Bike Connection Agency: al “Cicalino” partner e fornitori di rilievo

29.03.2025
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Dal 17 al 20 marzo scorso, la splendida cornice della Tenuta Il Cicalino, a Massa Marittima (Grosseto), ha ospitato l’edizione primaverile 2025 del Road Bike Connection Spring. Organizzato da Bike Connection Agency, con Simon Cittati e Giulio Neri a far da timonieri. L’evento si confermato un punto di contatto essenziale per il “networking” tra aziende e media internazionali di settore.

Come tradizione, la tre giorni di meeting ha registrato la partecipazione di alcuni dei marchi più prestigiosi del settore bike, tra cui BMC, Assos, Vision, Fizik, komoot, Avona, Campagnolo, Pirelli e Selle SMP. Accanto a loro è stata coinvolta una selezione dei migliori media europei – bici.PRO era presente con Alberto Fossati – che ha avuto l’opportunità di testare in anteprima assoluta numerosi prodotti che saranno presto disponibili sul mercato.

L’atmosfera, caratterizzata da un mix di innovazione e passione per il ciclismo, ha permesso di vivere un’esperienza unica, pedalando lungo alcuni meravigliosi percorsi della Maremma. Grazie alle tracce fornite da komoot, gli ospiti hanno esplorato sia su strada che gravel i suggestivi paesaggi attorno alla Tenuta Il Cicalino, mettendo alla prova i nuovi materiali proposti dai brand.

Una squadra vincente

Oltre alle novità tecniche, grande attenzione è stata dedicata all’organizzazione dell’evento, che ha beneficiato del supporto di partner di assoluta eccellenza. Le Stagioni d’Italia, Prisma Logistics e Almas Italia hanno contribuito in modo significativo alla riuscita dell’evento, garantendo qualità ed esperienza ad alto livello. Il soggiorno e l’ospitalità alla Tenuta Il Cicalino è stata ulteriormente arricchita dalla presenza di fornitori ufficiali del calibro di Matt, per quanto riguarda l’ambito dell’integrazione alimentare, e Mastri Birrai Umbri che ha deliziato i partecipanti con birre uniche e assolutamente ricercate.

Il Road Bike Connection Spring 2025 ha confermato ancora una volta il proprio ruolo di piattaforma d’incontro tra le aziende e il mondo della stampa specializzata. Un evento che, anno dopo anno, continua a crescere, consolidando il proprio prestigio all’interno della “Bike Industry” internazionale. Il connubio tra test, contatto diretto con i marchi, i loro product manager e la straordinaria location della Maremma, rende questa manifestazione un appuntamento molto importante per chiunque voglia rimanere aggiornato sulle ultime innovazioni del settore.

Con questa edizione si è dunque chiuso un altro capitolo di successo, lasciando già intravedere aspettative molto positive per le future edizioni. Il mondo del ciclismo ha sempre più bisogno di eventi come quelli organizzati da Bike Connection Agency: un’occasione per scoprire, provare e raccontare il futuro delle due ruote.

Una visibilità importante

«Siamo davvero molto felici del connubio creato con la Tenuta Il Cicalino – ha dichiarato Simon Cittati, co-fondatore assieme a Giulio Neri di Bike Connection Agency – a maggior ragione considerando i partner che ci seguono quando organizziamo eventi in questa splendida location. Fare squadra è uno dei nostri obiettivi, probabilmente quello più importante. Come è importante per noi poter dare ampia visibilità a questi brand extra settore rispetto ad una platea di media internazionali sempre molto attenti e sensibili in tema di novità e qualità. Questa collaborazione ci permette di valorizzare ancora di più il territorio, creando sinergie che vanno oltre il semplice evento e generano un impatto positivo a lungo termine. Il nostro impegno è quello di offrire esperienze uniche, coinvolgenti e di alto livello, che possano lasciare un segno concreto nel settore».

BCA

I sensori Core per la temperatura corporea, cerchiamo di capire

26.03.2025
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MASSA MARITTIMA – In occasione del lancio del nuovo sensore Core 2, ovvero la seconda generazione del sensore che rileva la temperatura corporea, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Gavin Harte, responsabile commerciale di Core.

Cerchiamo di capire meglio cosa significa utilizzare un sensore capace di valutare la termoregolazione, come usarlo e cosa comporta tenere sotto controllo un valore del genere.

Gavin Harte (foto Rupert Fowler-BCA)
Gavin Harte (foto Rupert Fowler-BCA)

Il nuovo Core 2

Prima di tutto cerchiamo di contestualizzare lo strumento. Core 2 è una sorta di clip, si applica alla fascia elastica del cardio. Ha uno spessore inferiore al centimetro, alto poco più di 4 centimetri e largo meno di 3, con un peso inferiore ai 9 grammi. Ha una batteria interna ricaricabile e rispetto alla generazione precedente è stato modificato, migliorato internamente e all’esterno, reso più completo e pratico. Core, azienda che ha sede a Zurigo, è sponsor e partner tecnico di ben 8 team World Tour (uomini e donne), ma è molto utile sottolineare, come ci ha confermato Harte, che diverse squadre e corridori acquistano il prodotto, in quanto non sponsorizzati in modo diretto.

Il sensore Core 2 si interfaccia direttamente con la propria app (su smartphone) e da questi giorni è configurabile direttamente sui device Garmin. Il processo di ampliamento di Core è in grande espansione, grazie anche alla connessione con diversi portali di esplosione dei dati, come ad esempio TrainingPeaks.

A chi si rivolge Core?

Il ciclismo per Core rappresenta il 50%, poi c’è il triathlon e in grande crescita abbiamo il mondo running e trail running, dove in realtà il calore e la termoregolazione sono un problema ancora più grande, rispetto al ciclismo. Il motivo è molto semplice, il runner è più lento rispetto ad un ciclista ed il processo di raffreddamento derivante dall’aria è minore. Comunque il mondo Core è dedicato in generale a chi si allena in modo costante e tiene sotto controllo i vari aspetti della performance.

Ormai siamo in un mondo di numeri?

Esattamente e le possibilità, gli strumenti per monitorare, analizzare e tenere sotto controllo le prestazioni, sono sempre maggiori. Chi si allena con degli obiettivi è sempre più interessato ai numeri ed a capire cosa significano. Inoltre, se facciamo un confronto con il passato, anche recente, è sempre più facile tradurre questi stessi numeri.

Entrando nello specifico, perché è utile usare il sensore della temperatura?

Monitorare la termoregolazione corporea e la varie zone di calore che si affrontano quando ci si allena, o si gareggia è importante ai fini del Vo2Max e per aumentare l’emoglobina, solo per citare i due aspetti tra i più importanti. Capire quale è il range ottimale di allenamento, mi riferisco alla temperatura del corpo, previene la stanchezza ed il sovrallenamento.

Allenarsi per zone anche per quanto concerne la temperatura del corpo, un po’ come succede con il power meter?

Non è la stessa cosa, ma in un certo senso è così. Man mano che si entra in contatto con il sistema si riesce a far coincidere anche la zona di lavoro utile in base alla temperatura corporea, ovvero quel range di temperatura dove la fase è allenante.

Quando non ci si allena?

Abbiamo implementato, di recente, tramite app una sorta di lettura passiva dell’andamento della termoregolazione, nell’ottica di avere una panoramica sempre più completa della temperatura del corpo anche quando non si è sulla bici.

Si può capire come ci si adatta al calore in modo soggettivo?

Le fasi di adattamento sono soggettive, ma il corpo umano si adatta al calore step by step. Abbiamo un’idea piuttosto precisa di quale può essere il beneficio della corretta gestione della termoregolazione, ma non abbiamo ancora accesso ai dettagli di un miglioramento tradotto in numeri.

Sempre di più le collaborazioni
Sempre di più le collaborazioni
Siete riusciti a quantificare il miglioramento derivante dalla gestione del calore del corpo?

Non ancora. Stiamo lavorando proprio in quella direzione, grazie ad una banca dati che inizia ad avere numeri importanti. Le diverse ed impegnative sponsorizzazioni che abbiamo attivato hanno anche quale fine.

Semplificando, Core è una sorta di strumento di valutazione del motore dell’atleta?

Sì e si aggiunge, completa la rilevazione della frequenza cardiaca, mentre il power meter valuta il carico esterno.

Pidcock è utilizzatore assiduo, il Team Q36.5 è tra quelli sponsorizzati
Pidcock è utilizzatore assiduo, il Team Q36.5 è tra quelli sponsorizzati
Gli atleti lo chiedono?

Ci sono diversi atleti professionisti che hanno cambiato squadra e sono approdati in team che non hanno Core come sponsor, ma hanno acquistato il sensore di tasca propria. Abbiamo applicato dei prezzi di favore, ma comunque hanno comprato il sensore con il quale erano abituati a lavorare. Anche un’importante azienda del settore abbigliamento usa i nostri sensori per valutare l’impatto dei capi sulla termoregolazione.

Pirelli e quella voglia crescente di Made in Italy

14.04.2023
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Del Pirelli P Zero Race TLR vi avevamo già parlato. Ma presso BCA (Bike Connection Agency) tenutasi in Toscana, abbiamo avuto modo di scambiare alcune chiacchiere e considerazioni con Valeria Omodeo Zorini, che di Pirelli è product marketing manager.

Pirelli nasce come casa produttrice di mescole per pneumatici e questa filosofia, questa massima attenzione alla mescola ancora oggi è forte e presente nel brand milanese. Non è un caso che sia il fornitore ufficiale delle gomme in Formula Uno.

Valeria Omodeo Zorini, product marketing manager di Pirelli. Lei è anche a stretto contatto i team dei pro’ supportati da Pirelli
Valeria Omodeo Zorini, product marketing manager di Pirelli. Lei è anche a stretto contatto i team dei pro’ supportati da Pirelli

A Milano…

Gran parte delle produzione, specie quella dedicata alle bici, è stata trasferita in Italia, a Bollate (Mi). Lì non solo vengono prodotte le coperture di alta gamma dedicate al mondo bike, ma c’è anche il centro di sviluppo e ricerca di Pirelli.

«L’idea – ha spiegato Valeria Omodeo – è quella di centralizzare in Italia, nel milanese, la nostra produzione. Non è un caso che sulla spalla dei nuovi  P Zero Race TLR via sia la scritta “Made in Italy”».

La tendenza come si è visto è quella di ampliare le sezioni. Dai 23 millimetri di 7-8 anni fa, oggi la normalità è il 28 millimetri. Senza contare che tra Milano-Sanremo, Fiandre e Roubaix si è visto un utilizzo del 30 e 32 millimetri. Il nuovo tubeless da 28 millimetri è stata la copertura che abbiamo potuto provare su una vera fuoriserie, la Canyon Ultimate Cfr. I tecnici Pirelli dopo aver consultato il nostro peso ci hanno gonfiato le gomme al decimo di bar.

La scritta Made in Italy appare, con orgoglio, sulle spalle dei P Zero Race TLR
La scritta Made in Italy appare, con orgoglio, sulle spalle dei P Zero Race TLR

Sviluppo coi team

Grazie a questa continua ricerca ed evoluzione, Pirelli è riuscita a produrre coperture sempre più leggere, scorrevoli e resistenti alle forature. Il tutto coadiuvato dai team professionistici che supportano, tra cui la Trek-Segafredo di Mads Pedersen.

«Giusto in questo periodo siamo in tema di Classiche del Nord – ha continuato Omodeo – e prima di queste corse eravamo in Belgio con i pro’ i quali ci hanno “ricoperto” di richieste e feedback al tempo stesso.

«Cosa chiedono? Scorrevolezza, leggerezza e anche grip. Ma non è così facile venire incontro a tutte queste esigenze. In qualche modo la “coperta è corta”. Se faccio un tubeless più leggero, probabilmente sarà meno resistente alle forature. Ed ecco perché il nostro centro di ricerca e sviluppo in Italia, dove i contatti con chimici ed ingegneri sono diretti e costanti, diventa fondamentale».

Il nostro test sulle splendide strade tra le Colline Metallifere grossetane e il mar Tirreno, grazie a BCA
Il nostro test sulle splendide strade tra le Colline Metallifere grossetane e il mar Tirreno, grazie a BCA

Scorrevolezza docet

Rivediamo dunque, brevemente, la struttura di questo copertoncino sempre più apprezzato… anche dai team WorldTour.

Il P Zero Race TLR ha un battistrada la cui mescola è la SmartEVO. Quel che cambia è l’interno della gomma stessa, ciò che poi di fatto aumenta la scorrevolezza. Grazie all’utilizzo della nuova tecnologia Speedcore (procedimento brevettato in casa Pirelli) che favorisce una bassa resistenza al rotolamento e al tempo stesso garantisce una più che buona protezione dalle forature. Il tutto è stato possibile grazie all’utilizzo di fibre di aramide, le quali si possono lavorare con notevole precisione.

L’aramide infatti resiste bene al taglio e alle alte temperature e specie nella seconda fase della lavorazione, quando cioè lo pneumatico è “cotto al forno”, riesce ad essere un tutt’uno. Spiegazione ridotta all’osso, molto semplicistica, ma che rende l’idea di quanto la gomma sia un corpo unico, non sia rigida perché deve tenere insieme più parti e la mescola possa lavorare al meglio. Il risultato? La scorrevolezza è migliorata del 24%.

Pirelli

Bike Connection Agency, a tu per tu con la bicicletta

15.05.2022
3 min
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L'intervista a Simon Cittati e Giulio Neri che ci spiegano cosa sia Bike Connection. Un format prima di tutto, un evento dedicato agli operatori del settore della bicicletta e non è aperto al pubblico. Potremmo categorizzarla anche al pari di una tavola rotonda, dove le aziende incontrano i giornalisti e i tecnici del settore. Non è una fiera e non è una mostra.

In questo periodo primaverile le nostre pubblicazioni, quelle dedicate alle news e alle anteprime del settore, hanno richiamato il format BCA, acronimo di Bike Connection Agency. Di cosa si tratta? A chi si rivolge? Quali sono gli obiettivi di questa organizzazione? Vediamo insieme i punti chiave.

Lavoro, convivialità e socialità (RupertFowler BCA)
Lavoro, convivialità e socialità (RupertFowler BCA)

Bike Connection, lente sulla biciclette

Come anticipato, BCA è un format prima di tutto, un evento dedicato agli operatori del settore della bicicletta e non è aperto al pubblico. Potremmo categorizzarla anche al pari di una tavola rotonda, dove le aziende incontrano i giornalisti e i tecnici del settore. Non è una fiera e non è una mostra. Per i media è una grande opportunità, dove si può approfondire a stretto contatto con i rappresentanti delle aziende coinvolte. Per i marchi è una ghiotta occasione d’incontro con i giornalisti selezionati del mondo ciclo, dove tutto è ben organizzato, programmato e dedicato. I vantaggi sono numerosi per ambo le parti, di sicuro viene minimizzato il rischio di confusione e distorsione delle informazioni.

La zona dei test è una sorta di parco chiuso (RupertFowler BCA)
La zona dei test è una sorta di parco chiuso (RupertFowler BCA)

Presentazione e test event

Le edizioni Bike Connection hanno vari soggetti: mtb, road e gravel, normalmente le ultime due viaggiano parallele. Le giornate sono ricche e composte da slot di incontri, alternati da momenti test, dove i prodotti e le biciclette vengono provati sul campo. Di solito e a prescindere dal contesto ambientale, i tracciati sono diversi e con vari gradi di difficoltà, ma comunque tecnici quanto basta per provare “bene”, mettere e mettersi alla frusta.

I tracciati di prova non sono mai banali (MirrorMedia BCA)
I tracciati di prova non sono mai banali (MirrorMedia BCA)

In conclusione

Bike Connection (BCA) è un approccio moderno e un modo attuale di interpretare l’informazione, la tecnica e l’universo della bicicletta. L’organizzazione è italiana, un vanto che ci porta al centro della categoria, che oggi non è solo uno sport, ma un vero e proprio motore per il business.

Inoltre c’è anche un fattore di convivialità da non sottovalutare, che prende forma grazie agli incontri con i giornalisti provenienti da altre nazioni (talvolta anche al di fuori del continente). Banale? No, per nulla, perché in un mondo sempre più globalizzato, un territorio nazionale è troppo piccolo per tutti e avere cognizione di quello che succede all’estero è fondamentale per le parti in gioco.

BCA