Magagnotti finora in sordina? No, c’è solo da aspettare…

14.04.2025
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E’ probabilmente il prezzo che si paga ad essere considerato un predestinato: Alessio Magagnotti in questa stagione ha corso 5 volte, centrando una vittoria e due podi, eppure c’è chi considera il suo inizio stagione non pari alle attese, quasi deludente. E’ quasi una contraddizione in termini, ma conoscendo il suo grande valore considerando che il cambio di categoria è ormai alle porte, abbiamo voluto addentrarci nel discorso attraverso chi lo conosce bene e lo segue da tempo: il suo general manager Enrico Mantovanelli.

L’arrivo vittorioso di Magagnotti al Memorial Vangi, primo centro della sua seconda stagione da junior (foto Fruzzetti)
L’arrivo vittorioso di Magagnotti al Memorial Vangi, primo centro della sua seconda stagione da junior (foto Fruzzetti)

«So che c’è chi considera il suo inizio stagione un po’ in sordina – esordisce il responsabile dell’Autozai Contri – ma io non mi sono mai preoccupato. Perché i risultati vanno valutati. Il suo inizio stagione è stato caratterizzato soprattutto dalla sfortuna».

In quale misura?

Alla prima gara, il GP Baronti, alla fine gli ho detto che aveva assommato tutti i problemi meccanici che normalmente si mettono insieme in un anno… Al Giro delle Conche era in fuga con altri due ragazzi ed ero convinto che alla fine avrebbe portato a casa il successo e che ti va a succedere? I tre sbagliano strada e la gara va a farsi benedire. Poi alla Piccola Liegi delle Bregonze cade e gli mettono 5 punti sul mento, eppure il giorno dopo era già in bici. Alla fine la vittoria al Memorial Vangi, al di là del suo valore, è stata una liberazione.

Il podio del Memorial Vangi a Calenzano, con Magagnotti primo davanti a Segatta e Sgherri (foto Fruzzetti)
Il podio del Memorial Vangi a Calenzano, con Magagnotti primo davanti a Segatta e Sgherri (foto Fruzzetti)
Tu che vivi la sua attività da vicino, lo trovi cambiato rispetto allo scorso anno?

Sì, lo trovo più forte, fisicamente ma anche molto cresciuto dal punto di vista mentale. Ma bisogna chiudere la parentesi sfortunata. Noi da questo punto di vista non gli mettiamo pressioni, Alessio è tranquillo e sa che non deve dimostrare nulla. A ben guardare anche nel 2024 iniziò così, abbastanza in sordina e poi sappiamo a fine stagione qual è stato il suo bilancio, con la svolta che arrivò al Giro dell’Abruzzo.

La sua crescita la si vede anche dai numeri?

Certamente, è quello che mi dicono il suo diesse Fausto Boreggio e il preparatore Giacomo Conti. D’altro canto Alessio sta anche lavorando profondamente su se stesso. I watt che produce non sono neanche paragonabili a quelli dello scorso anno e mi dicono che sia molto più reattivo anche in salita.

Enrico Mantovanelli, general manager dell’Autozai Contri (foto Rodella)
Enrico Mantovanelli, general manager dell’Autozai Contri (foto Rodella)
Questa per lui è una stagione importante, per certi versi delicata. Lo scorso anno molti team si erano interessati a lui, sei stato contattato per il suo futuro?

Ha trovato un ottimo procuratore in Manuel Quinziato e ne siamo stati molto contenti perché Manuel sa lavorare bene con i ragazzi più giovani. Non mette pressioni, si muove di pari passo con il team. So che ha avuto molti contatti e che ha già trovato un accordo di massima con un devo team del WorldTour ma vuole che Alessio non ci pensi, che lavori in tranquillità e che soprattutto segua le nostre indicazioni. Noi con Manuel eravamo stati chiari nella libertà di scelta del ragazzo ma anche nella volontà di avere mano libera con lui per quest’anno. E’ stata la scelta migliore.

Il trentino con la maglia iridata vinta lo scorso anno con il quartetto della pista (foto Rodella)
Il trentino con la maglia iridata vinta lo scorso anno con il quartetto della pista (foto Rodella)
Quindi Magagnotti continua ad essere seguito da voi, senza ingerenze da parte del nuovo team…

Assolutamente, su questo avevamo espresso le nostre volontà. In passato c’erano stati casi diversi, ad esempio con Erazem Valjavec, con noi ma già nella sfera della Soudal e non volevamo che si ripetesse. A noi importa farlo crescere con calma, in serenità, senza tirargli il collo. Il fatto di avere già un posto per il prossimo anno è un punto in più per lavorare senza stress.

Continueremo a vederlo su pista?

Sì, è un elemento importante della nazionale di Salvoldi, si è visto lo scorso anno e quei lavori si sono rivelati fondamentali per la sua crescita. Senza contare i risultati conseguiti. Già è stato a Montichiari con altri nostri ragazzi, magari quest’anno ne farà un po’ meno rispetto al 2024 ma per i mondiali di categoria sarà sicuramente a disposizione.

Per Magagnotti la pista resta un riferimento, sarà al via dei mondiali di categoria
Per Magagnotti la pista resta un riferimento, sarà al via dei mondiali di categoria
Finora ha corso abbastanza poco. Quali sono gli appuntamenti ai quali puntate maggiormente?

Alessio ha messo nel mirino due eventi in particolare, il Liberazione e la Coppa Montes, dove lo scorso anno aveva centrato la Top 5 in entrambi dimostrando che sono nelle sue corde. Vuole far meglio, puntiamo alla vittoria, poi vedremo come andranno le corse, ma Alessio sta lavorando per essere al massimo in quelle occasioni. Vorrei però sottolineare un aspetto: l’appoggio incondizionato della famiglia, che lo segue con passione ma che lascia a noi tutte le responsabilità e decisioni. Nel ciclismo di oggi non è una cosa comune…

Magagnotti, sguardo al 2025 rivivendo una stagione d’oro

08.11.2024
6 min
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Novembre è tempo di bilanci e, nel caso di Alessio Magagnotti, anche di bilancia per misurare il peso di vittorie e medaglie conquistate. La sua prima stagione da juniores con le maglie della Autozai-Contri e della nazionale ha avuto un crescendo strepitoso.

Il trentino di Avio – che farà diciotto anni il prossimo 27 gennaio – non sembra patire quasi mai il salto di categoria, mantenendo una media “realizzativa” molto alta. Da esordiente ad oggi, con le otto di quest’anno, sono 51 le vittorie totali ottenute su strada. Numeri importanti da prendere sempre con le pinze quando si parla di giovani, soprattutto per non creare aspettative spropositate, però è conclamato l’interesse già piombato su Magagnotti da parte di formazioni pro’. Con lui ci eravamo lasciati prima che iniziasse ad inanellare ori continentali e mondiali in pista col quartetto con tanto di record del mondo, conditi dal bronzo nell’inseguimento individuale.

Giusto il tempo di riprendere il ritmo di casa dopo le vacanze a Tenerife con la fidanzata Linda Sanarini – altra junior azzurra plurimedagliata – dove hanno incontrato tanti amici-colleghi, che Alessio è pronto a guardare al 2025. Poche parole, pragmatiche e spazio ai fatti.

Magagnotti è rientrato dai mondiali in pista a Luoyang in Cina con un bel bottino e il record del mondo col quartetto (foto Autozai)
Magagnotti è rientrato dai mondiali in pista a Luoyang in Cina con un bel bottino e il record del mondo col quartetto (foto Autozai)
Alessio riavvolgendo il nastro, che annata è stata in generale?

Sono partito in sordina, anzi direi non benissimo. Mi sentivo gli occhi puntati addosso per le stagioni precedenti, però col passare del tempo non ci ho fatto più caso. Sono caduto in qualche gara, poi ad inizio aprile al GP del Perdono mi sono sbloccato cogliendo il secondo posto. Da lì in avanti è andata sempre meglio su strada, lavorando anche per i compagni. Anche in pista è andata bene. All’europeo di Cottbus abbiamo vinto l’oro col quartetto, ci siamo ripetuti ai mondiali in Cina dopo un bel lavoro in altura a Livigno. Alla fine direi che è stata una stagione buona, a parte qualche passaggio a vuoto e che non l’ho finita al meglio.

Per quale motivo?

Sicuramente ho del rammarico per alcune gare. Al campionato italiano a crono speravo di fare meglio dell’ottavo tempo, ma arrivavo da un periodo di stop per recuperare dopo essermi ammalato al Saarland con la nazionale. Anche all’europeo su strada in Limburgo avremmo potuto fare di più. Personalmente la condizione era buona, ma non abbiamo corso al meglio delle nostre possibilità. Infine ho dovuto chiudere la stagione forzatamente a metà settembre dopo una gara nel mantovano in cui si è riacutizzato forte un dolore alla schiena. In pratica ho la zona lombare scalibrata.

A cosa è dovuto?

In una delle prime gare dell’anno nella zona di Vicenza, sono caduto male picchiando la faccia. Da quel giorno in avanti ho sentito subito di non essere più a posto e forse non mi sono mai ripreso del tutto. Forse non ci ho dato troppa importanza perché non tutti i giorni mi faceva male, ho sempre corso sopportando il dolore. Verso la fine della stagione però era troppo forte e non riuscivo più ad esprimermi come volevo. Nei giorni scorsi sono stato in uno studio dentistico per prendere l’impronta per un bite. Portando quello dovrei sistemarmi e ritrovare il giusto bilanciamento.

Come ti sei trovato con gruppo azzurro?

Molto bene. Abbiamo ottenuti grandi risultati, ma altrettanti ci sono sfuggiti. In pista l’anno prossimo praticamente cambierà tutto il gruppo perché ero l’unico del primo anno. Su strada spero che sapremo correre meglio di squadra ed essere quindi più forti. Quando ci ritroveremo vedremo chi ci sarà, ma sono certo che non ci saranno problemi a trovare la giusta amalgama.

L’anno scorso avevi vinto l’argento al Festival Olimpico della Gioventù Europea, ma quest’anno com’è stato l’impatto con una vera esperienza internazionale?

Mi è servita per prendere ancora meglio le misure alla categoria. Tra gli juniores all’estero corrono davvero col coltello fra i denti come dicono tutti. Ho capito subito che gli avversari ti fanno la volata anche per il trentesimo posto.

Da questo primo anno da junior hai tratto altri insegnamenti?

Assolutamente sì. Ho capito che la gara non finisce finché non si taglia il traguardo. Prima davo certe cose per scontate, ma l’ho capito in prima persona. A fine aprile alla gara di San Leolino in Toscana ho ribaltato il risultato. In un tratto di sterrato mi ero staccato, pagando la mia ancora poca destrezza su quel fondo stradale. Ero demoralizzato e forse rassegnato ad un piazzamento, ma grazie agli incitamenti dei miei tecnici e anche un po’ a me stesso, sono riuscito a recuperare le posizioni e vincere la corsa.

Le voci di mercato parlato di te già in orbita WorldTour. Come gestisci questa situazione?

Ho imparato anche a controllare meglio certe pressioni, come ad inizio anno che avevo foga di fare e farmi vedere. E’ vero che ho avuto tante proposte da devo team dei WorldTour, ma non ho ancora firmato nulla e soprattutto devo ancora dimostrare tanto. Quindi sto con i piedi per terra.

Che obiettivi ha Alessio Magagnotti per il 2025?

La speranza è sempre quella di continuare a crescere e vincere. Mi piacerebbe mettere il sigillo alle corse più importanti, ma vorrei anche correre meglio sia individualmente che con la squadra, Autozai e nazionale. Ad oggi sono un passista-veloce che si trova a suo agio su falsopiani o strappi di un chilometro, però vorrei andare più forte su pendenze più dure. La mia volontà è anche quella di andare bene nelle gare del Nord.