Perché Van der Poel usa il vecchio casco? Proviamo a capire

07.02.2025
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WETTER (Germania) – Tecnicamente non si tratta di Abus, ma di un casco Canyon che evidentemente è prodotto da Abus. Il modello è il Gamechanger prima versione e resta il preferito ed usato da Van der Poel.

C’è un fattore tecnico, oppure è una scelta soggettiva del campione olandese? Feeling e convinzioni di Van der Poel che lo portano ad usare il vecchio modello? Abbiamo approfittato di una nostra visita al quartier generale di Abus e lo abbiamo chiesto direttamente a chi ha progettato e sviluppato il casco: il Product Manager Abus Lukas Tamajka (in apertura con i due modelli di Gamechanger).

Van der Poel con il vecchio Gamechanger, Philipsen con il 2.0
Van der Poel con il vecchio Gamechanger, Philipsen con il 2.0
Quando è stato sviluppato il Gamechanger 2.0?

Settembre 2021 ed è stato sviluppato con il contributo del Team Movistar, perché Abus è sponsor e partner tecnico, lo è in modo diretto del team spagnolo. Chiedemmo al team e ai corridori cosa volessero, di cosa avessero necessità e quali fossero le aspettative.

Quali richieste sono arrivate?

Prima di tutto l’aerodinamica, poi la ventilazione, il comfort. A questo abbiamo aggiunto noi l’aspetto della sicurezza. Sicurezza che è fondamentale per gli atleti e perché gli stessi prodotti che sono messi a disposizione dei professionisti vanno sul mercato anche per il cliente normale.

Nello sviluppo della nuova versione avete coinvolto anche il team di Van der Poel?

Non direttamente, ribadisco che tecnicamente loro usano un casco Canyon, Abus non è sponsor per quanto concerne i caschi. Però, tutti i test, prove ed analisi, dati e step di sviluppo che abbiamo presentato a loro, sono i medesimi che abbiamo fornito a Movistar. Noi siamo partner di Canyon, siamo sponsor del Team Alpecin-Deceunink solo per quanto concerne la sicurezza.

In termini di performance, al lato dell’utilizzo, meglio la nuova versione o la precedente?

La nuova, che è più efficiente in termini di numeri e ventilazione. Il vantaggio aerodinamico del Gamechanger 2.0 è tra il 2,5 e 4%, dipende dalla posizione della testa e dalle caratteristiche fisiche del corridore. Tradotto in watt, si arriva ad un risparmio massimo di 7 watt. E’ una sorta di casco posizionato tra il nostro casco da crono e il modello Airbreaker più areato.

La bocca anteriore presente sul 2.0 ha un significato particolare?

Per aumentare il potere di ventilazione della parte frontale in primis e di tutta la sezione interna. E’ stata disegnata ed integrata tenendo conto che gli occhiali sono aumentati di dimensioni nelle ultime stagioni. Quindi una superficie coperta maggiore, ha richiesto un ingresso maggiorato per l’aria.

Allora, perché Van der Poel usa il vecchio casco?

Esclusivamente e semplicemente per una questione di feeling personale. Una scelta soggettiva. Van der Poel è un atleta con un focus molto particolare e fa collimare i dati che vengono forniti, con le sue sensazioni, convinzioni da non tralasciare quando si parla di atleti di quel livello e credo anche immagine.

Una sorta di immagine migliore con la versione più anziana?

Potrebbe essere anche un fattore d’impatto visivo, non è da escludere in alcun modo.

Avete provato a personalizzare il 2.0 in modo specifico per Van der Poel?

Certo, con tre soluzioni differenti pur mantenendo il DNA di Gamechanger 2.0. Lui è rimasto con le sue convinzioni e sulle scelte iniziali. La versione da lui usata resta ad oggi uno dei caschi aero con performance tra le migliori.

Per Abus il Made in Italy è un vanto e motivo di orgoglio

12.06.2024
7 min
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VANZO NUOVO – I caschi Abus della categoria performance sono disegnati, sviluppati e prodotti in Italia. In più di un’occasione abbiamo eseguito test, approfondimenti tecnici sui caschi Abus, sottolineando l’elevata qualità complessiva dei prodotti, ma è la prima volta che entriamo nel cuore del sistema.

Siamo stati a Vanzo Nuovo, in provincia di Vicenza, dove ha sede Maxi Studio, ovvero la sezione operativa (la sede di Abus Italia è ad Imola) di Abus per la produzione dei caschi performance, di alta e media gamma. Vediamo cosa c’è dietro un “semplice” casco.

Abus compie 100 anni
Abus compie 100 anni

I primi 100 anni di Abus

L’azienda nasce nel 1924 e ancora oggi è a conduzione famigliare, nonostante sia diventata un colosso nell’ambito della sicurezza (il mondo Abus si divide in tre categorie principali, sicurezza domestica, commerciale e mobile). Abus nasce come un’azienda di produzione per i lucchetti. Viene fondata dalla famiglia Bremiker e ad oggi conta 5 diverse sedi in territorio europeo (il quartier generale è a Wetter, in Germania).

Oggi il 90% della produzione di ciclindri e blocchetti di chiusura delle e-bike è di produzione Abus. Ogni fabbrica di Abus è autonoma in fatto di produzione, significa che tutti i macchinari e stampi sono disegnati e creati internamente. In totale conta 4000 dipendenti nel mondo, con 25 filiali in 102 nazioni.

Mercato italiano da sviluppare

Per meglio contestualizzare alcune categorie commerciali di Abus, abbiamo chiesto a Charles Hancock, Category Manager – Mobile Security per Abus Italia.

«Abus non produce solo caschi, anche se, soprattutto in Italia l’azienda è famosa soprattutto per questa categoria di prodotti. In realtà – ci dice Hancock – se analizziamo globalmente i numeri, la parte del leone è dei lucchetti e più in genere dei sistemi di antifurto. Questo significa che c’è un potenziale enorme legato anche ad una categoria commuting e urban in crescita soprattutto nelle grandi città, ingolfate dal traffico motorizzato».

La collaborazione italiana

Tra Abus e Maxi Studio nasce un vero e proprio rapporto di collaborazione nel 2016 e che va ben oltre il lavoro. Maxi Studio nasce nel 1993 per mano della famiglia Simonaggio. Nel 2017 arriva il primo casco Abus con design e produzione completamente italiana ed è il modello aero concept GameChanger.

L’azienda vicentina mette a disposizione le sue competenze anche per quanto concerne l’industrializzazione dei caschi, con i diversi processi necessari (per nulla banali e tutt’altro che scontati), anche per quello che concerne le certificazioni (che vengono eseguite anche grazie al Laboratorio Newton di Rho, molto utilizzato anche in ambito motorsport). Nel 2021 Abus acquisisce definitivamente MaxiStudio.

Corrado Salvatore di Abus Italia
Corrado Salvatore di Abus Italia

Il dietro le quinte di un casco

Un casco è di fatto un sistema di protezione attivo, uno strumento di sicurezza che a prescindere da come è fatto non ha prezzo, soprattutto per quello che rappresenta. Ma ci piace essere anche campanilisti e una volta di più sottolineare la qualità delle maestranze italiane. Un casco è solo un pezzo di plastica e polistirolo? Decisamente no. Per mettere in produzione un casco nel periodo attuale ci vogliono anni di ricerca e sviluppo, test e analisi dei materiali, simulazioni e industrializzazione dei diversi processi.

C’è polistirolo e polistirolo. Sentiamo cosa ci ha detto Corrado Salvatore del reparto sales e marketing di Abus in forze nella sede di Maxi Studio, a diretto contatto con la produzione.

«Il polistirolo – spiega – è uno dei tanti derivati del petrolio. Si ottiene grazie a due lavorazioni, per evaporazione del polimerino, oppure per estrusione. Quello che utilizziamo per i caschi Abus è di origine austriaca e dal punto di vista qualitativo è il top, considerando anche le varie certificazioni. Inoltre, lo stesso polistirolo ha delle densità specifiche, adatte per differenti categorie commerciali. Significa che quello utilizzato per i caschi ha una densità diversa rispetto a quello utilizzato in ambito alimentare. Ed è solo un esempio».

L’evoluzione dei caschi Abus

«Il concetto di evoluzione non si riferisce solo al design, anzi, proprio le forme e l’utilizzo della galleria del vento – prosegue Salvatore – sono una sorta di conseguenza e stimolo ulteriore per fasi produttive e di sviluppo che riguardano anche il plasmare le materie prime.

«Nel corso degli anni abbiamo ottenuto caschi sempre più leggeri, performanti e funzionali, ma anche belli da vedere una volta indossati, il tutto con un potere di protezione che è aumentato in modo esponenziale. Inoltre – prosegue Salvatore – sono anche più longevi».

Anche fatto a mano

«Ogni casco Abus è il risultato di una combinazione di fattori – argomenta Salvatore – perché oltre una serie di procedimenti automatizzati, c’è il valore aggiunto del fatto a mano. Tutti i caschi che prendiamo tra le mani ed indossiamo obbligano l’utilizzo di maestranze di altissima caratura. Il lavoro che c’è dietro ad ogni singolo pezzo è difficile da immaginare. Si parte con i designer, per passare alla fase successiva dove quello che è stato abbozzato deve essere traslato al mondo reale.

«Da qui – prosegue Salvatore – si attiva un processo di industrializzazione e adeguamento delle macchine. Certificazioni e controlli che riguardano anche le materie prime. Ogni cambio, ogni singola variazione obbliga ad una certificazione dedicata, sicurezza e qualità non sono dettagli. Ad esempio il polistirolo bianco – conclude Salvatore – che troviamo all’interno del casco, obbliga ad una certificazione diversa dal comune polistirolo nero. Tanti step non banali, ma il risultato finale ci ripaga del lavoro fatto».

Abus

Abus al Giro d’Italia? E’ in corsa con tre team

13.05.2024
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Il (primo) centenario dalla fondazione di Abus rappresenta un’occasione celebrativa straordinaria. Quale cosa migliore se non metterla in evidenza anche attraverso uno degli eventi ciclistici più iconici come il Giro d’Italia 2024? 

«Con grande soddisfazione – ha dichiarato Charlie Hancock, Category Manager Mobile Security di Abus Italia – quest’anno Abus corre il Giro con ben tre squadre: il Team Movistar di Nairo Quintana, il Team Tudor con Alberto Dainese e Matteo Trentin, e il Team Alpecin Deceuninck con Nicola Conci, alla quarta partecipazione alla corsa rosa. Per Abus è un vero e proprio traguardo storico, la prima grande corsa a tappe nel corso della quale così tante squadre si affidano ai nostri prodotti. Ma cosa rende questo momento così significativo?

«La risposta è nel fatto che i nostri caschi alto di gamma, utilizzati da Tudor e Movistar, sono Made in Italy: una tangibile testimonianza del nostro impegno finalizzato all’eccellenza artigianale e alla qualità. E’ un’emozione vedere i nostri caschi e i nostri accessori in azione al Giro, sapendo che sono stati concepiti e realizzati con grande dedizione in Italia. Con il Team Alpecin Deceuninck siamo invece partner per quanto riguarda la sicurezza».

100 anni di storia

Quest’anno Abus ha presentato la seconda generazione del celebre casco GameChanger, un vero e proprio concentrato di tecnologia e innovazione. Ogni dettaglio di questo casco aerodinamico è stato progettato con un solo scopo: garantire prestazioni di altissimo livello. Collaborando con atleti professionisti e producendo in Italia, i tecnici Abus hanno potuto mettere a punto un prodotto che soddisfa esigenze estremamente elevate.

Le esperienze acquisite nel ciclismo professionistico, frutto di collaborazioni strette con importanti realtà agonistiche e straordinari atleti, svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo e nell’innovazione dei caschi per il ciclismo. Attraverso sinergie con aziende leader nel settore, Abus ha canalizzato una vasta gamma di conoscenze, di abilità e di tecnologie avanzate per creare prodotti di serie di alta qualità. L’evoluzione del casco per il ciclismo non è solo una questione di protezione, ma anche di prestazioni ottimali e comfort. Grazie alla esperienza nel campo del ciclismo professionistico, Abus ha compreso le impegnative sfide e le esigenze degli atleti di livello mondiale. E questa consapevolezza ha consentito di progettare e produrre caschi che non solo rispettano gli standard di sicurezza più rigorosi, ma offrono anche un’elevata aerodinamicità, leggerezza e ventilazione.

Abus in occasione della corsa rosa festeggia i 100 anni di attività
Abus in occasione della corsa rosa festeggia i 100 anni di attività

I feedback dei pro’

«Ogni singola fase del processo di sviluppo del prodotto – prosegue Hancock – è guidata da una ricerca approfondita e da un costante impegno verso l’eccellenza. Collaboriamo con esperti del settore, ingegneri e atleti professionisti per testare e perfezionare ogni singolo dettaglio del casco. A partire dalla forma del guscio esterno alla disposizione dei canali di ventilazione interni. Questo approccio orientato alla qualità ci consente di garantire che ogni casco sia un prodotto di serie di alta qualità, pronto a offrire prestazioni superiori.

«Inoltre, la nostra stretta collaborazione con atleti professionisti ci consente di mantenere un vantaggio competitivo nel settore. Osservando da vicino le esigenze degli atleti e raccogliendo feedback dettagliati sul campo, siamo in grado di identificare rapidamente le tendenze emergenti, adattando i nostri prodotti di conseguenza».

Abus

La sicurezza di ABUS per Alpecin-Deceuninck e Fenix-Deceuninck

17.04.2024
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Il brand tedesco ABUS è quest’anno il partner per quanto riguarda la sicurezza dei pro team Alpecin-Deceuninck e Fenix-Deceuninck. E proprio in virtù del ruolo di partner ufficiale per la sicurezza di entrambe le squadre, sia la maschile quanto la femminile, ABUS garantisce che sia le biciclette che le maglie di Mathieu Van der Poel, Jasper Philipsen, Puck Pieterse e tutti i membri del team siano sempre al… sicuro! 

In virtù del proprio “status”, ovvero quello di essere uno dei produttori leader a livello mondiale di tecnologie di sicurezza e soluzioni personalizzate in questo campo, ABUS protegge le proprietà delle squadre sia sul percorso di assistenza che durante le gare e gli stage di allenamento. Oltre a dotarli delle più moderne attrezzature di sicurezza, ABUS svolge anche un vero e proprio servizio di formazione a tutti i membri del team. 

Un partner affidabile

«Noi di ABUS – ha dichiarato Christian Rothe, membro del comitato esecutivo di ABUS – siamo estremamente lieti di poter supportare i team Alpecin-Deceuninck e Fenix-Deceuninck e i loro sostenitori in qualità di Partner ufficiale per la sicurezza. Sono soprattutto le squadre di alto livello ad avere un enorme bisogno di sicurezza. Mettere in sicurezza la bici di Mathieu Van der Poel durante una pausa caffè, oppure durante un giro di allenamento è una cosa, mettere in sicurezza in modo efficace un intero percorso di assistenza, compresa una flotta di veicoli utilizzati in tutto il mondo, è una sfida molto speciale e completa»

«Questa che ci si presenta – continua – è una grande opportunità per ABUS di dimostrare che i nostri due settori di business, Mobile Security e Home Security, sono perfettamente collegati tra loro e che sono in grado di offrire un concetto globale a tutto tondo per la sicurezza sia mobile che fissa».

Anche Alessandro Ballan, qui in versione… Eroico, è testimonial del brand
Anche Alessandro Ballan, qui in versione… Eroico, è testimonial del brand

«ABUS è per noi un partner molto importante – hanno ribattuto i dirigenti del team Philip e Christoph Roodhooft – ed in ogni passo che facciamo, la sicurezza delle piattaforme ricopre un ruolo vitale. Con loro siamo sicuri di lavorare con un partner che può supportarci in qualsiasi passo, con grande esperienza e storia nel mondo della sicurezza. Abbiamo esigenze diverse, nel nostro magazzino e durante i viaggi, ma con ABUS abbiamo trovato un alleato che può guidarci e supportarci in qualsiasi specifica situazione».

ABUS

Abus WingBack, non chiamatelo entry level

02.07.2023
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FRANCOFORTE – Ancora dai padiglioni tedeschi di Eurobike, dopo aver rinnovato il casco aerodinamico top di gamma GameChanger, con la versione 2.0, Abus introduce un nuovo ed interessante casco, il WingBack.

Si posiziona alla base dei modelli road e si focalizza su un eccellente rapporto tra la qualità ed il prezzo (inferiore ai 100 euro di listino, 99,95 per la precisione). Entriamo nel dettaglio.

Il frontale, molto simile al PowerDome
Il frontale, molto simile al PowerDome

WingBack, tecnologia top di gamma

Uno dei focus principali del WingBack è quello del prezzo contenuto, fattore importante che però non sacrifica la qualità finale del casco ed il blend di tecnologie adottate per il suo sviluppo e la costruzione. E’ Made in Italy, proprio come tutti gli ultimi Abus, dall’AirBreaker allo StormChaser, dal PowerDome, fino ad arrivare all’ultima versione del GameChanger.

Il WingBack fa parte della categoria road, ma allarga il delta di sfruttabilità verso un’utenza urban, senza precludere un’impiego gravel.

Vicino al PowerDome

Sotto il profilo del design e dell’impatto estetico, il nuovo WingBack ricorda da vicino il PowerDome, grazie ad una forma compatta ed arrotondata al tempo stesso, un disegno che trasmette anche tanta sostanza.

La calotta esterna, disponibile in diverse colorazioni, opache oppure lucide, è il naturale guscio di un mold interno che mostra la sua densità in alcuni punti nella sezione superiore. Un tocco aggressivo che non guasta per nulla e che segue le linee tracciate dalle feritoie anteriori. Queste sono sette in totale, con l’aggiunta di un’asola sopra la nuca, oltre all’estrattore di aria calda posizionato nel retro, con il profilo tronco (DNA Abus).

L’interno del casco è rastremato e abbondantemente scavato con dei canali che hanno l’obiettivo di aumentare l’efficacia dell’aria in entrata. Qui entrano in gioco anche il numero ridotto delle imbottiture, posizionate in modo strategico e con spessori differenziati. L’obiettivo è quello di far collimare comfort, protezione e limitare l’accumulo di calore/sudore.

Tutta la parte interna a contatto con la testa
Tutta la parte interna a contatto con la testa

Doppia sicurezza

Anche per l’Abus WingBack sono state adottate le fibbie morbide e anti-sfarfallamento con il classico gancetto di chiusura. C’è la gabbia posteriore regolabile in altezza, con il rotore Zoom Ace che agisce su un filler laterale, quest’ultimo ancorato al mold nella zona sfenoide della testa. Significa che oltre ad una regolazione micrometrica, tutte le pressioni che si generano nel perimetro, vengono scaricate sul casco, non sulle imbottiture, non sulla testa ed il comfort ringrazia. La gabbia posteriore ha un’ampia apertura per agevolare il passaggio dei capelli lunghi, raccolti a coda di cavallo. Abus WingBack è disponibile in tre taglie: S, M e L.

Abus

Abus GameChanger 2.0, la seconda generazione della velocità

21.06.2023
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BASSANO DEL GRAPPA – Sbarca oggi sul mercato mondiale il nuovo GameChanger 2.0 di Abus. La seconda essenza della velocità firmata dalla casa tedesca e prodotta con la qualità artigianale imprescindibile del Made in Italy. Il nuovo casco svelato in queste ore ad Eurobike è un vero prodigio dell’aerodinamica sotto ogni punto di vista. Il GameChanger 1.0 aveva già alzato l’asticella, il rinnovamento tecnico e tecnologico del nuovo modello hanno fatto fare un ulteriore step in termini di prestazioni, ventilazione, sicurezza e comfort. 

Lo abbiamo provato sulle colline Vicentine a Bassano del Grappa a pochi chilometri dagli stabilimenti Maxi Studio e Poliend di Abus, dove il casco prende la sua forma e dove la qualità è di casa. Ci siamo intrufolati nel dietro le quinte dove l’azienda tedesca ci ha aperto le porte per scoprire la nascita e la costruzione del nuovo GameChanger 2.0. Lo abbiamo inoltre testato per un mese e per portarlo nel suo habitat naturale l’abbiamo indossato in un tempio della velocità, l’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. 

Gli occhiali si possono riporre sia nella parte frontale che in quella posteriore
Gli occhiali si possono riporre sia nella parte frontale che in quella posteriore

Made in Italy

A rendere il GameChanger ancora più speciale sono la sua provenienza e produzione. La scritta Made in Italy campeggia sul lato del casco e lo rende un pregio costruttivo di tutta rilevanza. La produzione si concentra infatti tra due stabilimenti veneti. Il primo, Abus – Maxi Studio a Vanzo Nuovo (Vicenza), dove viene assemblato e curato sotto ogni punto di vista qualitativo. Con i nostri occhi abbiamo visto e toccato con mano i processi di stampaggio, modellazione e assemblaggio finale. 

Nel secondo stabilimento Abus – Poliend a Salgareda (Treviso) dove avviene il processo di produzione dell’anima votata alla sicurezza. La creazione della struttura in-Mold leggera e stabile grazie alla fusione solidale di EPS, la calotta in Policarbonato e tutti i relativi processi di trasformazione. Due eccellenze valorizzate da Abus in grado di produrre caschi all’avanguardia sotto ogni punto di vista rigorosamente Made in Italy.

Aerodinamica migliorata

La seconda generazione del GameChanger è stata sviluppata in stretta collaborazione con i pro’ del Team Movistar. Il GameChanger 1.0 aveva portato le esigenze di un casco aerodinamico a un nuovo livello. Grazie al suo design multiposizione, è stato rifinito per la massima aerodinamica e una ventilazione ottimale.

Per soddisfare i requisiti aerodinamici più moderni nella gamma aero, il GameChanger 2.0 si presenta con una coda più ampia. Ciò significa che il profilo aerodinamico creato dal casco è più lungo dell’11 per cento. I numerosi test in galleria del vento realizzati in 24 differenti posizioni, 5 angoli e 4 velocità, hanno dimostrato che, soprattutto nel range delle velocità di corsa tra 46 e 52 km/h, il nuovo GC 2.0 offre al ciclista un vantaggio decisivo grazie alla sua forma aerodinamica adattata.

La coda è stata inclinata ulteriormente di 8 gradi. Questo angolo modificato ha permesso l’ottimizzazione della posizione della testa abbassata e rivolta verso il basso. Una nostra considerazione infatti è stata quella di avere sulla testa un vera e propria parte attiva dell’aerodinamica. A seconda della posizione scelta, si può avere una resistenza variabile effettiva dell’aria. Non a caso gli angoli e le curve sono stati messi in parallelo con il modello da crono GC TT. Un ulteriore dettaglio è il gap tra la punta del casco e gli occhiali che è stato azzerato e ne permette un’aerodinamica totale e unificata che aspira alla forma perfetta della goccia.

Ventilazione determinante

Seppur ad una prima occhiata la somiglianza con il modello precedente sembri dominante, a testimonianza di un DNA vincente, ad un secondo sguardo si nota l’ingresso frontale Airboost. Questo definisce gli standard e la nuova ventilazione frontale EYEBROW VENTS in grado di dirigere fino al 32% in più di aria all’interno del casco. L’AEROBLADE centrale nella parte superiore del GameChanger 2.0 invece conduce il flusso d’aria in modo ancora più efficiente con l’aiuto dei canali di ventilazione interni attraverso il casco. Allo stesso tempo, ottimizzano l’aerodinamica e la ventilazione in questa zona strategicamente importante. 

Le parti anteriori laterali, chiamate ACTI CAGE, dirigono il flusso d’aria in modo specifico a velocità più elevate, garantendo una ventilazione costantemente buona. Grazie alla loro forma a pinna di squalo, agiscono come una superficie chiusa in posizione di gara e guidano così il flusso d’aria rimanente, non utilizzato per la ventilazione, aerodinamicamente favorevole sopra la testa.

Partendo dal presupposto che più aria entra e più ne deve uscire, ecco che l’AIRFLOW STAR DESIGN posteriore consente un’uscita dell’aria superiore del 20 per cento. Gli sviluppatori sono riusciti a ottimizzare i canali di ventilazione del GameChanger 2.0 in modo tale che, non solo servano alla pura aerodinamica, ma garantiscano anche una temperatura quasi perfetta attraverso la pressione e l’aspirazione simultanee dell’aria che entra ed esce (effetto Venturi).

Ergonomia e comfort

Realizzato per chi cerca la massima prestazione, questo GameChanger 2.0 non sarebbe approvato dai team professionistici se non fosse all’altezza in termini di comfort. Tappe al Tour, Giro, Vuelta, temperature estive e velocità alte non sono infatti un problema. Abbiamo notato inoltre che il nuovo sistema di cinturini FLOW STRAPS PRO larghi 12 millimetri e con una forma a V permettono agli stessi di non creare fastidiose turbolenze. Questo grazie a un profilo cilindrico del cinturino nella parte frontale.

Il sistema di regolazione centrale ZOOM PRO funziona come un orologio svizzero (sede del brevetto) e, grazie al nuovo sistema di scorrimento, guida sia le cinghie che il sistema di regolazione nella posizione ottimale individuale in ogni momento.

La sicurezza è favorita inoltre dal sistema MIPS AIR NODE che entra nel campo dei caschi aerodinamici ad alte prestazioni. Inoltre, queste versioni sono affiancate dalla fibbia FIDLOCK intuitiva e facile da usare.

Il GameChanger 2.0 è offerto in due versioni, per un totale di 11 diversi colori e tre taglie (S, M, L). Il peso è di 260 grammi (S), 265 grammi (M) e 275 grammi (L). Il prezzo consigliato al pubblico sarà di 249,95 euro, mentre per la versione MIPS 299,95 euro. 

Abus

Abus partner tecnico del team Cambiobike al Giro-E 

10.05.2023
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Sono Abus i caschi indossati dai membri del team Cambiobike impegnati in questi giorni nel Giro-E. A guidare la squadra – che come da regolamento rinnoverà i propri componenti ad ogni nuova tappa – è l’ex corridore professionista romagnolo Manuel Belletti, già vincitore nel 2010 di una tappa al Giro d’Italia.

I caschi Abus in dotazione al team sono completamente Made in Italy, nello specifico il modello AirBreaker. Studiato per il miglior bilanciamento tra ventilazione e performance, AirBreaker è un casco estremamente innovativo, leggero (appena 210 grammi) e realizzato contando sui “feedback” di numerosi ed autorevoli corridori professionisti.

Ad Alexander Bike Wear è invece affidata la fornitura delle divise ufficiali, disegnate appositamente per il Giro-E e realizzate mediante l’impiego di una particolare texture denominata “Creta”. La maglia, è composta per l’80% da filati riciclati ecosostenibili, questo proprio per abbracciare lo spirito di rispetto per l’ambiente che caratterizza sia la manifestazione che Cambiobike. Unipol Rental ha invece fornito le ammiraglie che accompagneranno il team durante tutte le tappe del giro. 

Grazie al concorso “Con Cambiobike corri sulle tappe del giro d’Italia” alcuni appassionati potranno far parte del team Cambiobike
Grazie al concorso “Con Cambiobike corri sulle tappe del giro d’Italia” alcuni appassionati potranno far parte del team Cambiobike

Belletti capitano

«Ho accettato la proposta del team Cambiobike di correre il Giro-E – ha dichiarato Manuel Belletti – perché dopo tanti anni di ciclismo professionistico, mi piace l’idea di vivere un’esperienza diversa, seppur sempre all’interno del Giro d’Italia. Un altro fattore molto importante, che ha influito sulla mia decisione, è il rapporto di stima e conoscenza con Michael Massa, Event Manager e coordinatore del team Cambiobike. Michael ha coinvolto nel progetto non solo me, ma anche Alexander Bike Wear, produttore della divisa ufficiale per Cambiobike, così insieme abbiamo accettato questa nuova sfida». 

Abus è presente al Giro-E, fornisce i suoi caschi AirbBreaker al team Cambiobike
Abus è presente al Giro-E, fornisce i suoi caschi AirbBreaker al team Cambiobike

Un concorso… vincente

La squadra di Cambiobike vedrà protagonisti non solo nomi di spicco del panorama sportivo italiano, ma anche alcuni appassionati, selezionati tra i partecipanti al concorso “Con Cambiobike corri sulle tappe del Giro d’Italia” indetto da Cambiobike nei mesi scorsi. I fortunati estratti avranno difatti l’occasione di vivere l’unica e-bike “experience” che segue le tappe del Giro d’Italia, al fianco di veri professionisti dello sport come la campionessa olimpica Fabrizia d’Ottavio.

La volontà di coinvolgere anche gli amatori in questa entusiasmante esperienza rientra perfettamente nei valori di Cambiobike, che si propone di innovare il mercato delle e-bike portando un’esperienza di acquisto online unica, fatta di prodotti, servizi e modalità di acquisto più facili e sempre più accessibili.

Stefano Montroni, Marketing & Communication Coordinator Abus Italia
Stefano Montroni, Marketing & Communication Coordinator Abus Italia

Cambiobike è una società parte di Cambiomarcia (Gruppo Unipol) che grazie a un e-commerce e a un servizio completo sul mondo e-bike, si prende cura del cliente dalla scelta del modello, all’assistenza, sino all’assicurazione del mezzo, con l’obiettivo di offrire un modo tutto nuovo di acquistare bici elettriche. Un’ampia scelta di modelli, la possibilità di accedere a finanziamenti e un servizio su misura personalizzato rendono Cambiobike una realtà davvero unica nel settore

Oltre ad Abus e Alexander Bike Wear, sono altresì partner tecnici del team Cambiobike al Giro anche Basso Bikes e Tenutabene. 

Abus

Cambiobike

Ballan e Abus: siglata una collaborazione importante

30.01.2023
3 min
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Alessandro Ballan è ufficialmente un nuovo ambassador, tester e collaboratore tecnico di Abus, brand tedesco di vertice per quanto riguarda la produzione di sistemi di protezione e di caschi per il ciclismo.

Una collaborazione allargata, quella definita tra Ballan e Abus, “forte” di un’intesa pluriennale che vedrà l’ex campione del mondo di Varese 2008 – l’ultimo italiano a vestire la maglia iridata – assumere un ruolo che andrà ben oltre a quello di semplice testimonial. Non a caso, nelle intenzioni di Abus e nello specifico della rappresentanza diretta italiana con sede a Imola, la presenza di Ballan al fianco del marchio sarà strategica anche per quanto riguarda una fase cruciale del processo produttivo, ovvero quella dello sviluppo e del miglioramento futuro di nuovi modelli.

«Tecnologia, qualità e altissima professionalità – ha dichiarato a margine della propria presentazione Alessandro Ballan – rappresentano il mix ideale di competenze e di valori propri di Abus, una realtà storica che da quasi cento anni si caratterizza per essere un vero e proprio sinonimo in termini di sicurezza ed affidabilità. Sono estremamente felice di poter ufficializzare l’avvio di questa mia nuova partnership con Abus, brand tra l’altro ben presente nel WorldTour in virtù della oramai consolidata sponsorizzazione del Team Movistar. Non da ultimo, per me sarà poi speciale collaborare con un’azienda tedesca che ha scelto però di produrre alcune linee di grande qualità dei propri caschi in Italia, nello stabilimento produttivo di Camisano Vicentino, a pochissimi passi da casa mia… Non vedo davvero l’ora di poter mettere la mia esperienza al servizio della tecnologia Abus più avanzata».

Abus e Ballan hanno siglato una collaborazione pluriennale
Abus e Ballan hanno siglato una collaborazione pluriennale

Sicurezza prima di tutto

L’attività sul mercato di Abus è orientata ad offrire caschi, sia road che Mtb, ma anche Urban e per i più piccoli, caratterizzati da un’altissima qualità a da un’eccellente rapporto qualità/prezzo. Tutte le esperienze acquisite nel mondo delle competizioni del grande ciclismo professionistico – occorre anche ricordare oltre alla Movistar, quest’anno sono Abus anche i caschi del Team Tudor di Fabian Cancellara – confluiscono direttamente nello sviluppo del prodotto, contribuendo così alla creazione di articoli di serie di alta qualità e perfettamente adatti a qualsiasi tipologia di ciclista.

Alessandro Ballan, che sta già pedalando con il modello AirBreaker, sarà inoltre presente anche in molti eventi outdoor ai quali è prevista la partecipazione di Abus: tra questi, sicuramente l’Italian Bike Festival di Misano Adriatico e L’Eroica di Gaiole in Chianti, evento quest’ultimo che coinvolge Abus con un ruolo di partner importante.

Abus potrà contare sulla grande esperienza di Alessandro Ballan

Dal 1924 Abus provvede a fornire ai ciclisti di tutto il mondo, ma non solamente a loro, un reale senso di sicurezza. In qualità di produttore che rispetta standard qualitativi elevatissimi, Abus ha come obiettivo che i propri prodotti si possano contraddistinguere per una elevata affidabilità, per una durata nel tempo, e per il loro facile impiego. 

Del gruppo ABUS fanno parte le aziende ABUS August Bremicker Söhne KG, ABUS Security-Center GmbH & Co. KG e ABUS Pfaffenhain GmbH, in grado di “contare” tutte assieme oltre 4.000 collaboratori nel mondo.

Abus

Abus: doppio trionfo iridato in appena quattordici giorni…

19.10.2022
3 min
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Due titoli mondiali in appena due settimane! E’ questo quanto straordinariamente ottenuto da Abus grazie ai successi di due atleti d’eccezione: l’olandese Annemiek van Vleuten, con il trionfo incredibile colto ai campionati del mondo a Wollongong in Australia, e Gianni Vermeersch, il belga della Alpecin Deceuninck (nella foto di apertura Tornanti.cc in compagnia di Mathieu Van der Poel) che si è imposto nella prima, storica edizione del mondiale gravel che si è disputato appena qualche giorno fa a Cittadella, in Veneto, e sotto la regia di Filippo Pozzato. E ad essere portati in trionfo sono stati i due caschi Abus più noti agli appassionati stradisti – i modelli AirBreaker e GameChanger – entrambi in dotazione sia al team Movistar femminile quanto alla Alpecin Deceuninck del neo campione del mondo gravel Gianni Vermeersch. In quest’ultimo caso il casco è “brandizzato” esclusivamente con i loghi di Canyon.

Gianni Vermeersch a braccia alzate sul traguardo del mondiale gravel di Cittadella domenica 9 ottobre (foto Tornanti.cc)
Gianni Vermeersch a braccia alzate sul traguardo del mondiale gravel di Cittadella domenica 9 ottobre (foto Tornanti.cc)

Sicurezza in movimento

La linea di caschi per il ciclismo proposta sul mercato da Abus si distingue in modo particolare per la scelta di materiali, di assoluta qualità, funzionali alla produzione, per i moderni processi di realizzazione e per il design.

Il casco indossato da Vermeersch in occasione del successo nel mondiale gravel è il modello AirBreaker. Grazie alla struttura a nido d’ape dell’innovativo Multi Speed Design, questo “bestseller” di Abus è in grado di offrire sempre sia un’ottimale aerodinamica quanto un’eccellente areazione. Il Multi Speed Design fornisce la ventilazione necessaria dosandola: massima ventilazione per le tappe più lunghe e montuose, aerodinamica ottimale per le tappe pianeggianti e più… veloci.

Annemiek Van Vleuten, due settimane prima aveva conquistato la maglia iridata nella prova su strada (foto social Abus)
Annemiek Van Vleuten, due settimane prima aveva conquistato la maglia iridata nella prova su strada (foto social Abus)

Dimensione GameChanger

“GameChanger riscrive le regole”. Così viene definita l’essenza del casco portato in trionfo a Wollongong da Annemiek van Vleuten, l’olandese che quest’anno al mondiale australiano ha aggiunto anche i successi al Giro Rosa, al Tour de France e alla Vuelta: un vero e proprio storico Grande Slam. Con il suo Multi Position Design, GameChanger ha reinterpretato il concetto di aerodinamicità e di resistenza dell’aria. Le particolari geometrie di questo casco riducono la superficie esposta al vento in qualsiasi condizione, indipendentemente dall’inclinazione della testa e dall’angolo di incidenza del vento stesso. L’innovativa Forced Air Cooling Technology aspira l’aria e la canalizza attorno alla testa per garantire una temperatura perfetta, mantenendo la testa sempre fresca anche nelle condizioni più difficili.

Abus