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EDITORIALE / Il ciclismo non è per tutti

27.02.2023
6 min
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Il ciclismo non è uno sport per tutti e non lo è mai stato. Solo in un certo periodo, breve nel quadro complessivo ma che parve eterno, alcuni imbonitori persuasero anche atleti senza mezzi ad acquisirli in modo alternativo.

Nacque un ciclismo con differenti velocità e periodi blindati. Si andava forte per un arco limitato di settimane e ogni periodo aveva i suoi vincitori. Sembra passato un secolo. E se oggi Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel possono vincere in corse fuori stagione rispetto ai loro obiettivi è perché le qualità dei grandi corridori vengono fuori come quando si sfidavano da ragazzini e il più forte vinceva sempre.

Vingegaard ha aperto la stagione al Gran Camino, vincendo le tre tappe e la classifica finale
Vingegaard ha aperto la stagione al Gran Camino, vincendo le tre tappe e la classifica finale

L’esempio di Visconti

Probabilmente il fatto di essere in piena scrittura di un libro sulla storia di Giovanni Visconti sta suscitando continui paragoni. Il ciclismo non è per tutti e forse il percorso del campione palermitano ne è la dimostrazione perfetta. Il ciclismo richiede rinunce, quelle che Alfredo Martini non voleva mai chiamare sacrifici: se lo scegli, non è sacrificio.

Visconti (come pure Nibali un anno dopo) un giorno partì da casa e si trasferì in Toscana, ospite di un’altra famiglia. Non è facile a 16 anni: se ce la fai, hai evidentemente la determinazione che serve per fare il professionista. Occhio però, non è una lettura limitata al ciclismo: chiunque lasci casa per inseguire un sogno e farne un progetto ha bisogno di carattere e determinazione. Il mondo del lavoro non è meno spietato e cinico.

Pogacar invece ha vinto la Vuelta a Andalucia, conquistando due tappe
Pogacar invece ha vinto la Vuelta a Andalucia, conquistando due tappe

Il ritiro di Benedetti

Nei giorni scorsi ha fatto parlare il ritiro di Gabriele Benedetti, neoprofessionista nella Drone Hopper che, ancor prima di aprire le ali, stava chiudendo i battenti. Si è parlato di poco carattere, magari senza conoscerne la storia. Si è puntato il dito verso un ciclismo che illude i ragazzi e li spreme. Si è attinto nei commenti a una letteratura di sentito dire che non spiega, ma ingarbuglia.

Così oggi vi raccontiamo di un altro ritiro, certo meno illustre, ma che conferma la difficoltà di emergere ai massimi livelli e come il dilagare delle promesse facili anche nelle categorie giovanili – a volte anche da parte dei loro direttori sportivi – rischi di guastare il ragionamento di alcuni.

Si è ritirato Salvatore Florio, 18 anni palermitano, della Delio Gallina. Nella squadra di Cesare Turchetti lo ha mandato (assieme a Carlo Sciortino ) Giuseppe Di Fresco, tecnico del Team Casano Matec, e pare che il tecnico bresciano ne fosse soddisfatto. Eppure Florio, in cui Di Fresco credeva ciecamente, si è fermato.

Gabriele Benedetti si è ritirato ai primi di gennaio. L’ultima corsa è stato il Tour du Limousin
Benedetti si è ritirato ai primi di gennaio. L’ultima corsa è stato il Tour du Limousin

I due diesse

Il suo diesse in Sicilia, Alessandro Mansueto, parla della difficoltà di fare il corridore in cambio di 2-300 euro, al punto che per vivere devi chiedere soldi ai tuoi genitori. E avendo a sua volta lasciato la Sicilia per correre in Toscana, ricorda che alla fine degli anni Novanta, un dilettante guadagnava molto più di adesso. Erano gli anni in cui le fatture venivano usate anche per altri motivi ed è quindi corretto ricordare che girassero più soldi. Oggi non si può più.

Di Fresco non ci sta. Si dice deluso perché in Florio credeva e per la figuraccia fatta con Turchetti, che lo ha chiamato apostrofandolo bruscamente. Conferma che il rimborso offerto al ragazzo fosse dell’entità indicata da Mansueto, ma ricorda che quando a sua volta salì nel 1994 in Toscana, partì da zero e lentamente convinse i suoi dirigenti. Precisa che la Delio Gallina si fosse impegnata a pagare i biglietti aerei per Florio, facendolo alloggiare in una casa, in cui doveva pensare solo ad allenarsi.

Ricorda i ringraziamenti del ragazzo per l’occasione e il fatto che, concluso il liceo, avrebbe potuto puntare solo sullo sport. Solo che, andato a casa per un mese dopo il primo ritiro del 2023, qualcosa si è inceppato ed è arrivata la decisione di smettere. Con le prevedibili rimostranze della nuova squadra, che ha investito sul ragazzo per poi ritrovarsi con nulla fra le mani. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe la recente scoperta di Florio di essere celiaco.

Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro
Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro

Intollerante al glutine

E Florio cosa dice? Ci risponde da Palermo, in attesa di partecipare a settembre alla selezione per l’Università e studiare materie sanitarie. Ringrazia la sua famiglia per avergli insegnato che nella vita serve comunque una cultura (ha concluso il liceo classico), che ti permette di attraversare meglio i momenti più complicati.

«Sin dall’inizio – spiega – ho sempre avuto valori del sangue molto bassi. Pensavo fosse anemia, invece circa tre mesi fa ho scoperto di essere intollerante al glutine. Ero appena passato nella categoria dei dilettanti, quindi cominciavo ad allenarmi seriamente. Tanti chilometri in rapporto a quel problema. Correvo già con 35 di ematocrito, continuare così non sarebbe stato opportuno. Perciò ho preferito fare sacrifici nel mondo del lavoro, studiando all’Università e creando il mio futuro in maniera diversa».

Giro della Lunigiana 2022: Florio è il secondo da sinistra. Il primo a destra è il diesse Giuseppe DI Fresco
Giro della Lunigiana 2022: Florio è il secondo da sinistra. Il primo a destra è il diesse Giuseppe DI Fresco

Pochi soldi

La celiachia nel ciclismo esiste, le abbiamo dedicato un articolo poco tempo fa in cui il dottor Giorgi spiega come sia possibile ugualmente avere prestazioni ai massimi livelli. Perciò spostiamo il discorso.

«Senza dubbio correre adesso è diventato veramente pesante – spiega Florio – si fanno troppi sacrifici pagati troppo poco. Io avrei voluto dedicare tutta la mia vita al ciclismo, ma come fa qualcosa a diventare il tuo lavoro se ti pagano 200 euro al mese? Anche questo sicuramente è uno dei motivi per cui non vale più la pena continuare. O si è campioni e allora finisci nel mirino delle squadre importanti e cominci a prendere qualche soldino, ma essere pagato così poco non ti fa venire la voglia di continuare. Perché magari vedi un calciatore che già alla nostra età prende 2.000 euro al mese. Invece nel ciclismo, che per me è uno degli sport più duri, si viene pagati troppo poco».

Visconti e Nibali, entrambi partiti dalla Sicilia inseguendo un sogno: quel modello è superato e irripetibile?
Visconti e Nibali, entrambi partiti dalla Sicilia inseguendo un sogno: quel modello è superato e irripetibile?

Testa, gambe e fortuna

Il ciclismo non è uno sport per tutti, ma non è che il mondo del lavoro sia poi tanto diverso. Le continental non sono squadre professionistiche. Corrono fra i pro’, ma non ne hanno le prerogative. E se a 18 anni entri in un’azienda per fare uno stage, nessuno ti pagherà mai per quelli che sono i tuoi sogni o i tuoi sacrifici. Si stringono i denti e si aspetta di arrivare a un contratto. Ecco perché tanti puntano a passare pro’ a 18 anni, persuasi da procuratori e tecnici che in un modo o nell’altro avranno pure la loro convenienza. E chi non passa, magari pensa di essere un fallito e molla.

«Chi mi conosce – dice Florio – sa quanti sacrifici ho fatto. Ho studiato e ho corso, ma ho avuto sfortuna. Sono sicuro che se fossi stato stimolato dal pensiero di lavorare e di guadagnare qualcosa di serio, sicuramente avrei provato a continuare, gestendo meglio la celiachia e continuando a sognare di passare professionista. Anche se sappiamo tutti che adesso è molto, molto difficile. Bisogna avere testa, gambe e fortuna. Se manca la fortuna, non si va da nessuna parte...».

Leggi, mastichi e ci ripensi. Da quale parte sarà la verità? Oppure, dando per scontato che tutti abbiano detto la propria, che idea vale la pena farsi?

Sciortino e Florio: due palermitani per il team Casano

03.05.2022
5 min
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L’UC Casano Matec da quest’anno ha allargato la sua influenza anche alla Sicilia, aggiungendo, oltre all’affiliazione toscana, quella della regione della Trinacria. Sono cinque i corridori siciliani che si sono aggregati al team guidato da Giuseppe Di Fresco, ma su due di loro si concentrano attese particolari: Carlo Sciortino e Salvatore Florio. Con Alessandro Mansueto, tecnico regionale della Sicilia e dell’affiliazione del team sull’isola, andiamo alla scoperta di questi due ragazzi molto promettenti.

Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Innanzitutto come va questa doppia affiliazione?

Molto bene, il rapporto di collaborazione ed il confronto sono costanti. Il lavoro è organizzato tramite i 4 diesse del team, io mi relaziono con Daniele Della Tommasina, storico preparatore del team. Ci siamo incontrati quest’inverno e abbiamo stilato un programma di lavoro per i ragazzi del team che sono qui in Sicilia, in totale sono 5: Carlo Sciortino, Salvatore Florio, Gabriele Barone, Vincenzo Pardo ed Enrico Lombardo.

Quanto è importante questa opportunità per i ragazzi?

E’ fondamentale. E’ un’ottima occasione per mettersi in mostra e per crescere dal punto di vista atletico e umano. Hanno la possibilità di fare un bel calendario nazionale e di giocarsi delle buone chance di essere convocati dal cittì Salvoldi. Anche perché qui in Sicilia gli juniores tesserati sono pochi, solamente una cinquantina. Quindi alle volte capita che debbano correre con gli under 23, che a loro volta sono solamente 15. E’ un buon banco di prova ma serve anche fare delle gare nazionali per crescere al meglio. 

Le gare come si suddividono?

Per il momento abbiamo corso un po’ in Toscana e un po’ in Sicilia. L’esordio è stato alla “Ballero Nel Cuore” poi abbiamo corso ancora in Toscana e ci sono state anche due gare in Sicilia.

Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec
Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec

Parliamo di Sciortino…

«Già l’anno scorso aveva fatto vedere delle belle prestazioni, andava molto forte anche in salita. Quest’anno abbiamo rivoluzionato un po’ tutto: dall’alimentazione al posizionamento in sella, aveva delle piccole imperfezioni». 

Del tipo?

Basculava un po’ con il bacino ed in più era un pelo alto. Con i ragazzi così giovani è difficile lavorare perché il corpo si adatta anche se non è perfettamente posizionato, ma il rischio è di creare poi dei problemi futuri.

Sta lavorando anche con Erica Lombardi sull’aspetto nutrizionale?

Sì, lei lavora a stretto contatto con il team, pensate che è passato da 65 chili a 61 grazie a un’alimentazione più corretta. E’ alto 166 centimetri. Il posizionamento in bici l’ho curato io insieme ad Alessandro Colò, un biomeccanico che lavora con il Casano

La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
Il programma di allenamento è cambiato?

E’ stato rivoluzionato. Abbiamo ridotto notevolmente il numero di ore aumentando la qualità. Considerate che Carlo esce da scuola alle 14 e alle 14,30 è già in bici. Riesce a fare 3 ore, massimo 3 ore e mezza. Si è lavorato molto anche sulla frequenza di pedalata. Prima aveva una media intorno alle 85 rpm, ora è a 105 e questo gli permette di conservare meglio la gamba per il finale della corsa.

Che tipo di corridore è?

Leggero ed esplosivo, ha un ottimo rapporto peso/potenza. Nelle gare di un giorno ha fatto vedere grandi cose. Per le corse a tappe, invece, al Lunigiana, la scorsa stagione è andato in crescendo tappa dopo tappa arrivando all’ultima con una buona gamba. Tant’è che proprio quel giorno abbiamo tentato anche di attaccare più volte.

Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro
Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro

E poi c’è Florio

«Ci eravamo concentrati molto su Sciortino – dice Mansueto – invece Salvatore ci ha sorpreso molto. In realtà ci aspettavamo potesse crescere, ma non così tanto. Mi verrebbe da dire che è riuscito a raggiungere i livelli di Carlo (Sciortino, ndr)». 

Programma di allenamento stravolto anche per lui?

Sì, meno ore e più qualità, come tutti i nostri ragazzi. Abbiamo la fortuna che abitano tutti nella provincia di Palermo, ad eccezione di Lombardo che invece è a Noto, quindi è più semplice seguirli. 

Lui che tipo di corridore è?

E’ il classico passista-scalatore, è alto 177 centimetri e pesa 63 chili. Ha una buona dote anche a cronometro, infatti sabato ha vinto il campionato regionale, con una bella prova sui 15 chilometri.

Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Le caratteristiche per un profilo da grandi Giri…

Sì, ha queste doti che lo rendono adatto alle corse a tappe. In più ha un grande spunto sul chilometro iniziale in salita, riesce a farlo a potenze notevoli. Finora ha lavorato molto per Sciortino, ma ha saputo anche ritagliarsi i suoi spazi ottenendo molti piazzamenti e anche una vittoria a Palermo in circuito. In più ha anche un’ottima visione di corsa, una dote innata che per il momento ha sfruttato per aiutare i suoi compagni ma che in futuro potrà usare anche per vincere.

I due vanno ancora a scuola, come se la cavano?

Bene! Florio è un ottimo studente, ha fatto la primina e quest’anno ha la maturità. Ci tiene molto al percorso scolastico, è capitato che saltasse qualche allenamento per preparare verifiche o interrogazioni, ha detto che vorrebbe anche continuare dopo la maturità. Vedremo.

I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
Sciortino invece?

Lui fa lo Scientifico, è al quarto anno. E’ uno studente normale, si impegna e va bene.

La scuola è fondamentale, così quest’estate potranno divertirsi in bici senza pensieri…

Assolutamente, alla fine dell’anno scolastico con tutti i ragazzi siciliani andremo in Toscana. Vivranno nella “casetta” del team Casano dove avranno tutto il necessario per allenarsi e vivere comodamente (lo stesso Mansueto da corridore trascorse parecchio tempo nel ritiro toscano dei team di Daniele Tortoli, ndr).

Che carattere hanno?

Sciortino è un po’ più espansivo, ma entrambi sono molto gentili ed amichevoli. Qui li definiamo “amiciari” ovvero due persone che tendono a fare subito amicizia.

Come sta il ciclismo in Sicilia? Lo chiediamo al tecnico regionale

01.02.2022
5 min
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Il Sud resta il Sud. Fra i proclami elettorali dei vari candidati alla FCI e le difficoltà oggettive, ascoltare i racconti dei ragazzi che devono lasciare casa per praticare sport di alto livello ti fa sempre pensare che manchi qualcosa. Manca qualcosa nel racconto di Germani, che lascia Roccasecca per andare a Massa. Manca qualcosa, forse meno, nel racconto di Sciortino che fra poco inizierà un andirivieni fra Sicilia e Toscana per correre nei weekend con la UC Casano e andare a scuola nei giorni restanti.

Si cresce prima

Certo ci sono anche dei risvolti positivi: dover partire mette alla prova le motivazioni, un po’ come lasciare casa per fare l’Università in una città lontana dalla propria ti costringe a crescere un po’ più in fretta. Ma in questa fase così convulsa di selezione dei talenti, avere poco tempo a disposizione rende tutto più difficile.

Nelle scorse settimane si è acceso un dibattito fra Comitati regionali e tecnici di club. Le regioni possono trattenere i corridori a tutela del movimento locale, ma ci sono casi in cui trattenere un ragazzo significa condannarlo a smettere.

Il cittì degli juniores Salvoldi ha visitato il velodromo di Noto, qui con Mansueto (foto FCI Sicilia)
Il cittì degli juniores Salvoldi ha visitato il velodromo di Noto, qui con Mansueto (foto FCI Sicilia)

Punto sulla Sicilia

In Sicilia il ruolo di tecnico del Comitato regionale è stato affidato ad Alessandro Mansueto, a sua volta cinque anni da dilettante in Toscana alla corte di Daniele Tortoli. Mansueto è anche tecnico (sull’Isola) dell’affiliazione plurima creata dalla UC Casano di Ortonovo e guidata da Giuseppe Di Fresco, anche lui palermitano. Quale sarà lo stato del ciclismo siciliano?

«In un quadro di juniores che in tutta Italia e da noi in particolare smettono perché non trovano squadra – dice – il fatto di avere delle affiliazioni plurime permette ai ragazzi di garantirsi attività extra regionale. In Toscana solo un terzo degli juniores trova posto fra gli under 23: nel 2021 ci sono stati 129 dilettanti in tutto, chiamiamoli così, quanti volete che possano essere quelli di primo anno? Gli under 23 stanno sparendo».

Fiorelli e Visconti, entrambi volati in Toscana per diventare corridori
Fiorelli e Visconti, entrambi volati in Toscana per diventare corridori
Ci siamo visti al Lunigiana, che tipo di attività siete riusciti a fare con gli juniores?

Nel 2021 hanno gareggiato tutte le domeniche, solo a fine stagione ci sono state gare miste con gli allievi, ma per far correre i più giovani.

Nessuna partecipazione alle gran fondo?

No, però in compenso abbiamo approfittato della logistica di alcune gran fondo per far partire gli juniores. Nel 2021 ci siamo riusciti in 4 gare, quest’anno già 7 hanno aderito. Abbiamo fatto partire gli juniores 40 minuti prima e solo raramente il primo degli amatori è riuscito a riprendere il gruppo.

Questa ipotesi era stata avanzata da Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo. Vi siete appoggiati anche a gran fondo di altri Enti?

No, solo a quelle federali, sfruttando come promozione il movimento degli amatori. C’è stata una bella manifestazione sulle Madonie, bello anche il Giro dell’Etna. Se pensiamo che ormai il costo delle transenne è uno dei principali, si capisce che avere quelle della gran fondo sia un bel vantaggio.

Il movimento giovanile più forte sull’Isola è nel fuoristrada (foto FCI Sicilia)
Il movimento giovanile più forte sull’Isola è nel fuoristrada (foto FCI Sicilia)
Dove è concentrata l’attività in Sicilia?

Il 50 per cento in zona Palermo, il resto è distribuito uniformemente nelle altre province.

Il velodromo però resta chiuso…

Abbiamo fatto incontri con il sindaco Orlando e con gli assessori. Ci siamo offerti di pagare anche un anno di affitto anticipato, ma a fronte delle spese che si dovrebbero sostenere, è comunque poco. Per fortuna abbiamo l’impianto di Noto, dove il professore La Rosa sta facendo un ottimo lavoro. Ci sono stati assegnati i tricolori paralimpici e forse quelli in pista per esordienti e allievi. Bisogna dire però che il grosso dell’attività è fuoristrada. Ci sono 13 scuole di Mtb certificate, con realtà come Pozzallo che ha 250 bambini iscritti. Il punto debole, per la sicurezza soprattutto, resta la strada.

In che modo il Comitato regionale collabora con i tecnici?

Abbiamo creato un centro Studi regionale, formato da 4 tecnici che valutano tutti i corridori, dagli esordienti agli juniores, dando supporto alle società. Cerchiamo di sviluppare una programmazione aperta, in modo da poter partecipare a eventi nazionali, come nel 2021 siamo andati ai campionati italiani, al Lunigiana, alla gara di Fiesole e un’altra nel Lazio. Il guaio è che non avendo sponsor, paga tutto il Comitato regionale. E solo andare ai tricolori con 20-25 ragazzini è stato un bel salasso.

Con Sciortino durante il ritiro siciliano, prima di iniziare il viavai con la Toscana (foto FCI Sicilia)
Con Sciortino durante il ritiro siciliano, prima di iniziare il viavai con la Toscana (foto FCI Sicilia)
E Sciortino?

Abbiamo fatto il ritiro con gli juniores quaggiù e c’era anche il cittì Salvoldi, che si sta muovendo davvero in modo capillare. Dal 13 febbraio invece saremo a Casano.

In che modo la Federazione vi assiste?

Ci piacerebbe che assecondasse la nostra idea di rilanciare il Piano Solidale, il modo di creare sinergie fra organizzatori di regioni limitrofe per dare consistenza all’attività. Stiamo aspettando risposte.