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Conci guarda il bicchiere mezzo pieno e punta al 2023

28.12.2022
5 min
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Il 2023 si avvicina e, tra i buoni propositi che normalmente si fanno, arrivano anche quelli sportivi per Nicola Conci. Nell’anno che si sta per concludere il corridore trentino ha vissuto tra emozioni differenti. La chiusura della Gazprom e la nuova avventura con la Alpecin Fenix Development Team e l’approdo finalmente nel WorldTour nella prima squadra.

«Sto bene – dice Conci – sono riuscito a lavorare bene in questi mesi. L’unico intoppo, se vogliamo chiamarlo così, è stato un giorno di influenza, per il resto tutto liscio. Ora si passano le feste tra famiglia e amici e da gennaio si torna in ritiro. Inizierò a correre a metà febbraio alla nuova corsa in Portogallo (la Figueira Champions Classic, ndr), poi Volta ao Algarve. Successivamente mi sposterò in Spagna e farò Catalunya, Giro dei Paesi Baschi ed infine il Giro d’Italia».

Il caso Gazprom ha investito anche il corridore trentino che nel team russo ha corso una sola gara
Il caso Gazprom ha investito anche il corridore trentino che nel team russo ha corso una sola gara

Il primo ritiro Alpecin

Nel corso di questo mese Conci si è prontamente messo al lavoro in vista dei prossimi impegni, che nel calendario sono vicini ma non così tanto. I giorni per lavorare e prendere ritmo sono tanti, meglio fare le cose con metodo lasciando la fretta da parte. 

«Ho finito la stagione il 16 ottobre – riprende il trentino – dopo ho fatto tre settimane di stop completo, riprendendo la bici gradualmente. Le prime settimane a casa sono state blande, poi con la squadra siamo andati in Spagna. Lì ci siamo divisi in tre gruppi: i velocisti, gli uomini delle classiche, tra cui anche Van Der Poel e poi il gruppo dei più leggeri per la salita di cui faccio parte anche io. I lavori sono stati molto differenti perché alcuni miei compagni inizieranno tra poche settimane. Io ho tre settimane in più prima dell’inizio ufficiale della stagione, inutile iniziare a spingere troppo presto».

La prima gara corsa in maglia Alpecin è stato il Giro di Slovenia, qui nella prima tappa nella volata per il 6° posto
La prima gara corsa in maglia Alpecin è stato il Giro di Slovenia

Il passato 

Nicola Conci è stato uno dei primi corridori ex-Gazprom ad essere contattato dalle varie squadre. Sembrava molto vicino il suo approdo in Alpecin già prima del Giro d’Italia ma l’UCI ha rallentato il tutto facendo slittare l’arrivo nel team belga. 

«Sembrava poter arrivare una deroga da parte dell’UCI – racconta Conci – per il numero di corridori ammessi in una squadra. La speranza era di fare il Giro già nel 2022, questa deroga non è mai arrivata ed alla fine sono entrato nella continental della Alpecin. Il calendario, di conseguenza, è stato un po’ ritagliato rispetto ai vari impegni del team, considerando che non potevo fare corse WorldTour. Mi chiamavano volta per volta. Quando sono andato all’Arctic Race rientravo da un ritiro in Francia e la squadra mi ha chiesto se fossi disponibile a prendere un aereo la sera stessa. Con gli orari era impossibile organizzare il viaggio, così sono partito la mattina dopo, praticamente meno di ventiquattro ore prima del via. Una delle note positive è stata la convocazione per i mondiali di Wollongong».

Nonostante un 2022 travagliato Conci si è meritato la convocazione per i mondiali di Wollongong
Nonostante un 2022 travagliato Conci si è meritato la convocazione per i mondiali di Wollongong

Il futuro

Il 2023 ha il sapore della rivincita, o per lo meno di una nuova chance. I problemi fisici e non, sono alle spalle. Il futuro per Conci è da scrivere e pedalare, con la voglia di chi ha tanto da riprendersi dal destino.

«Tornare nel WorldTour – riprende con voce più viva – mi fa piacere. Nonostante tutto sono riuscito a fare diverse corse nel 2022 ed ho guadagnato questa occasione. Quelle passate sono state stagioni complicate, prima per l’arteria iliaca e poi per il caso Gazprom. La prima un po’ mi preoccupa, devo essere sincero, ma cerco di non pensarci troppo. Le corse fatte mi hanno dato tanta fiducia, mi sento un corridore nuovo e spero di continuare a stare sempre meglio.

«Con i se e con i ma – conclude Conci – magari avrei potuto fare meglio, ma non voglio trovare scuse o recriminare. Anzi, da quest’anno direi che ne ho ricavato un insegnamento: ci sono ancora. Fino al 2021 ho avuto problemi fisici che mi hanno condizionato a livello mentale, mi hanno tolto consapevolezza nei miei mezzi. Il 2022, nonostante tutto, mi ha insegnato ad avere fiducia».

Conci è rimasto positivamente colpito dal nuovo compagno Vergallito
Conci è rimasto positivamente colpito dal nuovo compagno Vergallito

Arriva Vergallito

Nel gruppo di Nicola, al ritiro Alpecin di dicembre, quello degli scalatori, c’era anche Luca Vergallito. L’esperienza del nuovo corridore della Alpecin, in arrivo dalla Zwift Academy, ha fatto tanto discutere, così abbiamo chiesto a Conci di raccontarci cosa ha visto pedalando con lui. 

«Penso che andrà nel team development – dice Nicola – però mi ha fatto molto piacere conoscerlo. E’ davvero in gamba e pedalandoci insieme mi ha dato buone impressioni. Non sembrava gli mancasse qualche abilità nel guidare la bici o nello stare in gruppo. Il problema principale di questi corridori può celarsi nella guida, nel mettere la mantellina o gestire il rifornimento. Vergallito l’ho visto sul pezzo, in più mi ha colpito anche la sua forza mentale: sa cosa fa e cosa vuole, si vede che è preparato. Mi ha lasciato davvero delle buone sensazioni».

Un tedesco per il Liberazione. E la rabbia di Marcellusi

26.04.2022
4 min
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Prima passa Uhlig, gridando come Hulk. Poi sfreccia Marcellusi, le mani basse e qualche imprecazione che fa sorridere amaramente i tifosi romani sul traguardo. Un tedesco che sbanca Roma nel giorno della Liberazione offrirebbe spunti satirici infiniti, ma intanto il corridore della Alpecin Fenix Development, che ha corso con la maglia della nazionale, ha resistito agli attacchi in salita del corridore della Bardiani-CSF-Faizané e ha fatto volata di testa con grande potenza.

«Ho saputo solo alla fine che sarei venuto qui – dirà sorridendo, prima di salire sul podio – perché ero a Benicasim in ritiro con la squadra. Quando il tecnico della nazionale mi ha chiamato, ho chiesto il permesso al mio allenatore e lui mi ha concesso di partire, ma mi ha chiesto di portargli i fiori della vittoria. Bisognava che rispettassi la promessa».

Il momento della delusione più cocente per Marcellusi, secondo nella sua città
Il momento della delusione più cocente per Marcellusi, secondo nella sua città

Volata di rimonta

Marcellusi si è disteso nel prato di fronte alle Terme di Caracalla, come abbiamo visto fare la settimana scorsa ai corridori della Roubaix. Poi quando la delusione si è fatta più digeribile, si è messo a sedere e si è prestato al racconto. Pensava al Liberazione da inizio stagione, il boccone gli resterà di traverso a lungo.

«Purtroppo ho trovato l’avversario più forte – ammette – e ho cominciato a capirlo quando ho visto che io provavo ad attaccarlo e lui riusciva a tenermi la ruota molto facilmente. Una sconfitta amara, però il ciclismo è anche questo. Non ho rammarichi, ho impostato la volata in modo perfetto. Sono uscito dall’ultima curva in seconda posizione con un rapporto più agile, perché è una curva stretta e si riparte da fermi. Poi ho indurito durante la volata e fino agli ultimi 50 metri ci credevo ancora. Speravo che si piantasse, però purtroppo mi sono piantato io».

Dopo la pioggia della sera prima, Roma ha accolto il Liberazione con una splendida giornata
Dopo la pioggia della sera prima, Roma ha accolto il Liberazione con una splendida giornata

Volata di testa

Henri Uhlig ha 20 anni, è alto un metro e 80 (69 chili) e ispira forza e simpatia. Pensare che sia venuto fino a Roma per centrare la prima vittoria accresce il rammarico, ma da qualche parte si deve pur cominciare. E il GP Liberazione è davvero il posto migliore. Il tedesco sapeva che Marcellusi fosse uno degli avversari da guardare con più attenzione. Lo ricordava dal Trofeo Piva. Quel giorno Marcellusi vinse e Uhlig, visto il percorso più selettivo, si limitò al 26° posto.

«Ho pensato di avere una chance – racconta – quando non mi ha staccato e l’ho seguito. Ci aspettavamo una corsa dura e veloce e così è stata. Quando è partita la fuga più importante, avevamo un compagno dentro. Il gruppo però ha lavorato bene ed ero sicuro che potevamo riprenderli. Mi sono accorto subito che con Marcellusi eravamo i due più forti. Ho parlato con lui in corsa, gli ho detto che ci conveniva collaborare. Così ho attaccato in discesa quando ho visto che lui era così brillante, perché sapevo che potevamo arrivare insieme. Ho preso la volata in testa, c’era vento contrario, ma ero sicuro. E ho vinto».

Henri Uhlig è nato a Regensburg il primo agosto 2001. Corre con l’Alpecin-Fenix Development Team
Henri Uhlig è nato a Regensburg il primo agosto 2001. Corre con l’Alpecin-Fenix Development Team

Come detto, è arrivato da Benicasim alle otto di sabato sera: non sapeva come sarebbe potuto andare dopo una settimana in ritiro: «Ma in testa mia – sorride – mi sentivo di poter fare una buona corsa. Ho visto il circuito solo stamattina, ma la sera prima ho guardato su YouTube la gara dello scorso anno e ho capito che poteva fare per me. Chissà che da qui non inizi a prendere forma il progetto di passare professionista, prima o poi…».

La grande bellezza

E mentre si riordinano gli appunti della giornata ed è tempo di fare con Claudio Terenzi il bilancio di questa seconda edizione che porta la sua firma, i rumori dei palchi da smontare riportano Caracalla alle solite forme, mentre sulla ciclabile riprende lo scorrere dei cicloturisti in una splendida giornata della primavera romana.

Uhlig, davanti a Marcellusi e Favretto della General Store: il podio del Liberazione 2022
Uhlig, davanti a Marcellusi e Favretto della General Store: il podio del Liberazione 2022

Marcellusi intanto ha ritrovato il sorriso ed è lì che racconta agli amici venuti a vederlo. Uhlig sta spiegando a un tifoso come faccia a conciliare scuola e sport. E lentamente c’è Roma – splendida e possente, nonostante chi ci viva le manchi quotidianamente di rispetto – che come in un’inquadratura dall’alto che si allontana lentamente, torna protagonista della scena. Con la sensazione che l’esperienza Terenzi stia proprio prendendo velocità.