Arriva il Tour: nella Valle del Savio un concorso per viverlo da vicino

01.06.2024
5 min
Salva

Arriva il Tour de France. La colossale corsa francese, che sposta molte più persone e attese del Giro d’Italia, partirà il 29 giugno da Firenze e proprio quel giorno percorrerà la Valle del Savio. Se qualcuno non sa di cosa stiamo parlando e di quale sia la zona, avrà piacere di questo breve excursus. Lo scorso anno era stata lanciata un’iniziativa dal nome Valle Savio Bike Sound: un calendario di eventi che avrebbe abbinato la bicicletta e la musica organizzati da Extra Giro con il supporto dei Comuni della Valle. Teatro di svolgimento la Valle del fiume Savio, che dall’appennino tosco romagnolo scende verso Cesena, attraversando a monte paesi come Bagno di Romagna e San Piero in Bagno, diventando più a valle il luogo di spettacolari discese in kayak.

La prima data, il 7 maggio 2023, andò molto bene. Sulle successive si abbatté l’alluvione della Romagna, che fermò tutto. Si tornò a parlarne con un evento molto emotivo ad agosto, ma fu chiaro che il progetto originario non sarebbe stato mantenuto. Così quest’anno, volendo tenerlo vivo con la speranza di rilanciarlo in grande stile nel 2025, si è dato il nome a un concorso legato al passaggio del Tour sulle stesse strade.

Un pezzetto di Tour

Racconta tutto Caterina Molari, dell’Ufficio Turismo dei Comuni Valle Savio, teatro delle attività messe in atto per accogliere la carovana gialla e i tifosi che eventualmente la seguiranno.

«Noi siamo la Valle del Savio – dice – quindi avremo un pezzettino del Tour de France. Nella prima tappa, infatti, da Firenze a Rimini, la corsa si immetterà nel nostro territorio tra Santa Sofia e Bagno di Romagna. Quindi farà il passo del Carnaio e lì metteremo una hospitality. Poi la corsa scende verso Sarsina, dove ci sarà un’altra hospitality presso il lago di Quarto, che è un punto turistico molto bello. Infine si arriverà al Barbotto, che è la salita micidiale nel comune di Mercato Saraceno. dove troverete la terza hospitality. Da lì il gruppo proseguirà verso il traguardo. Dato che noi ci occupiamo in particolare di promozione turistica, vorremmo mostrare quanto c’è di bello da fare e vedere nella Valle del Savio».

Con il Tour viaggerà la sua immensa carovana pubblicitaria: il passaggio sarà imponente
Con il Tour viaggerà la sua immensa carovana pubblicitaria: il passaggio sarà imponente
Cosa farete?

Abbiamo creato tre hospitality e un gioco sui social. Per cui come prima cosa c’è da seguire su Instagram il progetto che si chiama Valle Savio Bike Sound. Lo abbiamo ripreso e usato come ispirazione per questo concorso. Chi vuole partecipare dovrà caricare entro il 15 giugno su Instagram una sua fotografia in bicicletta nella Valle del Savio e suggerire una canzone che lo ispira o che ascolta quando va in bici. Poi deve pubblicarla taggando @vallesaviobikesound e in questo modo parteciperà alla selezione per accedere a queste hospitality. Il 16 giugno una giuria speciale selezionerà i vincitori, per un totale di circa 250 ospiti

Cosa succede nelle hospitality?

Offriamo da mangiare e da bere. Vedranno il Tour in diretta, perché metteremo anche dei maxischermi. E poi li vedranno passare dal vivo, dato che saremo proprio a bordo strada.

E’ prevedibile che l’arrivo del Tour de France sulle vostre strade abbia una ricaduta turistica?

Noi pensiamo di sì, tanto da aver creato anche altri eventi collaterali: ogni Comune ha fatto il suo pezzettino. A Bagno di Romagna, il weekend prima con un’associazione del territorio organizziamo una serata di racconto, la presentazione di un libro di chi cento anni fa aveva fatto il passo del Carnaio in bicicletta e lo aveva raccontato. La domenica 23 giugno, ci sarà una biciclettata amatoriale tra Santa Sofia e Bagno di Romagna, quindi un tratto del Tour de France aperto a tutti. Tanto più che la strada adesso è asfaltata di fresco ed è un piacere pedalarci sopra. Delle iniziative sorte in maniera quasi spontanea dalle associazioni del territorio. Inoltre nel giorno di passaggio della corsa faremo degli allestimenti visibili anche dall’alto che rendano identificabili i paesi.

L’ultima volta che il Giro d’Italia ha affrontato il Carnaio, transitò per primo Vendrame, poi vincitore a Bagno di Romagna
L’ultima volta che il Giro d’Italia ha affrontato il Carnaio, transitò per primo Vendrame, poi vincitore a Bagno di Romagna
E gli alberghi?

Quasi tutti pieni. Si sono organizzati facendo dei pacchetti turistici per portare la gente a vedere il Tour de France. Al punto che l’altro giorno ho provato a prenotare una camera per degli amici e ho visto che sono già quasi tutti pieni, nonostante non siamo sede di partenza e tantomeno di arrivo. Però abbiamo visto che avendo delle salite iconiche, come il Barbotto che è un po’ il terrore dei ciclisti (anche quelli della zona), le nostre zone sono un bel richiamo. Il Barbotto e pure il Carnaio li faceva anche Pantani per allenarsi. Lo amavamo tutti, perché dal mare per allenarsi veniva sulle nostre colline. Quindi in qualche modo le nostre zone si sono auto promosse, noi stiamo aggiungendo qualche spunto.

Di che tipo?

Ci siamo inventati il gioco sui social per dire: «Vieni nella Valle del Savio, perché ci sono cose belle». E non parliamo solo di strade e salite, perché poco distante c’è la Biblioteca Malatestiana e chi vuole può fermare la bici e visitarla. Oppure ci sono le Pievi a Mercato Saraceno o le cantine vinicole del territorio. Le terme vanno anche da sole, però le stiamo sfruttando a livello comunicativo.

Il Giro passò sul Barbotto nel 2010, con la lIquigas di Basso e Szmyd in testa al gruppo
Il Giro passò sul Barbotto nel 2010, con la lIquigas di Basso e Szmyd in testa al gruppo
In che modo tornerà Valle Savio Bike Sound?

Quest’anno lo abbiamo rilanciato, per il momento come brand collegato al Tour de France, nel contesto degli eventi Savio Trail 2024. Speriamo di ripartire con gli eventi veri e propri dal prossimo anno. La volontà di puntare sul ciclismo c’è, anche Visit Romagna ci crede molto e il nostro territorio ci crede molto. Per cui non resta che venire nella Valle del Savio, pedalare, farsi una foto e pubblicarla. C’è tempo fino al 15 giugno.

Per informazioni

Instagram: vallesaviobikesound

BikeSound

Caro De Marchi, come stai? «Forse stasera torno a casa!»

25.05.2021
5 min
Salva

Forse stasera De Marchi lascerà l’ospedale e tornerà a casa. Va bene che il Giro va avanti, ma non si lascia indietro chi è caduto. E così qualche giorno fa, parlando con Roberto Bressan (grande capo del CT Friuli), venne fuori che si fosse messo di mezzo proprio lui per riportare in ambulanza il Rosso di Buia da Firenze a Udine. Come si passa dalla gioia della maglia rosa all’incubo dell’ospedale? E dove la trovi la voglia di ripartire da un infortunio, se ti sei appena ripreso da quello precedente?

E così nel giorno di riposo del Giro, dopo le tappe friulane in cui Alessandro avrebbe portato via amore e applausi in quantità impensabile, abbiamo deciso di rompergli un po’ le scatole. Essere tornato a Udine ha già riportato mezzo sorriso, la prospettiva di uscire è come essere nell’ultimo chilometro, con tante curve tolgono la vista del traguardo.

Caduta avvenuta nella tappa di Bagno di Romagna e corsa a Careggi
Caduta avvenuta nella tappa di Bagno di Romagna e corsa a Careggi
Come stai?

Bene, ma non benissimo. Il viaggio in ambulanza è stato impegnativo, ma adesso sono a Udine. Ho fatto altri esami. Il polmone ha preso una bella botta, che però si assorbe da sola. La frattura della clavicola è composta e per fortuna non serve operarla. Ci sono tre costole rotte che fanno male e due vertebre incrinate per le quali c’è solo da aspettare. Hanno parlato di sei settimane di stop, spero di scendere a quattro. E spero che magari nel frattempo possa fare rulli o palestra. Insomma, non vorrei proprio fermarmi.

Ti ricordi qualcosa della caduta?

Diciamo che negli ultimi due giorni ho cominciato ad avere ricordi più chiari. Hanno sbagliato due davanti. C’era una “esse”, loro sono entrati troppo larghi e di fatto mi hanno impedito di fare la curva. Mi sono reso conto che stavo arrivando alla curva troppo veloce e che sarei caduto. Il primo ricordo di cui sono sicuro è sull’ambulanza nei minuti successivi.

Ti resta in bocca il buono della maglia rosa?

Il buon sapore c’è ancora, ma più che altro adesso c’è il nervoso di dover ripartire. I tre giorni in Friuli dopo la maglia rosa sarebbero stati ossigeno. Se posso dirlo, sono proprio incazzato. Quando caddi in Francia, ero esausto, ora sono arrabbiato.

La maglia rosa conquistata a Sestola dopo la fuga e l’attacco nel finale
La maglia rosa conquistata a Sestola dopo la fuga e l’attacco nel finale
Sei settimane significano addio a Tokyo, con quattro forse cambia qualcosa…

Il sogno delle Olimpiadi… lo rimettiamo nel cassetto, ma lo lasciamo aperto. So che avrei dovuto conquistarmi il posto in questi giorni. Conosco Davide (Cassani, ndr), so come ragiona. Cercherò di rientrare e di andare forte, poi si vedrà.

Riesci a seguire il Giro in questi giorni?

Ieri ho dato un’occhiata alla tappa, ma quando capitano certe cose reagisco chiudendo il mondo fuori. Voglio tornare a casa, speriamo sia davvero stasera.

Più messaggi per la maglia rosa o per l’infortunio?

La verità è che si sono sovrapposti e sono tantissimi. E’ continuato quello che era iniziato a Sestola. Tanto affetto, che è molto gratificante. Significa che hai lasciato un segno, è come riceverne la conferma. Ci sono momenti in cui un atleta ha proprio bisogno di questo. Tutto quello che avrei voluti a quel punto era finire il Giro e godere del bello ricevuto in quei due giorni in Friuli. Ora non vorrei che la caduta nella mia testa restasse l’ultimo ricordo del Giro.

Che cosa vuoi dire?

Non voglio che si cancelli il bello di quei giorni. Vorrei che nella mia mente l’ultimo ricordo del Giro fosse la maglia rosa.

Prenderla è stato bello, come è stato perderla?

Per come sono fatto, mi è dispiaciuto, ma sono pronto a dire che tenerla uno o due giorni di più non avrebbe fatto una grossa differenza. Ho capito immediatamente che stava sfuggendomi. Ho scollinato, indietro. Ho visto che davanti stavamo facendo i ventagli e io non sapevo che ci fosse vento. Eppure ho trovato gente che ha provato ad aiutarmi a rientrare.

Altri corridori?

Peter Sagan, ad esempio. Ci ha provato anche lui a riportarmi in gruppo ed è stato un gesto bellissimo. Si vedono i corridori che vengono da qualche anno prima, dalla vecchia scuola, che hanno vissuto il bello della Liquigas.

Due giorni in maglia rosa, per fare il pieno di amore
Due giorni in maglia rosa, per fare il pieno di amore
Dobbiamo chiedertelo, proprio perché si parla della stessa tappa: ti sei accorto delle rovine del terremoto che avete attraversato? Perché la televisione non le ha mostrate…

Me ne sono reso conto bene. Anche perché quel giorno ero da solo, facendo la discesa in maglia rosa, ma staccato. Ho visto le case distrutte, le macerie. Mi era venuto in mente anche di parlarne nel podcast di Bidon, ma poi ho parlato di altro.

Come si sta in ospedale ai tempi del covid?

Che cosa ve lo dico a fare?! Non possono venirmi a trovare. Anna (sua moglie, ndr) si è affacciata un paio di volte, ma non è stato semplice. Abbiamo avuto due settimane di emozioni molto forti, prima nel bello e poi nel brutto.

Se non altro, dopo l’incidente in Francia, sai come si fa a ripartire…

Infatti sono quasi a mio agio. Conosco tutti i passaggi. Conto di tornare a casa e essere a posto per la Vuelta. A questo punto voglio correre e correre tanto. Non voglio un’altra stagione a metà.