Altri due anelli ascolani, i templari, le sibille e fiumi di vino

03.07.2022
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Il primo dei tre anelli di Ascoli Rebirth, dopo aver descritto il secondo nel dettaglio, è un’andata e ritorno al mare sulle due sponde della Val Tesino. Partenza e arrivo sono collocate a San Benedetto del Tronto, in uno dei lungomare più curati della costa marchigiana.

Primo anello, si sale

Il tracciato si sviluppa in senso orario per un totale di 84 chilometri e 1.420 metri di dislivello quindi, come abbiamo ormai imparato da questa regione, è bene non prenderlo sottogamba. La pressoché totale assenza di pianura, ad eccezione appunto per i dintorni di San Benedetto, suggerisce prudenza.

La rocca di Acquaviva Picena si specchia sul mare, che si vede in basso: è salita vera
La rocca di Acquaviva Picena si specchia sul mare, che si vede in basso: è salita vera

Si comincia verso sud, ma appena superato il porto si svolta a destra per seguire in direzione di Acquaviva Picena. Dopo nemmeno 4 chilometri dal via ci sono subito pendenze significative (3 chilometri al 6 per cento) per portarsi in cresta alla collina che divide la vallata del Tronto da quella del Tesino. Tutto l’itinerario si svolge in effetti a quote collinari, tra i 250 ed i 500 metri, con continui saliscendi.

Splendida Offida

Superata Acquaviva, sovrastata dalla sua Fortezza Medievale, si superano le frazioni di San Savino e di Borgo Miriam. Si giunge a Offida, piacevole paese ricco di testimonianze storiche, nonché caratterizzato dalla lavorazione artigianale del merletto a tombolo. Si può sostare in Piazza del Popolo per ammirare il Palazzo Comunale. Ma senz’altro è d’obbligo una visita a Santa Maria della Rocca, una chiesa appena fuori dal centro storico, che sorge su uno sperone di roccia a picco sulla vallata sottostante.

La terra del vino

Salendo per la frazione San Barnaba si prende la strada che conduce a Castignano (nella foto di apertura i festeggiamenti di Templaria, ispirati al mito dei cavalieri crociati, che si svolgono ad agosto). Prima di arrivare in paese c’è uno strappo di un paio di chilometri al 6 per cento. Si possono ammirare i calanchi scoscesi egli impervi declivi delle colline, magistralmente lavorate dagli agricoltori del posto. Si distinguono soprattutto i produttori di vini quali il Rosso Piceno e, tra i bianchi, la Passerina e il Pecorino.

Arrivo a Ripatransone

Dopo Castignano si scende leggermente per raggiungere Rotella, dove è possibile ammirare la Torre Civica dell’Orologio ed il Parco delle Rimembranze dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Si è praticamente risalito l’intero corso del Tesino che nasce nelle vicinanze (a Force). Ci si appresta invece a ritornare verso l’Adriatico sulla cresta della collina che prima vedevamo alla nostra destra, ovvero quella che divide la Val Tesino dalla Val d’Aso. Si torna a salire verso Montedinove e Montalto delle Marche (520 metri di quota e punto più alto dell’anello), quindi 5 chilometri di dolce discesa portano in direzione di Cossignano.

L’ultima fatica è quella per arrivare a Ripatransone (4 chilometri al 5 per cento ma con punte nel finale del 7-8 per cento), ripagata dalla stupenda vista sulla vallata sottostante e sulle montagne all’orizzonte, dai Monti della Laga fino ai Sibillini. Ultimi 15 chilometri di discesa per tornare a San Benedetto.

L’insediamento di Ripatransone risale al Neolitico, ma ebbe importanza con l’arrivo dei romani
L’insediamento di Ripatransone risale al Neolitico, ma ebbe importanza con l’arrivo dei romani

Il terzo anello e il Vettore

Il terzo dei tre anelli di Ascoli Rebirth, promosso da Marche Outdoor, è invece quello più interno. Ed anche il più corto con i suoi 57 chilometri (dislivello di 1.200 metri circa). La partenza è situata presso gli impianti sportivi di Venarotta.

Subito ci attende una salita di 4 chilometri al 5 per cento, dove, sulla destra, si può ammirare il Monte Ascensione che domina Ascoli (presenza costante negli ultimi due anelli). Allo scollinamento si prosegue verso sinistra, scendendo a Palmiano, con i Monti Sibillini sullo sfondo. Da questo piccolo borgo di nemmeno 200 abitanti ci sono 18 chilometri di leggero e costante falsopiano (2 per cento) per arrivare ai 920 metri di Monte Propezzano. Quindi tre chilometri di discesa per poi risalire verso Balzo, sempre con pendenze lievi. Siamo ai piedi del Monte Vettore, che si erge davanti a noi con i suoi 2.476 metri. 

Roccafluvione è il paese del Tartufo Nero, prelibatezza locale: pezzo forte del secondo dei tre anelli
Roccafluvione è il paese del Tartufo Nero, prelibatezza locale

Roccafluvione e i tartufi

Proseguendo, potremmo cimentarci con l’impegnativa salita di Forca di Presta, ma il nostro itinerario invece piega verso est. Andiamo a prendere un altro lungo falsopiano, stavolta discendente, che segue il corso del Fluvione (affluente del Tronto). Superiamo l’abitato di Uscerno e raggiungiamo Roccafluvione. Questo paese è noto per il Tartufo Nero Pregiato.

Inizia da qui l’ultima asperità dell’ultimo di questi tre anelli per risalire a Venarotta (3,5 chilometri al 4 per cento) per poi ritornare al punto di partenza di questo itinerario non particolarmente duro, ma molto appagante dal punto di vista paesaggistico.

Ascoli Rebirth: piazze, salite, eremi, fontane e sapori speciali

03.07.2022
7 min
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Prosegue il viaggio cicloturistico nelle Marche. E dopo Ancona e Macerata, per la provincia di Ascoli abbiamo scelto il secondo anello di Ascoli Rebirth, promosso da Marche Outdoor. Si parte proprio dal capoluogo del Piceno ed abbiamo appuntamento con i nostri amici Davide e Stefano nella più antica piazza della città, Piazza Arringo.

Vi entriamo pedalando attraverso il piccolo arco che passa sotto il Museo Diocesano e, una volta fuori, scopriamo che è piena di gente brulicante a causa del mercato settimanale. Due sbracciate in lontananza dei nostri amici richiamano l’attenzione e, dopo i saluti, siamo dal lato opposto della lunga piazza per riempire le borracce alla seconda delle due ottocentesche fontane gemelle.

Una sosta dal fornaio prima di partire: fa strada Davide Falcioni
Una sosta dal fornaio prima di partire: fa strada Davide Falcioni

Il cuore della città

«Ci portiamo qualcosa da mangiare?», fa Davide, che subito ci conduce nell’angusto forno alle nostre spalle, semi coperto da una bancarella. Mettiamo una focaccina nelle tasche, ci dileguiamo dal trambusto del mercato e raggiungiamo la vicina Piazza del Popolo, altro fiore all’occhiello di Ascoli, questa volta rinascimentale, cinta da porticati, dal Palazzo dei Capitani del Popolo e dall’abside della Chiesa di San Francesco.

Anche qui troviamo un mercatino, quello dell’antiquario, e quindi proseguiamo sui sampietrini delle vie limitrofe, superando un recente murales in via delle Canterine e giungendo al punto di partenza ufficiale del tour, che è sul ponte romano di Porta Solestà, che supera il Tronto sin dai tempi dell’età augustea.

Fuori dal mondo

Risaliamo il fiume per quattro chilometri poi, dopo una svolta a destra, prendiamo una stradina tanto isolata quanto “cattiva” per le sue pendenze in doppia cifra. Superiamo gli agglomerati di Galleggiano e Gimigliano, unici due baluastri di civiltà in una vallata stretta e silenziosa, verde e soleggiata.

Quattro chilometri di tregua per arrivare al centro abitato di Venarotta, dove ci colpiscono prima la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, poi quella della Madonna della Grazie, a pianta ottagonale.

Lasciato il paese la strada riprende a salire su strada ampia, ma con pendenze solo appena più lievi di quelle incontrate in precedenza.

Tracce di Templari

Tutto l’itinerario odierno gira in senso orario intorno al Monte Ascensione, che infatti abbiamo costantemente alla nostra destra e risulta visibile per gran parte tour, che alla fine misurerà 75 chilometri e 1.500 metri di dislivello.

La salita finisce con un affaccio sui Monti Sibillini, il panorama si apre notevolmente ad ovest e qualche bosco custodisce degli sterrati su cui ci divertiamo a fare qualche variazione sul tema con le nostre gravel. La particolarità è che si rimane in quota, intorno ai 700 metri, per circa 13 chilometri, incluso lo strappo che porta al borgo di Castel di Croce, nominato a più riprese dagli storici locali per presunte, ma mai documentate, presenze di cavalieri Templari.

Il Piccolo Santo

Ora inizia il primo tratto rilassante della nostra ciclo-escursione, scendendo per ampi tornanti verso Rotella. Davide pensa bene di optare per una sosta all’eremo francescano dove c’è una cella che ospitò il Santo. Suoniamo il campanello del cancello, il frate ci apre, lasciamo le bici sulla ghiaia che delimita il giardino pieno di rose molto ben curate e visitiamo questo posto avvolto dal silenzio.

Poi si riparte. La discesa finisce ben presto, ma prima di riprendere la salita verso Capradosso, prolunghiamo di qualche centinaio di metri per visitare Rotella, la quattrocentesca Torre Civica dell’Orologio ed il vicino Parco delle Rimembranze, dove ogni albero è affiancato da una piccola lapide con il nome di un caduto della Grande Guerra.

Tra calanchi e ferite

Torniamo al bivio per Capradosso ed affrontiamo la terza e ultima ascesa di giornata, quattro chilometri al 5 per cento. Siamo alle pendici settentrionali dell’Ascensione e ci dirigiamo con una dolce discesa verso Sud-Est con, alla nostra sinistra, le colline che si perdono all’orizzonte e finiscono laggiù nell’Adriatico.

Questa è zona di calanchi: «Vedi Andrea? In cresta a quel calanco c’è un single track molto bello da fare con le gravel o mountain bike», ci spiega Stefano mentre ci dà il cambio in un tratto di falsopiano.

La ciclabile lungo il Tronto, che porta dal mare ad Ascoli: si rientra
La ciclabile lungo il Tronto, che porta dal mare ad Ascoli: si rientra

Raggiungiamo Appignano del Tronto che il sole è alto sulle nostre teste. Purtroppo sono ancora visibili i segni del terremoto del 2016, soprattutto nelle “imbracature” antisismiche che sorreggono la Chiesa di San Giovanni Battista ed il suo svettante campanile. Il colore rossiccio dei mattoncini in cotto della chiesa è ancora più vivido con la calura e noi, dopo esserci rinfrescati nella fontanella sotto di essa, ripartiamo verso la vallata del Tronto.

Birra e olive

Transitiamo a Castel di Lama, collocato sulla Salaria ed il cui comune è in realtà suddiviso in Ville, simili alle contrade, per poi svoltare a destra e risalire il Fiume Tronto fino ad Ascoli Piceno. I nostri due scudieri, Davide e Stefano, ci fanno fare una deviazione dal percorso originario, bypassando 3 chilometri di strada statale grazie alla pista ciclabile che si prende dalla Strada della Bonifica e ci porta fino a Monticelli.

Infine, lunghissimo rettilineo per rientrare in Piazza Arringo, dove il mercatino si è concluso, i venditori stanno sfollando e noi ci possiamo sedere e seguire con lo sguardo il lungo Palazzo dell’Arengo che culmina con la Cattedrale di Sant’Emidio ed il vicino Battistero di San Giovanni. Il tutto accompagnato da una birra fresca in una mano e le immancabili olive all’ascolana nell’altra…