Immagini dal Rwanda: vince Henok, con l’aiuto di Tolio

02.03.2023
5 min
Salva

E’ appena tornato a casa, Alex Tolio, dopo quella che più che una gara è stata un’avventura che per certi versi ha cambiato la sua percezione del mestiere. Il Tour du Rwanda gli resterà nel cuore, per le sensazioni vissute, le immagini viste, per tutto quel che ha rappresentato. Era la sua prima avventura fuori dall’Europa e ora, pochi giorni di riposo e poi un viaggio ancor più lungo, verso Taiwan, perché ormai il corridore di Bassano del Grappa è un ciclista a tutti gli effetti.

Tolio è stato fondamentale nella vittoria finale di Henok Mulubrhan, suo compagno alla Green Project Bardiani CSF Faizané al termine di una corsa a tappe come nella storia se ne sono viste davvero poche se si pensa che l’eritreo ha trionfato a parità di tempo con Walter Calzoni (Q36.5) e con un solo secondo sul belga William Lecerf (Soudal-QuickStep). Ma la vittoria di Mulubrhan non è una sorpresa.

Il podio del Tour du Rwanda a Kigali, da sinistra Calzoni, Mulubrhan e Lecerf, racchiusi in un secondo (foto Sonoko Tanaka)
Il podio di Kigali, da sinistra Calzoni, Mulubrhan e Lecerf, racchiusi in un secondo (foto Sonoko Tanaka)

«Henok va davvero forte, ve lo posso assicurare – afferma Tolio – veniva dalla conquista del suo secondo titolo africano e non era una vittoria da poco. Quando lo abbiamo saputo, in squadra abbiamo festeggiato perché avere un campione continentale fa sempre un certo effetto. Lui ci teneva particolarmente e quando siamo partiti, conoscendo la sua grande condizione, sapevamo che dovevamo correre per lui».

Avevi già corso con Henok?

Lo conoscevo, ci eravamo già affrontati da under 23. Ricordo in particolare al Giro U23 del 2021, io ero alla Zalf, lui correva con Bike Aid, un team tedesco e mi era rimasto impresso perché quando arrivavano le salite lui era sempre lì, non solo tra i primi ma pronto a dare battaglia. Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo trovati a correre insieme…

Henok e Tolio: il veneto è stato decisivo per l’eritreo, soprattutto nel finale
Henok e Tolio: il veneto è stato decisivo per l’eritreo, soprattutto nel finale
Tornando a casa che cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Tantissimo, ho ancora tutte le immagini davanti agli occhi. Non ho mai incontrato un calore popolare così forte e sì che vengo dal Veneto, dove viviamo di pane e ciclismo… Ma quello che vedevamo ogni giorno era un entusiasmo incredibile, non c’erano 10 metri di strada senza gente ai bordi, a incitare e non dico solo quando passavamo nelle città, ma anche nei piccoli villaggi. Abbiamo vissuto in un clima di vera festa e non nascondo che mi ha fatto molto pensare.

Perché?

Perché a quell’entusiasmo faceva da contraltare un modo di vita che noi non conosciamo più. Vedi sempre gente indaffarata, che lavora con le mani. Ad esempio nei campi: noi siamo abituati alle macchine, lì vedi gente che per ore e ore si adopera perché la terra dia frutti, com’è sempre stato. Noi col nostro passaggio portavamo qualcosa di nuovo, diverso e questo dava alla gente un sorriso. Mi sono sentito orgoglioso per questo.

Sempre tantissima gente ai bordi delle strade. Il Rwanda è ormai dedito al ciclismo
Sempre tantissima gente ai bordi delle strade. Il Rwanda è ormai dedito al ciclismo
In Rwanda si correranno i mondiali fra due anni. Che strade hai trovato?

Bellissime davvero, con un asfalto pressoché perfetto. Dico la verità: di strade così non ce ne sono tantissime, le città sono molto diverse dai villaggi e anche dalle strade di collegamento fra questi, dove sono ancora di terra battuta, ma noi siamo sempre passati su strade ampie e asfaltate. Solo nelle due tappe finali a Kigali abbiamo trovati alcuni tratti in pavé, sembrava di essere “precipitati al Nord”…

Veniamo alla corsa, avevi mai vissuto una settimana intera sul filo del rasoio?

No, anche questo ha reso il Giro del Rwanda un’esperienza elettrizzante. Eravamo in 5 tutti votati alla causa di Henok. Le prime due tappe erano quelle più pianeggianti e infatti si sono concluse in volata, noi puntavamo su Fiorelli, ma l’eritreo era in una forma così avanzata che ha fatto comunque terzo e secondo. Il terzo giorno ha vinto e si è preso la maglia. Da lì è stata quasi una corsa a eliminazione, con salite ogni giorno dove si faticava tanto.

Il successo di Mulubrhan nella terza tappa. Per lui già 4 vittorie in questa stagione
Il successo di Mulubrhan nella terza tappa. Per lui già 4 vittorie in questa stagione
Il giorno dopo però l’ha persa…

Abbiamo sbagliato qualcosa nel finale, si è creato un buco del quale la Soudal-QuickStep ha approfittato, ma loro puntavano forte a questa corsa. Paradossalmente però quell’errore ci ha un po’ favorito, perché nelle tappe successive abbiamo lasciato fare alle altre squadre. Non dovevamo più controllare la corsa e potevamo risparmiare energie preziose.

La classifica è andata costruendosi in quella maniera stranissima già alla penultima tappa. Tu a quel punto sei diventato fondamentale per le ambizioni della Green Project-Bardiani.

Io ero deputato a essere il luogotenente di Henok, dovevo stargli vicino in ogni frangente e questo mi ha permesso di affinare la condizione, andavo sempre meglio, tanto è vero che mi sono ritrovato nella Top 10 prima del finale. Non dovevo però guardare alle mie ambizioni, correvo per lui, era fondamentale che nell’ultima tappa finisse davanti a Calzoni. Quando siamo arrivati al traguardo la mia gioia è stata vedere il diesse Amoriello avvicinarsi a me e abbracciarmi, ringraziandomi per il lavoro svolto, dicendo che era merito mio se avevamo vinto. Non nascondo che quelle parole hanno un grande valore per me in questo momento della carriera.

Foto di gruppo in casa Green Project Bardiani, da sinistra Tarozzi (vincitore di tappa), Gabburo e Mulubrhan
Foto di gruppo in casa Green Project Bardiani, da sinistra Tarozzi (vincitore di tappa), Gabburo e Mulubrhan
Calzoni vi aveva spaventato?

Diciamo che andava talmente forte che aveva un po’ messo in dubbio le nostre sicurezze. Con Badilatti nella terzultima tappa avevano fatto davvero un grande lavoro. Walter è come Henok, va forte in salita ma è anche veloce e molto. Poi dava sempre battaglia. E’ stata dura…

E ora?

Ora si riparte verso Taiwan. Io non avevo mai girato così tanto. Vedremo che cosa ci troveremo di fronte, anche che impostazione daremo alla squadra. Io comunque sono in forma e con tanta voglia di fare, se sarà una corsa dura mi farò trovare pronto.

Tonelli: “maestro” e cacciatore di punti in Bardiani

21.11.2022
5 min
Salva

L’inverno è il momento dei cambi di casacca, delle nuove avventure, tutto vero. Allo stesso modo questo periodo è anche quello delle conferme, dei prolungamenti di contratto. E’ anche il momento di parlare di un corridore che ha deciso di continuare a vestire la maglia del team che lo ha lanciato. La divisa è quella della Bardiani CSF Faizanè, e il corridore in questione è Alessandro Tonelli.  

«Ho avuto qualche offerta da qualche squadra ma erano tutte professional – racconta Tonelli – una di queste era la Eolo. E’ stato un rinnovo un po’ travagliato, ma con la Bardiani siamo riusciti a trovare l’accordo a settembre. Alla fine per rimanere allo stesso livello ho preferito rimanere qui, conosco l’ambiente e sono sempre stato bene. Sanno come vado e cosa sono abituato a fare, inizia così il mio nono anno ed è bello dare continuità».

La stagione di Tonelli è iniziata all’UAE Tour con un 4° posto nella sesta tappa
La stagione di Tonelli è iniziata all’UAE Tour con un 4° posto nella sesta tappa

La chiamata mai arrivata

La chiamata di un team WorldTour, non nascondiamolo, è uno dei sogni di chi si affaccia nel mondo del ciclismo. Non è facile ottenerla ed arrivati ad una certa età si chiude il cassetto con dentro il sogno e si guarda di più alla realtà.

«Il mio rapporto con Bruno e Roberto (Reverberi, ndr) è sempre stato molto trasparente – riprende – e questo aiuta a creare un legame forte. Quest’anno è la prima volta che rinnovo per due stagioni, in precedenza ho sempre firmato contratti di anno in anno. Non era mancanza di fiducia, anzi, tutto il contrario. Visto proprio il bel rapporto che ho con Roberto e Bruno abbiamo sempre preferito far così perché se fosse arrivata la chiamata di una WorldTour avrei potuto coglierla al volo. Passare in una formazione del genere ora sarebbe difficile, gli equilibri sono diversi, hanno capitano e la squadra lavora per lui. Mentre nelle professional ci si affida a quei 3-4 corridori che si possono giocare le loro possibilità».

Tonelli, insieme a Rivi, ha vivacizzato la Milano-Sanremo con ben 279 chilometri di fuga
Tonelli, insieme a Rivi, ha vivacizzato la Milano-Sanremo con ben 279 chilometri di fuga

Il nuovo ruolo

Se si guarda nella rosa per la stagione 2023 della Bardiani ci si accorge che Alessandro Tonelli sarà il più “vecchio” nonostante abbia compiuto da poco 30 anni. Un dato che fa pensare a due cose: l’avanzata dei giovani e all’accorciarsi delle carriere.

«Non nascondo che a questa cosa ho pensato, mi sono domandato per quanto ancora possa andare avanti. Da ora sarò un “responsabile” in corsa della squadra, se si guarda al ciclismo di adesso mi potete considerare già vecchio. L’età media si è abbassata e questo valorizza l’esperienza, avrò questa funzione di insegnante. Un ruolo nato in parte già quest’anno grazie al progetto giovani, mi hanno preso come uno dei punti di riferimento in squadra, vista anche la mia quasi decennale esperienza in maglia Bardiani».

L’apporto di corridori di esperienza come Tonelli e Gabburo, qui in foto con Tolio, è importante per far crescere i giovani
L’apporto di corridori di esperienza come Tonelli e Gabburo, qui in foto con Tolio, è importante per far crescere i giovani

I giovani

Allora viene da chiedersi cosa vede l’occhio del maestro a contatto con le giovani leve. 

«Tolio quando ha corso da protagonista allo Slovenia si è appoggiato ai miei consigli ed a quelli dei ragazzi più grandi per rimanere davanti nella tappa più dura. Un altro esempio è la stessa fuga che ha fatto sempre lui al Lombardia: dovevamo entrare nell’azione giusta e Gabburo lo ha spinto a seguire quella che si è rivelato il gruppo buono. Avere un occhio esperto come il mio è importante in gara perché noto dove sprecano e cerchi di dirgli cosa fare e dove migliorare. Gli errori li faranno comunque ma è parte dell’apprendimento, hanno tanta grinta e voglia di fare. Se dovessi trovare una differenza rispetto a quando sono passato professionista io direi che è il periodo di adattamento. Questi giovani sembrano già pronti per le distanze ed i carichi di allenamento, io a differenza loro ho avuto bisogno di una stagione di rodaggio».

Il risultato più importante per Tonelli nel 2022 è arrivato al Giro d’Italia con un terzo posto nella 19ª tappa
Il risultato più importante per Tonelli nel 2022 è arrivato al Giro d’Italia con un terzo posto nella 19ª tappa

A caccia di punti

Parlando con Tonelli emerge un discorso interessante: quello della classifica UCI per le squadre professional. Dal 2024 cambieranno un po’ di regole ed è per questo che ne sono nate di nuove in questo periodo.

«Se alla fine del 2023 non si riesce ad entrare nelle prime 30 professional al mondo non si potranno ottenere le wild card ed essere invitati agli eventi WorldTour 2024. La nostra è una classifica a punti che si aggiorna ogni anno ma i punteggi assegnati sono gli stessi che hanno caratterizzato il triennio WorldTour. Fino a quest’anno non c’è una classifica che decreta l’accesso agli inviti, quindi anche una professional appena nata come la Q36.5 può partecipare a corse come il Giro. Questa classifica non distingue tra professional e continental. Se una squadra come la Colpack, per fare un esempio, dovesse entrare nelle prime 30 potrebbe cambiare la sua collocazione e diventare professional, scalzando via team come il nostro».

Alla luce di questo si capisce subito come dal prossimo anno ogni corsa diventi fondamentale. Corridori di grande esperienza e di qualità come Tonelli sono merce rara e vanno tenuti stretti.

«Nel 2022 ho fatto ben 82 giorni di corsa, infatti queste vacanze mi servivano (ride, ndr). Di recente sui social mi hanno taggato in una classifica che faceva vedere la top 20 dei corridori che sono stati più in fuga. Io sono undicesimo e primo degli italiani con 1214 chilometri. Si tratta di una bella caratteristica per una professional, che deve sempre cercare di entrare nelle fughe e che dovrà anche inziare a pensare ai punti. Il Giro d’Italia e Sanremo sono state l’apice della stagione, al primo sono entrato in due fughe cogliendo anche il terzo posto nella diciannovesima tappa. Mentre alla Sanremo mi hanno ripreso solamente a 8 chilometri dall’arrivo».

In altalena tra U23 e pro’: Tolio, ma come fai?

01.09.2022
5 min
Salva

Se si guarda il calendario si può notare come Alex Tolio sia l’uomo sempre presente per la Bardiani CSF Faizanè. Il ventiduenne di Bassano del Grappa è passato quest’anno nella professional di Reverberi e fa parte del progetto giovani. Ha corso regolarmente un gran numero di gare, sia tra gli under 23 che tra i professionisti. Ma come fa a gestire questo doppio impegno?

Tolio ci risponde dal Belgio, oggi inizia il Flanders Tomorrow Tour, breve corsa a tappe dedicata agli under 23, che si disputa sulle strade delle classiche del Nord. «Abbiamo trascorso dei giorni tranquilli – ci dice con voce allegra Alex – domenica si è corso in Olanda alla Ronde van de Achterhoek, gara 1.2 mentre domani (oggi per chi legge, ndr) siamo in Belgio».

Nel 2022 Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Brabante e Giro di Slovenia
Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Brabante e Slovenia
Un bel programma di corse al Nord, ci torni dopo aver disputato la Freccia del Brabante…

Sì, quando si viene da queste parti si nota subito il cambiamento, non si tratta solamente di spostarsi in un Paese diverso. Cambiano molte cose: le strade, le condizioni climatiche, di corsa, la competitività degli atleti. Alla Freccia del Brabante, ad aprile, ho rotto il ghiaccio, è stata un’esperienza tosta ma motivante, c’era pioggia, brutto tempo, insomma, un clima da lupi! Domenica in Olanda, invece, il clima era favorevole, ma le strade meno. C’erano vento e sterrato a rendere tutto complicato.

Anche il Belgio non scherza!

No no, questa tre giorni nelle Fiandre sarà bella tosta. Si tratta di una gara under 23, ma pur sempre internazionale. Il livello dei partecipanti sarà altissimo. Ma visto che la nostra squadra under 23 è legata ad una professional, possiamo fare solo gare internazionali, non ci sono mai giorni facili.

Il giovane corridore veneto ha corso molte delle gare internazionali della categoria under 23, qui al Trofeo Piva a inizio aprile
Il corridore veneto ha corso molte gare internazionali del calendario under 23, qui al Trofeo Piva a inizio aprile
Abbiamo visto che corri molto sia tra gli under che tra i pro’ come sta andando?

Era un accordo che avevo con la squadra fin da inizio stagione. Avendo un’età più avanzata, il mio calendario prevedeva anche delle corse con i professionisti, Ho messo insieme un bel bagaglio di corse, disputando anche la Strade Bianche. A causa di quella partecipazione non ho potuto gareggiare al Giro d’Italia Under 23, la squadra mi ha però fatto un bel regalo mandandomi al Giro di Slovenia.

E te la sei cavata piuttosto bene.

E’ stata una bellissima esperienza perché arrivavo da un periodo in cui la condizione non era al massimo. Giorno dopo giorno sono riuscito a trovare il colpo di pedale giusto, ho indossato anche la maglia di miglior giovane alla fine della prima tappa (foto di apertura, ndr). E nell’ultima frazione ho colto un bellissimo quarto posto, quindi mi ritengo molto soddisfatto.

Uno dei compagni con cui Alex ha legato molto in corsa è Davide Gabburo, un ottimo mentore per i più giovani
Uno dei compagni con cui Alex ha legato molto in corsa è Gabburo, ottimo mentore per i più giovani
Come riesci a trovare il ritmo giusto passando da gare under 23 a quello con i pro’?

Non è semplice, sono due modi di correre molto differenti. Tra gli under c’è molta imprevedibilità, i professionisti sono più “tranquilli” ma quando aprono il gas devi aver la gamba giusta per seguirli. La grande differenza nel passare da una categoria all’altra è l’approccio alla corsa, lì trovi la chiave giusta per interpretare bene quello che succede intorno a te. Facendo questo “ascensore” mi sono costruito una memoria, e prima ti ricordi come si corre in quella situazione meglio è. Più corri più ti abitui, all’inizio non era semplice, ora riesco a gestirmi molto meglio, complice anche una migliore condizione. 

Ed il rapporto con i diesse?

Ovviamente in base a dove ti trovi cambiano i consigli e le direttive, ci sono consigli diversi. Quando sei tra i professionisti hai un supporto maggiore in corsa. Invece, negli under 23, siamo una delle squadre più curate e quindi il modo di correre e le tattiche sono differenti. 

Gareggiare in due categorie differenti non è semplice, ma dopo un po’ di pratica si trova il modo giusto per ambientarsi
Gareggiare in due categorie differenti non è semplice, ma dopo un po’ di pratica si trova il modo giusto per ambientarsi
Con i compagni?

Grazie al mio continuo cambio di categoria ho avuto modo di correre e di allenarmi con tutti: dai più giovani ai più esperti. Uno con il quale ho parlato molto anche in corsa è Gabburo, al Giro di Slovenia eravamo spesso davanti insieme e lui mi “guidava” spesso nel gruppo o mi consigliava che fare. 

Quando torni dai più giovani porti qualche insegnamento?

I ragazzi che sono arrivati sono molto svegli e imparano in fretta, io poi sono una persona molto riservata, non mi piace parlare molto. Sicuramente cerco di trasmettere loro qualcosa nel modo di correre e nell’approccio alle gare ed agli allenamenti. Preferisco i fatti alle parole.

Dopo il Valle d’Aosta, Tolio (a destra) si è fermato per un mese: nei programmi un po’ di riposo prima del finale di stagione
Dopo il Valle d’Aosta, Tolio (a destra) si è fermato per un mese: un po’ di riposo prima del finale di stagione
Questa tua altalena tra professionisti ed under 23 continuerà fino a fine stagione?

Sì. Dopo questa corsa a tappe in Belgio andrò al Giro di Slovacchia dal 13 al 17 settembre e poi correrò le gare in Italia. Prima quelle under 23, come Ruota d’Oro e Piccolo Lombardia, e poi le classiche dei professionisti

L’anno prossimo non sarai più under 23, dopo quello che hai visto ti senti pronto?

L’idea della Bardiani era quella di prepararmi gradualmente al passaggio totale nei professionisti che avverrà nel 2023. Già nel 2021 con la Zalf avevo corso qualche gara, ma essendo un team continental il calendario era principalmente legato all’attività under 23. Questo 2022 mi è servito per imparare tanto, e non è ancora finito, quindi avrò ancora modo di fare esperienza. Il progetto che la Bardiani aveva in testa è questo, preparare gradualmente i corridori al passaggio nel professionismo, direi che sta funzionando.

Tolio paga cara la Strade Bianche, ma prenota una grande estate

05.05.2022
4 min
Salva

Parlando con Marco Selleri dei corridori ammessi al prossimo Giro d’Italia U23, avuta la certezza che probabilmente avremo al via la superba accoppiata francese GregoireMartinez, è stato con una certa sorpresa che abbiamo accolto una defezione, quella di Alex Tolio, sottolineata dallo stesso organizzatore della corsa.

«Per quelli che sono già professionisti – ha detto – conta solo che non abbiano partecipato a gare WorldTour. I due francesi non lo hanno fatto, invece Tolio, che l’anno scorso fu il migliore della Zalf, lo hanno portato alla Strade Bianche, quindi il Giro non potrà farlo».

Nel 2021, Tolio ha chiuso il Giro U23 in 11ª posizione ad appena un secondo dal 10° posto (foto Scanferla)
Nel 2021, Tolio ha chiuso il Giro U23 in 11ª posizione ad appena un secondo dal 10° posto (foto Scanferla)

Una brutta sorpresa

Memori della conversazione con Cassani di qualche settimana fa sull’importanza di fare certe corse più di una volta per mettersi alla prova, siamo andati dritti dal corridore vicentino della Bardiani-CSF per sapere come vadano le cose e come abbia preso la notizia.

«Non sapevo che correndo la Strade Bianche – ammette – non avrei fatto il Giro. Ci sono rimasto un po’ male, perché il mio obiettivo era trovare la condizione proprio per quel periodo. Ma l’obiettivo resta invariato, non ci perderò il sonno. La mia strada va avanti a prescindere. Perciò domenica correrò il GP Industrie del Marmo, poi il 12 maggio andrò per quindici giorni a Livigno con la squadra, preparando la seconda parte di stagione».

Nel 2021, Tolio ha vinto la Piccola Sanremo di Sovizzo (foto) e la Strade Bianche di Romagna (foto Scanferla)
Nel 2021, Tolio ha vinto la Piccola Sanremo di Sovizzo (foto) e la Strade Bianche di Romagna (foto Scanferla)
Non sei ancora in vacanza, insomma…

No, no, sono a casa e svolgo allenamenti regolari (ride, ndr). Devo ammettere che ho avuto un inizio di stagione più difficoltoso. Non ho avuto particolari problemi, è andato tutto liscio. Ugualmente sono stato sotto tono, ma ultimamente sto migliorando corsa dopo corsa.

Come sta andando il debutto nel nuovo team?

Finora ho avuto la possibilità di fare belle esperienze. Mi sono divertito e ho fatto tanta fatica. Soprattutto alla Coppi e Bartali dove, a detta di corridori ben più esperti, abbiamo trovato un dislivello importante. Mi sono fermato come previsto l’ultimo giorno, perché la domenica dovevo correre a San Vendemiano e volevamo arrivarci avendo recuperato un po’.

Come ti trovi con Rossato in ammiraglia?

Ha una grande passione e non ci mette pressione, scusate il gioco di parole. A tavola si scherza, poi però in corsa siamo tutti con grande motivazione. Si vede che Mirco ci sa fare con i giovani, capisce bene la nostra età. Ma insieme si vede che è abituato anche a lavorare nel professionismo.

Il 2021 ha visto la Zalf di Faresin, a sinistra, vincere anche il tricolore con Benedetti
Il 2021 ha visto la Zalf di Faresin, a sinistra, vincere anche il tricolore con Benedetti
Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno?

La prima differenza grande è stata la preparazione invernale. Dopo anni a lavorare nella zona di casa, dovendomi adattare al freddo e cercando di sfuggire alla pioggia, ho fatto due bei blocchi di lavoro in Spagna. La stessa preparazione è stata gestita in modo diverso, perché le condizioni meteo favorevoli ci hanno permesso di fare salite e lavori che in Italia non sarebbero stati possibili.

Sei passato dalla preparazione di Faresin a quella di Pino Toni?

Esatto, è un anno nuovo, sto cambiando i miei riferimenti. Con Faresin avevo ed ho ancora un ottimo rapporto. Ho fatto tre anni da U23 e si è creato un bel legame, non solo a livello tecnico e agonistico. A Gianni mi potevo appoggiare, è uno di famiglia, passavamo tanto tempo insieme e i risultati sono sempre venuti. Sa cosa vuol dire andare in bici e secondo me fa una grande differenza.

Nel 2022 Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Freccia del Brabante
Nel 2022 Tolio ha corso parecchio tra i pro’: Antalya, Coppi e Bartali, Gran Camino, Laigueglia, Freccia del Brabante
Invece con Pino?

La prima differenza che vedo è che nei tre anni da U23 lavoravo molto sul fondo, lavoro lungo e tanto medio. Ora invece si fa più specifico e più intensità, anche se non mancano uscite più lunghe. Può darsi anche che l’inizio un po’ faticoso sia dovuto al fatto che il mio fisico usciva da tre anni a un certo modo e si è dovuto adattare al nuovo metodo di lavoro. All’inizio è stato impattante, mentre già al Liberazione ho percepito il cambiamento.

In che termini?

Di brillantezza. Non ho mai avuto problemi di fondo, ma ogni volta che si apriva la corsa, a me mancava qualcosa. Invece a Roma ho notato che riuscivo ad accelerare e a starci dentro. Per questo vediamo come va domenica al Marmo e poi non vedo l’ora di ripartire dall’altura. Giro o non Giro, ho tanta strada da fare.

Alex Tolio, il ciclismo come scuola di vita

27.09.2021
5 min
Salva

La scorsa settimana Alex Tolio ha vinto la 54ª edizione della “Piccola Sanremo” (foto Scanferla in apertura). Classicissima per under 23 che si corre in Veneto, per la precisione a Sovizzo. La vittoria del corridore della Zalf Désirée Fior non è una novità, ci ha abituato a vittorie importanti, come la “Strade Bianche di Romagna”. Il ventunenne di Bassano del Grappa è cresciuto tanto negli anni e crede ancor di più in sé stesso e nelle sue capacità, ma non è stato sempre così. Scopriamo insieme chi è e com’è arrivato a questi traguardi.

Alex Tolio esulta per la vittoria ottenuta alla “Piccola Sanremo” corsa accompagnata dalla pioggia (foto Scanferla)
Alex Tolio esulta per la vittoria ottenuta alla “Piccola Sanremo” corsa accompagnata dalla pioggia (foto Scanferla)
Ripartiamo dal tuo ultimo trionfo a Sovizzo.

E’ stata una gara tiratissima fin dai primi chilometri con una media nella prima ora molto alta. Nella fuga iniziale, di tredici corridori, sono entrati due miei compagni di squadra e questo ci ha permesso di correre coperti. Nel finale Lorenzo Visintainer si è avvantaggiato ed io successivamente mi sono riportato sotto e sulla penultima salita l’ho staccato. Praticamente ho iniziato a godermi la vittoria già dai 5 chilometri dal traguardo.

Ti aspettavi di poter vincere?

Il percorso era adatto alle mie caratteristiche quindi puntavo a fare bene questo non lo nego. Arrivavo da un periodo di corse molto intenso. Dal Gp di Capodarco (chiuso al terzo posto, ndr) ho corso per un mese e mezzo ininterrottamente. Non ero più molto brillante e me ne rendevo conto gara dopo gara, così insieme al mio direttore sportivo abbiamo deciso di fare una settimana di stop.

Vuol dire che hai un’ottima conoscenza del tuo corpo.

In questi anni ho imparato a gestirmi e ad ascoltare il mio fisico. E’ importante sapere quando hai bisogno di recuperare, lo staff tecnico poi in questo è fondamentale. Ma devi anche essere tu che ti convinci che sia giusto riposare altrimenti lo vivi come un obbligo e non ne trai beneficio.

Come hai raggiunto questa consapevolezza?

Mi ha aiutato anche la natura perché a differenza dei miei coetanei non ho avuto una crescita rapida. La mia è stata una maturazione fisica graduale anno dopo anno. Sono cresciuto di pari passo sia mentalmente che fisicamente. Non è stato tutto rose e fiori però.

In che senso?

Da bambino ho avuto un periodo in cui volevo smettere. Tra gli 8 ed i 9 anni ero un po’ piccolo fisicamente, non avevo molta motivazione. Questi fattori mi avevano messo addosso la paura per la competizione, ma per fortuna la mia famiglia mi ha convinto a continuare. Questo mi ha aiutato a maturare e forse a diventare la persona che sono oggi.

Come sei di carattere?

Sono molto preciso, pignolo direi, una cosa o la faccio bene oppure non la faccio, piuttosto ci spendo un’ora in più.

Dici che è stato il ciclismo a farti maturare quindi?

Sì, se avessi abbandonato alla prima difficoltà non avrei mai raggiunto questi traguardi, sportivi ma anche scolastici. Praticare questo sport da adolescente e andare a scuola allo stesso tempo non è facile, ogni momento libero lo dedichi alla bici. Non sono sacrifici perché fai quel che ti piace ma impari bene a capire quali sono le tue priorità, ti poni un obiettivo.

Prima mi parlavi della tua maturità fisica, hai ancora tanto da scoprire?

Il mio fisico mi sorprende sempre, giorno dopo giorno. Quest’anno la grande sorpresa è stata la risposta al Giro d’Italia Under 23. Alla mia prima apparizione in questa corsa sono andato davvero bene. Prima avevo corso anche la Settimana Coppi e Bartali con la nazionale, ma era stata un palcoscenico diverso.

Alex Tolio in azione alla “Settimana Coppi e Bartali” con la maglia della nazionale, è stata la prima vera corsa a tappe per lui
Alex Tolio in azione alla “Settimana Coppi e Bartali” corsa con la maglia della nazionale, è stata la prima vera corsa a tappe per lui
Perchè?

Correvamo con i professionisti ed in più era la mia prima vera corsa a tappe. Sono sodisfatto di com’è andata, infatti da lì sono andato anche al Giro d’Italia Under 23.

Com’è stata come prima esperienza, ti piace questo tipo di gare?

La risposta del mio fisico è stata buona, dal punto di vista dello stile di vita non mi pesa e quindi non escludo che in futuro possa correre altre gare del genere.

A proposito di nazionale, l’ultimo è stato un weekend speciale, ti spiace non essere andato in Belgio?

Correre con la maglia azzurra è qualcosa di davvero eccezionale, ti fa risaltare in gruppo. Andare in Belgio per disputare il mondiale sarebbe stato bello. Ma non mi aspettavo una convocazione, non avendo fatto neanche la preparazione con loro.

Ti aspettavi un risultato come quello di Baroncini e dell’intero team azzurrro?

È un mondiale, è scontato dire che ci siano delle motivazioni in più di una corsa “normale”. Correre con l’azzurro addosso ti accende una fiamma di orgoglio che ti fa spingere quel dente in più. Sabato hanno corso con il coltello tra i denti, era una gara lunga e bisognava essere bravi ad uscire allo scoperto nel momento giusto.

Ora che andrai tra i pro’, alla Bardiani, ti senti pronto?

Mi sento pronto mentalmente, il salto è grande e non devo aver fretta. L’importante è esserci con la testa, non aspettarsi tutto e subito. Bisogna correre con la consapevolezza che le batoste arriveranno, dovrò essere bravo ad imparare e non farmi abbattere, un po’ come a scuola.

Per il finale di stagione cosa ti aspetti?

Voglio fare bene e lasciare la Zalf con un bel ricordo di me. Domani parte il Giro di Sicilia (dal 28 settembre al primo ottobre ndr), un’altra corsa a tappe – ride – ci ho preso gusto. Poi ci sarà il Piccolo Giro di Lombardia e lì finirà la mia stagione. Farò un periodo di riposo e poi sotto con la prossima avventura.

Tolio, splendida follia alla Strade Bianche di Romagna

21.04.2021
4 min
Salva

Una pazzia vera e propria. Un allungo che si è trasformato in una cavalcata di 50 chilometri di fuga solitaria. A Mondaino, Alex Tolio – trevigiano di Crespano del Grappa, 21 anni lo scorso 30 marzo, che corre con la Zalf Euromobil Desiree Fiorha dominato la quarta edizione della Strade Bianche di Romagna di ExtraGiro. Un’azione nata quasi per caso e poi portata a termine con ogni energia in corpo per resistere, dopo un vantaggio massimo di 1’20”, al forte ritorno degli inseguitori. Alle sue spalle il gruppo è esploso sull’erta finale che portava al traguardo. Nell’ordine hanno chiuso Alessandro Verre (Colpack-Ballan) a 42”, Riccardo Lucca (General Store) a 50” e poi frazionati il danese Asbjorn Hellemose (Vc Mendrisio), gli azzurri Gianmarco Garofoli (Team Dsm) e Antonio Puppio (Team Qhubeka), che avevano provato a ricucire quando il gap dal battistrada era sui 30”.

Sfinito dopo il traguardo e dedica finale alla mamma che compie gli anni (foto ExtraGiro)
Sfinito dopo il traguardo, poi la dedica alla mamma (foto ExtraGiro)

La fuga nel dna

L’atleta veneto è alla terza vittoria da under 23, tutte in solitaria. La prima venne a luglio 2019 al Gp Polverini nell’aretino, la seconda lo scorso ottobre al Gp Empoli. E’ tornato alla Zalf dopo la parentesi di dodici mesi fa con la Casillo-Petroli Firenze e la dedica di questo successo è per la madre. «Perchè compirà gli anni fra qualche giorno – dice – e questo è un regalo tutto per lei».

Nel 2017 il russo Kustandinchen vinse con un fuga di 30 chilometri e tu oggi hai fatto meglio. Ci racconti come è andata?

Ho tentato questa azione per provare a fare selezione, il nostro obiettivo era quello di anticipare le squadre più forti. Prima di entrare nel terzo dei cinque tratti di sterrato, quello in salita (tra Trebbio di Montegridolfo e Tavullia, ndr), ci sono stati un paio di scatti ed eravamo tutti sfilacciati. In quel punto mi sono trovato da solo e speravo che mi seguisse qualcuno. Sapevo che sarebbe stata ancora molto lunga e c’era anche molto vento. Il mio diesse Contessa mi ha comunicato un primo vantaggio di radio corsa e mi ha consigliato di attendere, però purtroppo non arrivava nessuno. Col senno di poi è stato meglio così, ma vi assicuro che negli 10-15 chilometri di gara ero sfinito. Sul traguardo non avevo la forza di esultare anche se la gioia era immensa.

Neglii ultimi 10-15 chilometri la fatica è stata bestiale (foto ExtraGiro)
Neglii ultimi 10-15 chilometri la fatica è stata bestiale (foto ExtraGiro)
Come è stato pedalare sullo sterrato.

E’ stata una emozione particolare perché era la prima volta che disputavo una gara del genere e devo fare i complimenti agli organizzatori. Hanno allestito una grande manifestazione. Mi sono un po’ sentito come i pro’ nella Strade Bianche. E mentre pedalavo tutto solo, ho preso motivazione pensando a loro. Guido bene la bici e me la cavo, ma ero all’esordio in una esperienza così, quindi era tutto nuovo e tutto da scoprire. Naturalmente sono contentissimo di questo risultato.

Il tuo margine è stato un elastico: 30″, poi quasi 1’30” e infine hai perso altri 40” in pochissimi chilometri prima dell’arrivo. Dove hai trovato le energie?

Ho cercato di andare del mio passo. In salita ho tenuto un ritmo regolare per poi spingere ancora in pianura e discesa in modo da recuperare quello che perdevo in salita. Ho tenuto duro più che potevo e ho dato tutto ciò che avevo, forse anche di più.

Una pazzia quindi per la tua vittoria più prestigiosa?

Sì sì, assolutamente una follia e la più importante. Ma adesso posso dire che è andata bene ed è stato meglio così.

Sul podio finale con Verre e Lucca a capo di una vera impresa (foto ExtraGiro)
Sul podio finale con Verre e Lucca (foto ExtraGiro)
Sei un passista-scalatore, a chi ti ispiri?

Se devo fare un nome, uno su tutti, dico Vincenzo Nibali, il più grande ciclista italiano che abbiamo.

Progetti per il futuro?

Fare il meglio possibile in tutte le gare e diventare professionista, che è il mio sogno da quando sono bambino. Io ce la metterò, spero che il passaggio avvenga il prima possibile.