Vitillo, il rilancio parte dal devo team della Liv Alula Jayco

14.12.2023
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Il suo 2023 è stato al di sotto delle aspettative per una serie di circostanze, ma ora c’è un nuovo inizio alle porte. Il tempo della metabolizzazione di ciò che è stato lascia spazio a quello degli stimoli di ciò che verrà. Matilde Vitillo (in apertura foto Ossola) ha voglia di riscattarsi e lo farà con la maglia del Liv Alula Jayco Continental Team, formazione di sviluppo della WorldTour.

Le tre stagioni con la BePink-Gold sono servite alla ventiduenne astigiana di Frinco per crescere, scoprire le proprie potenzialità e trovare la vittoria l’anno scorso, anche con i colori azzurri. Il sigillo WorldTour di Aguilar de Campoo alla Vuelta a Burgos e i due ori in pista agli europei U23 sono i momenti più alti raggiunti da Vitillo, ma sono contemporaneamente anche il punto di ripartenza. Nel devo team australiano avrà la possibilità di migliorarsi ancora, cercando di ritagliarsi un po’ di spazio e magari – visto che i regolamenti lo permettono – di guadagnarsi per alcune gare la convocazione nella formazione maggiore. Inutile dire quanta soddisfazione si evinca dalle parole di Matilde per l’avventura che sta per cominciare.

Vitillo (qui con Borghesi) ha disputato tre Giri Donne, nei quali ha sempre cercato la fuga da lontano
Vitillo (qui con Borghesi) ha disputato tre Giri Donne, nei quali ha sempre cercato la fuga da lontano
Dopo un bel 2022, questa stagione non è andata come si pensava. Perché?

Onestamente speravo di fare un’annata molto migliore, ma me la sono dovuta giocare con tanti motivi concatenati fra loro. A febbraio non sono stata troppo bene e non sapevo il perché. Pensavamo inizialmente ad un accumulo di stanchezza. Marzo e aprile li ho passati con molti giorni di febbre, che mi ha obbligata a tanti stop con gli allenamenti. In questo caso pensavamo fosse un’infezione ai bronchi, però gli esami lo hanno escluso. Nel frattempo uscivo in bici o pedalavo sui rulli senza riuscire sempre a fare grandi sforzi o lunghe distanze. A maggio ho corso la Vuelta. Giorno dopo giorno notavo che stavo bene, pur facendo fatica e staccandomi. A fine gara, mi è tornata la febbre alta e quindi di nuovo ferma. Questo tira e molla è proseguito anche col Giro Donne e fino a fine stagione.

Quando sei riuscita a scoprire qual era il motivo che ti ha così fortemente condizionato?

E’ successo lo scorso settembre un po’ per caso. Ero nuovamente raffreddata e nel parlare con un chirurgo amico di famiglia, lui ha ipotizzato a cosa potessero essere dovuti i miei malanni. Alla fine dopo una visita, mi ha diagnosticato un’infezione ai turbinati che mi aveva abbassato le difese immunitarie, scatenandomi la febbre. A quel punto, dopo la mia ultima gara, abbiamo programmato l’intervento al naso. Ora sto decisamente meglio. Peccato averlo saputo così tardi.

Quanto ti è costato a livello morale non esserti potuta esprimere al meglio?

Tantissimo, perché era la mia ultima stagione da U23. Avrei voluto giocarmi meglio le mie carte e dare seguito ai risultati del 2022. Avevo sempre detto che dopo questa stagione, avrei voluto provare a fare nuove esperienze, però quando vedevo che non andavo come volevo ero un po’ sconsolata. Anzi, mi ero messa il cuore in pace e pensavo a come ricominciare quasi tutto da zero. Per fortuna che invece la Liv Alula Jayco è stata comprensiva, ha capito i miei problemi e mi ha concesso questa opportunità.

Come è nato il contatto con loro?

Molto del merito del mio passaggio lo devo al mio procuratore Massimiliano Mori, che mi segue dall’anno scorso. Lui sapeva cosa stavo vivendo e ha cercato le squadre giuste per me, anche se era difficile propormi vista questa mia discontinuità. Lui ha trovato un accordo con la Liv Alula Jayco, che stava creando pure un Devo Team. Loro si sono anche dimostrati quelli più interessati a me, facendomi un contratto di due anni. Avevo chiesto un parere anche a Letizia (Paternoster, ndr), che mi ha convinto ad accettare. Credo che possa essere la formazione più adatta a me e sono molto felice di aver firmato con loro.

A ottobre Vitillo è stata in crociera con Brufani, Crestanello, Savi, Bertolini e Basilico, sue compagne in BePink (foto instagram)
A ottobre Vitillo è stata in crociera con Brufani, Crestanello, Savi, Bertolini e Basilico, sue compagne in BePink (foto instagram)
Hai già conosciuto qualcuno della tua nuova squadra?

Sì, con un meeting via computer mi sono sentita con una buona parte dello staff. In particolare con Eric Van den Boom, che era il team manager nella Liv Racing e lo sarà del Devo Team, e con sua moglie Trudy che sarà la nostra preparatrice atletica. Con lei abbiamo già studiato una tabella da sviluppare in questo periodo in vista del ritiro che faremo a Calpe a gennaio.

I tuoi nuovi tecnici cosa vogliono da Matilde Vitillo?

Non ho fatto promesse (sorride, ndr). Diciamo che devo comunque ripartire da zero anche se mi sono accasata con loro. Non mi hanno chiesto nulla di particolare, vogliono farmi crescere ancora. Ed io sono ben felice di affidarmi a loro e fare di tutto per accontentarli. Personalmente vorrei colmare le mie lacune e tornare ad essere competitiva in salita e nella resistenza, che sono sempre stati i miei punti di forza fino all’anno scorso.

Quindi gli obiettivi quali saranno?

Voglio rifarmi e dimenticare il prima possibile questo 2023 così travagliato. Non ho in mente particolari obiettivi, magari evitare di commettere gli errori degli anni passati, anche relativamente alla salute. Guarderemo che calendario farò, però mi piacerebbe arrivare davanti nelle gare a tappe che correrò. Poi sicuramente un obiettivo sarà quello di poter fare qualche corsa col team WorldTour.

Vitillo ha vissuto un 2023 travagliato per motivi di salute, ma nonostante tutto in gara non si è mai risparmiata (foto Ossola)
Vitillo ha vissuto un 2023 travagliato per motivi di salute, ma nonostante tutto in gara non si è mai risparmiata (foto Ossola)
Cosa ti porti dei tre anni trascorsi in BePink?

E’ stato un periodo importante della mia vita. Ringrazio tutte le persone con cui sono stata a contatto. Le compagne con cui mi sono sempre trovata benissimo. Walter (Zini, il team manager) che pretende tanto, ma è bravissimo a prevedere tatticamente la gara e darti i giusti consigli. Mi ha insegnato a leggere bene i momenti decisivi e a non aver paura di tentare un’azione. Anche con Sigrid (Corneo, la diesse, ndr) ho avuto un bel rapporto. Lei ha un approccio diverso. Non ti mette pressioni, ma ti fa dare il massimo. Alla Vuelta a Burgos c’era lei in ammiraglia. Mi ha tranquillizzata durante il finale e credo di aver vinto la tappa per merito suo. Infine ci tengo a ringraziare anche Matteo Filipponi (altro diesse, ndr). Mi ha aiutato tanto a crescere sia atleticamente che personalmente. Mi ha trasmesso tanta fiducia, grazie alla quale sono riuscita ad averne di più in me stessa.

Casagranda, parte da lei la rivoluzione della BePink

24.11.2023
5 min
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Il suo primo anno da matricola nel ciclismo delle grandi è andato al di sopra delle aspettative. Gli incastri tra maturità scolastica e bici non hanno condizionato le prestazioni di Andrea Casagranda, che ha finito in crescendo e con un bel numero di gare (in apertura foto Ossola).

E nel 2024, con la rivoluzione messa in atto dalla BePink-Gold – che ha confermato solo quattro atlete – la diciannovenne di Borgo Valsugana potrebbe ritrovarsi nell’insolito ruolo di “faro” della squadra, o comunque di guida per le giovani nuove arrivate. Vediamo cosa ci ha raccontato della stagione conclusa il mese scorso e dei propositi per la prossima.

Casagranda nel 2023 ha fatto circa cinquanta giorni di gara, compresa Vuelta, RideLondon, Giro Donne e Ardeche (foto Ossola)
Casagranda nel 2023 ha fatto circa cinquanta giorni di gara, compresa Vuelta, RideLondon, Giro Donne e Ardeche (foto Ossola)
Partendo dalla strettissima attualità, sei ancora in off-season?

No, ormai ho ripreso ad allenarmi da circa due settimane. Ho fatto venti giorni senza bici, mettendoci in mezzo le vacanze tra Repubblica Dominicana e casa. Nonostante avessi corso molto, non ho sentito il bisogno di staccare subito dopo la Tre Valli Varesine, la mia ultima gara. Non mi è dispiaciuto pedalare senza pressioni o tabelle. Di sicuro è stata una off-season diversa da quella degli altri anni perché ora non ho più la scuola.

In effetti hai raccolto circa una cinquantina di giorni di gare. Te lo aspettavi?

Onestamente no. Solitamente chi ha la maturità corre di più nella seconda parte di stagione, ma venendo comunque gestita. Invece a me è andata diversamente. Ho fatto poche gare open e più internazionali. Penso di essere stata una delle poche atlete del primo anno ad aver corso di più, con quattro gare a tappe. E di che livello! Ho fatto Vuelta, RideLondon, Giro Donne e Ardeche. E’ stata una bella soddisfazione per me.

Andrea Casagranda, classe 2004 e figlia d’arte, sarà una delle punte della BePink-Gold per la prossima stagione (foto Ossola)
Andrea Casagranda, classe 2004 e figlia d’arte, sarà una delle punte della BePink-Gold per la prossima stagione (foto Ossola)
Proprio in Francia hai ottenuto un quarto posto. Nel complesso come giudichi la tua annata?

Direi che è andata molto bene, facendo tanta esperienza. Ho cercato sempre di farmi trovare pronta, considerando che abbiamo avuto tante compagne indisponibili. All’Ardeche negli ultimi due anni la BePink è andata forte, vincendo sempre una tappa con Zanardi. Io ero arrivata in forma a quell’appuntamento. Sono contenta anche del secondo posto al campionato italiano cronosquadre. Però bisogna dire che non sono mancate le difficoltà.

Quali sono state principalmente?

Da junior a elite è un impatto forte, totalmente un altro mondo. Ci sono le radioline, che da junior non usi. Oppure ci sono le borracce da andare a prendere all’ammiraglia, facendo attenzione nell’operazione. Anche questa era un’altra situazione che non avevo mai vissuto prima. O ancora ci sono stati i ventagli che ho sofferto tantissimo e ancora soffro. Poi ad inizio stagione ho faticato perché sono partita con corse importanti dove c’era già un ritmo alto. Col passare del tempo ci ho preso di più le misure.

Hai avuto un calendario intenso. Come lo hai gestito con la maturità?

Ho cercato di fare il mio meglio a scuola perché sapevo che avrei dovuto fare assenze. Ad esempio la Vuelta non la dovevo fare e sono stata chiamata all’ultimo, però in pratica non ho perso giorni di scuola perché la mia classe era in gita. Invece per essere al via del Giro Donne ho chiesto di anticipare gli orali. Sono uscita con 85/100 che reputo un buon risultato. A parte qualche professore che si è lamentato e mi ha rimproverato per le assenze, tutti gli altri sono stati molto comprensivi con me.

Molte delle tue compagne di quest’anno non ci saranno più. Com’è stato il rapporto con loro?

Mi sono trovata bene con tutte. Le ragazze più esperte, con Silvia Zanardi in testa, mi hanno aiutato ed insegnato tanto, soprattutto a livello tattico. Anche Walter e Sigrid sono stati molto bravi nello spiegarmi tante aspetti di corsa (rispettivamente il team manager Zini e la diesse Corneo, ndr).

Proprio Zini ci aveva detto che nel 2024 punterà forte su Andrea Casagranda. Che effetto ti fa?

Un po’ strano a dire il vero (sorride, ndr). Mi fanno piacere le parole di Walter, ma lui mi dice sempre che sono ancora giovane. Ed è vero. Ho ancora tantissimo da imparare e forse non si finisce mai di imparare. E devo ancora capire bene le mie caratteristiche, anche se mi considero passista-scalatrice. Insomma, l’anno prossimo correrò senza particolari pressioni addosso, proprio come ho fatto quest’anno.

Ci sono degli obiettivi nel tuo mirino?

Certamente, quelli devono sempre esserci, anche solo per la mia crescita. Sicuramente incrementerò il lavoro negli allenamenti. Ho notato che miglioro se corro tanto, grazie anche ad un mio buon recupero. Nello specifico, me lo suggeriva Walter, potrei puntare alla maglia bianca all’Ardeche, però vorrei mettermi in mostra anche altrove. L’intento sarebbe quello di guadagnarmi una chiamata dal cittì Sangalli per fare qualche ritiro, e magari qualche gara, con la nazionale U23. Quest’anno sono stata riserva a casa per gli europei. Direi che per me queste sono già importanti motivazioni per il 2024.