Scappini, il cross e la strada: tutto con la Beltrami

09.12.2023
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La stagione del ciclocross prosegue spedita verso i prossimi appuntamenti, tra cui la tappa di Coppa del mondo in Val di Sole. In questo finale di 2023 una delle novità è la presenza del classe 2005 Samuele Scappini tra la categoria under 23. Il giovane umbro si affaccia per la prima volta tra i grandi e di lui si fa un gran parlare. Nel fuoristrada va forte, ma su strada la curiosità è se possibile più grande. Il primo a credere nelle sue qualità è stato Eros Capecchi, responsabile tecnico del Comitato Regionale Umbria. 

Dalla prossima stagione, Scappini vestirà la maglia della Beltrami TSA-Tre Colli, con cui ha già iniziato il periodo del cross. «Correre con la stessa squadra – racconta Scappini – sia nel ciclocross che su strada permetterà di fare un percorso comune di crescita

La stagione di Scappini nel ciclocross è iniziata con delle buone prestazioni (foto Instagram)
La stagione di Scappini nel ciclocross è iniziata con delle buone prestazioni (foto Instagram)

Primo anno U23

Il cross ha già lanciato Scappini nel mondo degli under 23, il ragazzo umbro ha già corso tanto e non sembrerebbe volersi fermare. 

«Domani – ci dice Scappini in una pausa – farò il mio esordio in Coppa del mondo con la Beltrami. Andremo a correre in Val di Sole, sarà la prima volta che mi metterò alla prova su un fondo del genere (il riferimento è alla neve, ndr). Scoprirò se mi piace o meno. Sono un pochino emozionato, ma onestamente punto a fare bene».

«La stagione è iniziata nel modo giusto – continua – nonostante il passaggio di categoria sto facendo tante gare. Vedo i ragazzi più grandi, ma non sono così distanti. Mi aspettavo di avere qualche difficoltà in più. Mi alleno tanto e i risultati sono positivi, sono curioso di vedere cosa riuscirò a fare la prossima stagione, quando sarò under 23 di secondo anno».

Nel 2022, Scappini ha corso con il team Fortebraccio, vincendo il titolo nazionale juniores (foto Instagram)
Nel 2022, Scappini ha corso con il team Fortebraccio, vincendo il titolo nazionale juniores (foto Instagram)
Dove hai sentito il passaggio di categoria?

Nella tecnica, sono migliorato tanto in questi mesi. La cosa che mi preoccupava di più era la durata della gara, che sarebbe passata da 40 minuti ad un’ora. Però sono riuscito a reagire bene, mi alleno di più ed i risultati sono buoni. Mi manca poco per avere la resistenza giusta per fare un’ora di gara ed essere competitivo. 

C’è tanta attesa anche per quello che potrai fare su strada, lo aveva detto per primo Eros Capecchi.

Mi conosce da quando sono piccolo praticamente. Mi ha sempre incoraggiato nel seguire il mio percorso di crescita, è convinto che possa fare davvero bene. 

Scappini su strada si è messo alla prova con la maglia della nazionale (foto DirectVelo)
Scappini su strada si è messo alla prova con la maglia della nazionale (foto DirectVelo)
E tu che ne pensi?

Per il 2024 vedremo cosa riuscirò a fare, se migliorerò anche lì. Non so bene cosa aspettarmi perché non ho mai messo troppo l’accento su questa disciplina. Il mio focus è sempre stato il ciclocross. 

I primi passi in Beltrami come sono stati?

Mi hanno accolto molto bene e mi sto allenando al meglio. La squadra mi segue passo dopo passo con un allenatore. Sicuramente far parte di un team continental vuol dire che ora la strada avrà maggior peso nel mio calendario, ma non abbiamo ancora deciso come.

Insieme alla Beltrami TSA-Tre Colli correrà anche su strada, c’è tanta curiosità in merito (foto Instagram)
Insieme alla Beltrami TSA-Tre Colli correrà anche su strada, c’è tanta curiosità in merito (foto Instagram)

Il perché di Miodini

Una vera e propria motivazione sull’arrivo di Scappini ce la dà Miodini, diesse della Beltrami. L’umbro parla con lo stupore di una giovinezza che lo vede voglioso di provarci, a lui tocca pedalare. A chi lo circonda, invece, il compito di indirizzarlo sulla strada giusta.

«I suoi obiettivi – dichiara Miodini – nascono da un bisogno più ampio. La voglia di mettersi alla prova in qualcosa di nuovo. E’ chiaro che ci saranno delle difficoltà, non sarà facile all’inizio. Scappini è tanto determinato, nella sua motivazione rivedo Pesenti. Entrambi hanno una grinta che li porta a stare sempre ai massimi livelli. E’ un ragazzo sul quale abbiamo scommesso, si tratta del suo primo anno tra gli under 23, vedremo come si adatterà. Sicuramente correrà tanto nel cross, poi si fermerà e farà una pausa nei mesi di febbraio e marzo. Ripartirà, come ha fatto anche Agostinacchio l’anno scorso, a fine marzo o inizio aprile.

Gabriel Fede torna in Italia e riparte dalla Beltrami

13.11.2023
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Gabriel Fede riattraversa le Alpi, dopo due anni in terra francese, per tornare a correre in Italia. Lo farà con la Beltrami TSA Tre Colli, una scelta che ha fatto scaturire tante domande. L’avventura di Fede, iniziata appena terminata la categoria juniores, è finita presto, quali sono le motivazioni alla base della scelta? E che cosa gli è rimasto di questo periodo nel Devo Team dell’AG2R?

«A metà 2023 la squadra ci ha comunicato che non ci sarebbe più stato il team development per il 2024 – dice Gabriel Fede – o almeno non come lo avevamo conosciuto noi. Infatti dalla prossima stagione diventerà una continental, sempre gestita dall’Ag2R. E’ stato rivoluzionato tutto: corridori, staff, diesse e il resto. Nessuno dei ragazzi che era in squadra con me correrà con loro nel 2024, rimane il solo Jordan Labrosse che però passa nel team WorldTour».

L’Ag2R nel 2024 diventerà un team continental una rivoluzione completa (foto DirectVelo)
L’Ag2R nel 2024 diventerà un team continental una rivoluzione completa (foto DirectVelo)
Questa notizia l’avete avuta a stagione in corso e come ti sei mosso?

Esattamente ci è stato detto dopo il Giro Next Gen, quindi a giugno. Di conseguenza avevo iniziato a cercare nuove soluzioni, ho fatto un ritiro con la squadra satellite della TotalEnergies (Vendée U, ndr). Il contatto me lo ha trovato il mio allenatore, abbiamo fatto dei test, ma poi loro hanno deciso di puntare su profili diversi. 

Quando si è concretizzata la proposta della Beltrami?

A fine agosto, in realtà il contatto c’è sempre stato. Loro li conosco da molto tempo, sono delle persone con cui mi trovo davvero bene. Il contratto poi l’abbiamo firmato a ottobre. 

Gabriel Fede è andato in Francia in cerca di esperienze diversa ed una maturazione ciclistica (foto DirectVelo)
Gabriel Fede è andato in Francia in cerca di esperienze diversa ed una maturazione ciclistica (foto DirectVelo)
Avevi anche altre proposte in Italia?

Qualche altra continental era entrata in contatto con me, ma la scelta della Beltrami è stata semplice. Conoscendo già le persone, sono consapevole di ciò che mi aspetta, poi anche loro conoscono me e questo è importante. 

In che senso?

Sanno che faccio ciclocross, disciplina che praticherò anche questo inverno, probabilmente a partire da fine novembre. Il fatto che la Beltrami abbia una squadra di ciclocross mi ha aiutato a prendere la decisione, per me è importante mantenerlo. Anche al Devo Team dell’Ag2R usavamo il ciclocross come parte della preparazione. 

Fede ha corso spesso nel calendario nazionale francese confrontandosi con atleti elite (foto DirectVelo)
Fede ha corso spesso nel calendario nazionale francese confrontandosi con atleti elite (foto DirectVelo)
Un cammino che si interrompe a metà quello con il team francese, quanto sei soddisfatto di ciò che hai fatto?

L’esperienza la rifarei subito ed è qualcosa che mi rimarrà per sempre. Ho vissuto da solo, ho cambiato tanto della mia vita e sento che questa cosa sarà utile per la mia carriera. Mi sono trovato bene con l’Ag2R, abbiamo fatto un calendario impegnativo durante entrambe le stagioni, correndo spesso con gli elite. 

Non è stato un passo troppo grande? 

Non direi, anzi sono cresciuto con i tempi giusti. Non penso di aver affrettato i tempi, chiaramente mi sarebbe piaciuto avere a che fare con i professionisti, ma non c’è stata occasione. Dal Devo Team alla WorldTour è passato un solo corridore (Labrosse, ndr) , che prima ha fatto lo stage e dal 2024 sarà dei loro. 

Con l’Ag2R Citroen U23 ha continuato a correre nel ciclocross, fondamentale nella preparazione invernale (foto DirectVelo)
Con l’Ag2R Citroen U23 ha continuato a correre nel ciclocross, fondamentale nella preparazione invernale (foto DirectVelo)
Nessun rimpianto? 

Sinceramente mi sarei aspettato un percorso più netto, cioè al termine di questi due anni di farne altri due e vedere come sarebbe andata. Ora alla Beltrami voglio correre con i professionisti, quel che mi è mancato nei due anni in Francia. Ho scelto loro anche perché fanno tante gare di questo tipo ed è un modo per crescere ancora, ma non taglierò completamente i ponti con la Francia.

Cioè?

Avrò al mio fianco un allenatore francese Luc Chelain, che lavora in Ag2R, nel team WorldTour. Mi ha seguito anche nei primi due anni da under 23 e continuerò ad allenarmi nello stesso modo. Con lui mi sono trovato molto bene, è uno dei pochi che riesce a capirmi ed è molto bravo, c’è un bel rapporto tra me e lui, così ho preferito continuare sulla stessa strada. 

Pesenti vince ancora e aspetta la chiamata giusta

04.10.2023
5 min
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Quattro vittorie in stagione, più una decina scarsa di top 10. Il 2023 di Thomas Pesenti può essere giustamente considerato più che positivo, ma… Quando arrivi all’età di 23 anni tutto quello che di buono viene fatto è un po’ inficiato dalla constatazione che potrebbe non bastare. E’ un’età che nel ciclismo d’oggi rappresenta una sorta di orologio biologico: arriverà la fatidica chiamata da parte di un team professionistico? Il tempo a disposizione non è più tanto, anzi è quasi finito…

Probabilmente è a questo che si deve una certa ritrosia da parte di Pesenti a parlare con i giornalisti. Eppure ce ne sarebbe da dire, non foss’altro per la bellissima rivalità che si è innestata con Luca Cavallo: non c’è gara dura, con arrivo in salita nella quale i due non si sfidino a duello, con esiti sempre incerti tanto che spesso si danno una mano per andare in fuga, per poi giocarsi tutto nel testa a testa.

Pesenti vittorioso al Giro della Franciacorta. Per lui stagione con 4 vittorie e dieci top 10 (foto Rodella)
Pesenti vittorioso al Giro della Franciacorta. Per lui stagione con 4 vittorie e dieci top 10 (foto Rodella)

Bene il 2023, meglio il 2022

A spiegare la particolare situazione di Pesenti è quindi il suo diesse Roberto Miodini, che più di altri sta seguendo la sua evoluzione e, insieme ai procuratori Fondriest ed Alberati, si sta dando da fare per trovare una strada giusta per farlo ulteriormente evolvere.

«Quella di Thomas è una stagione importante – ammette Miodini pronto però a sorprendere subito dopo – ma quella dello scorso anno lo era stata di più. Erano arrivate meno vittorie, ma in un consesso più alto. Si era piazzato spesso in gare pro’ e per me più che le vittorie valgono le prestazioni in relazione al contesto. Basti pensare che ha fatto una ventina di controlli antidoping, praticamente come un corridore del WorldTour».

Roberto Miodini, il diesse della Beltrami Tsa sta spingendo per far passare Pesenti in un team professional
Roberto Miodini, il diesse della Beltrami Tsa sta spingendo per far passare Pesenti in un team professional
A che cosa si deve questa crescita importante?

Il suo preparatore Giorgi all’inizio dello scorso anno gli chiese un sacrificio: perdere almeno 6 chili, per aumentare i watt per chilo. Pesenti è stato attentissimo a seguire le istruzioni e i risultati si sono visti. Se si guarda alla sua carriera, il suo rendimento è sempre stato buono, ma fungeva un po’ da spalla a gente come Baroncini e Parisini. Ora che ha trovato maggiore libertà e il suo rendimento fisico è cresciuto, gli effetti sono evidenti. Le sue gare le vince di forza, senza lasciare spazi a dubbi.

Come spieghi la sua diffidenza verso il mondo esterno, i giornalisti in particolare?

Qui è bene essere chiari e spiegare. Molti dicono che Thomas ha un carattere chiuso, invece è molto disponibile, c’è però un fatto alla base. Lo scorso anno sembrava tutto pronto per farlo passare all’Androni, Ellena aveva parlato con me ed eravamo tranquilli. Poi si sa che cos’è successo alla squadra e lui ci ha sofferto molto, anche perché da qualche parte era già uscita la notizia del suo passaggio. Le domande dell’ambiente, certi sguardi, tutte cose che gli hanno fatto male. Thomas semplicemente non vuole parlare fin quando non avrà certezza del suo futuro.

Il podio della Coppa Varignana, con ai fianchi Chaussinand (FRA) e il rivale Cavallo (foto Ballandi)
Il podio della Coppa Varignana, con ai fianchi Chaussinand (FRA) e il rivale Cavallo (foto Ballandi)
Ha paura?

Un po’, com’è normale nel ciclismo odierno dove vedi che gli anni passano e temi che quella fatidica telefonata non arrivi. So che sul suo futuro si sta lavorando alacremente, i suoi risultati stanno favorendo un contatto importante, ma finché non c’è nulla di scritto…

Che cosa dici della rivalità con Cavallo?

E’ una delle pagine belle del ciclismo U23 di oggi, ma non è tanto che si mettono d’accordo loro due per fare selezione. La salita è impietosa, una volta come oggi, non puoi barare, è lei che stabilisce le gerarchie e quindi è naturale che salendo i due si ritrovino insieme e soli, sono i più forti. Poi anche Cavallo sa che in uno sprint a due, Thomas è più forte, quindi ognuno gioca le sue carte in base a questo. Sulla sua stagione c’è un aspetto però che non è stato sottolineato…

Quale?

Noi abbiamo cercato di preservarlo e non farlo correre troppo, Pesenti ha fatto 40 giorni di gara, la maggior parte dei quali confrontandosi già con i professionisti. Alla squadra avrebbe fatto comodo farlo correre di più, magari a un livello inferiore per ottenere più vittorie, ma abbiamo ragionato in funzione del suo futuro. Lasciarlo a casa non è stato semplice, ma doveva lavorare con calma, per questo tutte le sue gare sono state di qualità assoluta. Infatti con la Bernocchi ha chiuso la sua stagione di gare fra i pro’, ne restano un paio di categoria.

Nel 2020 Pesenti iniziò bene all’Etoile de Bessèges, ma il covid lo ha stoppato (foto SportParma)
Nel 2020 Pesenti iniziò bene all’Etoile de Bessèges, ma il covid lo ha stoppato (foto SportParma)
Senza fare nomi, hai un identikit del team ideale per lui?

Pesenti ha bisogno di un calendario continuativo ad alto livello, salire quel gradino che noi continental non possiamo garantirgli. Io credo che con le sue caratteristiche, continuando a progredire potrà far bene sia su certe classiche impegnative che nelle brevi corse a tappe. E’ un corridore che copre una vasta gamma di opzioni. Sarebbe un buon pro’ che sa fare il suo mestiere e prendersi soddisfazioni, ma serve che un dirigente illuminato vada al di là della data di nascita e capisca con chi può avere a che fare.

Quali sono i percorsi ideali per lui?

Per me sono quelli delle corse francesi perché è anche abbastanza veloce e su quei tracciati dove c’è sempre selezione si prenderebbe belle soddisfazioni. Negli anni ne ho visti tanti che avevano numeri per emergere, ma non avevano abbastanza grinta, lui ne ha in abbondanza. Ha solo pagato quel paio d’anni legato al Covid dove doveva farsi vedere. E’ arrivato con un po’ di ritardo, non per questo deve pagare un prezzo così alto…

Agostinacchio, debutto faticoso su strada. Ma ora c’è il cross

08.09.2023
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Filippo Agostinacchio è il campione italiano ciclocross under 23. L’aostano vinse il titolo lo scorso gennaio ad Ostia. Sotto al palco ci raccontò della sua volontà di puntare sempre di più sul cross, di affrontare questa disciplina come farebbe un belga. E cioè con la strada finalizzata al ciclocross. E così ha fatto.

Ha cambiato squadra. E’ passato alla Beltrami TSA- Tre Colli proprio perché c’è un importante progetto in corso. Tanto che il prossimo anno la Beltrami vedrà un roster di otto atleti: 5 under e tre juniores. Sono poche le squadre italiane che fanno questo tipo di attività. Tra l’altro Agostinacchio ha avuto carta bianca per qualche apparizione nella Mtb, la sua “vecchia casa”.

Ad Ostia Agostinacchio conquista il tricolore U23: si apre un nuovo capitolo verso il cross puro
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Filippo, ci eravamo lasciati dicendo che avresti fatto la strada per puntare al cross. Come è andata?

E’ stata una stagione veramente difficile per me. E lo è stata sotto molti punti di vista, sia fisici che mentali. L’adattamento al mondo della strada me lo aspettavo un po’ più facile, ma devo dire di aver imparato molto.

Quali sono stati questi momenti difficili?

Senza dubbio c’è un po’ di amarezza per quanto accaduto al Giro Next Gen. Ho sbagliato sullo Stelvio e questa cosa ha avuto un grande impatto su di me. Di fatto da lì ho poi corso molto poco. In più dei miei problemi personali non mi hanno aiutato. Però con la squadra va bene. E anche con loro c’è l’obiettivo condiviso del ciclocross.

E invece le difficoltà tecniche? Hai pagato lo stare in gruppo, i ritmi…

Ho pagato il fatto di non riuscire a performare quando sono stanco. Io tra cross e Mtb sono abituato a dare il massimo da fresco. Le mie gare durano un’ora, un’ora e mezza al massimo. Dare tutto dopo tante ore mi ha messo in difficoltà. Ma crescerò, ci vorrà del tempo.

Ottima posizione a crono per Agostinacchio, effetti positivi della multidisciplinarietà
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In effetti non è un aspetto banale questo. Sarà interessante vedere il contrario: e cioè che effetti avrà la strada sul cross. Ma torniamo a noi: come mai stai correndo poco?

Sto già lavorando per il cross. Gli obiettivi su strada non li ho più per questa stagione ed eventuali altre gare saranno finalizzate al cross. E anche al gravel. Di certo farò l’italiano e poi spero anche il mondiale. Ma non avendo potuto prendere parte alla Monsterrato spero in una wildcard.

Quindi cosa fa un crossista puro come te ad agosto?

Sto aspettando la bici da cross. In realtà ne ho una che mi avevano dato in prova, ma è di una taglia più piccola. In ogni caso mi sarei concentrato ancora sul volume con quella da strada. Fino a che non arriva sarà così. Poi inizierò ad inserire delle sedute specifiche e di tecnica con quella da cross. Sto anche facendo una buona base di corsa a piedi.

Come concili i chilometri su strada con quelli a piedi?

Preferirei parlare di ore. Per ora sono sulle due ore di corsa settimanali, suddivise in tre, quattro uscite. Mentre per quanto riguarda la bici mi attengo sul volume che più o meno ho tenuto per tutto l’anno e cioè 20 ore settimanali.

In tutto questo non è mancata qualche puntatina in mtb, come la tappa di CdM in Val di Sole e l’italiano eliminator da lui vinto
In tutto questo non è mancata qualche puntatina in mtb, come la tappa di CdM in Val di Sole e l’italiano eliminator da lui vinto
Tu sei ad Aosta, visto che hai parlato di base inserisci anche delle salite lunghe? Dalle tue parti non mancano!

No, no… non mancano! Ma le faccio poco, semmai qualche volta durante qualche uscita lunga con gli amici. Sto lavorando sull’intensità: 30”-30”; 40”-20”, Vo2 Max… quindi lavori di qualità.

Conosci già i tuoi programmi del ciclocross? Hai parlato con il cittì Pontoni?

Pontoni ci ha informato sul programma della nazionale, poi c’è da vedere se sarò convocato. Io so che con la Beltrami inizierò a gareggiare ad ottobre. Quando, dipenderà anche da come andrà il gravel visto che l’8 ottobre c’è il mondiale. In ogni caso l’idea è di correre sempre fino al campionato europeo di cross e poi da lì staccare un po’, un fine settimana senza gare con nel mezzo qualche giorno di riposo e iniziare la seconda parte di stagione.

Come mai vuoi staccare un po’?

Perché lo scorso anno sono arrivato parecchio tirato a gennaio. Avevo gareggiato sempre e non vorrei commettere lo stesso errore, anche perché poi con la squadra dopo la gara di Coppa del mondo in Italia in Val di Sole, c’è l’idea di andare in Belgio per un bel po’, fino all’italiano di cross.

Milesi e Baroncini, le soddisfazioni iridate della Beltrami

30.08.2023
6 min
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«Prima di vincere o fare risultato, a noi interessa insegnare ai ragazzi cosa significhi diventare dei corridori senza creare false illusioni. E aver visto Baroncini prima e Milesi poi diventare campioni del mondo ci rende molto orgogliosi del lavoro fatto con loro». Lo afferma con convinzione Roberto Miodini, diesse della Beltrami TSA Tre Colli, che aveva guidato i due giovani italiani nella loro rispettiva prima stagione da U23.

Il team continental emiliano è stato come un centro di svezzamento sia per loro che per altri attuali pro’ che sono passati da lì, ma è ovvio che quei trionfi iridati abbiano un sapore speciale. Lo splendido agosto di di Milesi – composto nell’ordine dalla vittoria della crono mondiale U23 a Glasgow, il quinto posto nella prova in linea e la vestizione della maglia rossa a La Vuelta grazie al primo posto della Dsm-Firmenich nella cronosquadre – ha bissato di fatto quelle sensazioni vissute nel 2021 con la favolosa cavalcata di Baroncini a Leuven. Col tecnico parmense siamo tornati ai tempi di “quei” due ragazzi…

Roberto andando in ordine cronologico, che ricordo hai di Milesi?

Sicuramente è fresco. L’ho sentito dopo i suoi recenti risultati. Lorenzo è stato con noi per una stagione nel 2021, ma pensate che venne in ritiro il primo giorno anche l’anno dopo, che era già in DSM, per salutare i vecchi compagni e il resto dello staff. Quando lo abbiamo preso sapevamo che era uno degli junior più promettenti. In Beltrami ha fatto un’annata molto buona, sempre al servizio dei compagni. Correva in modo generoso e spesso gli ho detto, quasi rimproverato, che lo era anche troppo, come quella volta alla Milano-Busseto. Andò in fuga con altri quattro fin dai primissimi chilometri e nel finale, col gruppo arrivato a cinquanta metri, tirò alla morte pur di non farlo rientrare. Lui fece quinto su cinque e mi disse: «Hai ragione potevo agire diversamente, ma non volevo che ci riprendessero, ci meritavamo di arrivare noi».

Cosa gli avevi risposto?

Fondamentalmente nulla (sorride, ndr). Forse sarebbe riuscito ad ottenere qualcosa in più, ma ormai la corsa era finita e al limite lo avrei visto all’opera in quella successiva. D’altronde Lorenzo ha sempre guardato alla sostanza in gara. Di lui ti accorgevi subito del gran motore che aveva. Anche al Giro dell’Emilia in mezzo ai pro’ fece un gran numero. 145 chilometri di fuga prima di staccarsi e ritirarsi al primo passaggio sul San Luca quando si mossero i big. Per me quell’azione valeva come cinque vittorie, alla faccia di chi vede solo i risultati e mai le prestazioni. Che è un tipico ragionamento che c’è nel ciclismo giovanile e dilettantistico però questo è un altro discorso

Invece un ricordo di Baroncini?

Devo dire che sono tanti per entrambi ed è normale che dopo le loro vittorie assumano anche un significato diverso. Filippo era uno junior di grande prospettiva, che aveva fatto una bella trafila giovanile. Era arrivato nel 2019 e lo avevamo preso convinti che avrebbe fatto bene in poco tempo. Nel primo anno ha capito com’era la categoria cogliendo qualche buon piazzamento. Nel 2020 invece, quando la stagione è ripresa dopo il lockdown, bastava portarlo solo alle corse perché non ne ha sbagliata una. In quaranta giorni aveva collezionato due vittorie e sei top 10, ma ci piaceva come interpretava la corsa, all’attacco e convinto dei suoi mezzi. Eravamo certi che nel 2021 sarebbe diventato il più forte con noi o con altri.

Era obiettivamente difficile trattenerli?

E’ un discorso complesso e semplice al tempo stesso. Nel caso di Lorenzo, quando arrivò da noi, sapevamo che era già nel mirino di squadre WorldTour, tant’è che la DSM lo prese per il suo Devo Team. A Filippo invece è stato proposto un contratto migliore da un’altra parte (passò alla Colpack-Ballan, ndr) che noi non riuscivamo a pareggiare. Ci è dispiaciuto chiaramente ma forse doveva andare così…

In ogni caso resta la soddisfazione di aver introdotto due futuri iridati nel difficile mondo di U23 e pro’.

Certo, siamo contenti. Significa che funziona bene il cosiddetto scouting e quindi il lavoro che facciamo sui ragazzi. In Beltrami vogliamo che i ragazzi siano consapevoli di quello che stanno facendo per capire dove vogliono arrivare. Poi è ovvio che la differenza è data dalle motivazioni e da una buona dose di fortuna. Considerando che la nostra squadra è di recente costituzione, nell’ultimo periodo abbiamo una buona percentuale di nostri ex atleti al primo anno da “dilettante” che ora sono professionisti. Penso a Parisini e Tarozzi oltre a Fiorelli, anche se era già un po’ più grande. A loro aggiungo De Pretto che è stato con noi nel 2021, quando c’era Milesi, e che ha appena firmato due anni nel WorldTour con la Jayco-AlUla. Quando leggiamo di questi passaggi siamo molto orgogliosi.

Vedendo ora dove sono, cosa prevede Roberto Miodini per Baroncini e Milesi?

Sono due ragazzi diversi fra loro, sia fisicamente che caratterialmente. Filippo spero che abbia più fortuna in certe situazioni. Quando cade spesso si fa male o si rompe. Oppure se al campionato italiano non avesse forato avrebbe vinto lui, ne sono sicuro al cento per cento. Andrà in UAE e si ritaglierà un ruolo da protagonista o da punta perché è nella sua indole. E’ ancora giovane e può diventare un corridore da classiche. Di Lorenzo invece stiamo scoprendo le sue potenzialità. Forse è meno appariscente, ma decisamente solido. Ha solo 21 anni e la sua dimensione la troverà a brevissimo. Di certo è che saranno due corridori fondamentali per la nazionale di Bennati nell’imminente futuro.

Beltrami in Ungheria, un’avventura di gruppo chiusa in bellezza

25.07.2022
5 min
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Come si costruisce una lunga trasferta per un team continental? Un conto è una squadra WorldTour che può disporre di enormi budget, un altro per un team che deve fare i conti dell’oste misurando ogni spesa col bilancino. La storia della Beltrami TSA Tre Colli parte da questa constatazione. La formazione ha affrontato un lungo viaggio nell’Est europeo, prima concorrendo al Gemenc Grand Prix gara a tappe ungherese poi a due classiche in linea fra la stessa Ungheria e la Slovacchia.

Con Roberto Miodini entriamo nel dettaglio dell’avventura passando non solo e non tanto per quel che è avvenuto in gara, ma anche fuori.

«E’ stato davvero un’avventura – racconta il direttore sportivo – ma era molto importante farla. La nostra filosofia è far gareggiare i ragazzi il più possibile all’estero perché così possono crescere e acquisire un importante bagaglio di esperienze nuove. Lo scorso anno avevamo già fatto molte trasferte, di più quest’anno, con migliaia di chilometri e… tante spese».

Biancalani Gemenc 2022
Biancalani sul podio della prima tappa, battuto solo dal polacco Papierski
Biancalani Gemenc 2022
Biancalani sul podio della prima tappa, battuto solo dal polacco Papierski
Vediamo di capire, come si affronta un’esperienza del genere: in quanti eravate in Ungheria?

Avevamo una squadra con 6 corridori: Andrea Biancalani, Luca Cibrario, Matteo Freddi, Mattia Gardi, Thomas Pesenti e Andrea Piras. Con loro 2 meccanici, 2 massaggiatori, il sottoscritto e due persone che si sono aggregate, tra cui Ferenc Stuban che da quest’anno è un altro direttore sportivo del team.

E come mezzi?

Abbiamo un camion al seguito con tutto il materiale comprese le biciclette, un camper e due macchine, una con l’equipaggiamento radio. In alternativa utilizziamo un furgoncino. E’ chiaro che le spese di spostamento sono molte, ma la trasferta in Ungheria da questo punto di vista ci ha un po’ agevolato.

Piras montagna 2022
Sprint per il Gpm, Piras spinge, la maglia a pois sarà sua (foto Vanik Zoltan/Bringasport)
Piras montagna 2022
Sprint per il Gpm, Piras spinge, la maglia a pois sarà sua (foto Vanik Zoltan/Bringasport)
In che misura?

Abbiamo avuto l’albergo fisso per tutta la durata della gara e anche dopo, fino all’imminenza della classica in linea del sabato successivo e della domenica (ieri la vittoria è andata proprio a Thomas Pesenti, che ha vinto il Gp Slovakia, ndr). Questo significa non doversi spostare. Basti pensare che il camion, che per molti versi è un po’ il ritrovo di tutto il team, l’abbiamo posizionato al venerdì e l’abbiamo spostato il venerdì successivo. Quando non devi cambiare albergo ogni giorno è molto stress in meno.

Che gara era quella iniziale?

Una prova a tappe di due giorni, molto semplice, con percorsi che in fin dei conti si sono rivelati troppo facili per noi, senza grandi asperità, dov’era difficile fare la differenza. Una gara tipica per passisti veloci dove è emerso Biancalani, secondo nella volata generale del primo giorno e sesto il giorno dopo perché ha completamente sbagliato l’ultima curva, finendo così quarto in classifica generale. Comunque chi ha vinto (l’australiano Luke Mudgway della Bolton Equipiets Black Spoke, ndr) ha strameritato. Un po’ di rammarico ci resta perché negli anni precedenti c’era più salita, ce la saremmo giocata meglio.

La classifica degli scalatori è stata vinta da Piras: considerando che non erano certo salite vere, di che corridore parliamo?

E’ un classico passista-scalatore che su ascese così “morbide” si trova bene e può fare la differenza. Ha fatto il suo, considerando che la squadra era votata alla causa di Biancalani proprio perché il percorso si adattava a lui. Gli altri si sono un po’ persi nel finale. Andrea Biancalani è un velocista vero, perfetto per questo tipo di corse.

Torniamo alla trasferta generale: che cosa si faceva alla sera?

Al sabato è stata la classica sera di mezzo fra una tappa e l’altra, preparando tutto quel che serve per il giorno dopo, tra materiale e briefing. La domenica si è… pedalato, nel senso che era prevista una kermesse che per tradizione conclude la gara pur non facendo parte della classifica, ma per fare spettacolo e onorare gli sponsor bisogna partecipare (il gruppo nella foto di apertura, ndr). Noi abbiamo corso in maniera easy, i locali erano scatenati… Comunque Pesenti è finito sul podio anche lì.

Allenamenti Ungheria 2022
I ragazzi in allenamento durante la settimana. Alcuni sono rientrati in Italia per poi ripartire
Allenamenti Ungheria 2022
I ragazzi in allenamento durante la settimana. Alcuni sono rientrati in Italia per poi ripartire
Come vi siete trovati nel complesso in questa trasferta?

Molto bene, l’atmosfera era serena, temevamo un po’ di agitazione vista la posizione geografica, ma nulla di tutto questo. La vera sorpresa è stata all’arrivo in hotel, quando abbiamo scoperto che il padrone era uno di Ravenna, è stata una sorta di rimpatriata. Chiuso il primo fine settimana di gare, abbiamo fatto uscite di allenamento al mattino e a noi si sono aggregate alcune società juniores della zona, non avendo attività agonistica in questo periodo ci hanno chiesto di poter lavorare insieme per imparare. Nel mezzo, anche una partecipazione del gruppo a una trasmissione di una Tv locale, per non farci mancare nulla…

Con l’alimentazione come vi siete regolati?

Ci eravamo portati di tutto dietro, dalla pasta al parmigiano, ma la sorpresa è stata trovare tanti prodotti adatti ai nostri bisogni in hotel. Abbiamo i frigoriferi pieni, vorrà dire che riporteremo tutto indietro…

Pesenti perde chili, ma non watt. E mette il naso tra i grandi

30.03.2022
4 min
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Quando un ragazzo, giovane, perché un classe 1999 per noi è ancora giovane, si fa vedere è sempre un piacere. E Thomas Pesenti, del Team Beltrami TSA – Tre Colli ha iniziato col piede giusto la sua stagione.

Il corridore di Fontanellato, nel parmense, ha ottenuto un buon quinto posto alla Per sempre Alfredo e domenica scorsa al Gp Industria e Commercio di Larciano era a lottare con Nibali, Ulissi e Hirschi. E al Trofeo Laigueglia, gara di apertura, è stato 23° ma con un parterre pieno zeppo di WorldTour, non a caso lui e Filippo Zana (21°) sono stati i primi non appartenenti alle squadre di prima fascia.

Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas, ti aspettavi di andare così bene?

Pensavo di fare bene, ma non così tanto e sono un po’ sorpreso da queste prestazioni. Mi ha sorpreso tenere il ritmo soprattutto in salita nelle tappe della Coppi e Bartali.

E come mai questo exploit? Hai cambiato qualcosa nella preparazione?

Sicuramente abbiamo fatto più fondo: più distanza e più lavori specifici, ma soprattutto ho cambiato alimentazione. Sono dimagrito 5-6 chili, senza perdere potenza, stessi watt, e per questo ho tutt’altro ritmo in salita.

Caspita, 5-6 chili sono una bella trasformazione: come mai allora prima ne avevi addosso così tanti?

Non ci stavo attentissimo. Mangiavo qualche dolce di troppo e molti carboidrati. Quest’anno invece ci siamo messi giù con la semplice plicometria, la mia idea era di perdere un paio di chili, ma sono sceso di più.

Lo hai fatto con l’aiuto di un nutrizionista?

No, con i consigli del medico della squadra. Alla fine non era una dieta vera e propria. Ho ridotto la pasta e i dolci nell’arco della settimana. Alle corse chiaramente li mangio.

Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Che corridore è Thomas Pesenti?

Un passista scalatore. Mi piacciono i percorsi mossi, anche con delle salite, ma non quelle troppo lunghe. Fino ad una durata di 10′-15′ tengo bene, sopra faccio fatica. E me la cavo in volata nei gruppetti di 15-20 corridori.

Piccolo passo indietro: prima hai parlato di più chilometri, più lavori specifici… alla fine quindi è proprio aumentato il volume di lavoro.

Sì esatto. Abbiamo fatto ben tre ritiri con la squadra. Abbiamo costruito davvero una grande base, facendo molti chilometri e poi abbiamo aggiunto la qualità.

E gli specifici?

I soliti. Lavori di forza, soglia… ma anche di ritmo. Abbiamo fatto lavori dietro macchina, doppia fila, ciò che simula la gara insomma. E infatti siamo arrivati in buone condizioni alle prime gare.

Come sei arrivato al ciclismo?

Da bambino. Il mio vicino di casa, Bruno Rastelli, aveva la squadra del paese, la AC Eiffel. Io ero sempre in bici a girare per i fatti miei. Lui mi fece provare e non ho più smesso.

Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
E cosa ricordi della prima gara?

Che sono caduto alla prima curva! Però, come tutti mi sono rialzato subito e l’ho finita.

Cosa ti aspetti da questa stagione?

Di continuare a fare bene, di mettermi in mostra e, se possibile, anche di vincere.

Sei elite di primo anno, siamo nell’era in cui gli juniores passano pro’: ci si sente vecchi a 23 anni?

Ciclisticamente parlando potrei esserlo, ma io non mi ci sento, non è facile da spiegare, ma questo è il mio parere. Non credo che un corridore a 22-23 anni sia vecchio.

Hai già una bozza di calendario?

Domenica correremo alla Coppa Caduti di Reda, mentre dal 17 al 23 aprile saremo alla Belgrado Banjaluka. Poi vediamo. D’estate faremo dell’altura, se non altro per evitare un po’ di caldo che c’è qui in pianura.

Parisini 2022

Uno squillo in casa Qhubeka, ci risponde Parisini

26.03.2022
5 min
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Il Team Qhubeka è vivo e lotta insieme a noi” si sarebbe detto negli anni Settanta, quelli della contestazione. Effettivamente la formazione sudafricana con una forte componente italiana, messo (per ora) da parte il discorso WorldTour dopo i gravi problemi finanziari dello scorso anno, si sta ritagliando uno spazio nel calendario italiano. Fra prove under 23 e qualche classica come la Per Sempre Alfredo, tra i più in vista c’è il millennial Nicolò Parisini, approdato quest’anno dopo un paio di buone stagioni alla Beltrami Tsa-Tre Colli e in procinto di partecipare alla Gand-Wevelgem per under 23, sfida per squadre nazionali.

Prima di unirsi al team azzurro di Marino Amadori, il corridore di Voghera ha accettato di buon grado di raccontarci come sta andando questo primo scorcio di stagione per la sua squadra, soprattutto considerando le difficoltà vissute e le perplessità sul suo futuro.

«L’atmosfera in squadra è ottima. In tutto siamo 14 corridori, metà dei quali italiani, gli altri tutti africani. Se devo essere sincero, considerando che parliamo di una squadra continental, è un ambiente dalla professionalità persino esagerata, non manca davvero nulla».

Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Parisini Beltrami 2021
Parisini alla Settimana Coppi e Bartali 2021, chiusa al 68° posto. Nel 2021 non sono arrivati grandi exploit
Douglas Ryder si fa sentire?

Non lo abbiamo ancora visto, ma chiama spesso. S’interessa dei nostri risultati, ma ancor di più di come vanno le cose, degli allenamenti, se abbiamo tutto quel che serve a disposizione. Non ci mette alcuna pressione, è contento di come stiamo andando. So che sta lavorando duramente per costruire una squadra professional per il prossimo anno ed è interesse di tutti noi fare il meglio possibile per effettuare il salto.

Per ora però sono arrivati un 4° posto con Kevin Bonaldo e il tuo 19° alla Per Sempre Alfredo, dove eri a confronto anche con team WorldTour…

Dobbiamo ancora prendere bene le misure, soprattutto quando corriamo contro i team delle categorie superiori, ma lo spirito è quello giusto e sono sicuro che miglioreremo proprio perché possiamo correre senza essere pressati. Ryder ci dà il giusto sostegno, a tutti i livelli.

Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Parisini Firenze-Empoli 2022
Terzo gradino del podio alla Firenze-Empoli, a 35″ dal vincitore Federico Guzzo
Personalmente come ti sei trovato domenica alla prova toscana?

Il risultato è stato buono, ma poteva essere anche migliore. Non sono ancora al massimo della forma, sul gran premio della montagna sono rimasto attaccato ai primi fino a 300 metri dalla vetta, poi mi sono mancate le gambe. Io però la prendo in maniera positiva, venivo dal 3° posto alla Firenze-Empoli, dal 4° al Memorial Polese di Cimadolmo e poi a ben guardare, con quell’altimetria non era proprio una gara ideale per le mie caratteristiche.

Che differenze hai trovato correndo fra i pro’?

Cambia tutta la musica… Nelle gare di categoria è vero che si parte subito a tutta, non c’è un team che prende in mano la situazione, bisogna stare sempre sul pezzo. Fra i pro’ ho visto che ci si affida molto alla gestione dei team più accreditati. Quindi nella prima parte si va abbastanza lineari, ma nel finale si corre molto più forte di quanto si va negli Under 23, la corsa alla fine risulta molto più chiusa.

Più semplice quindi?

No, non direi, perché negli ultimi 40 chilometri se non hai una gran gamba non reggi, fra gli under 23 riesci a rimanere a galla molto più facilmente.

Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Parisini Beltrami 2021
Tre anni di permanenza alla Beltrami Tsa-Tre Colli, utili per fare esperienza
Raccontaci qualcosa di te…

Ho iniziato su strada fra gli esordienti di 1° anno, precedentemente mi ero dedicato alla Bmx, dove ho fatto tutte le prime esperienze sin dalle categorie più piccole, quelle per bambini. Sono anche riuscito a salire sul podio europeo, da Esordiente 1° anno.

Non capita spesso di sentire un corridore italiano che viene dal Bmx, quando invece all’estero è la palestra di quasi tutti i corridori…

E’ fondamentale per me, perché acquisisci la base vera di questo sport, impari a guidare in ogni tipo di situazione. Io ad esempio non ho avuto alcuna difficoltà ad abituarmi a correre in gruppo, anche in spazi strettissimi proprio perché avevo ormai innata la capacità di guida.

Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Parisini 2021
Nicolò Parisini è nato a Voghera (PV) il 25 aprile 2000. Nella Bmx è stato sul podio europeo da Esordiente 1° anno
Quali obiettivi hai ora?

Intanto voglio onorare al meglio la convocazione in maglia azzurra che per me rappresenta molto, poi farò classiche del calendario di categoria come Trofeo Piva e Belvedere che si adattano meglio alle mie caratteristiche. Seguirò il calendario delle prove internazionali fino a fine aprile, poi tracceremo una linea per fare il punto della situazione.

Parli spesso di tue caratteristiche: quali sono?

Io penso di essere un corridore da classiche del Nord. Mi piacciono i percorsi mossi, con gli strappi giusti per far nascere fughe, lì posso dire la mia. Per questo sono stato particolarmente contento della chiamata di Amadori, ora sta a me fargli vedere che ha fatto bene…

De Pretto, la prima vittoria da under 23 cambia il morale

09.03.2022
3 min
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Davide De Pretto ha la voce decisa di chi ha già bene in testa quali sono i suoi obiettivi e ha già tracciato la strada per raggiungerli. Il primo anno da under 23 lo ha corso con la maglia Beltrami TSA Tre Colli, mentre quest’anno si è accasato alla Zalf Euromobil Desirée Fior. “Accasarsi” è forse il termine giusto se si considera che Davide abita a Piovene di Rocchette, nel cuore del territorio contraddistinto dai colori della Zalf. 

De Pretto ha corso la sua prima stagione da under 23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021
De Pretto ha corso la sua prima stagione da U23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021

Maggiore comodità

«Il cambio di squadra – inizia Davide – non è dovuto al fatto che non mi trovassi bene, ma da una questione prettamente logistica. Abitando lontano dalla squadra (Beltrami, ndr) mi allenavo sempre da solo e anche alle gare andavo sempre in solitaria. Ho preferito venire alla Zalf perché ho la possibilità di allenarmi quasi tutti i giorni con i compagni che abitano vicino a me: Cattelan, Raccani, Zurlo, Guerra, Faresin… Quando facciamo il lungo si uniscono a noi anche i ragazzi che vivono un po’ più lontano».

Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto, qui è il primo a destra (foto Scanferla)
Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto (foto Scanferla)

La prima vittoria

A Lucca, domenica 6 marzo, mentre prendeva il via la Parigi-Nizza, Davide De Pretto ha colto la sua prima vittoria tra gli under 23 al Memorial Mauro Dinucci (foto Scanferla in apertura). La seconda in stagione per la Zalf dopo quella firmata da Guzzo alla Firenze-Empoli.

«Ci voleva – esclama De Pretto – avevo proprio bisogno di una vittoria per iniziare la nuova avventura. Ora che mi sono tolto questo pensiero dalla testa mi sento più sollevato e pronto a lavorare senza troppi pensieri. Ho passato un buon inverno ed il lavoro con la squadra mi è servito molto. Abbiamo fatto ben tre ritiri e le sensazioni nei giorni scorsi erano buone, non mi aspettavo la vittoria. I miei obiettivi a breve termine erano, e rimangono, le gare internazionali: San Vendemiano, Piva e Belvedere».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore
Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore

Ciclocross ormai lontano

Davide De Pretto, negli anni fino alla categoria juniores, si è sempre messo in bella mostra anche nel fango. Il ciclocross è stata una disciplina nella quale si è contraddistinto in maniera positiva ottenendo ottimi risultati. Per il secondo anno di fila non ha inforcato la bici da ciclocross, verrebbe da chiedersi come mai.

«Con i diesse della Zalf non ne ho parlato – risponde – anche perché io stesso preferisco concentrarmi sulla strada. Voglio impegnarmi per ottenere buoni risultati anche qui, non so poi cosa farò il prossimo inverno».

Le stesse parole le aveva dette all’inizio della scorsa stagione. Questo suo continuo “rimandare” sembra nascondere una poca volontà di riprendere questa disciplina e ciò un po’ dispiace visto il grande talento e dall’altro fa pensare a quali grandi margini abbia su strada.