Ce lo aveva accennato Franco Pellizotti, diesse della Bahrain Victorious, a proposito di Antonio Tiberi. «A livello fisico ha avuto qualche problema alla schiena e deve fare della ginnastica posturale per risolverli. E’ bene che si facciano prima dell’inizio della stagione perché una volta in bici tutto deve essere a posto. Lo sta facendo andando qualche volta in piscina».
Una base di esperienza
Lo stesso Tiberi ha poi confermato che durante la preparazione va in piscina a nuotare. Ma quali benefici può portare il nuoto? Sono concreti? Servono durante la stagione? Le tante domande che ci sono venute in mente le abbiamo girate ad Andrea Morelli, Direttore del ciclismo presso Mapei Sport, tecnico e allenatore di ciclismo che ha lavorato anche nel triathlon, disciplina che prevede una parte sostanziosa di nuoto (foto di apertura SolisImages).
«Partiamo con il dire – spiega Morelli – che il nuoto per un ciclista professionista viene usato in maniera completamente differente. Un atleta del livello di Tiberi non usa il nuoto in fase di preparazione per migliorare la capacità aerobica, non ne troverebbe giovamento. Viene usato per lo più per mantenersi in movimento nella fase di riattivazione, dopo le vacanze. E’ un modo per riattivare il fisico durante la preparazione: c’è chi va a correre e chi, invece, preferisce andare in piscina».
Si tratta di un’attività diversa dalla bici, ma l’atleta va comunque seguito, giusto?
Certamente. Dovete considerare che come tutte le attività “accessorie” non è qualcosa che si impone all’atleta. Deve innanzitutto piacere, quindi deve essere fatta con voglia. Diciamo che bisogna essere dei tipi “acquatici”. Se si va in piscina e si ha paura dell’acqua, gli effetti sul fisico sono controproducenti.
In che senso?
C’è da considerare, come in tutte le cose, un aspetto mentale. Se si va a nuotare contro voglia o si ha poca dimestichezza con l’acqua, il rischio è di lavorare male. E così al posto di avere degli effetti benefici, si hanno dei peggioramenti. Va considerato un altro aspetto.
Quale?
Che nuotare è estremamente faticoso, se si ha poca massa grassa restare a galla è difficile perché è la massa grassa che favorisce il galleggiamento.
Che differenza c’è rispetto alle altre discipline alternative come la corsa?
Rispetto alla corsa o al praticare bici fuoristrada, il nuoto è meno traumatico, non è un’attività che va a caricare le articolazioni tendineo-muscolari. Ciclismo su strada e nuoto sono comparabili, perché entrambe non producono contrazioni eccentriche. Per dirla breve, non sollecitano le ossa e quindi non le rinforzano.
Il nuoto quindi quali benefici porta?
Dal punto di vista della condizione aiuta a riprendere la fase aerobica perché si lavora sul sistema cardio-circolatorio. Come detto prima, non porta a un incremento di questa fase, per far ciò che questo accada bisognerebbe farlo diventare la propria disciplina di riferimento.
E dal punto di vista muscolare?
Grazie al nuoto si vanno a fare dei lavori sulla muscolatura di supporto, il cosiddetto core. E’ utile per mantenere un livello base di forza. Spesso il nuoto è utile per sistemare problemi di lombalgia o scoliosi. Per esempio, se si hanno problemi di lombalgia, è utile nuotare a “rana” perché si va a rinforzare quell’area. In più se si fanno delle sessioni di nuoto rilassate, quindi con dei gesti ampi e movimenti lenti, si riesce a lavorare bene sulla mobilità articolare.
Può sostituire la palestra?
In un certo senso sì. Si lavora molto sulla forza-resistenza in maniera diversa rispetto a quelli che sono i lavori a secco in palestra. Ma attenzione, se la domanda è: “Il nuoto fa bene ai ciclisti?”, la risposta è, come in tutti i casi: “Dipende”.
Ci spieghi…
Ricordo che come tutte le attività accessorie si parte dal piacere personale. L’atleta deve essere contento di andare in piscina, così come deve essere contento di andare a correre a piedi. In più in caso di patologie vanno valutati tutti i casi per indicare la strada giusta al fine correggerle.