Chiuso il Regioni, Scotti rilancia con grandi progetti

08.01.2024
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Su un inedito percorso disegnato nel parco del Divino Amore a Roma, si è conclusa la seconda edizione sperimentale del Giro delle Regioni di ciclocross. Attenzione all’aggettivo perché ha un forte peso nel progetto di Fausto Scotti, che chiude la sua stagione di impegni organizzativi e già si proietta verso un nuovo anno che si prospetta ricchissimo di sorprese.

Dopo le grandi sfide del Giro d’Italia, Scotti ha messo su due confronti nazionali, prima a Gallipoli in Puglia e poi a Roma, lasciando però da parte il tradizionale teatro delle Capannelle per scegliere un nuovo approdo: «Quando si fanno queste scelte si sa bene a che cosa si va incontro – afferma l’ex cittì della nazionale – avevamo un percorso tutto nuovo da disegnare, strutture da studiare e con il tempo che abbiamo avuto, con il fango che si è creato è venuto fuori un ciclocross di stampo belga. E’ un teatro ideale per un grande evento, dove c’è tutto anche se una struttura come Capannelle, dove tutto è davvero nello spazio di pochi metri, è molto più facilmente gestibile».

Grande giornata per la Cycling Café con le vittorie di Cominelli e Bulleri (foto Bit&Led)
Grande giornata per la Cycling Café con le vittorie di Cominelli e Bulleri (foto Bit&Led)
A conti fatti ti puoi ritenere soddisfatto dell’andamento della challenge?

Certamente sì, considerando che per il secondo anno consecutivo abbiamo potuto mettere in piedi un’edizione fortemente ridotta, solo due prove allestite soprattutto per dimostrare di esserci. In Puglia abbiamo avuto numeri leggermente inferiori alle nostre aspettative, ma a Roma sono arrivati in oltre 350 pur avendo il giorno prima un’altra importante prova nazionale in Friuli. Proprio il problema delle concomitanze è ormai improcrastinabile per la federazione. Non si possono dare concessioni di calendario nazionale a 50 gare quando solo un terzo rispettano davvero tutti i dettami e soprattutto non si può continuare su questa strada delle concomitanze che penalizzano tutti.

Che prospettive ci sono per questo circuito?

Molto buone perché già ho ricevuto richieste e penso che il prossimo anno avremo intanto due nuove prove, in Basilicata e Campania. Perché funzioni servono però soldi e infatti siamo in contatto con due grandi sponsor che hanno mostrato interesse, se entreranno potremo davvero mettere in pratica le nostre idee. Ma noi guardiamo all’attività complessiva: basti pensare che per il Giro d’Italia abbiamo ricevuto 15 nuove richieste. I nostri progetti però vanno ben oltre…

Al Regioni erano presenti tutte le categorie con spazio anche per i più piccoli per avvicinarli al ciclocross (foto Bit&Led)
Al Regioni erano presenti tutte le categorie con spazio anche per i più piccoli per avvicinarli al ciclocross (foto Bit&Led)
A che cosa puntate?

Oltre alle challenge abbiamo due grandi idee. La prima è allestire un grande weekend a inizio 2025 legato ai Campionati Italiani giovanili, con 4 e 5 gennaio per le prove tricolori e il 6 gennaio per un evento internazionale, il tutto nel bellissimo teatro di Follonica nostro storico partner per il Giro d’Italia. Il secondo è ancora più ambizioso: vogliamo portare la Coppa del mondo a Torino.

Un colpo di scena. Da che cosa nasce?

Grazie all’esperienza e alla collaborazione del gruppo di Cantoira possiamo mettere su una struttura e un tracciato che saranno pienamente all’altezza del massimo evento internazionale a tappe. Ho già parlato con Flanders Classics e c’è grande disponibilità in merito anche perché ho presentato un progetto molto meno economicamente oneroso di quello di Vermiglio. Avremo bisogno dell’ok di Comune e Regione dove c’è grande sensibilità verso le due ruote, sperando che il Tour de France non assorba tutte le risorse ma diventi anzi un volano per nuove iniziative. Poi avremo bisogno di un grande sponsor con il quale condividere questa grande opportunità.

La prima tappa era stata a Gallipoli con la nazionale italiana al via, qui Elisa Ferri (foto organizzatori)
La prima tappa era stata a Gallipoli con la nazionale italiana al via, qui Elisa Ferri (foto organizzatori)
Torniamo al Giro delle Regioni. Agonisticamente che cosa hai trovato?

Io guardo sempre le gare con occhio molto tecnico e sono rimasto letteralmente elettrizzato soprattutto dalle gare giovanili. Ci sono ragazzini che hanno una tecnica impressionante, c’è un livello generale che è molto alto e se questi ragazzi trovassero strutture adeguate che permettessero loro di fare regolare attività avremmo veri fuoriclasse polivalenti. Per farli maturare serve però una struttura che attualmente il ciclismo non ha, per questo dico che andrebbe rivisto tutto il sistema, legato a concezioni ormai vetuste. Fra tutti segnalo un nome: Nicola Carrer, pugliese vittorioso fra gli Esordienti 1° anno, mi ha davvero impressionato.

E nelle categorie assolute?

Si vede che ormai siamo in piena atmosfera Tricolori, c’è stato un bello spettacolo. Nella gara principale ha vinto Cominelli che è in grande forma battendo Antonio Folcarelli che mi stupisce sempre, lui che al mattino si alza quando è ancora buio per lavorare al mercato, eppure se guardate bene è il più costante di tutti, non esce mai dai primi 5. Fra le donne ha trionfato la Bulleri, completando la grande giornata della Cycling Café ma dietro è emersa la lucana Dalila Langone, ancora junior eppure capace di far sua la classifica generale.

Il podio femminile con a sinistra Dalila Langone, prima nella classifica generale e sorpresa della challenge (foto Bit&Led)
Il podio femminile con a sinistra Dalila Langone, prima nella classifica generale e sorpresa della challenge (foto Bit&Led)
Ora che gli impegni agonistici sono finiti, che farà Fausto Scotti?

Si rimette subito a lavorare perché c’è già da impostare la nuova stagione e come si è visto di carne al fuoco ce n’è davvero tanta. Oltretutto mi stanno arrivando anche molte offerte dall’estero, per allestire gare e non solo, anche da grandi team professionistici. Insomma, non c’è tempo per fermarsi…

Un bar per il ciclocross, entrate con noi al Cycling Café

03.02.2023
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Avreste mai pensato a un locale dedicato interamente al ciclismo e in particolare al ciclocross? Non è nella patria dell’attività sui prati, in Belgio, ma molto più vicino, a Ciampino alle porte della Capitale. Non è solo un ritrovo per tutti gli appassionati, un riferimento per chi cerca qualsiasi pezzo specifico tanto da avere una clientela extraregionale. E’ anche la sede di uno dei principali team del nostro Paese in tema ciclocrossistico: il Cycling Café.

A dir la verità il team ha radici più antiche, in quanto ha superato il decennale di attività. Col tempo si è sviluppato al punto di essere uno dei pochissimi del panorama italiano inserito nella lista Uci e che ha corridori provenienti da tutta Italia. Paolo Ottaviani tiene le sue fila, gestendo una formazione che si è messa in luce anche all’estero.

«Abbiamo fatto richiesta all’Uci nel 2019 – dice – da allora siamo un team internazionale e per questo abbiamo aperto i tesseramenti anche a corridori non laziali. Abbiamo 6 corridori a livello assoluto e 12 giovanili, ma l’attività del Cycling Café va oltre perché non facciamo solo attività di ciclocross, ma ci dedichiamo anche a strada e mtb».

A sinistra Fabio Ottaviani, titolare del team e del negozio. Una vita dedicata al ciclocross
A sinistra Fabio Ottaviani, titolare del team e del negozio. Una vita dedicata al ciclocross
Quanti sono in totale i tesserati per il club, considerando anche le attività?

Ne abbiamo una sessantina, ma potrebbero essere molti di più viste le richieste. Non ampliamo il numero perché vogliamo seguire ogni ragazzino con grande attenzione: abbiamo una scuola di mtb che è un po’ il fiore all’occhiello del nostro sodalizio e ci teniamo che ogni tesserato sia adeguatamente seguito.

Il vostro è un team più votato all’offroad?

Sì, il ciclocross d’inverno e la mtb nelle altre stagioni sono le nostre attività primarie. Facciamo anche strada amatoriale, ma solo a livello regionale. Il ciclocross resta però il nostro riferimento principale, almeno a livello assoluto.

Siete uno dei pochi team che fa attività all’estero…

Per noi è un must. Il calendario è molto stretto nel tempo, ogni domenica ci sono gare internazionali, noi con la squadra assoluta cerchiamo di seguire le gare dove ci sono più possibilità di raccogliere punti per il ranking Uci e permettere ai nostri atleti di partire il più davanti possibile. I nostri ragazzi gareggiano un po’ ovunque, dalla Slovacchia alla Svizzera, dalla Spagna al Belgio. Non possiamo seguire un calendario ordinato, nel senso di qualche challenge nella sua interezza anche perché non abbiamo una struttura che si muova all’estero e anche d’inverno il nostro impegno principale verte sui giovanissimi.

Cominelli e la Bulleri sono le vostre punte?

Come risultati indubbiamente. Cristian era già stato con noi, poi era passato alla Scott che lo seguiva sia nella mtb che nel ciclocross. Quest’anno è tornato e ne siamo stati davvero felici. Alessia è un po’ la punta di diamante, tiene molto al ciclocross da abbinare alla sua attività su strada. Ma dietro di loro ci sono elementi che sono in netta crescita.

Per Cominelli una stagione ad alti e bassi. Ora punta tutto sulle Marathon di mtb
Per Cominelli una stagione ad alti e bassi. Ora punta tutto sulle Marathon di mtb
Baldestein è uno di questi, con la sua vittoria al Giro delle Regioni…

Raul si è messo in evidenza tutto l’anno, ha fatto un salto di qualità proprio grazie alle esperienze che ha raccolto all’estero, anche in prove importanti in Belgio. Andava forte già da esordiente, è stato parte della squadra laziale che per l’unica volta nella sua storia vinse la Coppa Italia. Da junior scoprì di essere celiaco e per 3 anni era un po’ scomparso dai radar perché non trovava la giusta alimentazione. Quest’anno sembra davvero aver trovato la quadra e i risultati si sono visti.

Chi altro c’è nel team assoluto?

Ragonesi che quest’anno è passato U23. E’ andato sempre bene, sia nella mtb che nel ciclocross, anzi viene da un dicembre nel quale ha mostrato evidenti progressi. Non ha fatto trasferte perché doveva giustamente privilegiare la scuola.

Alessia Bulleri in gara in Coppa in Val di Sole, finita al 25° posto (foto Facebook)
Alessia Bulleri in gara in Coppa in Val di Sole, finita al 25° posto (foto Facebook)
Un’attività come quella descritta, con tante trasferte all’estero si prospetta onerosa…

Lo è, se si pensa che per ogni atleta che fa attività internazionale bisogna stanziare qualcosa come 25 mila euro. Lo facciamo però con piacere, abbiamo gli sponsor che ci accompagnano e investono non solo nel team ma nelle nostre idee. Siamo un riferimento per tutto il Centro Italia, forse l’unica vera alternativa al predominio del Nord e anche questo ci ha spinto a tesserare atleti anche non di queste parti.

C’è una ricaduta dei risultati del team sull’attività del negozio?

E’ chiaro che lo scopo dell’attività è anche quello di dare visibilità ai marchi. Non saprei dire quale sia effettivamente il rapporto fra le due entità, ma il nostro punto d’incontro è molto conosciuto e frequentato anche da corridori di altre squadre. Inserendo al suo interno il bar abbiamo dato un aspetto diverso dal solito, più legato all’intrattenimento. D’altronde siamo in un periodo strano, con l’onda lunga del Covid che aveva portato un grande movimento di mercato che si va un po’ affievolendo.

Giro delle Regioni, buon inizio tornando alle Capannelle

09.01.2023
4 min
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Il Giro delle Regioni non è più un’idea su carta, ma qualcosa di concreto. Fausto Scotti non è tipo da restare con le mani in mano e dopo la conclusione del Giro d’Italia ha subito messo in moto la sua nuova creatura che dovrà abbracciare e promuovere tutte le discipline ciclistiche e non solo quelle. Si è cominciato con la “sua” specialità, il ciclocross attraverso due gare, la prima a Noci in Puglia e la seconda all’ippodromo delle Capannelle, riaperto alle bici dopo qualche anno che non ha cancellato la memoria delle battaglie per la Coppa del Mondo nel 2013 e 2014.

Tutti i vincitori del Giro delle Regioni. Ora la parola passa alla strada (foto Bit & Led)
Tutti i vincitori del Giro delle Regioni. Ora la parola passa alla strada (foto Bit & Led)

Spalti vuoti, percorso pieno

Come spesso succede, quando un evento si stoppa per qualche anno, ci vuole tempo per riabituare la piazza allo sport in questione. Le tribune di Capannelle torneranno a riempirsi, i prati lo hanno già fatto, con tantissimi in gara nelle varie categorie e riscontri interessanti soprattutto se proiettati verso i campionati italiani del prossimo fine settimana.

Spesso si dice che un’opinione o un giudizio possono cambiare in base alla prospettiva con cui si guarda. Su questo concetto si sofferma Alessia Bulleri, vincitrice in maniera perentoria della gara femminile: «E’ vero che le tribune erano semivuote, ma a ben guardare il percorso era pieno di gente, con molti ai bordi del tracciato e non erano solo addetti ai lavori, lo posso assicurare…».

Alessia Bulleri in azione. La classifica del Giro è andata alla seconda, Sara Tarallo (foto Bit & Led)
Alessia Bulleri in azione. La classifica del Giro è andata alla seconda, Sara Tarallo (foto Bit & Led)

L’esperienza all’estero

Alle Capannelle l’elbana, reduce da alcune gare in Slovacchia dopo la rovinosa caduta in Val di Sole che le era costata la frattura di un dito, ha fatto presto il vuoto: «Sono partita subito forte per fare la differenza riuscendoci a dispetto del vento. La gara era piuttosto particolare: non c’erano difficoltà, ma tanti rettilinei ed era quindi quasi impossibile riuscire a fare selezione. Il fatto di aver vinto in solitudine mentre la maggior parte delle altre categorie sono finite allo sprint è un bel risultato in vista della campagna tricolore, dove puntiamo forte soprattutto al team relay».

Il suo team, il Cycling Café, è forse una delle novità principali della stagione nazionale, anche perché il team romano ha seguito un po’ i dettami forniti tempo addietro dal cittì Pontoni, ossia dare ai propri ragazzi la possibilità di fare esperienza all’estero. Gli effetti si sono visti, non è un caso se la squadra abbia fatto all in nella categoria principale con Cristian Cominelli vincitore della prova romana e Raul Baldestein terzo al traguardo ma primo nella classifica generale del Regioni.

Volata vincente per Cominelli, una vittoria che ci voleva in vista dei tricolori (foto Bit & Led)
Volata vincente per Cominelli, una vittoria che ci voleva in vista dei tricolori (foto Bit & Led)

Il vento unica difficoltà

La vittoria del lombardo è arrivata, questa sì, dopo una gara lottata fino all’ultimo metro e nella quale c’è stata anche qualche scaramuccia con Antonio Folcarelli: «Non potevo fare altrimenti, quello delle Capannelle era un percorso veloce e molto largo dove si doveva anche stare a ruota per via del vento. Io ho provato, ma mi hanno spesso chiuso la porta, specialmente Folcarelli. A Capannelle ho però gareggiato tante volte, sapevo che bisognava evitare l’arrivo di gruppo, alla fine siamo rimasti io e lui a giocarci la vittoria e ho anticipato l’ultima curva. Una bella gioia, ma a essere sincero me ne ha regalate di più mio figlio Bryan in gara nella promozionale, il suo entusiasmo era contagioso».

A far festa è stato il suo compagno di colori Baldestein, uno dei nuovi nomi del panorama nazionale: «Dire che ho vinto in casa è poco: al sabato per provare il percorso sono salito in bici a casa e dopo 10 minuti ero già all’interno dell’ippodromo… La gara è stata molto tirata, quasi simile a una prova su strada. Porto a casa una maglia prestigiosa che è il segno tangibile dei progressi effettuati quest’anno».

Il piatto percorso romano non favoriva la selezione (foto Bit & Led)
Il piatto percorso romano non favoriva la selezione (foto Bit & Led)

Un vero nipote d’arte

Intanto un altro nome che si è affacciato nei quartieri alti è Jacopo Pavanello, nipote di Cristian, il diesse della Borgo Molino, ennesima dimostrazione di come ormai la pratica della multidisciplina si sia diffusa come un virus anche nelle categorie giovanili e soprattutto nei team di riferimento dell’attività su strada. Si diceva che solo grazie a un cambiamento di cultura ciclistica si sarebbe tenuto il passo con le maggiori scuole estere, su questo tema Cassani ha combattuto battaglie per tutta la sua permanenza alla guida tecnica azzurra. Ormai si può dire che quel cambiamento sia in essere e questo è in generale un bel segnale d’inizio 2023…

A Ovindoli svettano Pavan e Bulleri, puntando all’azzurro

14.11.2022
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Archiviato il ricchissimo ottobre con 4 gare in 5 domeniche, il Giro d’Italia di ciclocross ha affrontato la sua penultima tappa inerpicandosi ai 1.350 metri di altitudine di Ovindoli, nel Parco del Sirente-Velino. La gara abruzzese ha confermato quella tendenza già vista a inizio stagione e che gli organizzatori della challenge, l’ex cittì Fausto Scotti in testa, hanno già evidenziato: la particolare struttura del calendario italiano, unita alla necessità da parte dei corridori italiani di trovare punti per il ranking Uci, va impoverendo via via le gare nazionali. I team si dirigono all’estero, seguono obbligatoriamente il calendario internazionale (con dispendio di risorse non da poco) e questo pesa nell’evoluzione del circuito.

Per Scotti la ricerca di punti Uci all’estero è un ostacolo alla partecipazione nelle gare italiane (foto Lisa Paletti)
Per Scotti la ricerca di punti Uci all’estero è un ostacolo alla partecipazione nelle gare italiane (foto Lisa Paletti)

Pavan svetta nella pioggia

Assenti tutti i reduci dagli europei di Namur, hanno trovato spazio altri protagonisti. Ecco così che Marco Pavan colleziona un altro successo in una stagione che sta prendendo una bella piega. Il torinese si è involato già dopo due giri, neanche un quarto di gara per compiere una gara tutta in solitaria, con il laziale Antonio Folcarelli rimasto sempre a mezzo minuto ma incapace di chiudere il gap. Per Pavan la maglia rosa è sempre più salda: «Tra freddo e pioggia non è stato semplice venirne a capo, con questa vittoria la conquista della challenge è più concreta e per questo ringrazio la mia famiglia e il team Cingolani». Marco non lo dice, ma spera anche che queste prestazioni convincano Pontoni a dargli una chance.

Terza vittoria al Giro d’Italia per Pavan che ora può amministrare per il successo finale (foto Paletti)
Terza vittoria al Giro d’Italia per Pavan che ora può amministrare per il successo finale (foto Paletti)

Bulleri in partenza per l’Est

Proprio la caccia a una maglia azzurra tiene viva l’attenzione di molti. Soprattutto nella categoria Elite dove il cittì per sua stessa ammissione è costretto a muoversi random, in attesa di portare a compimento il cammino intrapreso con le categorie giovanili. Ne è conscia Alessia Bulleri, la portacolori elbana della Cycling Cafè che vincendo a Ovindoli si è avvicinata alla leadership dell’assente Rebecca Gariboldi: «Io ci spero, ma per porre una candidatura importante devo farmi vedere anche all’estero, per questo ora abbiamo in programma un trittico di gare in Slovacchia». Torniamo al discorso iniziale.

La toscana si è trovata molto a suo agio sul percorso abruzzese: «Era duro e con tanti strappi, ben diverso da quelli che siamo abituati a trovare in Italia, con tanti piattoni e ritmi veloci. Qui c’era da spingere sui pedali in salita e questo mi ha favorito».

Prima vittoria stagionale nel ciclocross per la Bulleri che ora parte per la Slovacchia (foto Paletti)
Prima vittoria stagionale nel ciclocross per la Bulleri che ora parte per la Slovacchia (foto Paletti)

La nostalgia per la mtb

Questo inizio di stagione di ciclocross è stato proficuo per la Bulleri, grazie anche a una chiusura di stagione su strada forzatamente anticipata: «Una caduta dopo che avevo ritrovato la condizione a seguito della lunga sosta per covid mi ha costretto a rinunciare a tutta la parte finale di stagione, così ho iniziato la preparazione un po’ prima e i risultati si vedono. Mi è spiaciuto perché nel complesso l’annata su strada non era stata male: tra febbraio e marzo avevo anche colto due terzi posti nella Coppa di Spagna, poi il covid aveva fermato tutto».

La scelta di continuare tra ciclocross e strada non la rinnega: «La prossima sarà la quinta stagione con l’Eneicat RBH Global, la mia squadra spagnola, poi vedremo cosa fare, anche perché non nascondo che un po’ di nostalgia per la mountain bike ce l’ho e qualche buona proposta mi era anche arrivata per tornare al mio primo amore. Ma ho un contratto firmato e voglio onorarlo nel migliore dei modi».
Intanto a livello giovanile il ribollire è costante e un nuovo talento si propone all’attenzione: è quello di Alice Sabatino (Jam’s Bike), terza a Ovindoli e prima fra le junior con un successo che la porta a un solo punto dalla leader, Nelia Kabetaj. Per i tricolori del 15 gennaio si prospetta davvero una sfida al calor bianco con tante protagoniste a cercare di farsi vedere dietro le due primedonne Corvi e Venturelli.

Mattia Stenico, talentuoso trentino che sta emergendo nel ciclocross come nella mtb (foto Paletti)
Mattia Stenico, talentuoso trentino che sta emergendo nel ciclocross come nella mtb (foto Paletti)

Nuovi giovani all’orizzonte

Motivi d’interesse emergono anche dai pari età e non solo per l’esito della gara di Ovindoli. Non è un segreto che Pontoni guardi con particolare interesse alla categoria e abbia molto poco gradito la controprestazione generale degli azzurrini a Namur, quindi prospetta per le prossime tappe di Coppa del Mondo un profondo cambio di scelte.

Ettore Prà pone con autorità la sua candidatura dopo la vittoria abruzzese, al termine di una gara nella quale ha provato a lungo a staccare il resto della compagnia, anche con l’aiuto del compagno di colori all’Hellas Monteforte Francesco Bertini, ma la maglia rosa Mattia Stenico (Gs Sorgente Pradipozzo) è rimasta sempre a un tiro di schioppo. I due sono ora separati da un solo punto in vista della finalissima di Gallipoli del 18 dicembre, quel giorno i motivi d’interesse non mancheranno di certo.

Bulleri Eneicat

Bulleri, storia di un’elbana proiettata nel mondo

23.04.2021
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A margine della recente vittoria Chiara Consonni nella Vuelta CV Feminas, scorrendo l’ordine di arrivo emergeva il nome di Alessia Bulleri, quarta al traguardo e la cosa non poteva passare inosservata. Alessia (l’atleta sulla destra nella foto di apertura) ha una storia alle spalle di grande amore per le due ruote, ma un amore che ha cambiato improvvisamente oggetto, quasi inaspettatamente. Perché la toscana era un riferimento assoluto nella Mtb italiana, un mondo che ha lasciato all’improvviso, senza guardarsi indietro. Apparentemente…

La storia di Alessia Bulleri inizia quasi 28 anni fa all’Elba: nell’isola toscana il ciclismo è quasi una religione, o meglio la bicicletta, ideale mezzo di spostamento in un ambiente naturale che in pochissimi chilometri ti porta dal mare ad alture consistenti come il Monte Perone. Tutta l’isola è coperta da una fitta rete ciclabile, per lo più fuoristrada, per questo è uno dei paradisi offroad e chi inizia a pedalare lo fa in sella a una mountain bike.

Un amore sbocciato a scuola

Alessia non poteva sfuggire alla regola, anche se il suo approccio con le bici è arrivato tardi rispetto alla media e attraverso la tanto vituperata scuola, che in alcune zone d’Italia è ancora pervicacemente legata allo sport: «Ho iniziato a 12 anni, grazie alla mia insegnante di educazione fisica che ci invitò a prendere la Mtb come un’occasione sportiva. Chi andava bene poteva fare i Campionati Studenteschi. Io li ho fatti, ma non solo quelli, ho anzi trovato nell’Elba Bike un sodalizio che mi ha fatto crescere tanto portandomi a gareggiare in giro per l’Italia».

Il curriculum di Alessia nella Mtb è ricchissimo: campionessa italiana junior nel 2010, anno nel quale viene selezionata per i Giochi Olimpici Giovanili di Singapore dove conquista un clamoroso argento. Quattro titoli italiani nel Team Relay con la Forestale, 4 successi nella classifica finale degli Internazionali d’Italia e soprattutto il record di 10 presenze consecutive sul podio ai Campionati Italiani. Poi, 4 anni fa, l’addio.

Bulleri Mtb
Alessia Bulleri ha iniziato la sua carriera in Mtb all’Elba Bike, passando poi alla Forestale
Bulleri Mtb
Alessia Bulleri ha iniziato la sua carriera all’Elba Bike

Il presente legato alla Spagna

«Non avevo più stimoli – racconta l’atleta elbana – mi sono accorta che le gare, i percorsi erano sempre gli stessi, anche la gente era sempre la stessa e io sentivo il bisogno di cambiare. Mi arrivò qualche offerta dal mondo della strada, all’Aromaitalia Vaiano ho potuto fare esperienza per tre anni, poi dal 2021 ho iniziato a correre in Spagna, all’Eneicat-RBH Global-Martin Villa». La toscana risiede sempre all’Elba: «E’ casa mia, anche se gli spostamenti con i traghetti a orari fissi sono sempre un problema, ogni gara significava viaggi interminabili, aggiungendoci la doppia traversata».

In base al racconto, sembrerebbe quasi che sia uscita dal mondo della Mtb con un carico di delusione addosso, ma Alessia ci tiene subito a chiarire ed è qui che si capisce che quell’amore iniziale non è sopito: «La Mtb ho sempre continuato a usarla, soprattutto quando sono a casa alterno le due bici. La preparazione per la strada però non lascia molto spazio all’offroad e la stagione è troppo piena di eventi per pensare di gareggiare anche nella Mtb. Però…».

Mondiali Mtb, perché no?

Il però è dettato da un evento speciale: a ottobre i Mondiali Marathon, ossia la gara regina per le distanze più lunghe, si svolgerà proprio all’Elba, a Capoliveri e un pensierino Alessia lo sta facendo da tempo, come la stessa idea è frullata per la testa di un altro elbano, professionista su strada: Simone Velasco, anche lui proveniente dalla mountain bike.

«A quel punto la stagione su strada sarà chiusa – dice Alessia – e mi piacerebbe partecipare sui sentieri di casa. E’ chiaro che chi va in nazionale deve passare attraverso raduni e test agonistici, ma in un modo o nell’altro vorrei esserci, magari anche solo nella prova Open (quella aperta a tutti i biker, ndr)».

Bulleri CC
Nel ciclocross la Bulleri (a destra) ha ottenuto 3 podi tricolori
Bulleri CC
Nel ciclocross la Bulleri (a destra) ha ottenuto 3 podi tricolori

Prima la strada

Non perdiamo però di vista la strada, il quarto posto di domenica ha proiettato la Bulleri in una nuova dimensione: «In squadra erano entusiasti ed emozionati, quasi più di me, anche perché era solo la seconda gara stagionale. Devo dire che con loro mi trovo bene (parte del gruppo nella foto d’apertura, ndr) ma è proprio l’ambiente in Spagna che è piacevole, più “godereccio”, con meno stress per i risultati. Siamo solo due italiane (con lei c’è Nicole D’Agostin, ndr), ma le compagne spagnole provano a parlare italiano e noi spagnolo, ne viene fuori una lingua diversa, tutta nostra…».

Bulleri Vuelta CV 2021
La volata vincente della Consonni nella Vuelta CV Feminas. La Bulleri è l’atleta in giallo
Bulleri Vuelta CV 2021
La volata vincente della Consonni nella Vuelta CV Feminas. La Bulleri è l’atleta in giallo

Bulleri, veloce ed esplosiva

Il fatto che la Bulleri sia finita quarta in volata non deve trarre in inganno, tecnicamente si sta ancora scoprendo: «Sì, sono piuttosto veloce, ma me la cavo bene anche sulle salite brevi e non ripide, sui percorsi ondulati, soprattutto in quelli con molte curve dove posso sfruttare l’esplosività affinata nella Mtb e nel ciclocross. Devo però ammettere che devo ancora conoscermi appieno…».

La stagione per lei è appena iniziata: «Gareggeremo soprattutto fra la Francia e le gare della Copa España, sperando che non le cancellino per la pandemia, qui si va avanti davvero giorno per giorno. Stare lontano da casa non è semplice in questo periodo, perché la mente è sempre proiettata verso la famiglia. In Spagna sto bene, l’ho detto, ma non vedo l’ora di tornare sulla mia isola, magari con qualche trofeo nella valigia…».