Bagioli: la corsa rosa per capitalizzare il lavoro invernale

30.04.2024
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Andrea Bagioli si avvicina al suo primo Giro d’Italia nonostante i quattro anni di professionismo alle spalle. Non si tratta del suo primo Grande Giro, ha già corso due volte la Vuelta Espana e un Tour de France. La scelta della Lidl-Trek di mandarlo alla corsa rosa ha però il senso di voler continuare a sfruttare la sua condizione. I primi mesi nel team americano si sono conclusi con un trittico delle Ardenne fuori dalla lente d’ingrandimento. 

«Alle Ardenne Bagioli stava bene – ci dice il suo preparatore Aritz Arberas – ma alla Freccia Vallone il meteo è stato un disastro e alla Liegi è rimasto coinvolto nella caduta di metà gara. Non è riuscito a far vedere quanto sia buona la sua condizione, ma sta bene. Ora al Giro avrà più occasioni, la squadra dal mio punto di vista è strutturata in maniera evidente. Con Milan si andrà sulle volate, mentre “Juanpe” Lopez e Bagioli saranno liberi di andare a caccia di tappe». 

Il freddo e la pioggia della Freccia Vallone sono rimasti nelle gambe di Bagioli
Il freddo e la pioggia della Freccia Vallone sono rimasti nelle gambe di Bagioli

Un passo indietro

Il talento di Andrea Bagioli è finito nelle mani sapienti di Aritz Arberas, coach della Lidl-Trek che ha avuto l’incarico di sfruttarlo al meglio. I due si sono conosciuti questo inverno e hanno iniziato subito a lavorare con grande volontà

«Ho conosciuto Bagioli – racconta Arberas – questo inverno negli Stati Uniti. E’ un corridore giovane, molto organizzato e altrettanto serio sul lavoro. La sensazione è che fosse molto più esperto rispetto alla giovane età. Ho visto che è in grado di allenarsi molto bene a casa e che sopporta carichi di lavoro elevati. In più è molto preciso e ha una grande capacità di recupero».

Consonni (sinistra) e Bagioli (destra) saranno al Giro, il primo in supporto di Milan, il secondo a caccia di tappe
Consonni (sinistra) e Bagioli (destra) saranno al Giro, il primo in supporto di Milan, il secondo a caccia di tappe
Che tipo di preparazione avete fatto?

La sua prima parte di stagione era un po’ “dispersa” nel senso che ha corso molto. E’ partito dal Portogallo a metà febbraio ed è arrivato fino al Giro. Ogni due settimane aveva una corsa, quindi l’obiettivo era fare una base buona durante l’inverno e ci siamo riusciti. Ci siamo concentrati tanto anche sul migliorare nelle salite medie, quelle da 25-30 minuti. 

Avete cambiato un po’ rispetto al suo recente passato.

Sì, più che altro l’idea era di ampliare il suo bagaglio tecnico. Fare degli step per farlo diventare un corridore più completo e adatto a diverse situazioni di gara. 

Ha corso tanto in supporto di vari compagni.

Si è messo a disposizione ma lo ha fatto con piacere. All’Algarve ha fatto tanto per Geoghegan Hart, mentre ai Baschi si è messo a disposizione di Skjelmose. Le Ardenne sono state tanto sfortunate, come detto prima. Il primo anno serve per prendere le misure, non c’è fretta, abbiamo tanto tempo da trascorrere insieme.

Bagioli è stato fondamentale per Geoghengan Hart ai Baschi
Bagioli è stato fondamentale per Geoghengan Hart ai Baschi
Ha un contratto a lungo termine, questo aiuta per lavorare con maggiore serenità?

Assolutamente. E’ un corridore giovane, che cresce e può ancora fare passi in avanti. Il 2024 diventa un anno dove ci si conosce e anche lui avrà modo di dirci cosa gli piace di più e su quali corse concentrarsi. Andrea è un ragazzo gentile, disponibile e che ascolta. E’ il prototipo del corridore moderno, sa cogliere le informazioni, elaborarle e dire la sua. Quando parla lo fa sempre con cognizione di causa. 

Lavorare sulle salite di media lunghezza è utile anche per arrivare pronto ad un Grande Giro?

Voler portare Bagioli al Giro è un segno del fatto che crediamo in lui e che avrà tanta libertà d’azione. Al Tour la squadra sarà incentrata tanto su Geoghegan Hart, mentre al Giro ci sono più battitori liberi. Aumentare la resistenza su salite da 30 minuti vuol dire resistere ai forcing delle altre squadre e giocarsi più chance di vittoria. L’obiettivo principale era quello di avere un corridore più completo, speriamo al Giro riesca a trovare le condizioni favorevoli.

Bagioli nel 2023 è andato forte nelle gare di fine stagione, l’obiettivo è replicare quelle prestazioni
Bagioli nel 2023 è andato forte nelle gare di fine stagione, l’obiettivo è replicare quelle prestazioni
Poi si passa alla seconda parte di stagione. 

Bagioli ha sempre fatto bene nelle gare di fine anno, nel 2023 è stato da 10 e vogliamo riportarlo a quei livelli. Dopo il Giro si fermerà un po’ e capiremo quale programma intraprendere insieme. E’ un corridore duttile, ci sono tante idee su di lui ma aspetteremo che finirà il Giro e tireremo le somme. Andrea ha tante qualità e riesce a fare tante cose diverse, sta a noi usarle nel modo giusto. Il primo anno insieme serve anche per determinare il calendario e per conoscere il corridore.

Tesfatsion, il lavoro aumenta: il 2024 serve per crescere

05.02.2024
5 min
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La seconda stagione nelle fila della Lidl-Trek, per Natnael Tesfatsion, è iniziata dall’Australia. L’eritreo ha corso tutte le gare nella terra dei canguri, cogliendo due secondi posti. Il primo alla Down Under Classic, mentre il secondo alla Cadel Evans Great Ocean Road Race. Due squilli, niente di clamoroso, ma abbastanza per indagare su come Tesfatsion si affacci alla seconda stagione nel WorldTour. Il suo preparatore è il basco Aritz Arberas, proprio con lui parliamo della crescita del giovane Tesfatsion. 

«Natnael – ci racconta Arberas – è tornato in Eritrea dopo la fine delle corse in Australia. Io sono sul Teide con i leader e gli scalatori, ma di comune accordo lui è andato a casa. Può allenarsi tranquillamente in quota e farlo in un posto comodo è sicuramente meglio. Mi occupo della sua preparazione da questo inverno e abbiamo iniziato a lavorare subito forte (prima Tesfatsion lavorava con Josu Larrazabal, ndr)».

La stagione di Tesfatsion è partita dall’Australia qui al Down Under Classic
La stagione di Tesfatsion è partita dall’Australia qui al Down Under Classic
Che tipo di corridore hai trovato?

Sappiamo che ha talento, è quel tipo di atleta che ogni sforzo che deve fare gli riesce bene. Si tratta di un ragazzo giovane (Tesfatsion ha 24 anni, ndr), per noi è un investimento a lungo termine. L’idea è di migliorare piano piano, non solo nel fisico, ma in tutto. 

Cioè?

Dobbiamo dargli un po’ di organizzazione, c’è un programma da seguire, ma si devono prendere le misure con le sue abitudini, in modo tale da rendere gli allenamenti sempre più efficienti. 

E’ difficile coordinare gli allenamenti quando è così lontano dall’Europa?

Leggermente, ma questo non ci impedisce di lavorare al meglio. Vive un Paese diverso, con una cultura differente, ma non ci sono grandi problemi. A volte non ha la connessione, ma sono “ostacoli” che si aggirano facilmente. Magari, invece di sentirci giornalmente, gli mando il programma dei prossimi due o tre giorni. Gli ho anche detto che voglio organizzare un training camp in Eritrea (dice con una risata, ndr).

Il primo anno alla Lidl-Trek è servito per ambientarsi nel WorldTour
Il primo anno alla Lidl-Trek è servito per ambientarsi nel WorldTour
E lui che cosa ti risponde?

Mi dice: «Parce non è possibile, le strade non sono buone, manca internet. Non è semplice». Mi chiama Parce, che è un modo dei colombiani di chiamarsi in maniera amichevole, la prima volta che mi ha chiamato così mi ha fatto ridere (un termine ereditato quando ancora correva in Drone-Hopper, ndr).

Pensi che in Eritrea riesca ad allenarsi al meglio?

Sì, non ho dubbi. Poi quando viene in Europa vive in Italia, a Lucca. Stare a casa sua gli fa bene al morale, si allena meglio e con più spirito. Per tutti i ciclisti che vivono lontano è così. 

Qual è la cosa di cui ha più bisogno per crescere e migliorare?

Deve fare un maggior numero di ore di allenamento. Ha un buono sprint, è potente e forte, ma la capacità aerobica è da migliorare. La sfida più grande con lui è riuscire a coordinare al meglio la sua carriera tra i periodi in Eritrea e quelli in Italia. Perché a casa vive in quota, anche questo dettaglio va preso in considerazione. 

Siete partiti presto con la stagione, che 2024 deve essere per Tesfatsion?

L’idea di partire dall’Australia c’era fin da subito, quindi in inverno abbiamo lavorato molto, per arrivare pronti al 100 per cento. A novembre abbiamo fatto tanta base aerobica, poi a dicembre abbiamo inserito il ritmo gara, alzando i giri. Per quel che è il livello fisico mostrato in Australia siamo soddisfatti, è mancato il risultato, ma poco importa. Tesfatsion sta bene. 

Il 2023 gli è servito per ambientarsi nel WorldTour, ora serve fare un passo ulteriore…

Conosce il livello delle gare e degli avversari, ha ben chiari i riferimenti per essere competitivo. Deve progredire nella crescita, ma Natnael ha ben chiaro in testa che questo è un anno importante. 

L’eritreo è dotato di un grande sprint e tanta forza, deve migliorare la parte aerobica
L’eritreo è dotato di un grande sprint e tanta forza, deve migliorare la parte aerobica
La sua migliore qualità?

E’ un vincente, un cacciatore, quando può si fa trovare pronto. Lui è uno di quei corridori che, se c’è da provare a vincere o una situazione è aperta, ci si butta. 

E dove deve migliorare?

Deve diventare più solido, più forte. Sono sicuro che ci riuscirà, il tempo e gli allenamenti daranno i loro frutti. Ora è tutto in mano mia (conclude con una risata, ndr).