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Reusser, la donna comparsa dal nulla che vola nelle crono

10.09.2021
4 min
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Avete presente quei personaggi dei film di spionaggio che sembrano non avere un passato, che nessuno ha mai sentito nominare prima e che invece sono operativi e vincenti? Fino a qualche anno fa Marlen Reusser era una perfetta sconosciuta nel mondo del ciclismo. Lei non sapeva nulla di questo mondo e viceversa. Poi l’esplosione graduale dal 2017, prima stagione da elite, specialmente nelle prove contro il tempo. Quattro volte campionessa svizzera a crono (2017-19-20-21), due volte su strada (2019 e 2021), medaglia d’oro nella crono dei Giochi Europei a Minsk nel 2019, argento a crono ai mondiali di Imola l’anno scorso e alle recenti Olimpiadi di Tokyo. Infine, nelle ultime due settimane, una tappa al Simac Ladies Tour in Olanda ed una alla Ceratizit Challenge La Vuelta (gare entrambe chiuse al secondo posto nella generale).

Dopo il secondo posto alle Olimpiadi dietro Van Vleuten, finalmente è arrivato un oro
Dopo il secondo posto alle Olimpiadi dietro Van Vleuten, finalmente è arrivato un oro

La città del carcere

Ecco, a questo breve ed intenso palmares, la svizzera che corre in Italia per l’Alè Btc Ljubljana ha aggiunto un nuovo sigillo: la medaglia d’oro della cronometro degli europei di Trento a 49 di media, battendo l’olandese Ellen Van Dijk di 19” (una delle favorite) e la tedesca Lisa Brennauer di 1’02”.

La Reusser – compirà 30 anni il prossimo 20 settembre, si è fatta il regalo in anticipo – è nata a Jegenstorf. Risiede vicino a Berna, ad Hindelbank («E’ famoso per un carcere femminile», ci dice ridendo), ma la curiosità è legata alla sua giovane carriera. E parlandole mentre fa i rulli dopo la conferenza stampa, abbiamo capito che forse non è l’unica. Andiamo a scoprirla un po’ di più, anticipandovi che sabato correrà anche la prova in linea degli europei e siamo certi che darà filo da torcere a tutte.

Sul podio di Trento, Reusser con Van Dikk e Brennauer
Sul podio di Trento, Reusser con Van Dikk e Brennauer
Abbiamo imparato a conoscerti bene solo quest’anno grazie a tanti risultati importanti. Chi è veramente Marlen Reusser?

Non lo so, dovete dirmelo voi (ride, ndr). Io sto scoprendo che tipo di corridore sono poco alla volta. In questo momento ho ottenuto almeno un successo in differenti tipi di gara. Sono andata forte in una corsa con montagna, in una allo sprint e ho raggiunto un buon livello nelle gare contro il tempo. E’ molto interessante capire cosa accadrà al mio fisico e a me.

L’anno prossimo andrai nella SD Worx, il team più quotato del panorama femminile, dove tutte fanno un’ulteriore crescita. Tu cosa ti aspetti?

Sì, è la squadra più forte che esista. Spero di fare altri passi in avanti ma già tutto quello che ho fatto finora, i miei progressi, mi rendono molto contenta. Sono anche molto sorpresa dei miei risultati. E per questo voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno insegnato qualcosa in questi anni.

Quanto hai imparato a livello tecnico, fisico e professionale?

Ho imparato sempre qualcosa da qualcuno. Ho sempre fatto un po’ di ciclismo come hobby quando ero più giovane, ma il mio primo cartellino l’ho fatto nel 2017. Da quell’anno ho iniziato a lavorare con il mio preparatore Marcello Albasini (già tecnico giovanile di Cancellara e padre di Michael, ex pro’ svizzero che ha chiuso la propria carriera l’anno scorso alla Liegi-Bastogne-Liegi, ndr). E ho sempre migliorato senza sapere quali fossero i miei limiti.

Prima del 2017 cosa facevi quindi?

Non ho mai fatto gare in linea prima di allora. Avevo fatto solo l’Alpenbrevet, un evento importante da noi, non so se la conoscete (simile ad una gran fondo su strada, si parte da Andermatt e il partecipante decide quale itinerario fare in base al proprio livello sfruttando i tanti percorsi intrecciati del luogo, ndr). Poi avevo fatto triathlon di squadra, dove una volta nuotavo, un’altra pedalavo ed un’altra ancora correvo a piedi. Viste le mie attitudini abbiamo deciso di fare qualcosa di più specifico ed ora eccomi ciclista.

Alla Ceratizit Challenge ha vinto la prima tappa e conquistato il secono posto finale
Alla Ceratizit Challenge ha vinto la prima tappa e conquistato il secono posto finale
Avevi un modello di riferimento quando pedalavi prima di diventare elite? Conoscevi qualche tua attuale collega?

No, non conoscevo nessuna di loro, zero. Alla mia prima gara da elite ricordo che non avevo la minima idea di chi fosse forte e chi no. Non sapevo nulla.

Meglio sotto un certo punto di vista, così non potevi avere paura di nessuno.

Sì, è vero (ride, ndr), ma era difficile perché correvo in squadre piccole e non ti concedevano mai spazio o non ti lasciavano andare davanti al gruppo a fare l’andatura o tentare uno scatto. E’ stato molto difficile per me l’inizio.

Ora però sono le tue avversarie a conoscerti bene.

Sì, è una bella soddisfazione. Sono molto contenta di questo fatto.

Corri da poco tempo, avrai voglia di farti vedere ancora di più. Dall’anno prossimo ti sentiremo ancora al top delle classifiche?

Spero, vedremo come andrà, sono nella curva in salita della mia crescita. Le premesse ci sono, ma attenzione perché non sappiamo mai come va la nostra vita.

Borracce Race One, Ale BTC Ljubljana

Raceone accanto al team Alé BTC Ljubljana

19.11.2020
2 min
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Raceone, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di portaborracce, borrace e accessori per biciclette, ha deciso di affiancare per il 2021 il team Alé BTC Ljubljana Cipollini. L’unica formazione italiana (maschile e femminile) presente nel WorldTour.

Trent’anni di esperienza manifatturiera artigianale italiana, uniti alla grande passione per il ciclismo, rappresentano il DNA di Raceone. Il brand è distribuito e riconosciuto a livello mondiale, per l’esclusivo design, l’alta qualità dei materiali e la cura dei dettagli. Il tutto rigorosamente Made in Italy

Made in Italy

Lo sviluppo e lo studio di ogni prodotto avviene infatti nella sede di Cervarese Santa Croce in provincia di Padova, in stretta sinergia con i maggiori team di ciclismo professionisti europei che fanno affidamento sulla qualità dei prodotti Raceone. L’accordo di sponsorizzazione con il team Alé BTC Ljubljana Cipollini rappresenta così un ulteriore step nella crescita dell’azienda. 

Logo Race One
L’azienda ha sede in provincia di Padova. Produce borracce e portaborracce
Logo Race One
L’azienda ha sede alle porte di Padova

Orgoglio tricolore

Germano Mozzato, titolare di Raceone commenta: «Per noi è un orgoglio da azienda italiana poter collaborare con una delle più importanti realtà del ciclismo femminile. Non può che farci piacere e creare un grande senso di appartenenza. Sarà per noi importante anche per ricevere feedback da parte delle atlete i cui riscontri sono fondamentali soprattutto per lanciare e migliorare prodotti nuovi della nostra azienda». 

Il team manager di Alé BTC Ljubljana Cipollini Fortunato Lacquaniti ha detto: «Siamo felici di avere con noi come nuovo partner Raceone, un’azienda simbolo dell’artigianato italiano, simbolo del Made in Italy che vogliamo valorizzare anche con i nostri risultati e insieme a cui puntiamo a traguardi ambiziosi». 

www.raceone-it.com

Anna Trevisi, Tatiana Guderzo, Tour Down Under 2020

Piccolo, il WorldTour e un’azienda da guidare

01.11.2020
3 min
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Alessia Piccolo è la titolare dell’unica squadra italiana di WorldTour. E’ appassionata di ciclismo. Partecipa alle Gran Fondo. Della sua Alè Btc Ljubljana segue la parte logistica e quella dell’immagine. Di ciclismo, insomma, ne sa parecchio. Ma le piace anche giocare con la moda. Il suo altro lavoro, infatti, quello che altrove si definirebbe “più serio”, è dirigere la Alè Cycling, l’azienda che ha portato le sue note di colore nel vestire del ciclismo.

Alessia Piccolo, Ale Cycling
Alessia Piccolo, manager d’azienda e della squadra WorldTour (foto Alè Cycling)
Alessia Piccolo, Ale Cycling
Alessia Piccolo, manager a 360° (foto Alè Cycling)

Fra bici e azienda

In questo momento di pandemia e le comprensibili difficoltà che essa porta con sé, il discorso è un andare e venire tra il ciclismo e la vita quotidiana.

«Fino a metà ottobre – dice – non avevamo particolari limitazioni, se non le attenzioni rimaste dopo il lockdown. In azienda diamo la mascherina ogni giorno, igienizzante da tutte le parti, prendiamo la temperatura, si va in bagno uno per volta. Cerchiamo di stare attenti. Il rientro dopo la chiusura è stato uno choc. Il mondo reclamava le sue forniture, tanto che un giorno ho detto ai ragazzi che se fosse successo ancora, sarei scappata a Tenerife per tornare quando fosse tutto finito. E mentre stai attenta a tutto questo, scopri che la squadra resta bloccata in Belgio per un tampone positivo. Ci credo che Tatiana (Guderzo, ndr) non sia contenta, sono rimaste su per 20 giorni. Ma alla fine, sono cose che possono succedere…».

Gaudu ha vinto alla Vuelta vestito Alè Cycling
Gaudu alla Vuelta, vestito Alè Cycling
Perché il ciclismo femminile?

Non solo perché mi piace pedalare, anche perché vedo una forte crescita. Siamo ancora ai primi passi, ma la soddisfazione di essere arrivate nel WorldTour è enorme. Prima le straniere non si avvicinavano, adesso vogliono venire a correre da noi. Prima eravamo poco credibili.

Anche l’immagine del ciclismo femminile è cambiata.

Vero, non sono più solo maschiacci, ma si vedono in giro delle belle ragazze che tengono al loro aspetto. Prima si puntava solo sul ciclismo come sport di fatica. Oggi la fatica è sempre quella, ma se prima metti un filo di trucco, perché dovrebbe essere un problema?

Facile produrre per le ragazze?

Facilissimo (si fa una risata, ndr). In azienda siamo un gruppo di donne e andiamo tutte in bici. Però ce la caviamo bene anche col maschile. Abbiamo la Movistar e anche la Groupama (nel giorno dei campionati italiani di Breganze, in cui si è svolta l’intervista, Gaudu ha vinto alla Vuelta e Kung ha vinto il campionato svizzero. Vestiti Alè Cycling, ndr). Disegno io i capi, sono molto esigente.

Ma la moda è un’altra cosa?

Ci si diverte di più a disegnarla e seguirla. Fai colori inusuali, puoi spaziare e osare di più.

In che modo le vostre atlete sono testimonial del brand?

A parte vestire Alè Cycling in gara e allenamento, spesso le coinvolgo come tester di prodotti, anche se qualche altro sponsor mugugna. Bastianelli, Trevisi e Guderzo a volte escono con capi nuovi da provare, perché è molto importante avere chi ti dà una mano e pareri obiettivi.

Tatiana correrà anche il prossimo anno.

Uno dei regali del Covid. Avrebbe voluto smettere quest’anno con le Olimpiadi, proverà a farlo nel 2021. Poi potrebbe anche pensare di diventare direttore sportivo, perché vede bene la corsa ed ha un’esperienza infinita. Affiancata agli altri tecnici, può far crescere la squadra e restare un riferimento per le più giovani.

Passerà la tempesta?

Passera quando troveranno un vaccino. E nel frattempo spero che il Governo capisca che la salute è importante, ma l’economia è alla base di tutto il resto.