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Kuss e la Jumbo: ipotesi e chiacchiere sul contratto

25.09.2023
5 min
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Sepp Kuss ha vinto la Vuelta ed ha un altro anno di contratto con la Jumbo-Visma. Far parte della squadra numero uno al mondo e la consapevolezza che non avrebbe mai vinto senza la benevolenza dei compagni smorza probabilmente ogni velleità. Tuttavia, la penuria di uomini da Giri potrebbe indurre qualche squadra a tentare l’americano. E per contro, nei piani del suo agente potrebbe esserci la voglia di tentare il salto. Che cosa fa in certi casi l’agente di un corridore come Kuss?

Alex Carera con suo fratello Johnny è uno dei soci fondatori della A&J, società che rappresenta un ampio numero di atleti
Alex Carera con suo fratello Johnny è uno dei soci fondatori della A&J, società che rappresenta un ampio numero di atleti

Il contratto di Kuss

Sepp è seguito da un agente americano, per cui quello che segue è praticamente un discorso da bar, per capire quali siano le dinamiche possibili. Lo abbiamo chiesto ad Alex Carera, che non ha mai lavorato con Kuss, ma in certi scenari si muove perfettamente a suo agio.

«Farei un altro ragionamento – inizia il bergamasco – e cioè che in questo momento ci sono cinque team estremamente ricchi e Kuss fa parte di uno di quelli. Quindi l’eventuale proposta economica di un’altra squadra, potrebbe arrivare dalla stessa Jumbo, cui lui deve qualcosa, come la Jumbo deve qualcosa a lui. Io credo che se fossi il suo agente, la prima cosa che farei sarebbe incrementare il suo contratto, ma al tempo stesso punterei ad allungarlo, perché non so quante altre Vuelta potrebbe vincere».

Richard Plugge, Merijn Zeeman e i loro gioielli: Vingegaard, Kuss e Roglic. I contratti sono blindati
Richard Plugge e i suoi gioielli: Vingegaard, Kuss e Roglic. I loro contratti sono blindati
Infatti Kuss avrà certamente la consapevolezza che se gli altri lo avessero attaccato, non avrebbe vinto…

Sicuramente questo c’è, perché aveva soltanto 8 secondi di vantaggio e non ci dimentichiamo che ha guadagnato tre minuti grazie a una fuga. Per cui se io fossi il suo agente farei questa mossa.

Kuss sembra un ragazzo con la testa sulle spalle, ma può capitare che al corridore venga la voglia di andare a cercare fortuna altrove?

Se vince un grande Giro, se la gioca anche dov’è, quindi perché andare via, considerato che lui è uno di quelli meglio pagati? Secondo me non è questo il problema. Ci sono tre grandi Giri e nessun grande capitano può farli tutti, quindi se lui da gregario pure diventasse capitano, troverebbe lì il suo spazio.

In cosa si potrebbe migliorare il contratto?

Prima di tutto, nella maggior parte dei casi hai già previsto delle clausole migliorative, nel caso di particolari risultati. Questo è il punto numero uno, per cui normalmente tutti hanno il bonus. Non solo per la vittoria, anche per una top 3 o una top 5. Quando le cose iniziano a mettersi in questo modo, non si aspetta neppure la fine della corsa: tante volte si bussa alla porta del team manager anche durante la competizione.

Kuss vive in Andorra da anni e ora la sua popolarità è alle stelle
Kuss vive in Andorra da anni e ora la sua popolarità è alle stelle
L’atleta è al corrente di queste manovre?

In queste fasi l’atleta deve rimanere concentrato unicamente sulla gara. Oggi un bravo agente è colui che lascia l’atleta più tranquillo possibile, in modo che non debba preoccuparsi delle discussioni con le squadre. Poi a fine gara, il lunedì o la domenica sera, si tirano le somme.

L’incremento di un contratto così, fermo restando che non sappiamo da che base parta, è significativo secondo te o si parla di piccoli ritocchi?

Quando uno parla di un atleta del genere, è normale che sia un ritocco significativo. Molto dipende anche dalla base di partenza. Kuss a mio parere, provo a fare una stima, è un atleta che guadagna un milione e 200 mila, un milione e mezzo, quindi si parlerebbe di un salto in avanti comunque importante. Non ho la certezza che lui guadagni così perché non sono suo agente, però credo che per un atleta considerato da tutti come uno tra i migliori aiutanti al mondo, e non da oggi, i valori siano questi.

Quindi gli orizzonti possibili in questo momento non sono molti…

Lui è un caso molto particolare. E’ già al top come atleta, in una tra le cinque squadre più ricche al mondo. Quindi bisogna considerare che non ce ne sono così tante che possano paragonarsi alla Jumbo a livello di budget: due o tre al mondo? Quindi un conto è se corresse in una squadra più piccola, ma corre già alla Jumbo, credo che il caso neanche si ponga.

Kuss ha aiutato Roglic a vincere il Giro, poi Vingegaard al Tour: la squadra gli doveva qualcosa
Kuss ha aiutato Roglic a vincere il Giro, poi Vingegaard al Tour: la squadra gli doveva qualcosa
La sensazione è che rispetto a una volta la vittoria non sia più il motivo per cambiare squadra…

La differenza è che adesso ci sono contratti molto più lunghi: una volta normalmente erano biennali, adesso sono quadriennali. Di conseguenza fanno tutti i programmi a crescere con dei bonus. E’ un’altra mentalità: oggi si ragiona a lunga scadenza, una volta si ragionava a corta scadenza. Quindi il ragionamento non si può più fare in questi termini.

Aumentare l’ingaggio comporta necessariamente un prolungamento?

Se chiedi di più, devi dare qualcosa in cambio. Quindi io sono disposto a concedere fino a 500 mila euro in più, ma devo avere in cambio uno o due anni di contratto in più.

Scalco: tappa all’Astico-Brenta, mondiale e poi la Bardiani

09.09.2022
4 min
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Come anticipato qualche giorno fa, Dino Salvoldi ha portato gli juniores della nazionale all’Astico-Brenta, prova del calendario under 23 ed elite. Un bel banco di prova, in vista dell’appuntamento iridato del 23 settembre in Australia. Tra di loro c’è anche Matteo Scalco (nella foto di apertura al Giro della Lunigiana, foto Scanferla), che dal prossimo anno sarà un corridore del team Bardiani CSF Faizanè, entrando così nel progetto giovani della professional di Bruno e Roberto Reverberi

«Da martedì siamo a Montichiari, ci siamo allenati un paio di volte insieme e ieri abbiamo corso all’Astico-Brenta. E’ stata una buona prova in vista anche del Trofeo Buffoni che correrò domenica con il mio team (Borgo Molino Rinascita Ormelle, ndr)». 

Matteo Scalco (il terzo da destra in maglia azzurra) ha corso ieri all’Astico-Brenta, corsa under 23/elite
Matteo Scalco (il terzo da destra in maglia azzurra) ha corso ieri all’Astico-Brenta, corsa under 23/elite

Una prima esperienza

Quella di ieri all’Astico-Brenta è stata una prima esperienza importante per Scalco che dal prossimo anno, in maglia Bardiani, disputerà le gare internazionali under 23. 

«E’ stato un bel test – dice – ed è andata anche molto meglio di quanto potessi immaginare, alla fine sono arrivato ventesimo. Sono soddisfatto di quanto fatto, direi che non ho sofferto i troppo la distanza (140 chilometri, ndr) alla fine sono venute fuori tre ore e venti di corsa, esattamente quanto una gara juniores. Ovviamente il ritmo era più alto ed è stato difficile rimanere con i migliori, ma ce l’ho fatta. Se avessi avuto questa gamba anche al Lunigiana… Va beh, ci sono altri appuntamenti importanti ora».

Gli juniores come Scalco corrono con i rapporti bloccati, anche se dall’anno prossimo non sarà più così. All’Astico-Brenta però Matteo ha avuto modo di montare l’undici come rapporto più lungo al posteriore. Una prima volta anche questa.

«Ho usato raramente l’undici, solamente in alcuni tratti un po’ in discesa dove si spingeva forte. Per il resto, anche in pianura non l’ho mai utilizzato. Sono riuscito a gestirmi bene, era la prima volta e non sapevo bene cosa aspettarmi, ma alla fine anche negli junior si fa velocità e usiamo il 14, basta far girare le gambe. Questo sarà il livello che troverò il prossimo anno e devo dire che come primo approccio mi piace, ovviamente in alcune corse si alzerà un po’ l’asticella, ma sono curioso di vedermi all’opera».

Scalco, in mezzo tra Roberto e Bruno Reverberi ed il suo procuratore Johnny Carera, correrà per Bardiani dal 2023
Scalco, in mezzo tra Roberto e Bruno Reverberi ed il suo procuratore Johnny Carera, correrà per Bardiani dal 2023

Il professionismo

Nel 2023 Scalco, come detto, correrà in Bardiani, ma in che modo è arrivato al team professional italiano?

«Verso maggio ho firmato la procura con i Carera – racconta – e una volta fatto, abbiamo preso in considerazione le possibilità che mi si erano presentate. In Bardiani avevo già un mio compagno dello scorso anno, Pinarello, che ho sentito costantemente durante l’anno. La sua esperienza mi ha aiutato a prendere questa decisione. E’ vero che avrò un contratto da professionista, ma correrò nella categoria under 23, facendo però tutte prove internazionali. Questo calendario non sarà così fitto ma mi permetterà di andare ad obiettivi, e salendo mano mano di livello capisci se questo può essere il tuo mondo.

«Si erano fatti vivi dei progetti delle squadre WorldTour con team Development. Ma quando la Bardiani si è fatta viva con un progetto secondo me migliore, non ho esitato ad accettarlo. Lo vedo come un gradino intermedio, che mi permetterà di crescere passo dopo passo».

Scalco Piva 2022
Scalco ha raccolto molti successi quest’anno, molti importanti, tra cui il Trofeo Piva junior, vinto per distacco (foto Bolgan)
Scalco Piva 2022
Scalco ha raccolto molti successi quest’anno, molti importanti, tra cui il Trofeo Piva junior, vinto per distacco (foto Bolgan)

A misura d’uomo

Dall’esperienza del suo ex compagno di squadra, Scalco ha deciso di intraprendere il cammino in Bardiani, una decisione che fa capire come il progetto giovani sia ben avviato.

«Pinarello si è trovato bene – racconta Scalco – soprattutto per quanto riguarda la scuola. Visto che non corriamo tutti i weekend, c’è una migliore gestione dello studio e dei carichi di allenamento. E’ riuscito a fare tutte le gare internazionali in Italia, tra cui il Giro Under 23, e qualche gara all’estero, come quella in Belgio appena conclusa.

«Per quanto riguarda i dettagli non sappiamo bene cosa dovremo fare. Per esempio non so se sarò costretto a cambiare residenza o meno, durante l’ultimo consiglio federale avevano detto che avrebbero cambiato questa regola. Ho parlato con i Carera, ho conosciuto sia Johnny che Alex, sono venuti anche a vedermi al Lunigiana, a dimostrazione che ci credono».

In che modo il ranking UCI cambierà il mercato?

05.08.2022
4 min
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Come si sta muovendo dunque il mercato? Ne parliamo con Alex Carera, procuratore tra i più esperti. Solo ieri abbiamo proposto una carrellata dei maggiori nomi che hanno cambiato casacca, la stanno cambiando o se la terranno stretta.

Ma noi vorremmo analizzarlo meglio nel suo insieme. Cosa emerge da questo primo scorcio di ciclomercato? La classifica UCI con la salvezza/retrocessione delle squadre ha inciso in qualche modo su questi movimenti? 

Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti
Carera 2021
Alex Carera è uno dei procuratori più esperti

L’incertezza della retrocessione

C’è davvero o no questa caccia ai velocisti in questo mercato estivo? Di base sembrano essere loro che portano più punti. Ma Carera è subito molto chiaro.

«La situazione – dice Alex – è semplice: la novità è che la classifica UCI per i team ha dato un’impronta a questo mercato. Ci sono dei team, anche grandi squadre, che rischiano di perdere la licenza WorldTour. Se al termine della stagione si arriva al 19° posto, si perde la licenza, ma per un’altra stagione si ha il diritto di partecipare alle corse più importanti. Se invece si arriva ventesimi si perde sia la licenza, sia questo diritto. Israel-Premier Tech e Lotto-Soudal, per ora, sono le ultime due.

«E il problema qual è? Che i contratti stipulati rischiano di essere nulli. Mi spiego. Quando tu firmi un contratto e assicuri a quell’atleta un contratto (e un calendario, ndr) da WorldTour e poi non lo fai questo può decadere.

«In questo modo le squadre a rischio, per un anno almeno, fanno fatica a prendere corridori buoni. Quelli di seconda fascia okay, ma quelli di prima non li prendi. Quei corridori non vengono da te rischiando di non poter fare certe corse, di non avere sicurezze in generale».

Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step
Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic: il belga è passato dalla Alpecin alla Quick Step

Caccia ai velocisti?

Noi stessi, stando anche a quel che ci dissero lo scorso anno alcuni team manager, abbiamo pensato ad una vera caccia ai velocisti. Gli sprinter, vincendo di più, o comunque anche piazzandosi di più nelle prime posizioni, tendono a portare un maggior numero di punti. Di conseguenza sono i più gettonati.

Ma anche in questo Alex Carera, aggiusta il tiro. «L’idea dei velocisti e di chi più vince e porta punti è anche giusta – spiega Alex – ma è sbagliata l’attribuzione dei punti. Non può essere che l’Arkea-Samsic a maggio abbia raccolto più punti con delle gare minori di quanto non abbia fatto la Trek-Segafredo in tutto il Giro d’Italia. O che una vittoria in una tappa del Tour valga come un settimo posto a San Sebastian (ottavo se rapportato al Giro, ndr).

«Detto ciò, io non vedo una caccia ai velocisti. Avere il velocista non è garanzia di punti. I punti, così dicono le statistiche, li portano i corridori completi. I corridori alla Lorenzo Rota per intenderci».

La caccia al velocista ha senso se si è un team francese, belga o olandese. Perché? Perché lassù ci sono molte corse veloci, piatte anche per conformazione territoriale, molte 1.1 che assegnano tanti punti.

«Loro sì che cercano il velocista. E infatti se si va a vedere la classifica delle professional degli ultimi anni, è stata vinta (andando a ritroso) da: Alpecin-Deceuninck, Intermarché Wanty Gobert due volte e TotalEnergies. Ma nel calendario italiano quante ce ne sono di corse così? Ben poche».

Il “dream team” continental della Groupama-FDJ… Per Carera, Madiot non poteva perdere i suoi gioielli
Il “dream team” continental della Groupama-FDJ… Per Carera, Madiot non poteva perdere i suoi gioielli

E sulla Groupama-FDJ…

Altro aspetto che ci ha colpito di questo mercato e che commentiamo con Alex è il passaggio multiplo dei ragazzi della Groupama-FDJ dalla continental alla WorldTour. E’ questo il futuro?

«Sì, ho visto – commenta Carera – ne hanno fatti passare otto. Per me è un’eccezione. Perché avevano la miglior squadra continental del mondo. Si è visto dai risultati al Giro U23, al Valle d’Aosta e si vedrà all’Avenir (anche se si correrà per nazioni, i suoi corridori brilleranno, ndr). Avevano i migliori atleti. Hanno fatto un ottimo lavoro di reclutamento e proprio per questo non potevano permettersi di perderli. Quando gli ricapita un team con quelle qualità?».

«Se poi mi chiedete se le continental sono il futuro, io dico sì. Non tanto perché creano dei bacini di giovani, ma perché consentono uno scambio di atleti e un calendario più fresco. Di fatto una squadra non ha 30 corridori, ma ne ha 45».

Stanga

Stanga, smettere presto è sempre colpa dei corridori?

18.01.2022
4 min
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Quella frase di Alex Carera continua a risuonare nella mente: «Coloro che smettono non sarebbero nemmeno dovuti passare». Ne avevamo parlato anche nell’editoriale della settimana scorsa, perché in essa è contenuto molto del malessere che vive attualmente il ciclismo italiano. Si parla tanto di passaggi precoci al professionismo, ma nella storia italiana periodi simili non sono una novità, lo ha raccontato anche un campione del secolo scorso come Silvano Contini. Allora dov’è la verità?

Per approfondire il discorso abbiamo voluto confrontarci con Gianluigi Stanga, marinaio di lungo corso che ha vissuto molteplici ruoli nel ciclismo professionistico (ha anche il patentino Uci come procuratore), per verificare innanzitutto se è davvero un problema nuovo con cui dobbiamo aver a che fare.

«Ci sono stati più periodi – dice – nei quali si passava pro’ appena scavallata la maggiore età. Non solo ai tempi di Saronni e Contini, non dimentichiamo ad esempio Pozzato, anche lui passò professionista sulla base dei risultati nelle categorie giovanili. Quando il talento emerge in maniera prepotente, è chiaro che si tende a massimizzare e a iniziare la carriera che conta quanto prima. Allora però le squadre erano composte al massimo da 14-15 corridori, oggi ne hanno il doppio e quindi si pesca con maggiore frequenza».

Carera 2021
Alex Carera, procuratore, ha messo sul piatto una prospettiva diversa sui passaggi precoci
Carera 2021
Alex Carera, procuratore, ha messo sul piatto una prospettiva diversa sui passaggi precoci
Venendo nello specifico, Carera ha ragione?

Per alcuni versi sì, ma è chiaro che i procuratori fanno di tutto per accelerare i tempi. Guardiamo il caso di Ayuso, appena ha iniziato a ottenere risultati è subito passato, io credo che rimanere ancora fra gli under 23 gli avrebbe fatto bene, anche per incassare meglio le giornate storte che ci sono state e ci saranno, come per ogni corridore. Poteva bastare anche terminare la stagione, poi affrontare il nuovo anno nella categoria maggiore con meno pressioni.

Perché il passaggio di categoria è così traumatico?

E’ un ciclismo diverso, con molta più pressione e pochi si adattano subito. Nelle categorie precedenti si è tutti coccolati, quando passi sei uno dei tanti e molti si sentono abbandonati. Alla fine emergono quelli che hanno più carattere, quindi è parzialmente vero che i corridori prima di passare dovrebbero pensarci bene, è pur vero però che poi hai il terrore che il treno non passi più e i procuratori, che nel tempo si sono moltiplicati, spingono per farli passare.

Saronni Moser 1980
Un giovanissimo Saronni in maglia tricolore, insieme al “nemico” Moser. Beppe passò a 19 anni, nel ’77
Saronni Moser 1980
Un giovanissimo Saronni in maglia tricolore, insieme al “nemico” Moser. Beppe passò a 19 anni, nel ’77
E’ giusto dire che vendono il loro prodotto?

Solo in parte. Un procuratore non finisce il suo lavoro quando il corridore ha firmato il contratto, ma deve continuare a seguirlo, deve aiutarlo a emergere perché solo così anche lui potrà guadagnare. Nel calcio è più semplice, i giocatori hanno tempo per emergere, ci sono le squadre Primavera, qui invece si consuma tutto più in fretta, da junior puoi essere un vincente, ma da pro’ non è detto che sia la stessa cosa.

Non sarebbe il caso di porre un freno, imporre una militanza nella categoria, se non per tutta la sua durata almeno per parte?

Le regole ci sono in Italia, ma si aggirano facilmente con la residenza estera, perché il problema è a monte, nel regolamento internazionale che è cambiato con le Olimpiadi. Mi spiego meglio: prima del 1992 c’erano due federazioni distinte, quella per professionisti e per dilettanti, che comunicavano ma gestivano autonomamente l’attività. Poi con l’avvento dei professionisti alle Olimpiadi in ogni sport, si è proceduto all’unificazione e venendo ai giorni nostri, all’estero il problema non è così sentito come da noi e nessuno ha interesse a rimettere mano al regolamento. Quel che dovrebbe vigere è il buon senso: d’altronde come fai a impedire a un maggiorenne di firmare un contratto proposto? Si rivolgerebbe subito a un tribunale del lavoro vincendo la causa…

Pozzato 2013
Anche Filippo Pozzato passò professionista a 19 anni saltando di categoria
Pozzato 2013
Anche Filippo Pozzato passò professionista a 19 anni saltando di categoria
Sei d’accordo sul fatto che il precoce passaggio di Evenepoel ha provocato danni nell’ambiente?

Tutte le squadre cercano il Remco o il Pogacar della situazione e quindi appena uno vince, anche da allievo, subito si grida al campione. Se hai una squadra di 30 corridori, 10 saranno per le vittorie, 10 per lavorare, fra gli altri puoi anche permetterti di scommettere…

Quale potrebbe essere allora la soluzione?

L’ho detto, il buon senso. Ricollegandosi al ciclismo di una volta, mettendo un limite al numero di ciclisti tesserabili nelle varie squadre, limitando l’attività come giorni di gara, tanto le prove che contano veramente, che cambiano la vita di un corridore e fanno la fortuna di un team sono sempre quelle: una Liegi non potrà mai essere paragonata a un Uae Tour… Manager e diesse, procuratori e corridori, io dico che bisogna lavorare tutti di comune accordo avendo a mente il bene generale e non del singolo, se serve tenere i giovani un po’ di più a bagnomaria, facciamolo, se ne gioveranno più avanti. Ma mi rendo conto che sto parlando di un’utopia, vista la società nella quale viviamo…

Salvato, cosa dice l’Accpi di questi passaggi precoci?

05.01.2022
5 min
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Si finirà col fare spallucce e le cose andranno avanti al solito modo. Perciò, prima che smetta di essere argomento di discussione, torniamo per qualche minuto sul tema dello scorso editoriale e sui passaggi di corridori che, pur di diventare professionisti direttamente dagli juniores, ricorrono alla residenza estera.

Come già detto, il problema è tutto nostro perché nonostante l’Uci abbia spazzato il campo dai dubbi, la Federazione italiana ha stabilito una regola per la quale l’accesso al professionismo è subordinato all’aver corso per tre anni in categorie internazionali. Deroghe sono state concesse, come per Tiberi e Piccolo, affinché passassero dopo appena un anno da U23. Il presidente Di Rocco le giustificò alla luce dei limiti all’attività imposti dalla pandemia, ma forse proprio la storia di Piccolo dovrebbe far riflettere su cosa accada passando senza la necessaria solidità psicologica.

Nel 2020 Di Rocco firmò una deroga per i passaggi di Tiberi e Piccolo, nella foto. Ma quest’ultimo è presto tornato U23
Nel 2020 Di Rocco firmò una deroga per i passaggi di Tiberi e Piccolo, nella foto

Due fronti contrapposti

Ognuna delle parti in causa ha le sue ragioni e le difende. Ruggero Cazzaniga, vicepresidente Fci additato dai più come l’estensore e il difensore della norma italiana, dice che la decisione spettava alla Lega del Ciclismo Professionistico, che se ne è lavata le mani rinviando tutto al Consiglio federale. E aggiunge, a difesa della regola che regolamenta i passaggi, di aver parlato a lungo di questo con Luca Guercilena e che il grosso limite di chi passa troppo giovane è l’incapacità psicologica di reggere il gioco.

Alex Carera, procuratore dei due corridori in questione (Pinarello e Pellizzari) si scaglia contro la norma italiana. E parlando delle tutele per i ragazzi, dice che avrebbe avuto dubbi se la gestione della Bardiani fosse stata la stessa degli ultimi 4-5 anni (quando sarebbero stati fatti passare corridori non all’altezza, che per questo hanno smesso), ma che il nuovo progetto U23 gli sembra convincente. Che i ragazzi svolgeranno la stessa attività che farebbero in continental, ma avranno i contributi versati e guadagneranno tempo in termini di esperienza. 

Al netto del fatto che sulla scelta di questi ragazzi si potrà fare una valutazione basata sui fatti fra un paio di stagioni, il punto resta però la norma e i motivi per cui essa è stata prevista. Se si ritenesse di volerla/doverla abolire, servirebbe che tutte le forze in campo si sedessero a un tavolo per discuterne. Il tentativo di aggirarla risolve probabilmente il caso specifico, ma rinvia il problema alla prossima volta. Come avere l’auto con targa dell’Est per aggirare le sanzioni del Tutor.

Masnada è passato a 24 anni quando ha raggiunto la necessaria solidità. A proposito di passaggi precoci…
Masnada è passato a 24 anni quando ha raggiunto la necessaria solidità

La voce che manca

Una voce che ancora manca all’appello è quella del sindacato dei corridori. Che cosa succederebbe se in un’azienda venissero assunti dipendenti privi della necessaria formazione? Il sindacato probabilmente insorgerebbe, mentre dall’Accpi non sono venuti segni di reazione. Ragione per cui abbiamo interpellato Cristian Salvato, il suo presidente. Che cosa pensa di questi passaggi?

«E’ difficile prendere posizione – dice – ed è un fatto che l’Italia sia l’unico Paese con questo sbarramento. La mia opinione è personale, ma è pur sempre quella del presidente dell’Accpi. Da un punto di vista del diritto al lavoro, Pinarello ha ragione. Credo però anche che la Fci abbia preso una linea corretta. Si deve avere pazienza, perché sono tanti i corridori bruciati per essere passati troppo presto. Spero che Pinarello, che non conosco, diventi il nuovo Nibali, ma che motivo ha di voler anticipare così tanto?».

Evenepoel è un’eccezione: nel 2018 vinse 23 corse da junior, fra cui doppio europeo e doppio mondiale
Evenepoel è un’eccezione: nel 2018 vinse 23 corse da junior, fra cui doppio europeo e doppio mondiale
Alex Carera parla della bontà del progetto Bardiani.

Se Pinarello fosse mio figlio, dato che ha la stessa età, gli avrei consigliato comunque di aspettare. Vero che c’è il progetto Bardiani, ma proprio parlando di quella squadra forse poteva far maturare gli altri corridori che non ha confermato. Non tutti arrivano in due anni e si continua a fare l’esempio di Ballan oppure di Ballerini e Masnada, passati fra i 23 e i 25 anni, per dire che conviene aspettare il giusto tempo.

Non è strano che la norma italiana sia contro quella internazionale?

Credo sia necessario uniformare le norme, però l’Italia è la culla del ciclismo e delle migliori idee di questo sport e ha un buon regolamento. E’ vero che il ciclismo è cambiato, ma guardando le foto Pinarello non mi sembra formato com’era Quinn Simmons quando vinse il mondiale juniores. Non mi sembra un Pippo Pozzato. Magari sarà anche forte, ma abbiamo delle strepitose continental e squadre di under 23 in cui sarebbe potuto maturare molto bene.

Sei a favore dell’unificazione delle norme, ma trovi giusta quella italiana?

Secondo me non è sbagliata. Chi non crede a tante cose, creda alla matematica. E la statistica dice che a fronte dei tanti che ogni anno passano, sono più quelli che smettono presto perché sono passati quando non erano pronti. La domanda è: ci troviamo davanti a un fenomeno?

Ayuso è passato nel WorldTour dopo sei mesi da U23 in cui ha vinto ogni corsa, anche il Giro, con grande facilità
Ayuso è passato nel WorldTour dopo sei mesi da U23 in cui ha vinto ogni corsa
I fenomeni hanno diritti a parte?

Se arriva uno come Ayuso o come Evenepoel, se fossero italiani, che al secondo anno da junior vince 23 corse fra cui entrambi gli europei con distacchi abissali ed entrambi i mondiali, si può valutare che passi prima, perché fra gli under 23 avrebbe poco da imparare. Ma Pinarello quante corse ha vinto nel 2021?

Sei o giù di lì…

Il ciclismo è cambiato, vero, ma io ne vinsi 5 fra cui un mondiale e non passai direttamente. Alcuni miei compagni ne vinsero 12-13 e non ci sono mai arrivati al professionismo. Ripeto, il ragazzo ha i suoi diritti, ma credo che l’Italia abbia ragione. Lo dissi subito, a suo tempo: il precedente di Evenepoel farà disastri. Detto questo, ora che Pinarello ha firmato il suo contratto, come Associazione lo accoglieremo. Ma come Presidente e padre gli dirò che avrebbe potuto aspettare.

Carera 2021

Il valore di un corridore? Parola ad Alex Carera

04.01.2022
7 min
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Al pari del calciomercato anche nel ciclismo in qualche modo si parla spesso di acquisti, di nuove leve, di stelle da scoprire… In tutto ciò gioca un ruolo centrale la figura del procuratore, colui che aiuta il corridore non solo a trovare una squadra ma anche un buon contratto. Noi vorremmo capire come viene stabilito il valore “di mercato” di un corridore e per farlo ci siamo rivolti Alex Carera, uno dei procuratori più esperti.

Dopo due stagioni alla corte di Gianni Savio, nel 2018 Egan Bernal passò al Team Sky
Dopo due stagioni con Savio, nel 2018 Bernal passò al Team Sky

Contratti e penali 

«Innanzitutto va fatta una precisazione – spiega Alex Carera – rispetto al basket o al calcio in cui c’è un valore del cartellino dell’atleta, nel ciclismo questo non esiste. In qualche modo sono tutti svincolati e non è possibile fare delle plusvalenze. Detto ciò, ci sono però le penali».

La penale può essere equiparata al valore del cartellino. «La penale è obbligatoria in un solo Stato ed è la Spagna. E’ una cifra che si stabilisce in merito alla “forza” di quel corridore. In pratica se si paga alla squadra il valore di quella penale, il corridore è svincolato e torna ad essere libero. Per esempio proprio Pogacar ha una penale, altissima, per essere svincolato dalla UAE. Abbiamo stabilito una cifra che il team manager Gianetti ha accettato».

A questo punto però ci viene in mente il caso Bernal. Quando fu venduto da Gianni Savio all’allora Sky (oggi Ineos), per il colombiano c’era un “costo del cartellino”.

«Intuito il valore assoluto dell’atleta, Savio aveva previsto nel contratto che, se fosse arrivata una proposta da un team WorldTour entro un certo termine, avrebbe avuto diritto ad un indennizzo per rescindere appunto il contratto tra la sua squadra e l’atleta in questione (un importo che il piemontese ha chiamato “premio di valorizzazione”, ndr). Ma non è stato il solo caso. C’è stato anche quello di Masnada. Per Fausto addirittura questo è accaduto due volte: nel passaggio alla CCC e da qui alla Quick Step, chiaramente con importi diversi».

La festa organizzata da A&J All Sport per i propri assistiti. In primo piano a destra anche Johnny, in ripresa da un brutto incidente d’auto
La festa di A&J All Sport. A destra anche Johnny, in ripresa da un incidente d’auto

Il valore dell’atleta

Come si fa a stabilire un valore di mercato? A quanto pare non è solo il procuratore che attribuisce un valore.

«E’ il mercato stesso che dà una valutazione al corridore – riprende Carera – chiaramente ogni procuratore ha un’idea di base sul proprio atleta. Gli dà una stima. Ma lo stipendio non lo stabilisce né il team, né il procuratore, né il corridore. E’ appunto il mercato a determinarlo. Molto poi dipende anche dalla situazione del corridore stesso, se questo è in crescendo o in calando. E addirittura può variare nel corso della stagione.

«Faccio un esempio banale. Prendiamo Covi. Alessandro inizia il 2021 con un determinato valore. Dopo un buon Giro d’Italia ne assume un altro e dopo San Sebastian ne ha un altro ancora. E più il corridore è giovane e più vale, perché potenzialmente può migliorare».

Leggere il mercato

E qui secondo Alex Carera interviene l’abilità del procuratore. La sua intuizione nel sapersi muovere in anticipo.

«Il bravo procuratore è colui che sa leggere il mercato, capire ed analizzare l’evoluzione dell’atleta e della situazione. Se nasce una nuova squadra automaticamente aumenta il valore contrattuale di ogni corridore. Ci sono più posti a disposizione e quindi più scelta.

«Se al contrario chiude un team, il valore si riduce, specie per chi è in scadenza di contratto. Il caso della Qhubeka per esempio ha provocato un abbassamento del valore medio. Poi è anche vero che chi è davvero forte, da una situazione così, ne può anche approfittare per accaparrarsi uno stipendio buono dal team che lo andrà a prendere».

Per Carera, Vingegaard (classe 1996), secondo al Tour, è la sorpresa del 2021
Per Carera, Vingegaard (classe 1996), secondo al Tour, è la sorpresa del 2021

Il potenziale

Carera ha parlato di potenziale. Quanto cioè un atleta può fare: crescere, raccogliere, vincere… Chiaramente se è giovane tutto assume un altro valore. Quanto incidono dunque il potenziale e soprattutto l’età nell’andare a stipulare un contratto?

«L’età – dice – conta moltissimo. Se tu vinci una Roubaix a 23 anni potenzialmente puoi vincerne almeno altre cinque. Se ne vinci una a trent’anni, ne puoi vincere un’altra o due al massimo. Quindi l’età conta, ma conta di più vincere presto. Prima vinci, prima raggiungi certi livelli e più assumi valore. Anche perché va fatta una considerazione: si fa presto ad aumentare il valore, mentre ci vuole di più a perderlo in quanto subentra una questione d’immagine che ci si porta dietro nel corso delle stagioni».

Sorpresa Vingegaard

Però non sempre oggi il mercato tende a ragionare in base alle vittorie. A volte si dà un alto valore ad un corridore anche se questo da giovane non ha vinto o non è esploso definitivamente. Per esempio ci viene in mente Fortunato, re dello Zoncolan, buon corridore e ottimo potenziale. Ad un certo punto della stagione era sulla bocca di tutti.

In questo caso Carera fa dei chiarimenti. «Secondo me non è un esempio calzante, Lorenzo non è così giovane. E per il mercato se tu hai vinto la tappa dello Zoncolan o un’altra cambia poco. Lui è già al terzo o quarto anno da pro’.

«Per me un esempio calzante in tal senso potrebbe essere Vingegaard. Per me lui è stata la vera sorpresa del 2021 con il secondo posto al Tour de France. Un qualcosa di grandioso. Il problema per il danese è che questo risultato non lo ha colto quattro o cinque anni fa da neoprofessionista, ma a 25 anni. Jonas non è passato da predestinato, per questo ha un valore sottostimato».

Oggi la categoria juniores è uno dei bacini maggiori per i team e i procuratori
Oggi la categoria juniores è uno dei bacini maggiori per i team e i procuratori

Sempre più giovani

L’età media nel passaggio tra i professionisti si sta abbassando. Squadre e procuratori vanno a cercare atleti sempre più giovani, tra gli juniores sicuro e forse anche tra gli allievi, proprio per il discorso del potenziale.

«Tra gli allievi no – dice Carera – non è neanche una categoria internazionale UCI. Oggi essendoci più procuratori nel mondo o presunti tali, si va alla ricerca di atleti sempre più giovani anche perché se ci lavori bene hai più probabilità di mantenerli nel corso degli anni. I contratti si sono allungati per durata, sono a lunga scadenza. Vedere contratti triennali è molto più normale rispetto ad una volta.

«Noi (l’agenzia di Alex e Johnny Carera è la A&J All Sport, ndr) lavoriamo su due mondi. Vediamo i file, gli ordini di arrivo da una parte e abbiamo una rete di talent scout dall’altra. Con loro andiamo a scoprirli sul campo, magari anche in Paesi diversi. Per esempio abbiamo Diego Millàn per l’America, Andrea Noè per l’Italia o Intxausti per la Spagna. Lì cerchi di scoprire nuovi talenti, chi ha margine di crescita. Poi è chiaro, una volta avremmo preso un corridore all’ultimo anno tra gli under 23, adesso lo andiamo a pescare al primo anno da juniores».

Il contratto

«Il valore di un corridore – dice Carera – è un cocktail di più elementi. Il primo è l’età, poi la progressione atletica, perché un exploit da “0-100” non contribuisce ad un grosso aumento di valore mentre una certa costanza sì. In Italia, per esempio, abbiamo due giovani che in tal senso sono molto appetibili: Alessandro Covi e Andrea Bagioli.

«Entrambi stanno crescendo con costanza, quindi sono affidabili. Un altro elemento del cocktail è la nazionalità. Un americano vale di più di un corridore croato, per il semplice fatto che negli Stati Uniti c’è più movimento di bici, di sponsor, di marchi interessati. Altra cosa che conta molto oggi sono i follower sui social».

«Tutti questi elementi sono portati nella trattativa con i team. Ma, come ripeto, quello che conta è il valore di mercato. Se tre team ti offrono un milione per quel corridore, vuol dire che il suo valore riconosciuto è quello. Tu procuratore non puoi pensare di ottenerne due. Al contrario se tu pensavi che valesse 500.000 euro e invece ci sono due o tre team che arrivano ad offrirti 750-800.000 ti adegui. Ti adegui in entrambi i casi».

«In fase di trattativa non si deve guardare solo all’offerta economica. Il buon corridore ha sempre più di una sola offerta, ha almeno due squadre che lo seguono. E lui deve scegliere non solo in base i soldi, ma in base al progetto che c’è dietro. I soldi sono la conseguenza di un buon lavoro. Il buon procuratore consiglia questo».

Alex Carera, Giulio Ciccone, 2020

Facciamo il punto con Carera su Piccolo e Tiberi

03.01.2021
4 min
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Dice Alex Carera che quando ha letto l’articolo sul Team Colpack e le parole di Antonio Bevilacqua circa le ingerenze dei procuratori nella vita della sua squadra, gli è andato di traverso il primo dell’anno. Il procuratore di Tiberi, Piccolo e Trainini, ma anche di Nibali, Pogacar e Ciccone (i due sono insieme in apertura), ha la sua versione della storia ed è interessante ascoltarla.

«La storia del passaggio di Tiberi e Piccolo dopo il primo anno da under 23 – dice Carera – era arcinota da prima che scegliessimo il Team Colpack. Avevano entrambi l’accordo, con la Trek-Segafredo e l’Astana, per provare dal 2021. Se poi lo staff tecnico delle due squadre avesse ritenuto per vari motivi di rinviare il passaggio, sarebbero rimasti per un anno ancora. Questo non è successo e le squadre li hanno voluti da subito. Per cui dire che la colpa è dei procuratori e che siamo il male del ciclismo, non mi pare proprio giusto».

Andrea Tiberi, 2020 (foto Instagram)
Antonio Tiberi passa alla Trek-Segafredo dopo il 2020 al Team Colpack (foto Instagram)
Antonio Tiberi, 2020 (foto Instagram)
Tiberi alla Trek dopo il 2020 alla Colpack (foto Instagram)

Il discorso di Carera non fa una grinza e semmai si inceppa su un 2020 che probabilmente non ha dato ai ragazzi il necessario spazio per mettersi alla prova. E mentre Tiberi dà la sensazione di essere più avanti, gli altri due restano un bel punto di domanda. Su Piccolo, le considerazioni di Mazzoleni (preparatore dell’Astana) sono state abbastanza chiare sin da subito, su Trainini ha parlato Reverberi, ma certo anche per lui il 2020 più che un anno di passaggio è stato un anno di (quasi) sosta forzata.

Secondo te sono scelte ragionate, quindi?

Ci mancherebbe altro che non lo fossero, per questo ci tenevo a dire la mia e non passare per quello che non fa il bene dei corridori. Se poi la cosa andrà bene, lo scopriremo in futuro.

Andrea Piccolo, Gp FWR Baron, San Martino di Lupari, 2020
Andrea Piccolo, anche lui corridore di Carera, qui al Gp FWR Baron a San Martino di Lupari, passa all’Astana (foto Scanferla)
Andrea Piccolo, Gp FWR Baron, San Martino di Lupari, 2020
Piccolo, qui a San Martino di Lupari, va all’Astana
E’ difficile contraddire Bevilacqua sul fatto che, con Tiberi, la squadra avrebbe potuto correre un bel Giro d’Italia e anche a lui avrebbe fatto bene…

Per amor di Dio, non si discute che se Antonio fosse rimasto, la Colpack avrebbe avuto un giovamento, ma la scelta non è stata del procuratore e non poteva essere di Bevilacqua.

E’ stata, in questo caso, di Guercilena, giusto?

Faccio l’esempio di Cunego, che è storia vera. Da accordi precedenti, Damiano sarebbe dovuto passare nel 2001. Però parlando con la famiglia, con la Zalf e con Martinelli ci rendemmo conto che gli avrebbe fatto bene un altro anno fra gli under 23 e spostammo il debutto nel 2002, nonostante ci fossero stati altri accordi. Era un ciclismo diverso. I risultati del 2020 dicono altre cose e l’età in cui passare professionisti si è comunque abbassata.

Tomas Trainini, Giro del Friuli 2019, Fontanafredda
Tomas Trainini, qui a Fontanafredda al Friuli 2019, va alla Bardiani senza risultati 2020
Tomas Trainini, Giro del Friuli 2019, Fontanafredda
Trainini, qui al Giro del Friuli 2019, va alla Bardiani
Quindi Bevilacqua sbaglia a dire che si mette in pericolo la carriera dei ragazzi?

Le squadre scelte hanno entrambe grandi tecnici. Josu Larrazabal alla Trek-Segafedo e Maurizio Mazzoleni all’Astana, che fra l’altro segue Piccolo già da due anni. E’ fondamentale che fra tecnico e atleta si costruisca un rapporto di fiducia. L’esempio più evidente è la collaborazione fra Nibali e Slongo, che non si limita alla lettura dei numeri, ma si spinge anche sul piano psicologico.

Mentre Trainini?

Vedremo se anche il suo caso sarà stato ben gestito, il nostro lavoro è sempre sottoposto al giudizio del tempo e delle corse. Il rapporto con la Colpack è buono, è una squadra di Bergamo come siamo noi, abbiamo dentro altri atleti e altri ne porteremo.

Sarà il tempo a dire come andrà la storia e facciamo ovviamente tutti il tifo perché vada bene. L’alternativa purtroppo avrebbe i tratti di una sconfitta per tutto il sistema.