Sportful, 10 anni con Sagan: amicizia, famiglia e buoni affari

03.12.2021
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Dieci anni di contratto tra Sportful e Peter Sagan. Quando mai si è visto un accordo di sponsorizzazione così lungo? Qualcuno pensa che fra dieci anni Peter sarà ancora in sella? Decisamente no, la data del ritiro pare sia stata già stabilita e non è così lontana. Il discorso va spostato davvero sulla sfera dell’amicizia, come si legge nel comunicato attraverso le parole di Dario Cremonese e quelle che abbiamo raccolto di suo fratello Alessio?

«Il rapporto con Peter è sempre stato prima umano e poi professionale – dice Dario Cremonese – legarci a lui è un passo importante ma del tutto naturale per chi sa che tipo di relazione Peter ha con l’azienda, tanto con la proprietà quanto con i suoi dipendenti. E’ sempre un piacere accoglierlo fra di noi e sapere che potremo farlo per i prossimi dieci anni è un orgoglio e un privilegio».

«Peter – gli fa eco Alessio, Ceo dell’azienda – sta rappresentando ed ha rappresentato un modo di vivere il ciclismo dove si può essere vincenti pure quando non si è vinto. Questo lo ha fatto arrivare sia al pubblico del ciclo, ma anche ai meno vicini al nostro mondo. Credo che anche una volta sceso dalla bici, possa continuare a mandare questo bellissimo messaggio».

Un po’ di storia

Sportful come pure Castelli fanno capo alla Manifattura Valcismon, di proprietà della famiglia Cremonese. Un po’ di storia non guasta. Il gruppo nasce nel 1946 dall’idea di Olindo e Irma Cremonese, che partono dai filati di lana per approdare negli anni alla produzione di intimo di qualità. Nel 1972 la prima svolta. Giordano Cremonese, figlio dei fondatori, prende in mano l’azienda ed essendo appassionato di sci di fondo, ma non avendo l’abbigliamento giusto, crea una tenuta elasticizzata che supera gli standard di comfort e prestazione dei capi in lana. Il marchio Sportful nasce proprio così e già l’anno successivo viene messa a punto una linea di abbigliamento per lo sci di fondo. La prima disegnata appositamente per il ciclismo è invece datata 1985. L’acquisizione del marchio Castelli è più recente ed è datata 2003.

L’azienda, in cui nel 2019 è entrato al 40 per cento il fondo Equinox, è oggi gestita e amministrata dai quattro figli di Giordano Cremonese – Alessio, Alberto, Dario e Gioia – e nonostante numeri da prima della classe ha mantenuto al centro la crucialità dei rapporti umani. Per capirci, pare che alla base della chiusura della collaborazione fra Castelli e il Team Ineos, che negli anni ha dato vita a risultati importanti di cui ha beneficiato anche la nazionale italiana, ci sia stata proprio la scarsa empatia fra i vertici del team britannico e l’azienda-famiglia.

Sagan presta da anni la sua immagine al brand, che ne ha colto la credibilità (foto Sportful)
Sagan presta da anni la sua immagine al brand, che ne ha colto la credibilità (foto Sportful)

Visite in azienda

Alla luce di questo, è credibile che dietro la scelta di legarsi a Sagan per così tanto tempo ci sia davvero l’affinità personale. Eravamo presenti a Feltre quando venne lanciata la linea di abbigliamento intitolata allo slovacco ed era evidente che Peter fosse davvero nel suo ambiente. E non stentiamo a credere che amicizia e solidarietà siano valori importanti per dirigenti che nel periodo del lockdown hanno raccolto circa 200 mila euro dalle risorse personali, intervenendo così in appoggio ai dipendenti.

«Quando abbiamo fatto l’accordo – spiega Federico Mele, Head of Global Marketing dell’azienda – non abbiamo guardato agli affari. Non si va avanti soltanto con i numeri, ma anche guardando il lato umano. Peter era già un nostro testimonial, ma soprattutto fa ormai parte della famiglia. Quando viene in azienda si ferma a parlare con tutti, con i Cremonese ma anche con i dipendenti. Vive momenti molto familiari. Il suo contributo inoltre è anche tecnico. I suoi feedback sono importanti. Uno che ha vinto tre mondiali, un Fiandre e la Roubaix sa quali indicazioni dare».

Concluso il contratto con la Bora, Sagan si sposta con bici e abbigliamento alla TotalEnergies (foto Sportful)
Concluso il contratto con la Bora, Sagan si sposta con bici e abbigliamento alla TotalEnergies (foto Sportful)

Sagan e sponsor

L’aspetto più interessante e singolare della vicenda è tuttavia legato alle sponsorizzazioni di squadra. Prendere Sagan ha un costo. Si paga il suo ingaggio, si prendono gli uomini del suo entourage e poi ci sono i suoi sponsor. Il passaggio alla Team TotalEnergies ha visto lo spostamento contemporaneo delle bici Specialized e ovviamente di Sportful. Ma cosa succede se ad esempio la nuova squadra ha già un contratto in essere con un fornitore di abbigliamento?

«Peter ha un contratto con Sportful – spiega Federico Mele – per cui la squadra che lo vuole sa che dovrà prendere anche il suo sponsor. Nel ciclismo i contratti di sponsorizzazione tecnica durano di solito un paio di stagioni, non sono mai lunghissimi. Ma è chiaro che se vogliono Sagan e hanno un contratto in essere, starà alla squadra trovare il modo di risolverlo o comunque gestire la situazione».

Una situazione ben strana, a pensarci bene, che ribalta i rapporti tecnici all’interno delle squadre. Non è più il corridore a doversi adattare ai materiali offerti dal team, ma il team e tutti i suoi atleti a passare su quelli portati in dote dal nuovo corridore.

Colpo d’occhio alternativo per la Roubaix vinta nel 2018. Anche Sportful sul podio
Colpo d’occhio alternativo per la Roubaix vinta nel 2018. Anche Sportful sul podio

Come Contador e Cancellara

La singolarità del contratto Sportful-Sagan, si diceva, sta anche e soprattutto nella durata decennale.

«Non abbiamo alcun rapporto così lungo – aggiunge Federico Mele – anche se con alcuni, come Paolo Bettini l’azienda ha una relazione che si protrae da anni. C’è una bella amicizia anche con Daniel Oss. Allo stesso modo, nello sci di fondo c’è un rapporto molto importante con Dorothea Wierer e con Federico Pellegrino. Ci teniamo molto a tenerli vicini, perché sono portatori degli stessi valori in cui crediamo come azienda. E tornando a Peter, i dieci anni sono una dimostrazione di fiducia e la conferma che non si guarda solo al lato della prestazione sportiva, ma anche e soprattutto al lato emozionale dello sport. Ci sono campioni che non passano mai, come Contador e Cancellara, che hanno smesso ma hanno ancora una voce potente. Crediamo che Peter sia uno di loro».

Così nel 2019 ha festeggiato la settima maglia verde del Tour (foto Sportful)
Così nel 2019 ha festeggiato la settima maglia verde del Tour (foto Sportful)

Lo sbarco in Francia

E poi c’è l’aspetto legato al marketing, perché si tratta pur sempre del rapporto fra un’azienda e un testimonial, il cui ruolo è diffonderne il nome grazie alla sua popolarità.

«Ma non abbiamo scritto l’elenco dei suoi impegni – chiarisce subito Federico Mele – non abbiamo la necessità di farlo, vista la disponibilità che ha sempre dimostrato. Tolto il periodo del Covid in cui gli atleti erano irraggiungibili, nell’ultimo mese ci siamo visti tre volte, poi inizieranno le corse e rispetteremo i suoi tempi. Sbarcare con lui in Francia significa entrare in uno dei cinque mercati per noi più interessanti, dove dobbiamo e possiamo crescere. Il team francese, che peraltro ha anche interessi in Spagna, è un’opportunità, dopo essere stati con lui in uno tedesco. Ma ripeto, dietro questo accordo c’è la voglia di avere Peter con noi a prescindere da quello che ci potrà dare. Sembrerà anche strano, ma quando si è proposto di fare questa cosa, lo scopo era ed è ancora esattamente questo».

Il viaggio di Castelli da Rio a Tokyo, fra vento e caldo umido

10.06.2021
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Come nasce la maglia per andare alle Olimpiadi? In un ciclismo in cui i dettagli sono ormai il vero ago della bilancia e vengono disegnati nel vento perché uno svolazzare di tessuto può fare la differenza fra l’oro e il nulla, in cui il caldo umido spinge verso un tessuto piuttosto che un altro, che cosa c’è dietro i body quasi argentati con cui correranno gli italiani a Tokyo?

Una premessa è d’obbligo, i body sono in fase di realizzazione proprio in questi giorni: la maglia presentata ieri a Roma servirà per gli allenamenti ed è stata utile per far vedere la grafica.

Tre anni di studio

«Il cammino è stato lungo – ha spiegato Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di Manufattura Valcismon che in apertura è con Viviani e Roberto Amadio – ed è iniziato tre anni fa in collaborazione con il Politecnico di Milano e i necessari passaggi in galleria del vento, alla ricerca della riduzione del materiale e del massimo miglioramento aerodinamico, in una fase in cui l’aerodinamica è diventata cruciale».

Clima decisivo

Si è parlato di scelte tecniche legate al clima caldo umido di Tokyo ed è una costante nel disegnare le maglie olimpiche. Già nel 1992, gli azzurri corsero con una divisa celeste su strada e azzurra in pista. Ad Atlanta e Sydney si tornò a un azzurro venato di bianco e di verde. Ad Atene si scelse il bianco e così pure a Pechino, Londra e anche Rio. Dove non arriva la tecnica, si spinge poi il marketing e tutto sommato l’idea di offrire ogni quattro anni un prodotto innovativo dalla grafica rinnovata tira anche sul mercato.

Alessio, quando si è assodato che farà caldo e sarà umido, come vi siete mossi?

Ci siamo messi al lavoro per individuare nuovi tessuti e reingegnerizzare il prodotto, tenendo conto anche delle diverse esigenze di vestibilità.

Si parte dall’ultimo body e si va avanti?

Ne teniamo conto, ma in cinque anni ci sono stati nuovi studi per cui il body 2021 sarà piuttosto diverso da quello di Rio.

In che misura incide la collaborazione con gli atleti?

E’ molto importante. Gli atleti provano i prodotti: quelli che già sono sponsorizzati da noi e quelli del giro della nazionale. Devono stare comodi e sanno in che modo una cucitura possa essere spostate perché non dia fastidio. 

Nel 2004 per Bettini maglia Sportful e tutta bianca
Nel 2004 per Bettini maglia Sportful e tutta bianca
In che modo si conciliano vestibilità e aerodinamica?

Utilizzando cinque tipi di tessuto e individuando un taglio unico che permette al body di mantenere la pressione e variare la compressione nei punti in cui deve esserci l’aderenza perfetta. Ormai si sta andando verso maniche sempre più lunghe, calze più alte e pantaloncini al ginocchio. Se non ci fossero delle limitazioni da parte dell’Uci, si potrebbe quasi immaginare il body integrale.

Quando costa realizzare un body come questo?

Non poco. Il singolo capo, la realizzazione del prototipo costa intorno ai 1.000 euro. La galleria del vento la paghi a ore, migliaia di euro ogni ora. E quando sei lì provi tanti capi e tanti abbinamenti per trovare quello più efficiente. Infine considerate che per occasioni come le Olimpiadi, ogni atleta avrà il suo capo su misura.

Avevamo scoperto che il giovane Ganna fece da manichino per Ryder Hesjedal: chi fa ora da manichino per Pippo?

Ora fa da sé, perché è molto disponibile ed è stato da noi anche pochi giorni fa. E’ chiaro che ognuno ha le sue esigenze. Il body di Ganna per la crono è diverso da quello dell’inseguimento perché si corre all’aperto con quel caldo umido di cui abbiamo detto. Il body dello stradista per lo stesso motivo non ha troppo a che fare con quello che useranno in pista per le gare di gruppo.

Il tempo di correre a Tokyo e poi le divise saranno in commercio?

Sia per un fatto di regolamenti, dato che possono usare solo prodotti in commercio, sia perché se il risultato è buono, la maglia si vende molto bene. Durante la presentazione si è detto che diventa il simbolo della Nazione e i riscontri non mancano. La maglia della nazionale si vende bene nelle località di vacanza, perché i turisti la portano via come se portassero una bandiera.

Ceratizit WNT Pro Cycling con Castelli

Castelli, tra business e territorio

28.03.2021
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Il team femminile Ceratizit WNT Pro Cycling ha il privilegio di vestire per la stagione 2021 i capi di alta gamma prodotti da Castelli. Il brand italiano, che tra i pro’ del WorldTour è storico partner della Ineos Grenadiers, ha difatti scelto la competitiva squadra tedesca per essere ben presente in questo importante settore agonistico in forte sviluppo.

Undici conferme e tre nuove

Rispetto alla stagione 2020, sono undici le atlete confermate, mentre tre sono i nuovi innesti. Tra le conferme più rilevanti c’è da registrare quella della otto volte campionessa del mondo su pista Kirsten Wild, che ha raccolto anche sei vittorie su strada, quattro titoli mondiali e due titoli europei negli ultimi due anni. Come la Wild, è ancora in organico anche la quattro volte campionessa del mondo Lisa Brennauer, che nel 2020 ha bissato il proprio titolo tedesco su strada e ha chiuso al terzo posto nella classifica mondiale femminile dell’UCI dopo aver trionfato anche nella gara “di casa”: la Ceratizit Challenge by La Vuelta.

Anche tre italiane

Un punto fermo della squadra è poi rappresentato dal trio italiano composto da Erica Magnaldi, da Lara Vieceli e da Maria Giulia Confalonieri. Per le prime due un contratto per tutta la stagione 2021, mentre la Confalonieri ha rinnovato un biennale che scade nel 2022. E’ invece al terzo anno con la squadra tedesca l’ex campionessa austriaca su strada Sarah Rijkes. Mentre Kathrin Hammes, Franziska Brausse e Lin Teutenberg hanno rinnovato, così come la campionessa francese su strada Laura Asencioc e Julie Leth.
I volti nuovi sono rappresentati della polacca Marta Lach, della undici volte campionessa finlandese Lotta Henttala, e da quello della britannica Lizzy Banks, già vincitrice di una doppia tappa del Giro Rosa e sul podio al GP Plouay Trophee.

Lara Vieceli ambasciatrice Castelli
Lara Vieceli, ambasciatrice Castelli
Lara Vieceli ambasciatrice Castelli
Lara Vieceli, ambasciatrice Castelli

Un gruppo solido

Curiosità o coincidenza, proprio la giovane Lara Vieceli “riparte” da Castelli. L’atleta di Fonzaso, il piccolo paese dove ha sede lo stesso maglificio famoso nel mondo, è difatti orgogliosa di vestire anche i panni di ambasciatrice ufficiale Castelli nel gruppo del ciclismo femminile.
«Con Castelli stavamo cercando una squadra femminile – ha dichiarato Alessio Cremonese, l’Amministratore Delegato di Manifattura Valcismon, la società proprietaria di Castelli – e proprio grazie a Lara abbiamo incontrato il Team Ceratizit. E dopo il primo incontro devo dire che siamo rimasti molto colpiti perché abbiamo trovato un solido gruppo alle spalle di questa squadra, un team che ha voglia di investire sia economicamente che in operazioni originali di marketing e comunicazione».

Alessio Cremonese  Amministratore Delegato di Manifattura Valcismon
Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di Manifattura Valcismon
Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di Manifattura Valcismon
Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di Manifattura Valcismon

Obiettivo: sviluppare i prodotti

La collaborazione con il Team Ceratizit ha anche l’obiettivo di sviluppare i capi rivolto al mondo femminile.

«Ci è piaciuto il progetto, e da quel momento abbiamo deciso di creare questa partnership – continua Alessio Cremonese – che ha il preciso scopo di sviluppare il prodotto femminile firmato Castelli. Il 15% delle nostre vendite riguarda proprio la produzione femminile e avere Lara nel team per noi è anche motivo di orgoglio. Tutti sanno quanto teniamo al nostro territorio, e ci dà grande soddisfazione poter vestire e supportare l’unica atleta di questo livello che abbiamo oggi in provincia di Belluno».

castelli-cycling.com