BOLANO – La terza giornata del Giro della Lunigiana mette in menu due semitappe completamente differenti l’una dall’altra. Al mattino, con partenza da Sarzana, è andata in scena una frazione dedicata ai velocisti. Appena 37 chilometri che il gruppo si è sciroppato in meno di un’ora. A Marina di Massa vince il belga Aldo Taillieu davanti all’umbro Cornacchini e al francese Sparfel. Il belga mette nel sacco un altro sigillo importante dopo la Kuurne-Brussel-Kuurne e i campionati nazionali a cronometro. A Bolano invece arriva la vittoria di Remelli e Seixas conferma la sua leadership.
«Un gran bello sprint – commenta – sapevamo di dover rimanere davanti per tutta la tappa e così abbiamo fatto. Devo ringraziare i miei compagni di squadra per avermi pilotato al meglio e permesso di vincere. E’ un bel segnale in vista dei campionati europei, quello che mi serviva per arrivare con la massima fiducia».
Pomeriggio movimentato
Il profilo della seconda semitappa di giornata, da Sestri Levante a Bolano, è mosso e aperto a tante sorprese. La più grande è la vittoria del veneto Cristian Remelli, il corridore dell’Autozai Contri è stato bravo a mettere nel sacco i favoriti, anticipandoli prima dello strappo finale. Una salita di 4 chilometri con rampe superiori al 15 per cento che ti guardano negli occhi scovando ogni incertezza. Non ne ha avute Remelli, il quale ha preso di petto la salita e a testa bassa ha portato a casa la terza vittoria stagionale.
«La più bella dell’anno – dice mentre ancora con lo sguardo cerca di capire se è tutto un sogno o se è successo davvero – nonostante tutto. Sapevo che se avessi aspettato Finn e il francese (Seixas, ndr) non avrei avuto occasioni. Prima dell’ultimo strappo, a due chilometri dall’arrivo, ho anticipato tutti insieme a Garbi. Siamo compagni di squadra all’Autozai e oggi mi ha dato una grande mano, lo devo ringraziare. Purtroppo, il primo giorno sono uscito subito di classifica ma la vittoria di oggi pareggia il dispiacere, anzi direi che lo supera».
Finn all’arrembaggio
Il mare azzurro della Baia del Silenzio di Sestri Levante è soltanto un colore sullo sfondo del paesaggio di Bolano. Dal mare i ragazzi sono passati alla montagna, accarezzando le colline dolci della Liguria. Dietro queste però si nascondeva Lorenzo Finn, il quale ha provato a scombussolare i piani della Francia.
«Ho attaccato fin dai primi chilometri – spiega mentre si dirige verso i rulli – perché pensavo di poter mettere in crisi i francesi. Alla fine ho aspettato l’ultima salita e forse non è stata la decisione migliore, però la gamba era buona. Il gruppo era ancora numeroso ai piedi di Bolano, mi aspettavo una selezione maggiore. Ci sono stati diversi scatti e contro scatti, ho dovuto chiudere in prima persona sui francesi. Di certo non finisce oggi la corsa, domani è un giorno nuovo con altrettante occasioni da cogliere».
La Francia sorride
Paul Seixas mantiene la vetta della classifica generale. Anzi aumenta anche il vantaggio nei confronti di Finn grazie all’abbuono del secondo posto e ai due secondi di distacco messi tra lui e il ligure. Il pugno in segno di soddisfazione quando gli dicono del vantaggio incrementato fa capire che la corsa del talento transalpino era indirizzata completamente verso Finn.
«Mantenere la maglia – racconta Seixas – è un grande risultato per oggi. All’inizio della tappa non mi sentivo molto bene di gambe. Non ho fatto alcun tipo di riscaldamento prima del via e sentivo i muscoli un po’ duri. Quando Finn ha attaccato a inizio tappa gli sono stato dietro con un po’ di fatica ma poi le sensazioni sono migliorate chilometro dopo chilometro. Tanto che nel finale di tappa ho attaccato in prima persona, mi sentivo super bene. Ho fatto uno sforzo non indifferente per arrivare secondo e prendere l’abbuono. Non ho seguito l’attacco del veneto perché la tappa non era la mia priorità».
«La nostra strategia – continua la maglia verde – era mettere pressione a Finn e così abbiamo fatto. Durante la salita finale abbiamo attaccato a turno costringendolo a muoversi visto che era da solo. All’inizio della tappa mi sono detto che fosse un contendente molto forte, poi nel finale l’ho visto un po’ in difficoltà e ne ho approfittato. La nostra tattica era di sfiancarlo ed ha funzionato abbastanza bene grazie al lavoro dei miei compagni. Domani dovremo lavorare ancora tanto, il distacco non è così ampio da farci stare tranquilli».