alla prova e “misurarsi la febbre”. E’ agile e stabile, invita a spingere anche sulle rampe sterrate più dure, grazie ad una trazione complessiva che è eccellente. E’ facile da guidare, non stanca nel medio e lungo periodo e nelle diverse configurazioni non costa una barbarità, un fattore che non guasta mai. Inoltre mostra un buon margine (spazio) di montaggio degli pneumatici, un componente che fa sempre la differenza.

Inoltre ci piace molto la soluzione con il deragliatore che può essere rimosso. Questo aspetto permette alla GravelX di essere sfruttata a pieno con o senza doppia corona anteriore, un fattore che allarga (non poco) il range di utilizzo e gli apprezzamenti da parte di differenti fasce di utenza.

BH

BH GravelX, sviluppata per correre

18.07.2023
4 min
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Con la BH GravelX, l’azienda di Vitoria entra ufficialmente nel segmento delle bici gravel race. Il design viene mutuato dalla nuova generazione delle bici da strada e debutta ufficialmente il sistema anti-vibrazioni SRS.

La nuova piattaforma gravel è completamente in carbonio e adotta il sistema di lavorazione HCIM per eliminare eventuali difetti all’interno dei profilati. Leggerezza ed agilità, questi i primi obiettivi della GravelX. Entriamo nel dettaglio.

Passaggio ampio tra gomma e steli della forcella (foto BH)
Passaggio ampio tra gomma e steli della forcella (foto BH)

GravelX, per andare full gas

Grazie alla GravelX l’azienda basca entra ufficialmente nel segmento delle biciclette gravel sviluppate anche per competere. L’obiettivo di BH è quello di soddisfare le esigenze di un’utenza che sfrutta questa tipologie di biciclette anche su strada, magari in un contesto votato all’endurance.

La conferma arriva dal fatto che ci sono diverse asole per il fissaggio di borse, piccoli telai di supporto (borse, borracce e parafanghi), il che non preclude uno scenario bikepacking.

Ma il punto della GravelX che attrae buona parte dell’attenzione è l’inserzione dei foderi obliqui al piantone. Qui è inserito un vero e proprio dissipatore che si attiva con una flessione controllata tra i 3 e 5 millimetri. Il sistema di BH prende il nome di Smooth Riding System (SRS), si sviluppa grazie alla forma dei profilati obliqui e allo snodo dal volume non secondario. Non solo, il telaio e la forcella (il disegno di quest’ultima è Air Bow con i caratteristici “gomiti” nella parte alta, ma ovviamente nella versione specifica per l’utilizzo gravel) offrono il passaggio a coperture fino a 45 millimetri di larghezza.

Un blend di carbonio dalla MTB

La fibra è lavorata con il metodo utilizzato da BH per i top di gamma, per evitare arricciamenti all’interno, limitare l’impiego delle resine e accumuli inutili di queste ultime. Ma il mix dei tessuti è ottenuto grazie agli alto modulo, combinati con i Ballistic, soluzione già usata in ambito offroad per irrobustire il carbonio.

Il telaio, nella taglia di riferimento, ha un valore alla bilancia dichiarato di 1.050 grammi: non molto se consideriamo la presenza dello smorzatore SRS.

Il contenitore nell’obliquo

Il tubo obliquo è una sorta di vano porta oggetti in caso di pronto intervento. La porta d’ingresso quasi non si vede e lo spazio, seppur ridotto, permette di inserire dei piccoli attrezzi per un’azione di fortuna.

La BH GravelX adotta un eccellente integrazione complessiva, che parte con la serie sterzo ICR, il che facilita anche l’impiego di manubri integrati, le leve a scomparsa nei perni passanti e anche il supporto per la luce posteriore (dietro il seat-post).

Sono disponibili 4 versioni, per cinque colorazioni standard, considerando che BH GravelX fa parte del programma di customizzazione BH Unique. Si parte da un prezzo di 3.299,90 euro.

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