BERGAMO – Oggi chiamatela pure Marlen “Rosa” Reusser. La 31enne svizzera della Movistar domina la crono d’apertura del Giro d’Italia Women rifilando 12” a Kopecky, 16” a Longo Borghini e 20” a Van der Breggen. Non distacchi abissali, ma importanti considerando come ultimamente spesso molte gare a tappe si siano giocate proprio sul filo di margini ristretti.
E non era un caso se molte atlete nel dietro le quinte della team presentation avessero fatto subito il nome di Reusser sia per questa prima frazione contro il tempo che per la generale. In effetti per come è arrivata al Giro – e per le sue caratteristiche – non si poteva sbagliare. Negli ultimi dieci giorni di gara, Marlen ha ottenuto sette vittorie. Sommando la vittoria di inizio stagione in Spagna, quella sul traguardo di Bergamo è la nona sinfonia stagionale, 35a in carriera.
Pronostico rispettato
Curiosamente questa al Giro Women è la seconda affermazione di Reusser sulle nostre strade dopo il campionato europeo a crono di Trento nel 2021. Il rapporto col nostro Paese è sempre stato buono, anche per i trascorsi nella Alè BTC Ljubljana. Marlen capisce bene la nostra lingua e la parla discretamente, ma preferisce risponderci in inglese perché, dice ridendo e facendoci il gesto con la mano sopra la testa, il suo cervello è troppo pieno.
«Oggi tutti mi davano come la più accreditata – racconta relativamente alla crono – ma non ho avvertito più di tanta pressione, anche se chiaramente ce n’era. Penso di aver fatto una delle mie prove migliori, ma soprattutto volevo fare un buon ritmo, cercando di vincere. Ci ho lavorato duramente, questa crono del Giro Women era un obiettivo da tanto tempo, tanto da averla visionata a marzo. Stamattina ho sentito buone sensazioni durante la ricognizione. Ero motivata a fare bene ed ora sono ovviamente molto felice di aver raggiunto questo obiettivo»
«Rispetto ad un anno fa – prosegue facendo riferimento al suo momento di crisi – mi sento mentalmente molto bene. Penso che sia qualcosa di importante, ma solo se hai spalle larghe puoi sentirti bene anche di testa. Attualmente mi sento più completa».
Il Giro che verrà
Nell’ordine, i secondi posti finale alla Valenciana, alla Vuelta sommati alle vittorie nella generale della Vuelta a Burgos e Tour de Suisse hanno fatto di Reusser un corridore molto più incline alle gare a tappe rispetto al passato. Il suo crescendo sembra ancora… in crescita.
«E’ un enorme onore – continua in mixed zone – sapere che una grande atleta come Longo Borghini ha fatto il mio nome e quello della Movistar tra le rivali più pericolose. E’ bello sentirsi così forte ed è anche molto motivante che le tue colleghe ti prendano così sul serio. Sono felice di questo».
«Non so se domani la maglia rosa inizierà a pesare – analizza Reusser – però è ovvio che l’obiettivo è vincere il Giro. Cercheremo di farlo andando al “full gas”. Anzi, anche con Liane (Lippert, ndr) cercheremo di vincere un paio di tappe, sarebbe bellissimo per noi. Tuttavia penso che non sarebbe un problema se dovessi lasciare la maglia rosa per qualche giorno nelle prossime tappe a chiunque la voglia. Diciamo che è importante riprenderla prima della fine e tenerla (dice sorridendo, ndr). E comunque questa maglia rosa è davvero speciale».
Gli albori
Ha più di un motivo per pensarlo tenendo conto del suo avvicinamento al ciclismo. Reusser si era tuffata nello sport di endurance senza sapere cosa la aspettasse.
«Non ho mai pensato – ricorda Marlen – a vincere mondiali o gare simili quando ho iniziato a pedalare, che era relativamente tardi. Avevo poco più di vent’anni. Però mi avevano sempre detto che avevo un super motore e che dovevo farlo funzionare per arrivare lontano. Bisognava capire quali fossero i miei limiti e se penso a dov’ero dieci anni fa, ora non mi sembra vero e mai avrei immaginato di vivere una giornata come quella di oggi».
La “bianca” di Niedermaier
La crono di Bergamo ha assegnato tre maglie su quattro, perché la azzurra dei “gpm” verrà assegnata domani sul traguardo di Aprica. Rosa e rossa sono sulle spalle di Reusser (quella della classifica a punti sarà indossata da Kopecky), mentre la maglia bianca di miglior giovane è andata ad Antonia Niedermaier. La 22enne tedesca della Canyon//Sram zondacrypto è un altro di quei nomi fatti prima del via per la classifica di specialità e per la generale. In mixed zone mostra un bel sorriso per il risultato (quattordicesima assoluta a 48” da Reusser) guardando ai prossimi giorni con fiducia.
«Non è stata la gara perfetta per me – spiega Niedermaier – però penso che sia un buon inizio e alla fine sono abbastanza soddisfatta del mio piazzamento. Ora aspetto come sarà il resto del Giro, dove il podio è il mio obiettivo reale. Credo che siamo attrezzate per raggiungere questo risultato e penso che sia possibile. In squadra stiamo tutte bene e siamo molto pronte.
«Nel 2022 avevo corso il mio primo Giro – torna indietro con la memoria – riuscendo a vincere la tappa di Ceres (dovendo abbandonare la gara il giorno dopo per una caduta, ndr). Sono cresciuta e cambiata molto. Ho accumulato esperienza e soprattutto più consapevolezza di me stessa. Come dicevo prima, vedremo come sarà il resto del Giro Women».
La seconda frazione partirà da Clusone per concludersi ad Aprica dopo 92 chilometri. Il finale è in salita, adatto a tante atlete che sanno tenere su pendenze morbide. Non dovrebbero esserci soprese, anche se le prime inseguitrici di Reusser potrebbero tentare qualche colpo gobbo per sfilarle la leadership.