Spezialetti e la squadra juniores, con il sogno della Liegi

29.03.2024
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La Fabio Aru Academy chiude il cerchio della carriera del campione: aprendo la sua scuola di ciclismo in Sardegna, Fabio ha iniziato a restituire al ciclismo ciò che ne ottenne quando era un ragazzo. All’estero è abbastanza frequente che degli ex atleti mettano il loro bagaglio a disposizione dei più giovani, in Italia ciò non accade così spesso. Per questo è interessante farsi raccontare da Alessandro Spezialetti il suo progetto abruzzese, il Team Mario De Cecco-Logistica Ambientale, che da quest’anno è salito di livello e lo vede accanto a una realtà che dagli esordienti arriva fino agli juniores. Il tecnico di Chieti al momento è in Francia per la Route Adelie, alla guida della Bingoal WB. Con lui c’è anche Marco Tizza, mentre il resto della squadra è in Belgio sulle strade del Nord.

«Non è una scuola come quella di Moreno Di Biase – inizia Spezialetti – ed è nata quando ho conosciuto Marco Caruso. Lui aveva già una squadretta, da lì è nata l’amicizia e dall’anno scorso abbiamo iniziato a collaborare. Quest’anno, con l’ingresso di alcuni sponsor abruzzesi come Mario De Cecco, una SPA che produce divise da lavoro, abbiamo deciso di fare anche una squadra con 8 juniores. In Abruzzo ci sono 3-4 squadre, mi vengono in mente Fantini e la Gulp, per cui avevamo voglia di offrire un altro sbocco a questi ragazzi».

Spezialetti, abruzzese di 49 anni, è da due stagioni un diesse della Bingoal WB
Spezialetti, abruzzese di 49 anni, è da due stagioni un diesse della Bingoal WB
Avete fatto gli juniores perché avevate degli allievi che sono cresciuti?

Un po’ per questo e un po’ prendendo qualche elemento promettente. Avevamo dei buoni allievi, in più è arrivato Attolini, che correva alla CPS Professional ed è un altro bel corridorino. E’ voluto venire con noi e così siamo partiti. Il nostro scopo innanzitutto è aiutare la categoria. E avendo un po’ di conoscenze, un po’ di amici che hanno aziende, cercheremo di dare una mano a questi ragazzi. L’idea è di portarli non tanto al professionismo, ma a fare un buon dilettantismo con lo spirito giusto. 

Quali sono le difficoltà di avere una squadra così?

La difficoltà è soprattutto reperire i fondi, anche perché per fare una squadra di juniores servono parecchi soldi. Quanti? Diciamo 70-80 mila euro, per andare alle corse e tutto il resto si spende così. Inizia a prendere le bici, fare le trasferte. Inizia ad andare negli hotel, pagare l’autostrada e il carburante e alla fine si spendono quelle cifre.

Le bici avete dovuto comprarle o avete trovato uno sponsor?

No, le ho comprate da De Rosa. Ho parlato con Cristiano e ci è venuto incontro con i pagamenti. Sempre grazie a qualche conoscenza, caschi e occhiali sono Salice e con l’aiuto di Moreno Nicoletti sono arrivate le scarpe Fizik. Il mio impegno nella quotidianità non può esserci, cerco di aiutare come posso nel reperire fondi e dare sempre il mio sostegno dove posso. Quest’anno ad esempio andiamo a fare anche la Liegi-Bastogne-Liegi.

La squadra juniores è composta da otto atleti
La squadra juniores è composta da otto atleti
Il focus maggiore è concentrato sugli juniores o alla pari sui più piccoli?

Oltre a Marco Caruso e al sottoscritto, abbiamo altri tecnici come Gildo Pagliaroli e anche altri. Ciascuno segue il suo settore, dai giovanissimi, agli juniores, passando per esordienti e allievi. Il referente centrale è Caruso e poi a volte facciamo delle riunioni tutti insieme.

Ti capita mai di parlare con questi ragazzi? La tua esperienza da pro’ in qualche modo potrebbe ispirarli.

Certo. Ogni venti giorni facciamo una videoconferenza e abbiamo anche preso un appartamento in affitto per tutto l’anno e lo usiamo come punto di ritrovo. Durante il ritiro questo inverno ci sono andato e ho parlato con loro. Quando sono a casa, mi faccio vedere.

Quali differenze vedi fra loro e lo Spezialetti junior? Anche tu eri un bel cagnaccio…

Prima differenza: la bici. Quella di “Spezia” junior pesava 11-12 chili, con questa siamo sui 7,5. Ed è vero che ero un cagnaccio, ma ce ne sono un paio che non scherzano. C’è chi parla poco al di fuori della bici e invece è cattivo agonisticamente. E c’è chi è estroverso e meno determinato. Abbiamo messo insieme un bel gruppetto, che ha in Attolini il punto di riferimento. L’anno scorso ha vinto tre gare, speriamo che da qui a qualche settimana si sblocchi.

Uno così, al secondo anno da junior, fa già vita da atleta al 100 per cento?

Come prima cosa va ancora a scuola, però fa il corridore in modo serio. Anche perché ha la possibilità di fare bene.

Selfie di Luca Attolini con Fabio Cannavaro, campione del mondo di calcio nel 2006
Selfie di Luca Attolini con Fabio Cannavaro, campione del mondo di calcio nel 2006
Il 6 maggio andrete alla Liegi: come gliela state raccontando?

Abbiamo cominciato a raccontargliela quest’inverno, quando è partita l’idea. Lavorando in una squadra belga, ho parlato con il mio capo, Christophe Brandt, e gli ho chiesto una mano per parlare con l’organizzatore. Abbiamo fatto la richiesta e quello è stato contentissimo di invitarci alla Liegi. Anche per loro, è bello avere una squadra straniera. Quando è stato ufficiale, abbiamo iniziato a parlarne in ritiro. E se riesco, andrò su anche io. Per questi ragazzi sarà certamente una bella esperienza.

Farete tanta attività fuori regione?

Per forza. Domenica siamo stati a Calenzano, si va dove serve. Quando le gare sono in casa, siamo contenti di non dover viaggiare, altrimenti sappiamo dove si prende l’autostrada. Chi corre nel Centro Italia oppure al Sud sa che c’è un solo percorso da seguire. Questo rispetto ai miei tempi non è cambiato davvero…

Spezialetti in Bingoal ha trovato la sua dimensione

18.10.2023
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La Tre Valli Varesine ha chiuso la prima stagione in Bingoal WB di Alessandro Spezialetti, il diesse arrivato a stagione in corso nel team belga, dopo l’esperienza con Savio e una carriera radicata in Italia. 

«Mi preparo per le vacanze – racconta da casa Spezialetti – da qualche giorno ho firmato il contratto per la prossima stagione, quindi parto sereno. Avrei dovuto chiudere la stagione con le due gare in Veneto, ma poi la squadra ha deciso di andare in Turchia e al seguito dei corridori sono andati altri due diesse».

Arriva Persico, per Spezialetti un corridore che potrà dire la sua nelle corse veloci (foto NB srl/Jacopo Perani)
Arriva Persico, per Spezialetti un corridore che potrà dire la sua nelle corse veloci (foto NB srl/Jacopo Perani)

La novità 2023

L’anno ancora in corso per Spezialetti ha portato la tanto attesa novità di un’esperienza all’estero. Il Belgio lo ha accolto e lui ha preso le misure con un ciclismo diverso, cosa ha visto in questi suoi mesi valloni?

«Dopo le prime gare ho iniziato a fare conoscenza con lo staff ed i corridori – dice – sono entrato pian piano nei meccanismi del team. Mi sono trovato bene fin da subito, ho perfezionato l’inglese e mi sono ambientato nella maniera giusta. Devi entrare in contatto con la loro cultura e la loro mentalità, che è diversa dalla nostra. Sono molto più tranquilli e schematici di noi, hanno un modo di approcciarsi alla corsa molto differente dal nostro. Nel 90 per cento delle corse piove, questo però non modifica le tattiche in corsa. Altrimenti ogni settimana dovresti avere un piano diverso».

Villa è un corridore interessante, dalle caratteristiche che si avvicinano molto alle corse del Nord (foto Boldan)
Villa è un corridore interessante, dalle caratteristiche che si avvicinano molto alle corse del Nord (foto Boldan)
C’è tanta differenza tra una professional italiana e una belga?

Non così tanta come ci si potrebbe aspettare. Cambia principalmente l’approccio alla gara, loro non hanno l’assillo di andare in fuga per “mostrare la maglia”. Chiaramente essendo una professional, dove non arrivi con i risultati lavori per altri obiettivi, come può essere la fuga. Alla Coppa Agostoni, al Giro dell’Emilia abbiamo fatto così. 

La Bingoal WB è una squadra che però nel frattempo ha accolto tanta Italia…

Vero, anche il calendario si è allargato tanto, io alla fine ho fatto Wallonie e Austria, per il resto ho seguito tutte le corse in Italia. Abbiamo De Rosa come marchio di bici e due corridori italiani (Tizza e Malucelli, ndr). 

L’anno prossimo arriveranno altri due ragazzi: Davide Persico e Giacomo Villa.

Ho consigliato io di portarli da noi, ne abbiamo parlato con la squadra e ho detto la mia sui ragazzi. 

Alla Bingoal i due nuovi giovani troveranno Tizza, che ha chiuso la sua seconda stagione nella professional belga (foto Simone Panzeri)
Alla Bingoal i due nuovi giovani troveranno Tizza, che ha chiuso la sua seconda stagione nella professional belga (foto Simone Panzeri)
Cosa hai visto in loro?

Persico è un bel velocista, che ha già fatto lo stage con noi in questa stagione ed è andato bene. Può crescere ancora molto e darci tante soddisfazioni, in gare come il Giro di Turchia o il Saudi Tour avrà le giuste chance. Deve migliorare sul fondo, come tutti i ragazzi che passano professionisti, le gare in Belgio potranno aiutarlo molto a crescere e mettere fatica nelle gambe. 

Per Villa, invece?

Per le caratteristiche della Bingoal e per come siamo strutturati può trovare la sua dimensione nelle gare in Belgio, Francia e Italia. Lo vedo come un corridore adatto a gare simili alla Freccia Vallone, alla Liegi o all’Amstel. Non gli si chiederanno subito i risultati, ma con il tempo imparerà e crescerà. E’ un bel corridore, l’ho visto in azione e appena ho potuto sono andato da Milesi con il mio capo per fargli una proposta

Persico lo avete visto in azione nello stage, quando vi siete convinti di prendere Villa?

Tra Poggiana e Capodarco. Io ho fatto anche il Giro Next Gen con la nostra Devo e l’ho visto in azione anche in quel caso (in apertura alla presentazione della corsa rosa under 23, foto LaPresse). E’ emerso tanto nella seconda parte di stagione, con una bella prova pure al Tour de l’Avenir. 

Per il team belga non solo corridori e diesse italiani, ma anche le bici, fornite da De Rosa (foto Instagram)
Per il team belga non solo corridori e diesse italiani, ma anche le bici, fornite da De Rosa (foto Instagram)
Come ti sei trovato a lavorare con i giovani?

Mi è piaciuto molto: seguirli, vederli crescere e soprattutto insegnarli la fatica. Con Michiel Lambrecht proprio a Capodarco, abbiamo fatto una bellissima prestazione. E’ facile vincere con i campioni, a me piace prendere i giovani, formarli e vedere arrivare i risultati pian piano. 

Quindi sarai il mentore dei due nuovi italiani in “Erasmus”?

Assolutamente, non vedo l’ora di lavorarci insieme. Non manca poi molto: a novembre faremo un mini ritiro e poi da dicembre si ripartirà ufficialmente.

Tizza, il perfetto Cicerone per gli italiani della Bingoal

12.02.2023
5 min
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C’è un angolo di Belgio che man mano si sta colorando di verde, bianco e rosso. Si tratta della Bingoal WB, la professional vallone che da un paio d’anni sta accogliendo corridori italiani. Il primo a “mettere piede” in Belgio è stato Marco Tizza, e uno dopo l’altro ne sono arrivati degli altri. Da Attilio Viviani, per metà stagione 2022, a Malucelli. Una bella novità è rappresentata anche dall’approdo di Spezialetti, uno dei primi diesse non belgi del team. 

Tizza Liegi 2022
Tizza è approdato nel 2022 alla Bingoal ed è stato il primo italiano nella professional belga
Tizza Liegi 2022
Tizza è approdato nel 2022 alla Bingoal ed è stato il primo italiano nella professional belga

Porte aperte

Il tour della Bingoal WB lo facciamo quindi con il corridore brianzolo, arrivato nel team lo scorso anno, dopo i contatti avvenuti nell’autunno della stagione precedente. 

«Sinceramente – attacca Tizza mentre si prepara per uscire ad allenarsi – preferisco il Belgio rispetto all’Italia. Se guardo a quella che è stata la mia esperienza, posso dire che si riesce a fare più gruppo ed i diesse sono più coinvolti. Da noi sono tutti un po’ più individualisti. In squadra c’è un gran bel rapporto, arrivavo da sconosciuto, ma mi sono fatto subito apprezzare. Un’altra cosa bella è che non partono con pregiudizi, o comunque fanno presto a cambiare idea. Non sono stato tantissimo in Belgio, anche perché, viste le mie caratteristiche fisiche (Tizza pesa 60 chili ed è alto poco più di un metro e 70, ndr), non sono un corridore da pavé. Sono sempre rimasto non più di una settimana, prima per preparare Liegi e Freccia e poi per il Giro del Belgio. E’ un Paese che mi piace molto, dedicato al ciclismo e molto accogliente, anche se a me piacciono le salite e lì non ce ne sono molte (ride, ndr)».

Malucelli ha esordito bene con la nuova maglia secondo nell’ultima frazione del Saudi Tour dietro Consonni
Malucelli ha esordito bene con la nuova maglia secondo nell’ultima frazione del Saudi Tour dietro Consonni

Si parla francese

Dopo un anno intero con la maglia della professional belga Tizza è pronto per accogliere Malucelli e il diesse Spezialetti. 

«La Bingoal – continua – è una professional ottimamente organizzata. C’è un altro modo di allenarsi e di lavorare ma non è difficile adattarsi. Sono contento che sia arrivato Malucelli, è bello trovare qualcuno che conosci già e per di più italiano. Io e lui abbiamo corso insieme nel 2015 al Team Idea 2010, nel corso del tempo non ci siamo mai persi di vista. Appena ho saputo che era uno dei candidati per venire da noi sono stato contento. L’anno scorso non mi sono sentito escluso, anzi, ma ogni tanto mi sarebbe piaciuto avere qualcuno con il quale parlare italiano.

«Alla Bingoal si parla in francese, essendo valloni, ma i diesse in radio traducono in inglese. Dopo un anno posso dire che il francese lo capisco, ma non lo parlo. Motivo per il quale ogni tanto mi sono sentito un po’ distante. Quando è arrivato Attilio (Viviani, ndr) sono stato felice, non lo conoscevo ma abbiamo legato subito. Tant’è che ancora oggi ci sentiamo spesso».

Alessandro Spezialetti (a destra) dopo una vita in Italia ha deciso di intraprendere questa nuova sfida alla Bingoal
Alessandro Spezialetti (a destra) dopo una vita in Italia ha deciso di intraprendere questa nuova sfida alla Bingoal

Allenamenti differenti

Una nuova squadra vuol dire, spesso, nuovo metodo di lavoro, soprattutto se questa è straniera. Come si allenano i belgi della Bingoal?

«Direi – racconta Tizza – che è stato uno dei passi più difficili che ho fatto. Loro qui si allenano in un’altra maniera, vanno a tutta dall’inizio alla fine. Io che peso dieci chili in meno l’ho sofferto un po’ all’inizio – dice ridendo – “Malu” penso si sia adattato meglio. Ora andrà in ritiro con la squadra perché non ci sono corse e gli toccherà pedalare forte. Infatti, scherzando, mi dice che preferisce correre così si stanca meno, io gli ho detto che deve essere contento di andare in Spagna, almeno sta un po’ al caldo, a casa sua nevica!

«Però è vero che i belgi “menano” sempre, in particolare quando durante un allenamento incontrano altre squadre. Lì partono delle bagarre incredibili, secondo me a Malucelli faranno bene questi ritmi, lui è un velocista e deve abituarsi a tenere duro. Anche in ritiro eravamo spesso a tutta, ma poi alla prima gara in Arabia per un pelo non vincevamo (i due sono insieme alla partenza della prima tappa del Saudi Tour nella foto di apertura, ndr). Siamo partiti troppo indietro con il treno, ho provato a portarlo fuori ai 600 metri ma era troppo tardi. Però iniziare così dà fiducia».

Correre nelle stradine del Belgio è estremamente difficile, ci vuole un periodo di adattamento (foto Instagram/Marco Tizza)
Correre nelle stradine del Belgio è estremamente difficile, ci vuole un periodo di adattamento (foto Instagram/Marco Tizza)

Nuovi orizzonti

Ce lo aveva raccontato anche Spezialetti, la Bingoal vuole espandere il proprio raggio d’azione. L’arrivo dei due italiani fa intendere proprio questo e anche Tizza conferma.

«La squadra – conclude – vuole crescere ed ampliare il proprio calendario. Facciamo tutte le corse WorldTour in Belgio e Francia, ora vogliamo correre anche in Italia. Ai miei compagni il nostro Paese piace moltissimo, c’è sempre una gran battaglia per entrare nella selezione. Amano il cibo e il clima. A loro invece invidio i tifosi e la cultura del ciclismo, ad ogni corsa c’è sempre tantissima gente sulle strade ed al pullman. Anche se non siamo un team WorldTour i tifosi vogliono foto ed autografi. Poi sulle strade quando ci alleniamo è un continuo salutare, una festa infinita.

«Una cosa alla quale Malucelli dovrà abituarsi sono le corse, questi sono matti (ride, ndr) Sono tutti mezzi crossisti e non esiste erba o terra che non calpestino con le ruote, anche in corsa, si “lima” dall’inizio alla fine. Correre su queste strade è molto stressante a livello psicologico, dovrò fare da tutore al povero Malu! Non sa quello che lo aspetta (ride di nuovo, ndr)».

E Spezialetti alla Bingoal si toglie una soddisfazione

28.01.2023
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Alessandro Spezialetti è un nuovo direttore sportivo della Bingoal Wb (immagine photonews in apertura). L’abruzzese è stato per anni nel gruppo di Gianni Savio e dopo la chiusura del suo vecchio team è stato libero di cercare altrove. Ma cercare altrove non è così facile, specie se il via libera arriva tardi.

La voce che “Spezia” potesse fare rotta sul Belgio c’era già da qualche settimana. La firma del contratto, arrivata pochissimi giorni fa, ha sancito il tutto e adesso finalmente può tirare un sospiro di sollievo. Alessandro non vede l’ora di tornare a lavorare e di sedersi al volante della sua nuova ammiraglia.

Alessandro Spezialetti (classe 1975) è stato pro’ per 16 stagioni. E’ salito in ammiraglia nel 2014 alla Nippo-Vini Fantini
Alessandro Spezialetti (classe 1975) è stato pro’ per 16 stagioni. E’ salito in ammiraglia nel 2014 alla Nippo-Vini Fantini

Voglia di estero

«Come un po’ tutti coloro che erano alla Drone Hopper-Androni – racconta Spezialetti – mi sono mosso dopo che Gianni Savio e Marco Bellini hanno fatto la riunione per informare staff e corridori che c’erano delle difficoltà nel continuare come team professional. Eravamo però ad agosto… quindi parecchio in là coi tempi».

La curiosità maggiore riguarda la meta. Un diesse e un corridore così radicato nelle squadre italiane volta pagina in modo netto.

«In realtà – racconta Spezialetti – in cuor mio era già un po’ di tempo che volevo fare un’esperienza all’estero, anche perché non ero riuscito a farla neanche da corridore. E così quando ho iniziato a muovermi l’ho fatto subito in quella direzione.

«Ricordo che tutte le gare del Nord, dall’Amstel alla Freccia, mi piacevano e tornare lassù era sempre bello. Anche se ho un piccolo neo ce l’ho: Liegi del 2002, quella che poi vinse Bettini su Garzelli. Ero in fuga e nel finale ho avuto una crisi di fame. Quella mi è rimasta sempre sul groppone!».

Rotta sul Belgio

L’ex corridore di Saeco, Liquigas e Lampre racconta poi come è arrivato in questo team belga.

«Ho sentito Christophe Brandt (il team manager della Bingoal WB, ndr) con il quale ho corso per qualche anno, anche se in squadre diverse. Però c’era un buon rapporto. Così, sentendoci, è arrivata la proposta di unirmi a loro. Christophe è venuto qui in Italia ad autunno inoltrato: mi ha fatto vedere un po’ come lavoravano e mi ha spiegato alcune cose».

La Bingoal Wb è una professional. Una squadra nel cuore del Belgio, più piccola rispetto ad un gigante del calibro di Soudal-Quick Step che ha un appeal più internazionale. Eppure è in queste squadre che si radica il tratto più genuino della cultura ciclistico-sportiva di un Paese. Un po’ come lo era la Drone Hopper o lo è per la Bardiani in Italia.

Una cultura che è distante da noi e da Spezialetti. Ma a quanto pare, Alessandro oltre ad esserne consapevole, ne ha fatto uno stimolo.

«Come ripeto, da un bel po’ avrei voluto fare un’esperienza all’estero. Non ci ero riuscito da corridore ho provato a farlo da direttore.

«La mentalità è diversa? Vero, ma una volta che sei dentro la squadra per forza di cose ti devi ambientare, scoprire, imparare. E poi non credo che sarà così difficile ambientarmi, visto che mi hanno detto che correremo parecchio in Italia. Senza contare che ci sono anche dei corridori italiani. E persino le bici sono del Belpaese!».

Alessandro è pronto a tuffarsi in questa nuova avventura. La Bingoal WB è Vallone. La sua sede è a Manage, a due passi da Charleroi
Alessandro è pronto a tuffarsi in questa nuova avventura. La Bingoal WB è Vallone. La sua sede è a Manage, a due passi da Charleroi

Pronto per la sfida

Spezialetti ammette che gli mancherà non essere al Giro d’Italia, però è anche motivato a scoprire “altri calendari”.

«Alla fine – dice Spezialetti – vado in Belgio che una delle patrie del ciclismo. La bici ce l’hanno proprio nelle vene. La Bingoal WB ha anche la squadra femminile e quella continental (tra l’altro hanno vinto una tappa all’ultimo Giro U23, ndr).

«L’idea di lavorare con i giovani, se dovesse succedere che i diesse si scambieranno, mi piace. In Drone Hopper ci lavoravo parecchio. Mi dà una forte carica perché puoi tramandare il tuo passato e il tuo sapere ai ragazzi. E magari puoi vederli vincere dopo qualche anno anche grazie ai tuoi consigli. Mi vengono in mente Masnada, Ballerini… vederli lottare in quello squadrone non è cosa da poco».

Spezialetti, Tesfatsion e gli obiettivi raggiungibili

09.06.2022
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Tesfatsion sul Monte Grappa sarà per un po’ il miglior biglietto da visita della Drone Hopper-Androni. Dopo un Giro d’Italia di tanti chilometri in fuga, ma senza l’effettiva possibilità di giocarsi una tappa, la vittoria del corridore eritreo sulla montagna regina della Adriatica Ionica Race ha parzialmente riequilibrato la bilancia. Non sarà come aver vinto una tappa al Giro, ma parlando con Alessandro Spezialetti, diesse del team di Gianni Savio, si capisce che esistono vari livelli di ambizione. E pur volendo sempre puntare al massimo, guai disdegnare conquiste di minor prestigio. Vincere non è mai facile.

«Quella vittoria rappresenta tanto – dice l’abruzzese – perché ci noi teniamo. Sono gare in cui possiamo vincere, abbiamo i corridori per farlo e sono una bella vetrina anche per i nostri sponsor. E poi, come ha detto Gianni, quella vittoria è servita per riscattarci da un Giro d’Italia in cui abbiamo ottenuto meno di quanto sperassimo».

Perché?

Siamo stati un po’ sfortunati, soprattutto in partenza. Sono mancati due corridori importanti come Restrepo e Grosu, quindi siamo partiti un po’ ridimensionati per quello che si poteva fare. Avevamo una bella squadra, anche se Cepeda non ha reso come ci si aspettava. Tesfatsion ha fatto il suo, ma partire senza quei due per noi è stato una grossa perdita.

Cosa pensi di Tesfatsion?

Natalino è fortissimo, vi dico la verità. E’ un bel corridore, che dall’anno scorso a oggi è cambiato tantissimo. Andate a rivedere il Giro d’Italia del 2021. Nella tappa di Sestola non riusciva a coordinarsi per infilarsi i guanti e non sapeva di dover mettere la mantellina prima che iniziasse la discesa. Quest’anno è cambiato totalmente. Mi piace tantissimo, soprattutto perché è veloce e va forte in salita. Se arriva in un gruppettino, al 90 per cento rischi che vinca la gara. E’ un bel corridore soprattutto per il futuro, beato chi lo prende

Pensi che andrà via?

L’anno prossimo credo di sì.

Spezialetti ha 47 anni ed è stato pro’ fino al 1997. E’ con Savio dal 2017
Spezialetti ha 47 anni ed è stato pro’ fino al 1997. E’ con Savio dal 2017
Poteva vincere prima?

Probabilmente sì, però i suoi progressi sono iniziati dall’inizio dell’anno. Ha vinto il Tour du Rwanda, che sicuramente non è una gara europea ed è una gara minore, però ha iniziato subito col piede giusto. Poi è arrivato in Europa, ha iniziato a capire come funziona ed è stato molto abile ad arrivare al livello attuale.

Quando torneranno Grosu e Restrepo?

Se tutto va bene, dovrebbero rientrare al Sibiu Tour, ma forse Grosu dovrebbe fare lo Slovenia la settimana prossima, si decide in questi giorni.

Benedetti, Grosu e Marengo nel ritiro spagnolo di inizio stagione. I primi due hanno ancora problemi
Benedetti, Grosu e Marengo nel ritiro di inizio stagione. I primi due hanno ancora problemi
Un corridore che ha corso pochissimo è Gabriele Benedetti, tricolore U23 in carica, dove è finito?

Benedetti purtroppo ha un problema al ginocchio, un ematoma che non riesce a guarire per il quale non farà nemmeno il campionato italiano. Ha corso il Sicilia, poi si è fermato ancora. Speriamo che torni dopo luglio. Fra noi cinque direttori sportivi, ci siamo divisi i corridori. Lui è con Daniele Righi, sono entrambi toscani, che lo segue passo dopo passo. E poi tra di noi ci si riporta le varie situazioni. Benedetti sa che è molto coccolato, perché è un corridore a cui teniamo molto. Lui e Marchiori, un altro che sta passando un brutto momento, ma speriamo che riesca a recuperare.

Cos’ha Marchiori?

Ha avuto un virus all’inizio dell’anno e non riesce più a trovare la condizione. E’ nel classico momento in cui deve sempre inseguire. Non gliene va bene una, ma anche lui tornerà.

Tornando al Giro, è vero che per le professional è difficile ottenere risultati perché i corridori WorldTour pretendono per sé la testa del gruppo?

La differenza c’è ed è tanta. Però se prendi i corridori giusti, non avrei dubbi che anche correndo in una professional potrebbero stare davanti a… rompere le scatole alle squadre WorldTour. Quando Spezialetti correva ancora, era lì davanti a limare anche se alla fine non era più in uno squadrone. Se i corridori sono validi, secondo me non devono avere timore reverenziale. C’è solo differenza economica, quella sì, però per il resto si deve e si può andare a testa alta. Lasciate stare la maglia rosa e i primi della classifica, poi se meni, là davanti c’è posto per tutti.

Niente Argentina, i team ripiegano su Mallorca

13.01.2022
5 min
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Il Covid ci sta mettendo lo zampino nuovamente. E speriamo che si sia fermato solo alla Vuelta a San Juan, originariamente in programma dal 30 gennaio al 6 febbraio. E’ qui, dall’Argentina, che sarebbe dovuta ripartire la stagione agonistica di molti team, alcuni grandi, alcuni grandissimi, altri più piccoli come quelli locali.

La tappa sudamericana era ormai diventata un riferimento per molti atleti per iniziare la propria stagione agonistica. Il fatto che sia “saltata” come intacca i programmi dei team? Quanto incide ai fini della preparazione? Ne abbiamo parlato con alcuni tecnici: due preparatori e due diesse.

Paolo Slongo, in Argentina ai tempi dell’Astana quando si correva a San Luis. Dietro, Pizzorni, addetto stampa del team a quei tempi
Paolo Slongo, in Argentina ai tempi dell’Astana quando si correva a San Luis

Slongo: stop sì, ma per tutti

Iniziamo da Paolo Slongo, che molto spesso ha aperto le danze a quelle latitudini, soprattutto ai tempi di Nibali.

«Noi – spiega il preparatore della Trek-Segafredo – avevamo un gruppo in cui c’erano soprattutto velocisti. L’idea era di farli partire con una corsa in più in vista del UAE Tour, la prima gara WorldTour dell’anno. E lavorare al caldo sarebbe stato importante. Però è anche vero che come salta per noi, salta anche per gli altri e nessuno ne trae vantaggio».

«A questo punto credo che dirotteremo su Mallorca, che non era in programma e lì recupereremo delle giornate di gara per qualche corridore. Quindi cambia sì, i programmi cambiano un po’ ma tutto è ben gestibile. Se invece dovessero saltare anche le corse del mese di febbraio si complicherebbero le cose. Ma anche in questo caso resto dell’idea che salterebbero per tutti».

«Bisogna cambiare i piani e negli ultimi anni ci siamo abituati. Li abbiamo rivisti tante volte. L’allenamento diventa fondamentale e si simulerebbe di più il ritmo gara. Tra lavori di gruppo e dietro moto si trasformano alcuni allenamenti in vere tappe.

«Noi già eravamo in ritiro e lì avevamo la possibilità di lavorare in gruppo. Magari chi doveva andare in Argentina anziché fare una settimana in meno di ritiro per partire alla volta di San Juan, resta fino alla fine».

L’aumento dei casi Covid ha indotto le autorità locali a fermare la corsa

Cucinotta: tutto sotto controllo

Più o meno dello stesso parere di Slongo è Claudio Cucinotta. Per il preparatore dell’Astana tutto è ancora sotto controllo…

«Alcuni dei nostri corridori avrebbero dovuto riprendere dall’Argentina, ma anche per altre squadre è così. Vediamo se ripartire dal Saudi Tour o dall’Oman, come gare alternative. Ma non bisogna essere  troppo preoccupati. Il calendario è folto sin da febbraio e alla fine si tratta d’iniziare una settimana o dieci giorni dopo. In più noi non saremmo andati con una squadra di big.

«La preparazione per ora resta quella di base. Non andremmo a rimpiazzare quel periodo con della qualità, ma facendo appunto ancora della “base”. Tanto più che per San Juan nessuno sarebbe andato per finalizzare. Magari qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa di più ed era leggermente più avanti, ma ripeto, cambia poco… Se salta solo l’Argentina. Rimescoleremo un po’ i vari partecipanti nelle varie gare».

Miguel Florez, vince sull’Alto del Colorado per l’allora Androni Giocattoli
Miguel Florez, vince sull’Alto del Colorado per l’allora Androni Giocattoli

Spezialetti: allenarsi e vincere

«Cosa cambia senza l’Argentina? Beh, per fortuna noi avevamo già dato l’okay alle gare di Mallorca, Vuelta Murcia e Costa de Almeria – dice Alessandro Spezialetti, diesse della Drone Hopper – il problema sarebbe stato se non ci fosse stato Mallorca. In generale comunque dispiace visto che sono due anni che l’annullano.

«Per noi è una gara importante, facciamo spesso bene ed abbiamo anche vinto come con Florez in un arrivo in salita. Era importante per mettere giù chilometri e iniziare a correre e magari anche a vincere.

«In più quest’anno si doveva andare giù una settimana prima ed era l’ideale per allenarsi al caldo, accumulare, come ho detto, chilometri, insomma sfruttare il buon clima e le alte temperature per fare un buon allenamento. Ci sarebbe stato solo da stare un po’ attenti al ritorno con il freddo che c’è ancora da noi e poi era buona anche perché il fuso orario è abbastanza ridotto, solo quattro ore in una settimana si recupera subito».

La Drone Hopper rispetto ai team WorldTour partiva con qualche velleità in più. Alla fine la Vuelta San Juan è una ghiotta occasione per mettersi in mostra in una gara che ha molta visibilità proprio perché ci sono le squadre WorldTour, le quali però (forse) non sono ancora al top.

«Partivamo per sfruttare qualche occasione – aggiunge Spezialetti – queste erano le nostre velleità. Avremmo portato tre scalatori e tre ragazzi per fare le volate».

La Israel Start-Up Nation era presente nell’edizione 2020. E vinse la prima frazione con Barbier
La Israel Start-Up Nation era presente nell’edizione 2020. E vinse la prima frazione con Barbier

Cozzi: Mallorca, un bell’aiuto

Infine parola a Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel Start-Up Nation, una delle 24 squadre che sarebbe stata al via di San Juan.

«Dal punto di vista della preparazione cambia molto poco – dice Cozzi – mentre incide di più sulla rotazione dei corridori, anche perché non si è ancora sicuri che si svolgeranno Saudi Tour e Oman, questo potrebbe essere un problema.

«Noi abbiamo stilato un calendario fino alla fine di febbraio e, poiché ci sono di nuovo delle incertezze abbiamo parlato a tu per tu con i corridori e lo faremo ancora in questo ritiro. Sfrutteremo al massimo dei training camp anche in altura, Teide o Etna. Training camp che avevamo già programmato, ma che abbiamo atteso a confermare. A quel punto stabiliremo le date con i corridori.

«Inizieremo a correre a Mallorca e poi seguiremo il programma spagnolo. In particolare la gara sull’isola si gestisce molto bene. E’ una challenge: cinque giorni di gara, due per gli sprinter, tre un po’ più mossi. Andremo lì con un numero maggiore di corridori e cercheremo di farne correre il più possibile».

Spezialetti, un vero abisso fra squadroni e resto del mondo

07.01.2022
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Dopo aver partecipato allo Zoom fra l’Androni ed Ethic Sport della scorsa settimana, era rimasta in circolo qualche scheggia. Sensazioni strane, frasi in sospeso. Come se fra i corridori delle piccole squadre e la scienza si frapponesse un’esperienza fatta di consuetudini difficili da mettere in discussione. Pertanto, dato che per tutto il tempo della riunione era rimasto in silenzio, abbiamo approfittato di una sosta durante l’allenamento per fare due chiacchiere con Alessandro Spezialetti.

Spezialetti assieme a Ellena è uno dei diesse più esperti della Drone Hopper
Spezialetti assieme a Ellena è uno dei diesse più esperti della Drone Hopper

«Una sola cosa rende tutto più difficile – dice – la maledetta abitudine di imitare quello che fanno negli squadroni. E’ una moda che forse c’è sempre stata. Ad esempio sentono che alla Jumbo Visma usano i chetoni e ci si buttano sopra. Per il resto, credo che tutto sia migliorato nella qualità, ma i concetti che ci sono alla base dell’integrazione sono gli stessi. I sali hanno diverse composizioni, ma sempre per quello si usano. Le maltodestrine hanno diversa composizione, ma l’effetto che fanno rimane quello di sempre. Non abbiamo corso cinquant’anni fa, per cui ci saranno pure nuovi prodotti, ma i concetti sono quelli…».

Scienza ed esperienza

Il discorso regge, ma fondamentalmente scricchiola. E’ vero che i principi di base dell’integrazione sono gli stessi, ma ci sono stati così tanti cambiamenti nel settore, che fermarsi ai concetti di 10 anni fa rischia di farti restare indietro. E se questo accade, il gap fra team WorldTour e professional rischia di diventare incolmabile anche su aspetti tutto sommato abbordabili.

Spezialetti ha corso fino al 2012: ultima squadra la Lampre
Spezialetti ha corso fino al 2012: ultima squadra la Lampre

«Se vogliamo dirci la verità – parte Spezialetti – certe raffinatezze possono farle le grandi squadre, che possono investire su certi dottori e certe pratiche. Il nostro Giorgi è preparatissimo e aperto a questi discorsi. Perciò anche noi che magari ci troviamo a gestire le borracce sull’ammiraglia ci teniamo aggiornati parlando con lui, con qualche amicizia e leggendo. E per il resto andiamo avanti con l’esperienza. Chi ha corso sa come sta il corridore in certi momenti. Puoi dargli tutte le raccomandazioni che vuoi, ma in certi momenti la bici non è tanto lineare, per cui devi dare indicazioni sintetiche e chiare».

Servono le gambe

Il punto precedente continua però a stuzzicarci. La prassi di imitare gli squadroni può produrre disastri ed è davvero una prassi piuttosto diffusa.

Fase di rifornimento all’ammiraglia in cima a una salita
Fase di rifornimento all’ammiraglia in cima a una salita

«Copiare è tutto casino – conferma il diesse abruzzese – come se poi alla Jumbo Visma andassero così forte per certe cose. Se non hai il corridore con il motore grande, puoi mangiare quello che ti pare, ma non funziona. Anche noi quando avevamo Bernal o Ballerini potevamo fare corsa di testa. Se trovi i corridori giusti, vi assicuro che certe attenzioni servono anche meno. Noi proviamo a prendere dei buoni corridori, ma una squadra che spende 50 milioni avrà corridori migliori dei nostri e potrà prepararli meglio di quanto potremo mai fare noi. La Ineos le prende da Pogacar, eppure fino a due anni fa erano convinti di aver preso il più forte di tutti con Bernal. Egan fino a qualche tempo fa sembrava molto più forte, ora forse non è più così. E non dipende dalle borracce, dipende dalla qualità degli uomini».

Alessandro Spezialetti

Androni, i giovani e l’obiettivo Giro

06.01.2021
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Alessandro Spezialetti fa parte della squadra che più di tutti ha l’attacco nel Dna. Okay, avete già capito: l’Androni Giocattoli-Sidermec. L’abruzzese è uno dei direttori sportivi del team di Gianni Savio. Lui insieme a Giovanni Ellena, altra colonna portante dei bianco-rossi, e Giampaolo Cheula pensano, escogitano, fanno… anche il “ritiro virtuale”.

In tempi di covid bisogna pensarle tutte! E in certe situazioni Gianni Savio e il suo staff non sono mai secondi a nessuno.

Alessandro, dicci di più di questo ritiro. Come vi organizzavate?

Controllavamo i file del loro lavoro la sera e poi al telefono o per videochiamata parlavamo dell’allenamento e dei vari test. Ogni direttore sportivo aveva alcuni atleti. Io ne avevo cinque. Simone Ravanelli, Simon Pellaud, Eduardo Sepulveda, Leonardo Marchiori e Matteo Malucelli.

Come è nata l’idea del ritiro virtuale?

E’ venuta un po’ a tutti. Ne parlavamo con altri ds, con Savio, con i dottori. Così abbiamo stilato un programma di lavoro. I ragazzi erano abbastanza curiosi di questa esperienza. E’ durato dieci giorni, ne facevano quattro di carico e uno di scarico. Nel mezzo anche due test. Ognuno aveva i suoi programmi in base a frequenze cardiache e wattaggi. Un programma visionato anche dai nostri medici, Andrea Giorgi e Maurizio Vicini.

Simone Ravanelli
Simone Ravanelli (25 anni), per Spezialetti ha grandi margini di crescita
Simone Ravanelli
Ravanelli (25 anni), per Spezialetti ha grandi margini di crescita
Ma li seguivate anche per il peso?

Bè alla fine non era un ritiro vero e proprio, li lasciavamo liberi, anche perché ognuno ha il suo nutrizionista, ma poi non è che avessero di fatto tutto questo spazio perché ogni mattina volevamo sapere il peso.

Hai parlato di test, in cosa consistevano?

Ne hanno fatti due. Uno sulla durata e uno sull’intensità. Adesso aspettiamo il resoconto dei medici per poter poi analizzare i dati e vedere come continuare.

Passiamo ai “tuoi” ragazzi. Iniziamo da Pellaud. Bel corridore…

Simon è in Colombia. Lì sta facendo un training camp vero e proprio. Con lui ci sono anche altri pro’ e persino la Van Vleuten.

Ravanelli: un gran bel dilettante, poi gli è mancato qualcosa?

Non credo gli sia mancato molto. Questo è stato un anno strano. Io credo che verrà fuori come merita. E’ più sicuro di sé e chissà che non possa essere la sorpresa del prossimo anno.

E Malucelli?  

Ci aspettiamo molto anche da lui. Matteo è veramente forte. E’ un duro, un determinato e non lascia mai nulla al caso e poi è tornato nella sua famiglia. Cosa gli serve? Fare più gare e trovare costanza.

Sepulveda, un corridore di peso…

Lui non lo conosco molto. Lo sto facendo in questi giorni. E’ sicuramente un corridore esperto e può dare sicurezza ai ragazzi e a tutto il team. Spero solo che dia qualcosa di più di quanto fatto alla Movistar

Matteo Malucelli
Matteo Malucelli (27 anni) ritorna all’Androni dopo due anni alla Caja Rural
Matteo Malucelli
Malucelli (27 anni) ritorna all’Androni dopo due anni alla Caja Rural
E di Marchiori, non ci dici nulla?

Non lo facciamo conoscere troppo! E’ una scommessa. Lui si sta riprendendo. E’ un neoprofessionista (non a caso ha due anni di contratto e non uno, ndr). Ha iniziato a pedalare da un paio di settimane. Inizierà con gare minori. La domanda più strana che mi ha fatto? Come si riempiono i moduli per il rimborso spese?

Insomma Spezialetti è fiducioso…

Lo spero. Spero anche che potremo tornare a fare la nostra parte al Giro d’Italia. Noi abbiamo sempre fatto il nostro e non vedo perché non dovremmo esserci. Sul campo ce la siamo guadagnata. Poi si sa, decide Rcs. Io sono fiducioso in generale. Intanto dobbiamo lavorare. Abbiamo una buona squadra. Ravanelli, Malucelli, Pellaud e qualche altro colombiano ci daranno belle soddisfazioni.