Costa e Stella, un record per entrare fra gli under 23

23.11.2024
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La Sei Giorni di Gand non è come tutte le altre. Il peso della sua tradizione amplifica a tal punto i risultati che anche un semplice record della pista diventa un evento tale da farlo sembrare un primato mondiale. Davide Stella e Ares Costa lo hanno provato sulla propria pelle. Chiamati a partecipare alla prova Under 23, i due si sono presi il lusso di stabilire il nuovo record della pista di categoria, percorrendo i 200 metri in 8”750 e stappandolo ai locali Vandenbranden e Pollefliet che lo detenevano dal 2021.

Gli echi dell’impresa si sentono ancora a giorni di distanza, così prendendo spunto da quello era il caso di sentire i due ragazzi, tornati dal Belgio in condizioni decisamente diverse. Da una parte Costa impaziente d’iniziare la sua nuova avventura alla Padovani sotto la guida di Konychev, dall’altra Stella tornato con una brutta influenza che lo ha letteralmente steso.

I due ragazzi dopo il record. Nelle prove contro il tempo sono stati sempre i migliori
I due ragazzi dopo il record. Nelle prove contro il tempo sono stati sempre i migliori

E’ quindi al primo che spetta il compito di spiegare in che cosa consiste la prova time trial dalla quale è scaturito il primato, anche perché si tratta di qualcosa che non c’è nelle rassegne titolate su pista. «Si parte in coppia e si affrontano 3-4 giri per raggiungere la velocità, poi all’altezza del suono della campana ci si dà il cambio come nella madison e uno dei due corridori affronta i 200 metri lanciati per ottenere il miglior tempo possibile. Nello specifico io ho dato il lancio a Davide».

Vi siete accorti subito dell’impresa compiuta?

Abbiamo notato che c’era una certa effervescenza ma non capivamo il perché, avevamo sì vinto la gara ma era una delle tante previste nella Sei Giorni, poi all’atto della premiazione ci hanno detto che avevamo stabilito il primato della pista. E’ stato un bel risultato, che ha confermato la bontà del lavoro svolto.

Il momento del lancio nella prova del giro lanciato, con Costa che proietta Stella al record
Il momento del lancio nella prova del giro lanciato, con Costa che proietta Stella al record
Entrambi d’altro canto fate parte del quartetto junior campione e primatista mondiale…

Fra me e Davide c’è un bell’amalgama, frutto del tanto allenamento effettuato insieme sotto la guida di Salvoldi. Anche a Gand si è ricreato quel clima allegro e spensierato che è alla base dei successi della nazionale di categoria. Io credo che i nostri successi siano dovuti proprio a quel clima che si è instaurato, il fare gruppo sia in pista che fuori. Il quartetto è prima di tutto un evento di squadra, spingere per un compagno diventa qualcosa di più semplice da fare. Tecnicamente poi io e Davide siamo affini.

Nell’inseguimento a squadre che ruoli avete?

Io sono al lancio e passo la guida del quartetto a lui. A me tocca poi una seconda tirata prima di staccarmi, Davide invece effettua un secondo cambio e poi rimane attaccato.

Il quartetto azzurro junior con Costa e Stella, laureatosi in Cina campione del mondo
Il quartetto azzurro junior con Costa e Stella, laureatosi in Cina campione del mondo
Per te è stato il sigillo a una stagione importante…

Una stagione che mi ha dato molto, al di là del titolo mondiale ed europeo nell’inseguimento a squadre e dell’unica vittoria su strada. Non vedo l’ora di iniziare il mio cammino nella nuova categoria con la Padovani, un’esperienza nuova per me come per tutti i miei compagni e lo staff. Io continuerò a unire le due specialità sperando di poter mettere in luce anche fra gli Under 23 le mie doti da velocista, poi vedremo in base alle scelte dei diesse come esse potranno essere sfruttate.

Costa impegnato su strada con il Borgo Molino. Per lui ora inizia l’esperienza alla Padovani
Costa impegnato su strada con il Borgo Molino. Per lui ora inizia l’esperienza alla Padovani

Stella pronto al grande salto

Parola all’altra metà della coppia, Davide Stella che continua a mietere successi tanto su pista quanto su strada. Per lui è alle porte l’approdo nel devo team della Uae, una sfida non di poco conto. Intanto però c’è da rimettersi in sesto dopo le scorie della trasferta belga: «Alla fine abbiamo concluso la Sei Giorni al sesto posto, ma intanto era il nostro esordio nella nuova categoria, contro ragazzi più grandi ed esperti, poi la formula di gara non ci ha premiato».

Come funzionava?

Nei primi 3 giorni si disputavano corse a punti, dove ognuno della coppia gareggiava per sé in due distinte batterie, unite a gare contro il tempo che potevano essere sui 200 metri come quella che abbiamo vinto o sui 500 metri. Nella seconda metà di gara al posto delle corse a punti c’erano le madison dove la coppia poteva cambiare la classifica guadagnando giri che a differenza di quanto avviene nelle gare titolate e in Coppa non sono trasformati in punti. Quindi alla fine anche ottenere più punti non portava alla vittoria.

Stella in gara nella corsa a punti, dove si gareggiava a livello individuale
Stella in gara nella corsa a punti, dove si gareggiava a livello individuale
Alla fine che cosa porti a casa?

A parte l’influenza? – domanda ridendo – Direi che la stagione non poteva essere migliore e quella belga è stata comunque un’esperienza utile come sempre lo è una gara su pista. Chiudo la mia stagione con due titoli mondiali, due europei e due italiani, ma soprattutto ho fatto vedere il mio valore su strada con 6 vittorie. Ora si volta pagina.

Ti aspettavi tanto clamore per la vostra impresa?

Diciamo che per la conformazione della gara sapevamo di essere la coppia favorita, sapevamo anche che su quell’anello potevamo sviluppare grandi velocità, ma le incognite ci sono sempre. Abbiamo sfruttato al meglio le nostre caratteristiche mentre nelle altre prove, quelle di endurance, abbiamo un po’ scontato il gap di esperienza con le altre coppie.

Nella madison i due azzurri hanno scontato un po’ d’inesperienza, ma ne hanno vinte due
Nella madison i due azzurri hanno scontato un po’ d’inesperienza, ma ne hanno vinte due
Che cosa ti aspetti ora nel passare professionista in un grande devo team?

Io spero innanzitutto di fare tanta esperienza, di avere occasione d’imparare tanto per proseguire il mio cammino di crescita, ma vorrei anche avere le mie occasioni per fare qualche risultato. Continuerò comunque ad abbinare strada e pista, il team si è dimostrato d’accordo per lasciarmi fare le mie esperienze.

Konychev alla guida della Padovani, con un piccolo rimpianto…

14.11.2024
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E’ un progetto importante, quello della Sc Padovani che va completandosi di ora in ora. Non poteva essere altrimenti per un nome storico del ciclismo italiano, nato addirittura nel 1909 e che dopo quarant’anni di stop aveva ripreso la sua attività nel 2014 dedicandosi agli juniores. Ora un passo in avanti, con l’allestimento della squadra U23 Continental. Nello staff tanti nomi affermati del ciclismo e fra loro anche una vecchia conoscenza del ciclismo nostrano come Dimitri Konychev.

Per l’ex campione sovietico, due volte sul podio mondiale, è un ritorno in ammiraglia dopo la dolorosa esperienza della Gazprom che ha lasciato tante domande senza risposta: «Tutto è nato da un incontro con Petacchi durante l’Italian Bike Festival di Misano. Mi ha paventato questa possibilità e gli ho subito detto che mi sarebbe piaciuto molto perché amo lavorare con i più giovani. Poi ho parlato anche con Ongarato e alla fine abbiamo avviato la macchina».

Alessandro Petacchi, il team manager, seguirà alcune trasferte, in base ai suoi impegni tv
Alessandro Petacchi, il team manager, seguirà alcune trasferte, in base ai suoi impegni tv
Un team che parte da zero?

Una base c’è, sia come nomi che come staff, ma certamente dobbiamo inserirci in un mondo non facile. Non possiamo porci particolari obiettivi se non quello di far bene il più possibile. Stiamo costruendo il roster, che alla fine sarà composto da 14 corridori.

Un numero esiguo secondo te?

Diciamo che un 2-3 elementi in più, i classici panchinari che entrano al bisogno avrebbero fatto comodo… Con 14 nomi non è semplice fare la doppia attività, serve davvero che la sorte ci dia una mano mantenendo in salute tutti i nostri corridori. Ma dobbiamo sempre tener presente che i soldi a disposizione sono limitati, per far funzionare tutto e quindi dobbiamo fare piccoli passi. Non siamo una squadra professional, le trasferte dobbiamo pagarle tutte noi, dobbiamo stare attenti.

Ares Costa (al centro), iridato e campione europeo nel quartetto
Ares Costa (secondo da sinistra), iridato e campione europeo nel quartetto
Tu che hai vissuto gli anni gloriosi della Fassa Bortolo con un maestro come Ferretti, hai il suo stesso metodo?

Non scherziamo, di Ferretti ce n’è stato uno e uno solo… I tempi sono cambiati, sono soprattutto cambiati i rapporti tra corridori e staff. Oggi è impossibile gestire una squadra come allora, ci sono relazioni diverse, ma sempre basate sul reciproco rispetto. A me piace lavorare con i giovani proprio per questo, perché c’è sempre la possibilità di plasmarli, di trasmettere le proprie esperienze.

Lo staff come sarà composto?

Saremo due direttori sportivi principali, io e Franco Lampugnani che viene dalla guida del team juniores, poi avremo altri 3 o 4 direttori sportivi giovani, che hanno da poco preso il patentino e che ci aiuteranno imparando il mestiere. Avremo così la possibilità di farli crescere vicino a noi, un team allarga i suoi orizzonti anche così.

Thomas Turri nell’annuncio sui social del suo ingaggio per il 2025
Thomas Turri nell’annuncio sui social del suo ingaggio per il 2025
Veniamo al roster: non ci sono corridori stranieri, è un caso abbastanza strano per un team italiano…

Uno straniero fai fatica a gestirlo, considerando le trasferte, sono costi che in questo momento non possiamo sostenere. Per questo abbiamo scelto una squadra completamente italiana, facciamo crescere buoni corridori di qui e allo stesso modo possiamo impiegare il budget nella maniera più costruttiva. Cercare un corridore estero non avrebbe avuto senso.

In base ai corridori che avete, quali saranno le vostre caratteristiche?

Abbiamo cercato corridori in grado di emergere nelle corse veloci ma anche impegnative. Un po’ come quelle del calendario belga o olandese, ma anche in Francia. Io dico che abbiamo in squadra gente capace, che se messa nelle condizioni può portare a casa grandi risultati.

Mirko Bozzola viene dalla Q36.5 per fare da regista in corsa, ma anche per cogliere traguardi di spicco
Mirko Bozzola viene dalla Q36.5 per fare da regista in corsa, ma anche per cogliere traguardi di spicco
Cercherete quindi di fare attività all’estero?

Possibilmente ne faremo molta, perché è lì che impari. Non posso dire dove andremo, in questi giorni stiamo inviando moltissime lettere per richiedere inviti, vedremo quel che salterà fuori. Quel che è certo è che cercheremo di dare tante opportunità di correre in gare di livello, confrontandosi con buoni team esteri per imparare il più possibile e togliersi anche importanti soddisfazioni.

L’ultimo acquisto in ordine di tempo è quello di Mirko Bozzola, che viene dal devo team della Q36.5. Come lo avete convinto?

Mirko con noi ha la possibilità di essere un cardine della squadra. Correndo in un devo team ha acquisito un’esperienza importante, ora pur avendo solamente 20 anni può essere davvero una sorta di regista in corsa, spiegare a chi entra nella categoria per la prima volta come si può muovere. Io vedo in lui le caratteristiche di un Paolini, per intenderci, oppure di un Tosatto o De Marchi. Fatte salve le sue aspirazioni personali perché parliamo di uno che può essere un vincente e lo ha dimostrato. Di corridori così posso assicurare che non ce ne sono tanti, per questo è davvero un ottimo acquisto.

Dimitri Konychev insieme a suo figlio Alexander. Averlo in squadra sarebbe stata la ciliegina sulla torta
Dimitri Konychev insieme a suo figlio Alexander. Averlo in squadra sarebbe stata la ciliegina sulla torta
Per il resto?

Stiamo completando il team, avremo con noi Ares Costa che è un giovane molto promettente, iridato junior nel quartetto dell’inseguimento, poi un altro che come Costa viene dal florido vivaio del Borgo Molino, Thomas Turri che è salito sul podio alla prima tappa del Giro del Friuli e che si è dimostrato prezioso nelle cronosquadre. Poi stiamo per chiudere con un elemento d’esperienza come Matteo Zurlo, insomma alla fine avremo un bel mix.

Torniamo un attimo alla figura di Bozzola regista in corsa. Non sarebbe stato un ruolo ideale anche per tuo figlio Alexander?

Eh, sarebbe stato bello averlo con noi, ma per ora sta bene dove sta, fa bene a continuare la sua attività al Team Vorarlberg. Sicuramente quel ruolo gli si sarebbe cucito a pennello, mi sarebbe piaciuto averlo con me in quest’avventura…