Una nuova “veste” per la Ultralight alla Vuelta

26.08.2023
3 min
Salva

La Vuelta di Spagna 2023 parte oggi da Barcellona, con una spettacolare cronometro a squadre all’interno del circuito del Montmelò. La destinazione finale sarà Madrid: la capitale iberica che come tradizione accoglierà i corridori, celebrando il vincitore di questa attesa edizione, domenica 17 settembre.

Come accade ogni anno, molte delle biciclette utilizzate dalle squadre in gara si presentano al via con livree, grafiche e soluzioni tecniche assolutamente originali e ricercate. Come nel caso delle biciclette BH in dotazione al team spagnolo Burgos-BH, nello specifico si parla del modello Ultralight.

Il modello Ultralight ha un telaio estremamente leggero, adatto per le tappe con tanto dislivello
Il modello Ultralight ha un telaio estremamente leggero, adatto per le tappe con tanto dislivello

Ultralight è il modello di bicicletta da corsa più leggera del catalogo BH, e giusto alcuni mesi fa è stata presentata l’ultima versione di questo autentico “best seller” prodotto dallo storico marchio basco. Riconosciuta per il peso estremamente contenuto del telaio, questa nuova versione della Ultralight ha contribuito a renderla una bicicletta ancora più polivalente grazie alla previsione di una vera e propria “extra-dose” di concreti elementi aerodinamici.

E proprio durante la Vuelta, tutti gli atleti del team Burgos-BH pedaleranno su una versione estremamente personalizzata di questo modello. Una bici che si contraddistinguono per una linea estetica estremamente pulita in grado di mettere in mostra “a vista” la fibra di carbonio del telaio, il tutto “condito” con l’aggiunta di un tocco di colore per renderle ancora più inconfondibili…

Gruppo FSA a 12 velocità

Per quanto invece riguarda l’equipaggiamento di questa bicicletta, occorre ricordare che il team Burgos-BH prevede l’utilizzo del nuovo gruppo elettronico completo FSA WE a 12 velocità (2.400 grammi il peso completo, compatibilità esclusiva con freni a disco e con capacità massima 32 denti).

Le ruote sono le affidabilissime e veloci Vision, brand che proprio per questa Vuelta ha preparato per la squadra un’edizione speciale delle sue nuove Metron (i modelli 45SL oppure 60SL da montare nel corso delle tappe più scorrevoli e veloci…). Le coperture montate sulle ruote Vision sono i tubeless Veloflex Corsa da 28 millimetri. Le BH della Burgos-BH in corsa alla Vuelta hanno inoltre montato il manubrio integrato Vision 5D, mentre la sella è Prologo, nello specifico verrà usato il modello Scratch M5 (è Prologo anche il nastro manubrio “Esatouch”). I pedali sono infine il modello Thrust 8 in titanio ideati e prodotti da Xpedo.

BH Bikes

Catalogna, la vera vacanza a misura di bici

02.05.2023
5 min
Salva

Tutti la conoscono. In pochi però sanno cosa la Catalogna abbia in serbo per gli appassionati delle due ruote. Parchi naturali, luoghi d’arte, zone montuose, fiumi, torrenti e tratti a ridosso del litorale catalano. Il ciclismo da queste parti viene vissuto a tutti i livelli e in tutte le discipline, l’importante è pedalare e godersi il panorama oltre che il viaggio. 6.000 chilometri di piste ciclabili, all’esplorazione di paesaggi unici dalla Costa Brava alle Terres de l’Ebre, dalle vette dei Pirenei alla Val d’Aran, passando naturalmente per la capitale Barcellona.

Paesaggi mozzafiato nascosti tra i Pirenei – (c) val d’aran photos
Paesaggi mozzafiato nascosti tra i Pirenei – (c) val d’aran photos

Val d’Aran e Pirenei

La prima zona da inserire nel programma di viaggio, considerata il non plus ultra per chi ama lo sport di montagna, è la Val d’Aran. Grazie alla sua posizione privilegiata e all’ampia varietà di paesaggi permette di scoprire una Catalogna più intima, caratterizzata da piccoli villaggi, distese naturali incontaminate, custodi di una fortissima identità culturale.

Prima destinazione di montagna al mondo ad essere riconosciuta con la certificazione di turismo sostenibile Biosphere Destination dall’Istituto di Turismo Responsabile, ente associato all’UNESCO e all’Organizzazione Mondiale del Turismo e dal 2004 Destinazione per il Turismo Sportivo. Questa valle incastonata nei Pirenei è sicuramente un paradiso per gli amanti della bicicletta che qui trovano oltre 800 chilometri di percorsi adatti a qualsiasi grado di difficoltà

Dagli spettacolari passi di montagna, scenari del mitico Tour de France, ai vertiginosi circuiti di enduro per i più professionisti nelle foreste di Baricauba, La Tuca e la montagna di Montromies, agli oltre 400 chilometri di percorsi segnalati per la mountain bike attraverso boschi lussureggianti, a numerose possibilità per la gravel sia su superfici asfaltate che su sentieri naturali. Infine un luogo adatto anche a tranquille pedalate lungo il fiume che collegano i villaggi che sorgono in questa zona e più idonei agli amanti della bici su strada, fino ad una serie di percorsi specifici per ebike che si distinguono per la bassa difficoltà tecnica e la bellezza dei tragitti.

Itinerari adatti a tutte le discipline, dalla bici da strada alla mtb – (c) val d’aran photos
Itinerari adatti a tutte le discipline, dalla bici da strada alla mtb – (c) val d’aran photos

Vies Verdes (Vie Verdi)

Un turismo che si addentra nelle zone più belle e intime della Catalogna. Le Vie Verdi della Catalogna sono itinerari che si snodano sinuosi tra vecchi tracciati ferroviari della provincia di Girona e di Tarragona. Oggi rappresentano un esempio virtuoso di recupero di patrimoni storici dismessi, trasformandosi in sentieri adatti al cicloturismo, dove appagare la propria curiosità anche grazie alla ricchezza culturale e storica del territorio, situato nel nord-est della regione.

Una delle Vie Verdi più incantevoli è quella che, dalla Costa Brava, permette di raggiungere i Pirenei, snodandosi lungo un percorso di grande importanza paesaggistica, ecologica e culturale nella straordinaria zona vulcanica di La Garrotxa, a Olot, dove spiccano ben 4 coni vulcanici, crateri, boschi di faggi su fiumi di lava e spettacolari gole con pareti in basalto, frutto di esplosioni millenarie. Lungo il percorso si incontra Girona, un vero e proprio gioiello di architettura medievale, perfettamente conservato.

Itinerari rivalorizzati

Per ammirare l’incantevole bellezza dei panorami mediterranei di questo tratto di costa catalana, si può anche optare per l’Itinerario del Ferro e del Carbone che ripercorre la tratta che seguiva il treno dalle miniere di Carbone di Ogassa a El Ripollès: un percorso semplice, che segue dolcemente il corso del fiume Ter, o l’Itinerario del Tren Petit che ripercorre la linea del piccolo tram-treno che collegava le meraviglie della Costa Brava, dal mare all’entroterra, regalando scorci incantevoli della zona dell’Empordà, dove sorgono piccoli villaggi che sembrano piccoli musei a cielo aperto, ricchi di storia e tradizioni.

Se invece si intende andare alla scoperta della punta meridionale della Catalogna, nelle Terres de l’Ebre, è possibile scegliere tra due itinerari che si snodano tra mandorli e foreste di pini, nella provincia di Tarragona. Lungo il primo itinerario della Terra Alta si incontrano luoghi e paesaggi spettacolari, intervallati da tunnel e viadotti, mentre con l’itinerario del Baix Ebre si percorrono circa 26 chilometri lungo il fiume Ebre, in un alternarsi quasi a creare un vero e proprio mosaico di paesaggi montuosi, prati e fattorie e argini fluviali fino a Tortosa, la città delle tre culture.

Cambrils si trova nel centro-sud della Costa Daurada
Cambrils si trova nel centro-sud della Costa Daurada

La Costa Daurada

Certificata come Destinazione di Turismo Familiare specializzata in cicloturismo, Cambrils si trova nel centro-sud della Costa Daurada. E’ un luogo onirico dove gli amanti delle due ruote si troveranno a pedalare tra montagne e mare, tra vette e costa, in un emozionante susseguirsi di sensazioni e visioni indimenticabili.

Piste ciclabili che corrono lungo l’intero litorale e attraversano il tratto urbano in pianura, come l’itinerario che da Salou permette di raggiungere Cambrils e costeggia costantemente il mare, lungo tutti i 7 chilometri della tratta o, se un sentiero più lungo non spaventa, resta da provare l’itinerario ad anello del Baix Penedès. Si parte e si arriva a El Vendrell, città natale di Pau Casals (celebre compositore e direttore d’orchestra catalano) e per 37 chilometri si attraversa questa zona tra foreste, vigneti e una storia che affonda le radici nell’antica Roma.

Catalunyaexperience

Casartelli, Barcellona, 30 anni fa. Annalisa ricorda…

22.07.2021
7 min
Salva

Era il 2 agosto del 1992. Annalisa era ferma con sua mamma, i suoceri e la banda di Albese ai 200 metri dal traguardo. Fabio si era infilato nella fuga con Dekker e Ozols e alla ragazza bastò uno sguardo per capire che avrebbe vinto lui. Barcellona riardeva di un caldo africano. I tre azzurri portati da Zenoni indossavano un completo celeste fatto proprio per respingere i raggi del sole. Mancavano pochi chilometri alla fine delle Olimpiadi di Barcellona e per l’ultima volta nella storia del ciclismo, erano in corsa i dilettanti.

Adesso fai un bel respiro e dimenticati del resto. Il Tour del 1995 è lontano dal venire, scaccia via quelle immagini e torna a quando Fabio era un ragazzo di 22 anni in un gioco così grande da fargli tremare i polsi. Sarà meglio chiudere gli occhi, c’è troppa luce oggi in questa stanza.

Prima della partenza con il cittì Zenoni. Nell’Italia corrono anche Gualdi e Rebellin. Barcellona dista 20 chilometri
Prima della partenza con il cittì Zenoni. Nell’Italia corrono anche Gualdi e Rebellin

«Per dirgli che lo avevano convocato – ricorda – lo chiamarono a casa mia. Era venuto giù per la corsa di Sant’Ermete, la Coppa della Pace, e l’aveva vinta. Probabilmente lo chiamarono a casa sua e i genitori diedero il nostro numero. Delle Olimpiadi si parlava dall’inizio dell’anno, ma sembravano lontane e irraggiungibili. Poi cominciò a vincere, ma continuava a dirmi che tanto avrebbero portato Bartoli…».

Una gran bella persona

Annalisa racconta. I quasi trent’anni per certi versi sono stati pesanti come un supplizio, perché la vita ha presentato un conto pesante e ingiusto, ma adesso voltandosi sembra che siano volati.

«Chi era Fabio? Per me era una gran bella persona – dice – l’ho conosciuto a vent’anni. Non mi va più di tanto di santificarlo, perché abbiamo tutti i nostri difetti e allora ne avevamo anche di più, legati alla nostra età. Ma era una gran bella persona. Insomma, era l’amore mio…».

Casartelli entra nella fuga e la alimenta: in caso di volata è il favorito
Casartelli entra nella fuga e la alimenta: in caso di volata è il favorito

Tre azzurri in ritiro

Il 1992 era iniziato a suon di vittorie, dalla Montecarlo-Alassio a Soprazocco, passando per Trieste. Impossibile lasciarlo a casa e Zenoni non si pose affatto il problema. A Barcellona sarebbero andati Gualdi, Rebellin e Casartelli. Per l’esclusione di Bartoli saltò l’ammiraglia di Daniele Tortoli, ma questa è un’altra storia e ancora una volta si tratterebbe di parlare di amici che non ci sono più.

I tre ragazzi volarono a Igualada, una cittadina a 70 chilometri da Barcellona e a 20 dal circuito olimpico. Zenoni li raggiunse assieme a Peron, una volta disputata la 100 Chilometri che vide la vittoria della Germania e l’argento degli azzurri, con Anastasia, Contri, Colombo e il varesino che avrebbe fatto la riserva su strada.

«Fabio era in camera con Rebellin – ricorda Gualdi – io ero da solo, ma era più il tempo che eravamo tutti e tre sullo stesso letto a chiacchierare, di quello che passavamo separati. Eravamo tranquilli, con il massaggiatore Benazzi e Fossa il meccanico. Zenoni era solito farci fare la dieta dissociata. Quattro giorni senza carboidrati, poi l’inversione e tre giorni di carico. Ricordo che nel giorno dell’inversione eravamo in allenamento e Fabio andò in crisi di fame e io con lui. Passammo dall’avere sensazioni fantastiche al non andare avanti. Mi ricordai che la stessa cosa mi era successa due anni prima quando vinsi il mondiale in Giappone. E così cominciai a dirgli di non preoccuparsi, di buttare via i pensieri cattivi».

Quando i due tornarono in hotel, Zenoni quasi li festeggiò per essere riusciti a svuotarsi così bene da ogni zucchero e poi raccomandò loro di darci dentro con i carboidrati. Quando Fabio si infilò nella fuga con quei due, benedisse quel carico di carboidrati e si mise a pensare al modo per vincere la corsa.

Fabio vinse facilmente in volata su Dekker e Ozols
Fabio vinse facilmente in volata su dekker e Ozols

Sotto al podio

Adesso fai un bel respiro e dimenticati del resto. Il Tour del 1995 è lontano dal venire, scaccia via quelle immagini e torna a quando Fabio era un ragazzo di 22 anni in un gioco così grande da fargli tremare i polsi. Sarà meglio chiudere gli occhi, c’è troppa luce oggi in questa stanza.

«Ero partita da Albese con la mia mamma – ricorda Annalisa – e con i tifosi, tutti sullo stesso pullman. Mi ricordo che la mattina della corsa, riuscii a vederlo prima che partisse. Mi ero portata un televisorino con l’antenna, mi sentivo una privilegiata, anche se perdeva sempre il segnale. Ero ai 200 metri e quando vinse feci di tutto per scavalcare le transenne, ma non volevano lasciarmi passare. Continuavo a dire di essere la morosa, ma quelli in spagnolo cosa volevate che capissero? Finché in qualche modo riuscii a raggiungerlo. Fabio mi abbracciò. Mi guardò. E mi disse: “Hai visto cosa ho combinato?”. Ridevo e piangevo, non capivo…».

Fabio salì sul podio con la maglia di Gualdi, perché la sua si era strappata. In quelle Olimpiadi a pane e salame, il podio si fece subito dopo la gara, senza neppure dare ai corridori l’occasione di cambiarsi.

Sul podio di Barcellona, il suo bellissimo sorriso di sempre
Sul podio di Barcellona, il suo bellissimo sorriso di sempre

Il biglietto di Rebellin

Il segno dei tempi. Immaginate ora la compagna del campione olimpico che scavalca le transenne e lo raggiunge prima del podio. Ma successe di peggio…

«Dopo la premiazione andai in albergo -ricorda – e venne fuori il discorso di come sarei tornata a casa. Il pullman stava per ripartire e siccome Rebellin sarebbe tornato con i suoi, avrei potuto prendere il suo biglietto. Vi immaginate a farla oggi una cosa del genere? Io sono una attenta alle regole, Fabio invece diceva che se ci avessero fatto storie, avrebbe tirato fuori la medaglia d’oro e ci avrebbero fatto passare, ma nessuno ci chiese niente. Insomma, dovevo restare su per pochi giorni e rimasi più a lungo con lui. Non avevo vestiti di ricambio. E quando sbarcammo all’aeroporto, indossavo i suoi pantaloncini corti e la maglietta della nazionale. Pensate come mi sentii quando si aprirono le porte e ci trovammo davanti giornalisti e fotografi. Già ero timida in modo imbarazzante, immaginate come mi sia potuta sentire. In realtà era timido anche Fabio e tutto questo essere chiamato alle feste, per le interviste e le foto, inizialmente gli piaceva. Poi in autunno un giorno sbottò e cominciò a dire basta».

La città di Forlì nel 2016 ha dedicato a Fabio una pista ciclabile. Sul pannello la foto di Barcellona 1992. Nella foto, Annalisa e Marco
La città di Forlì nel 2016 ha dedicato a Fabio una ciclabile. Nella foto, Annalisa e Marco

Matrimonio nel 1993

Un giorno si ritrovarono ospiti del Pavarotti & Friends, a tavola fra il Maestro e sua moglie. «Dio che imbarazzo – ricorda Annalisa – non riuscivo neanche a divertirmi, anche se mi resi conto che Pavarotti era una persona normale con cui parlare. Quando eravamo soli però ci divertivamo come matti. La vittoria non lo aveva cambiato, è sempre rimasto lui. Io a dire il vero cominciai a pensare che con tutte quelle miss intorno, sarebbe finito tutto e glielo dissi. Mi guardò e mi disse: “Sei matta?”. L’anno dopo ci sposammo e non perché fossi incinta, come disse qualcuno. Ma solo perché lui era ad Albese e io a Forlì, troppo lontano per continuare a viaggiare. L’ho imparato a mie spese quanto sia cattivo il chiacchiericcio delle persone. Così come mi resi conto di quanti migliori amici saltarono fuori dopo la vittoria delle Olimpiadi. Gente che magari non avevamo mai visto e veniva a raccontare chissà cosa…».

Il 29 giugno 2021, laurea con lode per Marco Casartelli, a destra
Il 29 giugno 2021, laurea con lode per Marco Casartelli, a destra

Gli eroi son tutti giovani e belli

Fabio se ne è andato il 18 luglio del 1995, ma in qualche modo è come se fosse ancora con noi. Rivive ogni volta che incrociamo lo sguardo o le parole di Annalisa e rivive nelle espressioni di suo figlio Marco che quel giorno non aveva che pochi mesi, mentre oggi si è laureato ed è un giovane uomo pieno di vita e di sogni. Il mondo è cambiato, le Olimpiadi sono cambiate e gli eroi di adesso fanno sembrare quelli di ieri come personaggi di film in bianco e nero. Eppure a noi piace pensare che Fabio sia ancora vivo. E anche se Annalisa è grande fan di Ligabue e grazie a Ligabue è riuscita a lasciarsi indietro grossi pezzi di dolore, pensando a Fabio a noi piace pensare alla strofa di un altro grande emiliano, più serio, con la barba e la erre moscia.

Fai un bel respiro e dimenticati del resto. Scaccia via quelle immagini e torna a quando Fabio era un ragazzo di 22 anni. Chiudi gli occhi, c’è troppa luce oggi in questa stanza. Ascolta la chitarra. «Ma nella fantasia ho l’immagine sua, gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli».