Basilicata ciclabile per natura. Un “sistema” in fermento

28.06.2023
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Basilicata ciclabile per natura. Potrebbe essere uno slogan, in realtà è la pura verità. E’ bastato metterci le ruote, anche solo quelle dell’auto (pur sempre con un ciclista alla guida) per rendersi conto di quale paradiso fosse questa regione per chi pedala regolarmente.

Una scarsità importante di traffico, paesaggi variegati e selvaggi non sono solo lo scenario in cui pedalare, ma anche la struttura portante del cicloturismo in Basilicata. Il tutto su fondi il più delle volte anche in buone condizioni.

Dal Metaponto a Sud (in foto il suo parco archeologico), alle alture del Volturno a Nord, oltre 10.000 km quadrati di paesaggi differenti
Dal Metaponto a Sud (in foto il suo parco archeologico), alle alture del Volturno a Nord, oltre 10.000 km quadrati di paesaggi differenti

Effetto Giro

E gli operatori del territorio iniziano a capirlo. Iniziano a comprendere quale potenziale abbia questa regione. Non è un caso che il Giro d’Italia, vi abbia fatto più volte tappa negli ultimi anni. Dallo start di Matera nel 2020 (foto di apertura), all’arrivo di Potenza del 2021, fino a quello di Melfi di quest’anno, dove ha vinto Michael Matthews.

«Il Giro d’Italia – ha detto con orgoglio alla vigilia della Pollino Marathon, il presidente dell’Apt Basilicata, Antonio Nicoletti – per noi è stata una vetrina eccezionale. Un veicolo di promozione turistica molto importante».

«Ricordo le parole di Alessandro Ballan che, pedalando sulle nostre strade, ha detto che la Basilicata era come un pista ciclabile naturale. L’ex iridato era rimasto colpito dalla scarsità dei veicoli e aveva fatto il paragone con le sue zone, dove spesso doveva sgomitare».

La tappa di Potenza del Giro dello scorso anno, nel cuore della Basilicata
La tappa di Potenza del Giro dello scorso anno, nel cuore della Basilicata

Una regione, tante regioni

Come spesso accade in Italia, qui ci sono città d’arte e mare. Montagna e siti naturalistici. Spiagge e impianti di risalita e tanta, tanta campagna. Il livello di antropizzazione è ancora, per fortuna, basso. Tolti alcuni fondovalle e i tre centri industriali maggiori, Potenza, Matera e Melfi, è una rigenerazione anche per l’occhio vedere tanto verde e poche infrastrutture. Ormai siamo abituati a vedere costruzioni senza quasi soluzione di continuità: questa peculiarità della Basilicata diventa un valore aggiunto. Un valore da tutelare.

E poi c’è la strada che è il filo che unisce le perle. In una regione, si trovano “tante regioni” : Le Dolomiti Lucane o il Pollino, Matera o la Costa Jonica, la Valle dell’Agri o Maratea, Potenza o il Melfese… Ed è qui che entra in gioco la bici. E’ qui che la bici può esaltare il tutto, il viaggio e noi stessi, i ciclisti.

Qualcosa si muove

Si sente spesso parlare delle difficoltà del Sud e di un tipico immobilismo italiano, ma non è così dappertutto.

L’Apt Basilicata ha redatto un’ottima guida sia su strada che offroad, che offre 19 macro percorsi su asfalto e 6 su sterrato. Ma ci sono altre guide private altrettanto valide, come la collana Basilicata Bikeways, di CiclOstile. Tutti segni che c’è interesse, che qualcosa d’importante si muove.

Parlando di eventi concreti, i ragazzi di CiclOstile Potenza, unendo i loro percorsi hanno previsto il Basilicata Bike Trail, in programma per il 6 ottobre. Evento per gravel e Mtb. E poi ci sono i tour operator specializzati come Ferula Viaggi, per esempio, riconosciuto dall’Apt Basilicata stessa. O la Pollino Bike che, dopo la Pollino Marathon (evento storico della Mtb al Sud) sta lavorando ad un progetto cicloturistico innovativo anche su strada.

L’incontro fra autorità, media e organizzatori della Pollino Mx a Terranova di Pollino. Nicoletti al microfono (foto Antonio Caggiano)
L’incontro fra autorità, media e organizzatori della Pollino Mx a Terranova di Pollino. Nicoletti al microfono (foto Antonio Caggiano)

Un’Apt attiva

Con Antonio Nicoletti, ricordiamo presidente dell’Apt Basilicata, entriamo nel merito di questi progetti e del grande lavoro che c’è dietro.

Presidente Nicoletti, ciclismo e Basilicata.

Il ciclismo è una delle passioni che stiamo valorizzando per scoprire con lentezza la Basilicata e il suo interno soprattutto. Dico interno perché il Metapontino, Matera e Maratea tutto sommato hanno già una buona base turistica. La Basilicata è una regione da scoprire tutta e la bici è il mezzo migliore. E il perché è semplice: per la sua cultura, per i suoi paesaggi variegati. Dietro una curva passi dai calanchi, al mare, da un borgo alla montagna, e poi per la sua gastronomia, i suoi dialetti… Pensate che è la regione italiana che ne ha di più.

E questo è un indice importante che ci dice della varietà culturale…

Ogni borgo, ogni paesino arroccato in montagna o in collina ha sviluppato una sua varietà culturale e la bici, appunto con la sua lentezza, consente di scoprire tutto ciò, di entrarci in contatto con tutti e cinque i sensi. Io dico sempre che la bici è l’unico mezzo che ti consente di avere esperienze sensoriali forti.

Quali progetti ci sono in ballo?

Nell’insieme dei nostri progetti per ampliare l’offerta turistica ne stiamo sviluppando uno nuovo che si chiama Turismo delle Passioni. Ognuno di noi ha una o più passioni e queste sono forti motivazioni per intraprendere un viaggio. E un viaggio simile solitamente lascia grandi soddisfazioni, resta ben impresso nella memoria. E l’offerta della bici è una delle più forti in questo contesto. Fosse solo perché la Basilicata ha un’accoglienza naturale verso i ciclisti e il cicloturismo. 

E lo abbiamo visto, strade uniche…

Un altro concetto chiave è che non c’è passione senza appassionati. Quindi dall’altra parte ci sono delle associazioni, delle persone che accolgono, che in qualche modo parlano la stessa lingua di chi viene. E noi stiamo cercando di coinvolgerle.

Questa risposta si lega bene alla domanda successiva: la consapevolezza. Come si fa, in una terra che non ha una vocazione ciclistica storica, a rendere strutture ricettive e organi turistici consapevoli che il cicloturismo e il ciclista sono delle risorse? Che bisogna fare sistema, dall’albergatore alla segnaletica specifica?

Serve un grande lavoro. Da due anni e mezzo abbiamo lanciato un’App (Basilicata Free to Move, scaricabile qui, ndr) con 21 itinerari e 1.729 chilometri attraverso 81 paesi. Questa App aiuta a programmare il viaggio e dà info sul percorso, sulle officine, sulle attrazioni che s’incontrano lungo la via. Riguardo alla segnaletica specifica, qui ci si scontra a volte con la lentezza delle istituzioni amministrative. Noi stiamo spronando le province di Potenza e Matera affinché se ne facciano carico. Le stiamo sensibilizzando, anche semplicemente dicendo loro di installare delle colonnine di ricarica per e-bike.

Un lavoro importante e lungo, forse il più difficile: “far cambiare idea”…

Ma siamo in contatto con le strutture. Le stiamo sensibilizzando, se non altro presentando loro l’utilità di avvicinare un settore in crescita come il cicloturismo.

Formolo nella morsa olandese: «Ma giuro che ci riprovo!»

13.05.2022
5 min
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«Non sono mai stato un vincente, ma mi piace vincere. Ieri Facebook m’ha mandato il ricordo di quando vinsi a La Spezia, sono passati sette anni. E se non fosse stato per un crampo ai meno sette dall’arrivo, magari riuscivo a rifarlo…». Formolo fa un sorriso amaro, mentre il pullman chiude le porte e si avvia verso il prossimo albergo di questo lunghissimo viaggio che è il Giro d’Italia. Terzo a due secondi sul traguardo di Potenza, nella volata che a suo modo era già stata preannunciata dai gran premi della montagna che Bouwman si è messo nel taschino con evidente superiorità. Quattro olandesi e due italiani in fuga attraverso le montagne aspre della Basilicata. Come un film, un romanzo o una barzelletta.

«Una bella opportunità – racconta a caldo il veronese del UAE Team Emirates – ma come facevamo a fregarli? C’era una sola possibilità per metterli in croce. Seguivo facilmente i loro attacchi e quando si è presentata l’occasione di tirare dritto, è arrivato invece il crampo. Ho aspettato 200-300 metri, perché passasse. Avevo addirittura paura di dovermi fermare, invece mi sono ripreso, ma ormai eravamo in cima all’ultima salita e ho capito che sarebbe stata dura. Si saliva a 35 all’ora col vento contro, difficile andare più forte».

Ultimo Giro di Nibali? Il pubblico lo saluta con un sorriso che sa di gratitudine
Ultimo Giro di Nibali? Il pubblico lo saluta con un sorriso che sa di gratitudine

Il risveglio di Dumoulin

Nel giorno che ha segnato il ritorno in alto di Tom Dumoulin, che ha così riguadagnato qualche posizione in classifica (ha recuperato 2’50”), ai due italiani della fuga (entrambi a caccia di sole e riscatto) la sfortuna ha regalato quanto è bastato per appiedarli. E se Villella è stato costretto a un inseguimento balordo dovuto a noie meccaniche, per Formolo sembrava finalmente arrivato il momento della riscossa dopo una prima parte di stagione che più iellata difficilmente sarebbe potuta essere. Invece niente…

Formolo ha provato a staccare tutti in salita, ma il vento contro ha reso tutto più difficile
Formolo ha provato a staccare tutti in salita, ma il vento contro ha reso tutto più difficile
Rammarico?

Un po’ forse sì, ma i due Jumbo Visma erano forti e simili nelle caratteristiche e soprattutto si aspettavano, era evidente. L’unico modo per staccarli era correre in accordo con Mollema, ma non ci siamo mai riusciti. Alla fine, quando siamo rimasti in tre, mi stava anche bene che rientrasse Dumoulin, perché si sarebbe messo a tirare e magari ci poteva scappare un allungo, ma non è stato possibile.

Cercavi la fuga stamattina?

Non è stato facile portarla via, ci sono voluti 70 chilometri. Per cui quando è partita, siamo andati avanti con le energie che erano rimaste. La cercavo. Ho provato anche sull’Etna, ma ero ancora troppo vicino in classifica perché mi lasciassero andare. Così ne ho approfittato per prendere un po’ di tempo e guadagnarmi la libertà di riprovare. Sulla carta mi piace quella di Napoli, domani. Ma vediamo come ci arrivo.

Se non altro adesso stai bene…

Vediamo. Dopo il Giro dei Paesi Baschi m’è venuta una tendinite al ginocchio e non mi sono allenato per una settimana. Quest’anno è cominciato tutto col cinghiale che a gennaio m’ha attraversato la strada, con tanto di frattura della mano. Sono rientrato alla Tirreno-Adriatico e sono riuscito a mettere insieme una discreta condizione per fare la Sanremo. Poi ho preso come tutti l’influenza e sono stato per una settimana a letto. Mi sono allenato tre giorni e sono andato ai Paesi Baschi, che per noi è la corsa più dura dell’anno, con salite strette e ripide. E lì m’è venuta la tendinite.

Il minimo, dopo una settimana a letto…

Eh, appunto! Quest’anno non so cosa significa allenarsi. A casa sto con la famiglia, perché sto male. E alle corse poi mi distruggo. Di sicuro, ricominciare dai Baschi non è stato molto salutare (ghigna amaramente, ndr). Però una cosa la dico…

Avanti!

Se la gamba è questa, una tappa la porto via. Sono arrivato a Budapest con una condizione migliore di quanto mi aspettassi. Il primo giorno dovevo aiutare Ulissi e ho fatto danni, tirando troppo forte. Nella crono ho spinto, per vedere la condizione e non sono andato male. Sull’Etna pensavo di più, ma non ho la gamba dei migliori in salita. Sono qui per aiutare Almeida, il nostro leader, ma all’occorrenza abbiamo le nostre carte. Io per ora posso giocarle così. E lo ripeto: se la gamba è questa, una tappa la porto via.