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Beltrami in Ungheria, un’avventura di gruppo chiusa in bellezza

25.07.2022
5 min
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Come si costruisce una lunga trasferta per un team continental? Un conto è una squadra WorldTour che può disporre di enormi budget, un altro per un team che deve fare i conti dell’oste misurando ogni spesa col bilancino. La storia della Beltrami TSA Tre Colli parte da questa constatazione. La formazione ha affrontato un lungo viaggio nell’Est europeo, prima concorrendo al Gemenc Grand Prix gara a tappe ungherese poi a due classiche in linea fra la stessa Ungheria e la Slovacchia.

Con Roberto Miodini entriamo nel dettaglio dell’avventura passando non solo e non tanto per quel che è avvenuto in gara, ma anche fuori.

«E’ stato davvero un’avventura – racconta il direttore sportivo – ma era molto importante farla. La nostra filosofia è far gareggiare i ragazzi il più possibile all’estero perché così possono crescere e acquisire un importante bagaglio di esperienze nuove. Lo scorso anno avevamo già fatto molte trasferte, di più quest’anno, con migliaia di chilometri e… tante spese».

Biancalani Gemenc 2022
Biancalani sul podio della prima tappa, battuto solo dal polacco Papierski
Biancalani Gemenc 2022
Biancalani sul podio della prima tappa, battuto solo dal polacco Papierski
Vediamo di capire, come si affronta un’esperienza del genere: in quanti eravate in Ungheria?

Avevamo una squadra con 6 corridori: Andrea Biancalani, Luca Cibrario, Matteo Freddi, Mattia Gardi, Thomas Pesenti e Andrea Piras. Con loro 2 meccanici, 2 massaggiatori, il sottoscritto e due persone che si sono aggregate, tra cui Ferenc Stuban che da quest’anno è un altro direttore sportivo del team.

E come mezzi?

Abbiamo un camion al seguito con tutto il materiale comprese le biciclette, un camper e due macchine, una con l’equipaggiamento radio. In alternativa utilizziamo un furgoncino. E’ chiaro che le spese di spostamento sono molte, ma la trasferta in Ungheria da questo punto di vista ci ha un po’ agevolato.

Piras montagna 2022
Sprint per il Gpm, Piras spinge, la maglia a pois sarà sua (foto Vanik Zoltan/Bringasport)
Piras montagna 2022
Sprint per il Gpm, Piras spinge, la maglia a pois sarà sua (foto Vanik Zoltan/Bringasport)
In che misura?

Abbiamo avuto l’albergo fisso per tutta la durata della gara e anche dopo, fino all’imminenza della classica in linea del sabato successivo e della domenica (ieri la vittoria è andata proprio a Thomas Pesenti, che ha vinto il Gp Slovakia, ndr). Questo significa non doversi spostare. Basti pensare che il camion, che per molti versi è un po’ il ritrovo di tutto il team, l’abbiamo posizionato al venerdì e l’abbiamo spostato il venerdì successivo. Quando non devi cambiare albergo ogni giorno è molto stress in meno.

Che gara era quella iniziale?

Una prova a tappe di due giorni, molto semplice, con percorsi che in fin dei conti si sono rivelati troppo facili per noi, senza grandi asperità, dov’era difficile fare la differenza. Una gara tipica per passisti veloci dove è emerso Biancalani, secondo nella volata generale del primo giorno e sesto il giorno dopo perché ha completamente sbagliato l’ultima curva, finendo così quarto in classifica generale. Comunque chi ha vinto (l’australiano Luke Mudgway della Bolton Equipiets Black Spoke, ndr) ha strameritato. Un po’ di rammarico ci resta perché negli anni precedenti c’era più salita, ce la saremmo giocata meglio.

La classifica degli scalatori è stata vinta da Piras: considerando che non erano certo salite vere, di che corridore parliamo?

E’ un classico passista-scalatore che su ascese così “morbide” si trova bene e può fare la differenza. Ha fatto il suo, considerando che la squadra era votata alla causa di Biancalani proprio perché il percorso si adattava a lui. Gli altri si sono un po’ persi nel finale. Andrea Biancalani è un velocista vero, perfetto per questo tipo di corse.

Torniamo alla trasferta generale: che cosa si faceva alla sera?

Al sabato è stata la classica sera di mezzo fra una tappa e l’altra, preparando tutto quel che serve per il giorno dopo, tra materiale e briefing. La domenica si è… pedalato, nel senso che era prevista una kermesse che per tradizione conclude la gara pur non facendo parte della classifica, ma per fare spettacolo e onorare gli sponsor bisogna partecipare (il gruppo nella foto di apertura, ndr). Noi abbiamo corso in maniera easy, i locali erano scatenati… Comunque Pesenti è finito sul podio anche lì.

Allenamenti Ungheria 2022
I ragazzi in allenamento durante la settimana. Alcuni sono rientrati in Italia per poi ripartire
Allenamenti Ungheria 2022
I ragazzi in allenamento durante la settimana. Alcuni sono rientrati in Italia per poi ripartire
Come vi siete trovati nel complesso in questa trasferta?

Molto bene, l’atmosfera era serena, temevamo un po’ di agitazione vista la posizione geografica, ma nulla di tutto questo. La vera sorpresa è stata all’arrivo in hotel, quando abbiamo scoperto che il padrone era uno di Ravenna, è stata una sorta di rimpatriata. Chiuso il primo fine settimana di gare, abbiamo fatto uscite di allenamento al mattino e a noi si sono aggregate alcune società juniores della zona, non avendo attività agonistica in questo periodo ci hanno chiesto di poter lavorare insieme per imparare. Nel mezzo, anche una partecipazione del gruppo a una trasmissione di una Tv locale, per non farci mancare nulla…

Con l’alimentazione come vi siete regolati?

Ci eravamo portati di tutto dietro, dalla pasta al parmigiano, ma la sorpresa è stata trovare tanti prodotti adatti ai nostri bisogni in hotel. Abbiamo i frigoriferi pieni, vorrà dire che riporteremo tutto indietro…

Pesenti perde chili, ma non watt. E mette il naso tra i grandi

30.03.2022
4 min
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Quando un ragazzo, giovane, perché un classe 1999 per noi è ancora giovane, si fa vedere è sempre un piacere. E Thomas Pesenti, del Team Beltrami TSA – Tre Colli ha iniziato col piede giusto la sua stagione.

Il corridore di Fontanellato, nel parmense, ha ottenuto un buon quinto posto alla Per sempre Alfredo e domenica scorsa al Gp Industria e Commercio di Larciano era a lottare con Nibali, Ulissi e Hirschi. E al Trofeo Laigueglia, gara di apertura, è stato 23° ma con un parterre pieno zeppo di WorldTour, non a caso lui e Filippo Zana (21°) sono stati i primi non appartenenti alle squadre di prima fascia.

Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas, ti aspettavi di andare così bene?

Pensavo di fare bene, ma non così tanto e sono un po’ sorpreso da queste prestazioni. Mi ha sorpreso tenere il ritmo soprattutto in salita nelle tappe della Coppi e Bartali.

E come mai questo exploit? Hai cambiato qualcosa nella preparazione?

Sicuramente abbiamo fatto più fondo: più distanza e più lavori specifici, ma soprattutto ho cambiato alimentazione. Sono dimagrito 5-6 chili, senza perdere potenza, stessi watt, e per questo ho tutt’altro ritmo in salita.

Caspita, 5-6 chili sono una bella trasformazione: come mai allora prima ne avevi addosso così tanti?

Non ci stavo attentissimo. Mangiavo qualche dolce di troppo e molti carboidrati. Quest’anno invece ci siamo messi giù con la semplice plicometria, la mia idea era di perdere un paio di chili, ma sono sceso di più.

Lo hai fatto con l’aiuto di un nutrizionista?

No, con i consigli del medico della squadra. Alla fine non era una dieta vera e propria. Ho ridotto la pasta e i dolci nell’arco della settimana. Alle corse chiaramente li mangio.

Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Che corridore è Thomas Pesenti?

Un passista scalatore. Mi piacciono i percorsi mossi, anche con delle salite, ma non quelle troppo lunghe. Fino ad una durata di 10′-15′ tengo bene, sopra faccio fatica. E me la cavo in volata nei gruppetti di 15-20 corridori.

Piccolo passo indietro: prima hai parlato di più chilometri, più lavori specifici… alla fine quindi è proprio aumentato il volume di lavoro.

Sì esatto. Abbiamo fatto ben tre ritiri con la squadra. Abbiamo costruito davvero una grande base, facendo molti chilometri e poi abbiamo aggiunto la qualità.

E gli specifici?

I soliti. Lavori di forza, soglia… ma anche di ritmo. Abbiamo fatto lavori dietro macchina, doppia fila, ciò che simula la gara insomma. E infatti siamo arrivati in buone condizioni alle prime gare.

Come sei arrivato al ciclismo?

Da bambino. Il mio vicino di casa, Bruno Rastelli, aveva la squadra del paese, la AC Eiffel. Io ero sempre in bici a girare per i fatti miei. Lui mi fece provare e non ho più smesso.

Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
E cosa ricordi della prima gara?

Che sono caduto alla prima curva! Però, come tutti mi sono rialzato subito e l’ho finita.

Cosa ti aspetti da questa stagione?

Di continuare a fare bene, di mettermi in mostra e, se possibile, anche di vincere.

Sei elite di primo anno, siamo nell’era in cui gli juniores passano pro’: ci si sente vecchi a 23 anni?

Ciclisticamente parlando potrei esserlo, ma io non mi ci sento, non è facile da spiegare, ma questo è il mio parere. Non credo che un corridore a 22-23 anni sia vecchio.

Hai già una bozza di calendario?

Domenica correremo alla Coppa Caduti di Reda, mentre dal 17 al 23 aprile saremo alla Belgrado Banjaluka. Poi vediamo. D’estate faremo dell’altura, se non altro per evitare un po’ di caldo che c’è qui in pianura.

Parisini 2022

Uno squillo in casa Qhubeka, ci risponde Parisini

26.03.2022
5 min
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Il Team Qhubeka è vivo e lotta insieme a noi” si sarebbe detto negli anni Settanta, quelli della contestazione. Effettivamente la formazione sudafricana con una forte componente italiana, messo (per ora) da parte il discorso WorldTour dopo i gravi problemi finanziari dello scorso anno, si sta ritagliando uno spazio nel calendario italiano. Fra prove under 23 e qualche classica come la Per Sempre Alfredo, tra i più in vista c’è il millennial Nicolò Parisini, approdato quest’anno dopo un paio di buone stagioni alla Beltrami Tsa-Tre Colli e in procinto di partecipare alla Gand-Wevelgem per under 23, sfida per squadre nazionali.

Prima di unirsi al team azzurro di Marino Amadori, il corridore di Voghera ha accettato di buon grado di raccontarci come sta andando questo primo scorcio di stagione per la sua squadra, soprattutto considerando le difficoltà vissute e le perplessità sul suo futuro.

«L’atmosfera in squadra è ottima. In tutto siamo 14 corridori, metà dei quali italiani, gli altri tutti africani. Se devo essere sincero, considerando che parliamo di una squadra continental, è un ambiente dalla professionalità persino esagerata, non manca davvero nulla».

Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Douglas Ryder si fa sentire?

Non lo abbiamo ancora visto, ma chiama spesso. S’interessa dei nostri risultati, ma ancor di più di come vanno le cose, degli allenamenti, se abbiamo tutto quel che serve a disposizione. Non ci mette alcuna pressione, è contento di come stiamo andando. So che sta lavorando duramente per costruire una squadra professional per il prossimo anno ed è interesse di tutti noi fare il meglio possibile per effettuare il salto.

Per ora però sono arrivati un 4° posto con Kevin Bonaldo e il tuo 19° alla Per Sempre Alfredo, dove eri a confronto anche con team WorldTour…

Dobbiamo ancora prendere bene le misure, soprattutto quando corriamo contro i team delle categorie superiori, ma lo spirito è quello giusto e sono sicuro che miglioreremo proprio perché possiamo correre senza essere pressati. Ryder ci dà il giusto sostegno, a tutti i livelli.

Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Personalmente come ti sei trovato domenica alla prova toscana?

Il risultato è stato buono, ma poteva essere anche migliore. Non sono ancora al massimo della forma, sul gran premio della montagna sono rimasto attaccato ai primi fino a 300 metri dalla vetta, poi mi sono mancate le gambe. Io però la prendo in maniera positiva, venivo dal 3° posto alla Firenze-Empoli, dal 4° al Memorial Polese di Cimadolmo e poi a ben guardare, con quell’altimetria non era proprio una gara ideale per le mie caratteristiche.

Che differenze hai trovato correndo fra i pro’?

Cambia tutta la musica… Nelle gare di categoria è vero che si parte subito a tutta, non c’è un team che prende in mano la situazione, bisogna stare sempre sul pezzo. Fra i pro’ ho visto che ci si affida molto alla gestione dei team più accreditati. Quindi nella prima parte si va abbastanza lineari, ma nel finale si corre molto più forte di quanto si va negli Under 23, la corsa alla fine risulta molto più chiusa.

Più semplice quindi?

No, non direi, perché negli ultimi 40 chilometri se non hai una gran gamba non reggi, fra gli under 23 riesci a rimanere a galla molto più facilmente.

Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Raccontaci qualcosa di te…

Ho iniziato su strada fra gli esordienti di 1° anno, precedentemente mi ero dedicato alla Bmx, dove ho fatto tutte le prime esperienze sin dalle categorie più piccole, quelle per bambini. Sono anche riuscito a salire sul podio europeo, da Esordiente 1° anno.

Non capita spesso di sentire un corridore italiano che viene dal Bmx, quando invece all’estero è la palestra di quasi tutti i corridori…

E’ fondamentale per me, perché acquisisci la base vera di questo sport, impari a guidare in ogni tipo di situazione. Io ad esempio non ho avuto alcuna difficoltà ad abituarmi a correre in gruppo, anche in spazi strettissimi proprio perché avevo ormai innata la capacità di guida.

Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Quali obiettivi hai ora?

Intanto voglio onorare al meglio la convocazione in maglia azzurra che per me rappresenta molto, poi farò classiche del calendario di categoria come Trofeo Piva e Belvedere che si adattano meglio alle mie caratteristiche. Seguirò il calendario delle prove internazionali fino a fine aprile, poi tracceremo una linea per fare il punto della situazione.

Parli spesso di tue caratteristiche: quali sono?

Io penso di essere un corridore da classiche del Nord. Mi piacciono i percorsi mossi, con gli strappi giusti per far nascere fughe, lì posso dire la mia. Per questo sono stato particolarmente contento della chiamata di Amadori, ora sta a me fargli vedere che ha fatto bene…

De Pretto, la prima vittoria da under 23 cambia il morale

09.03.2022
3 min
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Davide De Pretto ha la voce decisa di chi ha già bene in testa quali sono i suoi obiettivi e ha già tracciato la strada per raggiungerli. Il primo anno da under 23 lo ha corso con la maglia Beltrami TSA Tre Colli, mentre quest’anno si è accasato alla Zalf Euromobil Desirée Fior. “Accasarsi” è forse il termine giusto se si considera che Davide abita a Piovene di Rocchette, nel cuore del territorio contraddistinto dai colori della Zalf. 

De Pretto ha corso la sua prima stagione da under 23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021
De Pretto ha corso la sua prima stagione da U23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021

Maggiore comodità

«Il cambio di squadra – inizia Davide – non è dovuto al fatto che non mi trovassi bene, ma da una questione prettamente logistica. Abitando lontano dalla squadra (Beltrami, ndr) mi allenavo sempre da solo e anche alle gare andavo sempre in solitaria. Ho preferito venire alla Zalf perché ho la possibilità di allenarmi quasi tutti i giorni con i compagni che abitano vicino a me: Cattelan, Raccani, Zurlo, Guerra, Faresin… Quando facciamo il lungo si uniscono a noi anche i ragazzi che vivono un po’ più lontano».

Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto, qui è il primo a destra (foto Scanferla)
Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto (foto Scanferla)

La prima vittoria

A Lucca, domenica 6 marzo, mentre prendeva il via la Parigi-Nizza, Davide De Pretto ha colto la sua prima vittoria tra gli under 23 al Memorial Mauro Dinucci (foto Scanferla in apertura). La seconda in stagione per la Zalf dopo quella firmata da Guzzo alla Firenze-Empoli.

«Ci voleva – esclama De Pretto – avevo proprio bisogno di una vittoria per iniziare la nuova avventura. Ora che mi sono tolto questo pensiero dalla testa mi sento più sollevato e pronto a lavorare senza troppi pensieri. Ho passato un buon inverno ed il lavoro con la squadra mi è servito molto. Abbiamo fatto ben tre ritiri e le sensazioni nei giorni scorsi erano buone, non mi aspettavo la vittoria. I miei obiettivi a breve termine erano, e rimangono, le gare internazionali: San Vendemiano, Piva e Belvedere».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore
Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore

Ciclocross ormai lontano

Davide De Pretto, negli anni fino alla categoria juniores, si è sempre messo in bella mostra anche nel fango. Il ciclocross è stata una disciplina nella quale si è contraddistinto in maniera positiva ottenendo ottimi risultati. Per il secondo anno di fila non ha inforcato la bici da ciclocross, verrebbe da chiedersi come mai.

«Con i diesse della Zalf non ne ho parlato – risponde – anche perché io stesso preferisco concentrarmi sulla strada. Voglio impegnarmi per ottenere buoni risultati anche qui, non so poi cosa farò il prossimo inverno».

Le stesse parole le aveva dette all’inizio della scorsa stagione. Questo suo continuo “rimandare” sembra nascondere una poca volontà di riprendere questa disciplina e ciò un po’ dispiace visto il grande talento e dall’altro fa pensare a quali grandi margini abbia su strada.

Ceolin 2022

Federico Ceolin, orgoglioso di essere un esempio

10.02.2022
4 min
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La curiosità è tanta, inutile negarlo, perché non capita spesso che un ragazzo venga preso di sana pianta da un altro settore e portato alla strada ma senza cambiargli le strategie per il futuro, senza dire «il ciclocross non lo fai più, ora pensa solo a correre su strada». Con Federico Ceolin il ragionamento che la Beltrami TSA-Tre Colli ha posto in essere è più profondo: provare a sviluppare il talento del ragazzo su più fronti, come ormai è consuetudine all’estero, nei Paesi dove sfornano campioni a getto continuo.

Federico è conscio di avere su di sé molta attenzione e si sta preparando per questo, ma ci tiene a sottolineare che il ciclismo su strada non gli è totalmente sconosciuto: «Da juniores ho fatto un po’ di esperienza alla Libertas Scorzé: avevo sempre il ciclocross come riferimento, d’estate correvo più in Mtb ma qualche prova su strada l’ho fatta, anche a livello di gara. E’ chiaramente poco, ma mi è rimasto dentro qualche fondamentale che mi sarà certamente utile».

Ceolin Ciclocross 2019
Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ stato azzurro ai Mondiali 2018 ed Europei 2020
Ceolin Ciclocross 2019
Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ stato azzurro ai Mondiali 2018 ed Europei 2020
Alla Beltrami sono stati chiari: strada e ciclocross andranno di pari passo…

E’ questo concetto che mi ha convinto, non posso negare che per me il ciclocross viene prima di tutto ma la strada “è” il ciclismo, quando capita un’opportunità del genere non puoi dire di no. Ci vorrà tempo, ci vorrà rodaggio, ci vorrà applicazione ma ce la metterò tutta.

Hai già avuto modo di “assaggiare” il nuovo team e la nuova realtà?

Poco purtroppo, il Covid mi ha fermato per quasi un mese. Ho fatto un ritrovo di 3 giorni più che altro per conoscere il gruppo, ma aspetto con ansia il primo ritiro al quale potrò prendere parte, da sabato a Riotorto in Toscana, lì si stabilirà anche il programma delle gare. Vorrei cominciare subito, ma chiaramente alle prime gare andranno quelli più in forma e che vanno più forte.

Come giudichi la tua stagione di ciclocross?

Avrei voluto chiuderla con i Tricolori, puntavo a un piazzamento sul podio e stavo andando forte, avevo vinto solamente due settimane prima, ma il Covid ha vanificato tutto. Ero già stato in quarantena fiduciaria per mio padre, poi sono risultato positivo asintomatico e rimasto fermo due settimane. E’ stata dura poi ripartire, pian piano però il fisico ha cominciato a rispondere e ora sto tornando ai miei livelli.

Ceolin Lurago 2021
L’ultima vittoria di Ceolin risale al 27 dicembre scorso, al Cross della Vigilia di Lurago (foto Instagram)
Ceolin Lurago 2021
L’ultima vittoria di Ceolin risale al 27 dicembre scorso, al Cross della Vigilia di Lurago (foto Instagram)
Parlando di te, Pontoni ha detto che hai dalla tua una grande potenza, ma soffri un po’ per cali di concentrazione…

Non andrei mai contro l’esperienza del cittì, le sue parole sono sempre dettate dalla saggezza. Probabilmente faccio fatica a risollevarmi da momenti difficili ed eventi sfortunati, in quei frangenti è difficile rimanere concentrati, sicuramente la testa fa tanto. So che si poteva raccogliere di più nella stagione appena conclusa, ma devo guardare avanti.

E’ pur vero però che ti considera sempre un possibile azzurro.

Con Pontoni c’è sempre stata sincerità e grande fiducia, poi le convocazioni bisogna guadagnarsele, so che è tutto nelle mie mani.

Potresti essere un esempio, l’idea che la Beltrami ha avuto nei tuoi confronti potrebbe essere sfruttata da altri.

Lo so e credo che sia esattamente quello che manca all’Italia, al nostro movimento in paragone all’estero. Guardate Van Der Poel o Van Aert, per me sono grandissimi campioni anche perché hanno dietro una struttura che li accompagna dodici mesi l’anno, a prescindere dalla disciplina che praticano. Se anche da noi si potrà fare lo stesso, se i corridori potranno gareggiare d’inverno e d’estate sempre con la stessa maglia, crescere sarà più semplice. Il progetto mi ha subito entusiasmato e mi rende molto orgoglioso.

Ceolin Beltrami 2022
Ceolin con la divisa da allenamento Beltrami: quella da corsa arriverà in ritiro
Ceolin Beltrami 2022
Ceolin con la divisa da allenamento Beltrami: quella da corsa arriverà in ritiro
Tu vieni dal ciclocross e dovrai adattarti alla strada: è più facile questo passaggio o quello inverso?

Sicuramente il mio. Per gareggiare nel ciclocross e poter emergere serve una base tecnica, una capacità di guida che puoi acquisire solo da giovanissimo, per attivare quegli automatismi necessari, Arrivarci da junior o Under 23 è più difficile. Approdando alla strada le differenze sono più dettate dal ritmo di gara, dalla lunghezza passando da una a 4-5 ore di competizione. Non dimentichiamo poi che anche i biker fanno tanta strada, soprattutto in allenamento.

Una delle difficoltà più segnalate è il riuscire a stare in gruppo.

Certamente non è semplice, lì spero mi verranno in aiuto le reminiscenze da junior. C’è comunque tanto da imparare: tempo ce n’è ma neanche tanto, considerando che sono all’ultimo anno U23 e sono già in una fase nella quale bisogna far vedere di che pasta si è fatti, se si vuole strappare un contratto da pro’. Bisogna darsi da fare…

Ceolin 2019

Ceolin, un crossista su strada. I consigli di Pontoni

04.02.2022
5 min
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Qualche giorno fa, parlando con Roberto Miodini, ci aveva colpito la sua scelta di portare nella Beltrami Tsa-Tre Colli Federico Ceolin: «E’ un crossista puro – aveva affermato il diesse – non un corridore che fa anche ciclocross». Una notizia che ne porta con sé anche un’altra, quella dell’interesse diretto del team verso il ciclocross, foriero di un suo futuro anche all’interno della specialità.

Per saperne di più non potevamo che rendere note queste parole al cittì della nazionale azzurra Daniele Pontoni, che conosce molto bene il ragazzo friulano e che è sicuramente molto interessato dai propositi del team. Abbiamo dovuto attendere il ritorno della nazionale azzurra da Fayetteville (invero un po’ ritardato dalle coincidenze dei voli) ma alla fine Pontoni, in procinto di prendersi una meritata breve vacanza dopo una stagione lunga e foriera di risultati positivi, ha dato le sue risposte.

Ceolin ciclocross 2021
Federico Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ nel giro azzurro dal 2018
Ceolin ciclocross 2021
Federico Ceolin è nato a Portogruaro (VE) il 27 ottobre 2000. E’ nel giro azzurro dal 2018
Partiamo da Ceolin: che cosa ci puoi dire di lui?

E’ un ragazzo pieno di qualità, che deve crescere ancora tanto. Finora è andato un po’ a corrente alternata, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Durante la stagione alterna cose egregie ad altre un po’ sottotono e si capisce che non è una questione fisica, quanto proprio di testa.

Ti stupisce l’interesse della Beltrami TSA-Tre Colli nei suoi confronti?

No, perché anche se non ha mai fatto strada, è un ragazzo che ha già dimostrato quel che vale nel ciclocross. La nuova esperienza non potrà fargli che bene. Consideriamo che è un corridore molto giovane e queste novità potrebbero proprio limare quello che è stato finora un freno, portandolo a concentrarsi in maniera più continua verso la propria attività. L’importante è che sia convinto e non si senta costretto a farlo, deve avere la consapevolezza che può essere un’esperienza utile e positiva.

Tecnicamente che caratteristiche ha?

E’ un corridore molto potente. Forse in qualche frangente diventa un po’ troppo aggressivo nella guida, ha solo bisogno di un po’ più di concentrazione per controllare i tratti più difficili, ma sicuramente la potenza è un fattore a suo vantaggio e credo che questo possa emergere anche su strada.

Ceolin Giro d'Italia 2019
Il corridore veneto ha vinto due tappe al Giro d’Italia di ciclocross, vestendo la maglia rosa nel 2019
Ceolin Giro d'Italia 2019
Il corridore veneto ha vinto due tappe al Giro d’Italia di ciclocross, vestendo la maglia rosa nel 2019
Che cosa ne pensi dell’idea della Beltrami di approcciarsi al ciclocross? Il loro è un discorso che inverte una linea finora in voga di contrapporre le due specialità, ultimo caso quello relativo a Bryan Olivo…

Sono parole che mi fanno molto piacere. Io sono convinto che se lo fa un team, poi ce ne sarà un altro e un altro ancora e così via, è questo il discorso di cambiamento culturale al quale mi sono sempre riferito. Scopriranno che in questo mondo c’è qualcosa d’importante che viene a vantaggio di tutti, faccio un semplicissimo esempio: gareggiando d’inverno c’è la possibilità di dare molta più immagine agli sponsor spingendoli a investire di più…

Pensi di prendere contatto con loro?

Adesso mi prendo qualche giorno di pausa perché la stagione è stata lunga ed è giusto che mi dedichi alla famiglia. Entro fine mese però metteremo già in moto tutta la macchina per la stagione prossima e prenderò sicuramente contatto non solo con la Beltrami, ma anche con tante altre realtà.

L’idea di tenere attiva la nazionale di ciclocross anche nella stagione su strada è sempre viva?

Più che mai, stabiliremo una serie di date utili e di manifestazioni alle quali prendere parte, soprattutto dal mese di luglio in poi in modo da arrivare all’avvio della stagione sui prati già abbastanza rodati.

Ceolin Livenza 2019
La vittoria di Ceolin al Trofeo Città di Meduna di Livenza 2019 (foto Alessandro Billiani)
Ceolin Livenza 2019
La vittoria di Ceolin al Trofeo Città di Meduna di Livenza 2019 (foto Alessandro Billiani)
Facendo un bilancio della trasferta di Fayetteville, che cosa ti è rimasto?

Il fatto che sono tutti andati al di là dei propri limiti onorando al meglio non solo la maglia, ma anche chi per molti motivi non poteva essere lì. Alla fine erano tutti veramente contenti, è stata una trasferta più che positiva.

Sei d’accordo che il bronzo inaspettato della Persico sia nato dalla sua azione nella seconda tornata, quando Vos e Brand hanno fatto esplodere la corsa e lei è stata brava a tenere duro più delle avversarie?

Il suo capolavoro è cominciato da lì, nel secondo e terzo giro, quando ha visto che la Alvarado seguiva le avversarie e non si è data per vinta tenendola sempre nel mirino fino a riagguantarla. Quello americano era un percorso infido, si è visto che se perdevi una decina di secondi era poi quasi impossibile ricucire lo strappo, lei è stata brava a rimanere a poca distanza dall’olandese fino a riuscire a riprenderla. Il resto è stato consequenziale.

Arzeni dice che questa nuova Persico potrà fare molto bene su strada…

La conosce bene e io la penso esattamente come lui. Al di là della medaglia, io ho visto nel corso di tutta la stagione una sua maggiore consapevolezza, ora Silvia è un’atleta a 360°, che affronterà la stagione su strada con un nuovo entusiasmo, spero che riesca a cogliere le occasioni che certamente le si presenteranno, può vincere anche lì. Gareggiare su strada non può dare che vantaggi, se ne accorgerà anche Ceolin, ne sono sicuro.

Milesi va in Olanda con una lunga lista di cose da fare

01.12.2021
4 min
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In un anno dagli juniores al primo assaggio di professionismo. Lorenzo Milesi, bergamasco di San Pellegrino Terme, è uno di quelli cui in qualche misura si è provato a far salire due gradini per volta, con frequenti assaggi di professionismo in maglia Beltrami TSA. Di lui avevamo raccontato all’inizio della stagione, parlandone anche con Orlando Maini, suo direttore sportivo nella continental emiliana.

Arrivava dalla Trevigliese, portando in dote l’italiano della crono e il bronzo europeo 2020 della crono. Alla fine della stagione e con le valigie pronte per il passaggio al Team Dsm Development, torniamo a bussare alla sua porta dopo che l’allenamento si è prolungato per approfittare della giornata di sole e dopo la sessione di lavoro in palestra. Si lavora ancora a ritmo blando, da queste parti, ma si lavora.

Nel 2020 ha conquistato il bronzo agli europei juniores a crono
Nel 2020 ha conquistato il bronzo agli europei juniores a crono
Che cosa resta di questa prima stagione da U23?

Alti e bassi, più bassi che alti. Mi sono trovato meglio nelle gare con i professionisti, perché il gruppo è più ordinato. Ho avuto qualche caduta di troppo. Ma per essere il primo anno, si poteva mettere in conto che trovassi delle difficoltà. Per cui tutto nella norma.

Che cosa porti via con te?

Aver capito come e dove lavorare. La voglia di riprendere il lavoro sulla crono che ho un po’ mollato. La necessità di approfondire il discorso dell’alimentazione. Tutte cose che ho iniziato a fare e che farò sempre di più con il Team Dsm.

Andrà a vivere a Sittard, dove si trovano il quartier generale e le villette per i corridori (foto Team Dsm)
Andrà a vivere a Sittard, dove si trovano le villette per i corridori (foto Team Dsm)
Come è nato il contatto?

Mi hanno cercato dopo il Giro d’Italia. Avevo già altre offerte, ma ho scelto loro. Ne ho parlato un po’ con Garofoli (il marchigiano ha corso nella squadra olandese per tutto il 2021, poi è passato alla Astana continental, ndr), ma non siamo proprio uguali per cui ho fatto la mia scelta in totale autonomia. Andrò a vivere lassù da metà gennaio, sarà una scelta tecnica e anche di vita. Penso che riuscirò a cavarmela anche nel tenere in ordine la casa. E se lassù il freddo può essere un problema, vi assicuro che qua da noi con le temperature basse non si scherza…

Che cosa hai capito dal primo ritiro con la nuova squadra?

Siamo stati su per quattro giorni a fine ottobre, non si è parlato di programmi. Però mi ha fatto un’impressione bellissima, è tutto molto organizzato. C’è una figura per ogni ruolo, nessuna confusione. E poi negli stesi giorni c’erano le donne e i corridori WorldTour, è stato come sentirsi parte di qualcosa di grande. Faremo il primo ritiro a metà gennaio in Spagna e lì probabilmente ci sarà anche un primo calendario.

Al Giro dell’Emilia è stato a lungo in fuga, ma alla fine si è arreso
Al Giro dell’Emilia è stato a lungo in fuga, ma alla fine si è arreso
Hai parlato di tanti bassi, c’è stato qualche momento positivo?

Le ultime tappe al Giro d’Italia. Il Giro dell’Emilia, perché anche se mi sono ritirato, ero in una bella fuga. La Bernocchi e Laigueglia. Ho avuto sensazioni positive in mezzo a corridori ben più grandi e forti di me. Non ho mai pensato di aver fatto il passo troppo lungo.

E’ arrivato il famoso diploma?

Il diploma in meccatronica, è arrivato finalmente. E non potete immaginare quanto sia bello ora poter pensare solamente alla bicicletta. Non posso dire che sia quello che sognavo da bambino, perché corro solo da tre anni, ma mi piace. Rispetto a chi ha cominciato prima mi manca qualcosa sul piano tattico, ma sto migliorando di corsa in corsa.

Milesi ha aperto il 2021 tra i pro’ a Laigueglia. Qui alla Settimana Coppi e Bartali
Milesi ha aperto il 2021 tra i pro’ a Laigueglia. Qui alla Settimana Coppi e Bartali
Che inverno stai facendo?

Tranquillo. Ieri ho fatto le mie tre orette, ma tranquillo. Il programma me l’hanno dato i preparatori della Dsm, gestiscono tutto loro. Faccio bici e palestra e poi vogliono che in alcuni giorni faccia altri sport e io vado in mountain bike oppure a nuotare.

Perché dici che anche da voi è freddo?

Perché domenica ha nevicato. In alto è tutto bianco, sotto per fortuna non ha attaccato. Non credo che adattarmi al clima olandese sarà poi così difficile…

Allarme di Beltrami: continental a rischio. La Fci risponda

11.08.2021
5 min
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Nell’articolo del mattino in cui si parlava con Rossato della crono e della squadra under 23 della Bardiani, abbiamo fatto volutamente un’annotazione sul fatto che questo potrebbe minare in qualche modo le dinamiche del ciclismo giovanile in Italia. Per confutare questa sensazione, abbiamo chiamato in causa Graziano Beltrami, imprenditore e finanziatore dell’omonima squadra continental, gestita da Stefano Chiari con Orlando Maini sull’ammiraglia.

Lo sguardo è lucido, l’approccio manageriale come si conviene a un manager, ma la competenza e la passione che affiorano dalle parole sono di assoluto rispetto.

«Le problematiche che vedo – dice – sono relative alla funzione delle squadre continental e quello che stanno facendo le professional in rapporto all’attività under 23, che sta prendendo una piega completamente diversa da quello che si era detto. Basta guardare la vittoria dell’altro giorno di Zana tra i professionisti, che poi va a correre il Tour de l’AvenirLe continental erano nate con un obiettivo secondo me meritorio, quello di cercare i giovani di primo e secondo anno. Accompagnarli ad una attività sempre più qualificata, portarli a una maturità… Questo viene completamente cancellato dalle politiche che stanno attuando le squadre professional, che vanno a raccoglierli tutti, gli fanno dei contratti da professionista e se li portano via».

Graziano Beltrami è il titolare della Beltrami TSA che sponsorizza l’omonima continental
Graziano Beltrami è il titolare della Beltrami TSA che sponsorizza l’omonima continental
E voi?

A noi restano gli obblighi. Dobbiamo avere da 10 a 16 corridori e avere 80 punti. Quindi, considerato che i giovani più forti da noi neanche ci arrivano, devi trovare un corridore che i punti te li porti in eredità. Quindi devi prendere un corridore di quarto anno oppure vai a prendere Rebellin, facendo però un lavoro che non è quello per cui le continental sono nate. Abbiamo un ragazzo con 40 punti, ma solo perché lo abbiamo fatto firmare quattro mesi fa quando nessuno se lo filava. E questo mi fa pensare a un problema, che secondo me è il più grosso…

Quale?

Il discorso dei contratti, che noi possiamo fare solo annuali. Così il corridore che pedala un po’ ce lo portano via e allora… hai finito il gioco. Il Baroncini della situazione, ad esempio. La stessa Colpack che l’anno scorso ha fatto un articolo che non finiva più, perché gli portano via tutti i corridori, arriva e si prende il nostro, che poi passa per essere frutto del suo vivaio. Adesso ne ho un altro e ci sono due squadre che non vedono l’ora di portarselo via. Lui non vuole andare, ma il suo procuratore tira perché vada. Ormai ce l’hanno appena nascono, il procuratore. E fra quelli bravi, c’è anche un sottobosco di contrabbandieri, ma quello è un problema delle famiglie che devono vigilare. Se arriva uno che ti promette mari e monti e poi ti frega, è come quando ti vendevano la videocamera nell’autogrill. E comunque io ho i contratti annuali e mi ritrovo a settembre con la fila.

Impossibile opporsi?

Abbiamo un corridore preso tre anni fa, lo abbiamo fatto crescere gradatamente e adesso va benino. Però lo vogliono. Non direi niente se fossero squadre professional, ma se arriva una continental che gli offre 3.000 euro al mese… finisce che a un certo punto la gente si stanca. Non può essere sempre e solo un fatto di soldi.

Parisini è uno dei corridori più in evidenza della Beltrami TSA nel 2021
Parisini è uno dei corridori più in evidenza della Beltrami TSA nel 2021
A tutti i livelli…

Per correre tra i professionisti si deve pagare. Siamo arrivati al colmo che all’inizio della stagione ci chiedevano di pagare anche per fare le corse under 23 in Toscana, anche se poi la federazione ha messo tutto a tacere. E allora bisogna capire a cosa serviamo. Ho già dato l’okay per fare la squadra nel 2022, ma se le cose non cambiano io alla fine del prossimo anno chiudo.

La federazione cosa dice?

L’altro giorno ho parlato con un dirigente regionale secondo cui fra noi squadre non c’è unione. Gli ho chiesto come mai nessuno del comitato regionale sia mai venuto qua a chiederci qualcosa. Questa storia della Bardiani e della Eolo che hanno la squadra under 23 è un chiaro segno. Fanno bene il loro mestiere, nulla da dire con loro. Reverberi lo conosco da quando avevo cinque anni e lui faceva il garzone nell’officina meccanica di mio zio, ho corso per lui e fa la sua parte. Ha capito che a fare il Giro d’Italia under 23 ha più visibilità di andare a Laigueglia e arrivare quarantesimo.  

Tornando alla federazione…

La federazione deve mettere le continental nella condizione di fare il loro mestiere. Come? Prima di far passare un corridore, ad esempio, facciamo in modo di parcheggiarlo per una stagione in una continental, in cui lo fanno crescere come vuoi tu. Non costerebbe niente. Oppure ci permettano di fare i contratti con l’opzione per il secondo anno. So di un ragazzo che ha avuto la richiesta di andare in una squadra professional, ma lui dice che non se la sente perché è vero che gli darebbero 27.000 euro all’anno, ma lui vorrebbe prima finire la scuola. E se gli dicono andare in Spagna per 15 giorni a fare la preparazione, gli tocca andare. E la scuola? Servirebbe un po’ di buon senso, ma basta guardare che già facciamo il Giro d’Italia under 23 durante gli esami di maturità

Baroncini è prodotto del vivaio Beltrami, poi è passato alla Colpack e nel 2022 sarà alla Trek-Segafredo
Baroncini è prodotto del vivaio Beltrami, poi è passato alla Colpack e nel 2022 sarà alla Trek-Segafredo
Un caso abbastanza emblematico, in effetti.

Non l’unico. Un altro ragazzo doveva venire con noi: tutto concordato con il suo procuratore, ma arriva una squadra professional. Non faccio il nome, ma sono quattro si fa presto. Gli chiedono se ha un procuratore, lui dice di sì, ma che non ha firmato niente. Gli chiedono se vuole andare con loro e lui risponde di sì. Ottimo, dicono. Gli propongono di firmare una procura di tre anni con un loro amico e il gioco è fatto. I genitori firmano e quando è arrivato il vecchio procuratore, si è sentito dire che davanti ai soldi c’è poco da dire. Per carità, ho seguito il calcio e sono cose all’ordine del giorno, però dà fastidio perché comunque qui noi ci mettiamo dei soldi

Cosa si può fare?

Mi dicono che in Federazione c’è una persona delegata ai rapporti con le squadre continental. Qualcuno l’ha sentito? Questa persona si è fatta viva? Si è mossa in qualche maniera per ascoltare i nostri problemi? Capisco che fossero tutti a Tokyo e là devono girare col kimono. Ma come in tutte le cose, se a Tokyo ci sono delle persone che fanno il loro mestiere, bisognerebbe che quelle che sono a casa guardino le gare, ma come me intanto facciano il loro lavoro. Invece nessuno si muove, come sempre nessuno parla per paura di essere messo da parte. Io posso accettare che mi diano del tonto sul lavoro, se sbaglio qualcosa. Ma qui no. Qui piuttosto mollo tutto…

De Pretto e Milesi, gioielli di casa Beltrami. Maini cosa ci dici?

03.08.2021
5 min
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Nel covo dei ragazzi della Beltrami Tsa-Tre Colli ci sono due ragazzi, entrambi classe 2002, sui quali c’erano (non a torto) grandi aspettative. Questi due ragazzi sono Davide De Pretto e Lorenzo Milesi. A tratti hanno brillato, a volte meno, ma hanno sempre lottato con grande grinta, pur essendo solo al primo anno nella categoria U23, tra l’altro vestendo la maglia di un team continental.

Di loro ne parliamo anche con Orlando Maini che li segue dall’ammiraglia Beltrami. Diesse che con i giovani ci sa fare e ha un’esperienza pressoché infinita.

De Pretto ha esordito tra i pro’ al Gp Industria & Artigianato. E’ stato un crossista, ma la strada lo attrae di più
Davide De Pretto ha esordito tra i pro’ al Gp Industria & Artigianato

De Pretto, crescita regolare

«Io credo – dice Maini – che quello di De Pretto sia un decorso assolutamente regolare che va di pari passo con il suo  sviluppo fisico. E’ un corridore polivalente. E’ “velocetto”, va bene in salita, è sveglio, sa leggere la corsa. E queste sono tutte caratteristiche che sono a suo favore, specie pensando al suo futuro. Io poi nella valutazione dei ragazzi non faccio riferimento ai numeri o alle vittorie, ma agli step di crescita. Per me ha fatto una buona annata. E non è finita… E comunque, se dovessi fare riferimento a i numeri nelle due cronosquadre che ha fatto ha mostrato valori importanti. E’ stato così in quella della Coppi e Bartali (foto in apertura, ndr) e al Giro del Veneto».

«De Pretto è un “cecchino” – riprende Maini – quindi lo paragonerei a Ulissi. Però essendo così polivalente, andando bene un po’ dappertutto, mi viene in mente anche Conti. Soprattutto da dilettante Valerio era così: bravo un po’ ovunque e vincente».

De Pretto in maglia bianca di miglior giovane al Giro del Veneto, l’ha persa nell’ultima frazione
De Pretto in maglia bianca di miglior giovane al Giro del Veneto, l’ha persa nell’ultima frazione

«Meglio dopo la scuola»

E sul fatto di essere un corridore completo è d’accordo anche il soggetto chiamato in causa, appunto De Pretto. Il veneto infatti ammette che ama la salita e che: «Mi difendo anche in volata».

«Sin qui per me è stata una stagione abbastanza buona, anche se mi è mancato un piazzamento importante come un podio o una vittoria, ma da qui a fine stagione… Il periodo della scuola è stato il più difficile, ma da quando ho finito le cose sono migliorate, ho preso il ritmo. E non è stato facile neanche adattarsi alla distanza delle gare più importanti. Passare dai 120 chilometri tra gli juniores ai 190 con i pro’ è stato un bel salto. Un adattamento in tutto, anche nell’alimentazione in gara e prima della gara.

«Adesso però arrivano delle corse che mi piacciono. Sabato c’è la Zanè-Monte Cengio, che tra l’altro è praticamente casa mia e con arrivo in salita. E domenica c’è il Gp Sportivi di Poggiana. Fare bene in queste prove non mi dispiacerebbe affatto».

Infine De Pretto smentisce le voci che lo volevano con un piede già in Astana. «No! Non è mai stato così. E non ho contatti. Voglio fare un altro anno almeno tra gli U23, cogliere dei risultati e poi magari passare».

Milesi, bergamasco, il prossimo anno quasi certamente passerà pro’
Milesi, bergamasco, il prossimo anno quasi certamente passerà pro’

Dal calcio alla bici

E poi c’è Lorenzo Milesi. Il lombardo ha margini pressoché enormi. Lui infatti è salito in bici solo nel 2018, da allievo di secondo anno. Prima era un calciatore. Ciò nonostante l’anno scorso ha vinto il campionato italiano a cronometro e il bronzo europeo nella stessa specialità tra gli juniores.

«Ma il ciclismo mi piace di più, in tutto  – dice Milesi – Il rapporto coi compagni poi è diverso. Nel calcio scendi in campo, poi torni a casa e non li vedi più. Qui invece sei sempre insieme, in camera, nei ritiri… Quando ero un calciatore ero un terzino, quasi sempre a sinistra.

«Se mi chiedete se sono soddisfatto della mia stagione rispondo di no. All’inizio credevo fosse più dura, poi con i mesi non è stato facile. Adesso è un mese che sono lontano dalle gare. Vediamo cosa verrà… Ho avuto qualche problema con le posizioni in gruppo. Ho subito due cadute in discesa che mi hanno portato qualche problema».

Milesi invece nelle fila dell’Astana sembrava dovesse finirci per davvero, invece qualcosa è cambiato nel corso della stagione. Lui non si sbottona, ma il passaggio (che comunque dovrebbe esserci) dovrebbe avvenire con un’altra squadra, sempre WorldTour.

Milesi in azione al Giro U23. Nelle dure tappe finali si è comportato molto bene
Milesi in azione al Giro U23. Nelle dure tappe finali si è comportato molto bene

Milesi: la crono e la salita

«Lorenzo fisicamente è un ragazzo molto forte – conclude Maini – A volte paga questa sua inesperienza. Oggi tanti corridori hanno iniziato sin da giovanissimi, lui invece va in bici da quattro stagioni e infatti spesso, in certe situazioni va in difficoltà, cose che a chi ha iniziato da giovanissimo non succede. Di buono è che ha tutto il tempo per migliorare.

«Milesi è un passista, un cronoman, ma va forte anche in salita. Al Giro d’Italia under 23 nei due tapponi alpini finali c’era. E questo è molto importante. E’ un qualcosa che fa testo».