La presenza della Ciclistica Rostese nelle corse a tappe in Spagna è praticamente una costante. Già nel 2023 i ragazzi, guidati dal diesse Beppe Damilano, erano stati più volte in terra iberica. Lì le corse di più giorni sono tante, tutte diverse e con un livello generale alto. Un bel banco di prova per i giovani del team piemontese che tra deserti e montagne si mettono in mostra, tornando a casa sempre con qualcosa di nuovo in valigia.
Alla ricerca di spazio
Questa volta la Rostese si è presentata al via della Vuelta Ciclista al Guadalentín, nella regione di Murcia. Tre tappe, tanto dislivello e un ritmo serrato. Damilano e i suoi sono tornati lunedì mattina dopo un viaggio intenso di quindici ore.
«Il motivo dei nostri tanti viaggi in Spagna – racconta Damilano – è che là fanno le corse a tappe, qui in Italia no. Il livello medio è alto, ma non ci sono gli squadroni dei devo team del WorldTour. Quelli arrivano qui e fanno incetta di trofei e vittorie, ma non possiamo far correre tutti sullo stesso livello. Le potenzialità della Rostese sono molto limitate rispetto a quelle del WorldTour. Queste squadre prendono i migliori corridori al mondo, li allenano con i metodi dei professionisti e spesso li fanno correre insieme a loro. E’ normale che quando vengono tra gli under 23 vadano via come moto. Anche le continental fanno fatica a competere con loro, figuriamoci noi».
L’esperienza
La Rostese si è messa in testa di viaggiare, portare i propri ragazzi in giro per l’Europa, in modo tale da accumulare esperienze diverse. Uno degli obiettivi è andare in Portogallo e in Belgio, sempre quest’anno. Per respirare un ciclismo diverso.
«In Spagna a correre con i miei atleti – dice Damilano – l’ho fatto per 17 anni di fila, anche prima di arrivare alla Rostese. Lì nascono i corridori da corse a tappe, ne hanno davvero tante, una sessantina all’anno. Qui in Italia ce ne sono poche e vengono prese d’assalto dai team internazionali. Ai miei ragazzi voglio insegnare, portarli dove possono imparare qualcosa e mettersi alla prova. Quindi ben vengano esperienze come quella appena fatta a Murcia.
«Un grande grazie – prosegue – va al nostro presidente Massimo Benotto che a volte, pur di far viaggiare i ragazzi, mette i soldi di tasca sua. Alla Rostese viviamo bene il ciclismo, è lui stesso a dirci che prima crei l’uomo, poi l’atleta. Se riesci a fare la prima parte sei già a metà del lavoro. E l’uomo si crea grazie a queste esperienze, dove i ragazzi hanno modo di mettersi alla prova».
Ciclismo iberico
A sentir parlare Damilano, viene voglia di mettersi in viaggio, intraprendere questa esperienza con i ragazzi e guardare dall’interno un ciclismo tanto diverso. Coglierne le differenze, i pregi e soprattutto imparare.
«Nel 2023 – racconta ancora Damilano – siamo partiti con l’idea di provare a fare qualche gara a tappe in Spagna. Abbiamo iniziato con la Vuelta a Zamora e quella di Madrid, eravamo sotto prova, è andata bene e ci hanno invitati alla Vuelta Hispania. Allora quest’anno siamo voluti tornare e abbiamo mandato la richiesta per la Vuelta Ciclista al Guadalentín.
«Il livello generale delle corse è alto, ma non essendoci i team WorldTour ci sono più chance di mettersi in mostra. Ci sono tanti corridori under 23 forti, così come molti elite, che è un po’ la pecca di queste gare. Però l’esperienza passa anche dal correre con atleti di un certo livello, loro vanno forte e impari tanto nello stare accanto a loro. Lo vedo anche nella mia squadra, un atleta elite può insegnare molto ai giovani, Aimonetto ne è un esempio».
La corsa
Tre tappe, tutte combattute. I ragazzi della Rostese si sono messi all’opera, hanno combattuto, ci hanno provato e si sono fatti vedere. Provare a vincere è il miglior modo per imparare a farlo. I due volti in corsa sono stati Aimonetto e il giovane danese Lonsdale, classe 2003.
«Loro due sono stati i nostri uomini di classifica – dice il diesse – nella prima tappa ci ha provato Aimonetto ma è stato ripreso sulla linea del traguardo. Nella seconda tappa, complici la sospensione a causa delle troppe cadute, abbiamo fatto più fatica a fare la differenza. Le strade erano molto tortuose e i miei ragazzi sull’ultima discesa hanno perso le ruote dei primi.
«Nella terza ed ultima tappa – conclude Damilano – abbiamo provato a ribaltare la classifica. Aimonetto è entrato nella fuga di giornata e avevamo l’occasione di prendere la testa della generale. Una volta che il gruppo ha chiuso lui ha provato ad allungare più volte ma è stato invano. Alla fine si è dovuto arrendere ed è arrivato ventesimo sul traguardo, con Lonsdale settimo. Siamo contenti di quanto fatto, soprattutto perché come previsto ci siamo messi alla prova e abbiamo provato a fare noi la corsa. Una cosa che aiuta i ragazzi a crescere. Andare all’estero a correre funziona e continueremo a farlo, e a tenervi aggiornati sulle nostre avventure».