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Tizza, il perfetto Cicerone per gli italiani della Bingoal

12.02.2023
5 min
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C’è un angolo di Belgio che man mano si sta colorando di verde, bianco e rosso. Si tratta della Bingoal WB, la professional vallone che da un paio d’anni sta accogliendo corridori italiani. Il primo a “mettere piede” in Belgio è stato Marco Tizza, e uno dopo l’altro ne sono arrivati degli altri. Da Attilio Viviani, per metà stagione 2022, a Malucelli. Una bella novità è rappresentata anche dall’approdo di Spezialetti, uno dei primi diesse non belgi del team. 

Tizza Liegi 2022
Tizza è approdato nel 2022 alla Bingoal ed è stato il primo italiano nella professional belga
Tizza Liegi 2022
Tizza è approdato nel 2022 alla Bingoal ed è stato il primo italiano nella professional belga

Porte aperte

Il tour della Bingoal WB lo facciamo quindi con il corridore brianzolo, arrivato nel team lo scorso anno, dopo i contatti avvenuti nell’autunno della stagione precedente. 

«Sinceramente – attacca Tizza mentre si prepara per uscire ad allenarsi – preferisco il Belgio rispetto all’Italia. Se guardo a quella che è stata la mia esperienza, posso dire che si riesce a fare più gruppo ed i diesse sono più coinvolti. Da noi sono tutti un po’ più individualisti. In squadra c’è un gran bel rapporto, arrivavo da sconosciuto, ma mi sono fatto subito apprezzare. Un’altra cosa bella è che non partono con pregiudizi, o comunque fanno presto a cambiare idea. Non sono stato tantissimo in Belgio, anche perché, viste le mie caratteristiche fisiche (Tizza pesa 60 chili ed è alto poco più di un metro e 70, ndr), non sono un corridore da pavé. Sono sempre rimasto non più di una settimana, prima per preparare Liegi e Freccia e poi per il Giro del Belgio. E’ un Paese che mi piace molto, dedicato al ciclismo e molto accogliente, anche se a me piacciono le salite e lì non ce ne sono molte (ride, ndr)».

Malucelli ha esordito bene con la nuova maglia secondo nell’ultima frazione del Saudi Tour dietro Consonni
Malucelli ha esordito bene con la nuova maglia secondo nell’ultima frazione del Saudi Tour dietro Consonni

Si parla francese

Dopo un anno intero con la maglia della professional belga Tizza è pronto per accogliere Malucelli e il diesse Spezialetti. 

«La Bingoal – continua – è una professional ottimamente organizzata. C’è un altro modo di allenarsi e di lavorare ma non è difficile adattarsi. Sono contento che sia arrivato Malucelli, è bello trovare qualcuno che conosci già e per di più italiano. Io e lui abbiamo corso insieme nel 2015 al Team Idea 2010, nel corso del tempo non ci siamo mai persi di vista. Appena ho saputo che era uno dei candidati per venire da noi sono stato contento. L’anno scorso non mi sono sentito escluso, anzi, ma ogni tanto mi sarebbe piaciuto avere qualcuno con il quale parlare italiano.

«Alla Bingoal si parla in francese, essendo valloni, ma i diesse in radio traducono in inglese. Dopo un anno posso dire che il francese lo capisco, ma non lo parlo. Motivo per il quale ogni tanto mi sono sentito un po’ distante. Quando è arrivato Attilio (Viviani, ndr) sono stato felice, non lo conoscevo ma abbiamo legato subito. Tant’è che ancora oggi ci sentiamo spesso».

Alessandro Spezialetti (a destra) dopo una vita in Italia ha deciso di intraprendere questa nuova sfida alla Bingoal
Alessandro Spezialetti (a destra) dopo una vita in Italia ha deciso di intraprendere questa nuova sfida alla Bingoal

Allenamenti differenti

Una nuova squadra vuol dire, spesso, nuovo metodo di lavoro, soprattutto se questa è straniera. Come si allenano i belgi della Bingoal?

«Direi – racconta Tizza – che è stato uno dei passi più difficili che ho fatto. Loro qui si allenano in un’altra maniera, vanno a tutta dall’inizio alla fine. Io che peso dieci chili in meno l’ho sofferto un po’ all’inizio – dice ridendo – “Malu” penso si sia adattato meglio. Ora andrà in ritiro con la squadra perché non ci sono corse e gli toccherà pedalare forte. Infatti, scherzando, mi dice che preferisce correre così si stanca meno, io gli ho detto che deve essere contento di andare in Spagna, almeno sta un po’ al caldo, a casa sua nevica!

«Però è vero che i belgi “menano” sempre, in particolare quando durante un allenamento incontrano altre squadre. Lì partono delle bagarre incredibili, secondo me a Malucelli faranno bene questi ritmi, lui è un velocista e deve abituarsi a tenere duro. Anche in ritiro eravamo spesso a tutta, ma poi alla prima gara in Arabia per un pelo non vincevamo (i due sono insieme alla partenza della prima tappa del Saudi Tour nella foto di apertura, ndr). Siamo partiti troppo indietro con il treno, ho provato a portarlo fuori ai 600 metri ma era troppo tardi. Però iniziare così dà fiducia».

Correre nelle stradine del Belgio è estremamente difficile, ci vuole un periodo di adattamento (foto Instagram/Marco Tizza)
Correre nelle stradine del Belgio è estremamente difficile, ci vuole un periodo di adattamento (foto Instagram/Marco Tizza)

Nuovi orizzonti

Ce lo aveva raccontato anche Spezialetti, la Bingoal vuole espandere il proprio raggio d’azione. L’arrivo dei due italiani fa intendere proprio questo e anche Tizza conferma.

«La squadra – conclude – vuole crescere ed ampliare il proprio calendario. Facciamo tutte le corse WorldTour in Belgio e Francia, ora vogliamo correre anche in Italia. Ai miei compagni il nostro Paese piace moltissimo, c’è sempre una gran battaglia per entrare nella selezione. Amano il cibo e il clima. A loro invece invidio i tifosi e la cultura del ciclismo, ad ogni corsa c’è sempre tantissima gente sulle strade ed al pullman. Anche se non siamo un team WorldTour i tifosi vogliono foto ed autografi. Poi sulle strade quando ci alleniamo è un continuo salutare, una festa infinita.

«Una cosa alla quale Malucelli dovrà abituarsi sono le corse, questi sono matti (ride, ndr) Sono tutti mezzi crossisti e non esiste erba o terra che non calpestino con le ruote, anche in corsa, si “lima” dall’inizio alla fine. Correre su queste strade è molto stressante a livello psicologico, dovrò fare da tutore al povero Malu! Non sa quello che lo aspetta (ride di nuovo, ndr)».

Conversazione con Attilio Viviani. Quante sfide in vista

19.01.2023
6 min
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Attilio Viviani si appresta ad affrontare una stagione molto importante, una di quelle che potrebbe dare una svolta alla sua carriera. E’ arrivato al Team Corratec e qui se non ha le chiavi in mano, poco ci manca. Ed è la prima volta da quando è pro’.

Il veronese, fratello d’arte, viene da due esperienze importanti, una addirittura nel WorldTour. Ha infatti corso in Francia con la Cofidis e in Belgio con la Bingoal Pauwels. Ora riparte “da casa”. Lo scorso anno ha anche sfiorato la vittoria. A 26 anni è ora di esplodere. E i presupposti ci sono tutti.

Viviani ha corso nelle fila della Cofidis dal 2020 al 2021. Ma nel 2019 fece lo stagista e colse anche un successo in Belgio (foto Instagram)
Viviani ha corso nelle fila della Cofidis dal 2020 al 2021. Ma nel 2019 fece lo stagista e colse anche un successo in Belgio (foto Instagram)
Attilio, torni a correre in Italia: cosa ti sei portato dietro da questa esperienza all’estero?

Tantissimo, sia dal punto di vista tecnico che di altro, come aver imparato lingue. E questa cosa me la ritrovo anche qui. Ci sono alcuni ragazzi che non parlano benissimo l’italiano, lo impareranno strada facendo come ho fatto io alla Cofidis con il francese. In questo modo anche loro trovano sempre un appoggio in me per qualsiasi domanda o dubbio che hanno. E credetemi è una cosa importante.

E poi ci sono gli aspetti più tecnici…

Mi porto dietro le esperienze in Cofidis, le vittorie con loro nel 2021 aiutando Elia in un calendario totalmente WorldTour. Lì ho perso forse l’occasione di fare risultati, ma ho colto in pieno l’occasione di fare esperienza dalla A alla Z, perché nel WorldTour devi essere sempre pronto. Come corridore quindi sono cresciuto tantissimo. E l’anno scorso alla Bingoal ho imparato a correre meglio in Belgio. E lì ci sono corse che mi piacciono un sacco e adatte. Anche da lì ho portato via un bel bagaglio di esperienza perché si va nella patria del ciclismo. Non solo ci corri ogni giorno…

Ma ci vivi proprio…

Esatto. Non vai su quella volta o due per questa o quella classica. Lo vivi nella quotidianità.

Attilio, parli con estrema maturità. Evidentemente è una caratteristica di famiglia! Ora sei alla Corratec, squadra giovane, più “familiare”, ma questo ambiente ti dà anche delle responsabilità e ti può far crescere. Qui non sei uno dei tanti: come vivi tutto ciò?

Me la sento eccome. E infatti ho accettato subito ad occhi chiusi questa proposta proprio perché è quello che voglio. Voglio esprimere innanzitutto le mie potenzialità e tornare ad essere quello che vince. Io e la Corratec ci sposiamo alla perfezione. Poi so bene che da questa intervista alla strada c’è tanto lavoro tutto deve andare bene. Ma io e la squadra abbiamo stessi stimoli e stessi sogni.

La scorsa stagione Attilio (al centro in giallo) ha corso con la Bingoal, per lui un podio e tre top 10
La scorsa stagione Attilio ha corso con la Bingoal, per lui un podio e tre top 10
Tuo fratello ti ha dato consigli anche su questo aspetto?

Mio fratello mi dà consigli ogni giorno. Sappiamo il professionista che è, quello che ha fatto, quello che ha passato – perché tanti magari non sanno quello che affronta ogni volta ma io sì – e se sono il corridore che sono è anche grazie a quello che mi dice lui. Elia è una strada da seguire. Ma bisogna anche capire quando arriva il momento di staccarsi, perché io sono io e lui è lui.

Pensa se il prossimo anno vi ritrovate alla Sanremo da rivali!

Intanto – ride Viviani – fino allo scollinamento del Poggio, se lo scolliniamo davanti, saremo amici… quasi fratelli! Penso che mamma, il nostro altro fratello, papà e tutti quanti a casa sarebbero contentissimi. E da lì quello che viene… viene. Non si scollina mica in tanti sul Poggio. Poi siamo tutti e due veloci… Scherzi a parte, la Sanremo è il sogno di tutti gli italiani veloci, anche se in queste ultime edizioni piace di più anche agli scalatori, vedi Pogacar, e per noi velocisti si fa più dura. Però la Sanremo resta sempre quella vinta da Petacchi o da Pozzato, che anticipa nel finale su un gruppetto folto. E questo non ti limita in partenza, anche se sei un velocista.

Che rapporto hai con la salita?

E’ dura! Si sale sempre più forte negli ultimi anni. Soprattutto dal post pandemia c’è stato un incremento del livello da parte di tutti. Incredibile. E ci si lavora tanto. Da come vanno le corse lo sprinter da 80 chili non ci sarà più. Ma da una parte tutto ciò va a vantaggio dei velocisti leggeri come me o come Elia.  

Cosa significa: “ci si lavora tanto”?

Per vincere una volata la prima cosa che devi fare è disputarla! Quindi devi superare le salite e anche benino, poi la volata ce l’hai e chiaramente continui a curarla. Ma non sai quanti uomini hai, chi ti può aiutare… Non c’è più il treno di una volta dove c’erano omoni da 80 chili che si mettevano in fila. Contro Cavendish non è mai facile vincere, ma in quel periodo vinceva tutto, anche per il treno che aveva. Quindi ci adattiamo e ci alleniamo anche per questo. Come dicevo prima non bisogna partire per una Sanremo già sconfitti.

Attilio Viviani (classe 1996) con il team manager e diesse Serge Parsani
Attilio Viviani (classe 1996) con il team manager e diesse Serge Parsani
Qual è il tuo programma di gare?

Adesso inizio dall’Argentina, poi quasi sicuramente andrò in Turchia ad Antalya. Anche per questo ho già una buona forma e ho fatto delle velocizzazioni in pista in questi ultimi giorni. E le ho fatte non solo per il meteo. Ci chiudevamo in pista anche col sole perché cercavamo brillantezza. Voglio partire bene.

Cosa ti aspetti dalla Vuelta a San Juan? 

Vado in Argentina con delle belle aspettative. Prendo quello che viene, ma puntiamo abbastanza in alto. E’ importante partire bene. Ne parlavamo anche con Serge (Parsani, ndr): troveremo tante squadre WorldTour che non si nasconderanno perché partire bene è importante anche per loro. Significa che tutto va subito meglio, nel team non si litiga mai… Poi da lì, andando ad Antalya, dove il livello è un attimo più basso, spero davvero di fare bene, anche se vincere non è mai facile.

Dal punto di vista tecnico come ti stai trovando? La vostra Corratec sembra bella filante, ideale per gli sprinter….

Ed è anche abbastanza leggera. E’ una bici scorrevole. Poi in allenamento non hai mai la possibilità di provarla ad alte velocità, ma nei giorni di Montecatini con doppie file anche a 50 all’ora, senti che la bici va. Ti sostiene bene e questo nel ciclismo d’oggi conta un sacco. 

Hai parlato di doppie file, quindi avete provato anche i treni?

Diciamo che siamo tutti giovani, ma ci conosciamo da tempo. Dalla Valle lo conosco dai tempi della Colpack, idem Tivani che abitava a Padova e certe volte ci allenavamo insieme. Konychev ha un’ottima esperienza, anche perché ha guidato velocisti di prima fascia fino all’altro giorno. Come dicevo nel ciclismo d’oggi non c’è più un vero treno e vedremo come organizzarci di corsa in corsa. Ma ormai 18-19 squadre su 20 non ce l’hanno. Per questo è importante che già ci conosciamo e continueremo a conoscerci in ogni minimo dettaglio.

Attilio Viviani torna in Italia. La Corratec punta su lui

18.11.2022
5 min
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Un contatto che può cambiare la vita. Un anno fa di questi tempi Attilio Viviani era alla ricerca di un nuovo approdo, tra mille dubbi e speranze. La sua caccia fu lunga e per lungo tempo vana, finché quasi improvvisamente trovò casa alla Bingoal Pauwels, a marzo, entrando nel circuito a cose fatte e quindi iniziando a inseguire. Quell’avventura è stata breve ma intensa, ora ne inizia un’altra, si spera ben più strutturata, al Team Corratec.

C’è un dato che ha fortemente incoraggiato Attilio nel prendere questa nuova strada: il fatto che si siano mossi verso di lui sin dalla costituzione del nuovo team in veste professional.

«Cercavano un velocista giovane sul quale fare affidamento e hanno pensato a me – racconta – questo mi dà molta fiducia perché significa che dietro il mio ingaggio c’è un progetto e ciò mi motiva fortemente».

Attilio con suo fratello Elia, decisivo per trovargli l’approdo alla Bingoal
Attilio con suo fratello Elia, decisivo per trovargli l’approdo alla Bingoal
Come ti sei lasciato con la Bingoal?

Nel complesso bene, anche considerando che non ho potuto fare una stagione piena. Sono arrivato tardi in una squadra che già aveva altri velocisti, trovare spazio non è stato facile. Mi sono però trovato bene e poi il calendario che facevano era tutto al Nord, dove mi piace gareggiare e so di poter emergere. Mi avevano anche proposto di restare, ma intanto era arrivata la proposta della Corratec e mi sono sentito più portato a correre per loro.

Quindi approdi nel team italiano con prospettive diverse…

Alla Bingoal in molte volate che mi sembravano adatte a me sono stato un po’ messo da parte. Qui ho più libertà. Se mi sentirò forte al punto giusto, la squadra lavorerà per me, altrimenti sarò io il primo a mettermi a disposizione degli altri. Diciamo che non mi sento di essere la punta principale della squadra nei percorsi a me più adatti, è un ruolo che voglio guadagnarmi sul campo.

Per Viviani l’inizio alla Cofidis non è stato facile, finché non ha imparato il francese
Per Viviani l’inizio alla Cofidis non è stato facile, finché non ha imparato il francese
A 26 anni questa per te è una prima assoluta: dal 2020, quando sei entrato ufficialmente nel mondo dei pro’, non eri mai stato in una squadra italiana.

Le cose cambiano un po’, questo è sicuro, anche se parlare di Nazioni nel ciclismo odierno è un po’ pleonastico. Ricordo che quando approdai alla Cofidis il francese inizialmente era un problema. Io parlo bene inglese, ma il francese dovetti impararlo e tanti pezzi di conversazioni, anche di informazioni via radio saltavano, ma sempre meno col passare del tempo. Quando entrai da stagista nel 2019 mi accorsi che le riunioni e tutte le comunicazioni erano in francese, poi entrarono altri stranieri e le riunioni cominciarono ad essere anche in inglese. E’ chiaro che essere in un team italiano rende il tutto molto più veloce, ma ho imparato sulla mia pelle che se vuoi fare questo mestiere non puoi prescindere dalle lingue.

Vero, ma è anche vero che i team hanno sempre un occhio di riguardo per i corridori del proprio Paese, per questo si dice che non avere un team WT italiano sia una delle cause della nostra crisi…

Io sono convinto che nel ciclismo moderno bisogna guardare sempre meno a questo aspetto e sentirsi un cittadino del mondo. Il discorso sull’apprendimento delle lingue è importante soprattutto per i giovani che vanno all’estero come ho fatto io. E’ importante mettersi al passo prima possibile. Faccio un esempio: i messaggi alla radio sono fondamentali da capire, se ti dicono che c’è uno spartitraffico a destra o sinistra devi capire e metterti dalla parte giusta per non perdere posizioni. E poi conta anche per il futuro: io ora parlo 3 lingue oltre l’italiano, serve in ottica professionale futura.

A.Viviani Grecia
L’ultimo podio, nella tappa 4 del Giro di Grecia, secondo dietro Nyborg Broge (DEN)
A.Viviani Grecia
L’ultimo podio, nella tappa 4 del Giro di Grecia, secondo dietro Nyborg Broge (DEN)
Che cosa ti aspetti da questa nuova avventura?

Non mi piace parlare di obiettivi specifici, diciamo che mi aspetto soprattutto di vivere in un ambiente sicuro, dove poter pensare con calma a fare il meglio possibile. Il team è professional ma ha davvero tutto per crescere e questo mi ha convinto nella scelta. Se non hai tutto al 100 per cento perdi solo tempo.

Sai che nel team entra anche la Luperini come diesse. Ti fa qualche effetto avere una donna alla guida?

No, non cambia nulla. Non la conosco ancora personalmente, ma so che sa il fatto suo, ha gareggiato per tanti anni e quindi ne sa più che abbastanza di ciclismo e di tattiche. Sa come farsi rispettare, avremo modo di conoscerci e di entrare in sintonia.

Nuova Corratec con tante ambizioni. Viviani sarà il velocista di punta
Nuova Corratec con tante ambizioni. Viviani sarà il velocista di punta
Conosci qualcuno dei tuoi compagni di squadra?

Con molti di loro ci siamo ritrovati qua e là, quando alla lunga fai questo mestiere alla fine ci si conosce tutti in maniera superficiale, ma presto ci sarà il primo ritiro e avremo modo di conoscerci più a fondo. Non vedo l’ora, anche per affrontare un dicembre al caldo. Devo dire grazie a Parsani, Frassi e gli altri per questa opportunità: non me la farò sfuggire…

Intanto Viviani junior prepara il ritorno alla vittoria

13.08.2022
4 min
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Mentre suo fratello Elia prepara la nuova campagna europea a Monaco, andando a caccia di altre soddisfazioni stellate su pista e sostituendo su strada l’acciaccato Nizzolo, Attilio Viviani si gode un po’ di riposo nella sua prima stagione in terra belga, alla Bingoal Pauwels Sauces WB. Tempo fa, quando ancora il contratto era da firmare (cosa avvenuta il 21 marzo), il corridore veneto aveva preferito non rispondere, sintomo di un animo travagliato dopo la inaspettata e prematura chiusura del team Cofidis nel quale aveva riposto tante speranze.

Ora la situazione è molto diversa e c’è una positiva predisposizione verso il futuro: «Devo dire che alla fine ho trovato una sistemazione ideale per le mie caratteristiche e il mio modo di intendere il ciclismo. Sono stato fortunato, ma certamente l’inverno è stato difficile, pieno di incertezze e devo dire grazie a Elia e al mio procuratore Lombardi se sono riusciti a mantenermi tranquillo e fiducioso, facendomi comunque lavorare in vista di un nuovo approdo».

A.Viviani Bingoal
Approdo in ritardo alla Bingoal, alla fine di marzo, dopo due mesi di difficile attesa per Viviani
A.Viviani Bingoal
Approdo in ritardo alla Bingoal, alla fine di marzo, dopo due mesi di difficile attesa per Viviani
Elia si è speso in prima persona per te?

Tantissimo, con molti contatti nell’ambiente, sondando la situazione, come anche Lombardi che non ha mai smesso di lavorare per trovarmi un nuovo contratto. Iniziare a fine marzo non è facile, ma nel team mi sono subito trovato bene, anche se chiaramente rispetto a chi aveva fatto il ritiro prestagionale ero in ritardo.

Come giudichi questa prima parte di stagione?

Nel complesso è stata positiva. La squadra ha il modo di correre che piace a me, sempre all’attacco, sempre in fuga, oltretutto in un tipo di corse tra Francia e Belgio che ho sempre amato. Il team mi ha dato anche abbastanza libertà soprattutto nelle occasioni dove non c’era Timothy Dupont che è il principale velocista del team.

Viviani fratelli
Attilio a destra con suo fratello Elia, importante nel trovargli un nuovo team (foto Cassandra Donne)
Viviani fratelli
Attilio a destra con suo fratello Elia, importante nel trovargli un nuovo team (foto Cassandra Donne)
Finora hai 27 giorni di gara: tanti o pochi?

Beh, direi che tra marzo e giugno il calendario è stato intenso, anche perché non c’erano mai più di 3-4 giorni di stacco e quindi non si mollava mai, dovevi stare sempre sul pezzo. Però devo dire che in questi tre mesi mi sono davvero divertito. Alla fine ero stanco, sono arrivato fino all’italiano poi ho tirato i remi in barca. Sono ripartito dal Sazka Tour dov’ero stato schierato pensando alla prima volata che poi volata non è stata. Venivo dallo stage in altura e non avevo ancora le gambe pronte per tutta la corsa a tappe, così abbiamo preferito mollare prima della tappa più dura.

Che programma hai ora?

Ci sarà il Tour Poitou-Charentes e poi a settembre tutte le classiche d’un giorno del panorama italiano. Spero che da qui alla fine della stagione si presenti l’occasione buona per lasciare il segno…

A.Viviani Grecia
La volata della quarta tappa al Giro di Grecia, con Viviani battuto solo da Nyborg Broge (DEN)
A.Viviani Grecia
La volata della quarta tappa al Giro di Grecia, con Viviani battuto solo da Nyborg Broge (DEN)
Un’occasione che avevi avuto a fine aprile in Grecia…

Sì, quel secondo posto ancora mi rode… Voglio tornare a quelle sensazioni, a rivedere la linea dell’arrivo e possibilmente a non vedere pezzi di ruote altrui tra la mia e quella sottile striscia… Sono fortemente determinato a riuscirci.

Il contratto finisce quest’anno?

Sì, non abbiamo ancora discusso del rinnovo, ma non mi pongo il problema. L’ambiente di questo team è ideale, il budget a disposizione non è molto ampio, ma non manca davvero nulla. Soprattutto mi piace la mentalità che regna nel team, è quella ideale per esprimermi al meglio.

A.Viviani Cofidis
Per il veronese tre anni alla Cofidis, con una vittoria e un periodo positivo chiuso anzitempo
A.Viviani Cofidis
Per il veronese tre anni alla Cofidis, con una vittoria e un periodo positivo chiuso anzitempo
In squadra c’è solo Tizza come altro italiano. Con gli altri ragazzi hai legato?

Molto bene, è anche questo che m’invoglia a continuare questa avventura. Spesso non ci si rende conto che una squadra si cementa non tanto in gara, quanto fuori, nei contatti al di fuori delle corse, parlando magari di ben altro. Poi i benefici si vedono con la maglia da gara indosso.

Come ti trovi a vivere in Belgio?

Bene, sarà che ho notato che i belgi sono un po’ pazzi, con una mentalità simile alla nostra. Mi sento davvero come a casa…

Attilio Viviani alla Bingoal. E non vede l’ora di correre

23.03.2022
5 min
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Lo dice un vecchio adagio. Non tutto il male viene per nuocere. Quando chiudi il 2021 senza squadra per l’anno successivo e nella nuova stagione sono già passati tre mesi senza che nessuno ti abbia cercato, non è facile sperare in qualcosa di positivo. Invece no, il lieto fine puoi trovarlo all’ultima curva prima del traguardo. Attilio Viviani lo sa bene, lui che proprio ieri ha firmato il contratto con la Bingoal Pauwels Sauces WB sino a fine 2022.

Che qualcosa si stesse muovendo per il veronese – classe ’96, reduce dagli ultimi due anni in Cofidis – lo avevamo intuito quando, contattandolo nelle settimane scorse, ci aveva risposto che non poteva dire nulla. Ordine del suo manager Giovanni Lombardi che nel frattempo stava concludendo la trattativa.

Al rientro dal suo primo allenamento con la divisa della nuova formazione – che è in corsa alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali in questi giorni – abbiamo voluto sentire subito l’umore di Attilio Viviani, apparso davvero felice.

Attilio Viviani mostra felice la sua nuova maglia. Nel team professional belga troverà l’altro italiano Marco Tizza
Attilio Viviani mostra felice la sua nuova maglia. Nel team professional belga troverà l’altro italiano Marco Tizza
Attilio come si è evoluta questa situazione?

E’ nato tutto un po’ per caso con un primo contatto qualche tempo fa ma senza alcun esito. Tutti pensavano che avrei trovato subito posto in quanto fratello di Elia invece non è stato così. Il mio procuratore Lombardi è amico di Christophe Brandt, il general manager della Bingoal, perché si conoscono bene dai tempi in cui erano pro’ e avversari negli anni 2000. Giovanni mi ha proposto a loro e loro hanno iniziato a pensarci su seriamente fino ad arrivare a questi ultimi giorni.

Come hai vissuto questa trattativa?

Mi è pesata poco perché hanno pensato a tutto Giovanni ed Elia. Il primo chiaramente ha curato la parte contrattuale in ogni dettaglio mentre mio fratello ha fatto… il fratello maggiore tenendomi su di morale e motivandomi in ogni momento. Non sono mancati i momenti difficili. Se magari Giovanni riceveva la notizia di un possibile intoppo, Elia aveva il compito di indorarmi la pillola e farmi capire la situazione, guardando il bicchiere mezzo pieno. E’ come se mi avesse fatto da mental coach. In pratica io ho solo pensato ad allenarmi. E non posso che ringraziare davvero di cuore entrambi.

Appunto, con gli allenamenti come hai fatto?

Ho sempre seguito dei programmi di lavoro col mio preparatore, pur sapendo che il tempo delle gare non sarebbe stato vicino. Lo stesso Elia mi diceva di allenarmi bene ma di vivere alla giornata. Ho anche simulato una settimana tipo con tanti chilometri tutti i giorni, come se fossi ad un piccolo giro a tappe. Poi facevo qualche giorno di recupero pieno. Diciamo che l’obiettivo di chilometri e ore totali mensili di allenamenti l’ho sempre realizzato. Comunque a gennaio avevo capito che non si sarebbe risolta in poco tempo questa situazione.

Elia Attilio Viviani
Dopo aver corso insieme alla Cofidis, Elia ha sostenuto Attilio durante le trattative
Elia Attilio Viviani
Dopo aver corso insieme alla Cofidis, Elia ha sostenuto Attilio durante le trattative
Dal punto di vista psicologico hai mai temuto che non si concretizzasse l’ingaggio?

Qualche volta sì. Anzi, ho passato più di una notte insonne, tant’è che il giorno dopo uscivo in bici senza seguire la mia tabella di allenamento. Pensavo a tante cose. Se avrei trovato squadra o meno. Se, una volta trovata, quando avrei trovato il ritmo giusto. Insomma pensieri normali quando vivi circostanze del genere.

Hai trovato alcune di queste risposte? O meglio, quando potresti esordire?

Ad una primissima bozza di calendario avrei dovuto debuttare al Tour de Normandie, che si sta disputando in questi giorni, ma per alcuni aspetti burocratici non avevo ancora l’ok dell’UCI. Molto più facile che possa esordire alla Volta Limburg Classic il 2 aprile o direttamente al Circuite Cycliste Sarthe (dal 5 all’8 aprile, ndr). Sono stato inserito anche nella lista del Giro di Turchia (dal 10 al 17 aprile, ndr), vedremo meglio nei prossimi giorni.

E quando potresti entrare in forma?

Non lo so onestamente. I test che ho fatto dicono che sto bene e sinceramente non me lo aspettavo proprio. La mia paura più grande sarà la mancanza di ritmo e vedere come sarò dopo 4 ore di gara. Sì, ho fatto allenamenti anche da 6 ore ma lo sapete anche voi che in gara è tutta un’altra cosa. In ogni caso la squadra mi ha detto subito che mi aspetterà e per me è un buon aspetto.

Attilio Viviani Cofidis
Attilio Viviani nel biennio 2020-21 ha corso per la Cofidis,con cui è passato pro’
Attilio Viviani Cofidis
Attilio Viviani nel biennio 2020-21 ha corso per la Cofidis,con cui è passato pro’
Ti sei dato qualche obiettivo?

Ho voglia di correre e di riscatto. Quando inizierò a stare bene in gara cercherò di stare e arrivare davanti. Mi manca il risultato ma farò di tutto per ritrovarlo, soprattutto seguendo un calendario adatto a me. Gli ultimi anni al servizio della squadra e di mio fratello mi sono serviti. Ho capito che facevano parte del mio processo di crescita psico-fisica da corridore. Credo di aver fatto un salto di qualità e ora ho molta più consapevolezza dei miei mezzi.

Che cosa ti ha detto Elia quando ha saputo del tuo contratto con la Bingoal?

Era più contento di me (ride, ndr). Lui era convinto che tutto sarebbe andato per il meglio molto più di quanto non lo fossi io. Lui ha un carattere buono in generale ma con me è stato davvero il fratello maggiore che tutti vorrebbero. Le sue parole mi hanno sempre fatto tanto effetto. Adesso sono pronto per correre.

Elia Attilio Viviani

Attilio Viviani è sicuro: «Elia sta per esplodere…»

01.05.2021
4 min
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Pochi giorni al via del Giro d’Italia. Per Elia Viviani forse l’edizione più importante, soprattutto sapendo quel che ci sarà dopo, la preparazione per i Giochi Olimpici su pista. Arrivarci con lo spirito giusto sarebbe fondamentale.

Suo fratello Attilio lo guarda sempre con attenzione, anche se i due sono relativamente lontani (Elia vive a Montecarlo, Attilio è rimasto in Veneto) e non capita spesso che le loro strade s’incrocino (nella foto d’apertura Elia e Attilio in azzurro alla Vuelta a San Juan 2017).

«Ci siamo ritrovati al ritiro d’inizio stagione – spiega – e avremmo dovuto seguire programmi differenti per riunirci al Giro. Io avrei dovuto fare gare di seconda fascia per cercare qualche risultato e poi lavorare per Guillaume Martin, invece la situazione della squadra ha portato a cambiamenti in corsa e ci siamo ritrovati insieme sia al Uae Tour che alla Tirreno-Adriatico».

Considerando però che, quando siete insieme, tu lavori nel treno che deve portarlo alle volate, questo è servito per ritrovare l’amalgama…

Sicuramente, anche se non era la composizione principale mancando Consonni, lavorare insieme è servito. Se guardate la sua stagione finora, vi accorgerete che delle differenze con il 2020 ci sono, va più forte e soprattutto lavoriamo meglio in squadra. Riusciamo anche a risolvere situazioni difficili, “rimontare” il treno anche nelle peggiori difficoltà.

Attilio Viviani 2021
Attilio Viviani è alla Cofidis dal 2020 (una vittoria), dopo essere stato stagista l’anno prima
attilio viviani 2021
Attilio Viviani è alla Cofidis dal 2020 (una vittoria), dopo essere stato stagista l’anno prima
Che cosa non aveva funzionato lo scorso anno?

E’ stato un anno strano, tutti lo sanno. Alla Cofidis ad esempio c’era più attenzione per Martin perché poteva far classifica, il che è significato avere al Tour un uomo in meno per le volate e questo può essere decisivo per il risultato finale, fai il doppio della fatica. Poi il Covid in stagione ha colpito me e Sabatini e lui si è ritrovato solo con Consonni.

Qual è la composizione ideale del treno?

Io per primo, poi Consonni, Sabatini ed Elia. Io ho lavorato molto con Simone alla Valenciana e i risultati sono stati confortanti, Elia sta affinando la preparazione al Romandia con Sabatini. Al Giro ci riuniremo e metteremo in pratica tutto il lavoro effettuato.

Treno Cofidis 2021
I quattro dello sprint Cofidis ai tricolori del 2020: da sinistra Sabatini, Consonni, Attilio ed Elia Viviani
Treno Cofidis 2021
Consonni, Attilio ed Elia Viviani, così al via dei tricolori 2020
A proposito, come sta Simone?

I problemi al ginocchio sono risolti e in gara si vede che ha ritrovato verve, qualche fastidio esce solo quando c’è grande freddo, come sempre succede con i guai al ginocchio, ma ormai neanche ci pensa più, è concentratissimo.

Sai bene che su Elia e Consonni c’è un occhio particolare addosso, legato alla madison delle Olimpiadi…

Su pista hanno già lavorato insieme, ma le tre settimane al Giro saranno fondamentali, anche al di fuori della corsa, per cementare il rapporto che poi si traduce in gara.

Attilio Viviani Cofidis
Attilio Viviani vanta 7 successi da under 23. Ha corso per Colpack, Sangemini e Arvedi
Attilio Viviani Cofidis
Per Attilio 7 successi da U23. Ha corso per Colpack, Sangemini e Arvedi
Parliamo un po’ però anche di Attilio, delle sue aspirazioni…

A inizio stagione il programma che avevamo approntrato con la squadra era improntato proprio a farmi crescere, a darmi qualche occasione in più a livello personale, ad esempio dovevo andare a Cholet, poi invece i programmi sono cambiati, ma è andata bene così. Ho potuto fare esperienze al World Tour che per un corridore al secondo anno in una squadra del massimo livello non è frequentissimo. Prevalentemente lavoro per il treno di Elia, ma spero di avere qualche occasione per poter sprintare anch’io nel corso della stagione.

Rispetto a tuo fratello, che corridore sei?

Abbiamo fisici differenti, lui è più potente, io sono più pesante, faccio un po’ più fatica nelle salite, ma soprattutto so che devo crescere ancora tanto. Credo di avere le caratteristiche giuste per giocarmi le mie carte in fughe anche di gruppo, di medio-lunga gittata. Serve esperienza, devo migliorare anche per superare meglio le salite corte, quelle che tagliano fuori molti velocisti. Devo solo lavorare e aspettare, per ora però Elia viene prima di tutto.

Attilio Viviani

Attilio Viviani, scaltrezza e sprint nel Dna

10.12.2020
5 min
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Se la lucidità in corsa e la scaltrezza si misurassero in watt, Attilio Viviani avrebbe vinto maglia rosa, maglia gialla e maglia verde in una sola stagione! Il giovane corridore della Cofidis, fratello di Elia, è una ruota veloce, ma forse un po’ più completo: 63 chili, quasi un peso da scalatore, ma parecchia potenza. Quando lo “pizzichiamo” sta giusto andando in palestra.

Attilio, certo non potevi “scegliere anno migliore” per debuttare nel WorldTour…

Eh sì! Un anno strano, ma non l’ho scelto io, così come non lo ha scelto che so, Sabatini che ha 35 anni. Prendiamola così e portiamo a casa quello che di buono c’è stato e cioè che il protocollo anticovid ha funzionato e si sono disputati i tre grandi Giri e molte altre corse. 

Attilio Viviani
Attilio Viviani al campionato italiano 2020
Attilio Viviani
Attilio Viviani al campionato italiano 2020
Che impressioni hai avuto del grande ciclismo?

Un po’ quello che mi aspettavo e che già avevo visto l’anno scorso da stagista: si va molto forte. Il mio obiettivo era crescere nelle corse di prima fascia e fare risultato in quelle di seconda. Un obiettivo che ho raggiunto già prima del lockdown. Infatti ho vinto in Gabon (Tropicale Amissa Bongo), gare certamente meno importanti ma comunque con gente che arrivava nei dieci alla Vuelta o che faceva 2° al Laigueglia ed ho ottenuto buoni piazzamenti in gare più grandi, come al UAE Tour. Lì in volata c’erano tutti, poteva essere un Tour. E sono soddisfatto della mia Tirreno-Adriatico. Nella prima tappa sono caduto, ho tenuto duro e ho fatto un 12° posto nella frazione che veniva dopo un giorno con oltre 5.000 metri di dislivello. Per molti non sarà una gran cosa, ma per è importante.

Il tuo direttore sportivo, Roberto Damiani, dice che sei molto furbo, molto attento in gara, che vedi la corsa. E’ così?

Vero. Credo venga dall’esperienza degli anni passati tra le categorie giovanili e la pista. E poi perché mi piace molto guardare il ciclismo in tv e lì impari a vedere le tattiche. Non dico che oggi so già come finisce una corsa, ma posso immaginare il suo svolgimento. Per esempio, alla Vuelta ho detto subito che la Movistar avrebbe corso contro Carapaz

Non è da tutti alla tua età…

Quando ho fatto 8° all’UAE Tour tutti volevano stare dietro al treno di Groenewegen, c’era un gran movimento dietro la sua ruota. Quando invece Gaviria, che aveva Richeze, era praticamente solo. E uno come Richeze ce lo porta allo sprint Gaviria. Se lo prendi ai 400 metri sei a cavallo. E così ho fatto. Risparmi energie e corri meno rischi.

In effetti, Attilio, sembri molto lucido…

Questa cosa me l’ha detta anche Chavanel che a fine carriera è stato l’ultimo uomo di Demare. Gli descrissi per filo e per segno di una caduta: dove accadde, chi c’era alla mia destra, chi alla mia sinistra, la dinamica del ruzzolone… La sera venne in camera e mi disse: ho rivisto il video ed è andata esattamente come hai detto te!

Attilio Viviani
Lo scorso anno Attilio (stagista) ha vinto la Museeuw Classic, prima vittoria da pro’
Attilio Viviani
Alla Museeuw Classic 2019, prima vittoria da pro’ per Attilio (stagista)
Ma che corridori sei? 

Peso 63 chili, sono un po’ più basso rispetto ad Elia, ma le fibre sono quelle del velocista. Che poi questo peso mi avvantaggi un po’ in salita tanto meglio. Esco un po’ meglio di altri dalle tappe con dislivelli maggiori. Ho fatto una top ten in una tappa con oltre 2.500 metri di dislivello. E se in futuro i percorsi continueranno ad essere questi va bene. I Petacchi o i Cipollini non ci sono più. Loro vincevano 5-6 tappe in un Giro anche perché c’erano 10-12 volate. Oggi è diverso. Guardate la tappa di Monselice. Davanti c’erano gli scalatori e dietro c’era il gruppo con Elia, Demare e Sagan. O Kristoff che ha preso la prima maglia gialla. Noi con la squadra eravamo andati a fare la ricognizione di quella tappa ed era impegnativa. Si è arrivati in volata, ma Kristoff è uno che ha vinto il Fiandre.

Cosa ti aspetti dal tuo 2021?

Non abbiamo ancora parlato di calendari con la squadra, ma credo partirò dalle gare spagnole e dall’Argentina. Cosa voglio? Voglio continuare a crescere e a fare risultato in qualche corsa, tipo quelle in Francia come Poitou Charentes, per esempio. Quest’anno lì vinse Demare e io feci quarto. Vorrei fare più corse di prima fascia, come le chiamo io. So che Demare non lo batto, sono realista, ma prendo attitudine a fare certi sprint. L’obiettivo di batterlo è da qui a due anni.

E al Giro ci pensi? Dovevi esserci ma avevi il covid…

Eh sì, dovevo farlo, ma ero positivo al virus. Nessuno se lo aspettava e ho preferito non dirlo e lasciar passare la cosa. Sono rimasto a casa, ma non ho avuto problemi. Ero totalmente asintomatico e questo vuol dire che in teoria potrei riprenderlo. Mi è dispiaciuto molto non averlo fatto. Avrei potuto aiutare Elia nel limite delle mie possibilità. Non credo che avrei potuto fare l’ultimo uomo, però sarebbe stata una bella esperienza. Speriamo si ripresenti la possibilità. Per me va bene uno qualsiasi dei tre grandi Giri. Anche se fosse la Vuelta: tanti giovani iniziano da lì. Il mio sogno è fare il Giro o il Tour. In ogni caso voglio fare un grande Giro perché sono quelli che formano il corridore, che lo fanno crescere nel fisico e nell’esperienza.

Attilio, stai andando in palestra, ma di solito con chi ti alleni? Non con tuo fratello, immaginiamo, lui sta a Montecarlo…

Con il mio “cuginetto”, Enrico Zanoncello. Anche lui è una ruota veloce (da quest’anno alla Bardiani CSF, ndr). Ha fatto anche lo stagista con noi. Qui a Verona abbiamo percorsi ideali. Per attraversare la città impieghiamo 15-20′ ma alla fine va bene per scaldarsi e poi iniziamo le salite di zona, mentre se dobbiamo fare quelle lunghe, da un’ora, andiamo verso il lago di Garda o sulla Peri-Fosse.

Quali sono gli allenamenti che ti piacciono di più?

Il giorno della forza. Oggi si tende a fare più cose nello stesso giorno, ma quando si fa la forza tra quella resistente, esplosiva, dinamica… le 3-4 ore mi passano da Dio!