L’esplosione di Magagnotti. Ora lo vedremo anche su pista

12.06.2024
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Dall’inizio stagione della sua prima stagione da junior, Alessio Magagnotti ha già conquistato 8 vittorie e non consideriamo neanche i suoi piazzamenti. Ha vinto in Italia e all’estero, trionfa nelle corse in linea ma anche a cronometro. Si ha un bel dire che uno junior al primo anno va lasciato tranquillo, lontano dai riflettori, ma quando hai un simile ruolino di marcia è fatale che l’attenzione si posi su di te…

Per Magagnotti finora 8 vittorie condite da ben 12 presenze nei primi 10 (foto LSV Saarland Trofeo)
Per Magagnotti finora 8 vittorie condite da ben 12 presenze nei primi 10 (foto LSV Saarland Trofeo)

Che fossimo di fronte a un talento era chiaro sin dallo scorso anno, dai suoi tanti successi fra gli allievi (seppur soppesati considerando la categoria) e dallo squillo internazionale agli Eyof con la medaglia d’argento. In tanti avevano bussato alla sua porta per passare di categoria con il loro team e alla fine Magagnotti aveva scelto l’Autozai Contri.

Questo suo folgorante inizio ha sorpreso i vertici del team? A rispondere è il suo General Manager Enrico Mantovanelli: «Noi siamo sempre stati convinti del suo valore, ma si sa che il passaggio di categoria è sempre un’incognita. Certamente però non ci aspettavamo un’esplosione simile. Noi eravamo pronti a fargli vivere una prima stagione di approccio per poi esplodere nella seconda, ma lui ha preso tutti in contropiede. Le prime 4 corse sono state quelle dell’apprendistato, anche con un po’ di sfortuna, poi è uscito tutto il suo potenziale».

Enrico Mantovanelli, general manager del team veneto crede molto nel giovane talento
Enrico Mantovanelli, general manager del team veneto crede molto nel giovane talento
Come pensate di gestirlo ora?

E’ nostro primario interesse proteggerlo, per certi versi anche limitarlo perché deve ancora crescere, soprattutto nell’aspetto mentale, non deve consumarsi, parliamo sempre di un ragazzo di 17 anni. In questo periodo sta lavorando su pista insieme al gruppo della nazionale.

Questa è una novità: siete in contatto con Salvoldi?

Sì, Alessio fa parte del gruppo azzurro tanto per la strada quanto per la pista. Il cittì ci tiene che lui come gli altri lavori molto sull’anello per migliorare potenza e resistenza, ma so che è anche in cantiere il suo utilizzo per europei e mondiali su pista, è nel gruppo dell’inseguimento, poi naturalmente starà a Salvoldi decidere le modalità del suo impiego.

Magagnotti ha trovato nel team Autozai Contri l’ambiente giusto per crescere
Magagnotti ha trovato nel team Autozai Contri l’ambiente giusto per crescere
Guardando le sue gare e parlando anche delle sue ultime vittorie con il suo compagno di nazionale Montagner, Magagnotti viene evidenziato come un velocista puro. E’ davvero tale?

Io penso che sia una visione riduttiva del suo talento. Alessio è sicuramente molto veloce, ma è anche uno che tiene molto bene sulle salite non troppo lunghe. Faccio un esempio: il 25 aprile ha corso la Coppa Montes che è una delle classiche più dure del calendario italiano di categoria. Eppure lui ha chiuso 3°, è stato tra i più attivi in salita. Io credo, ma questo è un mio pensiero personale, che passando tra i pro’ continuando a crescere così, diventerà uno di quegli sprinter che faranno sì le volate di gruppo, ma potrà anche competere per le classiche impegnative, quelle belghe. Io vedo per lui un futuro davvero roseo. Ma deve crescere con calma, senza fretta.

Questi risultati non cambiano però le prospettive, rendono più vicino, anche troppo, un passaggio di categoria anticipato?

Io so che Alessio è un ragazzo con la testa sulle spalle. Come detto le incognite al passaggio di categoria, in un mondo nuovo, avendo libertà nell’utilizzo dei rapporti, erano tante. Noi vogliamo che continui a crescere con calma, facendo le sue esperienze e valutando con attenzione ogni mossa.

Per Alessio due vittorie all’LSV Saarland Trofeo che lo hanno messo in luce anche all’estero (foto organizzatori)
Per Alessio due vittorie all’LSV Saarland Trofeo che lo hanno messo in luce anche all’estero (foto organizzatori)
E’ chiaro però che ii suoi successi gli avranno attirato l’attenzione di tanti team…

Era così anche lo scorso anno, ora ci sono alla porta tanti team appartenenti alla filiera del WorldTour e chiaramente vorrebbero portarlo da loro, magari fargli anche saltare il secondo anno ma Alessio si è affidato come procuratore all’esperienza di Manuel Quinziato, che è stato a lungo corridore prima che manager e sa quel che è meglio per lui. Noi ci sentiamo con Manuel molto spesso, apprezza come stiamo lavorando con il ragazzo, soprattutto quel che stanno facendo nello staff, dal diesse Emiliano Donadello al preparatore Davide Bastianello. Inoltre Alessio viene da una famiglia equilibrata, che lo supporta nella maniera giusta. Le condizioni per far sempre meglio ci sono tutte, andando però con calma.

Magagnotti ha destato molta curiosità in Germania, anche da parte del pubblico locale (foto LSV Saarland Trofeo)
Magagnotti ha destato molta curiosità in Germania, anche da parte del pubblico locale (foto LSV Saarland Trofeo)
Alessio è ancora in una fase di sviluppo fisiologico molto importante e anche questo è un fattore da considerare.

Magagnotti ha già un fisico molto sviluppato, ma chiaramente è in crescita. Quel che mi impressiona è il suo grandissimo motore, unito a una testa, una concentrazione che fai fatica a trovare anche in corridori molto più grandi. Alessio sa cosa deve fare e la vicinanza di Manuel è una garanzia.

L’anno prossimo quindi dove lo vedremo?

Ancora con noi, per affrontare la seconda annata da junior con tanta esperienza in più e un fisico ancora più definito. Se tanto mi dà tanto…

Gioia a Roubaix, caduta all’Eroica. Lo strano aprile di Valjavec

22.04.2024
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Due settimane fa festeggiava il podio alla Roubaix juniores. Oggi è in attesa di essere operato per ridurre la frattura alla clavicola rimediata all’Eroica. Erazem Valjavec (in apertura nella foto di Martine Verfaillie) era al settimo cielo, dopo la piazza d’onore in Francia e la nuova selezione per la nazionale slovena all’Eroica che voleva vivere da protagonista, ma il suo sogno è durato meno di una tappa. Coinvolto nella mega caduta che ha eliminato dalla corsa oltre 40 corridori, Valjavec è tornato a casa con programmi tutti da riscrivere.

Valjavec all’Eroica, iniziata con tante speranze e chiusa dopo il primo giorno
Valjavec all’Eroica, iniziata con tante speranze e chiusa dopo il primo giorno

Una mazzata per lo sloveno che si era messo in mostra come uno dei migliori talenti in circolazione nella categoria, approdato anche in Italia all’Autozai Contri. Sempre disponibile, Valjavec ha comunque accettato di raccontarsi, come esponente di punta di quel movimento che sta crescendo alle spalle dei trionfi di Pogacar e Roglic.

Come hai iniziato a fare ciclismo?

Devo dire grazie a mio padre (l’ex professionista Tadej, passato fra molte squadre come Fassa Bortolo, Phonak, Lampre, AG2R La Mondiale e vincitore della Settimana Lombarda e del Giro Dilettanti 1999, ndr). E’ rimasto un grande appassionato e quando avevo 6 anni mi ha messo sulla bici e portato con lui. E’ stata una cosa molto naturale. Poi a 10 o 11 anni sono entrato in una società, il Kk Kranj e ho iniziato a gareggiare. Per un anno ho corso in un team austriaco e poi sono approdato all’Autozai.

Valjavec con il padre Tadej, professionista dal 2000 al 2013, due volte campione nazionale su strada
Valjavec con il padre Tadej, professionista dal 2000 al 2013, due volte campione nazionale su strada
Già lo scorso anno avevi ottenuto buoni risultati nelle prove belghe e francesi. Come ti trovi in quel tipo di corse?

E’ solo un tipo diverso di gare. C’è sempre benzina da spendere dall’inizio alla fine ed è quello che a me piace. Adoro le gare dure con quelle salite più secche e non così lunghe d’inizio stagione, mi sono piaciute subito e penso che siano corse adatte a me, nel 2022 ero anche molto veloce nel finale. L’anno scorso ho perso un po’ di spunto, ma ora sto recuperando. Inoltre inizio ad allenarmi di più anche sulle salite, avrei voluto testarmi di più all’Eroica, ma non sempre le cose vanno come vogliamo.

Che caratteristiche tecniche hai?

Più che caratteristiche parlerei di approccio alla corsa. Mi piace l’adrenalina che scorre fin dall’inizio. E’ davvero importante che sia già difficile fin dall’inizio perché non abbiamo spesso gare così lunghe. E quindi mi piace quando è difficile dall’inizio alla fine. Come tipologia di corridore sono principalmente uno scalatore, amo ogni tipo di salita, ma più che quelle lunghe preferisco quelle brevi e ripetute, sono più divertenti.

Valjavec si trova sempre a suo agio in Belgio. Qui alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne dov’è finito 3°
Valjavec si trova sempre a suo agio in Belgio. Qui alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne dov’è finito 3°
Ho visto che fai anche ciclocross e hai gareggiato anche in gare internazionali. Per te è solo un allenamento per la strada o potresti fare la doppia attività come il campione del mondo Viezzi?

No, per me questo è solo un modo per allenarmi perché ne trai una bella tecnica. Puoi vedere come andare in bicicletta quando è scivoloso o in altre condizioni estreme. E’ solo un allenamento per me perché non ero un ragazzo molto bravo tecnicamente all’inizio della mia attività, lo faccio ora per acquisire più tecnica. Lo farò ancora, ma sicuramente non lo farò sul serio.

Come siete riusciti come nazionale a dominare la Parigi-Roubaix e com’è nata la vostra vittoria?

Non avevamo pianificato nulla. E’ una corsa che è sempre una lotteria, serve fortuna nel non cadere e noi l’abbiamo avuta. Ora sappiamo che per corse del genere siamo bravi. Siamo stati davanti tutto il giorno e io mi sono unito da dietro quando abbiamo dato il massimo. Sono stato uno dei pochi che ha seguito l’iridato Philipsen quando ha attaccato, siamo andati a tutto gas e poi abbiamo fatto primo e secondo sul traguardo.

L’accoppiata vincente della Roubaix con Ormzel finito davanti. 4° l’iridato Philipsen
L’accoppiata vincente della Roubaix con Ormzel finito davanti. 4° l’iridato Philipsen
Fra te ed Ormzel c’era un accordo su chi doveva vincere?

Non ne abbiamo parlato, devo dire che ha fatto lui gran parte del lavoro. All’ultima curva ho perso un po’ la ruota per un paio di metri. Quindi abbiamo entrambi dato tutto senza neanche guardarci indietro. Conoscendo Ormzen e quant’è veloce, penso che anche se lo volessi, non vincerei. Quindi mi godo il 2° posto, penso che sia comunque un risultato davvero importante.

Ora ci sono tanti giovani sloveni forti, quanto conta per la tua generazione avere un esempio come Roglic e Pogacar?

Molto. È bello avere qualcuno del tuo Paese che fa la differenza. Penso che ci abbiano davvero ispirato. So che ora in Slovenia si pratica sempre più ciclismo, mentre prima, quando ho iniziato, erano molti meno i ragazzi che lo facevano. Eravamo come 3 categorie che gareggiavano insieme e c’erano 30 ragazzi sulla linea di partenza. Ora ne trovi altrettanti solo in un club… E sì, ora sta davvero arrivando una generazione d’oro perché abbiamo davvero molti corridori forti.

in Italia lo sloveno ha iniziato con un podio nel GP Baronti vinto da Sambinello
in Italia lo sloveno ha iniziato con un podio nel GP Baronti vinto da Sambinello
Una piccola curiosità. Fai parte dell’Autozai Contri o della squadra belga Acrog Tormans? Perché in alcuni siti vieni accreditato per quest’ultima…

Ho una doppia licenza, posso correre con loro in Belgio. Ma la mia prima squadra è quella italiana. Così è molto più facile per me andare a gareggiare in Belgio perché adoro correre lì. Ecco perché scelgo di fare così. In Italia non ho gareggiato molto quest’anno. Abbiamo fatto solo due gare, ma quando correvamo insieme correvamo come una squadra. Ad Alessio (Magagnotti, ndr) gli insegno un po’ perché so già un po’ di più come si corre nelle gare junior.

Hai già contatti per il prossimo anno con qualche devo team?

Ho già firmato con la Soudal Quick Step per due anni e ora siamo in contatto anche per prolungare, ma è ancora tutto in corso.

Lo scorso anno Erazem ha vinto due titoli nazionali su pista: inseguimento e madison
Lo scorso anno Erazem ha vinto due titoli nazionali su pista: inseguimento e madison
Che obiettivo ti sei posto da qui alla fine dell’anno?

Avevo tanti progetti, ma la caduta all’Eroica ha cambiato un po’ tutto. E’ una gara che non mi porta bene, anche lo scorso anno ero caduto quand’ero fra i primi. Ora vuol dire che anticiperò il periodo di riposo per essere brillante nella seconda parte di stagione con la gara a tappe del Valromey e i mondiali che sono il mio obiettivo di quest’anno.

Ricordate Magagnotti? E’ già pronto a graffiare fra gli juniores

08.04.2024
5 min
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Quando arrivi fra juniores con le stimmate del campione per quanto fatto da allievo, è chiaro che ogni battito di ciglia ha il suo peso. Per questo non aver visto il nome di Alessio Magagnotti negli ordini d’arrivo delle prime prove della stagione aveva sorpreso più di qualcuno. La medaglia d’argento degli Eyof ha però risposto da par suo, cogliendo la seconda piazza al GP Festa del Perdono, non una classica qualsiasi visto che per correrla sono arrivati anche dall’estero, seguita poi dal 4° posto nel Trofeo Ristorante alla Colombera.

Per Magagnotti questo podio è stato un po’ una liberazione: «La prima soddisfazione dell’anno, che ha cancellato un inizio davvero sfortunato. Sono caduto alla prima e alla terza gara e questo mi aveva un po’ imballato. Ne avevo bisogno per ritrovare spinta».

Lo sprint per il secondo posto a Melegnano, con Magagnotti che beffa Fietzke (foto Instagram)
Lo sprint per il secondo posto a Melegnano, con Magagnotti che beffa Fietzke (foto Instagram)
Che cambiamenti hai trovato salendo di categoria?

E’ un altro mondo. Si vede quanto conta l’organizzazione dei team, quanto è importante nella gestione di certe corse. L’ho capito proprio al GP del Perdono, perché nelle gare internazionali si va sempre a tutta mentre in quelle prettamente nostrane si lavora in maniera diversa nella prima e nella seconda parte, quando ci si muove davvero.

Com’era stata la preparazione invernale, diversa da quella tua solita?

Abbastanza. Intanto ho iniziato molto prima, io che ero abituato a fare le cose sul serio da inizio dicembre ho invece cominciato ad allenarmi già un mese prima e poi a dicembre c’è stato il ritiro in Spagna. Io non ero mai stato all’estero, ad allenarmi così lontano da casa. E’ stata anche quella un’esperienza nuova. I carichi di lavoro sono diventati più intensi rispetto a un anno fa e soprattutto più frequenti.

Magagnotti è nato nel 2007 a Vo’ Sinistro (TN), sta mostrando grandi progressi. Ora correrà al Giro dell’Abruzzo
Magagnotti è nato nel 2007 a Vo’ Sinistro (TN), sta mostrando grandi progressi. Ora correrà al Giro dell’Abruzzo
Fisicamente sei cambiato?

Non mi controllo molto allo specchio, non so se ad esempio sono cresciuto in altezza. Ho messo un po’ più di muscoli grazie al lavoro in palestra che prima non era contemplato e devo dire che dei miglioramenti li ho notati soprattutto nella mia resistenza e potenza sulle salite lunghe.

Passando di categoria, è chiaro che molti si sono soffermati su di te visto il tuo curriculum da allievo. Senti questa pressione?

Un po’ sì, soprattutto nelle primissime corse avevo l’impressione che tutti si aspettassero da me qualcosa e quelle cadute avevano lasciato deluso me in prima persona. Poi ho cercato di vivere la mia attività con un po’ più di tranquillità e subito ho visto che andavo meglio, questo mi ha incoraggiato e il podio è stato anche figlio di questo nuovo atteggiamento.

Il team Autozai Contri quest’anno ha fatto grandi acquisti, con Contri anche Valjavec, 2° alla Roubaix di categoria
Il team Autozai Contri quest’anno ha fatto grandi acquisti, con Contri anche Valjavec, 2° alla Roubaix di categoria
Com’è l’atmosfera nel tuo nuovo team, l’Autozai Contri?

Molto positiva, il ritiro invernale è stato importante anche per stringere legami fra noi. Si è creato un bel clima e in gara si vede, ognuno sa quel che deve fare e punta alla vittoria di squadra. Finora sono arrivati tre podi, sono convinto che presto verrà anche il nostro momento di gioire per il risultato pieno.

Torniamo un attimo alla classica di Melegnano, che impressione hai avuto dal confronto con il Team Grenke Auto Eder, considerato da tutti un riferimento nella categoria?

Ho notato che hanno una straordinaria resistenza, partono cattivi e arrivano ancora più cattivi, agonisticamente parlando. In gara guardano tutti a loro e non si lasciano intimidire, tengono le redini della corsa. In salita hanno fatto selezione riducendo il gruppo a una ventina di unità con me che avevo già speso un po’ di energie per rientrare dopo una caduta. L’azione decisiva l’ha promossa il danese Clemmensen, io l’ho seguito, poi su di noi sono rientrati il tedesco Fietzke e Bosio, ma i tedeschi potevano far valere la superiorità numerica e infatti alla fine Clemmensen ha piazzato la botta a 3 chilometri dall’arrivo. Io sapevo che in quella situazione sarebbe stato molto difficile vincere, sono stato contento della mia piazza d’onore.

Il podio del GP Festa del Perdono con il trentino al fianco di Clemmensen (foto team)
Il podio del GP Festa del Perdono con il trentino al fianco di Clemmensen (foto team)
Con il cittì Salvoldi ti sei già sentito?

Sì, mi ha promesso che più avanti nella stagione mi chiamerà per qualche corsa internazionale, voglio farmi trovare pronto quando sarà il momento perché so che quelle prove sono un momento importante nella mia crescita.

Ora che cosa ti aspetta?

Il Giro dell’Abruzzo di categoria, per me sarà il primo impegno in assoluto in una corsa a tappe. Io spero che sia abbastanza duro e che ci siano occasioni per farmi vedere, ho visto il disegno delle tappe e sono con le caratteristiche giuste per me, ma quel che conta sarà il risultato del team, speriamo davvero di centrare il nostro primo successo. Se sarò io a farlo, tanto di guadagnato…

Autozai Contri, pronta a rilanciarsi nel 2024

25.11.2023
7 min
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Pochi giorni fa ci siamo fatti raccontare dal promettente allievo, Alessio Magagnotti, come sia arrivato alla scelta della Autozai Contri per il suo passaggio tra gli juniores. La sua risposta basata sulla fiducia nel progetto ci ha incuriosito, così siamo andati a bussare al Riboli Team per farci spiegare il retroscena e le prospettive per il 2024

La Autozai Contri, che dalla prossima stagione perderà Petrucci come sponsor, ha portato sulla strada del professionismo atleti come: Davide Gabburo, Edoardo Affini, Filippo Zana, Luca Mozzato, Mattia Petrucci. Stiamo parlando di juniores è vero, ma in questi ultimi anni questa categoria sta diventando sempre più importante e un bacino da cui le grosse squadre hanno già iniziato ad attingere. Quest’anno il Riboli Team aveva due secondi anno che hanno trovato squadra rispettivamente Marco Martini con la Technipes #inEmiliaRomagna, e Riccardo Biondani alla General Store-Essegibi-F.lli Curia. Una dimostrazione della qualità del progetto Autozai.

Ripresa Autozai

Per parlare del dietro le quinte di questo rilancio della squadra veronese abbiamo chiesto a Enrico Mantovanelli, direttore generale della squadra.

«Siamo ritornati un po’ in auge nella campagna acquisti, chiamiamola così – racconta – perché abbiamo avuto un vuoto dopo Zana e Petrucci, dove non riuscivamo a portare a casa nessun atleta di valore. La svolta è iniziata un po l’anno scorso con l’arrivo di Erazem Valjavec. Che è stato il nostro primo atleta straniero anche grazie ad una nostra battaglia con la federazione che ci ha concesso questa possibilità.

«Grazie all’interessamento – afferma Mantovanelli – del nostro socio Gianni Bertoldo, che ha fatto una vita nel mondo del ciclismo, abbiamo iniziato alla fine dell’anno scorso in maniera non pressante, ad esporre il nostro modo di lavorare ad Alessio. Si dice che noi l’abbiamo convinto con i soldi, ma questo non è assolutamente vero. Abbiamo avuto poi la fortuna che all’interno della CC Forti e Veloci Trento ci fosse Luca Prada, che è stato un corridore di Bertoldo, ed è stato un mio compagno di squadra da dilettante. I genitori di Alessio ci hanno detto che noi siamo stati tra le poche società delle più di 20 che li hanno contattati che non hanno parlato male delle altre, ma che anzi si sono concentrate esclusivamente a raccontare il progetto.

«Per prendere Magagnotti e il suo compagno Idrizi abbiamo speso più di 10.000 euro. Sono d’accordo che la squadra che l’ha formato debba essere pagata in base al punteggio, ma dato che lui dal Trentino si trasferisce in Veneto, abbiamo dovuto pagare gli stessi punti anche al Comitato regionale».

Sempre prima

La categoria juniores sta diventando sempre più importante e a farne le spese come sempre sono i ragazzi. L’avvento dei procuratori è un segnale che le squadre partono fin dagli allievi per la selezione futura.

«Il tema è che oggi i procuratori – spiega Mantovanelli – hanno in mano già gli allievi. E’ un mondo che è cambiato. La filiera si è accorciata molto dal punto di vista delle categorie. Una volta l’atleta faceva due anni da junior e due/tre anni da dilettante, poi se aveva le carte in regola passava pro’. Adesso con la scusa che la categoria dilettanti è praticamente sparita, gli juniores sono diventati uno spartiacque pazzesco. E questo dal mio punto di vista, non è un bene perché ci sono atleti che non sono ancora maturi e al secondo anno da junior si trovano a dover smettere perché non hanno trovato la squadra.

«Valjavec è seguito dai Carera – dice Mantovanelli – ed è attenzionato dalla Soudal Quick-Step, questo non vuol dire niente perché anche se l’accordo c’è, deve sempre andare forte. Con Magagnotti non c’è nessun interesse nascosto sotto, perché poi quando passerà, so già che incasserò meno di quanto abbiamo speso per prenderlo. Zana come Affini, come Mozzato da junior, non avevano il procuratore e sono venuti da noi. Però è un ruolo che adesso esiste e bisogna rispettarlo. L’importante è che questi ragazzi tengano sempre i piedi per terra».

Parola al team manager

Alla direzione tecnica troviamo Emiliano Donadello, ex pro’ dal 2007 al 2010 e diesse con esperienza tra Autozai e Trevigiani: «Enrico ha voluto strutturare la società come un’azienda essendo abituato nel suo lavoro a essere molto metodico. Io con l’esperienza della continental, ho cercato di portare un po’ quello che ho imparato. La categoria juniores è completamente cambiata. Questa stagione tutto sommato è andata bene, non avevamo ancora una squadra, tra virgolette, super competitiva perché comunque avevamo dei ragazzi che non avevano mai vinto nelle categorie minori. Avevamo otto corridori e abbiamo ottenuto sette vittorie.

«Per il 2024 – afferma Donadello -posso dire che è facile partire con corridori forti, però bisogna anche essere bravi a gestirli, quindi dobbiamo farlo bene. La categoria è all’esasperazione, tra inviti e raduni della nazionale a cui Alessio verrà chiamato, tra pista e strada, bisogna veramente tenere i piedi per terra e  stare calmi. Occorre andare a stilare un calendario, essendo disposti a dire anche qualche no, per salvaguardare il ragazzo, anche perché non abbiamo solo Magagnotti. Siamo riusciti a prendere dei ragazzi che hanno fatto vedere belle cose e ci fanno ben sperare. Credo sempre nel gruppo e non privilegio nessuno».

Obiettivi

Con un roster rinforzato il 2024 si prospetta avvincente e potenzialmente ricco di vittorie. «Ho visto – dice Donadello – che è uscito il calendario provvisorio. Con le nuove normative che dicono che si può correre anche sabato e domenica e dove non c’è limite di corse a tappe, comincia a essere interessante. Ci piacerebbe fare qualche esperienza all’estero. Sarà importante fare un bel blocco di riposo durante l’estate, perché la stagione, anche negli junior è diventata veramente lunghissima, da Marzo a ottobre. Essere al top tutto l’anno è impossibile e come abbiamo fatto quest’anno dovremo fare un periodo di stacco a metà».

Talenti come Magagnotti meritano di non essere “spremuti”, a questa parola Donadello ha tenuto a rispondere fermamente: «Io non sono nessuno. A me piace sentire tutte queste belle parole che dicono alcuni ex pro’, i manager e i presidenti. Però nessuno sa com’è la realtà.  Questi ragazzini tornano a casa da scuola alle 14,45 e viene buio alle 16,30, quindi di cosa stiamo parlando? Un’ora di allenamento a tutta. Tutti ormai hanno un misuratore di potenza, il preparatore, il biomeccanico, il dietologo, lo psicologo e chi più ne ha più ne metta.

«Il ciclismo è una cosa molto semplice – conclude Donandello – ci vuole tanta voglia di far fatica. Se prendiamo un ragazzo come Magagnotti, quello che si deve fare è tenerlo lontano dalle pressioni e farlo lavorare con calma. Questi ragazzi non devono essere spremuti di testa. Il fisico è in un’età che può lavorare: con il giusto bilanciamento, ma può lavorare. E queste saranno le nostre premure più importanti».

Alessio Magagnotti, l’allievo dei record a cui interessa solo vincere

17.11.2023
5 min
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Diciotto vittorie, un campionato italiano a crono, una Coppa d’Oro in bacheca e un’attitudine alla vittoria che fa timore ad ogni avversario. Calma…Ha solo 16 anni, si chiama Alessio Magagnotti e vive ad Avio (Trento). E’ stato il primo della famiglia a salire sulla bici per gareggiare, dopo di lui lo hanno seguito i fratelli Eric e Asia contagiati dalla sua passione. Sin da G2 ha corso nella CC Forti e Veloci di Trento, l’anno prossimo ha scelto la Autozai Petrucci Contri. Una decisione personale che stupisce per la sua età. I procuratori l’hanno già contattato, ma a lui ora interessa solo vincere e godersi ogni pedalata senza pressioni.

Le vittorie si sono sempre susseguite nel corso degli anni
Le vittorie si sono sempre susseguite nel corso degli anni
Alessio, partiamo dall’inizio. Come è nata la passione per la bici?

Ho iniziato da G2 a 8 anni nella CC Forti e Veloci. Nella mia famiglia mi hanno trasmesso la passione mio nonno Angelo e lo zio Andrea. E’ iniziato tutto per caso, nessuno in casa aveva mai corso. Ora mio fratello è esordiente secondo anno e mia sorella allieva.

Nel 2024 sarai junior. Dove correrai?

Correrò nella Autozai Petrucci Contri

Come sono stati questi due anni da allievo? L’attitudine alla vittoria l’hai sempre avuta?

Ma sì, dai. Da primo anno ne ho vinte 6 e quest’anno 18. 

E da esordiente?

Nel primo anno che era quello del Covid, ne ho vinte 5 sulle 8 che abbiamo fatto. Mentre da secondo anno 14.

A livello fisico, eri un po più sviluppato degli altri? Quando si vince in quelle categorie il primo pensiero è sempre quello…

Dal primo anno ero uno di quelli più indietro. Al secondo anno mi sono alzato e mi sono riallineato ai miei coetanei.  

La volata di Magagnotti ai Giochi della Gioventù Europea che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
La volata di Magagnotti ai Giochi della Gioventù Europea che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
Torniamo alla decisione di passare alla Autozai Petrucci Contri. Com’è avvenuta? 

L’Autozai non aveva mai preso nessuno della CC Forti e Veloci, però avendo fatto una bella stagione mi hanno chiamato. Già dal primo anno allievi, a fine 2022, erano venuti a parlarmi. Poi sono tornati a marzo. Sono venute tante altre squadre, ma ho deciso per l’Autozai. E’ anche abbastanza comoda perché non è lontanissima da casa mia (la squadra ha sede a Illasi, in provincia di Verona, ndr), ma soprattutto perché mi hanno fatto una bella impressione fin da subito

Conosci qualcuno che ci è passato?

Non direttamente. So che ci hanno corso Affini, Zana e Mozzato.

Per questa decisione ti sei fatto aiutare dai tuoi genitori?

No, ho voluto scegliere per conto mio perché non volevo farmi influenzare da nessuno.

Ti hanno mai contattato dei procuratori? 

Sì, già prima della Coppa d’Oro. Poi dopo quella vittoria ne sono venuti abbastanza a chiedere.

Qui Magagnotti alla Coppa d’Oro di quest’anno (foto Remo Mosna)
Qui Magagnotti alla Coppa d’Oro di quest’anno (foto Remo Mosna)
Sei seguito da un procuratore adesso?

No, l’ho sempre detto che se vado forte, ancora procuratori non servono, perché le squadre vengono da sé. Più avanti so della loro importanza, ma per ora preferisco stare senza.

In questi giorni si susseguono notizie di italiani che vanno a fare gli juniores all’estero. La Auto Eder ha appena aperto le porte a questa categoria. Tu se avessi avuto la possibilità saresti andato?

Da junior preferisco stare vicino casa, anche perché con la scuola e tutto sarebbe difficile da gestire e non voglio bruciare le tappe. 

Che scuola fai? Ti piace?

Faccio l’Informatico Tecnico a Rovereto. Mi piace e voglio portarlo a termine, poi deciderò. 

La tua è stata una stagione da record. La Coppa d’Oro è stato un po’ l’apice. Che emozione è stata vincerla?

E’ stata una grande emozione. Pensavo di far bene, ma non di vincerla, perché comunque c’era tanta salita. Arrivavo dalla vacanze e avevo ripreso da non troppo ad andare in bici. Mi ero alzato anche un po’ di peso, quindi non mi aspettavo di vincerla.

Magagnotti ha conquistato il titolo italiano a cronometro nel suo Trentino (ufficio stampa Comano Terme)
Magagnotti ha conquistato il titolo italiano a cronometro nel suo Trentino a Comano Terme (ufficio stampa Comano Terme)
Sei allievo e ancora devi definire le tue caratteristiche. A te, come piace descriverti?

Il mio sogno era quello di diventare uno scalatore, ma il mio fisico non è quello e mi vedo più come uno versatile. Mi trovo bene sempre e me la cavo in salita.

Qual è il tuo corridore modello?

Il mio idolo è sempre stato Peter Sagan. Oggi rispondo Van der Poel, mi piace come corre e come vince.

Con tutte queste vittorie avrai molta attenzione addosso. Come le vivi, ti mettono sotto pressione?

Bene. Per ora cerco di dare il meglio di me, di non ascoltare gli altri, anche se sai che hai gli occhi puntati addosso. Cerco di non pressarmi. Alle gare ci vado per vincere, non per arrivare nei 10, però comunque non mi stresso troppo.

Questo inverno come lo passerai? Che hobby hai?

Ho staccato un mese dalla bici dall’ultima gara. Adesso sto facendo corsa, ginnastica e un po’ di rulli così per stare un po’ in forma. Mi piace molto andare a sciare, mi diverte.